MOÌRIAS-L'ombra della luce-

By NediFo

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Da molto tempo ormai ad Aretem dominavano sofferenza e morte. Sotto il controllo della Strega era stato insta... More

Booktrailer
PROLOGO
NOTA DELL'AUTRICE
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV
XVI
XVII
XVIII
XIX
XX
XXI
XXII
XXIII
XXIV
XXV
XXVII
XXVIII
XXIX
XXX
XXXI
XXXII
Epilogo
Brevi video sulle storie di Aaris e Nauìya
Ringraziamenti

XXVI

26 6 76
By NediFo

Louid

Sentì un improvviso dolore attraversare tutto il suo corpo. Un pugnale aveva colpito la sua schiena.

Stava morendo, si rese conto.

Aveva fallito.

Il dolore era fortissimo, ma c'era qualcosa di ben peggiore a coprirlo.

Stava morendo, ma non gli importava.

C'era solo lei, con quegli occhi spenti.

Lei, che non era riuscito a salvare.

Lei che non sarebbe mai stata libera.

Che sarebbe morta soffocata dalle sue emozioni.

Aveva fallito.

In tutta la sua vita non aveva fatto niente di buono, e il mondo intero ne aveva pagate le conseguenze.

Lei aveva pagato per i suoi errori.

Sarebbe morta prigioniera.

Non gli avrebbe mai più sorriso.

Lui non avrebbe mai potuto supplicarla di perdonarlo per i suoi errori.

Sarebbe morto con la consapevolezza di non essere riuscito a salvarla.

Mentre il suo vecchio corpo, ormai troppo stanco per reggere tutto quel dolore, lo faceva crollare in ginocchio, riuscì con le sue ultime forze ad allungare un braccio verso di lei.

Guardò i suoi occhi vacui.

Sarebbero stati l'ultima cosa che avrebbe visto.

Aveva fallito.

-

Aaris

Non avrebbe saputo dare un nome al modo in cui si sentiva in quel momento.

Wayll aveva accoltellato Louid.

Louid era caduto a terra scompostamente tendendo il braccio verso Zen.

Louid era morto.

Wayll era con Nauìya.

Wayll si era voltato verso di lei.

Lei non sapeva che cosa fare.

La sua mente era in uno stato di confusione assoluta. Non riusciva più a capirci nulla. Improvvisamente non riconosceva più niente: il sopra dal sotto, il giusto dallo sbagliato, il vero dal falso.

Il mondo vorticava attorno a lei. Le persone che la circondavano sembravano maschere contorte e maligne pronte a ucciderla.

Ed era così.

Era sola, sola in un luogo dove tutti la volevano morta.

Pure Wayll.

Guardava il suo volto perfetto e bellissimo. Gli occhi che l'avevano guardata più profondamente di chiunque altro. Gli occhi in cui si era immersa e dove aveva trovato sé stessa. Gli occhi che l'avevano salvata.

Ma tutto ciò che vedeva in quel momento, erano occhi che volevano ucciderla.

Quell'anima tanto bella e dolce che aveva visto dentro di lui era solo una menzogna.

Tutte le sue parole erano state una menzogna.

L'ennesima bugia nella sua vita. L'ultima probabilmente, perché era lì sola, indifesa, e completamente bloccata.

Il dolore le stava dilaniando il petto, lo shock era talmente grande che non riusciva neanche a piangere. Il suo corpo era interamente paralizzato.

«Fa male, non è vero?» domandò, melliflua, la voce di Nauìya. «È questo che vi ostinate a non capire, io vi sto salvando privandovi delle emozioni, eppure continuano a esserci persone come te, come... Louid, persone che minacciano di distruggere tutto ciò per cui ho lavorato tanto duramente» continuò la donna, osservando con disgusto il corpo del suo migliore amico disteso sul pavimento.

Aaris sentì che tutto quel vorticare di emozioni si stava lentamente trasformando, la sua paralisi si sbloccò e il suo corpo iniziò a fremere per la rabbia. Avrebbe distrutto ogni cosa si fosse trovata sul suo cammino.

«Lo sai, devo ammettere che tu sei stata particolarmente... scomoda. E io non accetto chi mi mette i bastoni tra le ruote» continuò la donna, facendo qualche passo avanti con i tacchi che rimbombarono nella sala completamente silenziosa. Persisteva nel tenersi lontana da lei, evidentemente sapeva che poteva essere pericolosa.

