MOÌRIAS-L'ombra della luce-

By NediFo

1.7K 274 6.2K

Da molto tempo ormai ad Aretem dominavano sofferenza e morte. Sotto il controllo della Strega era stato insta... More

Booktrailer
PROLOGO
NOTA DELL'AUTRICE
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV
XVI
XVII
XVIII
XIX
XX
XXI
XXIII
XXIV
XXV
XXVI
XXVII
XXVIII
XXIX
XXX
XXXI
XXXII
Epilogo
Brevi video sulle storie di Aaris e Nauìya
Ringraziamenti

XXII

21 5 135
By NediFo

Aaris

Il suono del campanello risuonò all'interno della casa che pareva disabitata. Lei e Wayll avevano atteso qualche giorno, Aaris sperò che l'uomo fosse riuscito realmente a escogitare qualcosa.

Louid aprì dopo non molto, ma si bloccò non appena vide il ragazzo accanto a lei.

«Chi è lui?» domandò.

«È come me, si è tolto la maschera di esagonite, e ora vuole aiutarci a liberare tutti gli altri» disse Aaris. Aveva deciso di non rivelare la vera identità del ragazzo, Louid odiava Nauìya, non sarebbe mai riuscito a fidarsi di suo nipote.

L'uomo lo scrutò con sguardo poco convinto.

«Non so perché, ma hai un volto familiare...» disse avvicinandosi lentamente con fare pensoso.

Forse riconosceva in lui qualcosa di Nauìya, dopotutto era probabile se si erano conosciuti bene come diceva.

«Non credo che adesso abbia importanza» intervenne lei, mettendoglisi davanti, «hai trovato qualcosa?»

«Sì ma...» si voltò a guardarla, «sei sicura di poterti fidare di lui?» le domandò.

«Assolutamente» rispose. Ed era vero, malgrado fosse il nipote di Nauìya, lei sapeva quello che aveva dovuto affrontare e riconosceva in lui solo un'altra vittima, che proprio come Louid si era ritrovata a soffrire a causa delle manipolazioni di quella donna spietata.

Guardò Wayll con un sorriso, lui aveva capito, aveva scelto la strada più difficile, stava per combattere contro la sua stessa famiglia. Malgrado sapesse che per lui non doveva essere facile, Aaris era contenta della sua decisione e non poteva sentirsi più fortunata.

In quei giorni Aaris aveva imparato quale fosse il reale significato della parola felicità. Era bellissimo poter condividere ogni cosa con qualcun altro, poter sentire quelle emozioni che la facevano stare tanto bene, senza doversi nascondere dietro una maschera.

Restavano insieme quasi tutto il giorno, anche se talvolta lui doveva tornare per non insospettire Nauìya e sua madre. Wayll aveva detto che non avrebbe dovuto più preoccuparsi di Aurel, era in punizione per aver disobbedito a un ordine e per questo non era più uscita dalla torre. Aaris era contenta che non potesse più nuocere né a lei né a Kollh.

Non aveva più visto il ragazzo, non era più andata a danzare, Wayll le aveva scritto una giustificazione dicendo che passavano quel tempo per stare insieme in vista del loro fidanzamento, nessuno aveva avuto da ridire.

Wayll ricambiò il suo sorriso, Aaris sentì un calore nel petto che ormai aveva imparato a conoscere, era sicura che fosse quell'emozione di cui Louid aveva scritto molto nel suo libro: amore; qualcosa che nessun'altro ad Aretem era in grado di provare perché brutalmente imprigionato dietro alle sbarre della falsità.

Louid sembrò leggere ciò che provavano nei loro sguardi, perché chinò il capo e si schiarì la gola forse con un certo imbarazzo.

«Ma certo, bene allora, venite» disse voltandosi e andando nell'altra stanza.

«Piacere di conoscerla, io sono Wayll, Aaris mi ha detto che è lei ad averle spiegato tutto» si presentò il ragazzo.

«Piacere» bofonchiò il vecchio, «io sono Louid». Aaris notò che sembrava un po' a disagio, forse era strano per Louid vedere in loro quelle emozioni che a lui erano state strappate via con tanta violenza. Presto però avrebbero liberato Zen dal controllo dell'arcontessa e anche loro avrebbero potuto finalmente essere felici.

«Qual è il piano quindi?» intervenne lei. Dovevano porre fine a quella faccenda al più presto.

