Ten days [Vmin]

By BTSFanficparadise

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[MINI STORIA]Questa storia la definirei "slice of life". È un semplice racconto di due ragazzi il cui rapport... More

Qualche parola prima di partire
-
"Mazzo di paranoie"
"Forse ho cambiato idea"
-
"Troppo diretto"
"Di ritorno"
"Emozioni disordinate"
"Casa nuova"
"Cuore rilassato"
"Sta nevicando?"
"Dopo la neve, il ricovero"
"L'hai tradita?"
-
"Andiamo a ballare."
"La parte migliore è sotto le coperte"
-
"Impaziente e innamorato"
"Ultima sera prima della fine"
"Il miglior posto."
"La resa dei conti"

"Rimani in equilibrio"

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By BTSFanficparadise

Giorno 6

JIMIN

La pista si staglia davanti a noi, con tutti i rumori e la musica in sottofondo. Taehyung non lo vedo molto convinto. Sono sicuro, però, che se la caverà.

"Per di quà." Dice Jungkook. Tutti ci muoviamo verso il chioschetto dei biglietti. Per adesso è stata una giornata molto delicata. Siamo usciti in quattro, il gruppo è strano, c'è da dirlo, non mi sono ancora abituato a vedere Hoseok in quelle braccia possenti. Lui è felice e Jungkook molto piú che felice. Sorride come un bambino ad ogni bacio dell'altro. Haru non sta poi cosí bene, per niente, ma gli ha detto la verità. È questo che conta. Devo fare del mio meglio per supportare l'uno e l'altra. Visto che sono nella terra di mezzo.

"Due pattini per un'ora." Taehyung approfitta della mia smemoraggine per andare a pagare. Lo guardo male. Se ne accorge e mi spintona via.

"Stronzetto." Paga lui, senza nemmeno dirmelo. Mi rifila fra le mani il mio bigliettino, poi mi bacia. Lo guardo di sottecchi. Ognuno non doveva pagarsi il proprio? Ride e scappa. Quanto vorrei stringere fra le mani quel culo.

Preleviamo i pattini del nostro numero e andiamo a metterli. Taehyung si è praticamente imbacuccato come un pupazzo di neve. Sciarpa, cappellino e giubbotto. Ha paura di prendere nuovamente l'influenza. Credo non ci siano problemi cosí. Però se inizia a sudare potrebbe essere un problema.

Con i pattini pronti, sotto i piedi, mi alzo. Taehyung mi squadra da capo a piedi, come se fossi un entitità demoniaca. A me piace pattinare e ci vengo spesso, quindi sono piuttosto allenato.

"Vieni, dammi la mano." Gliele do tutte e due, le afferra e si mette in piedi. Sul tappeto dovrebbe essere tutto ok. Infatti commina un pò goffamente, ma ce la fa.

"Adesso arreggiti forte al corrimano e prova a muovere su e giú i piedi." Scivolo sul ghiaccio, divertendomi. Per lui è un problema pure entrare. Impacciato scavalca la linea fra ghiaccio e tappeto, sta attento, come se potesse esplodere da un momento all'altro.

"Wuaah." Un piede gli scivola, è andato troppo deciso, però è aggrappato al corrimano, si tiene stretto. Una stretta ben solida a quanto pare. Arriva pure Junkook con Hoseok. Se sapessero che io e Jungkook abbiamo fatto una scommessa su chi cadrà prima, molto probabilmente ci staccherebbero la testa. Anche perchè io ho puntato su Hoseok, sento che sarà il primo a battere il culo per terra.

"Muovi quelle gambine, campione." Jungkook passa dietro Taehyung e gli da una bella pacca sulla schiena, facendolo inclinare di un pò. Lo guardo malissimo.

"Cosí non vale." Gli ricordo. Lui sghignazza mentre accompagna Hoseok con le mani. Anche lui è molto instabile. È terrorizzato. Gli ho sempre chiesto se veniva con me, a provare, tante di quelle volte che ho perso il conto. Ed eccolo qui. Con un ragazzo. A quanto pare i muscoli lo spronano meglio.

