𝑷𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂𝒈𝒈𝒊

By -mollettaa-

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Elenco di personaggi che invento per roleplay. More

OC per DO YOU REMEMBER THE GOOD OLD TIMES
OC per CURSED GIFT
OC per CURSED GIFT 2
OC per WHY ARE YOU HERE
OC per SONS OF OLYMPUS
OC per FEARFUL WHISPERS
OC per MARAUDERS'ERA/BEAUXBATONS
MINISCHEDE per MARAUDERS ERA/BEAUXBATONS
ALBERO GENEALOGICO
OC per BAD BLOOD; roleplay fate the Winx saga
OC per DIRTY LITTLE ANIMALS

OC per ONE INTO TWO

90 5 106
By -mollettaa-

Ci ho messo tre mesi per fare questa scheda e non sono nemmeno convinta.
Spero vada bene comunque e chiedo scusa per l'eccessiva lunghezza.
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introducing
Margaret Adelaide Rookwood

role: ONE INTO TWO

rolemaker: -mayybe
tags: Sam_write_stories MaryclaireHoran
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Kat3400ita imtherealbibi mgcxwrld
sparrowjjack annafrost34
99Vivi99 -crxzyangwl
JulRamirezArellano
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Shin-Ah__ @unjvervw ___________________________________________

Nome: Margaret Adelaide.

"Maggie, Meg, May, Maisie, Daisy"
"Ada, Lala, Laidey".

La ragazza ha un doppio nome, voluto dalla madre.

Il padre, infatti, ha lontane origini arabe, e sebbene non sia credente, è molto legato al lato musulmano della famiglia; per onorare le sue origini, la moglie ha voluto fargli scegliere un secondo nome che potesse ricordare alla figlia le sue radici medio-orientali.

Margaret è un nome senza tempo, classico e intramontabile.
Si origina dal francese "Marguerite", dal latino "Margarita", che a sua volta deriva dal persiano, "perla".
Al tempo odierno, il nome è anche associato, in alcune lingue e culture, al fiore omonimo, la margherita.

A Margaret piace il suo nome, ma soprattutto, le piacciono l'infinità di soprannomi che ne possono derivare. Nessuno l'ha mai chiamata col nome completo; per tutti lei è Maggie, Meg, in famiglia Maisie, a volte, ironicamente, Daisy.
Ma quello che le piace maggiormente, e con il quale chiede di essere chiamata, è May, una parola inglese di appena una sillaba, ma con infiniti significati associati.
"Maggio", "Forse", "Potrei", "Allarme".

Adelaide è un nome attempato, vigoroso e altosonante. Non a caso, deriva dal tedesco, lingua "dura" per antonomasia, e significa "nobile".

Il nome le fu dato in onore della nonna materna, anche se lei era conosciuta semplicemente come Laila, e molti scoprirono il suo vero nome solo quando si soffermavano a leggere il suo nome sul campanello, in attesa di risposta, o addirittura, qualcuno lo scoprì il giorno del funerale stesso.

La nonna è stato un pilastro della e nella vita della giovane, la quale è fiera di portarne il nome. Non è tuttavia il nome con cui si presenta, anzi: pochi in realtà sanno che le appartiene.
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Cognome: Rookwood.

Cognome inglese di origini topografiche, era solito indicare una persona o un nucleo familiare che abitava in prossimità di una collina, una chiesa o una zona boscosa.

Nello specifico, Rookwood viene dal Middle English "rok + wod", "roccia + legno", ed era diffuso nelle zone del Sussex e dell'Essex, dove queste caratteristiche ambientali erano diffuse.

Sebbene non iscritto nell'albo delle 28 Famiglie Purosangue, i Rookwood sono una discendenza di maghi inglesi, che ha sempre vissuto nell'isola della Gran Bretagna fino a due generazioni fa.

Il cognome sarebbe in realtà perduto da generazioni, considerando che l'ultimo Rookwood sopravvissuto alle due Guerre Magiche era una donna, ma sembra che sia stato tramandato in linea matriarcale.

Margaret non è conscia della propria storia familiare – anzi, non sa quasi nulla!

Non conosce le innumerevoli generazioni che la separano da due membri attivi della Seconda Guerra Magica, e non sa davvero di chi è discendente.

