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De manamidesu

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πŸ₯• π—π–Ίπ–Ύπ—„π—ˆπ—ˆπ—„ ، ε°ε…Ž Se qualcuno chiedesse a Taehyung le sue prime impressioni sul proprio compagno di... Mai multe

𝐍𝐎 𝐓𝐑𝐔𝐒𝐓 π–πˆπ“π‡πŽπ”π“ 𝐔𝐒
01 ਏਓ il festival
02 ਏਓ l'intruso
03 ਏਓ coincidenze
04 ਏਓ poli opposti
05 ਏਓ regole infrante
06 ਏਓ primi passi
07 ਏਓ farfalle nello stomaco
08 ਏਓ doppia vita
09 ਏਓ conosco il tuo segreto
10 ਏਓ netflix & chill
11 ਏਓ mi piaci
12 ਏਓ una storia da raccontare

13 ਏਓ la nuova coppia

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De manamidesu


tae's old ipod is now playing:

ʟᴏᴠᴇʀʙᴏʏ – ᴀ-ᴡᴀʟʟ
⇆ㅤ ||◁ㅤ❚❚ㅤ▷||ㅤ ↻





♫ The way you're looking at me
You've got me mesmerized
Something I can't escape
Feel like I'm lost in space






𝐍 𝐎 ਏਓ 𝐓 𝐑 𝐔 𝐒 𝐓
𝐖 𝐈 𝐓 𝐇 𝐎 𝐔 𝐓 𝐔 𝐒







𝐈 𝐋   𝐒 𝐔 𝐎 𝐍 𝐎   𝐃 𝐈
ਏ 𝐐 𝐔 𝐀 𝐋 𝐂 𝐎 𝐒 𝐀 ਓ
𝐂 𝐇 𝐄  𝐒 𝐈  𝐑 𝐎 𝐌 𝐏 𝐄

ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴛʀᴇᴅɪᴄɪ
«la nuova coppia»





Taehyung non è mai stato uno che serba rancore. O almeno, non consapevolmente. Ha sempre cercato di lasciar correre. Lasciar correre, lasciar vivere, lasciare che la gente pensi che sia perfettamente felice e contento.

Hoseok gli rivolge un'occhiata quando lui e Jeongguk raggiungono il loro tavolo durante la pausa pranzo, il giorno dopo il loro confronto. Fa un sorriso ampio e genuino. Ride senza motivo. Allunga una mano, arruffa i capelli di Taehyung.

Dice: «Nessun rancore?»

Taehyung sorride e risponde: «Certo che no», perché è quello che fa Taehyung. Non sono più nella scuola di danza e Hoseok è suo amico. Non importa che quest'anno l'abbia più volte escluso di fronte agli altri membri del corpo di ballo. Non importa che gli abbia detto che non dovrebbe tornare al club. Taehyung può dimenticare questo tipo di cose. Taehyung può sorridere come sempre e far finta che non sia successo nulla. Fingere di non provare lo stesso imbarazzo ogni volta che Hoseok lo guarda. In questo momento, tutti i suoi amici stanno ridendo, sono felici e questa è l'unica cosa che conta. È l'unica cosa che conta da sempre.

Inspira profondamente, lascia andare tutto, e osserva.

Davanti a lui, Yoongi e Namjoon. Entrambi stanno pranzando. Di tanto in tanto offrono sorrisi e qualche parola quando la conversazione lo consente. Alla loro sinistra c'è Seokjin, che si sta lamentando di un professore che non ha gradito che disturbasse la lezione per fare una battuta. Accanto a lui, Hoseok, che era presente e afferma che in realtà si trattava di una battuta abbastanza riuscita per gli standard di Seokjin. Alla sinistra di Taehyung c'è Jimin, piegato in due dalle risate, con i fiocchi di riso che gli escono dalla bocca mentre si gode il teatrino.

Alla sua destra, Jeongguk. Una mano li separa, ma la sua coscia ferma e calda preme impercettibilmente contro la sua. Di tanto in tanto Taehyung sente il suo sguardo su di lui, ogni tanto lo coglie a fissarlo con la coda dell'occhio. A volte si gira, solo per vederlo distogliere rapidamente lo sguardo con un rossore rosa sulle guance. A volte finge di non essersene accorto, trattiene un piccolo sorriso e sigilla quei sentimenti. Sono pensieri felici per quando ne avrà bisogno in futuro.

