IDOL: Sasaeng

By ElaineAnneMarley

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*Sequel di "IDOL: Nightmare Bloom". La trama contiene spoiler sul primo libro della saga* I Nightmare Bloom h... More

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E ora?

Pausa (II)

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By ElaineAnneMarley

I quattro ragazzi si scambiarono uno sguardo allarmato.

«In che senso una pausa?» ebbe il coraggio di chiedere infine Yongsun.

«Invece che un comeback zoppicante, con un membro in meno e delle canzoni di cui non siete pienamente convinti... ho deciso che è meglio che vi prendiate tutti un mese di pausa. Ho sentito troppi pettegolezzi girare su di voi, nell'ultimo periodo, ma non starò qui a puntare il dito contro nessuno... ciascuno sa come ha messo a repentaglio la reputazione del gruppo e dell'agenzia.» Song PD non puntò il dito, ma da come il suo sguardo si soffermò su Wonbin tutti colsero il messaggio.

Il maknae chinò il capo. Non aveva idea di quanto l'uomo sapesse del suo scandalo. Forse il paparazzo lo aveva contattato prima di pubblicare l'articolo e magari era proprio grazie a Song PD che non era stato fatto il suo nome. Anche Chanwook abbassò lo sguardo, non perché fosse colpevole di qualcosa ma perché l'uomo lo aveva sempre messo a disagio. Yongsun, invece, non si sarebbe fatto intimorire tanto facilmente; ricambiò l'occhiata severa con una di sfida, come era solito fare ogni volta che si sentiva attaccato.

«E vale anche per il tuo debutto da solista, Kim Yongsun» aggiunse Song PD.

«Il tuo cosa?» esclamò Jisang.

«Airfoce555 mi ha detto che non ci stai mettendo l'impegno necessario...»

«Non sono molto ispirato, in questo periodo» tagliò corto Yongsun spiando di sottecchi Jisang, che aveva addentato il labbro inferiore per non interrompere di nuovo Song PD. Il responsabile dell'agenzia perdeva le staffe facilmente e più di una volta aveva lanciato oggetti da una parte all'altra delle sale riunioni, contro membri dello staff o idol che si erano permessi di parlare senza essere interpellati.

«Qualche settimana fa il dottor Hong è venuto a dirmi che era preoccupato per voi. Vorrei avergli dato ascolto, perché magari Lee Hajoon non si sarebbe infortunato. Il dottore pensa che né Lee Hajoon né voi quattro abbiate avuto tempo sufficiente a superare l'incidente di quest'estate. Per questo ho deciso che una pausa potrebbe fare bene a tutti.»

Song PD non nominava mai direttamente manager Gu, non tanto perché si vergognava di aver dato lavoro per anni a quell'alcolizzato violento, ma perché non parlarne era un modo per negare che fosse accaduto.

«Nelle prossime settimane non voglio vedervi qui all'agenzia.» L'uomo si voltò verso Chanwook. «Neanche te, Lee PD» disse usando il nomignolo con cui era solito riferirsi al contributo di Chanwook come produttore. «Non mi interessa cosa deciderete di fare durante questa pausa, basta che non facciate stupidaggini. Il dottor Hong è sicuro che allontanarvi per un po' dalla vita di idol non possa che farvi bene. Vi chiedo la cortesia di registrare dei video per i fan tra oggi e domani, che rilasceremo man mano nel corso del mese in modo da non creare un senso di distacco tra voi e loro. Non è comune che dei rookie si prendano una pausa così lunga e vogliamo evitare che comincino a circolare voci su un possibile scioglimento dei Nightmare Bloom. Siete il nostro gruppo rookie più promettente, anche se finora non siete stati molto fortunati...»

Jisang si chiese se Song PD fosse sincero, se quella pausa non fosse in realtà il preludio della fine. Era vero, nessun gruppo rookie di solito interrompeva le attività per più di qualche giorno consecutivo, perché il rischio che i fan si disaffezionassero era ancora troppo alto. Il loro era un caso particolare, avevano subito un trauma che non era stato affrontato nel modo giusto, un trauma che aveva lasciato dei segni profondi non solo su Hajoon. Non erano mai stati un gruppo affiatato, ma nell'ultimo periodo si erano comportati solo come colleghi: ciascuno si era limitato a fare il suo dovere senza metterci l'entusiasmo dei primi tempi. Mancava la motivazione della vigilia del debutto... la voglia di affrontare un'avventura insieme.

I ragazzi lasciarono in silenzio la sala e nessuno parlò finché non furono a casa.

«È un modo per preparare il terreno per lo scioglimento dei Nightmare Bloom?» ebbe infine il coraggio di chiedere Wonbin.

«Impossibile. Abbiamo avuto ottimi risultati, abbiamo persino vinto due volte il premio come miglior gruppo rookie...» ribatté Yongsun.

«Sì, ma i premi non bastano. Per Song PD è meglio un gruppo con risultati mediocri ma che non rischi di scatenare un terremoto all'agenzia. E noi gli abbiamo creato già fin troppi problemi» commentò Chanwook.

«Cerchiamo di rimanere positivi, ragazzi...» intervenne ancora Yongsun.

«Parli bene, tu!» sbottò Jisang. «Hai in tasca un debutto da solista. Chissà quante altre agenzie ti hanno già contattato. Siamo solo una zavorra per lo straordinario rookie Kim Yongsun! Non hai avuto neanche la decenza di dirci che stavi lavorando su un album personale!»

