THE ONE THAT GOT AWAY โ”€ tddk

By -ilikestrawberriies

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โ Izuku Midoriya รจ il migliore. O almeno, lui pensa di esserlo. Ne ha la assoluta certezza, ha passato la sua... More

Introduzione
1. La strada del successo
2. Maledettamente bello
4. Il giorno del provino
5. Cose di famiglia
6. Riprese e litigi

3. Un altro punto di vista

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By -ilikestrawberriies

➼ TW: menzione di un DCA. Non troppo nello specifico, ma c'è.

════ ⋆★⋆ ════

Todoroki

Avanti e indietro.

Avanti e indietro.

Avanti e indietro.

Tutta la vita, tutti i giorni, tutte le ore.

Rincorriamo i nostri obiettivi e andiamo avanti e indietro, avanti e indietro.

Ho passato tutta la mia esistenza a chiedermi quale fosse il vero motivo per cui io sia nato.

Io chi sono veramente?

Sono contento di ciò che faccio?

Quali sono i miei obiettivi?

Io non lo so.

La maggior parte degli esseri umani dà sempre per scontato il proprio futuro, in molti sanno già chi vogliono essere.

Io ho diciannove anni.

A diciannove anni non dovrei farmi questi problemi quando ho già un futuro scritto davanti a me, senza aver fatto troppa fatica.

Io sono un privilegiato. E ne sono consapevole.

Siamo onesti, per fare questo lavoro non ci vuole solo l'impegno e la costanza.

Se fosse così, saremmo tutti bravi.

Ci vuole anche la raccomandazione, il talento e soprattutto...la bellezza.

Io non voglio fare il modesto - non mi piace esserlo, mi mette a disagio - ma io credo di essere bello.

Me lo hanno sempre detto tutti.

Ci sarà un motivo, no?

Non mi è mai stata data la possibilità di scegliere.

Nel senso che ho dovuto intraprendere questa strada prima ancora che avessi la possibilità di scegliere.

Non fraintendetemi, io amo fare l'attore, davvero, però...

Se potessi, non rifarei tutto daccapo.

Se avessi saputo a cosa mi avrebbe portato, probabilmente avrei pensato più egoisticamente.

Mio padre faceva l'attore.

Era bravo bravo bravo, famosissimo, aveva davvero talento.

Ho dovuto seguire le sue orme. È stata un po' una cosa ereditaria.

Prima di me, mio fratello Touya.

Ma non era abbastanza per le aspettative di nostro padre. E mio fratello, non è questo che voleva fare.

Poi sono nato io, e ha puntato tutto su di me.

Sin da quando ero piccolo, si capiva che avevo talento da vendere.

Già a tre anni facevo pubblicità per bambini, crescendo poi, ero richiesto per la partecipazione a molti film.

Mio padre era fiero di me.

Anzi, di sé stesso. Per aver "creato" qualcuno degno di prendere il suo posto.

A quindici anni le cose hanno iniziato a cambiare.

Non mi piaceva essere guardato.

Il mondo del cinema, una volta che ci sei dentro, ti impone delle regole ben precise. Innanzitutto, devi avere un bel viso. Il pubblico è attirato da chi è bello, e ciò viene anche prima del talento. Poi - per essere bello - viene richiesto anche un...fisico adatto.

E a me non è mai piaciuto il mio corpo.

Quando ero piccolo non ho avuto problemi del genere, mio padre seguiva rigorosamente la mia alimentazione.

Ma, a quindici anni, qualcosa dentro di me è cambiato.

Era tutto troppo per me, non riuscivo più a sopportare il peso di quello che era successo, ero solo un adolescente.

Mi ero addossato la colpa di tutto.

Ho cercato di stare meglio attraverso il cibo. Ho iniziato a mangiare...troppo.

Troppo, troppo, troppo.

Non ne avevo mai abbastanza, mangiavo sempre di più, io davvero non avevo idea di come fermarmi o di rallentare, ma...

Mi sentivo uno schifo.

Brutto.

Ero inguardabile.

Sono ingrassato in pochi mesi, mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo nemmeno.

Avevo sedici anni.

Non accettavano quel tipo di fisico per un attore.

Mi sono preso una pausa dal cinema.

Dal cinema e, in generale, dalla vita.

Mio padre cercava di aiutarmi, ma a me non importava del suo supporto, dopo quello che aveva fatto.

