Cieli di Sangue - La nuova di...

Galing kay Chiarasaccuta_writer

4.9K 446 5.6K

{Libro Secondo della trilogia Cieli di Sangue} I regni di Kaewang e Sunju sono in pace, ma i sovrani si trova... Higit pa

2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
2.7
2.8
2.9
2.10
2.11
2.12
2.13
2.14
2.15
2.16
2.17
2.18
2.19
2.20
2.21
2.23
2.24
2.25
2.26
2.27
2.28
2.29
2.30
2.31

2.22

126 14 161
Galing kay Chiarasaccuta_writer

La fiducia di Mi-sun non era stata mal riposta, dopotutto. Shin le aveva inviato un palanchino e una scorta di uomini che la proteggesse durante il suo viaggio di rientro a Hyejie, la capitale di Sunju, che la attendeva brillante come la ricordava.

All'interno della portantina, la principessa strinse Kang-shi al petto e scagliò uno sguardo a Su-jin. La dama le sorrise con dolcezza, come a volerle ricordare che, adesso, non avrebbe dovuto più temere nulla, ma si sbagliava. Mi-sun lo sapeva.

«Siamo arrivati» sussurrò la giovane, accarezzando le guance del figlio. «Guarda, questa sarà la nostra nuova casa.» Gli spiegò, mentre il palanchino si fermava e le porte venivano aperte.

Su-jin scese insieme alle altre dame, che la aiutarono a mettere piede sul viale lastricato dell'ingresso del palazzo, pervaso dal via vai di dame ed eunuchi. Kang-shi, invece, saltò giù dal palanchino e osservò l'ambiente con gli occhi pieni di entusiasmo, osservando i tetti dorati delle dimore.

«Tutto... è tutto luminoso, eomonim!» esclamò il bambino, stringendole la mano.

Mi-sun sorrise nel vedere il figlio così contento, così ingenuo, proprio come lo era stata lei durante i suoi primi anni di vita. «Sì, qui è tutto molto più bello che a Kaewang. Sai, nessuno proverà a farci del male...»

«Se a te piace, eomonim, piacerà anche a me!» esclamò il bambino, incamminandosi con la madre tra i corridoi bianchi. Erano le guardie che li stavano conducendo, lungo una strada che Mi-sun conosceva molto bene.

La principessa serrò le labbra quando si rese conto di essere giunta nei quartieri di Shin, il suo palazzo bianco, dai tetti di giada, lo avrebbe riconosciuto tra mille. Strinse dunque la mano del figlio, voltandosi verso il salice ombroso che dominava il giardino del fratello, di fronte cui si ergeva un tavolino circolare. Era lì che Shin la stava aspettando, insieme a una donna vestita di rosso. Doveva essere la sua famosa favorita, il fatto che una donna di Haruna avesse ottenuto così tanti onori a palazzo era una cosa talmente ambigua come notizia da essere arrivata fino a Kaewang.

Quando Mi-sun incrociò lo sguardo del fratello, lui si mise in piedi facendo frusciare le stoffe immacolate.

«Gongju, credo che il terzo principe desideri discorrere con voi» le suggerì Su-jin, sempre al suo fianco. Le guardie si erano fermate dietro di loro, lasciandole libere.

Mi-sun scosse appena il capo e delle ciocche ribelli si adagiarono sulle sue guance, emaciate. «Speravo di non dover incrociare il suo sguardo, e invece sono costretta a salutarlo. Andiamo da lui.»

«Eomonim!» la chiamò Kang-shi, notando la tristezza comparsa sul volto della madre. «Non voglio più veddetti piangere.» Mi-sun gli sorrise, ma non rispose e, quando furono di fronte al tavolo, anche la donna si alzò e le rivolse un inchino rispettoso. Kang-shi sembrò restare affascinato da lei. «Eomonim, chi sono queste persone?»

Mi-sun si morse la lingua prima di rispondere, seppur con fare riluttante. «Lui è il mio terzo fratello e il tuo zio reale. Dovresti salutarlo con un inchino.»

