Ten days [Vmin]

By BTSFanficparadise

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[MINI STORIA]Questa storia la definirei "slice of life". È un semplice racconto di due ragazzi il cui rapport... More

Qualche parola prima di partire
-
"Mazzo di paranoie"
"Forse ho cambiato idea"
-
"Troppo diretto"
"Di ritorno"
"Emozioni disordinate"
"Casa nuova"
"Cuore rilassato"
"Sta nevicando?"
"Dopo la neve, il ricovero"
"L'hai tradita?"
-
"Andiamo a ballare."
"Rimani in equilibrio"
"La parte migliore è sotto le coperte"
-
"Impaziente e innamorato"
"Ultima sera prima della fine"
"Il miglior posto."

"La resa dei conti"

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By BTSFanficparadise

"E se non dovesse venire?" Sono a tavola con Junkook. Non ho toccato cibo, giusto una forchettata perchè l'ammasso di muscoli di mio fratello mi ha minacciato di farmi lavare i piatti per un mese. Ho acconsentito senza mezze misure. Fa paura quando si arrabbia.

"Verrà e nel caso sopravviverai." Mi spiattello sul tavolo.

"Non è vero." Parlo con le labbra sul legno. Lui sospira.

"Io invece credo di si." A lui è andata bene. Mica si è messo a fare giochetti strani, come il mio contratto. Hoseok ormai è tutto suo. Cioè non suo. Insomma, sono sulla buona strada. Anche io e Jimin lo siamo, ma ho queste dannate paranoie in testa. Non mi fa bene ascoltarle, ma c'è anche cosí tanta euforia dentro di me, sono in corto circuito.

"Dai. Alza il culo, su. In piedi soldato." Una mega pacca poderosa, pesante come un macigno, fa invertire i miei polmoni con il fegato. Lo guardo maledicendomi. Mi ha smontato con una pacca.

"Ricordati i fiori." Non mi volto, continuo a guardarlo male.

"Volevi uccidermi." Ride. Alzo il pugno come avviso, lui alza gli avambracci per parare il finto colpo. È un enorme bambinone, con troppi chili di muscoli. Io sono sgonfio, rispetto a lui, ma so come fargli male.

"Non volevo dartela cosí forte, dai." Indietreggia, faccio un ultima finta, poi lo lascio perdere. Mi dispiace per il povero Hoseok, molto probabilmente, un giorno di questi lo ritrovo a pezzi.

"Ti accompagno alla macchina?" Nego. Guardandolo in cagnesco.

"Va bene. Ricordati i fiori." Lo so già da me, che devo prendere i fiori. Borbotto uno strano verso in risposta. Non ha un senso compiuto, ma ne sento il bisogno.

"E non farmi il verso. Su, buona uscita." Viene alla porta, mi infila il cappello con forza. Gli mollo un calcio. Non va a segno perchè scappa via. Lo tengo d'occhio. Mi infilo il giaccone, si avvicina e gli mollo un calcio per davvero.

"Ti voglio bene pure io." Ride. Poi allarga le braccia per un abbraccio. Sempre attento a possibili contrattacchi mi avvicino e lo abbraccio.

"Qualsiasi cosa accadrà, tornerai vincitore. Ricordatelo." Prendo aria e la lascio andare. Ha ragione, dovrei mettermelo in testa, per bene. Io ho fatto quello che dovevo. Ho dimostrato chi sono, come sono cambiato e quanta voglia ho di amarlo. Se questo non basta, vuol dire che non doveva andare.

"Ci vediamo domani, se dormi. Buonanotte." Recupero il mazzo di fiori, le chiavi della macchina e il mio coraggio.

Il punto di ritrovo è sul fiume, dove ci siamo incontrati quella sera, con tutti i vecchi amici. Ho già mandato l'orario e l'indirizzo a Jimin. Ha visualizzato, ma non ha risposto. Ho chiesto io che non lo facesse. Non voglio spoiler. Se tutto va bene, me ne ha già dati abbastanza. Non vedo l'ora di vederlo.

[Poco dopo]

Visto che è abbastanza tardi, e non siamo nel fine settimana, riesco a trovare parcheggio in un lampo. E la macchina è apposto. Io sto per avere un infarto adesso. Uno bello forte. Il mio cuore non è d'accordo. Sta impennando come una moto impazzita. Sale di giri. Sbatto la testa nel volante.

