Il nuovo professore~Minsung

By pHangoccioloMinhorca

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Han Jisung è lo studente modello di tutta l'università di giurisprudenza e ha un grande sogno fin da bambino:... More

Scontro
Lee Minho
Se mi vuoi, basta chiedere
Vendetta
Stagno
Yuna
Gelosia?
A lunedì
Ti copro
Voglio te
Numero sconosciuto
Rosso fiammante
Bagno
Zombie
Sono tuo
Punizione
Ripensamenti
Ritorno di cupido
Attesa
Pausa
Preparati
Vibratore
S-Spiegazione?
Piercing
Dolce
Completo
News
Licenziamento?
Chiacchiere
Preside
Viaggio
Primo giorno
Controllo
Tuoni e fulmini
Gioielleria
Sfida
Arcobaleno
Luna piena e fuochi d'artificio
Sole e luna
Casa tua o casa mia?
E si ricomincia
Gioco
Ultima bevuta
Laurea
Congratulazioni
Tra amici
Genitori
Fiorellino
Epilogo
Ringraziamenti

Respiro mozzato

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By pHangoccioloMinhorca

Jisung pov

Le 16 arrivarono in un lampo e ben presto mi ritrovai a girovagare per le strade di Seoul, cercando di azzeccare il campanello a cui suonare.

Dopo aver disturbato ben 3 case, finalmente arrivai a destinazione.

Suonai e la porta si aprì dopo qualche secondo.
Io: "hey" lo salutai con un cenno della mano;
Minho: "entra" disse spostandosi sul lato.

Io sorrisi e lo sorpassai, entrando.

Mi guardai in giro e vidi che era una casa abbastanza semplice, posta in un solo piano.
Minho: "vuoi qualcosa da mangiare?" chiese andando in cucina, la quale era unita al salotto;
Io: "no grazie, non ho fame" risposi poggiando la cartella a terra, per poi aprirla ed estrarne la sua giacca "dove ti metto la giacca?" chiesi guardandomi in giro;
Minho: "appendila all'ingresso, grazie" rispose trafficando con qualcosa nell'altra stanza.

Io feci quello che mi disse e appesi l'indumento all'attaccapanni.

Nel mentre Minho tornò con un budino.
Minho: "vuoi?" chiese porgendomene un cucchiaio, mentre si sedeva sul divano in pelle;
Io: "vaniglia?" chiesi di rimando esaminando la sostanza giallastra.

Minho annuì, allungando ancora di più il braccio, così io aprì la bocca e mi lasciai imboccare.
Minho: "è il mio preferito" rivelò allontanando la posata;
Io: "mmh, buono" borbottai assaporando il dolce delicato.

Il moro annuì orgoglioso e continuò a mangiare, mentre io mi sedevo sul divano accanto a lui.
Minho: "sei riuscito a sopravvivere oggi senza farmi foto?" chiese alzando lo sguardo sul mio;
Io: "ah ah divertente" risposi facendo una risata finta.

Minho rise, girando il busto verso di me.
Io: "come mai oggi non c'eri?" chiesi dopo qualche minuto;
Minho: "avevo una visita stamattina" rispose alzando le spalle;
Io: "stai bene?" domandai guardandolo preoccupato;
Minho: "wow, come mai tutto questo interessamento?" borbottò finendo il budino;
Io: "perché tu invece devi sempre protestare quello che dico?" ribattei incrociando le braccia al petto con il broncio;
Minho: "dai scherzavo, non fare l'offeso" disse avvicinandosi a me.

Io feci una specie di grugnito, così Minho si alzò, abbassandosi davanti a me.
Minho: "andiamo" si lamentò cercando il mio sguardo.

Io spostai ancora la testa, cercando di resistere.
Minho: "d'accordo, l'hai voluto tu" sussurrò posizionandosi a cavalcioni su di me.

Mi morsi il labbro inferiore e le mie braccia vennero separate con forza, per poi essere sollevate sopra la mia testa.

Mi girai verso Minho e lui mi guardò con un sorrisetto.
Io: "c-cosa fai?" balbettai cercando di liberarmi dalla sua salda presa;
Minho: "ti punisco, ti avevo avvertito stamattina o sbaglio?" rispose bastardamente.

