Beyond Pride - Mattheo Riddle

By callmecarrieriddle

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[IN CORSO] La storia parla di Nora Nott, sorella di Theodore Nott, che appartiene alla casata di Serpeverde... More

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By callmecarrieriddle

"Lascia fare
al tempo"
(Jane Austen)

NORA MERYL NOTT


La cena era finita da un po'. Eravamo rimasti in silenzio per tutto il tempo. I due fratelli avevano gli occhi puntati su di me da tutta la sera. Io cercavo di non incrociare i loro sguardi e continuare a mangiare.

Pensavo a Mattheo, al bacio e allo strano atteggiamento di Tom. Non ci capivo più niente.

Era tutto così confuso. Perché Tom all'improvviso stava diventando simpatico? Perché Mattheo mi ha baciata e perché quando gli sono vicina mi sento in quel modo? Perché i fratelli Riddle dovevano essere così complicati, perché dovevano complicarmi la vita?

Avevo troppe domande per la testa ma a nessuna di queste avrei trovato risposta.

Ma la vera domanda è cosa voglio io?

Voglio fare finta di essere felice e vivere con Tom?

Voglio conoscere meglio Mattheo?

O voglio scappare da qui e vivere tranquilla?

Io credo che la terza opzione sia quella che preferisco ma la prima è la più razionale. La seconda non dovrei neanche pormela. Solo che quando gli sto accanto sento qualcosa. È come se io e lui ci conoscessimo più di quanto sembra e non ne capisco il motivo.

Alle mie orecchie arrivò una voce che proveniva dal salotto: la voce di Mattheo Riddle.

« Lei non dormirà in quella cazzo di stanza Tom »

« È l'unico posto dove può dormire »

« Non potete fare i normalissimi marito e moglie e dormire insieme? Non dirmi che non vuoi scopartela Tom perché non ti credo » lo sentì ridere

« Chiudi quella cazzo di bocca Mattheo » ringhiò il fratello e sentì dei rumori.

Uscì dalla sala da pranzo e mi diressi verso quella stanza. Oh merda, stavano facendo a botte.

« Ma che cazzo fate si può sapere! » mi intromisi.

Non si poteva neanche stare un attimo in pace,
ma che cosa avevano in testa quei due!

« Smettetela! » urlai stanca della situazione.

« Fatti i cazzi tuoi Nora » dissero i due all'unisono continuando a prendersi a pugni.

Ma che sono pure telepatici?

« Basta! Se devo stare in questa casa gradisco almeno un po' di pace! Alzatevi teste di cazzo! »
alzai ancora di più la voce, ora mi hanno stancata.

Da oggi comando io. Se devo stare in questa casa, visto che sarò una futura "Riddle", do io gli ordini.

Se devo convivere con quelle teste di cazzo devo tirare fuori le palle, che loro non hanno.

Non mi interessa se "devo portargli rispetto" solo perché sono i figli del Signore Oscuro, quei due non mi faranno del male, e il perché non lo so.

Me lo sento e basta.

Quando sentirono quelle parole uscire dalla mia bocca i fratelli Riddle si guardarono scioccati, non vi aspettavate questo lato di me eh?

Non mi è mai piaciuto obbedire a qualcuno.

Faccio sempre di testa mia e non prendo ordini da nessuno. Solo che pensavo "loro sono i Riddle non posso fare ciò che mi dice la testa o mi uccidono"

Ma sinceramente? Sti cazzi.

Non ho più voglia di avere paura. Devo lottare per i miei genitori. Devo avere la forza di combattere.

E prima o poi devo vendicarmi.

Tom e Mattheo erano ancora fermi a guardarmi confusi per la mia azione.

« O dormirò nella famosa camera di cui parlate tanto oppure dormite insieme in una delle vostre camere e io dormo da sola in un altra, non starò di certo nel letto con Tom, ne tantomeno con te Mattheo, per cui decidetevi e smettetela di fare i bambini! »

« Pensi di poter comandare Nora? »  se la rise amaramente Mattheo mentre suo fratello restava zitto con un espressione furiosa sul volto.

« Si Mattheo. Se proprio devo essere la "moglie" »
mimai con le dita le virgolette « di Tom e se devo convivere con voi, comando io, cariño »

Avevo origini spagnole e amavo questa lingua, la sapevo parlare abbastanza bene in effetti.

La faccia seria di Tom si trasformò quasi in una divertita e il fratello lo guardò male.

Mattheo aveva una faccia infuriata ma era fermo, non emetteva un fiato. Sembrava che non respirasse.

