TWICE - Like a storm

By KellyCherish

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Victoria Wilson, newyorkese di nascita vive la vita che tutte le ragazze della sua età vorrebbero. Figlia del... More

Cast
PROLOGO
MY HANDS ARE TIED - Scarlett
THERE ARE CLOUDS ON THE HORIZON ...
YOU CAN'T JUDHE A BOOK BY ITS COVER
WHEN IT RAINS IT POURS
THERE'S NO SUCH THING AS A FREE LUNCH
CLOSE YOUR EYES AND MAKE A WISH
PULL YOURSELF TOGETHER
NO PAIN, NO GAIN
WRAP YOUR HEAD AROUND SOMETHING
A PENNY FOR YOUR THOUGHTS
BARKING UP THE WRONG TREE
THAT SHIP HAS SAILED
LOVE IS A FRIENDSHIP SET ON FIRE
A LITTLE MAN
THAT'S THE LAST STRAW
NO GOING BACK
Hang in there
IT'S UP TO YOU
ADD INSULT TO INJURY
HEARTWARMING
START FROM SCRATCH
YOUR GUESS IS AS GOOD AS MINE
THE BREAKPOINT

ACTIONS SPEAK LOUDER THAN WORDS

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By KellyCherish

                                                                                     Victoria's Pov


L'ultima settimana era stata davvero estenuante. Avevo lavorato duro per aiutare lo staff del Kindy ad organizzare tutti gli eventi degli ultimi giorni festivi. Il capo mi aveva contattata direttamente da New York per complimentarsi per il lavoro svolto quel primo mese ad Istanbul e per fornirmi alcune indicazioni per l'apertura dell'hotel di cui mi aveva già anticipato Baris. 

Il giorno precedente, avevo organizzato  una riunione con architetti ed ingegneri. Si erano uniti anche il manager di Parigi e quello di Amsterdam. Il gruppo Kindy era intenzionato ad espandersi su scala mondiale ideando questo concept di Hotels aventi solo suites. Alla riunione aveva preso parte Baris, ma di Kurt neanche l'ombra. Sapevo fosse impegnato con le riprese, me l'aveva detto un paio di volte Scarlett, che aveva ripreso ad uscire con Alp ed i suoi amici come i vecchi tempi. 

" Dai vieni con noi, lui non c'è. E' sempre sul set " mi aveva detto qualche giorno prima per convincermi ad aggregarmi a loro. 

Immaginarlo "impegnato" sul set mi aveva fatto pensare a tantissime cose e tutte vietate ai minori. Avrei preferito saperlo con loro in qualche bar, o a cena in qualche ristorante, piuttosto che a girare scene con la sua fidanzata. Mi era anche capitato di svegliarmi in piena notte immaginando scene di sesso tra loro, anche se poi tornare alla realtà era stato molto peggio. Quei due stavano insieme e sicuramente le cose peggiori le facevano quando erano soli.

Dopo ore intense a lavoro, tornavo a casa e mi dedicavo a Charlotte. Quella settimana avevamo fatto una bellissima crociera sul Bosforo. Aveva adorato la maggior parte dei quartieri sul lato asiatico della città. Si era divertita a rincorrere gabbiani sulla riva del fiume. Eravamo state anche al cinema a guardare un film. Aveva insistito tantissimo pur non conoscendo il turco ed alla fine mi aveva chiesto di poter imparare quella lingua che le piaceva moltissimo. A breve avrebbe cominciato la scuola materna in città ed era euforica di conoscere i suoi nuovi amichetti. Avevo scelto di iscriverla in una scuola bilingue proprio per non farla sentire esclusa. Anche se ero certa che il suo carattere le avrebbe permesso di essere amata sin da subito. Mia madre mi aveva definita una stupida per non aver scelto di tenerla a casa con un insegnante privato. Il loro bigottismo mi mandava fuori di testa. 



