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By notmynameofcourse

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"...il destino Γ¨ solo il risultato di una serie di scelte, niente succede per caso..." 48.433 parole More

Ardalosse
La decisione del consiglio
Le profonditΓ  di Khazad-dΓΉm
Perdita di un mentore
LΓ²rien
Vecchi legami
Il signore di Rohan
I mannari
Il Fosso di Helm
L'inizio della battaglia
Il corno di Rohan
La caduta dello stregone bianco
Una rivelazione dolorosa
Un passato turbolento
Brutti segni
Comunicazione giunta da lontano
FalΓ² scoppiettante
I corsari
Assalto a Osgilliath
Col destino non si gioca
Tempo di riposo

La resa dei conti

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By notmynameofcourse

Eravamo riuniti nella sala del trono. Gandalf aveva uno sguardo nubiloso, i suoi occhi sembravano guardar lontano e oltre i monti "Frodo è passato oltre il mio sguardo. L'oscurità si sta accrescendo."

Mio fratello intervenne "Se Sauron avesse l'anello lo sapremmo. Lybeth, inoltre, proverebbe un dolore disumano."

Stavo a braccia incrociate e rimuginavo su una certa ipotesi.

Era da quando mi ero risvegliata che non sentivo più dolore al petto, anche gli incubi che si presentavano frequentemente erano totalmente spariti.

Inoltre, mentre ero in quell'altra dimensione, mi ero pugnalata al cuore con il frammento di Nathafea.

Ci stavo pensando già da ieri sera ma la stanchezza mi aveva assalito. Che io sia morta per mano mia? Ma ora ero perfettamente viva e più sana che mai. 

"Mi dispiace. Ma credo che non riuscirò più a farvi da riferimento, per varie ragioni sono sicura che il frammento di anello presente nel mio cuore si sia distrutto."

I presenti restarono stupiti della mia affermazione. Tranne Gandalf e Legolas, che molto probabilmente l'avevano intuito dal mio racconto di ieri sera.

Anche Aragorn non sembrò sorpreso dall'annuncio, anzi quasi sollevato ma entrambi sapevano che senza lo sguardo di Gandalf e la mia "abilità" non avevamo riferimenti affidabili. Era come brancolare in una stanza buia, senza sapere se andremo a sbattere contro un mobile.

"Ora che non abbiamo più riferimenti è solo questione di tempo prima che Sauron si impossessi dell'anello." Affermò lo stregone "Ha subito una sconfitta, sì, ma dietro le mura di Mordor il nostro nemico si sta riorganizzando."

"Lasciatelo lì. Lasciatelo marcire! Perché dovremmo preoccuparci?" Esclamò il nano che si trovava seduto sul trono dell'amministratore.

"Perché Frodo non è ancora fuori pericolo. Gimli." Dissi.

Gimli tacque, continuò a fumare la sua pipa silenziosamente.

"L'ho mandato a morire." Disse lo stregone, abbassando leggermente la voce mentre pronunciava l'ultima parola.

"Non incolpare te stesso, Gandalf. Frodo, ha deciso di propria iniziativa di portare questo pesante fardello." Li rammentai.

"C'è ancora speranza per Frodo. Ha bisogno di tempo e di un passaggio sicuro attraverso le piane di Gorgoroth. Possiamo darglielo." Disse Aragorn speranzoso.

"Come?" Chiese il nano, stravaccato sulla sedia.

"Raduneremo gli eserciti di Sauron. Svuoteremo le sue terre. In seguito raccoglieremo tutte le nostre forze e marceremo sopra il Cancello Nero."

"Non abbiamo possibilità di vincere." Obbiettò E'omer.

"Non lo faremo per noi, ma per Frodo, guadagneremo tempo. Terremo l'occhio di Sauron fisso su di noi. Lo manterremo cieco a tutto ciò che si muove." 

"Un diversivo." Finalmente Legolas aprì bocca.

