Midnight Clear (KTH + PJM)

By lvunax7

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{VMIN - COMPLETA} "Forse il karma stava finalmente facendo il suo lavoro: Taehyung a distanza di anni era ri... More

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 4
Capitolo 5

Capitolo 3

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By lvunax7


Una volta entrato nella scuola di danza in cui si sarebbe tenuto il saggio di Alis, si guardò intorno e sorrise nel rendersi conto che nessun posto al mondo sarebbe potuto essere così simile a Jimin come lo era quello. Ogni stanza sembrava urlare il suo nome, era presente in ogni millimetro di quella struttura, dalle sbarre attaccate alle pareti, ai quadri, alle luci caldi che sicuramente erano state scelte appositamente da lui che odiava i posti troppo cupi.

Persino il modo in cui erano disposti i festoni natalizi nei corridoi gli ricordava lui, insieme all'allestimento del palco sul quale si sarebbero esibiti i suoi alunni, pieno di fiori il cui profumo si mescolava a quello di biscotti e arance appena premute, più intenso man mano che ci si allontanava dall'uscita e ci si avviava verso il centro del piccolo auditorium.

Era tutto così confortevole, si sentiva quasi più leggero stando lì, la stessa sensazione che una volta gli aveva regalato la compagnia di Jimin, ad un certo punto gli era addirittura sembrato di sentire la sua risata mentre chiacchierava con sua sorella prima dell'inizio del saggio, ma quando si guardò intorno, di lui non c'era traccia. Rimase un po' deluso.

Jimin era sempre stato il tipo di persona che ride anche quando non sembra esserci un motivo valido agli occhi delle altre persone, era l'unico a ridere alle battute scadenti che faceva Taehyung quando erano ragazzini. All'inizio pensava che fosse solo un il suo modo di essere cortese con lui, ci volle poco per capire che in realtà lui si divertiva davvero ad ascoltarlo e se prima gli importava di ricevere l'approvazione di tutto il suo gruppo di amici, col passare del tempo iniziò a cercare solo quella del più basso che raramente deludeva le sue aspettative.

Quando lui e sua sorella si sedettero in mezzo agli altri genitori, si sentì di nuovo invaso dal senso di colpa che l'aveva perseguitato dal momento in cui Jimin era uscito dalla pasticceria di Yoongi. Sperava di riuscire a vederlo a fine spettacolo, voleva scusarsi con lui per i modi decisamente fuori luogo che gli aveva riservato.

Ce l'aveva avuta con lui per tanto tempo perché era andato via senza scusarsi di tutti i segnali contrastanti che gli aveva mandato, non poteva rischiare di ritornare a Seul senza prima aver chiarito tutto, altrimenti avrebbe assunto un atteggiamento che aveva condannato per anni.

Quando i primi allievi iniziarono a comparire sul palco, fece un respiro profondo, decidendo di mettere da parte quei sentimenti per almeno le prossime ore, così da godersi tutto al meglio. Più passava il tempo, più gli risultava facile mantenere l'attenzione su ciò che vedeva, senza lasciarsi trasportare da altri pensieri, lo spettacolo era davvero bello e coinvolgente, per non parlare di quanto fosse fiero di vedere Alis su quel palco insieme ai suoi compagni.

Tahyung non era ancora diventato padre e non era decisamente nei suoi piani futuri l'avere un bambino visto che riteneva di non esserne in grado, però era certo del fatto che gli altri genitori sentissero il petto colmo dello stesso sentimento che stava provando lui mentre osservava come la sua nipotina stesse eseguendo ogni coreografia. Era orgoglio mescolato all'amore più puro che possa esistere, uniti alla gioia di vederla fare ciò che amava.

Nonostante le coreografie fossero montate sulle canzoni natalizie più celebri e lui non fosse proprio un fan accanito di questo genere di musica, si ritrovò a cantarle tutte a squarciagola. Più di una volta Miyoung gli aveva dato delle gomitate poco eleganti, intimandogli di smetterla e le persone che avevano intorno sembravano essere fin troppo d'accordo con lei.

Quasi scoppiò a ridere quando incrociò lo sguardo di una nonnina che lo stava praticamente fulminando, gli importava ben poco di cosa pensassero gli altri di lui in quel momento. Realizzò di aver fatto la scelta giusta a ritornare a casa per le feste. Quell'oretta aveva cancellato tutti i giorni passati a sentire le lamentele dei suoi fratelli e le frecciatine che gli avevano rivolto.

A fine spettacolo si sorprese nel sentire le guance inumidite dalle lacrime, le asciugò prontamente quando Alis si voltò per l'ennesima volta verso lui e sua sorella per poterli salutare con un sorriso enorme stampato sul viso. Fece un inchino insieme alle sue compagne di corso con grande eleganza, poi si staccò dal gruppo insieme a quella che era la sua migliore amica e sparirono dietro le quinte. Taehyung le seguì con lo sguardo, confuso.

"Dove vanno?" chiese voltandosi verso sua sorella che, in risposta, fece spallucce.