"Fai cosí." Dico a Taehyung. Muovo i piedi su e giú. Lui mi manda a fanculo con lo sguardo. Provo a non ridere, però è divertente.

"Ci provo." Lo fa, in maniera molto maldestra.

"Prendi confidenza con il filo dei pattini. Cosí. Giocaci un pò." Tutto concentrato, zampetta. Sembra un bimbo. Ho voglia di baciarlo, ma non voglio interrompere i suoi movimenti.

"Ok. Adesso?" È durato poco. Apparentemente è impaziente di
schiantarsi.

"Stai dritto e testa il tuo equilibrio." Io faccio una giravolta. Rido facendone un'altra.

"Piú sicuro sei di te stesso, meno traballi." Mi avvicino da dietro, per dargli sostegno...lo faccio anche per strizzare le sue belle maniglie dell'amore, morbide, morbide. Si risente, con un mezzo grugnito.

"Hai osato ringhiarmi?" Esagero le mie parole, con un tono strano. Lui grugnisce di nuovo. Gli do uno sculaccione leggero.

"Te lo faccio vedere io." Punta il dito contro di me. Alla cieca, non beccandomi.

"Non spaventi nemmeno un pappagallo."

"Ah si? Vieni qui, allora se hai il coraggio." Mi sfida.

"Eccomi." Gli vado sotto il naso. Mi afferra al volo, tenendosi alla barriera per compensare lo squilibrio.

"Non sono uno squishy." Fa il broncio. Scatto via, quando mi pinza il naso con le dita.

"Scusa, non lo farò mai piú." Lo prendo un pò in giro, lui mi guarda malissimo, ma so che scherza. Chissà gli altri due come se la stanno cavando. Li cerco fra la gente. Oggi la pista non è particolarmente gremita. C'è poca gente. Trovo subito i due. Sono nel mezzo della pista, Jungkook tiene l'altro con le mani. Il mio migliore amico traballa un pò, ma Junkook ha la forza e la stazza per tenerlo su. Io non posso fare cosí con Taehyung.

"Guarda." Esclama vittorioso, quando fa un metro dal corrimano. Con le gambe rigide e una postura un pò arricciata.

"Bravo. Per darti lo slancio muovi i piedi in questa direzione...piano, piano." Allungo il piede destro verso l'esterno e cosí pure l'altro. Lui replica i miei movimenti, molto goffamente. Fa un primo passo, il secondo, poi si squilibria. Lo abbraccio al volo.

"Ogni scusa e buona per strizzarmi eh."  Tira la testa all'indietro, sospirando.

"Se vuoi la smetto." In realtà nemmeno l'ho sfiorato, sta scherzando.

"No, no, fai pure." Lo bacio sulla guancia. Amo come si faccia spupazzare tutto senza problemi adesso. È un panetto di butto tutto da coccolare. Ovviamente se c'è qualcosa che non va lo dice, calmamente. Questo mi sembrava solo uno scherzo.

"Riprova, nel caso ti prendo io." Fa un ultimo respiro e ci prova. Do un'occhiata veloce verso gli altri, sono ancora in piedi. Peccato.

"Bravo." Lo complimento quando lo vedo fare altri due metri da solo. Lo lascio giocare un pò, standogli vicino in caso di caduta. Tornato verso il cordolo mi propongo di farli da supporto. Con le mani sulle spalle ci muoviamo in una specie di trenino.

"Ciuf ciuf..." Dice, estremamente ironico. Scuoto la testa e gli faccio fare il primo giro. Impieghiamo venticinque minuti. Lunghi ma divertenti. Lui mano a mano, prende piú confidenza. Adesso sta andando senza il mio supporto, nè quello della paratia.

"Park, ti sfido." Una voce mi coglie di sorpresa. È proprio Jungkook.