"E' rischioso." Dissi "Non sappiamo con certezza dove si trovi Frodo al momento. Come puoi essere certo che un diversivo sia la soluzione?"

"Non sono certo. Ma è l'unica cosa che possiamo fare per aiutare Frodo. Preferisci startene con le mani in mano a Minas?"

Aragorn aveva ragione, non potevamo sapere, ma non potevamo neanche starcene qui a far nulla. "Hai ragione." Risposi. 

"Certezza di morte. Poche probabilità di successo. Che stiamo aspettando?" Disse Gimli eccitato. Il solito.

Gandalf si avvicinò ad Aragorn "Sauron sospetterà una trappola. Non abboccherà all'esca."

"Oh, io credo che abboccherà." Rispose Aragorn sicuro.

· · ────── ·𖥸· ────── · ·

A cena discussi allegramente con Merry e Pippin, durante il viaggio si erano dimostrati dei valorosi hobbit e nonostante le avversità continuavano a sprizzare gioia da tutti i pori. Caratteristica che particolarmente invidiavo ma d'altro canto era meglio così.

Quella sera prima di addormentarmi, mi affacciai al balcone della mia stanza a contemplare il cielo, nonostante fosse già notte inoltrata la città di Minas era in continuo movimento, tutti si stavano preparando per l'affronto di Sauron. I semplici soldati non erano a conoscenza del fatto che la marcia sarebbe stata un diversivo per dar respiro a Frodo. 

Le famiglie si stringevano calorosamente quella sera. Le madri e i figli non potevano sapere se i loro padri o fratelli sarebbero ritornati presto.

Le guerre erano il modo più stupido per decidere una cosa, un modo così crudele e meschino. Erano causate per un capriccio di una o più persone. 

Il popolo, le famiglie volevano solo vivere in pace e serenità. Invece per volontà di altri erano costrette alla morte e a continui bagni di sangue.

Mentre osservavo il cielo, riflettevo su un certo fatto, sicuro non mi aspettavo di finire a Minas Tirith. Le nostre avventure avrebbero preso una svolta diversa se avessimo preso altre strade. Avremo imboccato quelle giuste? 

Da quando eravamo partiti da Gran Burrone quanto tempo era passato? 

Avevo totalmente perso la cognizione del tempo, insolito da parte mia.

Sospirai e tornai dentro. Dovevo smettere di rimuginare sul passato, dovevo guardare al futuro.

I lumi delle candele danzavano al ritmo del venticello, le ombre proiettate sul muro si ingrandivano e rimpicciolivano a seconda della folata. La mia ombra ben distinta invece navigava in quel mare scuro dipinto sul muro, soffiai sul lume e tutto divenne buio. 

Solo il vociare dei cittadini mi ricordava dove mi trovavo. Mi coricai e presto presi sonno, sprofondai nel materasso e ficcai la testa nel cuscino.

· · ────── ·𖥸· ────── · ·

L'indomani partimmo presto per la battaglia. Ero in sella ad un cavallo di Minas. Mornae starà pascolando felice in qualche pianura verdeggiante. 

In prima fila vi era Aragorn, lo intravidi guidare le fila dei soldati verso Mordor. Stava ritto e fiero, proprio come un comandante, come un vero re.

Io stavo nelle retrovie affiancavo il serpentone di soldati, facendoli mantenere la formazione. Gimli, Legolas ed E'omer stavano facendo la stessa cosa. Pippin era sotto la supervisione di Gandalf, che si trovava di fianco ad Aragorn. Mentre Merry era in sella insieme a Gimli.

Con lo sguardo cercai Legolas, stava parlando con il nano e Merry, mi avvicinai e Gimli vedendomi arrivare ritornò nelle retrovie lasciando me e Legolas soli.

Sentii Merry chiedere a Gimli "Che c'è fra loro?"  e Gimli rispose zittendolo "Shhh."

Ignorandoli, affiancai l'elfo "Come ti senti?" Chiese lui.

