Beyond Pride - Mattheo Riddle

Door callmecarrieriddle

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[IN CORSO] La storia parla di Nora Nott, sorella di Theodore Nott, che appartiene alla casata di Serpeverde... Meer

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Door callmecarrieriddle

"Ogni delusione porta,
ineluttabilmente,
ad un cambiamento."
(Adriano Piattoni)

NORA MERYL NOTT

Era passata esattamente una settimana da quel giorno in cui avevo colpito Astoria con la maledizione Cruciatus e stavo ancora scontando la punizione.

Lei era uscita ieri dall'infermeria e mi lanciava continuamente sguardi truci.

Silente aveva deciso di farmi pulire la scuola insieme a Gazza ma era solo una delle cose che dovevo fare e forse era quella meno peggiore.

Ogni pomeriggio per almeno tre ore dovevo studiare con Piton, dovevo fare lezioni di recupero con lui e non era affatto piacevole, era una tortura.

E in più dovevo stare ogni sera ad ascoltare la ramanzina di Silente, e questa era una di quelle sere.

Percorsi il corridoio svogliatamente e mi diressi verso il suo ufficio. Bussai alla porta e sentì la sua voce dire un "avanti". Entrai e mi accomodai nella sedia davanti alla sua scrivania.

« Buonasera signorina Nott, come sono andate le ripetizioni con il professor Piton? » chiese l'uomo.

« Una meraviglia » ironizzai.

« Con questo atteggiamento non andrà da nessuna parte. Come le ho già detto questo è l'ultimo avvertimento. Al prossimo comportamento scorretto la espellerò senza farmi scrupoli. » parlò con serietà.

Non risposi, mi limitai a guardarlo.

« Nora, so che hai un animo buono e per questo ti sto dando una seconda possibilità, non sprecarla »

« Si sbaglia. In me di buono non c'è niente » risposi.

« Cos'è che ti succede? Ti vedo sempre più spenta ogni giorno che passa, chi ti ha ferita? »

« Nessuno. »

« Non sono così sciocco da non notare che il tuo cuore è spezzato a causa di qualcuno, fammi indovinare, Mattheo Riddle, vero? » la rabbia percorse tutto il mio corpo all'udire di quel nome.

« Niente mi ferisce, tantomeno quello stupido ragazzino »

flashback •

« Ma cosa ti è saltato in mente? Perché le hai fatto del male? » mi urlò contro Mattheo senza alcun motivo.

« A te cosa te ne importa di Astoria, lei mi ha provocata e ho avuto tutte le motivazioni per colpirla! Cosa cazzo vuoi da me eh? Non avevi detto di non volermi più sentire parlare? Sei un bipolare del cazzo! » lo spintonai.

« E tu sei soltanto una stupida ragazzina frustrata che getta la sua rabbia sugli altri perché è troppo debole per tenersela per sé. Come potrei mai amare una persona così? »

Quelle parole mi lasciarono di stucco. Lo guardai con gli occhi colmi di lacrime.

« Tu non pensi seriamente questo di me.. » dissi più a me stessa che a lui per auto convincermi.

« Lo penso. »

« Non puoi dirmi questo Mattheo, non puoi »
scossi la testa cercando di convincermi che tutto questo non è reale.

« È la verità » continuò a dire non mostrando alcuna emozione, alcun interesse, alcuna pietà nei miei confronti.

fine flashback •

Ripensai a quel momento e l'unica cosa che sentivo dentro di me era disgusto. Disgusto nei suoi confronti. Soltanto disgusto, nient'altro.

« Nora io vorrei aiutarti, ma se non mi aiuti a capire cosa ti succede non so come fare »

« Infatti non deve fare nulla, professor Silente, perché io sto benissimo e non ho bisogno di alcun aiuto, arrivederci » mi alzai e subito varcai la porta.

Percorsi il corridoio in fretta e furia, per evitare di incontrare qualcuno ed evitare di essere sottoposta ad un altro interrogatorio.