Rimase senza fiato quando le vide ritornare mano nella mano con Jimin che rideva in modo complice proprio con sua nipote. A quella vista gli si scaldò il cuore e applaudì ancora più forte, sentendosi improvvisamente orgoglioso anche di lui perché sapeva che diventare un maestro di danza era sempre stato il suo obiettivo. Era proprio nato per fare quello per il resto della vita, glielo poteva leggere negli occhi quanto era felice di stare tra i suoi piccoli alunni che lo ammiravano e apprezzavano così tanto da trascinarlo con loro per i ringraziamenti.

"Grazie e tutti coloro che sono venuti qui oggi" pronunciò quando gli applausi dei genitori persero d'intensità "Non era prevista questa mia comparsa in scena, però ora che ci sono, ci tengo a chiamare sul palco anche i miei collaboratori perché è anche merito loro se i bambini sono riusciti a preparare tutte le coreografie per lo spettacolo di oggi"

Fece cenno a tre ragazzi seduti in prima fila e scoppiò a ridere quando uno di loro, probabilmente il più giovane, si fiondò tra le sue braccia. Aveva dei tatuaggi visibili sulla mano e un piercing al labbro che contrastavano decisamente con il sorriso che stava sfoggiando e la risatina che gli sfuggì quando Jimin gli passò il microfono per fargli dire qualcosa.

Taehyung avrebbe tanto voluto ascoltare cosa aveva da dire, però si perse completamente ad osservare Jimin, precisamente il modo in cui i pantaloni neri che stava indossando riuscissero a far risaltare ancora di più le sue cosce, a come quel maglione rosso a collo alto gli calzasse così bene infilato nei pantaloni, sottolineando volutamente la sua vita stretta.

Ai suoi occhi era sempre stato bellissimo, anche quando lui invece si guardava allo specchio e trovava solo difetti, era sempre pronto a fargli mille complimenti nella speranza che un giorno avrebbe finalmente cambiato idea su se stesso.

Saltò sul posto e quasi cadde dalla sedia quando Jimin si girò di scatto nella sua direzione e lo guardò dritto negli occhi, con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra, uno di quelli che in altre circostanze Taehyung avrebbe trovato terribilmente irritante. L'imbarazzo prese il sopravvento e lo costrinse a puntare lo sguardo per terra. Sembrava sapesse già dove guardare, quasi come se avesse sentito lo sguardo del ricciolino addosso ancora prima di poter verificare che stesse effettivamente guardando lui.

Ritornò a guardare il palco solo quando i bimbi iniziarono a scendere da esso per sparpagliarsi in tutta la sala, ognuno alla ricerca dei propri genitori. Insieme a loro, anche Jimin scese con un elegante salto dal palco, lo seguì con lo sguardo e lo vide raggiungere un gruppetto di genitori poco distante da lui.

Pur essendo circondato da altre persone, lui era sempre e comunque l'unico che continuava a risaltare di più fra tutti, irradiava un eleganza particolare in ogni gesto che faceva, anche mentre faceva un semplice inchino per ringraziare i suoi interlocutori prima di allontanarsi per parlare con i suoi collaboratori. Lo vide conversare con loro usando modi pacati, lo sentì addirittura ridere di gusto quando lo stesso ragazzo a cui aveva passato prima il microfono fece una battuta che non riuscì a captare per intero.

Questa volta non l'aveva immaginato, quella risata veniva proprio da lui ed ebbe la conferma che anche quella fosse rimasta la stessa dopo tanti anni e che non aveva perso l'abitudine di coprirsi la bocca con la mano quando rideva troppo forte. Taehyung aveva sempre trovato quel gesto molto carino e allo stesso tempo tanto fastidioso. Il sorriso di Jimin era uno dei più belli che avesse mai visto e non doveva vergognarsene, riusciva a renderlo felice anche dopo il dispiacere più grande, non doveva nasconderlo o coprirlo in alcun modo, meritava di essere visto da tutti quelli che lo circondavano.

"Mamma! Zio Taehyung!"

Scostò subito lo sguardo da Jimin e sorrise quando vide Alis correre verso di loro per poi gettarsi tra le braccia della sua mamma, fiduciosa del fatto che l'avrebbe presa al volo.

"Sei stata bravissima amore mio" aveva detto Miyoung "Mi vedevi da lì su? Abbiamo fatto il tifo per te dall'inizio alla fine"

La piccola annuì, visibilmente stanca dallo sforzo fisico dello spettacolo, poi spostò lo sguardo verso Taehyung e non riuscì a contenere una risatina innocente delle sue.

"Sì, mamma. Era impossibile non sentire le urla di zio Taehyung, penso che anche dietro le quinte le abbiano sentite tutti"

Quindi le avrà sentite anche... che imbarazzo!

"Oh, Taehyung puoi tenerla tu un secondo? Mi stanno chiamando dal lavoro, devo uscire due secondi"

Prese in braccio la bambina senza pensarci mezzo secondo e sorrise quando quest'ultima gli stampò un tenero bacio sulla guancia prima di abbracciarlo.