"Meglio, vivere senza quel dolore lancinante è un'esperienza tutta nuova. Esperienza che avevo dimenticato da anni. Anche i pensieri negativi che mi affollavano la mente sono spariti."

"Sembra un tale sollievo."

"Lo è." Risposi.

"Tu invece come va?" Chiesi scoccando la stessa domanda a Legolas.

"La battaglia imminente non mi fa ne caldo ne freddo. Però sapere che combatterò insieme a persone fidate mi rassicura."

"Io invece temo per la mia vita. E' dalla battaglia di Helm che non tenevo conto della mia stessa soppravivvenza, vivevo solo per gli altri. Ma da quando il dolore è sparito insieme al frammento, sento di non aver vissuto la vita pienamente".

"Ti capisco. Se desideri, dopo la questione dell'anello possiamo viaggiare insieme e rendere più completa la tua vita. Che ne dici?"

"Sì, mi sembra una bellissima idea." Sorrisi contenta, ero felice che Legolas volesse far parte della mia esistenza.

Lo guardai. Decise di tacere e mi osservava incantato.

"Che c'è? Perché non parli più?" Chiesi.

"Proprio come quando eravamo a Lorìen. Ti sei incantato di nuovo." Dissi ridacchiando.

"Perchè mi streghi ogni volta." Rispose lui.

Il resto del viaggio lo passammo parlando del più e del meno: tecniche di tiro, piante mediche e antichi testi, per lo più.

· · ────── ·𖥸· ────── · ·

Appena sorpassammo i confini del nemico l'atmosfera si fece più pesante, tanto che sia io che Legolas smettemmo di parlare per concentrarci e sorvegliare i dintorni.

L'occhio di Sauron vedeva tutto quello che entrava nel suo confine, era difficile passare inosservati. Soprattutto quando si era un battaglione formato da centinaia di uomini.

Avrebbe potuto comodamente scagliarci attacchi a sorpresa per decimarci, per questo non bisognava abbassare la guardia.

Presto giungemmo ai piedi del mastodontico cancello di Mordor. La sua imponenza non incuteva poco timore. Guardai i soldati, avevano delle facce stravolte e intimorite. Sperai che i loro animi non si piegassero sotto il potere di Sauron o questa battaglia sarà già persa da principio.

Le file dei nostri cominciarono a schierarsi, nel mentre mi accostai ad Aragorn "I tuoi soldati sono già intimoriti da un cancello, se solo questo gli spaventa non voglio immaginare le facce che faranno quando si scontreranno contro le vere armate del Signore Oscuro."

"Abbi fiducia nei nostri, nethel (sorella)." Mi rispose quest'ultimo, prima di guardare avanti e avvicinarsi ai cancelli a cavallo.

Lo seguirono, Gandalf, E'omer, Gimli e Legolas. Mi affiancai a quest'ultimo e a trotto sicuro ci avvicinammo.

"Che il signore della Terra Nera si faccia avanti! Che sia fatta giustizia!" Urlò Aragorn temerario.

Non mi aspettavo che Sauron si fermasse a discutere con mio fratello, ma a quanto pare mi sbagliavo. Il cancello Nero cigolò e un sol cavaliere uscì. Montava un cavallo scuro, equipaggiato di un elmo metallico e usurato, era bardato fino alla coda. Il sinistro cavaliere indossava un'armatura, dalla manifattura sembrava essere resistente e buona. L'elmo era particolare, assomigliava a quelli che indossavano i Nazgùl, solo che questo mostrava la bocca dell'essere, sempre se si poteva definire una bocca, erano una sfilza di denti gialli serrati, non possedeva neanche le labbra. Era orrenda e grottesca. Disumana.

Si avvicinò lentamente fino a fermarsi a tre metri da noi, una distanza rassicurante.

"Il mio padrone, Sauron il Grande, vi dà il benvenuto. C'è qualcuno in questa disfatta con l'autorità di trattare con me?" Disse l'orrendo essere.

