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By _SarahJey_

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โ˜… Sherly Adams e Blake Parker sono due semplici liceali americani, sono l'uno il passatempo dell'altro e la f... More

Cast
Capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
Capitolo 4
capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
Capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34 pt.1
Capitolo 34 pt.2
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Epilogo
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Capitolo 31

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By _SarahJey_

il capitolo è  🌶️ quindi vi consiglio di cominciare a mettere musica per creare atmosfera🙈



"Boy, you should know what you're fallin for."

ero distesa sul letto di camera mia, la faccia affondata nel cuscino.
avevo passato li quasi tutto il pomeriggio fingendo di dover studiare.

nelle orecchie avevo sparata la musica di
Lana del Rey, così alta che speravo potesse azzittire persino i miei pensieri; pensieri che mi stavano divorando.

Quando ero andata in quel luogo magico, quando ci ero arrivata, mi ero immaginata tutto tranne che il soggiorno potesse diventare un vero e proprio incubo.

era difficile per me capire cosa mi stesse succedendo. in più o meno tre mesi la mia vita si era capovolta, di nuovo.

anzi, nella mia vita ci sono stati tre eventi che mi hanno rispettivamente cambiata, distrutta e poi ricreata:

l'istante in cui il mio sguardo si è incrociato per la prima volta con gli occhi cristallini di Blake;
il giorno in cui lui stesso, dopo avermi fatto sentire la persona più amata del mondo,
mi ha lasciata da sola.
e poi, il momento in cui dopo tre anni esatti quel ragazzo mi ha sorriso ancora.

in quel lampo di secondo, qualcosa nella mia anima, nel mio cuore si è risvegliato;

dopo ore, settimane e mesi passati a chiudermi in me stessa perché più nessuno riusciva a comprendermi.
ogni volta che chiudevo gli occhi la mia mente faceva ripartire come un circuito tutto da capo: Ricordi su ricordi.

fu il cigolio della porta che si apriva a strapparmi dal mio mondo. mi sollevai sui gomiti e le mie labbra si incrinarono quando vidi Emily entrare in stanza.

i suoi capelli rossi, il viso e l'espressione innocenti la facevano sembrare un vero e proprio angelo.
ma in fondo, tutti siamo bravi a mascherarci di qualcosa, di tanto in tanto.

mi tolsi gli auricolari e le feci un sorriso cercando di eliminare ogni traccia di disgusto dalla mia faccia.

-Ehi...- disse teneramente sedendosi sul letto.
-È da molto che non parliamo un pò da madre a figlia.- continuò lei.

il suo tono dolce non fece altro che peggiorare le cose.
-Già.- concordai e mi sedetti di fianco a lei.
-di cosa vorresti parlare?-.

-Raccontami un po' di come vanno le tue amicizie.-

-Ivy non la sento da quando siamo partite, e poi per il resto sai che non ho mai avuto tanto amiche.-

lei annuì e mi prese la mano, poi con il pollice ne accarezzò il dorso.
per un piccolo momento mi sentii in colpa di aver davvero pensato così male di lei.

il suo modo di fare amorevole, affettuoso e materno...Come potevo pensare che fosse proprio lei a volermi separare dall'unico uomo per cui riuscivo a provare sentimenti puri?

alzò gli occhi verso di me poi parlò di nuovo.
-Invece quel ragazzo... Con...Conrad?-

-Conan.- la corressi.
-Io e lui siamo solo molto amici dal liceo.
Non c'è mai stato niente.-

ed era la verità. O almeno così era sempre stato per me.
sussultai quando sentii un'altra voce.

-Perché no?-
voltai la testa verso la porta, Oscar stava entrando in camera mia.

cosa succede?

si schiarì la gola.
-Voglio dire...sembra un bravo ragazzo.-
si appoggiò al muro e incrociò le braccia al petto, poi sorrise.
-è un vero peccato che sia andato via.-

-Perché siete qui?- mi uscì dalla bocca senza che potessi trattenermi.
infondo però erano loro che si comportavano in modo strano, non io.

-Volevo solo dirvi che stasera voglio portarvi a cena.- Il tono affabile del padre adottivo di Blake mi mandò in confusione.

