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By TheComputerWriter

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Il mondo Γ¨ in preda al caos a causa di catastrofi naturali e disastri climatici senza precedenti. La popolaz... More

Personaggi Principali
Mappa
Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14

Capitolo 15

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By TheComputerWriter

Mi sveglio al piano -7 del bunker, dove la luce del sole non penetra mai. Il riflesso freddo delle pareti di cemento e metallo mi accoglie mentre mi levo dal letto.
Il freddo pungente dell'aria morsica la mia pelle, facendomi rabbrividire. So che ogni azione che compio oggi sarà parte della lotta quotidiana per la sopravvivenza.

Mi avvicino al bagno per fare la doccia, ma so già cosa mi aspetta.
L'acqua che scorre è solo calda, ma la temperatura è ancora più alta di quanto io possa sopportare.
Il sistema di raffreddamento è guasto, quindi non possiamo regolare la temperatura dell'acqua. Ogni goccia che cade sul mio corpo è come una bruciatura, ma è tutto ciò che abbiamo per pulirci.
Mi abituo a questo nuovo tormento e cerco di accettare che la comodità della doccia fredda appartiene ormai al passato.

Dopo la doccia, mi dirigo verso il piano -8, dove i generatori del bunker sono al lavoro incessante.
Cammino lungo il corridoio, seguito dal ronzio costante del loro funzionamento. Mentre mi avvicino alla sala dei generatori, un sibilo leggero mi arriva alle orecchie.
Mi fermo, in ascolto, per identificare ogni minima variazione nel suono.
Ogni singolo battito del cuore sembra sincronizzarsi con i loro movimenti.
Questi generatori sono la nostra fonte di vita, forniscono l'energia elettrica che alimenta l'intero bunker. Devo assicurarmi che tutto sia in ordine, che non ci siano malfunzionamenti che potrebbero mettere a rischio la nostra esistenza.

Ogni giorno, mi dedico a un'ispezione accurata dei generatori.
Controllo i livelli di carburante, i cavi elettrici e i circuiti.
Fisso i display che mostrano il flusso di energia, sperando di non vedere alcun segno di problemi. Ogni scintilla, ogni oscillazione anomala può significare una crisi imminente.
Lavoro con diligenza e attenzione, consapevole che anche la più piccola negligenza potrebbe portare a conseguenze catastrofiche.
Solo quando sono sicuro che tutto funzioni correttamente, respiro un breve sospiro di sollievo.

Dopo aver completato il controllo dei generatori, mi dirigo al piano -1, alla sala monitor. Questo spazio era un tempo vivo di attività frenetiche e monitoraggio costante del mondo esterno.
Ora è un luogo silenzioso e desolato.
Gli schermi giganti che una volta erano illuminati da immagini vivide e colorate sono ora spenti, privi di vita.
Siedo davanti a questi schermi, cercando ancora un segno di vita all'esterno. Ma tutto ciò che vedo è un panorama di distruzione e desolazione. Dove c'erano una volta fiori, alberi e campi verdi, ora ci sono solo cenere e terra bruciata.
È un paesaggio che mi fa stringere il cuore, mi fa sentire piccolo e insignificante.

Passo ore e ore nella sala monitor, scrutando gli schermi nella speranza di cogliere anche il più piccolo segno di vita.
Mi aggrappo a quella fiamma di speranza che ancora brucia dentro di me, che ci sia ancora qualcuno là fuori, che stia lottando come noi per la sopravvivenza.
Ma il silenzio della radio e la mancanza di segnali vivi sugli schermi mi tormentano. So che dovrei ridurre il tempo trascorso qui, prendere cura di me stesso e dedicare più tempo ad altre attività, ma è difficile lasciare andare quella piccola speranza che ancora mi tiene ancorato alla sala monitor.

La mia salute ne sta soffrendo. Lo stress, l'ansia e la delusione mi consumano ogni giorno.
I miei compagni di bunker mi supplicano di ridurre il tempo trascorso qui, di prendermi cura di me stesso, ma la paura di perdere anche solo un istante che potrebbe essere prezioso mi tiene ancora intrappolato in questa stanza.

Sono consapevole che devo trovare un equilibrio, una via di mezzo tra la speranza e la realtà.
Devo imparare a vivere oltre la sala monitor, a trovare motivazioni e scopi che possano dare un senso alla nostra esistenza confinata tra queste mura di cemento.
È una sfida che devo affrontare, perché non posso permettere che la mia ossessione per la sala monitor mi distrugga completamente.

Continuerò a cercare quel coraggio, quella forza che mi permetta di allontanarmi dalla sala monitor, anche se ogni istante trascorso altrove sembra un'eternità.
Devo imparare a vivere senza quella fiamma di speranza costante, a trovare la pace e la serenità all'interno di me stesso.
Solo così potrò trovare un equilibrio tra la speranza e la realtà, tra la mia sopravvivenza e la mia salute.

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