È così naturale. Loro due. Si sente così immensamente a suo agio con il suo ragazzo (il suo ragazzo – porca miseria, il suo ragazzo) che deve ricordare a se stesso che è una delle poche persone a conoscere i suoi segreti.

Mentre ascolta Seokjin che farnetica, la sua mano si muove. Fa scorrere le dita sulla sua nuca. Un gesto distratto, la prova che non riesce a tenere le mani lontane da Jeongguk anche quando non è lui a controllarle.

Non causa alcun problema. Almeno fino a quando le sue dita non si dirigono lentamente verso la parte superiore del suo berretto. Nessuno se ne accorge o se ne preoccupa. Taehyung prende coscienza delle sue azioni solo quando Jeongguk inclina la testa verso di lui. In quel momento si rende conto che la consistenza sotto le sue dita è la forma delle orecchie di Jeongguk nascoste sotto il berretto. Le ha accarezzate attraverso il tessuto, premendo la punta delle dita alla loro base, muovendole lentamente avanti e indietro come gli piace fare a casa mentre guardano i film insieme.

È un gesto di conforto, prima di ogni altra cosa. Jeongguk dice che è come farsi massaggiare le spalle, solo molto più intenso. Ora che sono costrette dal berretto, è evidente che per lui è un sollievo ancora più grande. Taehyung solleva lo sguardo verso il tavolo e vede che nessuno li guarda con aria interrogativa (tranne Jimin, ovviamente, ma Taehyung ignora sempre Jimin), quindi continua, con movimenti più intenzionali.

Allarga le dita. Affonda le unghie nel tessuto, preme le dita nei fiocchi di lana laddove il materiale si assottiglia. Così può grattare lungo la base delle sue orecchie, fare pressione proprio sull'angolo in cui si congiungono al cuoio capelluto. Il piede di Jeongguk si contrae nel punto in cui è premuto contro quello di Taehyung. Sorride tra sé e sé, compiacendosi quando Jeongguk inclina la testa così tanto che finisce per cadere contro di lui. Da vicino riesce a sentire le piccole fusa emesse dalla sua gola.

«Ti piace, Bun?» Preme le labbra contro il berretto. Jeongguk ha gli occhi chiusi. Risponde con un piccolo miagolio. «Sei proprio un bravo coniglietto.»

Si alza a sedere così bruscamente che Taehyung quasi cade dalla sedia. Squittisce mentre ritrova l'equilibrio. Alza lo sguardo per vedere che l'attenzione di tutti è ora concentrata solo su loro due.

«Tutto a posto? Che è successo?»

Jeongguk, ignorando l'espressione confusa di Namjoon, si alza in piedi. Si abbassa e stringe le dita intorno alla mano di Taehyung. Con una presa salda, lo tira su. Senza dare spiegazioni, parte a passo spedito, e Taehyung non può fare altro che seguirlo. Mentre scompaiono in lontananza, sente qualcuno borbottare: «Bene, è stato disgustoso.»

Jeongguk sta praticamente correndo, frenato dalla figura pesante di Taehyung mentre lo trascina dietro di sé.

«Guk, rallenta!» Non lo fa, procede con passo deciso. Si dirige dritto verso il blocco del dormitorio. Incerto se il suo ragazzo sia davvero arrabbiato oppure no, Taehyung inizia a borbottare delle scuse lungo la strada.

«Jeongguk, non so cosa stia succedendo, ma mi dispiace. Non l'ho fatto apposta, te lo giuro.» Il minore li spinge attraverso la porta a vetri dell'atrio, superando gli altri studenti con facilità. Attraverso i corridoi, fino a casa loro. «Davvero, mi sono lasciato trasportare. O meglio, la mia mano si è lasciata trasportare. Credo che le piaccia toccarti quanto piace a me!» Fa una leggera risata, ma non ottiene alcuna risposta. Jeongguk gli lascia andare la mano. Taehyung ansima e lo guarda armeggiare con le chiavi per aprire la porta di casa. «Sai che non potrei mai rivelare il tuo segreto o fare qualunque cosa per umiliarti, io–»

Click. La porta si chiude.

Con un movimento rapido e impressionantemente aggraziato, Jeongguk si strappa di dosso i jeans.

Taehyung apre la bocca. Non esce nulla. Tutte le sue parole sono scomparse. Lascia comunque la bocca aperta e osserva Jeongguk gettare via i jeans. Si dirige verso di lui, con le cosce scoperte e visibilmente in tensione, lo afferra per i bicipiti e lo spinge con forza contro la porta chiusa. Taehyung guaisce, si affloscia nella sua morsa, mentre Jeongguk gli afferra la mano destra e la tira fino a premerla contro il suo sedere.