-Molto bene! prepariamoci allora!-
esclamò Emily, poi prese sotto braccio Oscar e insieme sparirono oltre la porta.

mi guardai in giro spaesata.
potevo trovarmi in una situazione peggiore di questa?
avrei dovuto parlarne con mia madre?
ovviamente no, mi avrebbe dato della stupida solo per aver provato a pensare una cosa del genere.

con la testa da tutt'altra parte mi diressi verso il bagno. Accesi il soffione e in pochi minuti mi ritrovai in un oceano di vapore.
dopo essermi lavata i capelli uscii e avvolsi un piccolo asciugamano a coprirmi il corpo.

tornai in camera e andai davanti allo specchio verticale.
urlai e mi girai di sobbalzo quando vidi una figura alta appoggiata alla porta.
Blake stazionava li con le braccia incrociate e il sorriso di chi le intenzioni non erano di giocare a carte.

-Cazzo, ma a te serve un dizionario, così magari capisci il significato di 'bussare' e provi anche a metterlo in pratica!-
lo attaccai e cercai di coprirmi il meglio possibile.

i miei tentativi con scarso risultato lo fecero scoppiare in una risata odiosa.
si portò una mano davanti alla pancia e buttò la testa indietro.

continuai a guardarlo perplessa.
-O magari il dizionario te lo lancio in testa, così risolviamo direttamente il problema.-

Smise di ridere e sul suo volto rimase solo un ghigno beffardo.
-tu continua pure a fare le tue cose.-
disse tranquillamente.

alzai le sopracciglia confusa.
-Dovrei spogliarmi.-

si mosse e si sedette sul letto, i gomiti sulle ginocchia e il mento sollevato, occhi puntati solo su di me.
-Ti ho per caso mai vietato di farlo?-

mi voltai e continuai a guardarlo attraverso il riflesso dello specchio.
-Blake...Stanno girando tutti per casa-

Si alzò e venne dietro di me.
appoggiò la testa sopra alla mia spalla, poi mi circondò la vita con le braccia.
sentivo la mia schiena ancora gocciolante attaccata al suo petto, solo il sottile tessuto dell'asciugamano mi impediva di sentire la sua grandezza.

-Meglio. Se ci scoprono li lasceremo guardare così che possano capire che neanche la morte spezzerà il modo in cui ci attiriamo l'uno all'altro.-

il tono malizioso con cui pronunciò quella frase fece smuovere qualcosa nel mio basso ventre.
mi abbandonai al modo in cui lambì lentamente il mio collo di piccoli baci lasciando scie umide roventi.

osservavo i suoi movimenti attraverso lo specchio. Guardavo il modo possessivo con cui mi teneva sotto alla sua ala, legandomi a lui tenendomi stretta per i fianchi.
Guardavo il modo affamato in cui la sua lingua slittava sul mio collo, poi sulla mascella.

quando prese tra i denti le mie labbra le strinse a farmi male, emisi allora un gemito che lui accolse nella sua bocca.
con le dita prese a vagare sull'orlo dell'asciugamano fino a superarlo.

lo scavalcò per poi risalire su verso il petto, lasciò qualche pizzicotto sulla mia pancia e sentii bruciare ogni singolo punto del corpo dove lui posò le mani sopra.

mi fece piegare il collo e si buttò tra le mie labbra.
si prese subito l'accesso facendomi schiudere la bocca.
mugolò quando spinsi i fianchi verso i suoi.

le sue dita delimitarono il confine dei miei seni fino a raggiungermi i capezzoli che balzarono sotto al suo tocco freddo.

afferrò la mie mani con cui tenevo ancora fermo il telo che mi copriva.
lentamente le abbassò fino a farlo cadere ai nostri piedi.
mi ritrovai così completamente nuda sotto al suo sguardo compiaciuto.

mi alzai sulle punte per tornare a baciarlo ma lui non me lo permise, perché invece si piegò ancora di più fino a riuscire a posare la bocca sul seno.

appoggiai una mano sui suoi capelli e voltai gli occhi verso l'alto, ogni briciolo di me bramava il suo tocco.
ogni singolo pezzo lo desiderava.