"Dai Taehyung è la parte finale. Non puoi mollare adesso." Respiro, provo a calmarmi, ma è impossibile. L'emozioni che provo sono troppo indomabili. Mi costringo a lasciare la macchina e uscire. Fuori fa freddo, niente di nuovo. Ci sono poche auto nel parcheggio e non è poi illuminato cosí bene. Devo sbrigarmi, prima di incrociarlo mentre parcheggia. Recupero il mio fidato mazzo di rose e chiudo la macchina.

"Adesso cammini, passo dopo passo e ti siedi su una panchina." Arrivo lungo la riva. Il fiume scorre, fa un leggero fruscio. I rumori della città lo attutiscono. Quà fa un freddo bestia. Credo che l'umidità dell'acqua non aiuti. Incrocio una panchina, ma non mi va bene. Non qui. Scelgo la prossima. Mi siedo. È fatta di ferro, il mio sedere sente subito il freddo siderale. Inizio a tremare. Non contenendo l'adrenalina. Ma davvero? Tutto questo per un ragazzo che vedo da dieci giorni?

"Calmati Taehyung." Provo a sussurrarmi. Non ci riesco. Inizio a ticchettare con le gambe nervoso. Mancano dieci minuti. Non riesco a smettere di voltarmi verso il parcheggio. Dovrebbe arrivare a breve. Il freddo non aiuta. Adesso sto tremando come un coglione.

"La pace interioreeee." Provo a chiudere gli occhi, appoggio la testa al mazzo di fiori. Arriverà. Ne sono sicuro. È questione di secondi.

Controllo l'orologio. Sono già passati cinque minui. Magari è in ritardo. Possibile che abbia avuto problemi con l'auto. È sempre in orario. Qualcuno arriva dal parcheggio. Il cuore mi salta in gola. Ma sono due persone, non una. Due ragazze passano davanti a me, mi guardano e appema sono lontane bisbigliano qualcosa. No, non sono loro. Inizio a preoccuparmi.

Arriva l'orario giusto. Le sette di sera in punto. Do un'ultima occhiata all'orologio sul polso. Mi trattengo dal controllare il telefono. Sarà in ritardo. Sempre piú agitato mi guardo attorno. Non c'è nessuno. E se non volesse venire? Se avessi capito tutto nel modo sbagliato? Se fosse un 'no'? Mi mordi un labbro, mentre affogo nei miei stessi respiri. Non può essere. Tutto era un chiaro 'si'. I baci, le coccole. Il 'dove ci incontriamo'. Non può essere un no.

Passano altri quindici minuti. Comincio a perdere le speranze. Apro il telefono. Sulla nostra chat non c'è alcun messaggio. Non capisco. Quanto devo aspettare perchè sia un rifiuto?

Provo a rimanere calmo, ma come si fa a rimanere calmi in situazioni come queste?

Passata mezz'ora recepisco il messaggio. Non è venuto. Va bene cosí. Nei messaggi non c'è niente. L'ultimo è proprio il mio. Fisso lo schermo incredulo. Ma come è possibile? Tutto era verso il si. Posso essere cosí scemo da aver visto quello che volevo vedere? Cazzo, sembrava tutto cosí reale. I baci cosí sentiti. Le mani delicate sul mio corpo, le mie sul suo. Gli odori, le parole. Tutto porta verso un unico messaggio. Non è possibile. Mi alzo, come un diavolo in pena. Mi guardo intorno, con attenzione. Non vedo nessuno, solo panchine vuote e lampioni arancioni.

"Dov'è?" Perchè non è qui? Davvero è un no? Ho un pò di problemi ad elaborare la realtà. Non riesco, non voglio. Non mi va bene. Ma la cosa che mi è piú difficile tirare giú è la realtà trascorsa in questi giorni. Tutto è stato cosí vero. Appoggio i gomiti sulla ringhiera che da sul fiume e mi copro la testa mentre sprofondo. Cosa mi è venuto in mente? Questa pagliacciata. Potevo farmelo dire in faccia. Una soluzione immediata, dolorosa, ma immediata. Sospiro, adesso mi sto pure facendo del male da solo. Ho fatto quello che dovevo fare.