«Senti», ordina, con voce roca.

Taehyung sbatte le palpebre, un rumore stentato gli esce dalla gola. La sua mano ha ancora una volontà propria, a quanto pare, perché fa quello che le è stato detto, preme le dita sulla parte posteriore della biancheria intima di Jeongguk.

«Oh», mormora, rendendosi conto della situazione.

«Non puoi farmi cose del genere. Non ho alcun controllo sulle reazioni del mio corpo.» Lo sguardo feroce di Jeongguk si posa su di lui, la voce è ammonitrice, come se stesse rimproverando un bambino. Taehyung preme le dita nella stoffa fradicia, lungo il solco delle sue natiche. All'improvviso, l'eccitazione lo investe come un maremoto, lasciandolo inzuppato dalla testa ai piedi.

«Ti sei eccitato?» chiede, con voce più profonda. «Non me ne sono nemmeno accorto.»

«Esatto», dice Jeongguk con tono ironico.

«Ti giuro!» risponde sulla difensiva. «A casa ti tocco sempre le orecchie. Non pensavo fosse una cosa sessuale. Pensavo fosse confortante, come un massaggio!»

Jeongguk tentenna. «Non– non è una cosa sessuale.»

«Allora perché ti sei eccitato così tanto?» Taehyung, ormai spavaldo, infila la mano destra sotto l'elastico delle mutande sporche di Jeongguk e preme un lungo dito contro il suo buco fradicio. Jeongguk si spinge in avanti, premendo il bacino contro il suo, con il labbro stretto tra i denti e un piccolo «Ah!» che gli sfugge dalla gola. Taehyung sorride, con il cuore che batte forte. «Non ti sento, Bun.»

Gli occhi di Jeongguk si allargano quando il dito inizia a ruotare intorno alla sua apertura. Si aggrappa alla sua maglietta, le dita si stringono sulla stoffa. «N-non lo so, è... successo e basta.»

«Forse perché eravamo in pubblico?» riflette ad alta voce Taehyung. Gli occhi di Jeongguk si chiudono e le sue labbra si separano, scintillando nella penombra. «Oh, capisco. Ti piace che la gente mi guardi mentre ti tocco.»

Jeongguk scuote la testa, anche se si spinge indietro contro il dito di Taehyung che ruota lentamente. «N-no!»

«Ti piace», dice con voce roca. «Ti piace essere guardato, vero? Ti piaceva che i tuoi amici ti guardassero mentre ti eccitavi. Ti è piaciuto quando ti ho detto che sei un bravo coniglietto davanti a tutti.»

La sua testa ricade in avanti sul petto di Taehyung, mentre un dito lo penetra appena, picchietta la sua apertura e gira in tondo, strisciando lungo la sua pelle e fermandosi sul bordo. Allunga la mano libera per togliergli il berretto, scoprendo le orecchie. Ora che sono libere di muoversi, oscillano in avanti.

«Ma sei stato un coniglietto cattivo, non è vero?» mormora Taehyung contro una di esse, avvicinandosi e baciando la soffice peluria.

Jeongguk sussulta, rabbrividendo. «No, non è vero.»

Taehyung accosta il polpastrello alle terminazioni nervose sensibili, stuzzicandole. «Sì, invece. Eccitarti in questo modo mentre tutti ci guardano. Portarmi via dai miei amici perché non riuscivi più ad aspettare. Non è forse vero?»

La sua risposta è un mugolio. Jeongguk sembra combattuto tra lo strusciarsi in avanti, in modo da premere il cazzo contro il suo, e lo spingersi indietro, in modo che il dito di Taehyung, che vaga ancora indolentemente sul suo sedere, lo penetri più a fondo.

«Tae... per favore.»

«Per favore cosa, Guk?»

Jeongguk preme il viso sul collo di Taehyung, mugolando un: «Per favore, fammi venire.»

Taehyung è più che felice di accontentarlo, spingendo due dita dentro di lui tutte insieme. Il suo buco è più scivoloso di quanto Taehyung abbia mai sperimentato nel breve periodo in cui sono stati insieme, ed è ancora allargato dalla notte precedente, quando si era scopato da solo con un vibratore in diretta streaming, mentre Taehyung lo guardava da dietro la telecamera.