Sa invece, che non doveva essere il suo cognome. Suo padre si chiamava Hugo Volant, ma sua madre, al momento del parto, decise di non fargliela riconoscere, lasciandole il suo nome da nubile. E a Margaret, per sapere cos'è un Rookwood, questo basta e avanza.
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Età: 15 anni (e mezzo).

Margaret è nata il 13 dicembre 2131, e si appresta dunque a compiere sedici anni.

A Maisie non dispiace festeggiare il compleanno a dicembre: è uno dei suoi mesi preferiti, e sebbene non sia religiosa, celebra il Natale con la famiglia – il che significa che se un regalo non le arriva in tempo per il compleanno, è sicura che lo avrà entro Capodanno.

Inoltre, da quando frequenta Hogwarts, significa festeggiare insieme agli amici.

E soprattutto, dicembre per lei è un mese magico. È la fine e il principio di tutto, e la nostalgia si mescola con la speranza. È la possibilità di prepararsi per ricominciare; è il mese fatto per lei.

È nata sotto il segno del Sagittario, nel quale si ritrova per determinati aspetti.
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Orientamento sessuale: asessuale.

La ragazza crede di poter affermare di non aver mai provato alcun tipo di attrazione sessuale nei confronti di nessun genere. Ogni volta che qualcuno tira in ballo il discorso "il mio tipo è..." lei cerca di scamparlo. Non saprebbe cosa dire, davvero. Si può essere attratti da uno specifico taglio di capelli? Sì, magari stanno bene ma... succede davvero?

A volte pensa di esserlo solo perché è cresciuta in un ambiente in cui l'amore era dimostrato in altri modi.

A volte crede di essere semplicemente rotta. Magari deve solo aspettare che qualcosa succeda, che qualcuno tocchi un tasto scoperto e tac, gioco fatto. Ma non funziona così, giusto?

A volte, pensa di esserlo e basta. E allora, ha paura di restare per sempre sola.  Ma, pace. Non lascerà che sia qualcun altro a decidere quale sia il suo valore.
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Identità di genere: Ci-sessuale.

Si identifica con il sesso di nascita, ovvero il femminile.

Le è capitato di pensare come sarebbe essere un maschio. E anche volerlo essere. Il suo sogno proibito è essere un adolescente per un giorno, e vivere tutto quello che vede. Le sembra più divertente e più sfrenato. Tuttavia, non si sente "motivata" a diventarne uno.
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Carattere:

I'd live and die for the moments we stole

Sebbene possa passare per una ragazza altezzosa e arrogante, è in realtà una giovane ragazza comune, dolcissima e amichevole. Come tutti i suoi coetanei, è nell'età di transito fra l'infanzia e l'età adulta, e il suo obiettivo è vivere l'adolescenza al pieno delle sue capacità. È pur sempre in un "collegio", certo, ma è lontana da casa, ed è abbastanza brava da cavarsela anche nelle situazioni più favorevoli ed impreviste.

Studentessa elogiata dai professori, i suoi buoni voti e il suo comportamento modello celano un atteggiamento molto più selvaggio di quello che si vuole credere. Se è vero che le brave ragazze sono le cattive ragazze che non sono state scoperte, allora Margaret è decisamente una cattiva ragazza.

La sua socievolezza la porta a conoscere e a relazionarsi con numerose persone, e il suo animo empatico la portano ad essere accettata e coinvolta in più situazioni. Partecipa al maggior numero di eventi, legali e non, organizzati dagli studenti, che vanno da una partita a scacchi ai festini post-partita di Quidditch all'organizzare gli schemi e i bigliettini per i compiti.

well, whatever, nevermind

Nonostante sia timida, il suo spirito di socializzazione e l'animo di leadership sono naturali e ben evidenti nel modo in cui si presenta agli altri.

Empatica a livelli forse eccessivi, ha come un talento nel capire gli altri, nel conoscerli ed entrarci in confidenza, al punto di arrivare a percepire e prevedere le loro emozioni, i loro sentimenti, le loro reazioni, e talvolta al punto di assimilarle, involontariamente, e farle proprie. Il suo muoversi e relazionarsi è camaleontico, e se da un lato ciò la porta ad avere tante conoscenze e tante amicizie, dall'altro la porta ad allontanarsi e perdersi nella folla.