"Ti sono piaciuta, zio? Non mi hai ancora detto nulla..." chiese un po' in imbarazzo.

Taehyung si affrettò ad annuire con entusiasmo prima di darle un tenero bacio sulla fronte.

"Sei stata fantastica, amore mio! Non lo dico perché sono tuo zio e ti voglio bene, ma per me eri la più talentuosa lì in mezzo" mormorò riuscendo a strapparle un sorriso timido. "Senti... le mie urla non ti hanno messo in imbarazzo, vero? Volevo solo essere di supporto, non volevo metterti a disagio"

"No, zio! Anzi, è stato bello sapere che ti stavi divertendo anche se non ti piacciono le canzoni di Natale" rispose la piccola per poi sbadigliare coprendosi il visino con entrambe le mani.

Taehyung realizzò che stesse per addormentarsi solo qualche minuto dopo, quando la sentì appoggiare la testa sulla sua spalla. Si diede un'occhiata veloce intorno e non vedendo Jimin da nessuna parte, si decise ad uscire fuori per far si che Alis potesse riposare tranquillamente in macchina insieme a Miyoung mentre lui ritornava dentro per parlare con lui.

Si fermò non appena sentì una voce chiamarlo a gran voce, riuscendo a farlo voltare verso il palco di scatto.

"Dove andate voi due? A breve arriverà la torta, l'ho ordinata da Yoongi quando ci siamo visti" aveva detto Jimin con un modo di fare decisamente più allegro e pimpante rispetto a quello che gli aveva riservato la volta precedente.

Era ancora di buon umore per la buona riuscita dello spettacolo, aveva negli occhi un luccichio speciale che chiunque avrebbe notato. Il modo in cui aveva infilato le mani nelle tasche dei pantaloni gli donava un'aria rilassata, si sentiva completamente a suo agio pur essendo in presenza di Taehyung e quest'ultimo ne fu particolarmente felice visto che metterlo in imbarazzo era l'ultima cosa che voleva dopo una mattinata così piacevole per entrambi.

"La stavo portando fuori, è stanca morta" disse riferendosi alla bambina che intanto aveva chiuso gli occhi.

"Lo vedo, è davvero tanto carina, è tra le migliori del corso" mormorò. "Ha dato il massimo oggi, si è impegnata tantissimo"

Quando vide Jimin allungare una mano verso di lui, rimase congelato sul posto senza sapere cosa fare, colto di sorpresa da quel gesto improvviso. Possibile che volesse...

Oh... ovvio che non voleva accarezzare me, era per la bambina.

Pensò mentre lo vedeva avvicinarsi per lasciare una carezza delicata tra i capelli di Alis, ancora perfettamente raccolti. Ringraziò il suo autocontrollo che gli aveva impedito di scostarsi o di fare l'ennesima cosa stupida che l'avrebbe messo ancora una volta in una situazione scomoda dalla quale non avrebbe saputo trovare un via d'uscita dignitosa.

"Prima che tu vada via... mi volevo scusare, Taehyung. Non sono stato giusto con te l'altro giorno, mi devi perdonare"

Taehyung sgranò gli occhi, in preda alla confusione più totale. Era stato lui a lanciare una frecciatina pur vedendolo così a disagio, lui aveva rotto l'atmosfera calma che Yoongi stava provando a costruire, spingendolo ad andare via. Per cosa si stava scusando se non aveva colpe?

"N-no, non devi scusarti" si affrettò a dire "Sono stato io a comportarmi in modo infantile, sono io quello che dovrebbe chiederti scusa. Ho commesso un errore ci sto pensando da quando sei andato via"

Jimin sorrise, intenerito da quelle parole perché Taehyung era sempre stato così. Aveva l'aria da duro ma era infinitamente buono, sembrava indifferente a tutto e tutti, ma in realtà ragionata sulle sue azioni più del dovuto e a volte si dava la colpa anche quando non aveva fatto niente di male.

"Non sei cambiato di una virgola"

Quando lo vide corrucciare il viso, probabilmente non comprendendo la natura di quella frase, si affrettò a spiegarsi meglio.

"È un complimento, non ti sto insultando. Sei sempre stato così-"

Fu interrotto dalla voce di Miyoung che lo chiamava a gran voce dal fondo della sala, correndo per raggiungerlo più velocemente.

"Scusa se ti ho lasciato qui da solo, il mio capo mi tortura anche durante le vacanze di Natale" si voltò verso Alis e nel vederla addormentata, allungò le braccia per prenderla "La porto via, stanotte non ha dormito dall'emozione" aveva detto rivolgendosi a Jimin che rise in risposta.

"Tu vai avanti, io ti raggiungo in macchina"

Una volta rimasti soli, Taehyung fece un passo avanti e Jimin trattenne il respiro, prendendosi per qualche secondo per osservare la bellezza innata della figura che torreggiava di fronte a lui in modo imponente ma allo stesso tempo per niente intimidatorio. Guardò i suoi occhi in particolare e dedusse che Alis forse non era stata l'unica a passare la notte in bianco. Aveva l'aria stanca oltre che triste e avrebbe tanto voluto chiedergli cosa gli stesse causando così tanto dolore da togliergli il sonno, però non voleva risultare eccessivamente invadente quindi si morse la lingua in attesa di ascoltare ciò che aveva da dirgli.