Il volto di Yongsun era paonazzo. Era la prima volta che gli altri ragazzi lo vedevano tanto in difficoltà. «Se non ve l'ho detto è solo perché stavo cercando di tirarmi indietro. Non sono pronto per debuttare da solista, nessuno di noi lo è e... hyung smettila di parlare come se sapessi esattamente cosa mi passa per la testa.»

«Non perdi occasione di ricordarci che sei una spanna sopra a tutti, Yongsun. So esattamente cosa ti passa per la testa perché ogni tua parola, ogni tuo sguardo è più eloquente di quanto credi. Ormai non ci ferisci neanche più, siamo abituati!» Di solito Jisang non era così diretto, faceva del suo meglio per mediare e per non alzare i toni della conversazione. Il madhyung era però esausto perché per mesi aveva fatto del suo meglio: nella sala prove per compensare le sue carenze nel ballo, duranti le interviste per essere un buon leader, nella sua vita privata rinunciando ad avere una relazione. E invece gli altri ragazzi avevano tradito la sua fiducia, chi in un modo chi un altro, mettendo a repentaglio la reputazione del gruppo e compromettendo la loro carriera. Lui non aveva un piano B: non era un idol perfetto come Yongsun, non era un genio musicale come Chanwook, non era uno dei ballerini più talentuosi della loro generazione come Hajoon e non era abbastanza giovane come Wonbin. Lui aveva solo i Nightmare Bloom, lui aveva scommesso tutto sul gruppo ed era fuori di sé perché nessuno degli altri ragazzi prendeva quella scelta con la stessa serietà.

«Me ne torno a casa» disse il madhyung infine e, senza aspettare una risposta, si catapultò nella cabina armadio che condivideva con gli altri membri per preparare i bagagli.

Yongsun non aveva la forza di discutere, si sentiva troppo in colpa per aver nascosto a tutti che stava lavorando su un album. L'unica persona con cui aveva condiviso quella notizia era Salt, e in quel momento non poté fare a meno di recriminarle di non aver provato a convincerlo ad aprirsi con gli altri. Era consapevole che Salt fosse alquanto individualista, le interessava poco o niente delle Spicy Mayo e non perdeva occasione per lanciare frecciatine verso chiunque, inclusi i compagni di Yongsun. La sua ironia pungente era uno dei tratti che all'inizio lo avevano intrigato, ma nell'ultimo periodo si era ritrovato a pensare che forse sarebbe stato meglio avere accanto una persona che lo assecondasse di meno. Lui e Jisang non erano mai andati d'accordo, però doveva ammettere che il loro leader era una delle poche persone che lo portava a riflettere sul suo comportamento. Si ritrovò a pensare che forse avrebbe avuto bisogno di trovare una ragazza con una personalità più simile a Park Jisang.

«E voi?» domandò Wonbin. «Andate a casa anche voi?»

«No» risposero in coro gli altri due.

«Io ho le lezioni all'università» spiegò Yongsun. «Non mi dispiacerebbe frequentare...»

«Ma avrai sempre intorno i fan...»

«Lo so, ma non mi va di rinunciare a una cosa che voglio fare solo per quello. Dobbiamo imparare a gestire la fama e a tenere a distanza i fan nel modo giusto.»

«E tu?» chiese Wonbin all'altro ragazzo.

«Mi deprimerei solo a tornare a Jeju. I pochi amici che avevo lì si sono tutti trasferiti. Approfitterò di questa vacanza inaspettata per approfondire alcuni generi musicali che conosco poco e per andare a qualche concerto» rifletté Chanwook.

«La tua dedizione al lavoro è incredibile» si lasciò sfuggire Wonbin.

«Non è un lavoro, è la mia passione...» sorrise l'altro. «E ovviamente andrò spesso a trovare Hajoon.»

«Sì, non possiamo lasciarlo da solo in questo momento» concordò Yongsun. «E tu cosa vuoi fare, Wonbin-a? A parte frequentare più assiduamente la scuola.»

Il maknae abbassò lo sguardo. Yongsun non era l'unico ad avere un segreto ingombrante. «La scuola... la scuola l'ho lasciata, hyung. Non ho resistito oltre il primo trimestre...»

Il silenzio calò nella stanza. «Tu lo sapevi?» Yongsun si rivolse a Chanwook.

L'altro fece cenno di no con il capo. «Mi dispiace che non te la sei sentita di confidarcelo, Wonbin-a» disse Chanwook stringendogli una spalla. «Non possiamo andare avanti così, come gruppo. Non possiamo continuare a non condividere le cose importanti...» aggiunse tra sé e sé.

«Avevo paura del vostro giudizio. Mi avete detto tante volte che secondo voi mollare non era la decisione giusta. Pensavo che ve ne sareste accorti comunque, che sarebbe venuto fuori...» Wonbin rivolse uno sguardo timido a Yongsun, perché la sua era l'opinione a cui teneva di più ed era consapevole di averlo deluso.

«La vita è tua, Seon Wonbin. Sì, è vero che avrei provato di nuovo a farti cambiare idea, ma per me è più importante sapere che ti senti libero di aprirti con noi...» Si fermò, perché non voleva ammettere a voce alta che si vergognava di non aver notato che da settimane l'altro non indossava l'uniforme o non saltava le prove perché doveva studiare per un compito in classe.

«Siamo così presi ciascuno da se stesso...» commentò Jisang sulla soglia della camera da letto. «Se dopo questo mese di pausa saremo ancora un gruppo spero che saremo tutti d'accordo che le cose devono cambiare.» Poi, salutandoli freddamente, il madhyung agguantò la valigia e uscì dall'appartamento.

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