Camminai frettolosamente e distrattamente andai a sbattare contro qualcuno ma proseguì per la mia strada senza neanche voltarmi, chiunque fosse stato, non me ne importava affatto.

Uscì nel giardino della scuola e mi avvicinai all'albero che si trovava al centro di esso, nel punto esatto dove Alastor Moody aveva trasformato Draco in un furetto.

Salì in cima e mi sedetti lì. Dalla tasca uscì fuori una sigaretta che avevo rubato a mio fratello, ormai era diventata un'abitudine.

La tenni tra l'indice e il medio e la misi in bocca.

Estrassi l'accendino e lo avvicinai alla punta della sigaretta, l'accesi e aspirai. Allontanai la sigaretta e feci uscire lentamente il fumo dalla bocca.

In quel momento mi sentii completamente rilassata e non pensai a niente, mi limitai a guardare il cielo blu pieno di stelle in tranquillità.

Un senso di pace mi travolse, una pace che da tempo non provavo, non avendo un attimo di tregua dalle punizioni e da Theodore che mi stava addosso.

MATTHEO MARVOLO RIDDLE

Era una settimana che io e Nora Nott non ci rivolgevamo la parola e proprio adesso ci eravamo scontrati in corridoio. Per tutta la settimana l'avevo vista poco e niente. Ogni tanto saltavo le lezioni e anche lei lo faceva, e raramente i giorni in cui ci andavamo entrambi coincidevano.

Probabilmente non mi aveva nemmeno visto, o forse mi aveva soltanto evitato. In questi giorni avevo pensato continuamente a lei. Forse avevo esagerato ma ero ferito da quello che mi aveva detto, sapevo che entrambi avevamo sbagliato e quindi era meglio per tutti se stavamo lontani. Ogni secondo che passava la pensavo e mi mancava da morire stargli vicino, ma ero deluso da lei ed ero troppo orgoglioso per dirlo, e non l'avrei mai ammesso ad alta voce.

Adesso però non avevo più voglia di pensarci, volevo soltanto dormire, perciò me ne andai in camera mia ed appena entrai un Theodore furioso mi prese per le spalle e mi sbattè contro la porta.

« Calmo amico. Qual'è il problema? Oggi Pansy non te l'ha data e sei un po' nervosetto? » ghignai.

« Il problema è che tu sei la cazzo di rovina di mia sorella! È questo il fottuto problema » mi ringhiò contro e io mi irrigidì.

« Cosa c'entro io con lei »

« Cosa c'entri? Cristo Mattheo! Vuoi dirmi che non te ne sei accorto? So che le hai fatto qualcosa e io voglio sapere cosa cazzo hai combinato » mi puntò il dito.

« Accorto di cosa Theodore » dissi scocciato.

« Di quanto è cambiata! Mia sorella non è mai stata così, non ha mai fumato, non si è mai comportata in questo modo con qualcuno, soprattutto con me e sono preoccupato Mattheo, devi dirmi cosa cazzo le hai detto. »

« Sei il solito esagerato. » dissi scansandomi dalla sua presa per andarmene ma lui mi tenne stretto il polso.

« Voglio sapere cosa cazzo le hai detto per farla stare così, se non me lo dirai non andrai da nessuna parte »
disse in tono minaccioso.

« Ma cosa vuoi che sia? Non le ho detto niente di che, soltanto la verità. Lasciami dormire in pace »
alzai gli occhi al cielo.

« Ma l'hai vista cazzo? Non la vedevo così spenta dalla morte dei nostri genitori. Tu non capisci cosa significa vedere tua sorella crollare e non poter fare nulla. Si è chiusa in se stessa, non parla più con me, non parla più con Draco e neanche con Pansy. Non parla con nessuno, sta sempre nelle sue. Nora non è così. »

Deglutì. Non mi ero accorto di averle fatto così male, ero accecato dalla rabbia. Lei aveva subito capito di aver sbagliato e io le avevo soltanto buttato merda addosso e le ho detto cose che non pensavo realmente.

