MOÌRIAS-L'ombra della luce-

By NediFo

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Da molto tempo ormai ad Aretem dominavano sofferenza e morte. Sotto il controllo della Strega era stato insta... More

Booktrailer
PROLOGO
NOTA DELL'AUTRICE
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XII
XIII
XIV
XV
XVI
XVII
XVIII
XIX
XX
XXI
XXII
XXIII
XXIV
XXV
XXVI
XXVII
XXVIII
XXIX
XXX
XXXI
XXXII
Epilogo
Brevi video sulle storie di Aaris e Nauìya
Ringraziamenti

XI

50 7 181
By NediFo

Nauìya

Uno sparo tuonò improvviso e inaspettato. Non era mai stata tanto contenta di sentire quel suono.

Erano settimane che seguivano diversi gruppi di soldati nella speranza che venissero attaccati dal cecchino di cui aveva parlato Daren.

Uno dei soldati cadde a terra morto, doveva essere sicuramente lui, nessuno era in grado di ucciderli a una tale distanza a causa delle loro tenute antiproiettile che lasciavano scoperte solo poche e minuscole parti.

Un altro sparo. Un altro soldato morto.

I rimanenti si misero in guardia puntando i fucili da tutte le parti ma non riuscendo a vedere il loro aggressore.

Si trovava su uno dei tetti, ma Nauìya non avrebbe saputo dire quale.

Fece un cenno a Zen che si arrampicò agile sulla copertura più vicina, intanto lei e gli altri avrebbero attaccato i soldati per aiutare il cecchino.

Il primo ad agire fu Daren che svuotò il proprio fucile sparando a raffica contro i loro nemici gridando per dare maggiore forza alla sua carica. Nauìya aveva già notato che quel ragazzo era troppo impulsivo, tendeva ad agire senza ragionare e spesso rischiava di fare più danni che altro.

In poco tempo rimase senza munizioni e poteva al massimo aver ferito uno dei soldati mancando completamente tutti gli altri, Nauìya si chiese come avesse fatto a raggiungere i vent'anni di vita avendo un carattere tanto stupidamente irriflessivo.

Approfittò del fatto che i soldati si fossero distratti con lui per attaccarli.

Orm fece altrettanto, quindi si fiondarono ai due lati del plotone, combattendo con ciò che avevano a disposizione. Non avevano gli esplosivi di Louid che avrebbero reso più equilibrato lo scontro, ma Nauìya contava sulle capacità del cecchino per la buona riuscita dell'attacco.

A un certo punto si guardò attorno, per comprendere la loro situazione: Daren, buttato il fucile ormai inutilizzabile, aveva raccolto una pistola caduta a un soldato e sparava con quella, Zen non si vedeva da nessuna parte, sperò solo che avesse trovato il cecchino, contava su di lei per quello, era l'unica che avrebbe potuto riuscire nell'impresa considerate le sue grandi capacità atletiche. Jeynn stava combattendo brandendo un bastone, ma sembrava in difficoltà contro il soldato che la attaccava con colpi sicuri e potenti.

Lei e Orm invece si trovavano nel punto in cui lo scontro era più vivo, nel giro di poco erano stati accerchiati e ora si proteggevano le spalle a vicenda, cercando di difendersi l'un l'altro nei loro punti ciechi.

Ad aiutarli però c'erano gli spari del loro misterioso alleato che facevano cadere un avversario alla volta sfoltendo le loro fila.

Nauìya sentì improvvisamente il grido di una ragazza e, voltandosi, vide Jeynn a terra, disarmata con l'avversario sopra di lei pronto a ucciderla con un colpo secco. Non sapeva come aiutarla, era circondata; Orm fece per correre verso di lei, ma i soldati gli sbarravano la strada, Daren sembrava anche in difficoltà e per qualche ragione gli spari erano cessati.