« Che c'è Mattheo? Non sei abituato ad una donna che ti da gli ordini? Beh abituati allora » lo provocai ancora avvicinandomi a lui con aria di sfida.

« Potremmo ucciderti adesso se volessimo »
parlò Tom cercando di tornare serio e provocandomi una risata amara che lo confuse.

« Tu non lo faresti, e nemmeno il tuo fratellino »

« E come lo sai, bambolina ? » mi sfidò Tom.

« Lo so e basta, c'è qualcosa che vi porta a non farlo, ma non so ancora cos'è » risposi alzando le spalle.

MATTHEO MARVOLO RIDDLE

Il mio sguardo non trasmetteva niente. Ero serio ma in realtà dentro stavo impazzendo.

Odiavo la sua convinzione. Eppure aveva ragione.
Io non l'avrei mai toccata, dopo aver ucciso suo padre soprattutto, e poi come potevo fare del male a lei?

Inoltre non potrei farle del male a prescindere, anche se avessi voluto. Ordini di mio padre.

Ma non potrei mai fare del male ad un viso così angelico. A degli occhi così puri. A quegli occhi color ghiaccio in cui ti potevi perdere ad ammirarli.

Mi attraeva fisicamente in una maniera assurda.

Lei mi attrae da morire. Lo ammetto.

Ma i sentimenti, quelli che avevo scritto nella lettera, quando ero fatto e ubriaco, erano cazzate.

Io non ho mai amato nessuno oltre mia madre e non lo farò mai, perché l'amore rende deboli.

L'amore ci rende deboli e lo sappiamo tutti.

Volevo solo farla innamorare, per potermela scopare almeno una volta. Così non mi sarebbe interessata più.

Così non avrei avuto più quell'attrazione fisica.

L'avrei scopata e sarebbe finito tutto.

Odiavo non poter avere una ragazza. Io volevo provarle tutte. Una per una. E mancava solo lei.

Ma non potevo fare nulla con Nora.

La guardavo incazzato senza dire nulla ma in realtà mi piaceva questo suo lato. Anche se con me non avrebbe funzionato, non riuscirà a comandare me.

Sono io che do ordini.

« Credi di mettermi paura, Nott? » le risi in faccia.

« No, Riddle, non era quella la mia intenzione »

« Io non dormirò con mio fratello nè tantomeno tu dormirai in quella stanza » diventai più serio che mai, non permetterò che metta piede in quella camera.

« Dormirai con tuo fratello, ora decido che stanza preferisco tra la tua e la sua » fece un sorrisino compiaciuto e salì al piano di sopra.

Ha un bellissimo sorriso però.

Non controbattei alla fine, tanto io non dormivo quasi mai e mio fratello per quanto è stressato si addormenterà subito senza darmi fastidio oppure uscirà a fare qualcosa come al solito.

Per cui sarà come non dormire assieme. L'unica cosa che mi interessa è che non entri in quella stanza.

Poco dopo lei scese le scale.

« Ho scelto quella che mi piace di più »

« Sono curioso » la seguì al piano di sopra insieme a Tom per vedere in che camera avrebbe dormito.

« Hai preferito davvero la camera di Tom? »

Mio fratello rise compiaciuto alla mia affermazione.

« Meglio, mi tengo la mia bella camera » affermai poi e chiusi la porta della mia stanza lasciandoli lì.

Andai verso la finestra e accesi una sigaretta che portai subito alla bocca e rimasi lì per un po' evitando mio fratello che era entrato nel mio bagno.

NORA MERYL NOTT POV

Entrata in camera vidi subito la mia valigia e una volta disfatta osservai meglio la stanza.

La carta da parati era nera e i mobili del medesimo colore. Il letto era matrimoniale ed era molto spazioso.

Mi ci buttai subito a pancia in giù, era anche molto comodo devo dire. Il materasso era davvero morbido.

Le finestre toccavano i piedi del pavimento ed erano molto alte. Rettangolari con la punta ovale.

Delle alte piante erano riposte vicino ad esse.

La pavimentazione era in legno. Parquet grigio scuro.

La camera faceva quasi paura per quanto fosse tetra.

Però mi piaceva comunque, era accogliente.

Di fronte al letto c'era un piccolo balcone.

Uscì a vedere e affacciandomi vidi Mattheo che fumava tranquillo sul davanzale della sua finestra.

Lui mi notò e di colpo chiusi la porta e tornai dentro.

Mi diressi in bagno, gettai i vestiti per terra ed entrai nella vasca. Aprì l'acqua riempiendola e aggiunsi del sapone per formare la schiuma.

Chiudendo gli occhi ci sprofondai dentro.

Avrei voluto potermi nascondere dai problemi come stavo facendo ora sott'acqua.

