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By _SarahJey_

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โ˜… Sherly Adams e Blake Parker sono due semplici liceali americani, sono l'uno il passatempo dell'altro e la f... More

Cast
Capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
Capitolo 4
capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
Capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 20
capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34 pt.1
Capitolo 34 pt.2
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Epilogo
๐‹๐ž๐ญ๐ญ๐จ๐ซ๐ข...โค๏ธ

Capitolo 19

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By _SarahJey_



-il tuo territorio, eh?- sbuffai senza ragionare.
-quanta maturità, davvero, ne sono stupita.-
continuai a parlottare senza un senso, la vista era sfocata.

-invece di insultarmi ringraziami e stai zitta-

guardai verso il posto di guida, e anche se non vedevo chiaramente, captai il suo sguardo sul mio.

-quell'università ti ha alzato il quoziente intellettivo di almeno due livelli,Aki.-

scoppiai a ridere per la mia stessa battuta,
ma ritornai seria quando sentii una mano sul mio fianco. sprigionava calore e mi godetti quel contatto chiudendo gli occhi.
quando li riaprii riuscivo chiaramente a vedere i suoi occhi glaciali su di me, la macchina si era fermata.

-che c'è? ti sei offeso?- non riuscivo a smettere di ridacchiare, avevo esagerato con l'alcool, a fine serata. Conan mi aveva detto di smetterla e si era offerto per riportarmi a casa, ma lo avevo ignorato. mi sarei sicuramente sentita in colpa, la mattina dopo.

Blake poggiò la mano sulla mia fronte, mi rivolse uno sguardo preoccupato.
-ti senti la febbre?-

-perché hai fermato la macchina?-
lo ignorai.

-se ti senti male dimmelo.-

annuii, e quando lui ripartì chiusi gli occhi,  e con il solo suono dolce del suo respiro mi addormentai.

mi svegliai poco dopo perché mi sentivo sballottata. non ero più in macchina.
-Blake?- lo richiamai in un sussurro quando vidi il suo viso sopra il mio, mentre mi teneva in braccio saliva delle scale.

-dove mi porti?-  ero ancora sotto effetto dei drink, ma ero più cosciente. sollevai lo sguardo.

-Siamo da me. le chiavi di casa tua ce le ha Ivy, si è scordata di ridartele.- affermò lui mentre mi poggiava delicatamente sul suo letto. la sua stanza aveva i toni freddi, ma comunque accogliente. c'erano pochi oggetti personali, a parte qualche boccetta di profumo qua e là e catenine d'argento da tutte le parti. era proprio fissato con le collanine.

-ma tuo padre...?-
-è con tua mamma.- mi rassicurò, ma un inspiegabile ondata di tristezza mi oscurò il volto. mi lasciai andare sul materasso con un grugnito.

Blake si infilò dei pantaloni sportivi e una      t-shirt nera, e fece per mettersi di fianco a me.
poi si bloccò guardandomi.

-se preferisci che io non dorma con te, posso andare di sotto.-

mi lasciai sfuggire un sorriso a tanta premura.

-nel senso, non vorrei che domani ti svegli e cominci a pensare che io abbia approfittato di te.-  si riprese facendosi più serio.

-no, stai qui.- gli risposi. lui si mise sotto le coperte.

-allora buonanotte, Sherly.-

ricambiai e lui si sistemò dandomi la schiena.

lo chiamai.

-mh?- si mise sul fianco opposto, per guardarmi.
-com'era l'università?- feci quella domanda perché non avevo sonno, volevo parlare con lui.

si lasciò andare un sospiro, poi parlò.
-non c'eri tu.-

-io sono seria-
-anche io.- ribattè. era più serio che mai.

-e tu invece?- guardò il soffitto rassegnato all'idea di dormire. -come è andata avanti la tua vita?-

mi domandò, ed era veramente interessato.
io, tuttavia, ero ancora un po' brilla e sparlai per questo.

-Oh, io ho avuto all'incirca dieci fidanzati...-
alzai le dite facendo finta di contare.
-ventidue amanti...mi sono ubriacata all'incirca centosettanta volte e...-

-ok, basta adesso, non fa ridere.- mi interruppe e io scoppiai a ridere.

-che c'è, non ti interessa sapere con quante persone ho scopato in tre anni?- lo sfidai. volevo portarlo al limite.

-che c'è, vuoi avere dei morti sulla coscienza?-

ero stanca di parlare, volevo arrivare ai fatti, io. poi ragionai. lui non l'avrebbe mai fatto con me ubriaca.
sospirai e mi coprii di più con le coperte.

-Blake. questo vestito è scomodo.-
mi lamentai mettendomi in ginocchio di fianco a lui.