"Non veniamo a trattare con Sauron, infedele e maledetto. Dillo al tuo padrone: gli eserciti di Mordor devono sciogliersi. Lui deve lasciare queste terre, per non tornare mai più." Gli rispose imponendoli ordini Gandalf.

La creatura sembrava abbastanza stizzita dall'intervento dello stregone, ma poi curvò la sua "bocca" in un lieve sorriso vendicativo.

"Vecchio Barbagrigia. Ho con me qualcosa che mi è stato chiesto di mostrarti."

Detto questo l'essere tirò fuori una maglia di Mithril. Sbarrai gli occhi riconoscendola immediatamente, era la maglia di Frodo! Preoccupata guardai l'elfo accanto a me e lo trovai già con lo stesso sguardo preoccupato che mi fissava. Ci scambiammo uno sguardo di intesa prima di continuare a prestar attenzione alla conversazione.

L'essere tirò la maglia a Gandalf, che la prese al volo, la afferrò e la guardò con dolore.

"Frodo." Bisbigliò Pippin.

"Frodo!" Ripetè questa volta urlando preoccupato.

"Silenzio!" Ordinò Gandalf.

"No!" Disse Merry.

"Silenzio!" Ribadì lo stregone più forte. 

"Lo hobbit ti era caro, vedo. So che ha sofferto molto per mano dell'anello. Chi avrebbe mai pensato che una creatura così insignificante potesse sopportare così tanto dolore? E invece, Gandalf."

La creatura sogghignò, godendosi gli sguardi contrariati dei membri della compagnia. Poi si voltò verso di me.

"E chi abbiamo qui? L'ultima ragazza, natale di Ardalosse? Non eri morta? Il mio padrone ha sofferto molto quando la scheggia del suo amato anello è stata distrutta, ma riuscì a consolarsi sapendo che tu eri morta! Cosa ci fai qui?!" Urlò puntando un dito verso di me. "Devi morir-"

Con un veloce movimento del braccio Aragorn tagliò la testa della creatura, interrompendo la sua frase.

"Grazie." Dissi, guardando sprezzante la testa che rotolava giù per terra.

"Suppongo questo concluda negoziazioni." Affermò Gimli con un tono sarcastico.

Vi fu un attimo di silenzio.

I portoni del Cancello Nero cigolarono e si aprirono lentamente, rivelando un'armata di feroci orchi pronti a combattere. Sullo sfondo la torre di Barad-dùr e l'occhio di Sauron che era puntato su Aragorn.

"Arretrare! Arretrare!" Urlò.

Presto ritornammo indietro e ci schierammo con l'esercito. 

Mentre gli orchi straripavano dal cancello, mio fratello si rivolse al suo esercito "Mantenete la vostra posizione! Mantenete la vostra posizione!"

"Figli di Gondor! Di Rohan! Fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che vorrebbe prendere il mio cuore. Potrebbe arrivare un giorno in cui il coraggio degli Uomini verrà meno, in cui abbandoneremo i nostri amici e spezzeremo tutti i legami, ma non succederà oggi."

"Un'ora da lupi e scudi frantumati quando l'Era degli Uomini crollerà, ma non sarà questo giorno! Oggi noi combatteremo!"

I soldati cacciarono un urlo di lieta furia.

"Per tutto ciò che avete di più caro su questa buona terra, vi invito a resistere, Uomini dell'Ovest!"

"Si!" Urlammo all'unisono sguainando le nostre armi. Aragorn infuse il suo coraggio all'esercito, per poi girarsi verso l'esercito nemico.

Le armate di Sauron non ci attaccarono direttamente, preferirono prima circondarci, evidenziando il fatto che loro erano in gran maggioranza.

Sentii Gimli rivolgere la parola a Legolas "Non avrei mai pensato di morire combattendo fianco a fianco con un elfo."

"Che ne dici fianco a fianco con un amico?" Chiese quest'ultimo.

"Aye, questo sì." Rispose.

L'elfo sorrise per poi girarsi verso di me. Si avvicinò al mio viso, mi scoccò un bacio veloce per poi prendermi per mano e voltarsi verso l'esercito nemico. 