Grazie alla sua curiosità e al suo spirito di osservazione, riesce a leggere fra le righe e intuire dettagli, che la portano a trovare le parole e gli atteggiamenti giusti per relazionarsi e comportarsi con determinate persone. Eppure, questa capacità di comprensione è limitata al mondo esterno; forse non ci ha mai provato abbastanza, ma Margaret non riesce a proiettare tutto quell'amore e quell'attenzione nei suoi confronti.

Il suo animo è materno, gentile e benevolo, e per quanto provi a creare dei limiti, è più forte di lei aprirsi con gli altri. Si dice che si deve amare sé stessi prima di riuscire ad amare il prossimo, e che solo quando si riesce nella prima fase si può cominciare la seconda; per la ragazza è invece il contrario: ha bisogno di amare, per riuscire ad amarsi. E ciò vuol dire che per quanto possa essere paziente, disponibile e comprensiva con gli altri, è altrettanto crudele, intransigente e dura con sé stessa.

Introversa, per quanto socievole, spesso si sente sopraffatta da quello che la circonda, soffocata, e non è raro che si veda girovagare da sola, proprio per ricaricare le proprie energie, per prendersi un momento di solitudine, per scoprirsi e provare ad amarsi, a prendersi cura di sé come farebbe con gli altri.

Sognatrice, e pure un poco ingenua, si può dire che talvolta ha un atteggiamento ancora infantile, quello di scappare dalla realtà, consci di non saperla affrontare, e rifugiarsi nella sua immaginazione, nella fantasia, in un mondo fatto di castelli di sabbia, di falsità e di scenari fittizi.

Tutto ciò la porta ad un atteggiamento auto-distruttivo, sebbene nascosto ed invisibile agli altri, ma sempre più deteriorante. Margaret sa che deve sconfiggerlo, e ci prova, ma a volte non può fare a meno di chiudere gli occhi e galleggiare fra le nuvole.

what a shame she's fucked in the head

Al giorno di oggi la sua paura più grande è perdere il controllo. Margaret ha bisogno di avere tutto sotto controllo, e qualsiasi imprevisto, sebbene non lo dia a vedere, la scombussola. Perché è successo? Cosa aveva dimenticato? Cosa avrebbe dovuto fare? E ora, che fare?

La paura si mischia alla curiosità, l'incertezza del momento all'adrenalina dell'inaspettato.

Ha un forte spirito anarchico. Sebbene educata e rispettosa, non è raro che fronteggi un'autorità, che potrebbe essere un professore come sua nonna, affinché possa assicurarsi di controllare e decidere per sé stessa.

Indipendente, per quanto giovane e per quanto possa sembrare, al contempo teme e non teme restare sola; sa di essere in grado di cavarsela, ma è terrorizzata all'idea di esserlo. 

Per quanto lo voglia negare, è incredibilmente timorosa. Si sente sempre sotto una pressione che forse è vera e forse è immaginaria, e per quanto le dia fastidio ammetterlo, ha bisogno di qualcuno che le dica che sta andando bene, che ce la sta mettendo tutta e che se qualcosa va male, è umano errare. Perché lei lo sa, ma non riesce ad accettarlo.

it sounds like settling down on giving up, but it doesn't sound much like you, girl
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Backstory:

Margaret nasce una soleggiata mattina di dicembre, da una giovane madre.

Marianne Rookwood, aveva solo ventidue anni quando rimase incinta; aveva appena finito gli studi, e avrebbe dovuto cominciare a lavorare come apprendista. 

Margaret non conobbe mai il padre.

Hugo Volant e Marianne Rookwood si conobbero durante un semestre di tirocinio in Romania: lui studiava per diventare Alchemico, lei Erborista. Avrebbero potuto fare scintille insieme, ma il fuoco si spense bruscamente con la notizia della gravidanza.

La famiglia Volant insistette affinché il bambino fosse abortito: sebbene fossero stati fidanzati per quattro anni, erano troppo giovani per pensare di mettere su famiglia; dovevano finire di studiare, affermarsi nel loro campo.

Ma la giovane donna, dinnanzi alle difficoltà familiari che stava passando Hugo, decise di tenere il bambino, e di lasciarlo. Fu una scelta dolorosa, e per i primi anni anche rimpianta, ma fu la cosa giusta da fare.