Finalmente, eravamo giunte al sabato indenni. Scarlett mi stava raccontando di voler uscire anche quella sera ed io continuavo a chiederle come facesse ad essere sempre così arzilla. Da dove tirasse fuori tutta quell'energia. Charlotte stava divorando i suoi spaghetti al pomodoro e Diamond stava ultimando di sistemare il puzzle che avevamo fatto insieme poco prima. La Tour Eiffel in 3D, una meraviglia che avevamo deciso di mettere sulla libreria all'ingresso.

<< Stavamo pensando di trascorrere una notte fuori con i ragazzi >> disse Scarlett prendendo qualcosa dal forno.

<< Quali ragazzi? >> chiesi di getto e forse in modo un pò irruento.

<< Gli amici di Alp, ovvio >> chiarì lei, senza fornirmi ulteriori spiegazioni.

<< Quando? >> chiesi fingendomi disinteressata. In realtà ero curiosa di sapere se tra gli amici di Alp fosse incluso anche Vulkan.

<< Proprio questa notte >> ammiccò. 

<< Buon divertimento allora, Scar >> replicai versandomi del vino nel bicchiere dell'acqua.

<< Ho detto che ci saresti stata anche tu Victoria. Domani non ci tocca andare al ristorante e Diamond potrebbe restare qui con Charlotte, che ne pensi? >> disse accarezzando la testa di mia figlia. Faceva sempre così quando voleva corromperla. 

<< Certo che ci vai mamma. Sei sempre così triste ultimamente >> Charlotte mi rivolse un sorrido dolcissimo. Quella bambina continuava a farmi pensare che avesse molto più della sua età. I suoi discorsi mi lasciavano spesso senza parole. Le dissi che non l'avrei lasciata sola per una notte intera e che magari avrei raggiunto Scarlett il giorno dopo, se ne avessi avuto voglia. 

<< Non sono malata mamma, puoi andare con i tuoi amici. Io starò benissimo con Diamond >>  disse sorridendo alla sua babysitter. 

Quelle parole mi spezzarono il cuore. Sapevo che mia figlia non fosse malata e che il suo problema non l'avrebbe messa in pericolo di vita, ma lasciarla sola non mi faceva sentire molto tranquilla. Diamond intervenne tranquillizzandomi a sua volta e dicendomi che l'avrebbe portata allo zoo il giorno seguente. Remavano tutte contro la mia volontà di restarmene a casa a passare una domenica come tutte le altre. 

Scarlett mi guardò aprendo le braccia come a dirmi " è fatta. Non c'è nessun problema. Si parte". 

Eppure non sapevo ancora dove dovessimo andare e con chi. Le chiesi se ci fosse di mezzo quel folle dell'amico del suo amico: Vulkan Kurt. Ma lei me lo negò categoricamente. 

Preparai in fretta e furia un piccolo borsone in cui misi solo un paio di pantaloni in pelle verde militare. Una maglia in seta dello stesso colore ed un cardigan in lana dorato. Ci aggiunsi anche un'abbigliamento sportivo. Scarlett mi aveva consigliato di portare qualcosa di comodo e di caldo pur non rivelandomi la destinazione. Ero certa che anche per lei fosse una sorpresa.

Quando arrivammo nell' atrio del nostro palazzo non notai la solita macchina di Alp ad attenderci, ma una limousine bianca, una di quelle che avevo sempre detestato. Pensavo non ci fosse niente di più pacchiano nel mondo dei motori. Scarlett mi fece cenno di raggiungerla ed entrammo contemporaneamente in quella supposta bianca. Il suo interno era molto accogliente. C'erano comodi sedili in pelle. Qualcuno aveva pensato di farci trovare delle flûte di Champagne ed io evitai di fare domande. Dopo circa due ore giungemmo a destinazione. La macchina arrestò la sua corsa al di fuori di un'enorme villa circondata da vetrate. Si riusciva addirittura a vedere il suo interno, ad ammirare il design moderno. 

Scarlett non fece in tempo a bussare alla porta che Baris si fiondò sul ciglio ad accoglierci. 

<< Benvenuta Scarlett >> disse rivolgendole un sorriso. Poi, la superò avvicinandosi a me che ero rimasta alla sue spalle. 