Mentre l'uomo abbassava la propria lama sul corpo indifeso della ragazza, un coltello argenteo sfrecciò verso la sua direzione, colpendogli la mano e disarmandolo. Un'altra decina di piccole lamette, lanciate a una velocità allucinante, piovvero sui soldati che circondavano lei e Orm, colpendoli in punti non vitali, ma indebolendoli a sufficienza da permettere ai due di rimontare e cambiare l'esito dello scontro a loro favore.

Sollevò lo sguardo; era Zen, si era buttata con una spettacolare capriola dal tetto di uno degli edifici e aveva lanciato le lamette che l'aveva vista affilare ogni giorno. Si aggrappò a una barra di acciaio sporgente da un altro edificio e ruotando si buttò poi a terra in maniera spettacolare.

Sapeva che era brava ad arrampicarsi, ma non si aspettava che fosse tanto capace e neanche che avesse quel talento nel lanciare coltelli.

Corse verso il soldato che aveva attaccato Jeynn e in pochi colpi lo sconfisse definitivamente.

Nauìya intanto, insieme a Orm e al cecchino che aveva ripreso a sparare, riuscirono a mettere fuori gioco tutti gli altri soldati. Avevano vinto, era stato più facile del previsto.

Nauìya guardò Zen con una muta domanda.

La ragazza capì immediatamente e annuì, dopodiché guardò verso uno degli edifici da cui poté scorgere una figura minuta scendere con calma dalla parete agganciandosi ai vari appigli. Dunque lo aveva trovato.

Quando infine atterrò e si diresse verso di loro, Nauìya non poté credere ai suoi occhi. La figura interamente vestita di grigio, identico al palazzo da cui era scesa, non le arrivava nemmeno alle spalle, era magrolina e gracile.

Quando si tolse il passamontagna, comparve ai suoi occhi lo sguardo giovane di un bambino che poteva avere al massimo dieci anni. Era lui dunque il famoso cecchino?

Lei e gli altri si guardarono preoccupati per un attimo, volevano davvero coinvolgere un bambino in una faccenda tanto rischiosa?

«Lui è Tike» spiegò Zen, posando una mano sulla spalla del ragazzino.

«Lo so cosa state pensando, sono troppo giovane per quello che avevate in mente, ma sono le mie capacità che vi servono, che importanza ha se le mani che premono il grilletto sono più piccole di quello che vi aspettavate?» Intervenne lui fissando in particolare Nauìya con i suoi grandi occhi verdi che avevano visto forse troppa sofferenza per così poco tempo di vita.

La ragazza lo osservò con attenzione, la pelle ambrata era sporca di fuliggine e i capelli con i rasta dorati e rossicci, erano ricolmi di una polvere bianca che suppose fosse derivata dall'intonaco scrostato degli edifici che andavano in pezzi. Il suo sguardo era determinato, lo faceva apparire in un certo senso più grande, anche se non gli toglieva la dolcezza tipica dei volti infantili.

Nauìya era molto più piccola di lui quando aveva iniziato a vivere per strada, anche lei aveva imparato presto a uccidere, e non avrebbe mai accettato di essere lasciata indietro solo per la sua età, aveva sempre voluto che le sue capacità le venissero riconosciute, ed era certa che per Tike dovesse valere lo stesso.

«Assolutamente nessuna, siamo venuti qui per proporti di unirti a noi, ultimo baluardo della resistenza. Vogliamo uccidere la Strega e la tua mira potrebbe farci molto comodo» disse decisa. Orm si voltò esterrefatto verso di lei.

«Vuoi far combattere un bambino?!»

«Non sono un bambino! Sono un guerriero! Proprio come te! E voglio seguire l'Ayìsse» rispose Tike, voltandosi poi verso di lei. Come faceva a sapere che era lei l'Ayìsse? La voce si era diffusa tanto in fretta?

«Una delle poche regole della resistenza è proprio quella che vieta a bambini di età inferiore ai quindici anni di combattere, non possiamo...»

