𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐥...

By -_Sahara_-

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★ Sherly Adams e Blake Parker sono due semplici liceali americani, sono l'uno il passatempo dell'altro e la f... More

Cast
Capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
Capitolo 4
capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
Capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34 pt.1
Capitolo 34 pt.2
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Epilogo
𝐋𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢...❤️

Capitolo 25

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By -_Sahara_-


"i was only falling in love"

mi guardai intorno, le mie mani avevano preso a sudare. che cosa significava tutto questo?
tornai con lo sguardo sulle sue iridi diamantine, sentivo il labbro tremare e gli occhi pizzicavano.

mi alzai, continuando a guardarlo.
-C-cosa... perché? come avresti fatto a sapere... perché?!-
mi schierai su Blake a tono alto, scioccata.
non riuscivo a capire niente, avevo troppe domande che frullavano per la testa.

lui sgranò gli occhi quasi lo avessi aggredito, mi resi conto solo adesso del tono accusatorio che avevo usato. respirai cercando di calmarmi e con gli occhi lucidi tornai a sedermi davanti a lui.

-lasciami spiegare.- sussurrò lui, lasciandosi andare un sospiro.
feci cenno di sì con la testa per invitarlo a continuare.

intanto lui si accese un'altra sigaretta, e mi lasciò in sospeso per quel minuto in cui prese i primi tiri, espirandoli poi lasciando che si mischiassero al leggero fumo che emanava il camino.

guardavo ogni suo movimento alla speranza di captare qualcosa. un tremolio, un'incertezza.
ma niente. quel ragazzo poteva avere un tale controllo sulle sue emozioni e come le esprimeva, che quasi mi faceva paura.

dopo avermi tenuto sulle spine per cinque minuti buoni che mi sembrarono anni, e in cui mi diedi tutte le colpe possibili, Blake si decise a parlare.

-Sherly...Prima di tutto non voglio che tu ti senta in colpa per qualcosa, perché è stata una mia scelta-
iniziò lui, ma ormai era troppo tardi.

lo guardai.
-continua.- pronunciai con voce rotta.
se io non gli avessi fatto pesare la cosa di avermi abbandonata quando ne avevo bisogno, lui adesso sarebbe probabilmente già laureato e pronto per cominciare la sua carriera. mi sentivo una stupida.

-Te l'ho già detto che io non sono mai stato bene in quell'università, perché non riuscivo a non pensarti, e a quanto dolore ti avevo provocato lasciandoti da sola in quel modo.-
asserì tutto d'un fiato, senza staccare i suoi occhi dai miei.

sospirai. chiusi gli occhi lentamente lasciandomi sopraffare dai ricordi.

era una giornata di novembre, poche settimane dopo il ritorno di mamma.
nonché settimane in cui non ero uscita da casa.

papà se n'era andato per un incidente stradale un mese prima, e non mi era neanche stato detto. Molto probabilmente quando lui ha avuto quel frontale e stava prendendo il suo ultimo respiro, io ero ad una festa a sbronzarmi e ridere come una bambina.

ero rannicchiata sotto le coperte, la mia camera era un disastro e le mie condizioni lo erano ancora di più. il telefono lo tenevo stretto al petto, e aspettavo le sue chiamate più di qualsiasi altra cosa al mondo. soltanto sentire la sua voce creava una bolla attorno a me in cui le emozioni e i pensieri negativi non potevano entrare.

quei momenti della giornata in cui mi telefonava erano i migliori, forse erano ciò per cui ero ancora sulla terra.

non veniva spesso a trovarmi, ma quello era uno di quei giorni. me lo aveva comunicato con un messaggio, più freddo del solito, ma non ci feci caso.

mi alzai dal letto e mi lasciai andare un sospiro. ero un disastro.
riordinai la mia camera e feci una doccia, poi passai un pò di correttore sulle occhiaie molto visibili, reduci di nottate passate a rimuginare sulla mia esistenza.

quando finalmente arrivò, non stavo più nella pelle. sentii il campanello suonare e mi precipitai al piano di sotto.

-mamma! vado io!-  urlai euforica.
mi voltai verso di lei, ricordandomi che ancora non ero riuscita a perdonarla per avermi tenuto nascosta la morte di mio padre.

ma il suo aspetto non mi permetteva di essere arrabbiata con lei. non ci riuscivo. le sue occhiaie erano peggiori delle mie e il suo sorriso era spento.

-lui ti fa stare bene- ammise con tono dolce.
le sorrisi e la abbracciai.

un'altra scampanellata mi fece tornare sulla terra. corsi verso la porta e la aprii.
mi fiondai sul corpo rassicurante di Blake senza nemmeno guardarlo in faccia.

lo stritolai con tutte le forze che avevo. lui fece lo stesso.
si, ero ancora sulla terra grazie ai suoi abbracci. ero ancora lì grazie a lui.

lo guardai, i suoi occhi erano luminosi come sempre, ma più spenti del solito. qualcosa non andava. le sue labbra erano tese e la mascella serrata.

feci finta di niente, mi sforzai comunque di sorridergli al meglio che potevo.
-mi è mancato vederti- dissi.

lui mi sorrise, e dopo aver salutato mia madre mi invitò a rifugiarci nella mia camera.
strinsi la sua mano nella mia e lo trascinai al piano superiore.

-come stai?- mi chiese nel mentre, con fare premuroso.

-quando sono con te, bene, lo sai.- 
gli confidai, mentre mi sedevo sul letto.
il mio sorriso si spense quando notai che dopo quella frase sembrava essersi teso ancora di più.