Il famigliare calore scoppiettante si fece spazio nel mio bassoventre, mentre il mio cuore batteva all'impazzita e la mia faccia si colorava.
Io: "aspetto solo quello" sussurrai guardandolo dritto negli occhi.

Lui sorrise e mi liberò i polsi, così io gli presi il colletto della camicia, tirandolo bruscamente verso di me.

Feci collegare subito le nostre labbra umide, dando vita ad un bacio rude e passionale.

Presi tra le mani i suoi capelli, tirandoli aggressivamente, mentre lui stringeva possessivamente il mio esile bacino.

Le nostre lingue entrarono in contatto, giocando e azzannandosi vogliose tra loro.

Minho iniziò a spingermi verso sinistra e ben preso mi trovai sdraiato con lui sopra che schiacciava ardentemente le sue labbra sulle mie.

Allungai le mie lunghe braccia, portando le mani fino ai bottoni della sua camicia grigia.

Iniziai a slacciarli e lui imitò gli stessi movimenti sulla mia.

Nel mentre, si abbassò sul mio collo, lasciando una scia di baci e saliva.
Minho: "correttore" sussurrò leccando severamente il mio collo, facendo riapparire i segni di passione che mi aveva lasciato il giorno prima.

Io ansimai e finalmente riuscì a disfarmi dei suoi bottoni.

Dopo un po', anche lui mi liberò e buttò la camicia a terra, rivelando i miei leggeri addominali.

Si staccò, sollevandosi e togliendosi del tutto la camicia, regalandomi una vista paradisiaca.
Minho: "ti piacciono?" chiese con un sorrisetto furbo a dipingergli il volto.

In risposta gli presi con forza le spalle e feci collidere il suo capezzolo destro alla mia cavità orale.

Lo succhiai e lo tirai, portando a gemere il ragazzo sopra di me.

Imitai gli stessi movimenti anche con l'altro, per poi sollevarmi, arrivando alla sua clavicola.

La morsi con forza e la macchiai con le mie piccole labbra rosse.

Il moro ansimò e con una mano mi tirò i capelli, costringendomi a staccarmi e guardarlo.
Minho: "sai che sei maledettamente perfetto" sussurrò con il fiato corto;
Io: "a-anche tu lo sei, daddy" risposi sorridendogli.

A quel soprannome, i suoi occhi scintillarono e si ributtò con una mossa fulminea sul mio collo.

Lo inclinai e lui succhiò e morse ogni millimetro della mia pelle già violacea.

Si abbassò lentamente, lasciando una scia di saliva su tutti i miei addominali.

Si fermò al mio bacino e bruscamente liberò sia i miei pantaloni che i boxer.

Gemetti e lui cominciò a lasciare piccole leccate sulla mia lunghezza, scendendo sempre di più.

Arrivò alla punta e dopo averci giocato ancora un po', mordendola e leccandola, la inglobò.

Io urlai il suo nome e inarcai la schiena.

Il richiamato se la prese tutta in bocca, tanto che sentivo la sua calda gola circondarmi.

Iniziò a pomparla, dapprima lentamente, ma poi con la sua bocca dannamente abile, la succhiò senza pietà, accarezzandola e insalivandola anche con la lingua.

Spinsi ancora di più il bacino, pregandolo di non fermarsi, dato che ero in completa estasi.

Lui sorrise e aumentò la velocità del pompaggio, andando su e giù a una velocità disumana.

Portai indietro la testa, mentre ormai ero già al culmine.

Giusto per non farsi mancare niente, venni perforato dalle dita di Minho, le quali iniziarono immediatamente a sforbiciare e graffiare nella mia stretta entrata.

E ora la situazione era veramente critica: la bocca di Minho che donava immenso piacere alla mia intimità e le sue dita che penetravano ripetutamente la mia apertura.
Io: "M-Min- veni-" provai a spiegare continuando a gemere e ansimare come un dannato.

Lui sembrò capire, perché intensificò il suo operato, leccando la mia punta con movimenti precisi e circolari.

Liberai l'ennesimo urlo scomposto e non riuscì più a trattenermi, svuotandomi dentro di lui.

Il moro ingoiò tutto senza esitare, per poi regalarmi un ultimo doloroso morso e staccarsi del tutto.