«Sei persino riuscita a distruggere tutto il lavoro che ho fatto con Wayll in questi anni. Amore! Che infima emozione! È in grado di rovinare ogni cosa. Sai, anche io ci sono cascata da giovane» si voltò a guardare Louid. Aaris sentiva una rabbia e un dolore immensi, e finalmente delle lacrime comparvero nei suoi occhi mentre si volgeva in direzione di Wayll e vedeva il suo sguardo freddo puntato verso di lei.

«Ma sono riuscita a superarlo, e lo stesso ha fatto mio nipote con te» concluse la donna. Da quanto tempo le mentiva? Da quanto meditava di ucciderla? Perché?!

Nauìya si voltò verso Wayll, e Aaris riuscì a vedere negli occhi del ragazzo ciò che aveva intenzione di fare.

L'avrebbe uccisa. Aveva represso dentro di sé ogni emozione che provava nei suoi confronti, non avrebbe esitato a porre fine alla sua vita. Era dunque finita?

No. Non si doveva arrendere.

Il mondo là fuori meritava di essere libero, tutte quelle persone dovevano sapere la verità, dovevano sapere di essere vissuti nella menzogna per tutta la vita.

Wayll sfoderò due pugnali e corse verso di lei.

Aaris doveva affrontarlo. Doveva combattere. Non poteva non reagire o sarebbe finita.

Riuscì a schivare il primo pugnale, il secondo la mancò per poco. Si abbassò per finire alle spalle del ragazzo e vide Eìyell, la madre di Wayll, correre all'attacco per dare man forte al figlio.

Non avrebbe mai potuto farcela se la attaccavano insieme, già vedeva altri futuri arconti muoversi per entrare in azione.

Corse verso il corpo di Louid, lui aveva l'arma che avrebbe distrutto la cupola, se l'avessero presa sarebbe finita e lei non avrebbe più avuto la possibilità di salvare il mondo dall'esagonite. Si accovacciò e tirò fuori il piccolo oggetto, mettendoselo poi subito dopo in tasca. Venne improvvisamente colpita da un calcio di Eìyell, dritto nello stomaco che la fece rotolare a terra senza fiato accanto a Louid.

Subito dopo un altro calcio la colpì e Aaris tossì lasciando qualche goccia di sangue sul pavimento di vetro.

Strinse i pugni. Doveva combattere.

Vide arrivare un terzo calcio, ma prese il piede della donna e lo torse facendole perdere l'equilibrio e facendola cadere poco più in là.

Fu in quel momento che vide che il giubbotto di Louid era pieno di strani oggetti, poteva usarne qualcuno per difendersi. Iniziò a frugare per capire se qualcosa le fosse familiare, ma Wayll e la madre ritornarono all'attacco. Prese una piccola fiala e la lanciò verso la donna. Questa la tagliò in due in aria con uno dei suoi coltelli e il contenuto si riversò sul pavimento congelandolo per buona parte e bloccandole una gamba.

Wayll invece la raggiunse con uno dei suoi pugnali. Lei si piegò di lato schivandolo e poi sfruttò la spinta per colpirlo con un calcio che lo fece scivolare vicino alla madre.

«Forza voi, cosa aspettate?» disse Nauìya guardando gli altri futuri arconti. Lei e gli altri non avrebbero combattuto, si rese conto; anche se avevano un aspetto giovane e sano, sotto in realtà erano vecchi come Louid, e probabilmente troppo affaticati dal tempo per combattere. Ma i loro figli no, e si stavano ora muovendo per attaccarla.

Doveva ragionare, doveva fare qualcosa, o per lei sarebbe stata la fine.

Prese il giubbotto di Louid, trovò una fiala che conteneva un liquido oleoso e la lanciò a terra dove si era versata l'altra sostanza ghiacciata. Si espanse bagnando buona parte del pavimento di fronte a lei. Prese un accendino e diede fuoco al giubbotto, lanciandolo sul liquido.

Le fiamme si espansero separandola dagli arconti. Wayll, che si era trovato lì, fece un salto verso di lei tentando di colpirla di nuovo. Il suo pugnale le si conficcò sulla gamba e lei gridò per il dolore.

Proprio in quel momento il pavimento in vetro iniziò a creparsi di fronte a loro.

Aaris spinse il ragazzo con tutta la forza che aveva e l'impatto della sua schiena contro il vetro crepato fece crollare definitivamente tutta la parte di pavimento dove era stato versato il liquido che si era ghiacciato.

Eìyell gridò mentre tutto attorno a lei si frantumava e crollava, facendola precipitare verso la terrazza sottostante al cui impatto probabilmente non sarebbe sopravvissuta.

Wayll riuscì a darsi una spinta e a rotolare sul pavimento integro evitando di fare la stessa fine.