"A fare cosa?" Arriva e sgomma, sparandomi il ghiaccio addosso.

"Mah." Lo guardo a bocca aperta.

"A chi fa il giro piú veloce."

"Fagli il culo, su." Mormora Taehyung che si scuote il ghiaccio di dosso. Ha colpito pure lui. Io scatto subito. Lasciandolo indietro. Cosí impara a fare lo sbruffone. Lo sento ridacchiare. Io sprinto, stando attento a non mettere sotto qualcuno. Devo porre molta attenzione sopratutto nei bambini. Quelli sono piú imprevedibili. Mi guardo un attimo dietro. Prendo paura quando me lo trovo attaccato al culo.

"Ma che..." Guizzo via con l'adrenalina addosso. Sgambetto. Ce la metto tutta. Il traguardo dovrebbero essere Tae e Hoseok. Eccoli là che ci guardano. Accelerò. Li sorpasso e mi fermo, di botto. Ho vinto.

"Ho vinto?" Chiedo conferma a Taehyung.

"Si...woah." Si impettisce, con le mani sui fianchi. Si sbilancia un pò.

"Sei partito prima però."

"Sta zitto tu, il giudice di gara sono io." Taehyung per voltarsi verso il fratello, si inclina, perdendo l'equilibrio. Corro per prenderlo, ma cade giú.

"Cosa hai detto, campione? Non ho sentito bene." Lo percula Jungkook, andandolo a guardare.

"Tutto bene?" Sta bene, guarda il fratello con un enorme sorriso sulla faccia. Uno di quelli colorati, fraterni. Sta bene. Una mano io, una Jungkook e torna in piedi. Gli spolvero i sedere dalla neve, se lo tocca.

"Fa male?" Chiedo.

"Un pò." Dice con una smorfia. Appare pure Hoseok.

"Avrò perso la gara, ma ho vinto la scommessa." Jungkook da una bella pacca a Taehyung, lo scuote. Quest'ultimo mi guarda confuso.

"Che scommessa?" Esclama acuto, Hoseok. Ridacchio.

"Già, che scommessa?" Tae mi attira a se e mi guarda con un falso cipiglio.

"Abbiamo scommesso una birra su chi cadeva prima, fra voi due. Io ho puntato su Hoseok." Lui sorride. Mi arriva una pedata nel sedere però

"Ma che stronzo, appena hai il fidanzato mi bidoni cosí? Ma guarda te." Hoseok fa tutto il permaloso, ma so che scherza.

"Quindi tu hai puntato su di me? Stronzo mal fidato." Si risente Tae. Io sto fra le sue braccia, inecessariamente. Ci sto bene. Poi è morbido tutto imbacuccato cosí.

"E su che chi altro potevo puntare? Dai, ti darò un pò della birra." Mormora l'altro. Il mio gigante scuote la testa e mi guarda, il suo sorriso mi solleva. Cosí splendente. Pulito. Felice. Mi riempe il petto. Lo sbaciucco sulle labbra, un paio di volte. È una liberazione vedere che entrambi godiamo di questo contatto. Il sorriso si allarga sempre di piú. Il ragazzone ha il naso molto rosso. Sembra rudolf.

"Trovatevi una stanza voi due." Uno dei due ci sorpassa, fa lo sbruffone. È Hoseok. Ha lanciato la frecciatina. Lo guardo mentre si allontana molto goffamente, attaccato al suo di gigante.

"Vieni, torniamo ad allenarci." Taehyung si muove lentamente in avanti, pronto a riprovarci ancora.

[poco dopo]

"Finalmente la terra ferma." Ci siamo divisi dagli altri due. Il mio gigante buono aveva voglia di kebab, gli altri invece avevano voglia di gelato. Io non volendo niente, ho scelto la via di Taehyung. Manca poco al locale. Lo sto portando dove lo mangio solitamente.

