ᴘʀɪꜱᴏɴᴇʀ ʜᴇᴀʀᴛꜱ

By sallyclaim

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Un carcere, delle celle, pareti fradicie di dolore. Keira Reyes, 19 anni, dopo aver intrapreso un corso di ps... More

dedica🦋
- cast -
‼️ premessa e warnings ‼️
prologo 1.1
prologo 1.2
first meeting
Nigel Carter
a game of chess
hypocrisy
wounds
half closed door
we used to be close
nearness
something wrong
I set fire to the rain
fire off
fire on (part. 1)
fire on (part. 2)
controversial past
butterflies

extinguished cigarette

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By sallyclaim



Keira

"Sicura? A me non sembra che tu stia proprio al massimo delle tue forze sai" dico a Beth, sorreggendola da un braccio, mentre Edward sblocca la sua macchina. L'hanno appena dimessa dopo circa 18 ore.

"Ti ho detto di si, ho avuto un calo di pressione e sono caduta, ma ora sto bene" mi rassicura con un sorriso. Se pensa che io me la sia bevuta, si sbaglia di grosso.

"E va bene, ma sappi che sarò io a scortarti in ospedale e a mettertici dentro con la forza se non dovesse essere così" la minaccio puntandole il dito, conoscendola probabilmente in questo momento sta cercando di soffocare una risata nervosa dato che è consapevole del fatto che ne sono capace.

"E io sarò il suo complice, quindi non ti conviene" interviene Edward ridacchiando, mentre fa scattare la portiera dal lato del passeggero.

"Tu vai pure, mi accompagna lui"

"Non se ne parla! Ho già detto a Nigel che oggi non ci sarei stata, perciò fate spazio su" posiziono le mani sui fianchi, alternando lo sguardo tra i due.

Loro si guardano per qualche secondo, poi scuotono la testa comunicandosi qualcosa a me ignoto.

"Ora comunicate anche con gli sguardi, fantastico" borbotto riducendo gli occhi a due fessure.

"Elizabeth non vuole che tu ti senta costretta, tutto qua"

"Andiamo tu sei arrivato ieri e mi insegni cosa vuole o non vuole mia sorella" sbuffo alzando gli occhi al cielo. "Mi ha accompagnata qui una ragazza, devo avvertirla...non scappate o sarò costretta a ricorrere a mezzi poco legali" rivolgo loro un ultimo sguardo prima di voltarmi e andare alla ricerca del parcheggio di Lily.
Potrei anche solo chiamarla, però sarebbe irrispettoso nei suoi confronti, dopotutto mi ha fatto un enorme favore che in qualche modo mi sento di ricambiare, in futuro.

"Finalmente! Tutto bene?" Lily scende dalla macchina venendomi incontro con un'espressione interrogativa sul volto.

"Si, o almeno credo, sai Beth è capace di fingere anche sul punto di morte" ridacchio divertita al ricordo di tutte quelle volte in cui da piccole lei aveva la febbre, ma trovava sempre il modo di camuffarla con qualche cubetto di ghiaccio sulla fronte. D'altronde era anche l'unico modo per alleviarla, non potevamo permetterci medicinali e avere qualche soldo in tasca era un po' il nostro sogno inconfessabile.

"Un po' come mia madre - scuote la testa, lasciandosi sfuggire un sorriso al ricordo e mi ritrovo a fare lo stesso - torniamo?"

"Penso che andrò con mia sorella a casa, sai voglio starle accanto oggi, più tardi manderò una e-mail al direttore per giustificare la mia assenza"

"Oh va bene, io tra poco dovrei avere la seduta con Elias" dà un'occhiata all'orologio legato al polso prima di tornare in macchina e mettere in moto.

"Ah Lily...grazie" le sorrido riconoscente al di là del finestrino, lei mima un 'non c'è di ché' prima di spingere sull'acceleratore e uscire dal parcheggio. La seguo con lo sguardo e un pensiero insolito si fa strada nella mia mente, sorrido come un'ebete.

"Bene bene bene - mi infilo in macchina - mi spiegate, precisamente, cos'è successo?" alterno lo sguardo tra i due.

"Te l'ho già detto"

"Non sono stupida, Beth" sbuffo.