Kang-shi sbatté le ciglia più volte, quasi non comprendesse. «Non sembra un cane...» Mi-sun sgranò gli occhi quando sentì il figlio dire così, tuttavia, il piccolo si inchinò con eleganza. «Io sono Kang-shi, principe di...» Non riuscì a dirlo, non sapendo più a quale posto appartenesse.

Shin, che doveva aver fatto finta di non sentire, si abbassò sul nipote e gli accarezzò i capelli. «Kang-shi è un nome molto adatto, principe di Sunju» gli disse, per poi sollevarsi e fissare gli occhi nei suoi, incurvando le labbra in un sorriso benevolo. «Bentornata, Mi-sun.»

La ragazza posò una mano sulla schiena del figlio, decisa a spiegargli la situazione. «Kang-shi, questo è il terzo principe. Siamo riusciti a raggiungere il nostro regno grazie a lui, quindi portagli rispetto» il bambino annuì e Mi-sun si sentì più tranquilla, meno in colpa, poi si voltò a osservare il fratello e la donna accanto a lui. Quest'ultima aveva gli occhi fissi su Kang-shi, e un'espressione tenera sul viso bianco come latte, i capelli neri come l'ebano. Sembrava una yuki-onna, uno di quegli spiriti delle montagne di cui si parlava ad Haruna. «Orabeoni, chi è questa donna?»

Shin la invitò a sedersi, per poi voltarsi verso la giovane. «Lei è Yuki, la mia concubina favorita.»

Il bambino sgranò gli occhi e si avvicinò alla concubina, prendendole le gonne amaranto. «Yuki, significa neve! Lo so, ho studiato!»

Yuki sorrise in modo modesto e prese la mano del bambino. «Mi piacerebbe molto giocare con il principe, i piccoli allegri come lui mi mettono sempre di buon umore.»

«Non voglio che lui giochi con nessuno» replicò Mi-sun, stringendo i pugni fino a farsi male. Dopo ciò che era accaduto con le dame di Yong, non voleva che degli estranei si avvicinassero troppo a suo figlio.

«Eomonim, perché non posso?» piagnucolò Kang-shi, che aveva già stretto la mano di Yuki. «Voglio giocare!»

Mi-sun fece per sgridarlo, ma Shin irruppe il silenzio con la sua voce, placida come lo scorrere di un ruscello. «Puoi fidarti di lei, Mi-sun.»

«Io non mi fido di nessuno, nemmeno di te, fratello» replicò la principessa, avanzando minacciosa verso il tavolo. Yuki, però, non si dimostrò intimorita e la raggiunse, profumava di glicine, un odore così dolce da calmare chiunque.

«Gongju» la chiamò, con rispetto. «Io e il principe giocheremo in giardino, proprio davanti al vostro tavolo. In questo modo, non potrete perderci di vista.»

Mi-sun abbassò lo sguardo verso Kang-shi, che la osservava con gli occhi scuri umidi di lacrime. Quella situazione la portò a sospirare, non poteva far piangere il suo bambino. «E sia, ma bada che non gli accada niente, altrimenti passerai dei guai.»

Yuki non ebbe modo di risponderle, che Kang-shi si lasciò andare a un'esclamazione di gioia e afferrò la manica larga della concubina. «Grazie, eomonim. Andiamo a giocare ora!»

Mi-sun osservò il figlio allontanarsi solo di pochi passi e sedere sull'erba in compagnia di Yuki, che gli prese le mani e cominciò a istruirlo su chissà quale divertimento. La principessa sospirò, poi sentì la presenza del fratello dietro di sé e si voltò a guardarlo. Non era cambiato molto in quegli anni, solo i suoi occhi parevano diversi, pregni di un'ambizione nuova.

«Ora possiamo discorrere meglio, Mi-sun.»

La ragazza sedette all'altro capo del tavolo e fece cenno a Su-jin di versarle del tè, poi si rivolse al fratello, a cui rivolse un'occhiata fredda. «E di cosa? Del modo in cui sono fuggita da una prigionia che mi è stata imposta per quattro anni, a causa del tuo silenzio?»