<< Benvenuta nella mia umile dimora Dea >> disse avvicinando le labbra al dorso della mia mano sfiorandomela. Pensai che quella casa fosse descrivibile in mille modi tranne che con l'aggettivo da lui usato. E ne ebbi la conferma non appena varcammo la soglia del grande portone blindato. All'interno c'era una scala in marmo bianco con striature grigie che conduceva ai piani superiori. Ipotizzai ce ne fossero almeno altri due, perché erano quelli che riuscivo a vedere dalla mia posizione. La cucina poteva benissimo competere con quella dei più grandi e prestigiosi ristoranti del mondo. C'erano tre persone a dedicarsi ai fornelli, che ci salutarono educatamente. Superata la zona cucina, varcammo una seconda porta scorrevole che ci condusse in un immenso soggiorno con tre divani in pelle grigia, due poltrone dello stesso colore. C'era anche un grosso camino a bioetanolo a calare dal soffitto imponendosi al centro della stanza. il tavolo in marmo nero era ben apparecchiato e c'erano due signore che ci stavano poggiando sopra delle gustose pietanze. 

Baris ci fece segno di seguirlo su per le scale e ci mostrò le nostre stanze che erano una di fronte all'altra. 

<< Indossate i costumi e raggiungiamo gli altri nella piscina all'ultimo piano. Purtroppo, non ha ancora nevicato abbastanza e non possiamo divertirci sulle piste domani. Ma, nessun problema, troveremo qualcosa da fare >> concluse strizzandomi l'occhio. Poi, si voltò di spalle e lasciò la stanza.

<< Nessun problema, troveremo qualcosa da fare >> ripetè Scarlett imitandolo.

<< Il signorino deve aver preso una bella cotta per te santarellina >> proseguì.

<< Scarlett se non la finisci di usare quel nomignolo ridicolo, torno ad Istanbul >> la minacciai. 

<< Lui non c'è ? sei sicura? >> chiesi titubante qualche istante dopo.

<< Sicurissima. Alp non voleva che estendessi l'invito anche a te, infatti. Ed entrambe ne conosciamo il motivo. Ma Baris ha insistito così tanto che ho voluto mettere un pò di benzina sul fuoco >> ammise aprendo la porta del bagno della mia stanza. 

<< Benzina sul fuoco con chi? >> chiesi correndole dietro. Non avevo portato un costume con me eppure avevo proprio voglia di una bella nuotata. Ricordai di aver messo in valigia il completino intimo nero e mi sembrò assolutamente da escludere che potessi indossare quello. Scarlett non rispose. Cominciò ad aprire cassetti ed armadi e proprio in un'anta ci trovammo un trikini bianco e due vestiti lunghi, entrambi in seta. Uno lilla e l'altro rosso. Mi chiesi se li avesse messi li per me, per poi averne la conferma quando Scarlett lesse a voce alta un bigliettino poggiato accanto ad uno di essi. " Per la mia dea " 

Scarlett lo lesse più volte, usando un tono seducente. Le lanciai un cuscino prendendola in pieno volto. Indossai il costume ed un accappatoio bianco. Legai i miei capelli in un chignon ed accompagnai Scarlett nella sua stanza, praticamente identica alla mia. Anche lei trovò un costume, molto più semplice e meno scollato del mio, ma nel suo armadio non c'era alcun abito.  Dopo qualche minuto imboccammo le scale per raggiungere il piano superiore. 

Superammo una zona spa con bagno turco ed altri spazi adibiti al relax e finalmente raggiungemmo gli altri nella zona della piscina circondata da vetrate che mostravamo le piste sciistiche. Ciò che attirò maggiormente la mia attenzione fu il soffitto. Anche quello era chiuso da una grande finestra che permetteva al cielo di illuminare lo spazio interno. In quella piscina c'erano almeno venti persone. Riconobbi subito Alp, era di spalle al bordo della piscina.  Mi turbò lo sguardo di rimprovero che rivolse a Scarlett dopo avermi vista. 