Adesso stiamo camminando a braccetto. Io accollato al suo braccio. Se l'è cavata bene sui pattini, a parte due cadute, è sopravvisuto. E pensare che Hoseok non è caduto nemmeno una volta, scommetto che il suo orgoglio lo ha fatto rimanere su. È molto competitivo.

"Manca tanto?" Alzo lo sguardo verso Taehyung. Una vampata di calore mi travolge, stringo il suo giaccone. Quanto è bello, poi guando gonfia le le guance cosí pare un bambino.

"No, manca poco. Giusto un centinaio di metri." Torna a guardare verso la strada, io lo guardo mentre cammina. I suoi lineamenti sono cosí rilassati, ha un mezzo sorriso da furbetto sulle labbra. Sa che lo sto guardando. 

Sotto il mento ha un accenno di barba, cosí per tutta la mascella. Le basette sono molto fini, ma presenti. Ricordo ancora quando portava i riccioli sbarazzini. Oggi non ha gli occhiali, ha messo le lenti per evitare di franturmarli in caso di caduta. Sta benissimo sia senza che con. Forse, dentro di me, quei sentimenti non sono mai morti. È sempre cosí attraente, poi il suo carattere adesso...è come ho sempre sperato che si comportasse. È possibile che in un anno i sentimenti non si smarriscano, ma che rimangano dentro?

"Siamo arrivati?"

Adesso parla. Possibile che sia rimasto tutto appeso? Fa strano pensare a quelle notti passate in preda al dolore. Le ho passate ad odiarlo e a sperare di non rivederlo piú. Ricordo sempre la sensazione di dolore al petto. Pareva di avere una lama rovente dritta nel cuore. Lo sentivo ogni volta che provavo a dargli la mano, oppure a baciarlo. Si innervosiva, mi scacciava e io mi chiedevo cosa c'era che non andasse. Ho anche provato ad essere meno pressante, a non baciarlo spesso, a non toccarlo. Ma quello non era amore. Questa che stiamo vivendo è tutta un'altra musica.

"So che sono bello Jimin, però siamo arrivati." Si volta e mi guarda. Mi spavento. Già, ho perso la concentrazione.

"Scusa...emh, si è questo." Scuoto la testa. Ho divagato con la mente, verso l'infinito e oltre.

Entriamo. Lui va ad ordinare un kebab grande, io solo delle patatine, non ho molta fame. Ci sediamo all'unico tavolo disponibile, si mette accanto a me, invece che starmi di fronte. Addento subito una delle patatine scottandomi la lingua, sono ancora molto calde. Aspetterò un pò. Lui addenta il panino, bello succoso e profumato, lo guardo con attenzione. Mi sale l'acquolina in bocca.

"È stato divertente, vederci muovere come dei pinguini un pò ubriachi?" Attira la mia attenzione. Annuisco in automatico.

"Non siete andati cosí male, nel complesso." Ed è la verità.

"Davvero?" Annuisco. Sorride vittorioso, addentando di nuovo il panino.

Adesso è cosí calmo, amorevole. È come sfondare una porta già aperta. Lo scorso Taehyung invece era un immenso muro di acciaio, troppo duro e impenetrabile. È tutto cosí bello, allora perchè sento questa nebbia dentro di me? È paura?

"Ti vedo pensieroso, tutto ok?" Continuo a fare si con la testa, aspetto che finisca di masticare e gli do un bacio a stampo. Lui chiude gli occhi e ammiriamo il contatto.

Ecco, questo è proprio quello che volevo, io appoggiato a lui, sereno e tranquillo. Il mio istinto ha paura però, è se il drago avesse smesso di sparare momentaneamente fuoco? Il drago mi guarda, si avvicina per posarmi le labbra sul collo. Molto calmamente.

"A cosa pensi?"

La mia è solo paura insensata molto probabilmente, credo che sia anche leggittima.