L'uomo annuì mentre i suoi occhi iniziavano a brillare, fieri di ciò che il loro proprietario era riuscito a scoprire. Era strano come la semplice soddisfazione potesse essere tanto bella, era un'emozione che lei non aveva mai provato per davvero malgrado tutti i risultati che era riuscita a ottenere sia negli studi che nella danza. Pensandoci, erano cose che per lei non avevano mai avuto un vero significato, eppure ci si impegnava moltissimo perché era quello che ci si aspettava che facesse.

Louid amava veramente inventare e scoprire, sembrava la sua energia, la sua forza, il motore che lo faceva andare avanti. Per lei, si rese conto, il motore era vedere negli altri quelle bellissime emozioni, sentiva come di essere uno specchio che rifletteva lo stato d'animo di chi aveva di fronte. Il fatto che nessuno attorno a lei provasse qualcosa, aveva fatto sì che rimanesse vuota, uno specchio abbandonato, senza anima viva a riflettervisi. Presto, però, il mondo sarebbe stato libero e i suoi occhi avrebbero brillato di quella luce, la luce della felicità delle persone.

«Fino a questo momento non sono mai riuscito a trovare il modo per togliere le tute alle persone, perché avevo progettato come loro unica debolezza la volontà. Nauìya, sapendo questo, ha imprigionato la volontà delle persone nei meandri più profondi delle loro anime sotto strati e strati di emozioni represse in modo che nessuno potesse riuscire a togliere la tuta solo volendolo. Quello che è accaduto a te però, mi ha fatto venire un'idea» disse. Sembrava veramente eccitato della rivelazione che aveva avuto.

«Quando le emozioni sono tanto forti riescono in qualche modo a liberarsi dalla tuta perché la volontà spinge nel tentativo di allontanare la barriera che le tiene rinchiuse. Bisogna quindi riuscire a far provare a tutta Aretem una forte emozione» spiegò.

«E come facciamo? Non tutti hanno dei legami difettosi come li aveva la mia tuta, è quasi impossibile far provare qualcosa a quelle persone!» ribatté lei.

«Lo so, per farlo è necessario che vedano la verità con i loro occhi, quella è abbastanza scioccante da sconvolgerli anche attraverso l'esagonite».

«Non capisco, dobbiamo andare da ognuno e dirgli la verità? Non finiremmo più, inoltre in molti potrebbero non crederci!» disse lei, credeva che Louid avesse creato uno strano meccanismo per distruggere tutte le maschere, quello che stava dicendo invece era assurdo.

«No, nulla di tutto questo, bisogna distruggere la cupola geodetica, deve essere visibile in modo che tutti si rendano conto di non aver mai visto realmente il cielo, inoltre devono vedere ciò che c'è oltre, la verità che gli è stata celata per tanto tempo» spiegò.

Quella era, in effetti, un'idea già più sensata, ma continuavano a mancarle comunque dei pezzi.

«A me però non è bastato provare emozioni, ho proprio voluto togliermi la maschera, non credo che in molti avranno questo pensiero vedendo il cielo che c'è oltre la cupola!» ribatté, «Inoltre io ci sono riuscita perché la mia tuta era difettosa!»

«Lo so, ma la cupola trattiene all'interno una quantità inimmaginabile di esagonite. Normalmente è ferma e si ancora agli oggetti che trova in attesa del momento in cui fissarsi e formare altri legami dove disponibile. Distruggendola però, le esagoniti reagiranno diversamente, iniziando a disperdersi lentamente. Normalmente si muovono durante l'ora della pioggia quando nessuno può vederle ma, quando lo fanno, emettono i bagliori azzurro-blu che hai visto. Senza ulteriori piogge ricolme di esagonite pronte a saldare i legami che con il tempo potrebbero diventare difettosi, questi bagliori inizieranno a vedersi sulle persone che tenteranno quindi di togliersi il rivestimento come hai fatto tu. È un processo che per alcuni potrebbe durare anche pochissimo, per altri potrebbe volerci qualche settimana, ma in generale tutta l'esagonite dovrebbe iniziare a svanire in poche ore. Non solo quella delle persone, ma anche quella che ricopre ogni cosa».

Aaris non credeva alle proprie orecchie, in quel modo nel giro di pochissimo tempo tutta Aretem sarebbe stata libera e il suo sogno si sarebbe avverato.

«E come facciamo a distruggere la cupola?» domandò Wayll.

«Ho creato questo, dovrebbe rendere la cupola visibile e poi la farà esplodere in maniera spettacolare senza lasciare detriti che potrebbero altrimenti causare gravi danni e la morte di chi vi si trova sotto. È una specie di scarica elettrica che attraverserà tutta la struttura annientandola dall'interno, l'unico problema è che bisogna trovare il punto di partenza dell'esagonite che riveste la struttura...» spiegò Louid.