...

Dopo un oretta o due, misi i piedi fuori da essa e avvolsi il mio corpo in una tovaglia e raccolsi i capelli in un asciugamano.

Feci poi per asciugarmeli e lavarmi i denti.

Misi il pigiama e provai ad addormentarmi.

Non mi sentivo per nulla a mio agio in quella casa.

Non riuscivo proprio a prendere sonno.

Mi giravo e mi rigiravo continuamente, cercando di trovare la posizione più comoda per dormire.

Nessuna andava bene.

I pensieri mi torturavano. Mi martellavano il cervello.

Pensavo ai miei genitori, al mio matrimonio, alla vita infelice che avrò. Che senso ha vivere così?

Che senso ha vivere una vita che non ti appartiene?

Che senso ha vivere quando tutto va per il verso sbagliato e non c'è più niente che ti renda felice?

Se sono ancora qui è per mio fratello.

Solo per lui. Non sopporterebbe mai di perdermi.

Non posso abbandonarlo, non lo farò mai.

Ammetto che varie volte ho provato a gettarmi nel vuoto e dare fine alla mia vita.

Non è bello da dire ma mi sentivo talmente soffocare che volevo soltanto chiudere gli occhi.

Se non l'ho fatto è per Theodore,
per la persona che amo di più al mondo.

...

Continuavo a pensare, non riuscivo proprio a dormire.

Avevo controllato l'orologio, erano le sei del mattino e il sole era già sorto, dando al cielo una sfumatura di colori mozzafiato.

Quel meravigliosa cielo sui toni dell'arancione e del giallo era davvero spettacolare ai miei occhi.

Mi sedetti sul letto e decisi di osservarlo.

Dopo un po però il cielo iniziò a diventare grigio.

Le nuvole erano alte in cielo e si facevano più scure.

Segno che avrebbe piovuto.

Il canticchio degli uccelli echeggiava nelle orecchie.

Adoravo questa atmosfera, mi trasmetteva tranquillità.

Fece per piovere e mi rilassai ancora di più.

Adoravo il rumore delle gocce d'acqua che battevano per terra in continuazione.

Provai allora ad addormentarmi dato che si erano fatte le sette e mezza del mattino.

Quasi due ore a fissare il cielo, incredibile no?

Appoggiai la testa sul cuscino e chiusi gli occhi.

"Smettila di piangere! Non sopporto più i tuoi singhiozzi, finiscila!" mio zio mi urlò contro

"Ancora non la smetti? Ti ho detto di non piangere più stupida bambina!" mi prese lui per il collo

"Ti prego zio, lasciami!" lo implorai

"E tu smettila di piangere per delle stupide videocassette con le voci odiose dei tuoi genitori!"

Urlò nel mio orecchio facendomi piangere di più.

"Ancora non la smetti eh?!" continuò dandomi uno schiaffo in pieno volto così forte da lasciarmi il segno.

Continuò a schiaffeggiarmi spingendomi contro l'armadio facendomi così sbattere la testa.

"Basta! Basta!" lo scongiurai in lacrime con quel poco di voce che mi era ormai rimasta.

"Devi startene zitta!" mi diede un pugno in pieno viso.

Iniziai a tremare, il dolore era atroce.

Il sangue mi fuorisciva dal naso, l'occhio era ormai diventato nero ed io ero uno straccio.

"NON VOGLIO PIÙ SENTIRTI PIANGERE BASTARDA!" gridò stringendomi ancora il collo.

Mi stava soffocando.

Smisi di piangere, tremavo.

Non versai più una lacrima e lui mollò la presa e se ne andò dalla mia camera lasciandomi in quello stato.

Da quel momento rimasi terrorizzata da quell'uomo, mi faceva una paura inspiegabile.

Ogni volta che lo vedevo tremavo.

Trattenevo le lacrime ogni volta.

Avevo continui attacchi di panico.

Mi svegliai di colpo dall'incubo. Stavo piangendo, anche nella realtà. Ero spaventata.

I singhiozzi si sentivano da tutta la stanza.

Strillai piangendo. Mi stringevo forte la testa come per farla smettere di ripensare a quell'evento di qualche anno fa. Avevo i brividi. Fremevo per la paura.

Qualcuno improvvisamente entrò dalla finestra di camera mia: era proprio mio zio, era lui.

Rabbrividì vedendolo, mi faceva sempre più paura,
era soltanto uno psicopatico.

Indietreggiai lentamente e mi costrinsi a tapparmi la bocca, lui odiava sentirmi piangere. Era ovviamente venuto per colpa delle mie urla.