Shin strinse i pugni sopra il tavolo, doveva essersi infastidito. «Non avrei potuto fare molto, Mi-sun, sai che non ho potere qui a palazzo. Sono stato in pena per te, per questo motivo.»

Su-jin versò il tè anche per lui, e Mi-sun afferrò la propria tazza, specchiandosi sul liquido ambrato. «Lo sai che a causa tua ho perso l'uomo che amavo, fratello?» Il solo proferire quelle parole la trapasso da petto a schiena, costringendola a sbattere la tazzina sul tavolo e sfoderare la tavoletta ancestrale di Junoh.

Shin fissò sgomento la reliquia, per poi prendere tra le mani la tazza. «Nessuno poteva sapere cosa sarebbe accaduto, Mi-sun, nemmeno io. E poi, credevo che amassi il principe di Kaewang.»

«Prima che si rivelasse un maledetto bastardo» continuò Mi-sun, piena di odio e di rabbia. «Mi ha ignorata da quando ha incontrato la sua seconda moglie, e nemmeno quando ho perso suo figlio si è degnato di consolarmi. Non ha pensato più a me dopo il matrimonio, neanche una volta, e io ho trovato ristoro nel secondo principe... Junoh. Lui è il padre di Kang-shi.»

«Un figlio illegittimo, quindi» mormorò Shin, lanciando uno sguardo al piccolo, intento a girare intorno a Yuki. «Mi-sun, ascoltami, ora sei qui e le cose saranno diverse. Potrò proteggerti.»

«Proteggermi?» domandò Mi-sun, nascondendo la tavoletta. «Non ho bisogno di essere protetta. Non voglio affidarmi a nessuno» Concluse, notando le sopracciglia del fratello incurvarsi.

«Nemmeno a Song, il tuo fratello di sangue?» le chiese, sorseggiando del tè.

«Cosa vuoi che me ne importi? Non abbiamo mai avuto un minimo di rapporto, lui non si è mai curato troppo di me, né durante l'infanzia né adesso. Se non ci fosse stata nostra madre a tenerci uniti...» Mi-sun terminò il proprio tè tutto d'un fiato, ricordando ciò che si era ripromessa prima che Junoh morisse: Kang-shi sarebbe diventato re, non le importava quanto tempo ci sarebbe voluto, lei avrebbe atteso e perseverato. Song doveva adottarlo, a qualsiasi costo.

Shin scosse però il capo e si sollevò in piedi, pronto a riferirle una brutta notizia. «Nessuno in questo palazzo si è mai fatto scrupoli, e temo che neanche io dovrò averne, perché devo riferirti qualcosa di tragico. La regina ci ha lasciato poco prima che tu trovassi in difficoltà a Kaewang.»

Quelle parole sembrarono scavare una crepa nella fredda inflessibilità che Mi-sun, fino ad allora, aveva dimostrato. La principessa aggrottò le sopracciglia e si portò un braccio sulla bocca, ripensando alla madre e a tutti i momenti che aveva trascorso nel suo palazzo, fra le sue braccia, e nel suo letto. Chiuse gli occhi e soffocò un singhiozzò, ma non riuscì a nascondere le lacrime che, traditrici, le stavano già percorrendo le guance.

«Eomonim... è...» non riuscì a parlare, era tutto troppo doloroso.

Shin le andò vicino e le accarezzò un braccio, come a volerla confortare. «Mi dispiace, i medici di corte non hanno potuto fare niente per lei, ma non ha sofferto.»

Mi-sun si morse la lingua, sapeva che Shin era un bugiardo. A lui non dispiaceva che la regina fosse morta, forse non aveva aspettato altro fino a quel momento, e Mi-sun ne aveva abbastanza di menzogne. Così annuì e si strinse nelle spalle, richiamando il figlio, con una voce priva di dolcezza. «Kang-shi, andiamo via. Dobbiamo prendere possesso del mio vecchio palazzo.»