tornò sulle mie labbra e entrambe le sue mani viaggiarono sempre più verso il basso.
la tensione aumentò a dismisura mentre io aspettavo con avidità che arrivassero proprio dove lo attendevo di più.

quando solcarono il monte di venere arrivarono tra le mie pieghe.
le sue labbra lucide dei nostri baci si piegarono verso l'alto
-Sento che sei d'accordo con me, Carotina.-

non riuscivo a pronunciare niente se non ansiti profondi. Tutto ad un tratto avevo la sensazione di respirare a vuoto.
prendevo aria ma non lo facevo davvero.

le sue dita si strofinarono freneticamente sul mio punto più sensibile, sentivo i suoi occhi bruciare su di me attraverso la specchiera.

con movimenti ritmici mi mandava la testa in cortocircuito e il mio corpo tremava.
Riuscivo a stento a sostenere il passo dei baci ruvidi con cui accoglieva i miei lamenti.

godevo di quella sua andatura con cui cominciò ad entrare e ad uscire da me.
mi morsi il labbro e mi irrigidii perché mi tornò la consapevolezza che non eravamo soli a casa, ma allo stesso tempo mi eccitò ancora di più.

spinse la sua eccitazione che sembrava gonfiarsi di più ad ogni tocco che mi concedeva verso il solco nelle mie natiche.
una mano la occupava sui miei seni e un'altra usciva ed entrava dalla mia fessura.

quando fui in procinto di emettere un urlo mi tappò subito la bocca con le sue labbra.
-Shh... trattieniti come sto facendo io per non sbatterti contro questo specchio...-

arrivai presto al limite del piacere e Blake sembrò impegnarsi per prolungarmi più possibile quelle sensazioni struggenti.
non c'erano parole per descrivere il modo in cui lui riusciva a captare al momento ciò di cui avevi più bisogno per arrivare al culmine.

mi abbandonai tra le sue braccia che mi portarono sul letto.
emisi un sospiro quando i tremiti cominciavano a diminuire.
sollevai la testa e il moro mi stava ancora fissando compiaciuto.

-Ci vediamo dopo Carotina.-
mi diede un bacio tenero sulle labbra e si diresse all'uscita, ma prima si voltò verso di me.
-Lo sai che prima o poi dovrai piegarti per ricambiare il favore vero?-
ridacchiò e lo feci anche io.

-Che stronzo-
sorrisi e mi alzai dal letto.

-Come se non ti piacesse...- lo sentii dire, poi chiuse la porta dietro di se e io rimasi di nuovo sola in stanza.

presi un respiro e alla fine mi vestii veramente.
indossai dei semplici jeans stretti bianchi e un maglione che nemmeno ricordavo di aver portato.
mi truccai e infilai il cappotto.
scesi le scale e trovai tutti gli altri già pronti sull'uscio della porta.

passai davanti a Blake e a differenza sua cercai di non guardarlo, altrimenti sarei diventata un peperone ricordandomi ciò che avevamo fatto solo mezz'ora prima.
avevo ancora le gambe tremanti e pregai che nessuno se ne accorgesse.

-Tutti pronti?- chiese Emily con un sorriso a trentadue denti.
annuimmo e ci dirigemmo verso la macchina di Oscar.

aprii lo sportello anteriore per prima e incrinai lo sguardo.
-Ma che...?-

-Ohh si...quelle devo portarle al centro di raccolta dei rifiuti...Purtroppo ci sta solo un passeggero.-
mi sorrise il padre di Blake e montò sul suo sedile.
io ritornai con lo sguardo sulle tavole da surf che occupavano mezzo abitacolo.

delle tavole da surf...in montagna?

mia madre mi guardò e poi si rivolse ai due miei coetanei.
-Sherly sali tu con noi. Voi due prendete insieme l'altra macchina.-

solo in quel momento mi ricordai dell'esistenza di Sophie, che rideva spensieratamente mentre saliva al fianco del moro sul suo mezzo. Attraverso gli specchietti vidi come gli appoggiava le mani curate sulle spalle forti.
Cercai di stringere la mascella e per non dire qualcosa fuori posto e salii.