Ansimai e lui si concentrò pienamente sulle dita ancora dentro di me.

Mi prese le ginocchia piegate e me le aprì a ranocchia, in modo tale da avere completo accesso.

Spinse le 3 dita, girandole e piegandole rudemente.

Gemetti, aprendo ancora di più le gambe e lui si abbassò di nuovo, giocando con il mio ombelico, inserendoci la lingua e mordendolo.

Intersecai le mie mani intorno alle sue ciocche marroni, stringendole con forza, come per trovare un appoggio a cui sostenermi per non crollare del tutto.

Le sue unghie trovarono la mia prostata e iniziarono la loro piacevole tortura su essa.

Se continuava così probabilmente venivo per la seconda volta.

Il suo bellissimo viso contorto dal piacere e dallo sforzo non aiutava affatto poi, in più anche la sua fronte sudata e i suoi bellissimi addominali lucidi, sia per il sudore che per la mia saliva.

Proseguì il suo lavoro per un bel po', mentre le mie labbra non riuscivano e non volevano chiudersi neanche per un millesimo di secondo.
Minho: "bravo, fai sentire quanto piacere riesco a donarti" sussurrò dando una spinta ancora più aggressiva con le sue piccole dita.

Io portai indietro la testa, stringendo il bordo del divano con le mie lunghe dita.

Quando stavo per venire una seconda volta, Minho tolse duramente tutte e 3 le intruse, facendomi mugugnare per il freddo improvviso.

Lui ghignò e si tolse da sopra di me.

Si alzò e si spogliò del tutto, per poi ritornare sul divano e mettersi in ginocchio.
Minho: "siediti qui sopra" mi ordinò indicando le sue possenti cosce.

Io mi sollevai e con una calma estenuante mi posizionai sopra di lui con le gambe aperte.

Appena trovai una posizione decente, il moro catturò le mie labbra, succhiandole e mordendole appassionatamente.

Assecondai i suoi movimenti, mentre le mie braccia circondarono il suo collo, stringendolo possessivamente a me.

Minho sorrise sulle mie labbra e mi sollevò i fianchi.

Con un colpo secco mi riabbassò e io urlai dal dolore: aveva inserito il suo pene dentro di me.

Mi staccai dalle sue labbra solo per lasciare che i miei versi scomposti si liberassero.

Guidò il mio bacino, alzandolo e abbassandolo velocemente.

Il mio respiro era corto e i polmoni ormai non avevano più aria, ma il mio corpo reagì da solo e aiutò i suoi movimenti burberi.

Portai indietro la testa e le mie unghie infilzarono la morbida pelle della sua schiena, lasciandoci probabilmente dei segni rossi.

Ansimai e gemetti senza sosta, mentre Minho aveva già colpito la mia prostata.

Circondai il suo bacino con le mie gambe e con le ultime forze rimaste, lo spinsi ancora più in profondità.

Il maggiore gemette il mio nome e io collegai di nuovo le nostre labbra desiderose.

Gli conficcai la lingua in gola e lui in risposta aumentò la velocità delle spinte.

Entrò e uscì.

Entrò e uscì.

Entrò e uscì, mentre le nostre bocche si divoravano freneticamente a vicenda e la mia prostata si disintegrava pian piano.

Minho intanto iniziò a stuzzicare con una mano la punta del mio pene.

Ansimai contro la sua bocca e lui in risposta si staccò, scendendo ancora sul mio collo.

Prese la mia pelle tra i denti, tirandola forzutamente e succhiandola.

Inarcai la schiena, portando i nostri petti a strusciarsi tra loro.

Minho sorrise e prese tra le dita la mia lunghezza, cominciando a pomparla.
Io: "c-caz-AH" urlai al massimo del piacere.

Ormai non ero più sicuro se mi trovavo ancora sulla terra o magari in paradiso.

Cercai di resistere il più possibile, ma dopo qualche altra potente spinta, venni sui nostri petti, sporcandoci entrambi.

Continuò a colpirmi la prostata per qualche minuto e alla fine rilasciò anche lui la sua sostanza.

Si spinse ancora un po' dentro di me, per poi fermarsi una volta per tutte e liberare un profondo sospiro.

~
Non volevo separarvi la smut, perciò è un po' più lungo❤️

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