Mad Love - Minsung

By _jj_003_

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jisung è un criminale, minho è un ragazzo normale. il loro incontro cambierà drasticamente le vite di entram... More

1) Run
2) You know me
3) Ridiculous
5) Take care
6) Do it
7) Fire
8) Panic

4) Not him

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By _jj_003_

Quella mattina Minho non sentì la sveglia, e non si era neanche svegliato durante la notte per cambiare le bende a Jisung.

Si svegliò di colpo con questo pensiero, e velocemente scese dal letto, infilò le pantofole e corse in salotto.

Vide Jisung sul divano, ancora con gli occhi chiusi, ma tutto sudato e che si lamentava nel sonno.

Nel vederlo così si preoccupò, si accovacciò accanto a lui e iniziò a scuoterlo lentamente, cercando di svegliarlo.

"Jisung! Ji!" ma niente, il castano non apriva gli occhi, tanto meno gli fece capire che lo stesse ascoltando.

Al contrario, continuò a lamentarsi nel sonno, girando la testa da una parte all'altra, con un'espressione sofferente in volto.

"N-non farlo, ti prego" Minho sentì uscire dei sussurri dalle labbra di Jisung, e lì si preoccupò maggiormente.

"Non farmi male" implorava, quando delle lacrime iniziarono a bagnargli le guance.

"Ji, devi svegliarti, è solo un brutto incubo" cercò di parlargli Minho, ma niente. Così decise di controllare la ferita, alzando piano le coperte e la maglietta di Jisung.

Spalancò gli occhi quando vide le bende sporche di sangue e il brutto colore di quest'ultimo. Non poteva essere niente di buono.

Corse a prendere il kit d'emergenza, per poi tornare da Jisung e ricominciare a prendersi cura di quella brutta ferita.

Fece del suo meglio, nonostante non fosse per niente competente nell'ambito medico, mentre Jisung continuava a lamentarsi e piangere nel sonno.

Quando disinfettò la ferita lo sentì gemere di dolore, ma dopo quello smise quasi di lamentarsi.

Minho fasciò di nuovo la ferita, assicurandosi di averla disinfettata per bene, e fece un respiro di sollievo nel vedere che Jisung si era calmato, e ora stava dormendo tranquillamente.

Sospirò stanco, prendendo un paio di cuscini e mettendoli a terra accanto al divano dove dormiva Jisung, e rimase lì tutta la notte.

Si addormentò poco dopo, ora un po' più tranquillo, e sperò di dormire sereno per un bel po'.

Per Jisung non fu così. Infatti aprì gli occhi dopo neanche un paio d'ore, con una stanchezza che neanche lui sapeva spiegarsi da dove venisse, e un po' di fame.

Sentiva un leggero bruciore nel punto in cui si trovava la ferita, e quando alzò al maglietta per controllare cosa fosse, notò le bende nuove ancora abbastanza pulite.

Rimase confuso, non ricordandosi che Minho gliele avesse cambiate, e quasi non cadde dal divano quando vide il moro dormire per terra accanto a lui.

"Ma che-?" lo guardò stranito, con solo quella domanda in testa. Che ci faceva lì? Perché non era nel suo letto?

Cercò di tirarsi su a sedere, e quando ci riuscì non fece altro che spostare lo sguardo sul ragazzo accanto a lui, che dormiva beato.

Avrebbe voluto svegliarlo, ma non lo fece. Egli stesso non dormiva in quel modo da settimane, se non mesi, e non gli sembrava giusto infastidire il ragazzo.

Perciò aspettò lì che Minho si svegliasse, anche se fossero passate ore, lui non l'avrebbe svegliato.

Un po' si sentiva in colpa per ciò che gli aveva detto la sera prima, ma non l'avrebbe mai ammesso. Quindi l'unico modo per farsi perdonare era farsi i fatti suoi e rispettare la privacy del ragazzo, non chiedendogli troppo.

Dopo un paio d'ore vide Minho muoversi, e subito dopo aprì lentamente gli occhi, girandosi a guardarlo.

"Buongiorno" disse con la voce impastata dal sonno, e stiracchiandosi la schiena sul pavimento.