Il bambino al suo richiamo corse subito da lei, arrossato in viso. «Di già, eomonim? Mi sono divertito!»

«Bene» gli rispose Mi-sun, inchinandosi brevemente al fratello. Poi si voltò, e percorse la strada a ritroso, dirigendosi verso i quartieri della madre. «Perché da oggi non ci saranno più molti divertimenti.»

**

La pioggia batteva furente sui tetti di giada del palazzo, i lampi squarciavano il cielo nuvoloso e le foglie del salice s'innalzavano accarezzate dal vento. Eppure, niente riusciva a scuotere la concentrazione di Yuki. Era seduta in veranda, con le mani strette sulle gonne e gli occhi fissi sulla scacchiera del baduk. Aveva ingaggiato una partita contro Shin, ma il terzo principe aveva già conquistato gran parte del territorio e lei si era ritrovata a corto di pedine e di idee. A parte una, che la fece sorridere di furbizia.

«Shin» lo chiamò e lui, in precedenza attento alla scacchiera, sollevò gli occhi scuri verso di lei. «Che ne dici di osservare per un attimo il mio viso, e dirmi quale parte ti piace di più?»

Il principe arrossì appena, colto alla sprovvista da quel trucco sleale. «Io... Io credo che tutto sia bello del tuo viso.»

Yuki incurvò le labbra in un sorriso e approfittò della sua distrazione per afferrare la scacchiera e capovolgerla. «Mi lusinghi, ma questo non ti aiuterà a vincere, ora che ti trovi in netto svantaggio.»

Shin si lasciò andare un sospiro quando si ritrovò con poche pedine e poco spazio, ma non la sgridò. «Non sono mai stato bravo come i miei fratelli, questo gioco non fa per me.»

Yuki si incupì e un altro fulmine le illuminò il viso, non aveva mai amato i paragoni e sapeva che il marito non aveva nulla da invidiare ai propri parenti. «Hai molte qualità che i tuoi fratelli non possiedono.»

«Ad esempio?» le chiese Shin, spostando lo sguardo verso la pioggia.

«Sei rimasto integro» continuò Yuki, senza toccare più le pedine. «Gli altri, invece, si sono lasciati incattivire dalla brama di potere o dalla disperazione.»

Shin voltò lo sguardo verso di lei, si era fatto serio e nemmeno una risata avrebbe potuto ammorbidire i suoi lineamenti. «Mi-sun ne è un esempio?»

Yuki chinò il viso in cenno di assenso, sentendo il peso degli orecchini sfiorarle gli zigomi. «Mi-sun ha bisogno di tempo, Shin. Quando si renderà conto di non essere sola al mondo si lascerà andare, con te.»

Il terzo principe non sembrò prendere sul serio quelle parole, e appoggiò una mano sulla scacchiera, che la concubina strinse tra le dita. «Mia sorella è imprevedibile, perché è cambiata e non conosco questa nuova parte di sé.»

Yuki lasciò andare la sua mano, preoccupata di non riuscire a sollevarlo. Un improvviso colpo di vento si infranse sulle sue spalle e le agitò i lunghi capelli, trapelando sotto la pelle e raggiungendo le ossa. Fu allora che la tosse ritornò, più forte di prima. Era troppo tempo che i suoi malesseri non si palesavano. La donna si coprì la bocca, mentre il petto veniva scosso da una debolezza che non se n'era mai andata davvero, e che suscitò la preoccupazione di Shin, il quale si alzò e le mise la propria veste sulle spalle.

«Devi preservarti, Yuki» si raccomandò, accarezzandole le braccia.

«Mi preservo, ma con l'arrivo dell'inverno c'è davvero poco che io possa fare...» mormorò la giovane, dando vita a un altro colpito di tosse. Già quella mattina aveva scoperto nuove chiazze rosse sulle gambe e sulle braccia, sintoni inequivocabili del ritorno della sua malattia sconosciuta.