Soffocavo le lacrime. Non volevo essere picchiata ancora. Non di nuovo, sono stanca.

« Devi smetterla di piangere! Stavo cercando di dormire e improvvisamente ho sentito le tue odiose urla. Devi smetterla ragazzina mi hai stufato adesso, sei solo debole come quel rammollito di tuo padre! »

Questo fu ciò che mi urlò contro stringendomi il collo.

Odiavo quell'uomo con tutta me stessa.

Iniziai a tossire e con quel filo di voce che mi rimaneva provai a dire: « Perfavore lasciami »

Ma lui non mollava la presa.

Qualcosa improvvisamente mi allontanò dalle mani di quel mostro, c'era Mattheo.

"Sectumsempra" urlò quest'ultimo rivolgendo l'incantesimo a mio zio che stava morendo dal dolore.

« Osa toccarla un' altra volta e ti uccido pezzo di merda hai capito!? » si avvicinò a lui stringendogli il collo, proprio come aveva fatto con me.

Mio zio annuì velocemente. Sanguinava ovunque.
Adesso era lui che urlava. Urlava per il dolore atroce.

"Silencio" disse questa volta Mattheo zittendolo.

Mi prese delicatamente in braccio e chiudendo con un incantesimo la porta ci condussimo nella sua camera.

Tom non c'era. Forse era uscito di casa perché di lui non c'era alcuna traccia.

Mattheo mi appoggiò sul suo letto e poi si sedette affianco a me che invece ero sdraiata.

Le sue mani si poggiarono sulle mie guance e guardandomi dritto negli occhi mi disse sicuro:
« Quell'uomo non ti farà più del male, te lo prometto »

Lo guardai negli occhi e poi mi fiondai tra le sue braccia e scoppiai in lacrime.

Inizialmente lui non ricambiò ma successivamente portò le braccia dietro la mia schiena accarezzandola.
Stava cercando di farmi calmare.

« Io.. io.. posso dormire con te? » domandai incerta.

Non volevo dormire da sola.

« Certo » rispose coprendomi con la coperta.

Lo vidi sdraiarsi anche lui sotto le coperte e mi avvicinai a lui appoggiandomi al suo petto.

Dopo poco sentì i miei occhi farsi pesanti e improvvisamente vidi il buio.

...

« Buongiorno biondina » la voce di Mattheo fu la prima cosa che sentì al mio risveglio.

« Buongiorno » mi limitai a rispondere.

Sorrisi vedendolo. Era davanti allo specchio a sistemare la sua cravatta. Era dannatamente bello.

« Che ore sono? » sbadigliai strofinandomi gli occhi.

« È quasi l'una, dovresti dormire un altro po' »
rispose infilandosi le scarpe.

Effettivamente avevo dormito soltanto cinque ore o poco di meno ma non riuscivo più ad addormentarmi.

« Non ho più sonno » risposi alzandomi dal letto.

« Tom? » chiesi non sapendo dove fosse.

« Ti interessa? »

« No era solo per sapere se fosse in casa »

« È fuori per affari da ieri notte » si limitò a dire

« Okay.. io scendo a fare colazione » conclusi lì la "conversazione" e scesi le scale dirigendomi verso la sala da pranzo che era già imbandita.

Mi sedetti e versai del latte di mandorla nel bicchiere, poi presi dei biscotti e li assaggiai, erano deliziosi.

Feci poi per prendere una crêpes ripiena di nutella e assaggiai poi un pezzo di torta.

Vidi un elfo arrivare con in mano un vassoio con tanto di waffle, toast e qualche altro dolciume.

« È tutto squisito, grazie » mi congratulai

L'elfo si limitò a sorridermi ma poi tornò serio alla vista di Mattheo, quasi spaventato. Povere creature.

Quando Mattheo arrivò bevetti un sorso d'acqua e dopo qualche minuto di silenzio mi alzai e salì in camera di sua, perché momentaneamente
si trovavano lì tutte le mie cose.

Mi andai a lavare e una volta vestita con un altro libro in mano mi diressi verso quel sentiero.

Seduta sull'altalena passai il resto della giornata a leggere, fino all'ora di cena.

Avevo finito un libro intero.

La cena passò velocemente, gli elfi avevano ripulito la camera di Tom dal sangue ma decisi comunque di non dormire lì per evitare di ricordare della notte prima.
Mattheo e Tom andarono a dormire nella sua camera e io restai in quella del primo.

Erano le cinque del mattino e non riuscivo a prendere ancora sonno, come la notte scorsa.

Mi rigirai un po' e poi ne ebbi abbastanza.

Per cui iniziai a girovagare per la casa non sapendo che fare. Dovevo sapere di più sulla loro famiglia pensai.