Le fiamme si erano estinte, ma una voragine divideva la sala dalla parte in cui si trovavano lei e Wayll, a quella dove invece erano presenti gli altri arconti e Nauìya. Non avrebbero potuto raggiungerli da lì, erano rimasti solo loro due.

Aaris tentò di alzarsi, ma sentì un fortissimo dolore al quadricipite della gamba destra. Cadde in ginocchio e, con un grido di dolore, sfilò il pugnale e lo lasciò cadere a terra con un clangore terribile.

Non aveva mai provato un tale dolore, sentiva che non sarebbe riuscita mai più a rialzarsi.

Sollevò lo sguardo verso Wayll, si era messo in piedi, stringeva forte l'ultimo pugnale che gli era rimasto e, a differenza sua, era ancora pieno di forze, e si era procurato solo qualche graffio.

Lui le si avvicinò con passo lento, sapeva di avere la vittoria in pugno.

Aaris, in lacrime, lo fissò negli occhi. Erano pieni di dolore. Non sapeva se fosse perché aveva appena perso la madre o per quello che si accingeva a fare. Lei non riusciva proprio a capire come potesse scegliere una cosa del genere, come poteva decidere di vivere come un prigioniero per tutta la vita? Come poteva rinunciare a tutte le sue emozioni?

«Ti prego Wayll» gli disse in lacrime quando lui si fermò di fronte a lei. Non riusciva a muoversi, il dolore alla gamba era troppo forte, ma la sofferenza che le dilaniava il petto era anche peggiore. Lo amava, e Nauìya aveva confermato che anche il ragazzo amava lei, dunque perché fare quello?

Una lacrima scese sulla guancia di Wayll. Non voleva ucciderla, il suo cuore stava lottando per difenderla, mentre la sua mente controllata dall'arcontessa spingeva la mano del ragazzo ad agire. Che cosa avrebbe scelto?

«Wayll...» lo intimò Nauìya dall'altra parte della voragine.

Fu in quel momento che Aaris lesse negli occhi del ragazzo la risposta e il suo cuore andò definitivamente in pezzi.

Strinse la presa sul pugnale e si fiondò su di lei. Grazie ai suoi riflessi allenati, Aaris riuscì a bloccare il colpo afferrando i polsi del ragazzo. L'impatto la fece cadere con la schiena a terra mentre lui, con la sua maggior potenza, spingeva il pugnale verso il basso, dritto alla sua gola.

Aaris resistette con tutta la sua forza per tenere sollevato il coltello in modo che non la uccidesse, ma quella di Wayll era decisamente superiore alla sua, mancavano pochi millimetri e ogni cosa per lei sarebbe finita per sempre.

Per tutta la vita aveva vissuto nella menzogna, aveva creduto di essere forte, di poter fare qualcosa per salvare il mondo, per porre fine a quella finzione, ma aveva fallito.

Era vissuta nella menzogna e sarebbe morta a causa di una menzogna.

Si era fidata, aveva ceduto, aveva fatto il loro gioco. Era stato tutto previsto, fin dall'inizio.

Osservò gli occhi, rossi a causa del dolore, di Wayll. No. Non lo accettava. Non poteva finire tutto così.

Non si sarebbe arresa.

Era sottostata a Nauìya per troppo tempo, tutti lo avevano fatto, era il momento di porre fine a quella storia.

Il pugnale le toccò la pelle della gola facendo uscire una piccola goccia di sangue.

Doveva combattere. Doveva fare in modo che non accadesse più nulla del genere. Doveva ridare al mondo le sue emozioni. Doveva eliminare per sempre quella freddezza che stava portando Wayll a uccidere la persona che amava.

Aveva chinato il capo per troppo tempo, ma ora era più forte. Le emozioni erano ciò che le dava la vita, non poteva arrendersi.

Se necessario avrebbe combattuto, avrebbe lottato con tutta sé stessa, niente l'avrebbe più fermata.

Doveva lottare per le emozioni, doveva lottare, doveva resistere.

Doveva vivere.

Rivide sua madre e suo padre con i loro sorrisi spenti, voleva scoprire i loro veri volti, voleva conoscere il loro amore; rivide Ealèen, Geyel, Ailìys, tutti quegli sguardi falsi che per molto tempo aveva disprezzato, quei volti vuoti uguali a tutti gli altri; rivide Kollh.

Nonostante tutte le sue scelte, nonostante tutti i suoi errori, non riusciva ad avercela con lui, era solo un'altra vittima di quel mondo.

Doveva salvarli tutti, doveva vivere per loro, doveva risvegliarli.