<< Lo sapevo >> disse riferendosi allo stesso strano atteggiamento che avevo notato io. 

Alp uscì dalla piscina ed iniziò ad asciugarsi con foga venendo nella nostra direzione. 

<< Ciao Viky, che ci fai tu qui ? >> chiese scrollandosi i capelli gocciolanti. Pensai che non fosse affatto il benvenuto che mi aspettavo. 

<< Qual è il problema Alp? L'ha invitata Baris  >> rispose Scarlett mettendosi le mani sui fianchi. 

<< Appunto >> commentò lui passando ripetutamente la mano tra i suoi capelli. Poi, iniziò a camminare nervosamente di fronte a noi.

Qualcuno salutò Scarlett invitandola a tuffarsi in piscina. Scarlett mi chiese di seguirla e mi disfai dell'accappatoio poggiandolo su una sdraio in legno. 

<< Quel coso che hai addosso non aiuta, cazzo >> era la prima volta che sentivo Alp imprecare in quel modo. Per non parlare del suo assurdo ed inspiegabile nervosismo. Lo vidi avvicinarsi a Scarlett e dirle qualcosa. Scarlett gli rise in faccia e tornò a guardarmi. Dopo qualche secondo, prima che me ne accorgessi, qualcuno mi sollevò, prese una piccola rincorsa e si tuffò in piscina con me tra le braccia. Appena riemergemmo notai il viso di Baris a pochissimi centimetri dal mio volto. Mi dileguai finendo sott'acqua e presi a nuotare verso il bordo della piscina. Scarlett si lanciò in acqua e mi si avvicinò.

<< Che ti ha detto Alp ? >> glielo chiesi davvero incuriosita e lei dovette accorgersene perché si voltò a guardarlo un'ultima volta prima di dirmi che l'avesse supplicata di tenermi lontana da Baris. 

<< C'è qualcosa in Baris che non mi convince, lo sento a pelle >> dissi sinceramente.

<< Dalla faccia preoccupata di Alp sospetto possa essere un serial Killer >> lo disse abbassando il tono della voce e con una serietà che mi fece rabbrividire. Poi, scoppiò a ridere. 

<< Sei una stupida Scarlett >> la spintonai nuotando verso un gruppo di ragazze che avevo conosciuto all'Eclipse la notte di capodanno. Scarlett le salutò tutte con un abbraccio come se fossero amiche da una vita e me ne presentò qualcuna che non avevo mai visto prima. 

Notai Alp parlare al telefono con fare nervoso, molto più del normale per una serata di relax con gli amici. Teneva basso il tono della voce ed ogni tanto ci lanciava sguardi intrisi di preoccupazione. 

Baris mi prese un braccio e mi trascinò verso il bordo della piscina, incatenandomi di spalle ad esso. Con l'indice sollevò il mio mento e mi costrinse a guardarlo negli occhi. Erano neri come la pece. Non avevo mai visto occhi simili ai suoi. Restammo così per qualche minuto, in silenzio. Lui mi fissava fiero e provocatore, mentre io giocherellavo con le braccia sott'acqua. 

<< Questi occhi piccola Victoria >> disse avvicinandosi pericolosamente. 

Scostai il capo voltandomi in direzione di Scarlett, impegnata in una nuotata. 

<< E' molto bella questa casa, complimenti >> dissi per cambiare argomento. Lui sorrise cogliendo chiaramente il mio intento. Strinse i palmi delle mani al bordo alle mie spalle e si strinse al mio corpo. Odiavo quel tipo di situazioni. Detestai quel contatto. In un altro momento gli avrei dato un ceffone, ma il mio sesto senso, mi costrinse a mantenere la calma. 

" Prima di agire, bisogna sempre studiare con attenzione l'atteggiamento dell'avversario " Le parole di mio padre tornavano a tormentarmi in momenti come quello.

Puntai gli occhi su Alp, implorandolo di salvarmi. Lo vidi voltare il telefono in mia direzione come se stesse fotografando qualcosa o qualcuno. Baris iniziò a giocare con il mio ciuffo di capelli sfuggito all'elastico e si avvicinò al mio orecchio.