Probabilmente neanche ricordava la discussione della sera prima, in caso contrario non gli avrebbe rivolto la parola per primo.

"Buongiorno principessa" sorrise Jisung, un po' per sfotterlo, un po' perché lo trovava tenero appena sveglio.

"Come ti senti?" gli chiese Minho, e Jisung non capì perché glielo stesse chiedendo.

"Uhm bene, credo. Ho un po' di fame" al ché Minho aprì gli occhi, come se si fosse finalmente svegliato del tutto.

"Ti preparo la colazione? Cosa ti piace? Pancakes e latte, oppure biscotti?"

"Mangio quello che mangi tu" disse semplicemente Jisung, sorridendo internamente per come l'umore del maggiore fosse cambiato radicalmente dalla sera prima.

"Okay, aspetta qui" disse alzandosi e andando a preparare qualcosa in cucina.

"Dove dovrei andare?" ridacchiò tra sé e sé, tanto era certo che Minho non l'avesse sentito.

Il moro restò in cucina almeno per mezz'ora, poi tornò in salotto con un vassoio pieno di cibo. Lo appoggiò sul tavolino davanti al divano e aiutò Jisung a mettersi seduto comodo, con un cuscino dietro la schiena.

"Ho preparato i pancakes, se non ti piacciono ci sono anche biscotti e cereali" disse, prendendo le due tazze con il latte caldo dal vassoio e dandogliene una.

"Vanno bene i pancakes" disse sorseggiando il latte, e Minho gli avvicinò il piatto con i pancakes.

Il maggiore si sedette accanto a lui sul divano questa volta, e prese anche lui da mangiare per fare compagnia a Jisung.

Il castano da parte sua, non mangiò tantissimo, e sembrava sempre farlo un po' sotto sforzo, ma Minho si accontentò di vederlo mangiare.

"Da quant'è che non mangiavi prima di venire qui?" gli chiese il moro, sperando di non infastidirlo.

"Mhh credo una settimana, forse di più" a sentire ciò, Minho strabuzzò gli occhi.

"Perché?" chiese con un biscotto ancora in bocca, cercando di non avere una reazione eccessiva davanti a Jisung.

"Diciamo che non ho un buon rapporto con il cibo" disse silenzioso, mordendosi il labbro.

Minho si accorse del disagio che stava provando il minore in quel momento e cercò di cambiare argomento.

"Stanotte ti ho cambiato le fasciature. Credo che la ferita abbia fatto infezione, dovremmo...andare da un dottore" disse con calma l'ultima frase, ricordandosi della reazione di Jisung quando quella notte gli disse di voler portarlo all'ospedale.

"No, non posso" rispose semplicemente lui infatti, ma Minho non si arrese.

"Ma così potrebbe peggiorare!"

"Ho detto no, Min! Sai quante domande farebbero per una ferita da arma da fuoco?? Quei bastardi mi manderebbero in prigione!" disse guardandolo male e Minho abbassò lo sguardo.

"Lo so, ma dobbiamo fare qualcosa. Io non sono un medico, Jisung! Non so neanche come curarla quella cosa!" disse più agitato, indicando la ferita.

Jisung si morse il labbro consapevole, e rimasero in silenzio per qualche secondo.

"Come hai fatto per tutti questi anni? Non dirmi che ti sei sempre curato da solo, perché non ti credo" ruppe il silenzio Minho, ricevendo un'occhiata dal minore, che sbuffò e sputò il rospo.

"Avevo un amico, una specie di medico che lavorava nell'esercito. Mi ha sempre aiutato lui"

"Perfetto, chiamalo!" disse Minho, guardandolo sollevato.

"Non siamo in buoni rapporti al momento." roteò gli occhi e sbuffò ancora.

"Perché?"

"Non sono cazzi tuoi"

"Okay, allora chiamalo e digli che ti dispiace per qualsiasi cosa tu abbia fatto, hai bisogno di lui e io di una pausa" disse Minho alzandosi dal divano e portando i piatti ormai vuoti in cucina.

"Non posso!"

"Lo faccio io?"

