IDOL: Sasaeng

By ElaineAnneMarley

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*Sequel di "IDOL: Nightmare Bloom". La trama contiene spoiler sul primo libro della saga* I Nightmare Bloom h... More

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E ora?

Relazione (V)

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By ElaineAnneMarley

Era la prima volta che Wonbin vedeva Salt struccata. Sotto la luce fredda dell'ingresso era ancora più evidente come il suo volto fosse stato modellato dalla chirurgia estetica: il nasino all'insù, gli zigomi stretti, la doppia palpebra e le labbra carnose... Salt rispecchiava alla perfezione i canoni di bellezza coreani, ma la visione d'insieme non era... naturale. Non che non fosse bella, tutt'altro, però Wonbin aveva sempre preferito i volti pieni e imperfetti, gli occhi monolidi che sparivano in mezzelune perfette a ogni sorriso e una corporatura meno gracile. Wonbin non era attratto fisicamente da Salt, ma era certo che Yongsun non l'avesse scelta solo per il suo aspetto. Il maknae si fidava di Yongsun più che di se stesso, e se l'amico si era legato a quella ragazza di solito scortese e altezzosa doveva esserci un buon motivo.

Salt non sembrava per niente contenta di vederlo lì e non si avvicinò neanche a salutarlo. Con un cenno brusco della mano lo invitò ad accomodarsi e sparì in cucina per portar loro qualcosa da bere.

«Salt?» sussurrò Wonbin muovendo solo le labbra.

Yongsun alzò le spalle, facendo intendere che non erano lì per discutere la sua relazione, ma quella del maknae.

«Ti prego, Seon Wonbin, di tenerti questa storia per te» disse la ragazza rientrando in soggiorno con un vassoio su cui svettavano una caraffa d'acqua e una teiera in ceramica.

«Certo, certo, ci mancherebbe!» alzò le mani l'altro.

«Sai che mi fido di lui...» intervenne Yongsun.

Wonbin non poteva fare a meno di guardarsi intorno per ammirare l'appartamento. Lo sguardo si posò su ciascuno dei mobili eleganti prima di soffermarsi sulla vista mozzafiato dello skyline di Seul. Mai, nella sua vita, avrebbe pensato di mettere piede in un condominio simile.

Yongsun notò subito che il maknae non sembrava particolarmente agitato. Lo conosceva bene e sapeva che Wonbin non provava le emozioni con la stessa intensità con cui le provava lui. Sapeva però anche quanto Wonbin ne soffrisse: più volte il maknae aveva espresso la paura di vivere a metà, rispetto agli altri. Eppure Yongsun aveva sperato che il ragazzino che considerava a tutti gli effetti un fratello minore fosse maturato; e invece, Wonbin continuava a comportarsi con la stessa leggerezza di quando era un trainee, senza preoccuparsi minimamente del bene del gruppo. Uno scandalo avrebbe macchiato infatti la reputazione di tutti i Nightmare Bloom, non solo la sua.

«Hai capito per che testata lavora il paparazzo che vi ha fotografato?»

«Purtroppo no, era buio ed è scappato subito.»

«Cosa stavate facendo?»

Wonbin guardò imbarazzato in direzione di Salt. La Spicy Mayo, seduta a gambe incrociate sul divano, dava l'impressione di non voler partecipare alla conversazione, ma probabilmente era troppo curiosa per uscire dalla stanza. Il maknae sperava che si rendesse conto di essere indiscreta, ma dovette desistere perché la ragazza continuava osservarli in silenzio con il distacco con cui avrebbe guardato un film.

«Eravamo in macchina, non penso sia riuscito a scattare delle foto decenti. Lei è uscita con il volto scoperto, ma io avevo mascherina e cappello...» Wonbin stava cercando di ricostruire quanto fosse accaduto, chiedendosi a che distanza il paparazzo avesse scattato le foto mentre lui e Susie si baciavano. «E adesso cosa faccio, hyung?» Wonbin evitava di guardare Salt, sperando che se l'avesse ignorata la ragazza si sarebbe decisa a lasciarli parlare da soli.

«Dipende dalle foto e da-»

«È una storia seria? Chi è questa ragazza?» Salt si era alzata in piedi e si era seduta accanto a Yongsun, invece che andarsene alla fine aveva deciso di intervenire nella conversazione e Wonbin le rivolse un'altra occhiata imbarazzata.

«Si-si chiama Susie, è una Stem, è australiana e... e ci frequentiamo da un paio di settimane...»

«È straniera?» esclamò l'altra sorpresa.

«Come da due settimane, e che fine ha fatto quella che frequentavi prima?» commentò invece Yongsun.

Wonbin preferì non incrociare lo sguardo dell'amico, conscio che non appena Yongsun avesse intuito cosa avesse combinato negli ultimi mesi sarebbe andato su tutte le furie. Era rimasto fin troppo calmo fino a quel momento, forse perché era consapevole che quanto era capitato a lui e Susie sarebbe potuto capitare anche a lui e Salt.

I tre ragazzi rimasero in silenzio, Wonbin non voleva entrare nei dettagli delle sue relazioni di fronte a una sconosciuta, ma non voleva neanche dirle in faccia che sarebbe stato educato farsi i fatti suoi. «Possiamo uscire a prendere un po' d'aria, hyung?» propose infine.

«Sei sicuro che il paparazzo non ti abbia seguito fin qui?» chiese Salt. «Te l'ho detto che era una pessima idea farlo venire qui, oppa. Se il giornalista non è riuscito a scattare delle buone foto potrebbe averlo tampinato fin qui.»