<< Se solo non avessimo avuto tutti questi spettatori qui con noi stasera. . . >> 

Deglutii sperando che non finisse la frase. Un tuffo teatrale al centro della piscina distolse l'attenzione di tutti. Notai Alp riaffiorare dal fondo e dirigersi verso di noi trascinandosi Scarlett da un braccio. 

<< Ma che cazzo Alp >> lo rimproverò Baris. 

<< Penso sia pronta la cena >> disse provando ad allontanarlo da me. 

<< Non vedi che sono impegnato? >> rispose lui infastidito dall'interruzione. 

<< Effettivamente avrei fame anche io >> mentii pur di fuggire da quella piscina. Avrei solo voluto fare una nuotata. Scarlett dovette notare la mia inquietudine perché supportò la mia richiesta. Baris fece un cenno al bodyguard fermo all'ingresso della piscina e questo comunicò qualcosa a qualcuno toccandosi l'auricolare nero ben visibile sul lato destro del suo volto sbarbato. Baris uscì per primo dalla piscina. Il suo fisico era scolpito e la pelle sembrava abbronzata. Mi aiutò ad uscire dalla scaletta e mi poggiò l'accappatoio sulle spalle così che potessi coprirmi. 

<< Indossa l'abito rosso, ti aspetto in soggiorno >> disse informando anche gli altri che avremmo cenato di lì a breve. 

Tirai un sospiro di sollievo, attraversai parte della sala e raggiunsi Scarlett ed Alp accanto alle docce in pietra. Erano impegnati in una conversazione piuttosto accesa quando arrivai. Scarlett sembrava non dar peso alle sue parole. Continuava a dirgli di essere più chiaro, di fornire maggiori dettagli. 

<< Ascolta Viky, ci sono molte cose che non sai e che non posso dirti. Ma fidati di me. Stai lontana da Baris. Resta con Scarlett >> disse severo, come non lo era mai stato.

<< Perché ? >> chiesi irritata. Non ero una bambina indifesa. Avevo bisogno di una spiegazione. Ero stanca di tutti quegli enigmi. 

<< Cazzo Viky! >> imprecò, di nuovo. il suo telefono non smetteva di squillare. Lessi il nome sul display: Kurt. Lui rifiutò la chiamata. 

<< Perché ti sta chiamando? >> chiesi indicandogli lo schermo illuminato del cellulare. Lui alzò gli occhi al cielo e continuò ad imprecare guardandosi attorno.

<< Viky stai incasinando tutto >> disse prima di rispondere al telefono dandoci le spalle e lasciando la piscina. 

Scarlett ed io lo guardammo andare via sbraitando al telefono. Ripensai alle sue parole e chiesi a alla mia amica se riuscisse a dare un senso al suo comportamento. Se la sua agitazione avesse delle spiegazioni plausibili. Scarlett scosse il capo. Chiuse la doccia, indossò un asciugamano piuttosto corto e mi trascinò con sè. Salutammo i ragazzi e ripercorremmo le scale per tornare nelle nostre camere. Appena entrai nella mia mi abbandonai di peso sul comodo piumone e portai le mani al viso coprendomi gli occhi. Non avevo molta voglia di scendere a cena. L'atteggiamento di Baris non mi metteva in soggezione, ma non lo tolleravo. Non gli avevo mai dato tutta la confidenza che si stava prendendo ed ero intenzionata a dirglielo. Decisi che non avrei indossato nessuno dei due vestiti scelti da lui. Restai quasi mezz'ora nella vasca da bagno e controvoglia, iniziai a prepararmi. 

Recuperai il cellulare dalla borsa per chiamare Charlotte e notai 34 chiamate perse da parte di Vulkan. Sbarrai gli occhi. Non lo avrei richiamato. Composi, invece, il numero di Diamond senza rendermi conto dell'ora, Charlotte era già a letto. Scarlett entrò nella mia stanza proprio mentre applicavo un leggero lucidalabbra per idratare gli spacchi causatimi dal freddo. 