"Keira, esageri sempre! Poi dici a me che sono assillante" mi lancia uno sguardo attraverso lo specchietto retrovisore, un colpo di tosse le attraversa la gola.

"Guardala! - mi rivolgo ad Edward - È una bugiarda di professione"

"Keira, metti giù le armi e fidati di tua sorella, perché dovrebbe mentirti?" mi domanda con tono serio, mentre svolta verso la via di casa.

"Non lo so, impressione e solitamente non sbaglio mai" sbuffo abbandonandomi sul sedile.

Prima che l'auto parcheggi, mi affretto ad aprire la portiera e scaraventarmi fuori, qualche secondo dopo Edward fa lo stesso affrettandosi ad aprire la portiera anche a Beth. Mi chiedo come possano essere lui e Nigel fratelli, hanno una concezione di raffinatezza opposta.

"Keira, puoi accompagnare Elizabeth di sopra? Io devo andare - si avvicina a mia sorella e, quando le posa un bacio sulla guancia, strabuzzo gli occhi - a presto...e Keira? Tieni d'occhio Nigel per me!" alza leggermente la voce prima di tornare nella sua auto color nero opaco.

"Chissà cosa avete fatto in mia assenza"

"Keira!" mi trucida con lo sguardo, non appena superiamo il salotto.

L'ho detto ad alta voce?

"Mi è sfuggito, scusami" alzo le mani in segno di resa.

"Vado a vedere se c'è qualcosa di pronto da mangiare, hai fame?" le domando prima di uscire dalla stanza dalle mura bianche - o meglio - prima che lei mangi me.

"Non tanto...prima devo parlarti di una cosa" si fa seria, inarco un sopracciglio confusa mentre mille ipotesi mi frullano in testa.

"Di che si stratta?" mi accomodo sul letto avvolto dalle lenzuola color lilla, accanto a lei, con una sensazione di ansia all'altezza dello stomaco.

"Ti ricordi di Ryan?" dice di getto, come se l'avesse trattenuto a lungo.

Ryan. Un secchio d'acqua ghiacciata mi si versa addosso. Come posso non ricordarmene?

"Certo che mi ricordo" picchietto con le dita sulle lenzuola del letto.

"L'hai più sentito?" mi domanda cercando il mio sguardo con gli occhi.

Lei non sa.

"No" ribatto in automatico.

"Hai il suo numero?"

"L'ha cambiato se non ricordo male" mento.

"Capisco - si fa pensierosa - volevo parlargli"

Le unghie si conficcano nel palmo della mano, mentre avverto la mia temperatura corporea calare improvvisamente.

"Parlargli...di cosa?" le domando sperando di aver usato il tono desiderato, piatto e indifferente.

"Non dimentico niente" un sorriso sincero che mi provoca una stretta allo stomaco fa capolino sulle sue labbra.

Uno, due, tre, quattro..

"Possiamo parlarne un'altra volta?" le domando con un'unica speranza, sotterrare il più profondamente possibile questa conversazione.

Lei annuisce confusa. "Va bene, come vuoi, io penso che andrò a dormire, sono stanca"

"Fai come vuoi, non ti assillo questa volta" le sorrido prima di alzarmi per uscire dalla stanza, ma la sua voce leggermente più bassa mi blocca.

"Puoi parlarmi di tutto, lo sai?"

"Tranquilla, quando sarò incinta di qualcuno sarai la prima a saperlo"
E con una risata nervosa e un pizzico di ironia, spazzo via tutto.

"Keira..." scuote la testa ormai rassegnata ai miei modi, ma con un sorriso capace di risvegliare i fiori ormai appassiti, mentre una risata riecheggia nell'aria, la mia risata.
Forse un po' troppo forzata, forse troppo debole per cancellarmi.

Chiudo la porta alle mie spalle, butto fuori tutta l'aria trattenuta da fin troppo tempo, seppellisco con cura uno scrigno mai aperto, espongo i miei polmoni ad un'aria nuova, autentica ripromettendomi di permettere al presente di illudermi e al passato di spezzarmi per poi ricostruirmi dall'interno...perché finché a custodirlo saremo solo io, il mio cervello e il mio cuore, sarò io l'unica peccatrice, l'unica testimone e l'ultima sofferenza.