-è per caso un invito? siamo già a questo punto?- sorrise e io a mia volta.

-no.-
bugia.
-dammi una tua maglia-

guardai nell'armadio alla ricerca di una maglietta sotto al suo sguardo. aprii un cassetto. afferrai la maglietta che mi serviva, ma quando lo feci mi misi quasi a ridere.

-che c'è?- mi chiese, stranito dalla mia risata improvvisa.

puntai la luce del telefonino su quel pacchetto argentato, che era nascosto sotto alla t-shirt.
lo presi e lo misi sotto allo sguardo di Blake, che fece roteare gli occhi.

-ma chi è che nasconde i preservativi nell'armadio?!-

lo vidi alzarsi dal letto e me lo rubò dalle mani.
-io. problemi? vuoi per caso aiutarmi a finire il pacchetto?-

rimasi di stucco a quella domanda e lui scoppiò a ridere. -cambiati e dormi, devi farti passare la sbronza-

scossi la testa ridacchiando. mi sedei sul letto dalla parte opposta di Blake.
in modo lento e sensuale abbassai le bretelline vestito. cadde sui fianchi, dove poi lo sfilai tutto lasciandolo cadere alle mie caviglie.

tutto ad un tratto la stanza si fece silenziosa. lui non si lasciava andare nemmeno un respiro di troppo. ero sicura stesse osservando i miei movimenti.

decisi di osare. dopotutto, non ero un granché lucida. allungai le mani dietro la schiena e sganciai il reggiseno, poi, sempre lentamente mi infilai la maglia. profumava di lui.
profumava delle sue sigarette aromatizzate di menta.

distesi le gambe sul materasso, e vedendo il suo sguardo sul mio corpo feci l'innocente:
-che c'è, Blake?- sorrisi.

affilò gli occhi. -sei perfida. non ho mai conosciuto nessuno malefico quanto te.-

-eccitato, Parker?-

il mio sorriso sparì mano a mano che lui metteva un ginocchio tra le mie gambe, sfiorando l'interno coscia. si sollevò facendo leva sui miei fianchi, il suo profumo mi investì e la catenina che aveva al collo ricadde sul mio labbro, facendomi sussultare per il contatto freddo dell'argento.

fece un ghigno. non prometteva niente di buono. tra i nostri sguardi partì una tacita sfida. non feci nemmeno in tempo a capire in cosa ci stessimo sfidando, che il suo ginocchio  cominciò a fare una leggera pressione sulla mia intimità.

poi, in me ripartì la stessa sensazione di quando l'avevo visto baciare quella ragazza, al club. e guardava me.
mentre un formicolio si estese dal basso ventre fino ad arrivare alle tempie, capii che quella sensazione non ero mai riuscita a comprimerla definitivamente.

e adesso che Blake la stava saziando, l'unica cosa che desideravo era che mi facesse arrivare al limite. oltre al confine.

poi vidi il ghigno stampato sulla sua faccia, e collegai tutto. io lo avevo provocato, ora lui stava ripagando me.

'ogni azione ha una conseguenza, ricordatelo, carotina.'
dentro di me cominciò a girare la voce di Blake che pronunciava quelle parole, anni prima.

non dovevo dargliela vinta. lo lasciai fare, ma non diedi a vedere il piacere che stava provocando quella pressione. la mia espressione indifferente gli diede fastidio, lo percepii subito.
era difficile da controllare, ma ne valeva la pena.

si abbassò al mio orecchio, appoggiando la sua guancia alla mia. succhiò lentamente il lobo, in una maniera perversa che mi fece desiderare le sue labbra dappertutto. ovunque.

-non sai quello che stai facendo, piccola.-
sussurrò tra un bacio e un altro sul mio collo.
lasciai che arrivasse allo scollo della sua maglietta, prima di parlare.
il suo fiato caldo pizzicò alla base del mio collo.

-certo che lo so.-
non feci in tempo a finire la frase, che il rumore di uno strappo mi fece sussultare.
alzai la testa e vidi il suo pugno contenere i brandelli di ciò che indossavo.
voleva giocare? che i giochi abbiano inizio.