La mia testa sta implodendo. Continuo a guardarmi intorno. In cerca di qualcosa che forse non arriverà mai. Fra tutto il caos arrivano le lacrime. Non è venuto. Mi mordo un labbro. Perchè? Torno sulla panchina. Raccatto le mie rose. Non ho il coraggio di andare via. Voglio struggere su questa panchina. Ma perchè? Comincio a singhiozzare come un bambino. Ma che ne sto facendo di me stesso? Il telefono prende a vibrare. Lo pesco dalla tasca del giaccone è proprio Jimin. Rispondo immediatamente.

"Pronto? Taehyung ma dove sei?"

"Dove sono io? Dove sei tu?" La mia voce si incrina.

"Sono dove mi hai detto di venire. Al fiume giusto? Non ti vedo." Domanda preoccupato.

"Sono qui. Pure io." Allontano il telefono per tirare su col naso.

"Non ti vedo, giuro su dio che ci sono pure io. Non è che sei dall'altra parte del fiume?" Non possiamo essere entrambi nello stesso posto e non vederci. Mi accosto alla ringhiera, guardo in lontanaza.

"Sei tu?" Ma dov'è?

"Muovi le braccia, perfavore." Alzo il braccio, lo muovo.

"Tae." Sento esclamare sia nel telefono, che dal vivo. Un guizzo, molto lieve. Guardo da dove viene. Intravedo una macchia muoversi.

"Sei tu?" Vuoi vedere che abbiamo solo sbagliato sfonda del fiume.

"Tae...si, sono io, sto saltellando." Urla piú forte il mio nome, adesso lo vedo. Mi saluta con la mano.

"Ti vedo."

"Arrivo." Sembra divertito da come lo dice. Vedo la macchietta muoversi verso il ponte. Ci metterà un pò ad arrivare. Devo muovermi. Vado a prendere i fiori. Vuoi vedere che siamo due coglioni. A grandi falcate provo a raggiungere il ponte. Lo vedo sbucare alla svolta, tutto trafelato, anche lui con un mazzo di fiori. Adesso mi viene da piangere per il sollievo.

"Sono qui, sono qui." Mi getta le braccia al collo, lo abbraccio di getto. Il suo profumo, il suo corpo contro il mio cancellano tutte le preoccupazione dei minuti passati.

"Questo è il lato pari, tu mi hai mandato l'altro. Ci siamo fraintesi." Ridacchia nel mio collo.

"Esiste un lato pari?" Mugulo fra le lacrime. Quanto sono belli i suoi capelli che mi accarezzano la faccia.

"Si, ci siamo confusi. Non è un problema." Mi lascio andare, mi tuffo nel sollievo e nel suo profumo. Il suo piccolo corpo contro il mio. Adagia le mani sulle mie guance e mi alza il volto.

"Tranquillo è un si, non piangere." Con il pollice prova ad asciugarmi le lacrime. Come dice di non piangere, io piango ancora di piú.

"Piango per il sol-lievo, no-n ti ho visto arrivare. Ho pen-sato non saresti venuto." Balbetto fra le lacrime, è dura parlare. Scuote leggermente la testa, non la smettere di sorridere. È bellissimo.

"Sono qui." Mormora piano, recupera il mazzo di fiori, me lo porge.

"Grazie. I miei sono sulla panchina." Tiro su col naso, passando la manica del giaccone sugli occhi per provare ad asciugarli. Non assorbe un bel niente.

"Aspetta." Va a posare i suoi accanto agli altri, torna da me e mi butta le braccia al collo, ormai è consuetudine e io amo alla pazzia questa cosa.

"Allora è un si?" Annuisce, mi guarda, lentamente mi sto calmando. O almeno, ci sto provando. Mi sento cosí leggero adesso. Ho la sensazione di essere su una nuvola di zucchero filato. Non mi pare vero. Accosto la fronte alla sua.

"È sempre stato un si, Taehyung. Sei maturato un sacco. Ho visto i tuoi cambiamenti dal primo secondo. Sei amorevole, affettuoso." Cosí mi fa piangere ancora di piú. Cerco di assorbire le sue parole, di lasciarle cadere nel mio cuore.