Avevo fatto un cazzo di casino e dovevo risolverlo.

« Devo parlarle » uscì velocemente e andai a cercarla.

Corsi per i corridoi e la cercai ovunque ma non la trovai da nessuna parte. Di lei non c'era traccia, nè in biblioteca, nè nella Torre di Astronomia, nè al Lago Nero. Non sapevo dove altro cercarla.

Dove sarebbe potuta andare? Ci riflettei un attimo.

Forse nelle cucine di Hogwarts.

Cercai anche lì ma non la trovai.

La stavo cercando da più di un ora e non avevo idea di dove potesse essere. Ero completamente sudato per quanto avevo corso e non ne potevo più.

E se le fosse successo qualcosa? E se per colpa mia lei avesse fatto qualche cazzata? Se fosse stato così non me lo sarei perdonato. Avevo esagerato.

Dovevo trovarla a tutti i costi.

Lei aveva sbagliato, ma io avevo sbagliato il doppio.

Tornai tra i corridoi principali e camminai ancora nella speranza di trovarla.

Camminai ancora e ancora e poi pensai al giardino e quindi immediatamente ci andai, sperando di trovarla.

Corsi il più veloce possibile.

Una volta arrivato vidi immediatamente una ragazza dai capelli biondo platino che scendeva dall'albero, era lei, l'avevo trovata.

Lei si voltò e i nostri occhi si scontrarono per un secondo. Poi lei distolse lo sguardo e cambiò strada.

« Nora aspetta » la presi per un braccio.

Non mi rivolse la parola e semplicemente provò a dimenarsi ma la strinsi più forte.

« Dobbiamo parlare »

« Io non ho niente da dirti, lasciami andare »
mi guardò nervosa.

« Io si. Devo parlarti. »

« Non mi interessa » provò ancora a spostarsi ma la bloccai al muro.

« Ti prego »

Mi avvicinai a lei e sentì il suo cuore battere velocemente, sembrava stesse perdendo il respiro.

« Ti ho detto di lasciarmi andare » si ricompose.

« So che non vuoi davvero che io lo faccia »

« Ma chi ti credi di essere? » rise.

« Pensi sul serio che mi importi di te? » continuò a ridere, io non dissi nulla.

« Tu, per me, non conti niente. » mi guardò gelida e poi riuscì a liberarsi e se ne andò.

Le corsi dietro per tutto il tempo ma lei mi ignorò soltanto.

« Ti prego aspetta cazzo. Mi dispiace, ho detto tante cazzate e me ne pento. Ho bisogno che tu mi ascolti »

« Smettila Mattheo, il momento delle scuse è finito » mi sbattè la porta di camera sua in faccia.

« Nora devi ascoltarmi per almeno cinque cazzo di minuti, dopo ti lascerò in pace » dissi entrando.

« Esci da camera mia Riddle. Non ti ascolterei per cinque secondi, pensa cinque minuti » rise.

« Smettila di fingere di non provare niente. So che stai male e la colpa è mia, permettimi di rimediare »

« Non te lo ripeterò ancora una volta Mattheo, non voglio stare ad ascoltarti! In che lingua vuoi che te lo spieghi? Non ho alcuna intenzione di ascoltarti perché ho ben altro a cui pensare e ascoltarti non rientra nella lista delle cosa da fare. »

« E cosa avresti da fare sentiamo »

« Non sono cose che ti riguardano, sparisci dalla mia vista Mattheo » disse in tono infastidito.

« Mattheo esci da questa cazzo di stanza! »
urlò spingendomi fuori dalla porta.

« Cazzo » imprecai a bassa voce.

Mi nascosi dietro un muro nel corridoio della sala comune e aspettai che Nora uscisse, per seguirla e vedere cosa andasse a fare.

Non voglio che faccia cazzate, devo seguirla.