Shin allora si inginocchiò accanto a lei e la abbracciò, portandola contro il proprio petto, dove Yuki trovò la quiete. «Dovresti farti controllare da un medico, potrebbe migliorare le tue condizioni.»

«Un altro? Ne hai già fatti venire molti...» mormorò Yuki, puntando lo sguardo oltre il parapetto. Le piante erano turbate dallo scorrere increscioso della pioggia, e i fiori si stavano staccando dai rami dei pruni, lasciandoli ossuti e spogli.

«Farò arrivare tutti quelli necessari» le assicurò il principe, sfiorandole uno degli orecchini.

«Devi stare tranquillo, da quando sono qui le mie condizioni sono migliorate. Ad Haruna, a volte, non riuscivo nemmeno a tirarmi su dal futon a causa dei dolori» ricordò Yuki, nonostante quella discussione la facesse sentire debole e angosciata era giusto che Shin sapesse. «Ora le cose vanno molto meglio...»

Shin le posò un bacio sulla sua guancia, attraversando con le dita le ciocche dei suoi capelli. «Non posso perderti, per nessuna ragione.»

Yuki sentì le gote andare in fiamme. Sapere di essere così importante per il marito riusciva a guarirla da ogni malessere, e a renderle il cuore leggero. Si girò a guardarlo e gli mise una mano dietro la nuca, attirandolo alle proprie labbra. «Sono felice di essere la tua concubina.»

«E io di averti al mio fianco» ammise Shin, posando la bocca sopra la sua.

Yuki sorrise durante quel bacio, breve e al contempo appassionato. Non avrebbe mai voluto allontanarsi, quei momenti erano preziosi e irripetibili, ma un'ombra posta ad oscurarli era sempre presente. Quando la giovane si allontanò, notando, nei giardini, la figura sinuosa di Chae-ryong.

La seconda moglie di Eunji camminava a passo leggero, coperta da un ombrello sorretto da una giovane dama di corte. Quando la donna arrivò sotto la veranda, la dama chiuse l'ombrello di carta e insieme si inchinarono al cospetto del terzo principe.

Shin si alzò e le fece cenno di sollevarsi, seppur con occhi freddi. «Chae-ryong, a cosa devo questa visita?»

Chae-ryong sorrise come un serpente velenoso, e Yuki la guardò trattenendo la propria rabbia. Non aveva dimenticato tutte le lacrime che Hana aveva versato a causa sua.

«Vostra altezza, sono venuta qui per chiedere se è vero che il secondo principe farà presto ritorno. Ho sentito alcune voci al riguardo...» proferì, a bassa voce. Indosso portava un grosso scialle blu che le avvolgeva il corpo slanciato. I capelli erano stati sollevati in un'acconciatura elegante e solo poche ciocche incorniciavano un viso che conservava ancora bellezza.

«Per quale motivo ti interessa? Ricordavo che lo avessi tradito, a dire il vero» le disse Shin, fissandola con astio.

«Eunji mi ha fatto un torto, e io gliel'ho restituito. Le cose hanno sempre funzionato così tra di noi, altezza» gli spiegò Chae-ryong, intrecciando le dita sul ventre, senza perdere il suo sorriso.

«Io dubito che potranno funzionare ancora» ribatté Shin, senza muoversi dal suo posto. «Quando farà ritorno, non ti accoglierà.»

«Non pretendo di essere riaccolta, non mi interessa a dire il vero» continuò la donna, mostrando stavolta un po' di curiosità. «A proposito, vorrei sapere se lui e Hana sono ancora marito e moglie.»

Yuki si irrigidì e Shin le lanciò uno sguardo, prima di rispondere senza vacillare. «Ciò che li lega è un sentimento profondo.»

«Un sentimento profondo?» Chae-ryong trattenne a stento una risata, poi respirò a fondo l'odore della pioggia. «Non penso che Eunji possa nutrire dei sentimenti profondi verso qualcosa che non sia il potere. Forse sta solo usando quella sciocca ragazza, e lei è troppo stupida per capirlo.»