"No!"

"Lo faccio io." disse ormai prendendo il telefono di Jisung dalla sua giacca.

"Fermo, idiota!"

"Come si chiama? Oh beh non hai molti contatti nel telefono" disse Minho, iniziando a cliccare dappertutto.

"Smettila, non lo chiamerò!"

"È questo? O forse è questo qui..." lo ignorò, continuando a cliccare.

"Sei un rompi coglioni, dammi quel telefono! Faccio io" disse Jisung tutto incazzato e allungando la mano.

"Dimmi il numero, non mi fido di te" lo guardò ghignando Minho, e l'altro sospirò.

"Si chiama Minho, come te" il ragazzo sorrise soddisfatto e cercò il contatto, poi fece partire la chiamata.

-Davvero hai il coraggio di chiamarmi, Han?

"Ehy, non sono Han...sono un suo amico!"

-Impossibile. Han non ha amici.

E così quel Minho fece per chiudere, ma la voce di Minho- insomma lui, lo interruppe.
(l'autrice ha battuto la testa nel scrivere sta roba)

"Lo so, sono solo- un tipo che lo ha salvato. Ora mi serve il tuo aiuto perché è stato sparato, non ho una laurea in medicina e non so cosa fare! Lui ti chiede scusa per qualsiasi cosa abbia fatto, ma ti prego, aiuta me perché non lo voglio morto sul divano di casa mia!"

A Jisung sembrò che il ragazzo stesse quasi per avere una crisi nervosa, e lo guardò strano.

-...okay. Mandami l'indirizzo, ci vediamo.

"Grazie Min! Anche io mi chiamo Minho, sai?" aggiunse Minho, ma l'altro riattaccò senza dargli una risposta.

"Sai di essere irritante?" disse Jisung dal nulla, e Minho si girò verso di lui solo per guardarlo storto.

Mandò l'indirizzo di casa sua a quel tipo, ma ci pensò molto prima di farlo. Non è che fosse un altro personaggio come lo era Jisung? Stava dando il suo indirizzo ad un completo sconosciuto, che per di più aveva sempre avuto contatti con un criminale.

"Vuoi che scriva io?" gli chiese Jisung confuso, ma quella domanda servì a far riprendere Minho, ed inviare il messaggio.

Un'ora dopo citofonarono a casa di Minho, e Jisung quasi non saltò dal divano per la sorpresa, dato che si stava appisolando, sentendosi più stanco del solito.

Quando aprì la porta si trovò davanti un ragazzo alto, snello, capelli castani corti e due occhi del medesimo colore che facevano intuire sicuramente il suo umore, e in quel momento non era dei migliori.

In mano aveva una valigetta, forse conteneva il necessario per curare Jisung.

"Ciao, io sono Minho" disse il moro porgendo all'altro la mano e sorridendo.

"Dov'è Han?" chiese stringendogli giusto la mano e guardandosi intorno, mentre l'altro lo faceva entrare.

"In salotto, ti porto da lui"

Jisung sentì i passi dei due farsi vicini, e sospirò pesantemente per ciò che sarebbe successo di lì a poco.
La ferita era peggiorata, proprio come aveva detto Minho, e come il suo aspetto. Sembrava uno zombie e quasi respirava a fatica.

"Sai, aspettavo solo che ti conciassero così per poter ricevere una tua chiamata, ma non è stato effettivamente così" disse il medico entrando nella stanza e guardando Jisung.

"Ha insistito lui per chiamarti" disse indicando Minho con lo sguardo e cercando di mettersi a sedere, sforzandosi inutilmente, poi fece un colpo di tosse che gli provocò dei crampi allo stomaco.

"Zitto e non provare a giustificarti, fammi lavorare" disse l'altro con un tono neutro che fece venire i brividi a Minho che era dietro di loro e se ne stava zitto ad assistere.

Il medico iniziò a occuparsi della ferita di Jisung, togliendo le bende vecchie messe da Minho e facendo poi ciò per cui era bravo.

"Questo l'hai fatto tu, immagino" disse rivolgendosi a Minho, guardando come aveva medicato la ferita.