*

"Prendi la mia macchina, questa settimana non lavoro" mi avverte Beth dal bagno.
Sono le nove passate e si è appena svegliata, solitamente è il contrario, è sempre lei ad alzarsi prima di me.

"Sicura che non vuoi che rimanga con te?" le chiedo, ma mi rimangio tutto non appena mi ricordo di qualcosa. "Dimenticavo, esiste Edward"

"Non mi dire che sei gelosa?" si sforza un po' per alzare la voce, affinché mi arrivino tutte le parole.

"Per niente! Semplicemente, a quanto pare, potrei anche rimanere in quel carcere per sempre, tanto basta una telefonata ad Eddy!"

La porta del bagno si spalanca mostrando Beth dalla faccia rossiccia e i capelli all'aria.

"Ora, per favore, lasciamo stare queste cose - fa un lungo respiro - piuttosto come va con Nigel?"

"Alla grande" ribatto, mentre rimetto in borsa le mie cose.

"Non hai combinato niente?" domanda sospettosa.

"No, altrimenti ora sarei la sua compagna di cella, non credi?"

"Keira, io ti conosco e so benissimo che saresti capace di camuffare un omicidio come se fosse una cosa da tutti i giorni" ridacchia scuotendo il capo. Ha ancora la pelle pallida e i segni delle ore precedenti si notano un po' troppo.

Anche se un po' riesco a nasconderlo, sono tremendamente preoccupata per lei.

"Almeno una certezza nella mia vita esiste" borbotto.

"Che hai detto?"

"Niente Beth, riposa e per qualunque cosa e sottolineo qualunque, chiamami, poi se servirà chiamerai l'anziano Carter" mi avvicino per circondarle il collo. Le sfugge una risata nel sentire il nomignolo che gli ho affibbiato.

"Tranquilla, ti prometto che quando tornerai non mi avranno ancora seppellita" ridacchia accarezzandomi i capelli.

Non mi avranno ancora seppellita.

Il cuore cessa di battere al pensiero di una vita senza mia sorella. Senza il suo sorriso smagliante, le sue guance che si colorano di rosso ogni volta che si imbarazza, l'espressione omicida che mi regala tutte le volte che dico qualcosa fuori luogo...senza di lei l'aria che respiro non sarebbe più la stessa, la terra sulla quale cammino non mi reggerebbe abbastanza e il peso del mio cuore diventerebbe troppo.

"Non dirlo mai più" una sensazione orribile mi attanaglia lo stomaco. "Per favore, promettimelo" continuo.

"Ehy - si stacca da me per potermi guardare negli occhi - stavo scherzando" mi rassicura come una madre fa con il suo bambino.

"Promettimelo" insisto.

"Te lo prometto" ribatte sincera, come quando ci si stringe il mignolo per fare una promessa eterna.

Ed è solo allora che riesco ad uscire di casa, scendere le scale e mettere in moto l'auto e tornare nel posto al quale sono stata destinata.

Oltrepasso il cancello, rivolgo un cenno del capo a qualche guardia prima di andare direttamente nella stanza dove più tardi assisterò Carter.

Posiziono la borsa nell'armadio, afferro un elastico da essa per legarmi i capelli, fa troppo caldo per lasciarli all'aria. Mi tasto le tasche alla ricerca del lip gloss alla fragola, svito il tappo e me lo passo sulle labbra divenute secche.

"Mi chiedo a cosa ti serva quel coso se le tue labbra sono rosa di natura"

Me lo sono immaginata o..?

Mi giro di scatto e l'immagine che si materializza di fronte a me potrebbe rientrare tra le cose più illegali che una persona possa mai vedere.

Nigel Carter è stravaccato sulla sedia di fronte al tavolino, con addosso una canottiera bianca e un paio di pantaloni arancioni. I capelli scuri sono leggermente tirati, mentre un taglio gli trapassa il sopracciglio.

"Regala un sapore dolce, ma immagino che a te questo non interessi" faccio leva sull'ultima parola, incrociando le braccia al petto.

Lui rimane immobile, non si muove, non parla, mi fissa solamente, come un cacciatore studia la sua preda.

"Che c'è?" gli domando con tono confuso.

"Oggi niente giochi contorti?"

Gli dovrei dire che ho conosciuto suo fratello?