Non ci vuole molto prima che inizi a tremare. Si spinge all'indietro, il suo buchetto inghiotte le dita invadenti di Taehyung. Poi si spinge in avanti, strusciando la sua lunghezza coperta dagli slip contro il rigonfiamento tra le cosce di Taehyung, fino a quando non si immobilizza. Appoggia la testa contro le clavicole di Taehyung e geme forte mentre continua a muovere le sue dita lunghe, e poi tira così forte la sua maglietta che Taehyung sente le cuciture che minacciano di cedere.

Taehyung toglie le dita mentre Jeongguk si riprende, ancora tremante contro di lui. Aspetta, felice di stringere il suo ragazzo tra le braccia, mentre una gioia inspiegabile si impossessa delle sue viscere. Lui piace a questo ragazzo. Lui è di Jeongguk e Jeongguk è suo, almeno per ora. In questo grande mondo, si sono trovati. Qualunque siano i momenti che condivideranno, Taehyung non vede l'ora di viverli tutti. Nella chiarezza del momento, spera che quando, più avanti nella sua vita, ricorderà questi momenti, Jeongguk lo farà con lui. Per ora tiene questi pensieri per sé. Forse quando saranno un po' più legati gli dirà queste cose, ma per ora sono i suoi piccoli segreti.

La risatina cupa di Jeongguk lo risveglia dal suo flusso di coscienza. Taehyung sbatte le palpebre in tempo per vederlo sorridere.

«Sono stato bravo?» mormora maliziosamente, con gli occhi da cerbiatto, mentre finge una virtuosità che Taehyung sa non essere del tutto vera.

«Bravissimo, Bun», risponde. Il tono è meno sicuro di prima.

Jeongguk sorride mentre si abbassa lentamente sulle ginocchia.

«Lascia che ti mostri quanto posso essere bravo, Tae», canticchia, scrutandolo dal basso. C'è qualcosa in quell'immagine, in quelle orecchie da coniglietto e in quegli occhi teneri e innocenti che lo fissano mentre tira fuori il cazzo duro di Taehyung dai boxer, mentre preme un bacio sulla punta umida e poi tira fuori la lingua con quello sguardo consapevole negli occhi.

Taehyung deve inclinare la testa all'indietro, per evitare di impazzire all'istante.

Non è sicuro che questo migliori le cose. Fissa il soffitto e non riesce a concentrarsi su nient'altro che il calore umido che lo inghiotte lentamente, sulla vibrazione dei gemiti di Jeongguk.

La sua mano si muove da sola per la seconda volta quel giorno. Quando si arrende e guarda in basso, è infilata tra i folti capelli di Jeongguk, tirandoli alla base. Sente il modo in cui il più piccolo fa le fusa in risposta, deve stringere la mano libera contro la maniglia della porta mentre la sua mascella si allenta. Con respiri affannosi, guarda Jeongguk che cerca di prenderlo in bocca il più possibile.

«Oh, cazzo.» Si spinge all'indietro contro la porta, con le nocche bianche che vede sbucare tra i capelli di Jeongguk. «Oh, cazzo, Guk.»

Si tira indietro, con gli occhi socchiusi. La sua lingua tremola, affondando nella fessura, scivolando sulla punta. Mentre Taehyung geme sopra di lui, le sue mani tirano giù i jeans, trascinandoli fino alle caviglie.

Taehyung non se ne accorge, perché ha la testa ormai a metà strada tra le nuvole e lo spazio. Non si accorge che Jeongguk gli sta togliendo le mutande o che le mani salgono lungo le sue cosce, divaricandogli le natiche.

Si accorge invece del dito bagnato che traccia il bordo della sua apertura, con tocchi leggeri come piume che gli fanno gettare la testa all'indietro. Colpisce la porta con un tonfo mentre i suoi fianchi scattano in avanti. Sotto di lui Jeongguk ha un conato di vomito, e si ritrae un po'. Un attimo dopo si sposta di nuovo in avanti, determinato, mentre prende di nuovo in bocca Taehyung.

Taehyung non ha nemmeno la facoltà di scusarsi, non mentre sente il dito che preme lentamente dentro di lui. Non riesce a dire nulla, si limita a gemere una versione frammentata del nome di Jeongguk mentre il dito si spinge in avanti, cercando, scovando, premendo.

«Merda», sibila Taehyung. Jeongguk geme intorno alla sua lunghezza. Ha trovato quello che cercava e si concentra su quel punto, massaggiandolo senza pietà e lambendo con la lingua la punta del suo cazzo, e Taehyung si aggrappa ai suoi capelli così forte che è un miracolo che non li strappi.