-Ho una prenotazione a nome Parker.-

il locale era stupendo. l'atmosfera e le luci caldi trasmettevano accoglienza.
i camerieri ci fecero accomodare ad un tavolo con la vista su una delle montagne più alte di quella catena montuosa;
la punta era coperta dai nuvoloni scuri minaccianti pioggia.

-Allora ragazzi come vi sembra qui?-
domandò allegramente Emily che sedeva davanti a me.
al mio fianco avevo Sophie e dall'altro Blake.
ovviamente non era stata una casualità che io mi fossi messa in mezzo ai due per separarli...

-È fantastico!- esclamò la biondina.
il suo tono acuto mi fece sobbalzare.
-Vero Sherly?- si voltò verso di me e mi guardò con insistenza.

-Si. Assolutamente.- Concordai facendola sorridere del sorriso più falso che avessi mai visto in tutti i miei venerandi ventidue anni.

poi lei si sporse oltre la mia figura puntando gli occhi al mio fianco.
-E tu, Aki? che ne pensi?-

Aki.
Eh no. Questo no. Inaccettabile.

alzai le sopracciglia e mi strinsi il ginocchio sotto al tavolo. Rivolsi il mio sguardo verso i due ragazzi.

Non feci in tempo a mordermi la lingua.
-Spero tu stia s...-
tutta la mia tensione si radunò nel punto dove
Blake posò la sua mano sopra alle mie cosce.

pronunciò queste parole senza rivolgermi sguardo:
-Penso che sia un posto molto...caldo.-

il suo tocco era puro possesso.
mi strinse il ginocchio mentre parlava serenamente con i nostri genitori.
continuò anche quando ordinammo da mangiare.

quando i nostri genitori e Sophie si concentrarono su una conversazione accesa colsi l'occasione per spostargli la mano.
fece resistenza e mi rivolse un ghigno.

fingendo di aver fatto cadere una posata mi avvicinai al suo orecchio.
-ti mozzo il polso se non levi quella peccatrice della mia coscia-

trattenne una risata e sottovoce mi rispose.
-Ti rendi conto vero che sei tu la colpevole di tutti i miei peccati?-

-Se ci scoprono è un casino.-
gli dissi con il labiale. mi sentivo andare a fuoco.

mi scusai e andai verso il bagno.
se fosse stato possibile mi sarei fatta una doccia. Tutto pur di dimenticare l'effetto che Blake mi provocava con un semplice tocco.
Ormai era un dipendenza per me.

a parere mio doveva tatuarsi in fronte la scritta
"Attenzione, posso creare dipendenza."
così magari sarei stata più attenta anni prima.
ridacchiai al mio stesso pensiero e mi appuntai mentalmente di dovergli fare quella proposta.

mi rinfrescai i polsi con l'acqua fredda e dopo qualche minuto uscii.
attraversai il piccolo corridoio e entrai in sala.

fermi tutti.

mi bloccai.
mi accorsi poco dopo che tutte le persone erano voltate verso un unico lato,
le luci erano leggermente più abbassate.

seguii la direzione degli occhi dei clienti,
e mi accorsi che l'oggetto di attenzione era il nostro tavolo.

ebbi una fitta al cuore che pensai di poter svenire.
come se qualcosa stesse pressando sul mio petto.

Oscar era inginocchiato davanti alla sedia di mia madre che aveva le labbra spalancate di gioia.
lui tra due dita teneva un anello la cui brillantezza mi saltò subito all'occhio.

Il mio primo istinto fu quello di portare lo sguardo a Blake.
Mi stava già guardando.
Per la prima volta da quando lo conoscevo vidi nella sua espressione uno squarcio di insicurezza.

una lacrima silenziosa mi tradì scivolando leggera sulla mia guancia.
abbassai le palpebre lasciandomi investire pienamente da quel dolore che mi riempiva lo stomaco.



Buonaseeeera lettrici😺

penso che questo sia uno dei capitolo spicy che mi piaccia di più...

se vi è piaciuto anche a voi ricordatevi di mettere una stellina e ci vediamo al prossimo capitolo❤️

se notate che in questi giorni sto ritardando un po' con il pubblicare è la scuola che si fa sempre più impegnativa...

se avete piacere vi invito a dare un'occhiata alla mia nuova storia che trovate sul profilo, per ora conta solo un capitolo.

baci❤️

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