"Cosa stavi dicendo prima che mia sorella ci interrompesse?"

Alzò le sopracciglia sorpreso, poi sorrise incrociando le braccia.

"Non perdi mai l'occasione per farti fare dei complimenti" mormorò quasi più per se stesso che per la persona che aveva davanti "Stavo dicendo che sei sempre stato così incredibilmente buono e trasparente con gli altri. Non riesci proprio a convivere con l'idea di aver ferito qualcuno e so che forse non sembra, ma restiamo uguali sotto questo punto di vista"

Avrebbe tanto voluto rispondere in qualche modo, formare un pensiero che fosse coerente, però non ci riuscì e rimase a guardarlo impalato. Lui lo sapeva questo, aveva sempre saputo che Jimin avesse un cuore buono, forse troppo buono per lui che aveva la sua buona dose di colpe. Non era stato lui quello a scappare dal loro rapporto, però ricordava con facilità tutte le volte in cui il suo cattivo umore non lo rendeva precisamente una persona dalla compagnia gradevole. Avesse avuto la possibilità, si sarebbe comportato in modo decisamente diverso in più di un'occasione.

"P-possiamo abbracciarci?"

Proprio quando pensava che il suo interlocutore non potesse stupirlo più di quanto non avesse già fatto in quei giorni, ritornò a coglierlo di sorpresa con quella richiesta del tutto inusuale. Sentì il cuore iniziare a battere all'impazzata, la bocca semi chiusa mentre stringeva entrambe le mani in due pugni, stretti il giusto, mentre provava a trattenersi dal gettarglisi addosso non appena aveva sentito quelle parole.

"Certe cose non vanno chieste"

Non poteva vedersi ma giurava di avere le guance rosse come il maglione che Jimin stava indossando e improvvisamente aveva voglia di sfilarsi la sciarpa che portava al collo, sentendosi a corto d'aria

"Devi prendertele e basta" sussurrò con tono morbido e un sorriso accennato sulle labbra.

Jimin non se lo fece ripetere due volte, si gettò tra le sue braccia come se avesse resistito una vita intera solo per arrivare a quel momento, per perdersi nella morbidezza del suo cappotto e nel candore del suo tocco che, nonostante tutto quel tempo, non era cambiato per niente.

Taehyung aveva subito preso ad accarezzargli la testa con fare delicato, intrecciando le dita tra i suoi capelli di tanto in tanto, proprio com'era abituato a fare anche quando erano ragazzini. Che fossero soli o in mezzo ai loro amici, sul divano di casa oppure in classe, non riuscivano mai a staccarsi l'uno dall'altro. Quelle effusioni erano diventate una cosa abitudinaria per entrambi, così tanto che a un certo punto della loro vita le avevano date per scontate e la possibilità di perderle non li aveva sfiorati mai, neanche per un secondo.

"Sei una persona meravigliosa, non ho mai pensato il contrario" aveva mormorato il più alto.

Sentì la presa delle braccia di Jimin diventare leggermente più salda intorno ai propri fianchi. Non ne era sicuro però, per una frazione di secondo, gli sembrò di sentire un sospiro uscire dalle sue labbra e atterrare direttamente sulla propria spalla.

"Non sei solo un brutto ricordo per me, che ti sia chiaro. Sei molto di più, Jimin. Lo sei sempre stato in realtà."

-

La cena della vigilia di Natale era stata ancora più disastrosa di quello che si aspettava.

I suoi fratelli avevano dato il meglio di loro, nonostante le rispettive consorti provassero a trattenerli dal dire cose troppo meschine o assumere atteggiamenti ostili nei suoi confronti.

Jeongeun gli lanciava continue occhiatacce tra una portata e l'altra mentre Dongsun aveva deciso di ignorare ogni domanda che Tahyung gli rivolgeva per provare ad instaurare una conversazione pacifica almeno con lui che sembrava evitarlo solo per spalleggiare il fratello e non perché avesse in serbo del reale rancore nei suoi confronti.

"Non ti senti un po' fuori posto qui?" aveva insinuato Jeongeun ad un certo punto "Che c'è? Dopo anni ti sei ricordato di avere una famiglia e sei tornato qui da noi? O forse gli affari non vanno così tanto bene e hai bisogno di soldi"

Aveva resistito fino a quel momento, il dolce era appena stato servito e il ricciolino aveva avuto giusto il tempo di assaggiarne un boccone prima che quelle parole arrivassero a lui come una lama al centro del petto. Si pentì di aver sperato per tutto il tempo che gli venisse rivolta la parola per più di cinque secondi. Poteva ignorare le battutine velate, come poteva sopportare il loro atteggiamento infantile, però non poteva far finta di niente quando qualcuno lo sfidava in modo così spudorato davanti a tutti.