Aspettai lì per svariati minuti,
Nora era ancora in camera sua.

Varie studentesse passarono di lì facendomi gli occhi dolci, una di loro stava per aprire bocca ma gliela tappai subito.

« Piccola devi farmi il favore di stare in silenzio, o manderai all'aria il mio piano, ok? » sussurrai alla ragazzina che diventò tutta rossa e annuì.

Per poco non mi scappò una risata. Non è normale che anche le tredicenni mi vadano dietro.

« Tu sei fidanzato? » mi chiese la ragazzina.

« No, ti avevo detto di non parlare »
risposi a bassa voce.

« Solo un ultima domanda » mi supplicò

« Va bene » sbuffai.

« Come fai a non essere fidanzato? Sei il più bello della scuola » sorrise imbarazzata.

« Perché il mio cuore è occupato da una ragazza che non ha intenzione di perdonarmi »

« Chi?» per poco non urlò.

« Hai detto che era l'ultima domanda, e abbassa la voce »

« Eh va bene » sì rassegnò.

« Adesso vai. Ci vediamo »
le feci l'occhiolino e lei corse via felice.

« Adesso ti metti a flirtare con le bambine? » sbucò all'improvviso Theodore.

« È solo una mia fan. Ora fa silenzio. Dobbiamo seguire Nora. Ho provato a parlarle ma mi ha respinto e ha detto di essere impegnata. Potrebbe fare qualche cazzata » gli dissi all'orecchio.

Lui annuì soltanto e poco dopo sua sorella uscì dal suo dormitorio e noi ci nascondemmo ancor meglio per non farci vedere.

Aspettammo che uscisse dalla sala comune e poi iniziammo a seguirla.

Salì per le scale, percorse un paio di corridoi fino ad arrivare alla Sala Grande.

Si avvicinò ad un gruppo di ragazzi.

« Che cazzo sta facendo? »
dissimo all'unisono io e Theodore.

Decisimo di uscire allo scoperto e ci sedemmo ad uno dei tavoli. La osservammo attentamente e lei notò la nostra presenza ma ci ignorò.

Si diresse verso un ragazzo, Cormac, un grifondoro noto per essere un cazzo di maniaco.

Lo salutò dandogli un bacio sulla guancia e scattai in piedi ma Theodore mi fermò.

« Se vai da lei se ne andrà e non potremo controllarla, per ora sta seduto »

Loro due parlavano animatamente e lei sorrideva, come se si conoscessero da un vita. Ma chi gliel'ha fatto conoscere questo pagliaccio? Potter?

Li vidi uscire dalla Sala Grande insieme. Scattai in piedi verso la porta e gli bloccai il passaggio.

Non avrei permesso a quel maniaco di toccarla.

« Dove credi di andare Nora? » mi piazzai davanti a lei, sorridendo falsamente.

« Dove cazzo mi pare »

« Lasciala stare » si intromise il grifondoro.

« Non intrometterti » lo fulminai con lo sguardo.

« Sennò che fai? » rise.

« Sennò ti faccio passare quella risatina del cazzo »

« E che cosa mi farai? » continuò a ridere.

« Vuoi scoprirlo da solo? » mi avvicinai a lui.

« No, io e Nora abbiamo da fare » disse avvolgendo un braccio nei fianchi di lei.

« Leva quella cazzo di mano » lo spinsi.

« Riddle, vattene » intervenì la biondina.

Non la ascoltai e continuai a fissare malamente il suo amichetto del cazzo.

« Hai già violentato una ragazza, non ti permetterò di toccare anche lei. » lo presi per il collo.

« E se ti vedo vicino a Nora soltanto un altra volta »
gli puntai il dito contro.

« Sei morto. E non sto scherzando » finì la frase.

« Mattheo di che stai parlando » chiese lei confusa.

« Mattheo sta parlando del fatto che Cormac è uno squilibrato, e deve starti lontano » arrivò Theodore.