"Eheh." Sentii il nano ridacchiare.

Sentì le guance avvampare, ma non era il momento di farsi trasportare dai sentimenti. Mi voltai anch'io, decisa a morire per una buona causa.

Aragorn avanzò di alcuni passi, si voltò poi verso Gandalf che in quel momento stava stringendo a sè la maglia dello hobbit.

"Per Frodo." Pronunciò mio fratello, prima di agitare la spada e correre verso le armate di Sauron, gridando furioso.

Merry e Pippin immediatamente lo imitarono per poi essere seguiti dall'intero esercito compreso me e Legolas. 

Presi il mio flauto e intonai l'accordo di La minore, avevo chiamato a me le aquile.

Sguainai le mie lame gemelle. "Facciamo fuori un po' di gente."

Presto si udirono dei fieri gracchi, guardai in alto per vedere i miei fedeli uccelli volare nel cielo nebuloso. Nello stesso istante i Nazgùl si fecero vivi. Cominciarono ad attaccare le mie aquile ma quest'ultime stavano avendo la meglio. 

Non mi preoccupai più di tanto e continuai a concentrarmi sulla battaglia che si stava svolgendo sulla terraferma.

Cercai di isolarmi dai miei alleati in modo da poter roteare le mie lame liberamente. Con una grande potenza sbaragliai la linea di orchi che avevo di fronte con un sol colpo, poi cominciai a farle roteare così velocemente intorno a me che nessun nemico riusciva a oltrepassare il mio scudo di lame.

Vidi arrivare verso di me un troll di grande dimensioni, aveva notato che ero particolarmente isolata dal resto dell'esercito, perciò pensava che fossi vulnerabile. Oh, se si sbagliava.

Mentre veniva verso di me a tutta potenza scagliando ai lati gli orchi che erano in mezzo alla sua via, aspettai finché non si trovò a dieci centimetri da me per poi spiccare un salto, feci una capriola all'indietro, afferrai i manici delle mie lame e sfruttando la gravità atterrai sulla sua schiena e feci sprofondare le mie lame nelle sue scapole per poi buttarmi giù squarciando la schiena del troll.

Estrassi le lame,  guardai gli orchi davanti a me mentre dietro di me il troll cadeva morto a terra. "Chi è il prossimo?" Chiesi sorridendo.

Loro mi guardarono intimoriti, per poi raccogliere le ultime gocce di coraggio che avevano e scagliarsi contro di me. Avevano scelto la strada della morte certa.

Dopo aver fatto fuori una trentina di orchi sentii degli scossoni provenienti dal terreno. L'occhio di Sauron gridò dal dolore, mi voltai verso la torre di Barad-dùr, guardai meravigliata mentre la torre si frantumava e cadeva, portandosi con sè l'occhio di Sauron, che dolorante era alterato.

Le armate di Sauron cominciarono ad indietreggiare lentamente, per poi fuggire con la coda fra le gambe.

L'occhio si rimpicciolì sempre di più fino a scomparire rilasciando un'onda d'urto.

Sorrisi felice, guardai in direzione dell'elfo, corsi verso di lui e gli saltai in braccio. Lui mi strinse a sè, appoggiai la mia fronte contro la sua "Finalmente è tutto finito!" Lo baciai e lo strinsi fra le mie braccia. Ero al settimo cielo.

Dopo il momento di euforia, scesi per non sembrare scostumata.

Il terreno intorno a noi cominciò a crollare, velocemente ci ricongiungemmo con l'esercito. Mentre guardavo con indifferenza le armate di Sauron che sprofondavano nella voragine creatasi nel terreno.

Anche il cancello nero crollò provocando un gran frastuono. Guardai contenta verso il  Monte Fato dove molto probabilmente si trovava lo hobbit in quel momento. Nello stesso istante il monte eruttò, scagliando macerie abbattendo i Nazgùl rimasti.

Calò un silenzio assordante.









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