Vede delle macchie di luce scintillare attraverso la sua vista. «Sto per venire», ansima, «sto per venire, Guk. Cazzo. Cazzo, sto per venire, Bun. Dio, sei così– Cazzo.»

Abbassa lo sguardo. Gli occhi di Jeongguk incontrano i suoi e a quel punto viene, con il petto che si gonfia, le gambe che tremano, i fianchi che vibrano per lo sforzo di non affondare nella gola del più piccolo, in preda all'orgasmo.

Il dito di Jeongguk scivola fuori da lui, e poi anche la sua bocca lascia la sua lunghezza con un crudo schiocco.

«Sono stato bravo, hyung?» Sorride, leccandosi le labbra.

Taehyung sprofonda a terra con lui, il petto si alza e si abbassa violentemente.

«Tanto, Bun. Sei stato bellissimo.»

Jeongguk si sporge in avanti per dargli un rapido bacio. Poi si ritrae per dirgli: «Tecnicamente sono stato bravissimo, hyung.»

Taehyung non ha la forza di alzare gli occhi al cielo. Invece allunga il braccio, che sente appesantito, intorno alle spalle di Jeongguk e lo tira a sé. Capisce subito cosa vuole Taehyung e si accoccola al suo fianco, con la testa infilata sotto il suo braccio.

È lì che si addormentano, contro la porta, come due bambini stanchi dopo aver giocato troppo a lungo. Si svegliano entrambi (con il torcicollo) circa un'ora dopo, quando Jimin cerca di aprire la porta e li fa cadere a terra.

Entrambi indossano soltanto le mutande. I capelli di Jeongguk sono ancora in disordine. Taehyung ha lo sperma secco di Jeongguk sul davanti della maglietta.

Jimin rivolge loro una sola occhiata, prima di sospirare profondamente e andare via. Anche loro si guardano l'un l'altro per un attimo, prima di scoppiare a ridere.









La cosa peggiore del sonno è che capisci che te lo stavi godendo solo quando è finito. Lo sfuggente sonno mattutino è un bene raro e prezioso per ogni studente universitario. Tutti gli studenti universitari lo sanno, e dunque nessuno studente universitario sarebbe mai così crudele da togliere a un altro studente il diritto di recuperare il sonnellino dell'alba di cui è privato per la maggior parte degli altri giorni della settimana.

Ecco perché Taehyung è più sbalordito che arrabbiato per il fatto che Jeongguk sia in piedi sopra il suo letto, scuotendolo di soprassalto. Proprio Jeongguk, che sembrava volesse appendere Taehyung per i piedi e staccargli le dita una ad una quando l'ha svegliato una mattina presto perché stava per arrivare in ritardo a lezione. Come faceva a sapere che quello era un giorno festivo?

«Che succede?» dice, solo che un lato della faccia è intorpidito per essere rimasto schiacciato troppo a lungo contro il cuscino e lui sta ancora cercando di ridestare il cervello quanto basta per riuscire a controllare la propria lingua, quindi gli viene fuori un'espressione un po' meno coerente, anzi totalmente inintelligibile.

«Svegliati, Taehyungie.» Jeongguk lo guarda dall'alto. «Dai, alzati.»

«Co– perché?» Taehyung si alza a sedere sul letto, strofinandosi gli occhi. «C'è qualche problema? La stanza va a fuoco?»

«No. Stavi dormendo. Sapevi che la possibilità che si verifichi un incendio si riduce di circa il settantacinque per cento quando dormi?»

Taehyung si rigira nel letto, infilando la testa sotto un cuscino.

«Dai, hyung.» Quando non risponde, il cuscino viene strappato via dalla sua presa. «Taehyung-ah.» Sente delle mani che si infilano tra i suoi capelli e scavano nel cuoio capelluto. Premono non troppo delicatamente. Gira la faccia e dimena le gambe. «Forza! Alzati!»

Un altro gemito sofferente. E poi: «Perché? Che ore sono?»

«Le sette. Ti porto ad un appuntamento. In un luna park.»

Taehyung apre un occhio per guardare un Jeongguk molto compiaciuto.

«Luna park?»













NdT: Il soprannome che Tae dà a Jeongguk, Bun, è una forma abbreviata di Bunny! Ho scelto di lasciare il nomignolo originale, alternandolo con "coniglietto" per motivi di trama.

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