<< Niente abito sexy? >> chiese sedendosi sul letto e sventolando i suoi capelli voluminosi. 

Il mio telefono riprese a squillare. Scarlett lo afferrò dal comodino e lo agitò davanti ai miei occhi, così velocemente che dovetti fermarle il polso per riuscire a decifrare da chi arrivasse la chiamata. Fece scivolare l'indice sul display e mise il vivace. Ficcanaso. 

<< Buona sera Kurt, che dispiacere sentirti. Ti stai perdendo la festa >> lo provocò lei.

<< Cazzo Miller, passami Viky >> potei scorgere la sua preoccupazione mista al nervosismo. 

<< Ti sta ascoltando parla pure Kurt, ma fai in fretta perché non vedo l'ora che la vedano con questo vestito trasparente addosso >> 

Le strappai il cellulare di mano scuotendo la testa. 

<< Victoria prendi la macchina di Alp e torna ad Istanbul, adesso! >> mantenne basso il tono di voce, eppure percepii tutto la sua frustrazione. 

Scarlett rise, poi si ricompose e lo sfidò:

<< Se ci dai una buona ragione per tornare ad Istanbul, lo facciamo in questo preciso istante >> 

Vulkan prese del tempo per rispondere. Più del dovuto, in realtà. Infatti, Scarlett dovette pronunciare il suo nome due volte per assicurarsi che non avesse riagganciato. 

<< Victoria non fare la stupida e torna a casa >> continuava a rivolgersi a me. 

<< Buona serata Kurt >> dissi prima di prendere l'iniziativa e chiudergli il telefono in faccia. Avevo passato una vita intera ad obbedire agli ordini altrui. Non avevo alcuna intenzione di continuare a farlo. Scarlett simulò un applauso, mi porse il braccio invitandomi a seguirla al piano di sotto. 

Quando raggiungemmo il soggiorno erano tutti a tavola e ci stavano aspettando. Ci avevano lasciato due posti centrali tra Alp e Baris, come avrei dovuto immaginare. L'ammonimento che Baris mi rivolse quando notò come fossi vestita, fomentò la mia ira. Mi chiese perché non avessi messo l'abito rosso. A causa del suo tono decisi di non degnarlo di alcuna risposta.  Mi accomodai accanto ad Alp, lasciando Scarlett tra me e Baris. Alp portò la mano sul petto e mi rivolse un sorriso di gratitudine. Mi versò da bere del vino rosso e si complimentò con me per la scelta dell'outfit. 

Baris invitò i camerieri a servire la cena e per un attimo ripensai a tutte quelle volte in cui mi ero sentita un ospite a casa mia. Quella tavola imbandita, quell'atteggiamento di saccenteria di Baris nei confronti del personale, il tono rabbioso che mi aveva rivolto solo per non aver indossato il suo vestito, mi ricordò mio padre e capii cosa non mi piacesse di quel ragazzo dal volto affascinante e dal fisico marmoreo. Era il suo atteggiamento ad allontanarmi da lui. Il tintinnare di una posata in argento contro un bicchiere di cristallo,  mi riportò alla realtà. 

<< Sono felice di avervi qui con me in una delle mie tante case >> bastò quella frase iniziale a farmi distogliere l'attenzione da quel brindisi. Il mio intuito iniziava a spaventarmi. Baris non mi aveva convinta sin dal primo momento, dalla prima serata al Kindy. Mi era sembrato costruito ed  in alcuni momenti era anche riuscito a suscitarmi una sensazione di timore. Il suo discorso fu piuttosto conciso. Invitò tutti a mangiare la cena preparata per noi, da ben due brigate al suo servizio e fece partire la musica di sottofondo.

Era trascorsa circa un'ora dall'inizio della cena. Avevo partecipato a qualche conversazione,  ma iniziai ad essere annoiata quando il mio cellulare mi avvisò dell'arrivo di un messaggio. Lo recuperai della mia borsa in camoscio.