«È in cima alla torre della cupola, ci sono sempre dei Tecnici a sorvegliarlo» disse Wayll. Poi, notando lo sguardo indagatore di Louid, si affrettò ad aggiungere: «o almeno così credo, avrebbe senso che partisse da lì, e sarà sicuramente sorvegliato se è qualcosa di tanto importante...»

Louid si voltò verso di Aaris per vedere la sua reazione, ovviamente lei non era scioccata del fatto che lui avesse accesso a un'informazione del genere, dopotutto un giorno avrebbe ereditato il controllo dell'intera Aretem, ma non sapeva come spiegarlo a Louid senza che lui si allarmasse del fatto che il giovane fosse l'erede di Nauìya.

Lei sorrise, si rese conto che probabilmente doveva avere un aspetto colpevole, non si sentiva bene a mentirgli, ma era necessario. Lui decise comunque di lasciar correre e continuò a parlare.

«Bene allora, direi che dobbiamo andare alla torre del governo, entrare non sarà un problema, ho le tute invisibili, possiamo indossarle per non essere fermati da nessuno» disse.

Quell'uomo era veramente pieno di risorse.

«C'è solo un problema» continuò poi Louid. «Nauìya. Non dobbiamo sottovalutarla, è sempre stata spietata e se anche togliessimo l'esagonite a tutti, troverà il modo di rivoltarci contro un intero esercito. L'unico modo per fermarla definitivamente è ucciderla» disse.

Aaris lo guardò scioccata. Uccidere? Come si poteva anche solo pensare una cosa del genere? Lei non avrebbe mai potuto esserne capace. La sola idea di aver ucciso un albero l'aveva sconvolta quando non sapeva che in realtà non era colpa sua, pensare addirittura di porre fine alla vita di un'altra persona le sembrava inconcepibile.

Dal modo in cui Louid si era espresso sembrava non avere intenzione di essere lui a dare il colpo di grazia, in pratica stava scaricando su di loro quella responsabilità terrificante.

"Su di me" pensò. Non poteva certo chiedere a Wayll di uccidere sua nonna, sarebbe stato troppo sbagliato. Fu colpita da un forte e improvviso senso di nausea, lei non era in grado di farlo.

Si voltò verso Wayll per vedere la sua reazione: aveva il capo leggermente chino, pensieroso, doveva essere difficile per lui pensare che sua nonna sarebbe dovuta morire. Non osava immaginare come dovesse sentirsi.

Lui voltò il capo verso di lei e i loro occhi si incrociarono. I suoi erano pieni di dolore, ma divennero più determinati durante il loro breve scambio di sguardi. Doveva aver letto il suo stato d'animo, aveva capito che non sarebbe mai stata capace di uccidere qualcuno.

«D'accordo» disse lui, «lo farò io».

Aaris sapeva quanto gli costasse quella scelta, lui aveva già ucciso, ma quella era decisamente una cosa diversa, le sue vittime erano sempre state persone che all'apparenza non erano nemmeno vive in quanto imprigionate dietro alle loro maschere, Nauìya invece, non solo era estremamente viva e forte, ma era anche la persona che lui più aveva ammirato in tutta la sua vita.

Lo guardò con dispiacere misto a gratitudine, si sentiva un mostro a chiedergli quello. E ora che tutto ciò che desiderava si stava per compiere, sentiva un grande peso opprimerle il cuore, aveva paura; anzi, era terrorizzata.

Qualunque cosa fosse accaduta, Aaris era certa che non sarebbe mai più stata la stessa, il mondo intero sarebbe cambiato per sempre.

-

Aurel

Prese un respiro profondo. Non riusciva a contenere la sua emozione per l'incarico che le era stato affidato.

Forse dopotutto Wayll non era uscito indenne come aveva pensato in un primo momento. Il modo in cui la nonna lo trattava era cambiato, era per quello che aveva affidato quella missione a lei e non al suo gemello.

Era la prima volta in cui avrebbe potuto mostrarsi alle persone con una falsa identità e non solo come fantasma giustiziere.

Raggiunse l'ingresso della casa, salì i gradini che la separavano dalla porta e si fermò sul pianerottolo. Allisciò la divisa che le era stata data, era quella dei Tecnici, la divisa che non aveva alcun tipo di limitazione e che, malgrado tutto, aveva odiato più di ogni altra.

Suonò il campanello. Prese un altro respiro, doveva essere impeccabile, non poteva permettersi di buttare al vento quella possibilità che le era stata offerta. Se avesse fallito, Nauìya avrebbe definitivamente posto fine a tutte le sue speranze di avere un giorno un nome vero, riconosciuto e ricordato, e non di venire dimenticata per sempre come se non fosse mai esistita.

