Jisung pov
Ma non fece nemmeno in tempo a venire, che un suono interruppe il silenzio.
Entrambi ci guardammo spaventati e io mi staccai subito da lui.
Minho: "hanno bussato" sussurrò respirando profondamente e rimettendosi i pantaloni e i boxer;
Io: "mi nascondo qui sotto" dissi alzandomi e facendo un cenno della testa verso la cattedra, mentre mi rivestivo.
Lui annuì e si pulì velocemente il mio sperma con dei fazzoletti, per poi mettersi la giacca, in modo tale da coprire il sudore e i segni.
Mi avvicinai a lui, sistemandogli il più possibile i capelli.
Il pugno batté di nuovo sulla porta, costringendoci a separarci una volta per tutte.
Mi fece un cenno verso la cattedra e io presi il mio zaino, per poi nascondermi subito sotto.
Fortunatamente il legno copriva tutti i lati, tranne ovviamente quello davanti alla sedia.
Sentì dei passi e la porta aprirsi, mentre io guardavo da un piccolo buco della parete.
Minho: "buongiorno signor preside" lo salutò inchinandosi più volte;
Preside: "tutto bene? Come mai ancora qui?" chiese entrando;
Minho: "era in punizione un mio alunno, ma è appena andato" spiegò sorridendogli educatamente;
Preside: "ah, capisco, di che alunno si tratta?" domandò passandosi le dita sulla barba grigia;
Minho: "Han Jisung" rivelò tirando un'occhiata nella mia direzione;
Preside: "il signorino Jisung? Come mai?" chiese stupito;
Minho: "le è suonato il telefono in classe" rispose intrecciando le sue dita davanti al busto;
Preside: "ah, beh ha fatto bene" si congratulò dandogli una leggera sberla amichevole sulla spalla "comunque, ero venuto solo per controllare" annunciò guardandosi intorno;
Minho: "oh certo, stavo correggendo dei test" definì sorridendogli;
Preside: "uuu, vediamo" disse incamminandosi verso di me.
Il moro scattò subito in avanti, seguendolo.
Minho: "avevo giusto appena finito" disse correndogli dietro.
L'uomo si posizionò davanti alla scrivania e io mi incastonai il più possibile nell'angolino, stringendo le mie gambe al petto.
Preside: "la stava aiutando Han?" domandò trafficando con dei fogli;
Minho: "sì" affermò posizionandosi davanti a me;
Preside: "tutto bene?" chiese probabilmente notando il comportamento strano del professore;
Minho: "sisi, solo che dovrei fare una cosa importante e avrei fretta" rispose ridacchiando nervosamente;
Preside: "AAAH, mio caro Minho, bastava che me lo dicevi prima e non ti trattenevo" disse con tono giovale "chi è la fortunata allora?" sussurrò avvicinandosi a lui.
Minho non rispose, così l'uomo scoppiò a ridere.
Preside: "scherzo, buona giornata" concluse dandogli un'altra pacca sulla spalla;
Minho: "sì, arrivederci" lo salutò inchinandosi.
Appena la porta si chiuse, io strisciai fuori.
Io: "ci è manc-" dissi facendo un sospiro di sollievo.
Non riuscì a concludere la frase però, che la porta venne di nuovo spalancata e Minho mi scaraventò sotto la scrivania.
Preside: "ah giusto, chiude lei quando va" disse sbucando con la testa dalla porta;
Minho: "certo" affermò inchinandosi.
L'uomo gli sorrise, per poi uscire definitivamente.
Aspettai qualche secondo, fino a quando vidi il moro chinarsi e darmi la mano.
Io la presi e uscì dal nascondiglio.
Minho: "tutto bene?" chiese notando la mia smorfia di dolore appena mi alzai;
Io: "forse tra poco" risposi aggrappandomi alla cattedra.
Lui sorrise e mi si avvicinò, sistemandomi la maglia.
Io: "grazie" sussurrai facendogli un piccolo sorriso;
Minho: "hai una giacca?" domandò indicando i segni sul mio collo.