"Non dovevi venire più tardi?" ignoro la sua domanda.

"Diciamo che c'è stato un piccolo incidente" alza le spalle.

"Per incidente intendi che hai rischiato l'isolamento, di nuovo?" domando facendo riferimento al taglio all'altezza del sopracciglio.

"Qualcosa di simile" si limita a dire, rimanendo vago.

Prendo posto di fronte a lui, accavallando le gambe avvolte da un paio di jeans.

"Cosa studiavi al liceo?" gli domando presa dalla curiosità.

"Fammi indovinare, è una di quelle domande del cazzo, tipo a trabocchetto? Perché non è nei miei piani rispondere" mi guarda sospettoso.

"Per una volta, potresti rispondere evitando di sottolineare il tuo lato antipatico?" sollevo gli occhi al cielo.

"Quale altro lato preferisci, rossa?" un ghigno divertito gli contorna il volto.
Trasalisco.

Possibile che deve captare sempre e solo ciò ciò vuole?

"Io studiavo materie umanistiche" dico, ignorando la sua domanda, mentre brividi prendo a correre sulla mia colonna vertebrale.

"Che vuoi fare?" insisto un'altra volta.

"Puoi prendermi una cosa?"

Lo guardo confusa.

"Niente di illegale, devi solo infilare la mano nei miei pantaloni" indica i suoi polsi, come per giustificare la sua richiesta.

Strabuzzo gli occhi incredula, con quanta tranquillità me lo sta chiedendo?

"Nelle tasche dei pantaloni" sottolinea, come se mi avesse appena letto nella mente. Un sorriso furbo gli contorna le labbra.

"Che vorresti prendere?" chiedo guardandolo con sospetto.

"Due cosette, puoi?" insiste avvicinandosi con il volto.

"Non stai tramando qualcosa per vendicarti di me giusto?"

"L'avrei fatto da un pezzo - replica ovvio - ora te lo chiedo un'altra volta, puoi farlo?"

Gli rivolgo un'altra occhiata ambigua. Dopotutto ha ragione, è ammanettato e qualunque cosa voglia prendere, non ci riuscirebbe da solo.

"Non fare cose strane" lo ammonisco prima di alzarmi e spostarmi di fronte a lui.

Mi abbasso leggermente sulle ginocchia, allungo la mano verso i suoi pantaloni.

"Quale tasca?" chiedo con la mano a mezz'aria e lo sguardo rivolto verso il suo.

"Entrambe"

Rivolgo la mia attenzione alla tasca destra, avvicino le mie mani lentamente, con il cuore che mi galoppa nel petto. Cosa mi sta facendo fare esattamente?

"Pel di carota, devi solo prendere due cosette del cazzo, non ti ho chiesto si farmi un.."

"Sta' zitto se vuoi che lo faccia" lo blocco, mentre infilo la mano nella sua tasca, entrando in contatto con qualcosa di carta.

"Da dove le prendi queste?" gli chiedo estraendo un pacchetto di Malboro rosse e un piccolo accendino nero.

"Non è difficile, è un carcere, c'è un po' di tutto - alza le spalle - ora manca l'altra cosa" mi ricorda.

"Veramente qua non c'è niente"
Possibile che questa tasca sia peggio della borsa di una ragazza?

"Veramente non serve che tu ti inginocchi tra le mie gambe" mi dice con voce bassa, bloccando ogni mio movimento.

"Mi dici di prenderti due cosette dalle tue tasche oceaniche e ora mi dai anche ordini sulla posizione in cui devo stare?" lo guardo dal basso, con un'espressione a dir poco incavolata dipinta sul volto, rimettendomi completamente sulle ginocchia.

"Le cose strane le stai facendo tu" sottolinea, spostando lo sguardo di fronte a sé.

"Sto facendo esattamente ciò che tu mi hai chiesto, dato il tuo stato, immagino" replico con tono ovvio. Afferro un lembo di stoffa dalla tasca, l'unico presente nella fessura. 

"Stai facendo di tutto per portarmi al limite" sospira, facendo scorrere il suo sguardo sulla mia figura.

Bingo. Anche Nigel Carter ha un limite invalicabile.

"Era questo che volevi quindi?" gli mostro la striscia e faccio per alzarmi, ma nel farlo faccio troppa pressione sulle sue cosce.

