๐ญ๐ฎ๐ญ๐ญ๐š ๐œ๐จ๐ฅ๐ฉ๐š ๐๐ž๐ฅ...

Oleh _SarahJey_

582K 8.9K 3K

โ˜… Sherly Adams e Blake Parker sono due semplici liceali americani, sono l'uno il passatempo dell'altro e la f... Lebih Banyak

Cast
Capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
Capitolo 4
capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
Capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34 pt.1
Capitolo 34 pt.2
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 38
Capitolo 39
Epilogo
๐‹๐ž๐ญ๐ญ๐จ๐ซ๐ข...โค๏ธ

Capitolo 37

6.9K 132 31
Oleh _SarahJey_

    🌹

"in the name of love."

due settimane passarono troppo in fretta.
il sole risplendeva alto su un cielo limpido e senza nuvole, ignaro che quel giorno troppi cuori sarebbero stati spezzati.

-Sherly muoviti!- gridò mamma dal piano di sotto.

finii di accaparrare tutto il necessario che mi serviva per prepararmi per la cerimonia, compreso il vestito color champagne che Emily mi aveva letteralmente obbligato ad indossare.

gettai tutto in uno zaino e scesi rapida dalle scale.
-Ma si può sapere che fretta hai? siamo in anticipo di quasi due ore!-

-Devo per caso ricordarti che sono la sposa e devo arrivare in anticipo?-
mi riprese con voce stizzita.
-Hai preso il tuo abito?-

mi voltai verso l'uscita ma lei mi bloccò.
-Si ho preso tutto.-

il modo in cui mi osservò mi mandò in confusione.
Nel suo sguardo c'era apprensione?
no, impossibile.
mi venne vicino posando le mani sulle mie spalle.

-Sher, ti posso chiedere una cosa?-

accennai sì con la testa e feci un sorriso, nella speranza che fosse la domanda che speravo.
mosse il pollice circolarmente accarezzandomi, mentre i suoi occhi sembravano volermi dire qualcosa di sincero.

poi rilasciò l'aria sbuffando e scosse la testa in modo sconfitto.
tornò a guardarmi con un espressione totalmente diversa.

-Oggi fai la brava, non mettermi in imbarazzo e sopratutto...niente Blake, intesi?- enunciò tutto d'un fiato.

certamente.

mi sottrassi al suo tocco e e la guardai male di sbieco prima di uscire di casa.
Mi aveva ferita.
ferita e illusa.

salii in macchina sul sedile del passeggero e presi il cellulare. segnava le nove della mattina e sullo schermo appariva un messaggio che mi stampò un sorriso in faccia, lo fissai per minuti interi.

buon viaggio, carotina.

-chi è?-

alzai il viso di scatto posandomi una mano sul petto.
-Santo cielo, ma vuoi uccidermi il giorno del tuo matrimonio?!-
esclamai prendendo fiato.

mamma guardava il telefono sospettosa, lo sottrassi al suo sguardo per non destare dubbi.
-è Ivy comunque.-

-Perchè non l'hai invitata? potevi farlo se ti andava.-
Accese la macchina e partì.

alzai le spalle distratta.
io stavo osservando solo una cosa, che provocò uno strano senso di vuoto dentro di me.
alla fine del nostro cortile, c'era impiantato un cartello che recitava
"vendesi."

avevo provato a convincere Emily a non farlo, l'avevo provato in tutti i modi.
Mi aveva risposto solo che aveva bisogno di soldi e inoltre dopo il matrimonio ci saremmo trasferite a casa Parker, con aggiunta di un'occhiata sdegnosa perché ciò significava che io e Blake avremmo d'ora in poi convissuto.

dovevo ammetterlo, non mi sarebbe dispiaciuto.
Tuttavia mi sarebbe bastato poco per tornare a pensare al vero problema:
io non avrei lasciato la mia casa d'infanzia tanto facilmente.

passai quasi l'intero itinerario a spulciare sui social per non incrociare l'espressione omicida di mia madre.
arrossii violentemente quando passammo davanti al cancello di legno che dava sull'altopiano dove due settimane prima
ero stata con Blake.

quella notte non me la sarei mai più scordata.
l'imponenza e la maestosità di quel cielo sarebbe rimasta impressa nella mia mente come un'immagine fissa.
l'avrei raccontata ai miei figli, se mai ne avessi avuti.
beh, tralasciando un piccolo particolare...

comunque, passate due ore piene di viaggio, cominciai a riconoscere la strada ripida, per salire di quota.
riconobbi la foresta di pini e querce, e tra lo scorcio degli alberi intravidi il famoso lago con la baita sulla sponda.

le mie memorie felici vennero sporcate dal ricordo di tutto ciò che di brutto era successo in quel posto.
Sophie.
Mia madre e Oscar.
il matrimonio.
le litigate con lui.