Mi hanno detto che ci sono momenti nella vita in cui la compagnia gioca un ruolo fondamentale. Eppure io non volevo nessuno.

Ero completamente solo.

Per scelta, però. Perché gli amici li avevo.

Ma io non mi sentivo degno della loro gentilezza, della loro amicizia.

Per cui, li allontanavo.

Ho trovato la mia forza in quelle sere dove per vincere avevo solo me stesso.

Non c'è nessuno, mi ripetevo.

Nessuno ti accetta, non più.

Non riuscivo più ad accettarmi, non uscivo di casa, non volevo vedere nessuno.

Facevo entrare in camera solo mio fratello Touya.

Ma, nonostante ciò, non gli dicevo mai nulla. Non accettavo i pasti che cercava di farmi mangiare, non rispondevo alle sue domande.

Quindi lui si limitava a stare lì, seduto accanto al mio letto, a cercare di farmi compagnia.

A guardarmi mentre mi distruggevo da solo.

Quindi col tempo sono dimagrito...tanto.

Se serviva un certo fisico per continuare a fare l'attore, allora io lo avrei ottenuto.

Continuavo a non mangiare più ogni giorno a pranzo.

Poi a cena.

Lentamente, ho iniziato a non sentirne più il bisogno.

Mangiare mi faceva sentire sbagliato, inutile, in colpa. Sempre.

Avevo un nuovo problema.

Ma almeno, stavolta, mi avrebbero accettato.

E nonostante io volessi stare il più lontano possibile da chiunque, i miei amici sembravano comunque non importarsene, rimanevano con me, come se fossero calamite.

Io davvero non me lo meritavo.

Poi ho imparato che per saper condividere il tempo con qualcuno, devi saper convivere prima di tutto con la tua solitudine.

Ma mi ero stancato di essere solo.

I miei amici mi sono stati vicino, sempre. Anche quando facevo lo stronzo.

Io non mi sono mai meritato di avere persone come loro al mio fianco.

Eppure loro non me lo facevano pesare.

A diciassette anni ho ripreso la mia carriera.

Questa volta, avevo il fisico adatto.

Non avrei sbagliato di nuovo.

E così avanti e indietro, avanti e indietro, nella frenetica vita di tutti i giorni.

E ora sono due anni, che partecipo a film di successo e che sono diventato abbastanza conosciuto da potermi definire famoso.

Eppure, ancora oggi, quando le persone mi guardano per un secondo di troppo, continuo a sentirmi a disagio.

«Indovina chi sarà il tuo interesse amoroso nel nuovo film?»

Il mio amico - nonché agente - mi distrae dai miei pensieri.

Lo fisso.

È seduto sul mio letto, quasi come se fosse suo, a guardare il soffitto, con le mani incrociate, i capelli rossi ormai sciolti dal suo solito codino basso e sparpagliati sul cuscino.

Kirishima Eijiro è uno dei miei migliori amici. Probabilmente, senza di lui, sarei perso.

Siamo agli antipodi, gli opposti per eccellenza, ma è letteralmente la mia metà.

Oltre a lui, Yaoyorozu.

Lei è la mia migliore amica.

Da sempre.

Se mi chiedessero un esempio di anime gemelle platoniche, io parlerei di noi due.

E poi c'è Denki. Lui, beh, è molto simile a Kirishima, è un po' l'anima, il fulcro del gruppo.

Loro erano presenti durante quel periodo. Sono loro che mi hanno aiutato. E sono sempre loro che mi sono rimasti vicini nonostante tutto.

Io non so se riuscirei a farcela senza questi tre.

«Chi? Non dirmi Denki, che io veramente gli voglio bene ma sarebbe inquietante interpretare il suo fidanzato...»

«No, scemo. Sarà niente di meno che Izuku Midoriya. O almeno, è uno dei candidati. Ma siamo onesti, sceglieranno lui»

Ah.

Izuku Midoriya.

Quel cazzo di bastardo, io lo invidio.

È troppo bravo.

Ed è bello, anche.

E faremo un film d'amore insieme.

Oh.

«Non c'è modo di recitare insieme in questo film»

«E perché?»

«Lui è molto più bravo di me, ed è così bello ma allo stesso tempo è anche etero, e poi chi lo dice che ci prenderanno entrambi?»

