Sulle tracce di Dennis Logan

By ZUBRYBLACK

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Dennis Logan è uno spietato serial killer che uccide solo per il gusto di farlo macchiandosi così della morte... More

Confessioni
Dennis Logan
Tracy Grey
Caduta dal balconcino
20 Luglio 1995
Carlos Perez
Il suo ultimo messaggio
Yazmin Malìk
Caduti come angeli senza ali
4 Marzo 2000
10 Aprile 2000
Mia Callum e Hannah Young
Proprio belle da morire
Dimitry Bryce
Non era chi sembrava
18 Gennaio 2002
Confronto
Michael Brenton
L'ultimo racconto
7 Luglio 2005
Carline Jerard
Il delitto di Tullahoma
La maschera innocua del killer
Toby Jackson
La cultura della morte
7 Febbraio 2006
Kayla Lobosca
Uccisa dal desiderio
28 Febbraio 2007
I Cinque di McMinnville
Cosa successe quella notte
Il killer fantasma
Scomparsi ad Halloween
Lo sguardo del diavolo
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Come fosse posseduto
L'ennesimo buco nell'acqua
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Il re di ghiaccio
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Ucciso per il gusto di farlo
15 Settembre 2013
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Il ritratto di Dakota Yole
Disegnava il suo assassino
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Salito sulla macchina sbagliata
2 Febbraio 2014
Vecchi ricordi
Il ritorno di Yazmin
Tarìck Yamahn
Ritorno alle origini
Il mostro ha vinto ancora
4 Marzo 2014
Il dossier di DL killer
La Jane Doe di Paris

I falsi killer

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By ZUBRYBLACK

Dopo gli omicidi avvenuti ad Halloween, un grande caos generale si sparse per quasi tutto il Tennessee. La gente aveva iniziato ad avere paura ad uscire di casa, sia che fosse da sola o in compagnia, perché era ovvio ormai che quel pazzo assassino non si facesse scrupoli.

In quel periodo però, le indagini della polizia vennero ostacolate da altri tipi di crimini che riportavano la stessa firma. Il problema era che i responsabili non era affatto il colpevole che stavano cercando, ma altri criminali dilettanti che pensavano di farla franca usando la firma di Dennis.

Uno di loro si chiamava Roy Pabborn, un uomo di appena trent'anni già conosciuto dalla polizia per furto.

Roy aveva rubato due auto in due occasioni diverse e, tenendo in ostaggio i proprietari, si era fatto consegnare carta di credito e bancomat con il codice e ne aveva svuotato il conto in banca senza ostacoli. La terza volta, forse avendo agito con troppa spavalderia, era stato fermato e arrestato.

Dopo essere uscito di prigione, Roy non aveva abbandonato la sua vita criminale, ma aveva deciso di non occuparsi più di auto, così i suoi furti vennero effettuati a casa di pensionati indifesi e soli, di ragazzini lasciati soli perchè i genitori lavoravano o addirittura approfittando delle vacanze che la gente faceva.

Quella volta decise di fare proprio così: approfittò del fatto che un'anziana coppia fosse andata a trovare i parenti in Florida per entrare in casa loro e rubare. I due signori non avevano nessun cane da guardia e la loro abitazione era situata in una zona dove difficilmente passava qualcuno, quindi avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per entrare, rubare e uscire.

L'unica cosa che non aveva tenuto conto era il sistema di allarme che i proprietari avevano saggiamente installato prima di partire.

Quando Roy mise piede nell'abitazione un forte suono stridulo echeggiò per tutta la casa il criminale, preso dal panico, si gettò fuori dalla finestra rompendola in mille pezzi. Prima di lasciare la casa però, decise di incidere sulla porta la firma di Dennis, convinto così di farla franca.

Quando la polizia giunse sul posto, non ci mise molto a fare due più due e capire che chi aveva scritto quelle lettere sulla porta non era il misterioso assassino, così raccogliendo le innumerevoli tracce lasciate da Roy, lo arrestarono subito e lo interrogarono.

Roy, seduto nella sala interrogatori, si guardava intorno cercando di sembrare innocente e confuso.

«Roy Pabborn giusto?» chiese un uomo rivelandosi poi il tenente Wallace.
«Sì signore, sono io. Che cosa ci faccio qui?»
«Non lo so, me lo dica lei, signor Pabborn.»
«Ah non saprei. Vede io stavo facendo visita a un amico tutto tranquillo e all'improvviso vedo due poliziotti che mi trascinano in macchina.»
«Ma certo, capisco il disagio.» Wallace tirò fuori due foto ritraenti la porta incisa e la finestra rotta, «Ma vede signor Pabborn, io penso che questo lavoro sia solo opera sua.»

Roy guardò le foto e scosse la testa cercando di mantenere la sua messa in scena, ma era ovvio che il tenente Wallace non avesse ancora finito con la sua spiegazione.

«Signor Pabborn, è inutile che nega o fa finta di niente. Abbiamo comparato le sue impronte digitali con quelle sulla porta, e inoltre la calligrafia della firma non è affatto la stessa.» Wallace tirò fuori la foto della firma originale di Dennis, «Vede? La "D" in questo caso è quasi storta, mentre la sua è praticamente dritta. Inoltre la "L" è troppo grande qui sulla porta, mentre in questa foto come può vedere è leggermente più piccola.»

Roy fece un piccolo colpo di tosse imbarazzato, chiaramente non era la stessa mano che aveva inciso le lettere sulla porta.