Annuì e aprì il mio zaino, mostrando l'indumento.
Lo misi e il moro mi si avvicinò, sistemandomelo il meglio possibile.
Lo guardai e lui alzò la testa, facendo collegare i nostri occhi.
Ci fissammo per qualche minuto, fino a quando io abbassai la testa e presi il mio zaino, estraendone il telefono.
Io: "io vado" dissi rendendomi conto che le 5 erano già passate da un pezzo;
Minho: "ti accompagno" propose come al solito, raccattando la sua borsa;
Io: "no tranquillo, ce la faccio" sussurrai sorridendogli;
Minho: "non era una domanda, Jisung" ribatté guardandomi serio.
A quel punto, non potei far altro che accettare e seguirlo fuori.
Chiuse la porta principale dell'università e salimmo nella sua solita auto.
Io: "ma tutti i professori hanno quella chiave?" domandai indicando l'oggetto che aveva appena infilato nella tasca della sua giacca;
Minho: "in teoria sì" rispose accendendo il motore e partendo.
Rimanemmo in silenzio e io spostai lo sguardo sul finestrino.
Il mio cervello ripescò in automatico tutto ciò che era successo pochi istanti prima: avevamo fatto un incredibile sesso, come al solito, ma questa volta eravamo stati quasi scoperti, in più non da un semplice professore o alunno, ma dal preside.
Se non avesse bussato, avrebbe visto tutto e chissà cosa sarebbe successo.
Non era tanto per me, ma per Minho, perché sicuramente se l'università venisse a saperlo, lui perderebbe il lavoro... e poi? Cambierà carriera? Si trasferirà? Non potevo accettarlo.
Sospirai e gli occhi cominciarono a pizzicarmi.
Minho: "tutto bene?" chiese lanciandomi una veloce occhiata.
Ovviamente la fortuna non era dalla mia parte e il semaforo davanti a noi diventò rosso, costringendo il moro a fermarsi.
Minho: "hey, puoi guardarmi?" mi richiamò stringendomi leggermente la coscia.
Aspettai qualche secondo e strizzai gli occhi, per poi girarmi verso di lui.
Io: "sto bene, perché me lo chiedi?" finsi guardando ovunque tranne che i suoi occhi;
Minho: "guardami" ribadì prendendomi il viso tra le mani e facendo di conseguenza incontrare i nostri occhi "cos'hai?" richiese preoccupato;
Io: "niente, sono solo stanco" risposi prendendogli i polsi e abbassandoli "è verde" aggiunsi poi notando il semaforo cambiare colore.
Il maggiore sbuffò e ripartì.
Minho: "riguarda quello che è appena successo? Intendo che ci hanno quasi scoperti" ipotizzò imboccando una via sulla destra;
Io: "non ho voglia di parlarne" lo snobbai continuando a guardare le case che sfrecciavano veloci accanto a noi;
Minho: "va bene, ma promettimi che me lo dirai" disse fermandosi davanti alla mia dimora.
Mi girai verso di lui e annuì, per poi aprire la portiera e poggiare un piede sul marciapiede.
Quando stavo per uscire però, le parole del maggiore mi bloccarono.
Minho: "non ho intenzione di rinunciare a te, Jisung" dichiarò in un sussurro;
Io: "neanche io Minho, neanche io" risposi sorridendogli.
Il suo viso si illuminò e ricambiò il sorriso.
Io: "ciao" lo salutai uscendo definitivamente dal mezzo;
Minho: "scrivimi se hai bisogno" disse facendomi l'occhiolino, per poi ripartire, scomparendo in poco tempo dalla mia visuale.
Rimasi impalato a fissare il segno delle sue ruote sull'asfalto, sorridendo come un idiota.
Mi ripresi solo quando un camion mi passò davanti, facendo un gran fracasso.
Sbattei più volte le palpebre e feci retro front, entrando finalmente in casa.
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Dovevo aggiornare domani ma dato che sapevo che eravate in ansia, l'ho fatto oggi 😉
Comunque, vi aspettavate che fosse il preside a interromperli?