Molte domande mi affliggevano.

Perché Voldemort vuole che Tom si sposi e soprattutto perché con me? Cos'ha di così segreto quella camera?

Queste erano quelle che mi interessava principalmente scoprire. Mi misi così alla ricerca di questa camera.

Camminando per i corridoi vidi molte stanze ma come facevo a sapere quale fosse quella giusta? Non potevo aprire tutte le porte, avrei fatto rumore.

E se la camera non fosse in questo piano? Mi domandai e decisi di scendere al piano di sotto.

Lungo un altro corridoio trovai delle scale che portavano ad un sotterraneo.

Accendendo la luce della bacchetta scesi i gradini.

Mi incamminai lungo un altro corridoio che portava ad una sola stanza, priva di porta.

Trovai un pulsante e così accesi le luci.

Nella stanza c'era soltanto una piscina interrata. Era enorme. Quando la vidi i miei occhi si illuminarono.

Ecco dove passerò il tempo per il resto
dei giorni qui a casa Riddle.

Buttai per terra il pigiama ed entrai in piscina, in intimo. L'acqua era riscaldata ovviamente.

Mi immersi sott'acqua e iniziai a nuotare.

Nuotare da sola, di notte, mi rilassava.

Ascoltare i miei respiri mi faceva sentire calma.

Immersa nell'acqua mi sentivo leggera.

Era un momento talmente pacifico, un momento talmente unico e raro che avrei voluto durasse per sempre. La pace regnava in me in quel momento.

Mentre nuotavo tutti i pensieri sembravano sparire, c'ero soltanto io. Solo io nella mia tranquillità.

Uscita poi in superficie per riprendere fiato mi presi un colpo vedendo una figura arrivare.

Mi nascosi sott'acqua ma fu invano perché sentì la sua voce che diceva: « Ti vedo biondina »

Rassegnata riemersi abbastanza imbarazzata.

« Che ci fai qui? »

« Non riesco a dormire e volevo trovare un posto tranquillo in cui stare » mi limitai a rispondere

Senza dire niente si sedette sul bordo della piscina con i piedi nell'acqua. Mi osservava e nel frattempo si fumava serenamente una canna.

« Dovresti smettere di fumare » dissi d'un tratto

« Perché dovrei? » aveva in volto la sua tipica espressione divertita che mi faceva impazzire.

« Perché fumare fa male » affermai

« Ti preoccupi per me? »

« No, cioè, si, non mi piace il fumo, crea dipendenza e uccide, senza alcuna pietà » potevo evitare quel si.

« Ah ti preoccupi per me? » rise

« Ma lo sai fare un discorso serio? » più che una domanda la mia fu una affermazione.

Mi infastidiva che ci scherzasse su evitando il discorso, non su questo argomento.

Continuai a nuotare ignorandolo.

« Però se smetto di fumare merito un bacio »

« Non smetteresti mai di farlo, soprattutto per me »
esclamai girata di spalle mentre ancora nuotavo.

« E se lo facessi, me lo meriterei un bacio? »

« No » risi voltandomi verso di lui.

« Mhh, non mi sembri tanto convinta » mi provocò

« Sono convinta, smettila, è un argomento serio »
dissi tutt'un tratto bruscamente.

« Mio nonno è morto, è morto a causa del fumo »
parlai dopo minuti di silenzio tombale.

« Mi dispiace » disse soltanto e poi spense la sigaretta sul posacenere per poi alzarsi.

« Resta, scusa, non volevo .. tu non lo potevi sapere »

« No ho sbagliato io, a scherzarci sopra » contestò prima di prendere a camminare per andarsene.

Uscì velocemente dalla piscina e lo presi per il braccio tirandolo verso di me.

Peccato che però cademmo entrambi.

Lui era caduto sopra di me.

Ci guardammo e ridemmo. Osservi le sue mani poste ai lati della mia testa per sorreggersi.

Poi tornai a fissare i suoi occhi scuri che mi facevano perdere la testa, ogni fottutissima volta.

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spazio autrice: scusate tanto, avevo detto che il capitolo sarebbe uscito a breve visto che avevo le idee chiare ma purtroppo ho avuto un così detto "blocco dello scrittore" per cui solo ora sono riuscita a postare. spero vivamente che il capitolo sia di vostro gradimento, sono sicura che il prossimo sarà ancora più carino perché so già bene cosa a fare e dovrebbe venire qualcosa di carino. credo uscirà molto presto. mettete una stellina se vi è piaciuto e se vi va anche un commento, mi fa piacere leggerli, con questo concludo. ciao ciao <3

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