"Io non credo di essere cambiato molto, ma sono pronto ad andare avanti e parlare, di aprirmi a te. So che non siamo perfetti, ma non importa." Sorrido, con le lacrime che fanno traballare la mia visione.

"Piccolo." Sussurro. Sono scosso e traballante.

"Quindi, adesso, per concludere il patto devo baciarti?" Non ricordo, ma annuisco subito. È un si. Ridacchia. Lo attiro a me, tenendolo per i fianchi. Inclina leggermente la testa. Ci avviciniamo piano, chiudo gli occhi per godermi questo piccolo e magico contatto. Riconosco subito le sue labbra calde. Si muovono sensualmente contro le mie. Lo seguo, spingendo un pò avanti con la testa. Lui da una spinta in sisposta. Ridacchio, continuando il bacio, che tanto tenero non è. Appoggio la sua fronte alla mia.

"Quindi...venerdí sera posso venire a dormire a casa tua."

"Non vedo l'ora." Esclamo. Torniamo a stringerci. Faccio un enorme sospiro. Come faccio a crederci? È andato tutto bene. Sono riuscito a riscattarmi e adesso ho l'opportunità di amare il ragazzo che amo. Ovviamente sarà un bel lavoro dal punto di vista mentale. Ma sono pronto. Sono arrivato fin qui per continuare a giocare, non scappare. L'amore sarà amore, non fuga. Non paura. Mi sono impegnato cosí tanto per migliorarmi. Non vedo l'ora di continuare a mettermi alla prova.

"E ora?" Domanda, pulendo i miei occhi nuovamente.

"Se ti dico che non ci ho pensato? Ero cosí preso da tutto quanto, che non ho pensato al dopo." Sbatte la fronte contro di me.

"Non mi meraviglio per niente. Io ho casa libera, è quà vicino."

"Ovviamente è sempre libera." Gli ricordo. Gorgoglia, nascondendosi nel mio petto.

"Quindi adesso sei nuovamente il mio ragazzo?" Insinuo la domanda, parlando piano piano.

"Si. E tu il mio?" Scherza.

"Sono serio, sei il mio ragazzo?" L'angolo della sua bocca si inclina.

"Si, sono il tuo ragazzo." Si morde un labbro, mentre lo dice. Poso le mani sul suo petto. Faccio un passo indietro. Lui mi guarda confuso. Io stingo i pugni e inizio ad esultare, smanaccando come se il miglior giocatore di calcio del mondo avesse fatto un goal da centro campo.

"Si." Esulto facendo una strana danza, molto scimmiesca. Lui mi guarda con le mani sui fianchi, e il piede in avanti. Continuo a ballocchiare andando verso di lui.

"Un sogno si è realizzato." Poso un piccolo bacio sul suo naso. Lo abbraccio, lo strizzo, forte.

"Tae non sono un tubetto di dentifricio." Ride di gusto.

"Lo so, adesso andiamo. Non c'è tempo da perdere." Gli sollevo i piedi, lo prendo in braccio, pronto a portarlo via. Mi muovo verso il parcheggio. Lui ha già accettato il suo destino.

"I fiori, Taehyung." Allunga un braccio a indicare dove li abbiamo lasciati.

"Hai ragione." Li recuperiamo. Li faccio prendere a lui, allunga la manina e prende i mazzi. Io ho una forza mai vista prima d'ora. Riesco pure a saltellare verso il parcheggio con lui in braccio. Lui se la ride di gusto.

"Se cadiamo mi offri una pizza."

"Hai ancora fame?" Non ha cenato?

"Certo che ho sempre fame." Io continuo a saltellare. Adesso è il momento di vivere, amare e farsi amare. Finalmente. Ho il ragazzo che amo fra le braccia. L'ho conquistato nuovamente, non sono piú il burbero e nervoso Taehyung del passato. Sono pronto. Non aspettavo altro. Il futuro sarà costernato da dolci sorprese. Ne sono sicuro ed è il momento di viverle tutte.

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Grazie ancora per aver dedicato del tempo a questa storia. Spero vi sia piaciuta, come è piaciuta a me. Leggera e abbastanza veloce.

Come al solito, detto questo, vi auguro una buona vita.

Alla prossima storia u.u

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