-qualcosa non va, Blake?-

-quando non sei con me, come stai?-
mi interruppe lui, bruscamente.

sussultai.
-come dovrei stare? mio padre è morto e intanto io mi stavo godendo la vita ridendo e scherzando. come dovrei prenderla?-
balbettai e una lacrima mi scese lungo la guancia.

Blake non si comportava mai così, con me.

congiunsi i miei occhi ai suoi. lui si sedette di fianco a me e mi strinse a lui.

-ti amo così tanto, Sherly...-
la sua voce era tremante. cominciai a preoccuparmi.

-Blake, c'è qualcosa che non va, lo capisco. lo sai che con me puoi parlare-

lui mi guardò, sembrava stesse per scoppiare in un pianto disperato.
-Aki...-  continuai mentre anche i miei occhi si stavano riempiendo di lacrime.
avevo paura.

-Lo dirò tutto d'un fiato, Sherly.-  mi avvertì.

accennai con la testa, ma ancora non ero pronta a quello che stava per dirmi.
prese le mie mani tra le sue.

lui inspirò.
-Mio padre... Lui mi obbliga ad andare a studiare in un università europea.-
espirò.

lo fissai. ancora e ancora. pregavo, stavo pregando purché fosse uno scherzo.
un terribile scherzo.
un terribile incubo.

lo fissai ancora. i miei occhi non rendevano conto dei pezzettini a cui si stava riducendo il mio cuore.

-S-simpatico, Blake... A-adesso dimmi che è uno scherzo-
provai a sorridere, scoppiai anche in una risata nervosa.

lui però continuava a guardarmi con le sue iridi celestine lucide di lacrime.

-Sherly, io non voglio lasciarti... ma non ho altra....-

-NO!-  urlai a squarciagola, tanto che sentii mamma correre per le scale.
-NON DIRLO- continuai.

lui provò ad avvicinarsi a me. mi alzai dal letto di scatto.

-non... ti... azzardare...-
un singhiozzo mi bloccò.

-Esci da questa stanza, Blake. non voglio vederti più-
le lacrime scendevano alla velocità della luce.

-Sherly. io partirò doma...-

-NON MI INTERESSA!-
gli urlai contro, poi mi girai verso la finestra, dandogli le spalle.

-esci e non farti più vedere.-

il suono di una porta che si richiudeva fu l'ultima cosa che sentii prima di collassare sul pavimento.

riaprii gli occhi, una goccia salata aveva fatto capolino sul mio viso.
sentii il suo pollice raccogliermela con dolcezza, poi mi prese il viso tra le mani.

-Io non riuscivo più a sopportare tutto quello.
uscire da quella stanza, è stato l'errore più grande della mia vita.-
mi sussurrò.

gli sorrisi sorpresa dalle sue parole.

-Un giorno ero in chiamata con mio padre. mi raccontò di avere una nuova compagna. riconobbi il nome di tua mamma.-
continuò lui, mentre mi coccolava teneramente il viso.

le sue mani mi si poggiarono alla vita, dove lui mi portò più vicino al suo corpo. mi cinse con le sue braccia come a volermi proteggere da ogni male.

dentro a quel calore riuscii a sentire la parola
'casa'.
riuscii a sentirmela incidere nel cuore, che lui ha creato, lui stesso ha distrutto, e poi l'ha forgiato di nuovo. 

-a quel punto, non riuscii quasi a crederci.
non avevo informazioni di te da tre anni, non potevo abbandonare tutto e non sapere neanche se ti avrei ritrovata.-

si bloccò, fermato da un mio singhiozzo.
mi stavo trattenendo per non scoppiare a piangere tra le sue braccia.

-Ci pensai giorni e notti intere. ma poi decisi.
rinunciai agli studi e una settimana dopo quella chiamata ero già in città.-
mi raccontò tutto nel modo più dolce che potesse fare. non lo avevo mai sentito più vicino di così.

-quando ti ho guardata, a quella cena... Sherly, io non ho visto la ragazzina sperduta che ho lasciato. Io ho visto una bellissima donna dai capelli rossi e gli occhi verdi come le foreste divine che appaiono solo nei miei sogni.-

non riuscii più a frenarmi. se era un pianto di gioia o di tristezza, non lo avrei mai capito.
l'unica cosa che sapevo e che non mi ero mai sentita più viva, più amata di così.

gli buttai le braccia attorno al collo e appoggiai le labbra alle sue. erano calde, morbide, e accoglienti.
lui mi strinse a se in modo bisognoso.
non mi fermai quando percepii Blake abbandonare una lacrima che bagnò la mia pelle calda.

persi tra di noi, non ci rendemmo conto che il temporale era finito da tempo, il sole era tornato.
a nostro rischio, non riuscimmo a separarci nemmeno quando il portone stridulò, e aprendosi illuminò tutta la stanza.

-Ma che cosa...-



Ciao lettori e lettriciii🙃

come sta proseguendo la storia?
voglio sapere se vi piace.

ma secondo voi chi è che ha aperto la porta?🫢

prima di tutto, vorrei davvero ringraziare tutti voi per il traguardo raggiunto.

100k visualizzazioni,
non riesco a descrivere quanto emozionata mi sento🥹

seconda cosa, volevo comunicarvi che la storia non durerà ancora per molto:
quando arriveremo al capitolo 30, saremo probabilmente molto vicini alla fine.

e niente ragazzi miei, vi aspetto tra qualche giorno con il nuovo capitolo.
baci💋

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