Il nuovo professore~Minsung

By pHangoccioloMinhorca

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Han Jisung è lo studente modello di tutta l'università di giurisprudenza e ha un grande sogno fin da bambino:... More

Scontro
Lee Minho
Se mi vuoi, basta chiedere
Vendetta
Stagno
Yuna
Gelosia?
A lunedì
Ti copro
Voglio te
Numero sconosciuto
Respiro mozzato
Rosso fiammante
Bagno
Zombie
Sono tuo
Punizione
Ripensamenti
Ritorno di cupido
Attesa
Pausa
Preparati
Vibratore
S-Spiegazione?
Piercing
Dolce
Completo
News
Licenziamento?
Chiacchiere
Preside
Viaggio
Primo giorno
Controllo
Gioielleria
Sfida
Arcobaleno
Luna piena e fuochi d'artificio
Sole e luna
Casa tua o casa mia?
E si ricomincia
Gioco
Ultima bevuta
Laurea
Congratulazioni
Tra amici
Genitori
Fiorellino
Epilogo
Ringraziamenti

Tuoni e fulmini

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By pHangoccioloMinhorca

Jisung pov

Un forte lampo fece eco tra le 4 strette pareti in cui ero rinchiuso, facendomi svegliare di scatto.

Accesi la luce e mi guardai in giro per la stanza, cercando di fare lunghi respiri profondi e tranquillizzarmi.

Mi girai e alzai la tapparella, rivelando il vetro della finestra zuppo d'acqua.

Controllai attentamente l'esterno e si poteva chiaramente vedere che c'era un forte vento, dato che gli alberi continuavano a svolazzare a destra e sinistra.

Mentre guardavo un piccolo pino, una scia luminosa tagliò la notte, seguito subito dopo da un assordante scoppiettio.

Richiusi tutto immediatamente, ma proprio mentre stavo per schiacciare il piccolo pulsante della tapparella, percepì un tocco sulla mia spalla.

Balzai in aria, girandomi di scatto e finendo di conseguenza, col culo sul pavimento.

Udì una flebile risata da me conosciuta ormai benissimo a pochi passi da me.

Infatti, quando alzai lo sguardo, le mie ipotesi si avverarono.
Io: "bastardo" mugugnai portandomi una mano sul culo dolorante, che adesso iniziava anche a bruciare;
Minho: "dovevi vedere l-la tua faccia" sibilò continuando a ridere e indicarmi, come se avesse appena visto un film comico;
Io: "YA" urlai aggrappandomi al letto e sollevandomi "sei uno stronzo Lee" lo attaccai mettendo il broncio.

A quel gesto, il maggiore sembrò calmarsi e provò ad avvicinarsi a me, aprendo le braccia.
Io: "via, vattene affanculo" proferì facendo un passo indietro e incrociando le braccia al petto;
Minho: "dai Han, scusa" si scusò continuando ad avanzare;
Io: "no" mi impuntai fissando un punto indefinito del muro sulla destra;
Minho: "non lo faccio più, tesoro" promise cercando il mio sguardo, che ovviamente non voleva saperne di incontrarlo.

Peccato che non riuscì ad impedirlo, appena il suo nomignolo giunse alle mie orecchie, tamburellandomi insistentemente i timpani.
Io: "come mi hai chiamato?" sussurrai sentendo le mie gote accaldarsi;
Minho: "tesoro" ripetè dandomi una piccola spintarella sul petto.

Dato che i muscoli delle mie gambe erano praticamente inesistenti a causa di ieri sera, caddi sul materasso, facendo anche dei minuscoli rimbalzini.

L'altro dal canto suo, si mise a cavalcioni su di me, intrappolandomi e posizionando le mani accanto alla mia faccia.
Io: "c-cosa fai?" balbettai afferrandogli le braccia, ma non provando nemmeno a spingerlo;
Minho: "niente, volevo solo farti scomparire il broncio" spiegò sorridendomi;
Io: "okay l'hai fatto, ora levati" lo snobbai provando ad alzarmi;
Minho: "solo se mi fai un sorriso" insistette afferrandomi le mani e bloccandole accanto al mio viso, obbligando le nostre dita ad intrecciarsi;
Io: "te lo sogni" commentai distogliendo lo sguardo dal suo;
Minho: "guarda che non ho problemi a stare in questa posizione" disse sollevando un angolo della bocca, formando un ghigno;
Io: "fammi ridere tu allora" lo sfidai inchiodando finalmente le nostre pagliuzze luminose;
Minho: "mi stai sfidando, tesoro?" domandò calcando bene l'ultima parolina, detta con una vocina alquanto fastidiosa.

Sbuffai, alzando gli occhi al cielo, ma annuì comunque alla sua domanda.

Avuto la mia conferma, si avvicinò a me, arrivando a far toccare le punte dei nostri nasi, il suo più aguzzo, mentre il mio leggermente schiacciato.

Non mi mossi, deglutendo a vuoto e non distogliendo mai lo sguardo.

Ci eravamo baciati miliardi di volte, anche la sera prima per esempio, ma perché mi sentivo così in ansia?