"Ti ho fatto male, Carter?" gli domando, vedendolo trucidarmi con gli occhi.

"Tu non hai la minima idea di cosa stai facendo" ribatte riportando lo sguardo nel mio.

"Cosa?" domando, inarcando un sopracciglio.

"Aiutami ad accendere la sigaretta" sposta l'attenzione sul pacchetto posto sul tavolo, scegliendo di non rispondermi.

Faccio come mi ha detto, estraggo una sigaretta dal pacchetto. Lui si sporge in avanti, aspettandosi che gliela posi sulle labbra, ma non lo faccio. Me la porto alle labbra, faccio bruciare l'estremità e inspiro il fumo. Lui strabuzza gli occhi incredulo.

"Che cazzo fai? È la mia" contesta fulminandomi con lo sguardo.

"Non più" alzo le spalle, mentre un colpo di tosse mi costringe a buttare fuori il fumo.

"Visto? Non è roba tua, passamela" mi schernisce.

"Non fumo da anni, volevo riprovare" mi limito a dire sedendomi sul tavolo.

"Non ti serve, ridammela. Ora." ribatte duro.

"Altrimenti?"

"Altrimenti..." la frase rimane in sospeso.
Si sposta in avanti con la sedia e, con un movimento rapido delle gambe, mi sposta in avanti, verso di lui.

"...questo" avvicina pericolosamente il viso e mi ritrovo a trattenere il fiato. Schiude le labbra e il mio stomaco mi tradisce.
Proprio quando sono sicura che stia per baciarmi, mi accorgo dell'assenza della sigaretta tra le mie labbra.

Perché dovrebbe baciarmi poi? Sono la stagista che dovrebbe assisterlo dopotutto, ma che trasgredisce qualche regola facendo di testa sua.

"Sei un bastardo" mi ritrovo a dire riprendendo fiato, con l'adrenalina che mi scorre nelle vene e la mente leggermente scombussolata.

Quando ho varcato la soglia di questo carcere, non mi ero prefissata niente di ciò. Niente che mi renda irrequieta o nuda con un semplice sguardo, mi ero promessa che niente mi avrebbe alterato le giornale.

"L'hai scoperto solo ora? Devo dire che hai i tuoi tempi" domanda, mentre con i polsi legati allontana la sigaretta per buttare fuori il fumo inalato - o meglio - per gettarlo sulla mia faccia.

"Mi hai solo confermato la tesi" incrocio le braccia al petto, trattenendo un colpo di tosse, reazione che mi viene spontanea. Sono anni che non tocco una sigaretta e il vizio e l'abitudine sono ormai svanite.

Mi soffermo sui suoi occhi scuri, contornati da delle ciglia lunghe. I lineamenti spigolosi e virili risaltano particolarmente, mentre inspira il fumo nocivo dalla sigaretta incastrata tra le labbra carnose per poi rilasciarlo quasi a rallentatore.

"Spero che quel pezzo di stoffa non ti serva per appiccare fuoco con me all'interno" gli dico, costringendolo a spostare la sigaretta sull'angolo destro della bocca per potermi rispondere.

Lo stomaco fa una capriola, mentre il cuore salta un battito. Che cosa sta succedendo esattamente?

"Se dovessi farmi uscire di testa con le tue stronzate, sarà la prima cosa a cui penserò"





SPAZIO AUTRICE

Ciao a tutti🧘‍♀️
Come state? 💕
E si ragazzx, oggi ho aggiornato prima del previsto. Diciamo che ho avuto così tanta ispirazione che non riuscivo a staccarmi, infatti il capitolo l'ho diviso in due sennò sarebbe stato davvero molto lungo (personalmente non li amo molto lunghi)

Ma torniamo al succo del nostro capitolo:

- inizio un po' deprimente, ma la fine compensa tutto immagino, non odiatemi (risparmiate questo sentimento per dopo ok?)

- Che ne pensate di Edward? Chi preferite tra quest'ultimo ed Elliot (basandovi su ciò che avete letto)? 🌸

- Vabbè ragazzx, Nigel Carter ormai💃🏻

Con questo vi auguro una buona lettura e alla prossima💋

- la vostra sally🖤

ig: sallyclaimbks
tiktok: sallyclaimm

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