-Ma che è quella faccia?- commentò
fastidiosamente Emily, sondando il mio viso smorzato dalla nostalgia.

pensai che quel giorno sarebbe stato meglio di non parlarci, almeno avrei evitato le crisi di nervi.
sbuffai rigirandomi verso il finestrino

-Niente mamma, proprio niente.

-Sherly togliti quel broncio, su.
Voglio che mostri un sorriso agli ospiti.-

dopo quella frase persi la pazienza.
-Stai zitta, mi fai un favore.- sbuffai.
ma fu troppo tardi quando mi portai un palmo davanti alle labbra, con gli occhi sbarrati.

-SHERLY!- strillò, facendo rimbombare l'urlo nell' abitacolo.
-ma non potresti almeno fingere di esserne felice?!- continuò.

-Ah, quindi ne sei consapevole del fatto che ci sto male?-

la vidi stringere il volante tra le dita nervosamente, il suo respiro era pesante e sembrava non volerne sapere di darmela per vinta.

-Però ti sposi comunque, Vero?  Ti sei mai chiesta cosa ne penso?se sono felice?-
ribattei a tono alto.

ero così offesa dai suoi comportamenti con me nell'ultimo periodo, che appena varcammo il cancello della dimora a cui eravamo dirette scesi dalla macchina, correndo più veloce che potevo.

mi fermai nel pieno del bosco con il fiato corto e rotto dal pianto che non riuscivo a fermare.
sobbalzai con un singhiozzo quando dopo alcuni minuti sentii qualcuno sfiorarmi da dietro.

-Blake?!-

-Chi se no?- ridacchiò il ragazzo davanti a me.
Lo guardai in tutta la sua bellezza venerea.
Gli zigomi marcati e le guance scavate gli donavano una forma del viso a diamante,
gli occhi erano a mandorla e le iridi di un colore tanto cristallino da confondersi quasi con la sclera, le sopracciglia e i capelli corvini e folti.

indossava un paio di pantaloni neri a palazzo, di stile Old Money, che mettevano in risalto le gambe lunghe e slanciate, mentre una camicia bianca lasciava scoperto il pettorale marmoreo su cui ricadeva una catenina argentata.


-Mi...hai seguita?- domandai dopo un pò.

-Si. Come stai?- si avvicinò a me e mi circondò la vita, come in un abbraccio.

mi strofinai le guance cercando di nascondere il rossore del mio viso, ma lui le notò comunque e mi lasciò un sorriso tenero.

-Vedrai che andrà tutto bene, alla fine.-
sussurrò lui al mio orecchio.

-Come fai a dirlo con così tanta sicurezza?-
gli posai le mani sulle guance, come a volerlo tenere stretto a me, perché l'unico capace di rappresentare la mia forza, il mio punto d'appoggio su cui affidarmi sempre.

-Perché so che io e te saremo comunque insieme,vicini. Ciò mi basta per sapere che non sarà poi tanto male.-

mi venne naturale versare una lacrima a tanta sensibilità. I miei ormoni andarono in cortocircuito facendomi provare forti emozioni che non seppi riconoscere.
risi e piansi al tempo stesso, in quell'abbraccio in cui avrei voluto morire e rinascere, proprio come diceva Bukowski.

-Shh, non piangere, Carotina.-
mi lasciò una carezza sul viso,
-Ora devo andare, che prima della cerimonia devo parlare con tua madre.-

lo guardai confusa.
-Blake non fare casini...- dissi, camminando verso la casa.

-No, tranquilla, non è niente di che. Tu intanto preparati, gli ospiti saranno qui tra poco.- Mi rassicurò, dietro di me, guardando l'orologio.

una volta entrata in casa, mi rassicurai che lui fosse distratto, e voltandomi lo vidi infatti in un'accesa conversazione con mia madre, all'angolo della cucina.

non rimasi a guardarli più di molto, perché di fretta salii sulle scale, quasi inciampai, ma ne sarebbe valsa la pena.

nella mia mente frugava da ormai troppo tempo l'idea di sapere che cosa aveva detto Sophie, quella notte della proposta di matrimonio.
Ed era anche ormai troppo tempo che avevo trovato un piano perfetto per scoprirlo.

per fortuna la camera di Blake era aperta, e mi ci fiondai subito.
con il cuore a mille aprii tutti i cassetti che mi trovavo davanti.
se mi avesse trovata a ravanare tra le mensole della sua stanza cosa avrei dovuto dire?

sorrisi trionfante quando trovai le chiavi della sua Audì.
le strinsi in pugno, diedi una piccola riordinata per non insospettire del mio passaggio e uscii sul retro della casa, nel parcheggio.

mi guardai attorno.
via libera.
spalancai la portiera dell'auto e mi ci richiusi dentro, attenta a non fare alcun rumore.

accesi poi lo schermo sul cruscotto, selezionando l'opzione Dashcam.
La Dashcam è un sistema Mercedes composto da telecamere che riprendono durante la marcia del veicolo.
mi feci mentalmente i complimenti, per aver avuto quella trovata geniale.

selezionai la data di quella famosa notte e feci partire la registrazione.
Inspiegabilmente ebbi dei brividi.

erano riprese soltanto la figura di Blake e Sophie, e la mia era stata tagliata a metà, ma l'audio si sentiva benissimo.

sentii la voce della ragazza bionda, pronunciare: "e invece papà cosa ne penserebbe?"
quelle parole me le ricordavo benissimo.
mi erano rimaste scolpite nel petto.

ma ciò che veramente mi interessava, era ciò che lei disse dopo.
me ne penti immediatamente.
subito, avvertii un senso di sprofondare su quel sedile. Nausea e giramenti di testa mi misero a duramente alla prova.

la frase di Sophie mi stava volteggiando in testa, come un loop infinito.
si era rivolta a me, pronunciando poche parole che mi distrussero.