« Se tocchi ancora la mia ragazza, anche solo con un dito, ti faccio fuori » gli ringhiai contro.

« Ti do tre secondi per sparire McLaggen.. uno » iniziai a contare.

« due » continuò Theodore.

« e tre » appena pronunciai il numero lui scappò.

« Bravo ragazzo » sussurrai.

« Mattheo smettila di dire alle persone che sono la tua fottuta ragazza! » Nora urlò arrabbiata.

« L'ho fatto per farlo andare via, sta calma »
alzai gli occhi al cielo.

Un silenzio imbarazzante si creò dopo. Nora evitò il mio sguardo appositamente e Theodore ci guardava come se volesse sparire in quel momento.

« Dov'è la tua ragazza Theodore? »
chiesi per spezzare questo silenzio.

« Pansy non è ancora ufficialmente la m- »

« Lo è » io e Nora interrompemmo suo fratello e involontariamente dissimo la stessa cosa contemporaneamente.

Ci fissammo per qualche secondo ma poi lei distolse lo sguardo.

« Cormac ha violentato una ragazza? »
chiese Nora incredula, cambiando discorso.

« Si, l'ha fatto » rispose suo fratello.

« Non lo sapevo.. » disse dispiaciuta.

« Devo andare a studiare » si ricompose poi, si rivolse a Theodore e se ne andò di corsa senza darmi il tempo di parlare.

Scappa continuamente da me. Io devo parlarle, deve sapere la verità, ma non so come fare se mi respinge.

Ho bisogno che lei mi ascolti.
Ho bisogno che lei sappia tutto.

« Sono ancora incazzato con te sappilo. Ora devi dirmi cosa le hai detto »

« Non qui. Andiamo in camera. » risposi a Theodore e ci incamminammo verso il nostro dormitorio.

...

« Le ho detto che non provo niente per lei, e poi ho esagerato ancora di più quando mi ha detto che sono uguale a mio padre. L'ho paragonata ad Astoria, e l'ho fatta sentire una merda. » dissi poco dopo al nostro arrivo in stanza.

Theodore mi guardò infuriato, con l'aria di uno che ha voglia di uccidermi.

Di colpo mi tirò un pugno in faccia.

Ahia cazzo!

« Me lo merito, lo so » ammisi dolorante.

« Tu cosa provi per lei Mattheo »

« Non lo dirò a te » risposi.

« Allora lo dirai a lei, niente scuse »
per poco non mi minacciò.

« Ma non mi da neanche il tempo di parlare »

Theodore restò zitto per un paio di minuti a pensare a chissà cosa.

« Theodore? » gli passai una mano davanti alla faccia.

« Ci sono! »

« Ci sei? » chiesi confuso.

« Chiuderò te e Nora in una stanza, ovviamente a sua insaputa, così sarà costretta ad ascoltarti. Ammetti che sono un genio? » mi fece l'occhiolino.

« Perché non ci ho pensato io! » mi sentì stupido per non aver pensato ad una soluzione così facile.

« Perché sei un coglione » rispose ridendo e gli diedi una pacca dietro il collo e poi risi anch'io.

« Però lo faremo domani pomeriggio perché adesso dovrei andare dalla mia ragazza »

« Buona scopata Nott » accennai un sorrisino malizioso e lui alzò il dito medio.

« Se domani non risolvi le cose con mia sorella ti uccido Riddle » mi minacciò sarcastico.

« Non ti darò la soddisfazione di uccidermi » gli feci l'occhiolino e lui uscì dalla stanza ridendo.

Domani mi sarei ripreso la mia ragazza, a tutti i costi. Avrei fatto di tutto pur di riaverla.

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• spazio autrice •
che ne pensate? come credete finirà tra mattheo e nora nel prossimo capitolo?
lasciate un commento e votate il capitolo se vi va, è sempre un piacere per me. ci tengo inoltre a ringraziare tutti coloro che leggono la mia storia, siamo quasi a dieci mila letture e mi sembra un sogno, grazie <3

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