Strinse forte il cucchiaino che aveva tra le mani, tenendo lo sguardo rigorosamente puntato sul budino al cioccolato che aveva davanti perché sapeva che se avesse incrociato gli occhi arroganti di suo fratello molto probabilmente avrebbe perso quella sua facciata, apparentemente fredda ed estremamente calma. Non poteva dargliela vinta così. Non voleva.

Sentì la mano di Miyoung coprire la propria, fece un respiro profondo, felice del fatto che qualcuno a quel tavolo si stesse schierando apertamente dalla sua parte. Sua madre non aveva aperto bocca e anche le compagne dei suoi fratelli ormai erano rimaste gelate da quell'alone di pesantezza che era caduto su di loro dopo quelle parole così crude che non sembravano nemmeno venire dalla bocca dello stesso bimbo Taehyung che aveva visto crescere sotto i suoi occhi.

"Io ho una cosa da fare" aveva detto subito dopo aver finito il suo dolce "Mamma, era tutto buonissimo. Non aspettatemi svegli. Vi auguro un buon proseguimento"

Corse verso l'uscita, fermandosi solo per prendere il cappotto che aveva lasciato sull'appendiabiti. Si affrettò a chiudersi la porta alle spalle quando sentì i passi di sua sorella avvicinarsi. Molto probabilmente lei e suo fratello avrebbero litigato parecchio quella sera, però non gli importava, non era stato lui quello che si era seduto a tavola con la sola intenzione di litigare e portare discordia, non era mai stato quello il suo intento.

Sperava davvero che in quei giorni qualcosa sarebbe cambiato in meglio, ma si sbagliava.

Mentre si incamminava verso la pasticceria di Yoongi, decise che avrebbe spostato i suoi biglietti aerei e sarebbe tornato a casa il giorno successivo. Era consapevole del fatto che quel biglietto di ritorno per Seul gli sarebbe costato una fortuna, ma non gli importava. Voleva solo ritornare a casa sua per potersi godere la sua tanto amata tranquillità prima di buttarsi a capo fitto nel lavoro per i prossimi mesi.

Quando varcò l'ingresso della pasticceria, Yoongi non sembrò tanto sorpreso di vederlo, anzi sembrava quasi che lo stesse aspettando e che si aspettasse di vederlo entrare da un momento all'altro. Quando Taehyung si avvicinò al bancone, lo accolse con un sorriso un po' spento dal lavoro e la fatica di quella giornata decisamente impegnativa, ma che conservava lo stesso la solita sfumatura accogliente e confortante.

"Sei distrutto"

Il ricciolino tirò su col naso e non riuscì più a trattenere le lacrime quando incrociò lo sguardo del suo migliore amico. Sentiva un nodo strettissimo stringergli la gola, si coprì il viso con una mano per assicurarsi che nessuno oltre il pallido, che si era sporto in avanti per potergli passare una mano tra i capelli, potesse vederlo mentre cadeva a pezzi.

Se solo insieme a lui ci fosse anche...

"Qualsiasi cosa ti abbiano detto, non è vera" gli aveva sussurrato dopo qualche minuto, vedendo che i singhiozzi si erano placati "Non te l'ho mai detto, ma per me sono entrambi dei grandissimi stronzi che non meritano un fratello come te."

Quando Taehyung rise, asciugandosi il viso, si allontanò da lui sentendosi un po' più leggero.

"Vado a prepararti qualcosa di buono, cioccolata calda va bene?"

Scosse il capo in risposta.

"Sono a posto così, Yoongi. Grazie di tutto. Volevo solo qualcuno con cui parlare o piangere senza sentirmi giudicato"

Lui sembrò non ascoltarlo perché gli piazzò lo stesso davanti un piattino pieno di biscotti a forma di albero di Natale, perfettamente glassati e decorati con colori diversi.

Si guardò intorno e finalmente comprese perché il suo migliore amico avesse scelto di fare gli straordinari proprio durante una serata di festa da passare in compagnia della famiglia. Oltre al fatto che Yoongi non avesse più rapporti con i suoi genitori da anni e che quindi neanche lui aveva qualcuno con cui festeggiare, notò che anche i suoi clienti erano tutti dei solitari come lui, seduti ai tavoli con sguardo malinconico davanti a un dolcetto o una bevanda calda, in attesa di sentire un minimo di quell'allegria delle feste che ormai potevano solo sognarsi.

"Parliamo di qualcosa che ti metta di buon umore, abbiamo pianto già troppo stasera"

Il pensiero di Taehung volò immediatamente verso un'unica persona. Colui che era sempre stato in grado di calmarlo dopo un pianto del genere e che stranamente avrebbe voluto vedere anche in quel momento, nonostante fossero cambiate fin troppe cose tra loro. Eppure continuava a chiedersi da quando era uscito di casa se quelle braccia potessero dargli lo stesso sostegno che gli davano all'epoca, quando tutto sembrava difficile solo perché non aveva idea di quanto si sarebbe complicata la situazione negli anni successivi.