«Ma la resistenza non c'è più o sbaglio?» lo interruppe Nauìya, non c'era niente che potesse dire per farle cambiare idea, era certa che Tike sarebbe stato un'ottima risorsa, non poteva lasciarsela sfuggire solo perché era un po' più giovane di quanto che si fossero aspettati.

Orm sbuffò, era la prima volta che metteva in discussione la sua parola. Doveva esserci qualcosa dietro, probabilmente anche lui non era così immune alle emozioni come aveva creduto, e questo non le piaceva, non le piaceva per niente.

Il gigante si allontanò di qualche passo e tirò un calcio a un sasso fiondandolo verso un edificio di fronte a cui erano accatastati dei detriti, in preda a un breve ma intenso attacco d'ira.

La pietra però non produsse il suono che si era aspettata, non rotolò, sembrò piuttosto che avesse colpito qualcosa che ne attutì il rumore.

Nauìya tornò immediatamente in guardia avvicinandosi lentamente alla catasta di macerie. Orm, accortosi della sua tensione, fece altrettanto. Bastò un cenno perché si mettessero d'accordo su come procedere, c'era qualcuno nascosto lì dietro.

La montagna infilò il braccio imponente nella fenditura dove doveva trovarsi la spia e l'afferrò con forza tirandola allo scoperto, pronto a colpire.

Con un grido di terrore ne uscì fuori una ragazzina, i capelli castani scompigliati e sporchi non nascondevano il suo volto candido contratto dalla paura. Orm, comprendendo di non avere di fronte a sé un soldato, lasciò la presa e si ritrasse, forse spaventato per aver quasi ucciso una ragazzina non molto più grande di Tike.

«Vi prego non fatemi del male!» gridò lei, ancora tremante dalla paura.

«Scusa, non volevo, scusa! Spero di non averti colpita troppo forte con quel sasso!» Orm aveva chiesto perdono con un tono preoccupato che non gli aveva mai sentito.

«Ma... ma voi non siete soldati!» notò lei osservandoli meglio. Gli occhi erano grandi e dolci, uno appariva castano e l'altro grigio scuro conferendole uno sguardo fuori dall'ordinario.

Malgrado la sporcizia che le copriva il volto, Nauìya riuscì a vedere in lei un'innocenza molto rara nel loro mondo di sofferenza ma, malgrado tutto, sentiva provenire da lei una profonda tristezza che invece conosceva bene e che probabilmente accomunava tutti i cittadini di Aretem.

«No, non siamo soldati» confermò, osservandola. Era molto carina, la sua pelle era candida, e quasi perfetta, l'aspetto sano; non era cresciuta per strada, né alla resistenza, doveva venire da una di quelle poche famiglie che erano riuscite a non perdere la casa. Forse i suoi genitori tiravano avanti con i lavori ingrati che erano costretti a fare tutti i cittadini che volevano avere un pezzo di pane senza combattere. Dovevano averla protetta cercando di non farle mancare nulla, ma probabilmente era accaduto qualcosa se si trovava lì, nascosta nelle macerie per nascondersi dai soldati.

«Come ti chiami?» le domandò Jeynn avvicinandosi zoppicante, uno sguardo intenerito in viso.

«Auleen» rispose.

Malgrado dovesse essere più grande di Tike, sembrava più piccola, probabilmente non aveva mai combattuto in vita sua, sarebbe stata spacciata a stare da sola senza una protezione.

«La tua famiglia?» le chiese Orm, con un tono seriamente preoccupato.

Nauìya notò Tike a braccia incrociate che guardava con astio la nuova arrivata che gli aveva rubato la scena e aveva spostato tutta l'attenzione dei presenti su di sé.