"Cosa penserebbero tutti del fatto che stai con il nipote di tuo padre?"

in cerca di aria, uscii subito dall'abitacolo e corsi in camera mia.
Ignorai gli ospiti appena arrivati, e loro ignorarono me.
tra la folla in giardino vidi una chioma bionda e fluente che riconobbi subito, e solo al pensiero di vederla mi salì un conato.

veramente avrei dovuto far finta di niente?

le domande mi inondarono i pensieri.
mio padre aveva un fratello di cui non mi aveva mai parlato?
che io sapessi, non aveva nemmeno dei cugini.

lo squillo del mio cellulare mi risvegliò.

-Mamma?- parlai, facendo una voce più normale del possibile.

-Sherly...Sherly mi senti?-

annuii, come se lei potesse vedermi.

-Ma dove sei?! sono arrivati tutti! Scendi in giardino! hai finito di prepa...-

spensi la chiamata prima che potesse finire di parlare.
a quanto pare questo affronto non le andò a genio, perché mi inviò un messaggio.

Non farmi arrabbiare, scendi.

mi asciugai le lacrime e uscii dalla mia stanza.
percorsi il corridoio illuminato, ed ebbi una fitta al torace quando Blake mi si palesò davanti.

-Pronta?- sorrise, porgendomi il braccio da vero gentleman.

perché non me ne aveva parlato?
cosa sapeva lui che io non sapevo?
cosa nascondevano tutti?

-Si.- poggiai la mano sul suo avambraccio e iniziai a camminare lentamente, al suo passo, cercando di ignorare i pensieri intrusivi che vagavano nella mia testa, sotto forma di vocine fastidiose.

tutto ad un tratto però mi fermai, attirata per una ragione a me sconosciuta dallo studio aperto del padre di Blake, dove non ero mai entrata.
mi attrasse come se possedesse una forza invisibile, come se fosse un magnete.

-Tutto bene?-  chiese il ragazzo vedendomi varcare la porta.
avvertii i suoi occhi su di me, bloccata al suo fianco.
dopo alcuni minuti di silenzio, non sentendo la mia risposta, si sporse, arrivandomi davanti.

-Sherly, perché piangi?- continuò, preoccupato. La sua compostezza durò poco però, perché anche lui vide ciò che mi stava sconvolgendo

non riuscivo a parlare, mi sentivo paralizzata.
sulla scrivania disordinata, accanto ad una pila di libri e scartoffie, c'era una fotografia incorniciata, ritraente Oscar, più giovane e rinvigorito, mentre alla sua destra mio papà, Tom Adams.

Ai loro piedi c'erano due piccole figure, due bambini.
Non potevano avere più di tre anni, e non riuscii a capire subito di chi si trattava.
sorridenti e l'uno al fianco dell'altra, io e Blake ci tenevamo per mano.

Io avevo i capelli rossi scarmigliati e disordinati, due dentoni ed il viso pieno di lentiggini, mentre lui aveva gli stessi identici occhi, i capelli neri come la pece.

ci voltammo entrambi, quando una voce ci arrivò spezzata.

-Non volevamo che lo scopriste in questo modo, ma forse è arrivato il momento di dirvi tutto.-

lo giuro, lo prometto.
questa è l'ultima volta che vi lascio così!!

questo è uno degli ultimi capitoli della prima storia di Blake e Sherly😕

devo dire che mi mancheranno...

Lanjutkan Membaca

Kamu Akan Menyukai Ini

30.2K 1.4K 39
Victoria รจ una ragazza di 21 anni che si sta trasferendo a metร  degli studi universitari di giurisprudenza da Bologna a Empoli per alcuni motivi pers...
1.2M 48.6K 43
Sara รจ una normale adolescente, con un particolare talento per le figure di merda. Ma questa sua dote sembra aumentare in modo esagerato quando incon...
3.6M 107K 67
[COMPLETA]Josh e Natalie si odiavano. Ormai litigare era un' abitudine giornaliera alla San Francisco High School. Un giorno il preside, stufo dei...
287K 3.3K 35
Cosa accadrebbe se ad un colloquio di lavoro ti venisse chiesto di fare sesso? A quante รจ capitato? A me si. Mi chiamo Alice, ho trent'anni, vivo da...