La donna che comparve alla porta sgranò gli occhi nel vedere la divisa della ragazza. Aurel sorrise, era bellissimo quando qualcuno la guardava, per questo spesso decideva di mostrarsi alle sue vittime, vedere la loro reazione le ricordava che esisteva realmente e che non era semplicemente un fantasma.

«Oh! Salve! Come posso esserle utile?» domandò la donna con riverenza.

«Suo figlio c'è?» indagò.

La donna sembrava ancora più estasiata, anche se lei riusciva a vedere chiaramente quanto le sue emozioni fossero false. L'importante era che credesse di essere felice, la nonna lo ripeteva sempre.

Entrò un attimo a chiamare a gran voce il figlio, doveva essere un evento unico che una Tecnica andasse in visita in un'abitazione comunissima, ma in effetti era così, quello era un evento unico, era la prima volta che le veniva permesso di uscire per una missione di tale portata.

Il ragazzo comparve alla porta con sguardo svogliato, ma non appena la vide la sua espressione cambiò.

Differentemente da quella della madre, la sua sembrava terrorizzata, e faceva bene, lei doveva essere temuta.

Riuscì quasi a vedere le emozioni del ragazzo dibattersi dentro di lui nel tentativo di uscire allo scoperto.

Si sentiva certamente messo alle strette, da un lato aveva la madre e dall'altro c'era lei, quella che lui conosceva come una spietata assassina che aveva già tentato un'altra volta di ucciderlo. Ma non poteva combattere lì, sotto gli occhi di chiunque, si sarebbe ritrovato ancora di più nei guai.

«Posso parlarti?» gli domandò con tono rilassato come avrebbe fatto una qualunque stupida ragazzina felice, una ragazzina che non era lei, ma interpretare quella parte era bello, si sentiva un po' più lontana dalla sofferenza che caratterizzava tutte le sue giornate.

«Ma certo!» rispose la madre per lui, spingendolo oltre l'uscio e richiudendo la porta alle sue spalle. Buffo come la stessa persona si comportasse in maniera tanto diversa a fronte della stessa richiesta espressa da ragazze con indosso due divise differenti. Aveva visto attraverso le telecamere come rispondeva ad Aaris quando andava a trovare il ragazzo, con lei era sembrata un'altra persona.

Lui non si preparò a combattere, consapevole che erano ancora osservati, ma il suo corpo era teso, pronto a scattare in caso di pericolo, era sempre pronto, proprio come un vero guerriero, proprio come lei.

Lo fissò negli occhi neri e velati dall'esagonite, il motivo per cui era lì. Lui aveva avuto la possibilità di togliersela e invece aveva deciso di continuare a non provare emozioni, era forte, un ottimo combattente: aveva tutte le qualità per diventare un fedele servitore della pace di Aretem.

«Kollh, non vengo qui per ucciderti. L'arcontessa Nauìya mi ha mandata per proporti la carica di Tecnico di Aretem».

😬

Secondo voi che cosa sceglierà Kollh? Si metterà contro Aaris fino a questo punto? I due si affronteranno nella Torre del Governo?

Oltre a questo, che cosa ne pensate del piano di Louid? Potrebbe funzionare? Stiamo veramente arrivando alla resa dei conti?

Wayll riuscirà a uccidere Nauìya? E Aaris cosa farà? Io personalmente non vedo l'ora che le nostre protagoniste si incontrino, credo che potrebbe crearsi una situazione ehm... interessante🤔

Bene, per oggi è tutto, lunedì ci sarà un capitolo lievemente triste, ma non vi preoccupate, non è niente di troppo nuovo e il peggio verrà più avanti 😇💕

Vi auguro un buon weekend (questo sarà un weekend speciale! 😏💕)

NediFo

Continue Reading

You'll Also Like

191M 4.6M 100
[COMPLETE][EDITING] Ace Hernandez, the Mafia King, known as the Devil. Sofia Diaz, known as an angel. The two are arranged to be married, forced by...
12K 657 104
È ora di portare un po' di cazzate e cultura! Presente humor sulla Patrochille ed epica in generale- a volte anche letteratura più contemporanea -.
14.7K 315 25
Bella, una ragazza con alle spalle un passato burrascoso, si trasferisce in Atlanta per iniziare una nuova vita. Lì incontrerà la famiglia Walton che...
2.6K 62 14
Dalla mente visionaria e poco sana di Laracelasio nasce lo scambio di letture che ha come obiettivo celebrare l'amore. ❤️ Entra, ti stavo aspettando...