Lei aveva sempre voluto diventare madre, e anche se la tempistica era decisamente fuori luogo, non si sarebbe tirata indietro. E l'avrebbe fatto da sola, piuttosto che rischiare di andare incontro ad una situazione drammatica e traumatica.

Margaret non ricorda granché dei suoi primi anni di vita, ma per fortuna ci sono gli album fotografici. La tencologia era superata, ma suo nonno era appassionato di fotografia e cinema, usandoli soprattutto come strumenti per documentare le proprie scoperte lavorative.

Nonno Malik e nonna Laila, infatti, erano Magizoologhi. Viaggiavano per il mondo, come ricercatori, allevatori, assistenti, veterinari. Margaret, insieme alla madre, viaggiò con loro il mondo intero prima ancora di saper stare in piedi da sola.

Poi, quando Maisie ebbe due anni, Marianne si trasferì – questa volta, sedentariamente – a Londra, dove riprese a studiare come tirocinante all'ospedale magico San Mungo per l'apprendistato.

Margaret fu inserita in asili locali, e il numero di foto calò drasticamente. Marianne era una buona madre, e lo sarebbe stata maggiormente se avesse avuto un sostegno; non lo ebbe, e questo la portò, involontariamente, a trascurare in parte la figlia.

Gli unici momenti della giornata in cui stavano insieme era la sera e la notte: la mattina e il pomeriggio lo passavano una in laboratorio, e l'altra in un daycare. Ma a Margaret l'affetto materno non mancò mai. Ha dei bei ricordi legati alla madre, e ha un enorme rispetto nei suoi confronti.

Nell'autunno 2136, sua madre terminò gli anni di tirocinio accumulati.

All'inizio dell'anno nuovo ricevette il diploma, e per la prima volta nei suoi ricordi, appare la famiglia materna: a celebrare il suo successo, arrivarono i nonni, Laila e Malik, lo zio Aaron, che stava studiando per diventare anche lui Magizoologo, mentre la zia Eva, che aveva già finito gli studi, aveva il pancione: dopo pochi mesi, sarebbe nata sua cugina.

Seduti accanto a loro, la famiglia di Luca Hofmann, la nuova fidanzata della mamma.

Luca e Marianne avevano studiato in due collegi magici diversi, ma si erano incontrate durante un trimestre di tirocinio in Olanda, anni prima, quando Marianne aveva iniziato a frequentare Hugo. Si erano poi ritrovate a completare gli ultimi due anni di tirocinio al San Mungo, nel dipartimento farmaceutico dell'ospedale, come team di ricerca.

Si videro per la prima volta al congresso di metà anno, dove Luca aveva portato la figlia, Matilda. Marianne la notò, e fra chiacchiere su pannolini, asili nido e sistemazioni, fecero amicizia. In autunno andarono a vivere insieme, dividendo le spese e le responsabilità delle bambine. L'ottobre successivo, dopo mesi di titubanza e incertezze, si fidanzarono ufficialmente.

Margaret era piccolina per capire cosa stesse succedendo, ma non ci mise molto ad affezionarsi alla nuova mamma e alla nuova sorella. Matilda era poco più piccola di lei – fra loro, passavano appena dieci mesi – ma a causa dell'anno di nascita erano tenute in due classi separate.

Tuttavia, il piano di Marianne e Luca era quello di farle seguire le scuole elementari in maniera telematica, e non in una scuola pubblica, così da facilitare eventuali viaggi di lavoro, come avevano fatto i genitori della Rookwood con i loro bambini; così, Maisie fu trattenuta un anno alla scuola materna, per consentire alle due di poter seguire i corsi insieme.

Margaret e Matilda andavano d'accordo; erano piccole, e si adattarono facilmente alla convivenza. Divennero amiche, prima ancora di comprendere il rapporto di sorellanza che le aveva unite. Si volevano bene, si aiutavano a vicenda, si supportavano, si confidavano, si incoraggiavano. Condividevano i vestiti, i libri, giocavano insieme, ma sapevano anche stare da sole, separate, senza soffrire la mancanza dell'altra.

Quell'autunno, Luca conseguì il diploma, Matilde fece cinque anni, e Margaret sei. Lo stesso inverno, la famiglia si trasferì a Nivelles, una cittadina belga nella regione della Vallonia, ovvero nella zona meridionale del paese. Beh, in realtà si sistemarono nella campagna circostante la città, con una zolla di terra per poter coltivare le piante e un garage da usare come laboratorio.