«Eunji è sempre stato interessato al potere, ma ciò non vuol dire che non abbia interesse nei confronti di Hana, altrimenti l'avrebbe abbandonata molto tempo fa.» Borbottò Shin, in difesa del fratello.

Chae-ryong, però, non demorse e avanzò verso di lui, con fare sensuale. Yuki si irrigidì. «E tu, non sei forse interessato al potere? Voi principi siete tutti uguali.»

Yuki osservò Shin stringere con forza i pugni sull'abito, ma rispose a tono, lottando pur di non farsi schiacciare. «Sono il solo tra i miei fratelli a non avere un figlio, è impossibile anche solo pensare di arrivare vicino al potere.»

«Hai due mogli, se solo volessi potresti avere molti figli» gli propose Chae-ryong, facendogli un cenno verso Yuki. La concubina, voltò lo sguardo verso il giardino, non le piaceva quella donna, che continuava a far domande come se volesse carpire chissà quali informazioni. «A proposito, ho saputo che Eunji è diventato padre.»

«Tutti lo sanno, ormai, che ha avuto un figlio sano e forte. Oltre a Mi-sun, solo lui è riuscito ad avere un maschio» rivelò Shin, indietreggiando per raggiungere di nuovo la moglie. «Ora puoi congedarti.»

«Ma certo, altezza» Chae-ryong sorrise, soddisfatta, e si voltò verso la propria dama. «Sono felice, dopo tutto, di poter vantare un figlioccio. Vi auguro buona giornata.»

Yuki osservò quella donna incamminarsi verso i propri quartieri, appoggiandosi alla spalla del marito. «Dovrò dire a mia sorella di stare attenta, Chae-ryong è un pericolo.»

«Potrebbe avere ancora dei rancori verso di loro» la assecondò Shin, stringendola come se volesse proteggerla da ogni male di quel palazzo. Yuki, però, continuava a pensare alle parole di Chae-ryong.

Anche lei voleva concepire, voleva poter dare un figlio a Shin. Lui, però, l'aveva sempre scoraggiata, e si chiedeva se non fosse giunto il momento di provare ad avere una famiglia.

**

LA NOSTR ACHE-RYEONG NAZIONALE CHE EMERGE DALL'OMBRA E COME UN SERPENTE A SONAGLI, UN COBRA, UN SERPENTE CORALLO, RITORNA ALL'AZIONE. Interessata più che mai al ritorno di Eunji e al suo "figlioccio". Sì, non perdetevi di vista Jun. Lui e Kang-shi saranno molto importanti nel terzo libro <3.

Detto ciò, Mi-sun è ritornata a palazzo e il ritrovo con Shin non è stato dei migliori, ma come biasimarla? La ragazza sa il fatto suo, HA SOPPORTATO YONG PER 4 ANNI, voglio dire. Chiunque diventerebbe pazzo. (Shu-Lien ti comprendiamo). Ora c'è da vedere con chi sceglierà di schierarsi.

Eunji e Shin lavoreranno insieme, è una cosa preannunciata.

Mi-sun invece, sceglierà di stare dalla parte di Shin, di Song o lavorerà da sola?

Lo scopriremo, io nel frattempo vi auguro buon ferragosto, noi ci vediamo mercoledì. Finalmente torniamo nel Khusai <3

Ipagpatuloy ang Pagbabasa

Magugustuhan mo rin

94.4K 6.2K 28
Quando il secondo principe decide di rompere il fidanzamento con la figlia dell'Arciduca non pensa di aver appena creato una reazione a catena che po...
1.2K 333 122
Tania, Asada, Regha e Isked scoprono di essere le quattro gemelle figlie della passata regina di Locus solo ricevendo una lettera che le esorta a to...
3.7K 776 40
"Tutti rimangono estasiati quando suono perché dicono che suono con il cuore... e il mio cuore parla di te." Zoe cerca l'amore, quello vero. L'amore...
224K 9.4K 40
Reincarnato ma privo di memorie certe sulla sua vita precedente, il protagonista ricorda solo che si trova in un gioco chiamato "The Garden of Iris"...