La voce di Yoongi riuscì a distoglierlo dai suoi pensieri e a riportarlo bruscamente nel presente.

"Un penny per i tuoi pensieri, anche se posso immaginarmeli tutti. Hai la faccia di chi sta pensando alla persona di cui è segretamente cotto"

Taehyung non ci provò nemmeno a trattenere il sorriso che gli stava spuntando sulle labbra.

"Okay, mi arrendo. Stavo pensando a Jimin" disse alzando le mani in segno di resa "Dopo il saggio di Alis abbiamo chiarito e lui mi ha abbracciato. Tutto quello che ho provato in passato per lui è ritornato indietro come un boomerang e mi ha colpito in pieno viso, Yoongi. Mi sembra di impazzire, non pensavo che sarebbe stata possibile una cosa del genere"

Il pallido rise e appoggiò il viso su una mano con fare rilassato, decisamente più tranquillo del tono che aveva usato Taehyung per raccontargli ciò che gli stava succedendo tra gesticolii vari e occhi che non brillavano più per colpa della lacrime, ma grazie all'emozione che sembrava impossessarsi di lui ogni volta che menzionava Jimin.

"Se ti dicessi che questa serata potrebbe rivelarsi la più fortunata della tua vita?"

Il ricciolino piegò la testa di lato, gesto che faceva spesso quando era confuso. Non aveva capito il significato di quelle parole, ma quando il pallido gli fece un cenno col capo per invitare a giararsi e guardare alle sue spalle, tutto gli diventò improvvisamente chiaro.

Jimin era appena entrato e aveva preso posto distrattamente in uno dei tavolini vuoti accanto alla vetrina che affacciava sull'esterno e permetteva di vedere ciò che succedeva in strada.

"No, io non posso-"

"O ci vai tu o ti spingo io a calci. La scelta è tua"

Lo sguardo severo che Yoongi gli stava rivolgendo, non gli lasciò molte opportunità di replica. Non era il tipo di persona che si arrabbia con facilità, quindi vederlo così deciso gli incuteva un certo senso di inquietudine, così tanto da dargli la spinta necessaria per alzarsi dallo sgabello su cui era seduto per avvicinarsi al tavolino sul quale il più basso aveva disposto le proprie cose.

Il percorso che li separava era breve, impiegò solo qualche passo per raggiungerlo, però gli sembrò di aver percorso una strada lunga chilometri col cuore che martellava nelle orecchie e la testa improvvisamente leggera, nonostante fosse abitata da mille pensieri.

"Posso?"

Jimin, che fino a quel momento teneva lo sguardo fisso sul suo cellulare, sobbalzò portandosi istintivamente la mano al petto. Rise di sé quando alzò lo sguardo e riconobbe la persona che aveva attirato la sua attenzione, concentrandosi subito su quegli occhioni che, durante il loro ultimo incontro, non si erano staccati da lui neanche per un secondo.

"C- certo" farfugliò mentre metteva via il cellulare "Domani ho un treno per Seul, vado a trovare mio fratello per le vacanze e volevo fermarmi qui prima di partire. Amo questo posto"

Taehyung intanto aveva già preso posto, non riuscendo a trattenere un sospiro mentre si prendeva qualche secondo per osservare la persona che aveva davanti. Jimin restava bello nonostante il viso stanco, i capelli arruffati e le labbra arrossate dal freddo che faceva fuori.

"Hai pianto?"

Quando il ricciolino iniziò a boccheggiare alla ricerca di una risposta che fosse vera e che allo stesso tempo non appesantisse l'atmosfera, capì che forse quella domanda era arrivata alla bocca senza passare prima per il cervello. Era stato decisamente troppo istintivo.

"Scusa, non volevo risultare invadente, ritiro la domanda se ti fa sentire a disagio" disse prontamente, per provare a salvare la situazione "Non devi parlarne con me se non ti va, è solo che hai gli occhi tutti rossi e sembri... triste"

Taehyung scosse il capo con un sorriso accennato.

"No, figurati" si affrettò a dire, sapendo che probabilmente nell'altro stavano nascendo i primi sensi di colpa "Volevo trovare un modo per risponderti senza intristirti, ecco. Dopo la morte di mia nonna il Natale non è più lo stesso a casa mia, poi da quando sono andato via di casa il rapporto con i miei fratelli è diventato alquanto... turbolento, ecco"

Jimin lo guardò restando in silenzio.

Poco dopo aver incontrato Taehyung quel famoso dicembre di tanti anni prima, apprese da un articolo su internet che la sua amata nonna era morta a fine ottobre. In quel momento, seduto a quel tavolo, gli ritornò sul petto quel peso che aveva provato all'epoca, nato principalmente dal pentimento e della voglia di stargli vicino che sarebbe rimasta inappagata.

"Dimmi tutto"

La voce del ricciolino riuscì a coglierlo alla sprovvista tanto quanto ciò che gli aveva chiesto di fare.

"Dire cosa?"