Kurt: << Sei testarda come un mulo. Sto venendo a prenderti >> 

<< Scordati che io torni a casa con te e poi non posso lasciare Scarlett, qui, da sola >> gli risposi digitando rapidamente sulla tastiera del mio cellulare. La risposta non tardò ad arrivare, come se prevedesse la mia risposta.

Kurt: << Se non esci sulle tue gambe, ti ci porto di peso nella mia macchina >> 

Kurt: << E quella rompipalle starà bene >>

Alzai gli occhi al cielo e fui colpita da una gomitata nel fianco sinistro che mi costrinse a girarmi in direzione di Alp. Aveva gli occhi puntati sullo scambio di messaggi con Vulkan ed il volto cadaverico. Mi invitò a ballare sulle note di " Thinking out loud " di Ed Sheeran cogliendomi alla sprovvista. Rivolsi un sorriso imbarazzato agli ospiti ancora seduti a tavola, ma decisi di non dire niente.

<< Ascolta Viky, ascoltami bene >> disse prima di prendere un lungo respiro. Si avvicinò al mio orecchio, dando le spalle al tavolo. 

<< Vulkan non deve essere visto qui stasera e soprattutto nessuno deve capire che ha lasciato le riprese per farsi 150 km e venire a prendere te. Quindi, tu adesso dirai a tutti di sentirti poco bene >> lo bloccai.

<< Ma sei pazzo? io non vado via con Vulkan >> sbottai.

<< Sapervi insieme è l'ultimo dei miei desideri, credimi >> mi confessò. 

<< Dimmi perché >> glielo chiesi in tono supplichevole. 

<< Perché perderebbe tutto e ne andrebbe di mezzo L . . . cazzo Viky >> 

<< Ne andrebbe di mezzo chi? Alp ti prego >> gli strinsi il braccio evitando che qualcuno potesse cogliere il nostro malumore. 

<< Io non posso Viky. Non spetta a me parlartene >> Mi scostai dal suo corpo per tornarmene a tavola, ma Alp mi richiamò a se inscenando un passo di danza. 

<< Ti basta sapere che se potesse starebbe con te e con nessun'altra? >> 

Fu il suo sguardo sincero a convincermi. Mi arresi e gli chiesi cosa fare, per non metterlo in pericolo. Alp mi ringraziò stringendomi a sè ed io seguì esattamente tutte le sue indicazioni. Tornai a tavola, mandai un messaggio a Scarlett per evitare che facesse domande. Mi avvicinai a Baris e poggiai le mani sulle sue scapole, con fare amorevole. Lui ne rimase sorpreso, ma apprezzò il gesto ed accarezzò il mio volto. Gli dissi di soffrire di emicrania e che avrei avuto bisogno di riposare un pò. Lui fece per accompagnarmi in camera, ma Scarlett lo precedette. Salutai gli altri e percorsi le scale non guardandomi indietro. Scarlett mi aiutò a rimettere tutto in valigia, si assicurò che nessuno fosse nell'atrio della villa. Mi fece cenno di seguirla rapidamente giù per le scale fino al garage sottostante. Attraversammo una lunga cantina in tufo, riconobbi alcuni dei vini più pregiati del mondo ed ancora una volta ripensai alla mia famiglia ed ai milioni di dollari spesi in futili collezioni di quello che per me rimaneva solo liquido alcolico. Attendemmo il messaggio di Kurt senza proferire parola.

Kurt: << Secondo sentiero a destra, dopo il cancello principale. Ti aspetto >>

Mostrai il messaggio a Scarlett che usò il telecomando di Alp per aprire il piccolo cancello accanto a quello del garage.

<< E' quella luce che mi fa sperare tu stia facendo la cosa giusta >> disse indicando i miei occhi. 

L'abbracciai forte. Percorsi a piedi la ripida salita. Mi voltai per l'ultima volta a guardare la mia amica e  le sorrisi. Mi strinsi nel lungo cappotto e con il cuore in gola, mi diressi verso Vulkan Kurt. 

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