A settembre, le due bambine iniziarono la scuola telematica, e l'infanzia di Maisie corse via così, tranquilla e pacifica.

Marianne e Luca si amavano, ed erano in estrema sintonia fra di loro. Le bambine avevano iniziato a capire, ed entrambe avevano cominciato a chiamare "mamma" la madre dell'altra. Marianne, che era inglese, si faceva chiamare "mum", o "mummy", mentre Luca, che era nata nella regione delle Fiandre, usava "mama".

Viaggiarono molto, per lo più in Europa, visitando fattorie fiorite e città caotiche. La routine era familiare. Si svegliavano la mattina presto, giocavano nel prato, aiutavano nelle piccole faccende domestiche, poi Marianne e Luca sparivano nella serra, e le bambine seguivano le loro lezioni in cucina. Facevano i compiti, e poi tornavano a giocare nel prato, oppure facevano una scampagnata in bicicletta, dipingevano, leggevano. Non c'era assolutamente nessuna pressione, nella sua vita.

Finché, il 13 dicembre 1942, arrivò una lettera misteriosa.

Margaret era a conoscenza dell'esistenza della Magia e del Mondo Magico, ma non aveva mai capito di farne parte: pensava che fosse solo uno Stato in cui mum e mama andavano per partecipare a congressi o vendere le loro invenzioni.

Si sorprese nello scoprire di avere a sua volta dei poteri magici. Non era mai stata a contatto con dei bambini Magici come lei, ad eccezione di Matilda, che ancora però non aveva ricevuto la lettera di ammissione per Beauxbatons, e ignorava il suo destino.

Iniziò ad agitarsi. Forse non doveva andare, forse avrebbe potuto studiare da autodidatta come aveva fatto fino a quel momento. Sua madre glielo avrebbe permesso? Marianne fu categorica. Margaret avrebbe frequentato Hogwarts, e avrebbe ricevuto una formazione completa che "lei non avrebbe potuto offrire".

I mesi passarono incredibilmente lenti, tutti d'un fiato.

Maisie sentiva già nostalgia di casa. Quel cottage era stata la sua intera vita. Matilda era stata la sua unica compagna. Come avrebbe fatto da sola? Sarebbe riuscita a fare qualcosa?

Il primo settembre arrivò e i dubbi di Margaret non erano ancora spariti. Quando, anni dopo, la ragazza ci ripensò, si rimproverò di essere stata così pigra: farsi solo domande, senza darsi da fare per trovare risposte o soluzioni concrete.

La sera dello Smistamento, la bambina finì in Corvonero, la Casa di suo nonno. Il primo anno passò più velocemente di quanto si aspettasse, e Margaret sentì di essere rimasta indietro. Gli altri bambini sembravano essersi già ambientati quando lei si perdeva ancora per raggiungere il bagno.

Quando tornò a casa per le vacanze di Natale, trovando l'intera famiglia riunita, non disse niente. Era troppo contenta di poter riabbracciare le sue mamme, di poter dormire nel lettone con Matilde, di giocare con le cuginette, di sedere in grembo alla nonna. La notte di Natale, per caso, origliò una conversazione fra suo nonno e sua madre

"Come si trova Maisie a scuola?"
"Bene, non ne avete parlato oggi? Ti avevo sentito chiederglielo"
"Pensavo tu potessi dirmi qualcosa in più"
"Non so nient'altro papà, se non quello che ti ha già detto"
"Non ti sei informata? Non le hai mai scritto?"
"Certo che le ho scritto! Una volta alla settimana, come facevi tu con me durante il primo anno"

"Non so, Marie, penso stia nascondendo qualcosa", la interruppe Malik,
"Se ne fosse entusiasta, ne parlerebbe di più. Invece, sembra che risponda per cortesia".