Taehyung rise in modo beffardo, come se volesse vantarsi di sapere qualcosa di ovvio che lui però non avrebbe mai capito, poi spostò lo sguardo verso le sue mani che battevano incessantemente sulla superficie del tavolo.

"Stai picchiettando le dita sul tavolo. Lo fai sempre quando vorresti dire qualcosa ma non riesci a trovare le parole o il coraggio per esprimerti come si deve."

Sentendo quelle parole, il più basso appoggiò d'istinto la mano sul tavolo, scaturendo la risata del suo interlocutore.

Dannazione, ha ragione e non me ne sono neanche accorto.

"Da ragazzino lo facevi spesso e il rumore delle tue dita sul banco mi faceva saltare i nervi"

Jimin rise insieme a lui, sorpreso da quanto il modo che Taehyung aveva di osservare le persone e di riuscire a captarne le emozioni col tempo si fosse affinato.

"Effettivamente voglio dire qualcosa, ma non so se è un buon momento per parlarne, magari stavi per andare vi-"

"No, non ho intenzione di tornare a casa mia" lo fermò bruscamente dal continuare "Allora?"

Jimin fece un respiro profondo prima di iniziare a parlare. Non era sicuro del fatto che Taehyung avrebbe capito le sue parole, però doveva provarci altrimenti gli sarebbe rimasto sempre il dubbio.

"Taehyung... l'altro giorno non volevo chiederti scusa solo per quello che è successo di recente, volevo chiederti scusa per-"

"Non c'è bisogno, Jimin. È passato tanto tempo"

"Fammi finire, ti prego" gli chiese. "Volevo chiederti scusa per tutto quello che ti ho fatto passare."

Alzò lo sguardo verso l'alto, sentendo già gli occhi riempirsi di lacrime. Non voleva piangere, si era ripromesso di non farlo, eppure aveva represso tanti di quei pensieri e tante di quelle emozioni in tutti quegli anni che le lacrime sembravano il modo più immediato per tirarle fuori tutte in una sola volta, per liberarsi di un po' di quel peso che portava sulle spalle.

"Crescendo, ho capito che eri tutto quello che più desideravo, ma eri anche la cosa che mi faceva più paura in assoluto" confessò con la voce che gli tremava e la mani giunte, ancora appoggiate sul tavolo. "Non è stato facile ammettere di avere una cotta per te, eri il mio migliore amico e poi eri un ragazzo, era tutto così..."

"Confuso? Nuovo? Spaventoso?"

Annuì e rabbrividì quando Taehyung gli prese una mano e la strinse tra le proprie, iniziando a massaggiarne il palmo con delicatezza, applicando la giusta pressione per farlo rilassare.

"Ti capisco perché io stavo passando per le stesse emozioni che stavi provando tu solo che mentre io avevo bisogno di averti, di sentirti il più vicino possibile, tu hai sentito la necessità di andar via e di esplorare queste nuove sensazioni per conto tuo. Sono grato del fatto che oggi siamo qui a parlarne con una consapevolezza diversa"

Quando Jimin gli sorrise, gli sembrò che il mondo intero si fosse fermato, che tutti si fossero fermati ad ammirare quel momento, come spesso succedeva nei film di Natale che il ricciolino tanto odiava. Tra loro si creò una connessione del tutto nuova, così intima e unica perché faceva parte solo ed esclusivamente della loro storia. Dentro c'erano tutti i loro alti e bassi, le litigate e le volte in cui avevano fatto pace, le lacrime di Taehyung e i sorrisi confortanti di Jimin, le insicurezze dell'uno e le parole consolatorie dell'altro, la distanza e il riavvicinamento inaspettato ma tanto agognato da entrambe le parti.

"Taehyung, sta nevicando!"

Quella frase, urlata a gran voce, riuscì a farlo ridere e a scaldargli ancora di più il cuore. Quando credeva che le cose non sarebbero potute essere più belle di così, Jimin si alzò con uno scatto dal suo posto e lo trascinò con sé fuori dalla caffetteria. Era più che certo del fatto che gli altri clienti si fossero girati a guardarli per davvero e in altre occasioni si sarebbe sentito estremamente in imbarazzo, ma non in quel momento quando l'unica cosa davvero importante era seguire Jimin.

Una volta usciti, si prese qualche secondo per osservare come Jimin stesse allargando le braccia con lo sguardo rivolto verso il cielo per lasciare che i fiocchetti di neve potessero atterrare comodamente su di lui. Emanava una quantità così grande di felicità e serenità che avrebbe voluto fotografarlo per tenere con sé quel ricordo per il resto della sua vita.

"Adesso che sei con me non ti sarà concesso essere triste il giorno di Natale, non puoi fare il piccolo Grinch se siamo insieme perché io ti mostrerò cosa ti stai perdendo!"

Taehyung fece qualche passo verso di lui, senza neanche provare a camuffare la propria allegria nel potergli parlare con tutta calma, cullandosi nel conforto che solo lui poteva dargli dopo una serata così disastrosa che avrebbe tanto voluto cancellarla dalla propria memoria.