I miei amici mi guardano.

Momo - che fino a quel momento non aveva parlato e si trovava in cucina - si siede affianco a me, «Innanzitutto tu sei bravissimo. Poi, sì è bello, non posso negarlo, ma anche tu lo sei e poi chi dice che sia etero? Insomma, guardalo, per favore. Poi è ovvio che sceglieranno voi, siete i più famosi»

Può anche darsi.

Però...

«Ma lui è fidanzato con una ragazza, o sbaglio?»

Kirishima ride, «E quindi? Se vuoi saperlo non vanno a letto insieme da mesi quei due»

Alzo le sopracciglia, quasi mi strozzo con la mia stessa saliva, «Avrei tante domande, ma te ne faccio una sola. Tu come fai a saperlo?»

Il mio migliore amico si alza dal letto, appoggiandosi alla ringhiera, cambiando improvvisamente espressione.

Io conosco benissimo questo suo tipo di comportamento. È in imbarazzo.

A me non prendi in giro, Eijiro.

«Diciamo che sono in contatto con il suo manager»

Ah, ecco. Certo.

Io e Yaoyorozu lo fissiamo, consapevoli che deve esserci qualcos'altro. Però non gli facciamo pressione, e ridiamo.

«Sì ma, insomma, perché ne stiamo parlando? Non è importante se sia fidanzato o meno, se è etero oppure no, se ha accettato questo ruolo un motivo ci sarà, no? Devi farlo anche tu, sarà una bella opportunità per la tua carriera»

In effetti, ha ragione.

Perché non dovrei provarci?

Anche se sei più bravo di me, Midoriya Izuku, io ti batterò.

«Okay allora, chiamali. Farò il provino» acconsento, e Kirishima fa un gesto di vittoria.

Chissà perché ci tiene così tanto.

«Comunque, Kaminari vi saluta. Ero a telefono con lui prima, ha detto testuali parole 'Di a quei due scemi che mi mancano troppo e che a breve sarò di nuovo lì con voi, vi voglio tanto bene stronzi' o una cosa del genere, sembrava andare di fretta»

Io lo adoro, quel bastardo.

Ora non è qui con noi, perché si trova a girare un altro dei suoi film. Ad Osaka. Si trova lì da tre mesi, non lo vediamo da un po'.

In effetti, manca molto anche a me. Nonostante sia rumoroso, un po' scemo e faccia solo casini.

«Oi, venite qui voi due» Kirishima indica il letto, spalancando le braccia.

È una cosa che facciamo spesso.

Abbracciarci, intendo. Soprattutto nell'ultimo periodo.

Non pensavo che ne avrei avuto mai così tanto bisogno.

Io e Yaoyorozu ci sediamo sul letto, alla sinistra e alla destra di Kirishima, ci appoggiamo su di lui.

Eijiro è comodo. No, davvero. Sembra un cuscino umano.

Ci stringe. Io chiudo gli occhi, perché mi rilassa.

«Shoto. Tu sei sicuro di voler fare questo film, vero?»

Ci penso.

Sì che ne sono sicuro. Perché non dovrei? È una grande occasione, e poi è un film con una tematica molto importante, che mi sta a cuore.

«Sì, ne sono sicuro»

Momo sorride, so che lo sta facendo, «Bene. Non importa cosa penseranno gli altri, ok?» aggiunge.

No, non importa.

Io so chi sono. Magari non so chi voglio essere in futuro, ma ora, ne sono certo.

Questo film lo dimostrerà.

E io non lascerò che il giudizio degli altri mi imponga di nuovo cosa fare.

Annuisco, sorrido di rimando e mi sistemo meglio nell'abbraccio, «Vi voglio bene» mi viene da dire, perché non lo faccio spesso, ma loro se lo meritano davvero.

Non voglio più privarmi di questo.

Benedico quelle volte in cui ho preferito rimanere da solo.

Perché stavo preparando me stesso a non esserlo più.

❝ angolo autrice ❞

Terzo capitolo, abbiamo l'introduzione del mio grande amore Shoto e quasi piangevo scrivendolo. Come ho detto nel precedente, queste amicizie avrebbero meritato di essere approfondite

+ Spero la parte in cui menziono il DCA non vi abbia disturbato. Sono argomenti delicati ma che voglio trattare, perché so come ci si sente !! <3

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