"Sì, ho fatto del mio meglio, ma-"

"Hai fatto un buon lavoro" lo interruppe, rassicurandolo senza neanche rivolgergli uno sguardo, mentre Jisung spostò la testa per cercare Minho nella stanza, che era al lato del divano e quindi non poteva vederlo. Fece un mezzo sorrisetto, quasi ad essere fiero di lui, ma Minho non lo vide.

"Da quant'è che non mangi?"

"Non sono cazzi tuoi" mormorò Jisung, distogliendo lo sguardo e l'altro lasciò stare.

Dopo un po' il medico aprì la valigetta e ne prese ago e filo, insieme ad una boccetta di disinfettante.

"C-che fai con quelli?" chiese Jisung, gemendo di dolore il secondo dopo, quando il medico iniziò a disinfettargli la ferita.

"Devo ricucirti, so che non sopporti gli aghi, ma è l'unico modo. È una ferita da arma da fuoco, non si risanerà da sola" disse infilando il filo nell'ago, e Jisung deglutì a vuoto.

Minho fece un passo avanti, guardando preoccupato Jisung, e anche se quest'ultimo avrebbe potuto finalmente vederlo, non lo fece, troppo impegnato a guardare l'ago.

Non appena avvicinò l'ago alla sua carne, il castano sentì la testa girare.

"N-non mi sento per niente bene...m-merda" disse prima di svenire lì sul divano, per la seconda volta in tre giorni.

Minho si spaventò nel vederlo così, e fece per dire qualcosa, ma l'altro lo precedette.

"Tranquillo, è tutto normale. Ha la fobia degli aghi da quando era piccolo. Tra un paio d'ore si sveglierà" disse continuando a fare il suo lavoro e Minho annuì soltanto, non volendo essere d'intralcio.

Una decina di minuti dopo finì di occuparsi della ferita, chiuse tutto con delle fasce e coprì con la maglietta.

"Fatto." concluse, e Minho sembrò come risvegliarsi, essendo stato per tutto il tempo a fissare Jisung dormiente.

"Starà bene?" chiese, con un tono che non nascondeva la sua preoccupazione per il più piccolo.

"Sì, se la caverà. Jisung è forte" disse alzandosi e dando uno sguardo al ragazzo sul divano, e lì Minho potè fare un sospiro di sollievo.

"Uhm- vuoi qualcosa da bere? Hai fame? Vuoi sederti?" chiese cercando di essere ospitale e l'altro sorrise all'ingenuità del ragazzo.

"Gradirei una tazza di tè, se non disturbo"

"Nono, nessun disturbo! È il minimo che posso fare, cioè-"

"Ti ho evitato un cadavere in salotto" disse ridendo per sdrammatizzare, e lì anche Minho si sciolse.

"Esatto...vieni, andiamo in cucina" disse cambiando stanza, mentre l'altro lo seguiva.

"Accomodati" disse indicando il tavolo al centro della stanza, iniziando a preparare tre tazze di tè. Una l'avrebbe riscaldata quando Jisung si sarebbe svegliato.

"Quindi...da quanto tempo conosci Jisung?" chiese sedendosi alla sedia, guardando Minho che preparava il tè.

"Tre giorni, da quando gli hanno sparato"

"Eri con lui quando è successo?"

"No, ma gli avevano sparato da poco. Non riusciva quasi a reggersi in piedi e mentre scappava ci siamo scontrati. Poi mi sono accorto che era ferito, e ho deciso di aiutarlo, anche se non sapevo ancora chi fosse in realtà." disse prendendo le due tazze e porgendone una all'altro, sedendosi di fronte a lui.

"Sarebbe cambiato qualcosa se l'avessi riconosciuto?" chiese, sorseggiando il tè e guardandolo curioso.

Lì Minho ci pensò, ma alla fine rispose convinto.

"No. L'avrei aiutato comunque" disse, facendo annuire l'altro.

"Sei una brava persona Min, non farti influenzare da lui. Jisung infondo è buono, ma non riesce a liberarsi di quella parte di sè che lo spinge sempre a fare cose sbagliate"

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