«Signor Pabborn, penso che un giorno di fresco per tentato furto, violazione di domicilio e vandalismo la aiuterà a capire che ostacolare le infagini è molto pericoloso.»

***

Ma Roy non fu l'unico ostacolo per il tenente Wallace. Tre mesi dopo un'altra firma emerse in un vicolo spesso frequentato da spacciatori.

Le due lettere erano state scritte con un pennarello rosso sopra il dorso della mano di un uomo, probabilmente deceduto a causa di un eccessivo uso di sostanze. Wallace, dopo aver ispezionato la scena del crimine e fatto foto alle lettere malamente scritte, non ci mise molto a trovare il vero responsabile: una donna colombiana sulla quarantina che lavorava nella lavanderia poco distante.

Stava buttando la spazzatura e, trovando il cadavere appoggiato proprio al muro della sua abitazione, aveva avuto paura di finire ingiustamente nei guai, così aveva preso un pennarello indelebile rosso e aveva scritto la firma di Dennis per allontanare possibili indagini dalla sua persona.

Quando fu portata alla centrale di polizia, la donna non riusciva a smettere di tremare. Si guardava intorno come se fosse una macchina arruginita, muovendo la testa a scatti e aveva costantemente gli occhi lucidi.

Una volta nella sala interrogatori, Wallace entrò con un bicchiere d'acqua che offrì alla signora: «Allora, signora Sanchez, lei sa perché si trova qui?»
«No... no non lo so...»
«Io invece credo di sì.» le porse la foto del corpo dell'uomo e poi subito dopo la foto delle lettere sopra la mano, «Le ha scritte lei queste vero? Perchè?»

La signora Sanchez non disse nulla.
«Signora Sanchez, è inutile che finge, sappiamo che le ha scritte lei. Ci sono sue impronte ovunque. Ma vorrei già dirle che non finirà in prigione, o almeno, io cercherò di evitarlo.»
La signora Sanchez bevve un lungo sorso d'acqua, svuotando quasi l'intero bicchiere. Poi, facendo un grosso respiro profondo, rispose timorosa: «Io non ho ucciso quell'uomo... non sono un'assassina.»
«Si lo so bene, signora Sanchez. So che lei non lo ha ucciso. Ma voglio sapere perchè ha scritto quelle lettere.»
«No, non sono stata io... è stato quello...»
«Signora Sanchez, la prego.» Wallace si massaggiò le tempie, «Non mi faccia perdere tutto questo tempo.»

Prese la foto della firma originale di Dennis e la pose sotto gli occhi della signora, vicino alla foto della mano con le scritte in rosso.

La signora Sanchez a quel punto iniziò a tremare ancora più forte, facendo tremare il tavolo che divideva i due dentro alla stanza.

«Come vede, signora Sanchez, le due firme sono completamente diverse. Prima di tutto, perché questa è stata incisa nella pelle della vittima, non scritta con un pennarello. È così che l'assassino agisce. Secondo, le lettere di questa foto hanno una calligrafia diversa da quelle di questa foto qui.»

Spiegò che la “D” era davvero troppo piccola rispetto alla “L”, cosa che nella firma originale invece non era affatto così, le due lettere avevano le due grandezze invertite, e per di più la pancia della “D” in quel caso era troppo spigolosa.

La signora Sanchez, a quel punto, spiegò che aveva riprodotto quella firma solo per paura. Alla fine Wallace la lasciò andare solo con un'ammonizione.

***

Nel corso delle indagini altre due firme fasulle vennero trovate sui muri di un bagno pubblico vicino a un parco, scritte con la vernice spray nera, esageratamente grosse e sopratutto senza cadaveri nei paraggi.

Wallace scoprì subito che i responsabili erano solo due ragazzini che si divertivano a spaventare dei loro coetanei.

Il tenente a quel punto ritenne molto importante istruire il corpo di polizia su come riconoscere subito le incisioni del vero killer da quelle false e inoltre, rivolgendosi alla città, chiese espressamente in un'intervista di non abusare di quella firma, poiché si era rivelata l'unica prova effettiva del colpevole.

«Sappiamo che due lettere incise non sono molto, me ne rendo conto, ma sarà meglio per tutti noi se collaboriamo, e non mettiamo troppa carne al fuoco. Mi sono spiegato?» si sistemò i capelli biondi pettinati all'indietro, «Quindi, mi rivolgo soprattutto ai giovani, non ostacolate le indagini. Quelle lettere sono state fatte da un pericoloso e spietato serial killer, e tutti noi vogliamo assicurarlo alla giustizia. Pertanto vi chiedo cortesemente di non riprodurre, imitare, o scrivere in maniera inappropriata quelle lettere. Ascoltatemi, per il bene vostro e della vostra famiglia.»

Il tenente Wallace, con quelle parole, cercò in qualche modo di mettere in guardia le persone, di far capire loro di non provocare chiunque ci fosse dietro a quegli omicidi terribili.

Non sapevano ancora chi fosse, o come agiva, o addirittura cosa scatenasse la sua voglia di morte. Perciò la cosa migliore che si potesse fare in quel caso, era proprio quella di non mettersi troppo contro questo misterioso soggetto.

Purtroppo però, le sue parole non vennero ascoltate, e il lavoro della polizia venne rallentato in maniera pericolosa.

Troppe le piste false da seguire, troppe le ammonizioni da fare, il tenente Wallace non sapeva più dove mettere le mani. Così, per sistemare in parte il caos appena creato, decise di stampare in formato A5 una foto della firma originale, e comprarla con tutte quelle che saltavano fuori, per assicurarsi e capire se fossero dello stesso autore oppure no.

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