"Papà, me lo direbbe"

"Lei non è come te, Marianne!" strepitò allora l'uomo "Lei non è mai stata in contatto con la Magia o con gli altri Maghi come lo sei stata te da bambina. Lei è sempre rimasta qui. E per quanto il lavoro tuo e di Luca sia incredibilmente magico, non è niente che le abbia potuto mostrare il suo Mondo"

"Quindi sarebbe colpa mia?" chiese irritata la donna "Colpa mia di aver scelto una vita che mi piace."
"Non sto dicendo questo, sto dicendo che dovresti fare più attenzione ai dettagli. Margaret è grande, portarla a spasso a conoscere la realtà magica è inutile ora"

"Quindi cosa dovrei fare?"
"Starle dietro"
"Pensi che non lo faccia?"

Il padre si limitò a guardarla senza rispondere.

La bambina salì le scale di corsa, prima che sua madre se ne uscisse dal salotto singhiozzando. Il giorno dopo, pensò di dire tutto al nonno. Ma, tempo di prepararsi un discorso per spiegare quello che stava vivendo, il giorno era passato, e il nonno se ne andò.

Furono delle vacanze molto tristi quelle che seguirono, tanto che Margaret pensò di chiedere di poter tornare a scuola prima. Non lo fece. Quando rientrò, decise di cambiare mentalità: nonno Malik aveva ragione, ma lei non accettava di sentirsi seguita o in difficoltà. 

Avrebbe risolto tutto da sola. I gruppetti di amicizie si erano già formati, ma le poteva tranquillamente provare a inserirsi, a fare conoscenze, a stare in gruppo.

Aveva ormai dodici anni. Il primo anno finì come era iniziato, ma i dubbi della ragazzina iniziavano a trovare delle risposte e delle soluzioni.

L'estate del 2144 estate scoprì che Matilda avrebbe frequentato una scuola di magia in Francia. Margaret capì di essere davvero sola. Fino a quel momento, aveva sperato che la sorellastra venisse con lei. Sarebbero state di nuovo insieme, inseparabili. Invece no.

Se fosse successo l'anno precedente, Margaret sarebbe crollata. Invece, la ragazzina si fece coraggio. Nuovo inizio. Tutto sarebbe andato bene, se lei si fosse impegnata.

Di nuovo il primo settembre. Maisie si fece coraggio, e cerò suoi compagni di classe per tutto il treno, trovandoli, parlandoci, condividendo brevi momenti di viaggio infinito.

A dicembre fece tredici anni, e divenne ufficialmente un'adolescente. Diventarlo ad Hogwarts fu molto divertente. Quelle vacanze di Natale passarono veloci, e quando raccontò entusiasta tutto quello che era successo, vide il nonno e la mamma scambiarsi uno sguardo d'intesa.

Il terzo anno iniziò ad andare ad Hogsmeade e acquistare sempre più indipendenza dal nucleo familiare. A volte si dimenticava addirittura di rispondere alle lettere della madre, ma mai a quelle della sorella, che aveva iniziato il secondo anno a Beauxbatons, e le chiedeva le stesse cose che si era chiesta lei fino ad allora. Aiutarla l'aiutò più di quanto avesse immaginato.

Quell'anno si appassionò al Quidditch, e decise di provare le selezioni per le squadre. Si allenò in solitaria, dapprima a terra, e quell'estate sul manico di una scopa incantata. All'inizio del suo quarto anno entrò nella squadra come battitrice.

Quello a venire è il quinto anno della ragazza. Inizia il periodo difficile del suo percorso accademico: capire cosa vuole diventare, cosa vuole fare, dare il massimo e vivere il massimo.
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Casa ed anno: Corvonero, quinto anno.

"...per Corvonero una mente brillante
fu tosto la cosa davvero importante..."

La ragazza è stata smistata nella Casa dei corvi nel 2143; essendo nata a dicembre, infatti, ricevette la sua lettera di ammissione quando i suoi coetanei avevano già iniziato, ed è slittata nell'anno successivo.

Margaret non è infastidita da questo: si sente come un ponte, un varco; per qualcuno è "la più grande", per qualcuno è "la più piccola", ma lei si sente perfettamente bilanciata. Non pensa ci sarebbero stati cambiamenti di vitale importanza se le cose fossero andate diversamente, e si diverte ad essere il "jolly" della situazione.

Iniziando il quinto anno, inizia il triennio più impegnativo della scuola.

Fino all'anno scorso era una ragazzina, adesso è una ragazza a cui viene richiesta la responsabilità di decidere della propria vita, e Maisie si sente abbastanza preparata.
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Stato di sangue: Mezzosangue.