Rivide quei momenti spensierati in cui lei e Kollh combattevano; i loro sguardi privi di barriere, la loro felicità, la loro intesa. Tra loro non c'era una maschera a dividerli, si conoscevano fin dentro l'anima, solo lei era stata tanto cieca da non accorgersene.

Lui non l'aveva tradita.

Lui era lì, lo sentiva.

La sua anima era in pace come quando combattevano.

Ricordava il suo sorriso, ricordava i loro discorsi, ricordava i loro allenamenti.

Ricordò quel giorno ormai lontano in cui lui le aveva spiegato come sfruttare la forza dell'avversario contro di lui.

Aaris non avrebbe mai potuto eguagliare la forza di Wayll, ma non ne aveva bisogno.

Gridò. Gridò tutta la sua rabbia, tutta la sua frustrazione per quello che stava accadendo.

Wayll era perduto.

Era perduto per sempre.

Gridò, e ruotò i polsi. Le mani tremanti per le forze opposte che si stavano riversando su quel pugnale.

Gridò ancora mentre il coltello lentamente ruotava disegnando una linea perfetta dalla sua gola al mento.

Gridò e il pugnale ruotò definitivamente. Quasi non sentì il dolore quando il coltello le sfregiò il volto.

Vide tutto rosso e poi sentì il peso di Wayll su di lei.

La sua forza distruttiva gli si era ritorta contro. Se ne era andato.

Lei lo aveva ucciso.

Aveva pugnalato Wayll e con lui aveva disintegrato definitivamente i frammenti del suo cuore.

Gridò.

Gridò per il dolore di ciò che aveva appena fatto.

Gridò senza controllo.

Gridò per quanto il mondo fosse ingiusto.

Si alzò spostando il corpo privo di vita della persona che aveva amato.

Il suo volto era una maschera di sangue e sofferenza. Gridò e guardò con tutto il suo odio Nauìya che, dall'altra parte della sala, la fissava sconvolta. Tutto l'autocontrollo sparito in un istante.

«Non è possibile» disse la donna, divenuta completamente pallida.

Stava vedendo tutto il suoregno di perfezione crollare in pezzi.

La buona notizia è che ricordavo fosse molto peggio questo capitolo, siete fortunati che quando l'ho scritto ho deciso di essere magnanima, anche se rileggendolo non mi ha convinta molto, quindi potrebbe essere che ci aggiunga un po' di sofferenza in più quando farò la revisione🤔

Comunque in questo capitolo ci hanno lasciati due personaggi importanti😔: Louid, che dopo una lunga vita di sofferenza è morto con la consapevolezza di aver fallito e non aver salvato la donna che amava, e Wayll. Credo che per lui vi sia dispiaciuto un po' meno, ma sinceramente a me fa un po' pena quel ragazzo. Lui amava veramente Aaris e all'inizio era sincero, ma poi Nauìya l'ha scoperto e, con uno dei suoi soliti discorsi senza senso ma che per qualche ragione riescono sempre a farle conquistare chiunque, è riuscita a convincerlo a fare il doppio gioco.

Vi chiederete quando è avvenuto questo cambiamento probabilmente, non è un'informazione così essenziale e quindi l'ho omessa dalla storia, ma giusto per togliervi il dubbio ve la darò lo stesso: quando si sono baciati per la prima volta lui aveva già parlato con Nauìya e aveva progettato di avvicinarsi di più ad Aaris sotto consiglio della nonna in modo tale da poterle portare Louid che per tanto tempo era riuscito a sfuggire alle sue grinfie.

Sì, lo so è crudele, tutte le volte che Aaris ha notato lo sguardo triste del ragazzo erano dovute al fatto che lui stesse pensando che avrebbe dovuto ucciderla.

Questo, ovviamente, non toglie il fatto che lui sia stato un vero stupido ad ascoltare la nonna piuttosto che il suo cuore, ma con l'educazione che ha avuto, forse, non lo si può biasimare.

Comunque, prima che mi diciate che non dovevo fare una cosa del genere, dovete sapere che questo evento è fondamentale nella vita di Aaris, avevo bisogno della sua disperazione, perchè solo così sarebbe stata disposta a togliere la vita a qualcuno... Poi ovviamente non è detto che ci riuscirà, ma almeno c'è un ostacolo in meno adesso...

Ok, ora una piccola anticipazione sul capitolo di lunedì: assisterete finalmente all'uccisione della Strega e potrete contestualizzare meglio il prologo che è tratto proprio dal capitolo XXVII.

Bene, vi auguro un buon fine settimana, a lunedì!

NediFo

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