"Chi sei? Il mio fantasma dei natali futuri? Mi mostrerai la mia vita tra quarant'anni quando sarò triste, vecchio e solo?"

Jimin rise in tutta risposta, così tanto che i suoi occhi si erano ridotti a due fessure. Quando lo vide coprirsi la bocca con una mano, cingergli la vita con un braccio per permettergli di appoggiarsi a lui fu il gesto più naturale del mondo. Il più basso aveva la tendenza a sbandare e perdere l'equilibrio quando rideva in un modo così genuino e chiassoso, stringerlo a sé era l'unico modo per assicurarsi che non cadesse rovinosamente sul leggero strato di neve che stava ricoprendo la strada. In quel momento era così felice da non sembrare la stessa persone che fino a pochi minuti prima stava rischiando di piangere mentre gli apriva il cuore e gli dichiarava sentimenti che forse neanche lui pensava di provare.

"No, sono solo un amico di vecchia data che ha parecchie cose da farsi perdonare"

Lo strinse ancora di più a sé quando lo vide appoggiare la testa contro il suo petto mentre faceva un respiro profondo per riprendere fiato. Faceva così freddo che dalla sua bocca uscì una piccola nuvoletta bianca.

"Poi il riferimento ai fantasmi del Natale è un buon inizio, qualche film natalizio l'hai visto allora."

Rimasero abbracciati in quella posizione per un po', la schiena di Jimin contro il petto di Taehyung che aveva appoggiato la testa sulla sua spalla alla ricerca di un calore maggiore. Entrami avrebbero voluto fermare il tempo, si sentivano quasi protetti da quel candido manto bianco che si stava formando intorno a loro, avvolti dal silenzio della notte, in una città che entrambi potevano finalmente ricominciare a chiamare casa senza alcuna esitazione.

"Vieni a Seul con me, Taehyung"

Aveva detto Jimin ad un certo punto, girandosi per poterlo guardare dritto negli occhi.

Non ricevendo alcuna risposta, si rese conto di aver parlato troppo presto, di aver corso com'era sua solito fare e di non aver dato all'altro il tempo di metabolizzare tutto quello che era successo nell'ultima mezz'ora che avevano passato insieme.

"Scusa, ho parlato troppo... di nuovo!" esclamò, riuscendo a far sorridere il più alto "Non lo so che mi è preso, giuro. Sarà perché hai detto che hai problemi con i tuoi fratelli e-"

Si fermò bruscamente quando sentì che Taehyung aveva posizionato due dita sotto il suo mento, costringendolo a focalizzarsi interamente su di lui e su ciò che doveva dirgli.

"Hai ragione, stai parlando troppo" sentenziò "Perché a me piacerebbe da matti partire con te, Jimin. Sarei tornato a casa mia in ogni caso, però non me la sento di lasciarti proprio ora che ti ho ritrovato, non ne ho la forza"

Senza aggiungere altro, si avvicinò al viso dell'altro per stampare un bacio delicato sulle sue labbra, poi un altro ancora, finché Jimin non gli afferrò il volto con entrambe le mani per poterlo baciare come aveva sempre desiderato di fare.

Sentì le gambe cedergli improvvisamente, era diventato creta nelle mani di Taehyung che stava procedendo a modellarlo come meglio credeva, accarezzandogli le braccia, la schiena, afferrandolo per i fianchi perché stargli così vicino non era abbastanza, se avesse potuto si sarebbe totalmente fuso con lui, sarebbero diventati un tutt'uno.

Quando in quel bacio non era rimasto neanche un briciolo dell'innocenza e dell'incertezza iniziali, si separarono di colpo, entrambi spaventati dal rintocco della campane di una chiesa poco distante da lì che si occupava di annunciare l'arrivo della mezzanotte.

"Buon Natale, Tae"

Gli sorrise, con gli occhi lucidi e le guance arrossate e Taehyung era sicuro del fatto che il suo cuore sarebbe esploso da un momento all'altro a causa di tutte le emozioni che stava provando in quel momento, con Jimin stretto tra le braccia, pronto a ricominciare insieme a lui.

"Buon Natale, Jimin" mormorò prima di far ricongiungere le loro labbra nell'ennesimo bacio.

Forse quella festività non era così terribile come credeva, forse i miracoli di Natale esistevano per davvero, solo che Taehyung era rimasto all'oscuro della loro esistenza fino a quel momento. 

-

Ciao a tutti!

Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e che stiate amando questi Vmin tanto quanto me che ormai mi ci sono affezionata parecchio.
Fatemi sapere attraverso i commenti cosa ne pensate 🤍

Vi avviso già che nei prossimi due capitoli ci saranno dei salti temporali e vedremo come si è evoluto il loro rapporto nel corso degli anni 🥺

Sono molto emozionata all'idea di pubblicare e finire questa storia entro Natale, era una cosa che volevo fare da anni ma che non riuscivo mai a sviluppare del tutto :/

Vi mando un forte abbraccio e ci vediamo venerdì per il prossimo aggiornamento ❤️

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