-no. tu non lo sai.-
piegò la schiena e mi baciò il ventre. poggiò le sue labbra carnose ovunque, proprio come avevo desiderato.
lasciai ricadere la testa sul cuscino mentre trattenevo qualche sospiro.
arrivò di nuovo al collo, mordicchiò qualche lembo di pelle e prese la mia collana tra i denti. quel gesto fu qualcosa di inspiegabile.

ero affamata del suo corpo come lo ero tre anni prima, delle sue labbra e dei suoi occhi che mi lasciavano senza fiato ogni volta. volevo i suoi capelli morbidi e corvini, a cui mi ero sempre divertita a tentare di crearci un confine, ma senza successo.

allungai le braccia e gli circondai il collo attirandolo verso di me. mi fiondai sulle sue labbra e lui ricambiò chiedendo l'accesso con la lingua per approfondirlo.

poi si sollevò da me di scatto e mi guardò.
-Sherly... tu sei...-

-Blake.- lo interruppi e gli sorrisi.
-io mi fido di te. proprio come tre anni fa.-

non perse tempo. si buttò e con la lingua lasciò dei baci umidi sul mio seno. misi le mani nei suoi capelli e gli feci dei grattini dietro al collo, che erano il suo punto debole.
gli angoli delle sue labbra si sollevarono, aveva capito che me lo ricordavo.

mentre si abbassava, afferrai i bordi della
t-shirt e la sollevai. alzò le braccia per aiutarmi, e io godei della vista che tanto mi era mancata. Blake non era solo cresciuto di qualche anno, era completamente diverso da come lo ricordavo. le spalle erano larghe e scolpivano braccia muscolose,gli addominali
incisi perfettamente in una tartaruga e i fianchi leggermente più stretti del petto.

mi persi ad ammirarlo e non mi accorsi che le sue mani si stavano poggiando sulle mie gambe per divaricarle. viaggiarono poi all'interno coscia fino ad arrivare tra le pieghe della mia intimità, che Blake cominciò a eccitare con il medio e l'anulare.

ritornò poi con il viso sul mio seno, giocò con la lingua sui capezzoli turgidi.
il mio respirò aumentò al contatto delle sue labbra nel mio punto più sensibile.
chiusi gli occhi per qualche minuto godendomi la dolce tortura che mi era mancata.

quando li riaprii, trovai Blake che mi osservava, pronto a entrare dentro di me. gli diedi un bacio a stampo, e sorrisi.
c'era qualcosa che scorreva nelle mie vene quando lui era vicino a me. il calore che emanava era come una droga per me. qualcosa di calmante, ma anche eccitante allo stesso tempo. qualcosa che mi dava sicurezza e insicurezza contemporaneamente.

lo sentii penetrarmi lentamente e mi sorrideva, mi studiava per capire se faceva male.
emisi un gemito e rivolsi gli occhi al soffitto. circondai con le gambe i suoi fianchi e con i talloni lo spronai a continuare.
cominciò a muoversi dentro di me e portò una mano sui miei seni. abbassò la testa e mi riempì il viso di lenti baci a stampo.

arrivando poi alla mia bocca, mi morse il labbro inferiore. tra i gemiti e ansiti sentivo il suo fiato irregolare sulle labbra. mi sorrise. non riuscii a ricambiare, avevo gli occhi rivolti verso l'alto e la bocca socchiusa.

rimanemmo così alcuni minuti, e mentre la stanza era riempita dei nostri respiri io raggiunsi il culmine del piacere. Blake mi baciò per soffocare alcuni urli che non riuscivo più a trattenere. sentivo che i suoi fianchi certe volte arrivavano a scontrarsi con il mio inguine. quando il suo petto cominciò a sollevarsi e abbassarsi più velocemente capii che anche lui stava per raggiungere l'orgasmo.

e mentre io ero ancora sotto il suo effetto e i battiti si regolarizzavano lui appoggiò la guancia sulla mia.

pensavo che avessimo finito, quando Blake risollevò lo sguardo e mi investì con i suoi occhi azzurri come il ghiaccio, continuò a muoversi dentro di me e sul suo viso si espanse un ghigno.
sentii il suo ritmo aumentare di nuovo.

abbassò il viso al mio orecchio, lo sentii respirare sulla mia guancia. il piacere tornò e anche io cominciai ad ansimare, mentre affondavo le dita nella sua schiena.

Blake si fermò, dentro di me. scivolando lentamente a fondo, poi si ritraeva di nuovo
e il ritmo aumentò ancora.

poi lo sentii sussurrare al mio orecchio.

-tu.-
i suoi fianchi sbatterono contro il mio interno coscia, provocandomi un dolore così piacevole da farmi emettere un urlo.

-sei.-
di nuovo. il ritmo era lento ma le spinte arrivavano così a fondo che pensai di potrei spezzarmi in due. soffocai un altro gemito.

-mia.-
un ultima spinta. un ultima, prima che l'orgasmo mi colpisca di nuovo. più forte di prima, le gambe cominciarono a vibrarmi e affondai le mani tremanti nella sua schiena.

ansimai contro la sua bocca, ormai esausta.
sentii Blake stendersi al mio fianco, mi circondò la vita con le braccia, prima di cadere entrambi nel sonno.

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