La lingua del ragazzo sopra di me accarezzò delicatamente le sue labbra, inumidendole, cosa che non mi fece per niente un buon effetto, dato sentì le mie guance arrossarsi, ancora.

Notando la mia reazione, mi sorrise dolcemente e finalmente spinse le sue due linee bagnate sulle mie.

Liberai un piccolo sospiro di sollievo e ricambiai con grande piacere.

Gli lasciai il pieno controllo, aspettandomi qualche mossa irruenta o spinta, ma mi sbagliai, eccome se mi sbagliai.

Si mosse lentamente e con una indescrivibile delicatezza sulle mie labbra, quasi come se fossi porcellana sotto il suo tocco e potessi rompermi da un momento all'altro.

Nessuno mi aveva mai baciato in questo modo, mi sentivo... amato.

Veramente amato.

Strinsi la presa sulle sue mani e sollevai leggermente il capo, invitandolo a continuare a donarmi questa bellissima e nuova sensazione.

Naturalmente non tentai nemmeno di approfondirlo anzi, forse riuscì anche ad aggiungerci un pizzichino di dolcezza.

I miei dubbi vennero confermati dopo pochi secondi, perché la stretta attorno alle mie dita aumentò, tanto che la coperta si intersecò nel mezzo.

Continuammo a muoverci in tutte le direzioni possibili, scoprendoci in un modo mai provato prima.

Gli avevo ancora dato questo tipo di baci, eppure quello che ci stavamo scambiando ora aveva tutt'altro sapore, non sapevo descriverlo, ma mi sembrava che le sue labbra avessero assunto un gusto più... piacevole, soave.

E questo mi faceva completamente impazzire.

Fu lui il primo a staccarsi, dato che entrambi cominciavamo ad arrancare per mancanza di ossigeno.

Appena la mia bocca fu libera, presi una lunga boccata d'aria, tentando di regolarizzare il mio addome.

Fece sfregare i nostri nasi e mi sorrise.
Minho: "volevo ricambiare tutti i baci che mi hai dato tu" spiegò in un leggero sussurro.

Sorrisi ampiamente, avvicinando gli angoli della mia bocca alle mie orecchie.

L'altro imitò la mia smorfia, baciandomi ancora una volta, solo che questa volta a stampo.
Minho: "hai sorriso" indicò liberandomi una mano.

Passò il pollice sul mio labbro inferiore, eliminando un rivolo di saliva.

Io continuai a fissarlo, rapito da quei due pozzi marroni scuro mortalmente attraenti.

Minho ricambiò lo sguardo per qualche secondo, ma alla fine si staccò e si mise in piedi.
Minho: "vado di là, tu dormi che è ancora notte fonda" mi ordinò sollevando il copriletto che si era precedentemente abbassato e sollevandomelo fino all'altezza delle spalle;
Io: "notte Min" lo salutai nascondendomi ancora di più sotto la coperta, portandomela poco sotto il mento.

Mi sorrise, intenerito dalla scena e se ne andò, spegnendo la luce e chiudendo la porta.

Sospirai e chiusi gli occhi, provando a prendere sonno.

Dato che i lampi erano finiti doveva essere abbastanza facile.

Neanche il tempo per convincermi di questa frase, che la casa tremò di nuovo.

Il mio cuore perse un battito e nascosi il viso sotto il cuscino, spacciandomelo contro l'orecchio, con l'intenzione di attutire di almeno un po' i rumori.

Funzionò? Ovviamente no.

Sbuffai e mi misi a sedere, riaccendendo la luce.

Sapevo qual era l'unica soluzione per dormire e nonostante la paura, uscì dalla camera.

Percorsi il breve corridoio, sorpassando il bagno e raggiungendo l'ultima porta.

Mi ci fermai davanti e abbassai la maniglia, entrando in punta di piedi, in modo tale da non fare rumore.

Chiusi la porta alle mie spalle e vidi il castano dormire, illuminato da un sottile spiraglio di luce, che gli ricadeva esattamente sul volto, rendendolo ancora più etereo e luminoso di quello che già era.

Mi avvicinai, posizionandomi di fronte a lui e gli picchiettai delicatamente sulla spalla.

Il richiamato mugugnò qualcosa di incomprensibile e aprì gli occhi, scontrandoli con i miei.
Io: "posso d-dormire con t-te?" balbettai mordendomi il labbro inferiore;
Minho: "certo Ji, vieni" biascicò con la voce impastata dal sonno.

Sorrisi e lo scavalcai, buttandomi sotto le coperte.

Si girò verso di me e spalancò le braccia, invitandomi ad avvicinarmi.

Non rifiutai la sua richiesta e mi buttai su di lui, nascondendo il viso nel suo largo petto.

Le mani del castano mi circondarono la vita e poggiò il mento sulla mia testa, mentre le nostre gambe si intrecciarono e le mie mani strinsero la sua maglietta del pigiama.

E così, cullato dal caldo corpo di Minho, i suoni all'esterno diventarono ovattati, consentendomi di addormentarmi in pochi secondi.

~
Mi piacciono le smut, ma questi momenti carini sono insostituibili🥹

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