Sorrise, dopotutto era comunque un bambino e aveva bisogno di attenzioni anche se non lo avrebbe mai ammesso, voleva mostrarsi grande, ma non lo era. Nauìya si chiese se anche lei fosse stata così alla sua età, ricordava solo di essersi sempre sentita più grande malgrado tutti le dessero della bambina, ma probabilmente lo era davvero anche se all'epoca non se ne rendeva conto.

Gli occhi della ragazzina divennero lucidi, ma riuscì a trattenere il pianto.

«È stata sterminata senza pietà, non avevano fatto niente di male, ma loro li hanno uccisi lo stesso, per degli stupidi ideali insensati che stanno rovinando il nostro mondo», rispose piena di rabbia, poteva anche essere debole e indifesa, ma aveva delle forti convinzioni e Nauìya la rispettava per questo.

«Mi dispiace tanto...» disse Jeynn avvicinandolesi e abbracciandola.

«Hai un posto dove andare?» domandò Orm.

La ragazzina scosse la testa.

«Casa mia ormai è vuota senza di loro, mi hanno tolto tutto, voglio vendetta», disse con convinzione.

«Tranquilla, presto l'avrai, io sono Nauìya, l'Ayìsse, ho già ucciso il Generale e la Sirena, la prossima sarà la Strega, morirà, non avrò pietà né per lei, né per nessuno di quei fanatici che la seguono».

La ragazzina spalancò gli occhi ancora lucidi e la osservò.

«Tu... tu... sei l'Ayìsse?» chiese con un bagliore negli occhi, era incredibile come un semplice nome poteva riaccendere la speranza delle persone.

«Certo che è l'Ayìsse! Io lo sapevo fin da subito!» si intromise Tike, squadrando la ragazzina contento di sapere qualcosa che lei ignorava e tentando di spostare nuovamente l'attenzione su di sé. Nauìya era certa che volesse dirgli il perché sapesse un'informazione tanto importante, volesse raccontare la sua storia o mostrare dei colpi di pistola per far ammirare quanto fosse bravo, da come si agitava e cercasse il minimo aggancio per poter partire a parlare.

«Voglio venire con voi, posso?» supplicò intanto Auleen, stringendo i pugni trepidante, sperando in una risposta affermativa. Nauìya annuì.

«Andiamo, le strade non sono un luogo sicuro dove stare, vi mostreremo il nostro rifugio» aggiunse, iniziando a incamminarsi verso il negozio.

Sperava che Louid avesse fatto progressi con quelle particelle, sentiva che presto ne avrebbero avuto bisogno. Auleen aveva ragione, la Strega doveva morire al più presto, stava rovinando il mondo, ma lei lo avrebbe salvato, avrebbe risolto ogni cosa, avrebbe liberato tutti da quella sofferenza.

Presto, molto presto, Aretem avrebbe avuto ciò che più desiderava e Nauìya si sarebbe assicurata che tutto andasse per il verso giusto.

Oggi abbiamo un capitoletto corto e leggero che ha presentato due nuovi personaggi (alcuni dei miei preferiti tra l'altro).

Ecco a voi Tike (per quel che riguarda la pronuncia fate come volete, inizialmente lo avevo pensato  per essere esattamente come è scritto e quindi 'Tiche', poi fantAsilena ha coniato il nome 'tic', ma può essere letto anche all'inglese 'Taic', io personalmente lo pronuncio sempre in maniera diversa, quindi va bene qualunque cosa😅)

Il nostro caro cecchino per questa foto si è vestito parecchio colorato, normalmente indossa abiti un po' più mimetici😅

Bene, passiamo adesso alla cara Auleen

E con loro due abbiamo aggiunto i due personaggi più giovani della storia ma ugualmente importanti, senza di loro il libro non sarebbe stato lo stesso, quindi non sottovalutateli.

Bene, questo è tutto, giuro che appena ho un briciolo di tempo in più passerò a rispondere ai commenti, è un periodo un po' incasinato😅

Vi auguro un buon inizio settimana, ci vediamo venerdì con Aaris!

NediFo

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