"A un pò di cose...non ti preoccupare." Si fa un pò preoccupato. Io mangio le mie patatine, provo a dargliene una. Lo bacio di nuovo per fargli capire che non deve preoccuparsi. Forse si tranquillizza, non ne sono sicuro. Però mangia. Con gusto. Mi sta facendo venire fame.

"Ne vuoi un morso?" Chiede porgendo il panino. Lo addento subito. È buonissimo.

"Ma sei un dinosauro?" Esclama guardando il morso che ho lasciato.

"Cosa ti aspettavi?" Mi lamento. Poi non è cosí grosso.

"Un morsetto da nano, non uno da dinosauro. Guarda." Fa vedere meglio il buco che ho fatto. Provo ad addentarlo di nuovo. Mi lascia fare.

"Mi hai fatto venire fame." Dico a mia discolpa.

"Me lo dicevi, te ne prendevi uno."

"E va bene..." Provo ad alzarmi, ma mi tiene giú.

"Stavo scherzando...nel caso ne prendiamo un altro dopo." Ridacchia, io lo guardo di sottecchi. Forse le patatine non basteranno. Il mio stomaco si è fatto una voragine. Fa come gli pare.

"Comunque, posso farti una domanda riguardo a quella specie di contratto che abbiamo sancito col bacio?" Attiro immediatamente la sua attenzione, rimane a bocca aperta.

"Alla fine dei dieci giorni, come devo comunicare la mia volontà di continuare o di smettere?" Ci pensa su.

"Sai che non ci ho pensato?" Fissa intensamente il tavolo. La soluzione deve essere lí. Aspetto, fiducioso.

"Facciamo cosí. È mercoledí l'ultimo giorno, giusto? Usciti da lavoro ci incontriamo da qualche parte. Se ti presenti è un sí, se non ti presenti...beh, è un no." Spiega.

"Dove ci incontriamo?" Incontriamo? Il mio subconscio è già cosí convinto eppure cosí confuso? Cosa ho che non va?

"Non lo so. Devo pensare al posto...e questo a cui pensavi prima?" La ritenta. Non voglio dirgli cosa penso, credo che siano cose abbastanza private.

"Forse."

"Ok, non posso saperlo. Capisco. Almeno un piccolo spoiler?" Con il pollice e l'indice mi fa vedere quanto piccolo lo vuole.

"Te l'ho già fatto e nemmeno te ne sei accorto." Aggrotta subito la fronte. Si sforza. Ho paura che esploda da un momento all'altro.

"Non ti sforzare troppo." Addenta il kebab, continua a fissare il tavolo. Scuoto la testa. Che tonto.

"Non è che puoi dirlo di nuovo? Me lo sono perso."

"No, mi dispiace." Lo dico accoccolandomi a lui, anche questo è un chiaro messaggio.

"Pragmatico." Esclama facendomi ridere. Lo ha detto in modo cosí strano. Ha stonato la parola.

Forse non dovrei farmi tante paranoie, se le cose dovessero andare storte, sono sicuro che non perderei tempo e me ne andrei. Non ho voglia di morire un'altra volta. Poi, a pensarci bene, non mi ha dato niente a cui pensare. È tranquillo, come lo sono anche io. Dobbiamo solo scoprirci veramente, forse adesso ne avremo occasione. Con calma e pazienza.

"Tieni, finiscilo tu. Vado ad ordinarne un altro." Il kebab è alla fine, da un morso prendendosi la sua metà. L'altra la lascia me. La divoro. Gli lascio i soldi, li ignora completamente. Sbuffo, guardando la sua capa mora davanti al bancone. Questa volta sarà diverso, me lo sento. Dovrei calmarmi, non dare peso a tutta questa confusione che ho addosso e fidarmi di lui. Se tutto andrà per il peggio, dovrò semplicemente sopravvivere di nuovo al dolore. Ridacchio di me stesso. Lo sto pensando come se fosse facile. Forse è meglio lasciare che il tempo faccia il suo decorso e godermi meglio tutto quello che sta accadendo.

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