«Addirittura?» esclamò Wonbin.

«Forse non ti rendi conto che quella gente campa di questo e di solito non si arrende finché non ha incastrato la sua preda. Magari avevi il volto coperto dopo che vi ha fotografato, ma se ti seguiva da un po' potrebbe aver avuto tutto il tempo di riprendere sia te che questa tizia prima che entraste in macchina. E stai certo che, se anche non ha nessuno scatto decente, una volta identificata lei troverà il modo di farle fare il nome dell'idol con cui ha una relazione...»

«Giro sempre con la mascherina... e Susie mi ha assicurato che...» si difese Wonbin.

«Chiamiamo un taxi» disse infine Yongsun. Non voleva che la conversazione diventasse un litigio tra gli altri due, considerato che erano entrambi alquanto testardi.

«Sicuri che non volete passare la notte qui? È già molto tardi.»

«No, è meglio andarcene finché è buio.»

Wonbin non poté far a meno di spiare Yongsun e Salt mentre si salutavano. Salt lo attirò a sé per baciarlo e sussurrargli qualcosa all'orecchio. Lui annuì mentre si infilava una mascherina e spariva all'interno del cappuccio del giaccone.

*

Durante il tragitto i due Nightmare Bloom non aprirono bocca e rimasero lontani dai finestrini. Invece di farsi lasciare davanti al dormitorio saltarono giù nei pressi di una fermata della metropolitana e si diressero all'agenzia, per trovare un luogo tranquillo dove parlare e sonnecchiare fino alla mattina dopo.

Quando finalmente furono all'interno di una saletta di uno dei corridoi laterali del piano degli uffici dello staff, Yongsun si lasciò andare. «Cosa cazzo stai combinando con queste ragazze, Wonbin?»

«Mi dispiace, hyung...»

«Devi dirmi tutto. Capito? Tutto. Non voglio scoprire le cose dalla stampa.» Dopo aver lanciato al maknae un altro sguardo infuocato, Yongsun collegò il suo smartphone alle casse Bluetooth della sala, in modo che la musica coprisse le loro voci.

«A differenza vostra, che avete avuto una vita normale fino a tutto il liceo, io sono diventato un trainee così presto che fino a quattro mesi fa avevo a malapena rivolto la parola a una ragazza, hyung. Non mi interessavano particolarmente, ma ora... ora vorrei trovare qualcuno con cui condividere quello che sto passando... vorrei incontrare il mio primo amore...»

Yongsun non sapeva se innervosirsi o intenerirsi: quell'ossessione che gli adolescenti avevano per il primo amore era a suo parere ridicola e si stupì che Wonbin avesse una visione tanto infantile. «Quante ragazze hai frequentato e cosa ci hai fatto?» rispose glaciale.

«Susie è la terza, no, scusa, la quarta. Ci siamo scambiati solo qualche bacio» confessò. «E anche con le altre» mise subito in chiaro.

«Quattro ragazze in quattro mesi. E suppongo tutte fan...»

L'altro annuì e in quel momento percepì per la prima volta il peso delle scelte che aveva fatto. Si sentì come rimpicciolire davanti a Yongsun, che aveva invece una relazione stabile e che, pur avendo scelto come lui di non rispettare le regole che si erano dati all'interno del gruppo, aveva fatto una scelta più matura.

«Non mi aspettavo che dopo appena sei mesi dal casino con gli esami ci ritrovassimo di nuovo ad avere la stessa conversazione su quanto sei sconsiderato, impulsivo ed egoista.»

Non era di certo una sorpresa che Yongsun fosse così duro, ma in quel momento Wonbin aveva bisogno di un amico, di qualcuno che capisse che quando sbagliava c'era sempre un motivo, che quella era l'età per commettere degli errori e che non era giusto mettere sulle spalle di un quindicenne una responsabilità tanto grande. Soprattutto quella sera che era ancora sotto shock per essersi trovato per la prima volta faccia a faccia con un paparazzo, Wonbin aveva bisogno di un amico... aveva bisogno di Choi Daepyo. Se Yongsun non l'avesse guardato dall'alto in basso, forse Wonbin si sarebbe aperto con lui: gli avrebbe raccontato della dichiarazione di Lemon Juice e soprattutto gli avrebbe rivelato che quel primo amore che tanto romantizzava si era concluso prima ancora di iniziare, perché la persona che era costantemente nei suoi pensieri se ne era andata da un giorno a un altro senza neanche salutarlo.

«Non pensare che non mi senta in colpa, hyung. Sia nei vostri confronti che nei confronti di queste ragazze. Mi dispiace di essere stato impulsivo come al solito, ma sono fatto così e non so se è un problema del mio carattere o della mia immaturità, ma se avessi voluto una predica sarei andato da Jisang...»

Yongsun lo osservò in silenzio. «Sei venuto da me perché hai bisogno di aiuto» disse infine duro.

L'altro annuì. «Arriverà il giorno in cui anche tu potrai venire da me quando hai bisogno di aiuto, hyung, te lo prometto.»

***

Nota dell'Autrice

E siamo alla fine della seconda parte, ovvero un terzo della storia! Spero questo romanzo vi stia divertendo, nonostante la semplicità! 

Che dite, Wonbin riuscirà a cavarsela anche stavolta?

Ci sono un po' di novità nella mia vita personale e il prossimo mese sarò in vacanza. Proverò comunque ad aggiornare, ma se saltano degli aggiornamenti  o se aggiorno in orari strani sapete perché... 

A presto,

Elaine

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