La stessa famiglia da cui discende non è inserita nell'elenco delle 28 Famiglie Purosangue, probabilmente a causa di ancora più lontani antenati che ne infangarono, in qualche modo, il nome, ma, tuttavia, era considerata un nucleo di maghi e streghe Purosangue. Fino a qualche generazione fa, quando nacque la bis-bisnonna di Margaret da una relazione fra una strega ed un Babbano.

Da allora, i componenti della famiglia sono tutti mezzosangue, inclusa Maggie: sua madre è una mezzosangue, sebbene nessuno dei suoi nonni diretti sia babbano, mentre suo padre... Maisie non sa tanto su suo padre, se non che era un mago pure lui. L'incertezza della sua discendenza paterna e la consapevolezza di quella materna la porta a dubitare di poter sperare in un ereditaggio totalmente purosangue. Non cambierebbe la sua visione delle cose, ma, ripensando a come ha vissuto la Magia, pensa che sarebbe stato bello crescere in un ambiente in cui essa era già predominante, presente, e attiva.
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Bacchetta: Legno di betulla e nucleo di piuma di Jobberknall, leggermente elastica.

Piccola curiosità: quando la provò, misurava appena dodici pollici, ma al giorno d'oggi sembra essersi allungata fino a misurarne tredici e mezzo.
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Discendenza: Rookwood.

Una discendenza lunga e tortuosa lega l'adolescente a due fratelli che furono, sebbene non i protagonisti, attori nella Prima e nella Seconda Battaglia Magica.

La sua quadrisnonna (il che lascia intuire quanto tempo sia passato, da allora), si chiamava Florence Rookwood, mentre il suo fratello, lontano pro-pro-prozio, Augustus.

I due combatterono nei due schieramenti opposti: il ragazzo come Mangiamorte, dopo aver preso il Marchio al compimento della maggiore età, mentre la ragazza si associò all'Ordine della Fenice, sebbene non ne prese mai ufficialmente parte.

I fratelli persero ovviamente i contatti l'uno con l'altra. Alla fine del conflitto, Florence scoprì che Augustus era stato imprigionato ad Azkaban, e fu tutto quello che seppe della sua vita. Vent'anni dopo, combatterono di nuovo nella Seconda Battaglia Magica, ma i due non si incontrarono mai durante lo scontro, al termine del quale Augustus Rookwood venne ucciso. Finita la guerra, Florence sparì dalla circolazione; molti di coloro che combatterono erano suoi amici, persi e ritrovati, e alcuni persi nuovamente.

La verità, è che la donna non aveva intenzione di re-intromettersi nelle vicende politiche del Mondo Magico; la Prima Guerra, vissuta da adolescente, le aveva lasciato dei traumi abbastanza profondi, mai del tutto curati. E soprattutto, pochi anni prima dell'inizio della Seconda, aveva avuto una figlia, nata da una relazione occasionale con un Babbano. Per questo, quando Florence ricevette la notizia della ricostituzione dell'Ordine, accettò malvolentieri. Collaborò come spia, e, facendosi enorme coraggio, tornò a combattere ad Hogwarts, quella tiepida notte di maggio.

La gravidanza inaspettata fece capire a entrambi che nessuno dei due sarebbe stato pronto per una vita coniugale con l'altro, e sebbene rimasero in amicizia, la bambina, che si chiamò Rhiannon, acquisì il cognome materno. Rhiannon nacque magica, ma Florence ignorò sempre ogni indizio che potesse lasciarlo pensare, volutamente. La Magia le aveva rubato tante, troppe cose, e non credeva di volere lo stesso destino per la figlia, che dunque crebbe come una Babbana.

Il rapporto con il padre scemò a distanza di anni, e la donna rimpianse essersi lasciata condizionare dalla sua presenza nella vita della bambina. 

Rhiannon, di suo, sentì sempre una sorta di legame con un'"entità superiore", una sorta di spiritualità molto accentuata, un'attrazione per il mondo dell'ignoto. Se solo avesse saputo che era semplicemente la magia che cercava di appartenerle!

Frequentò le scuole dell'obbligo babbane, ma decise di non voler completare i due anni facoltativi di liceo. Iniziò invece a lavorare nei pub, nei caffè, nelle librerie, nei musei. A diciott'anni, si iscrisse al college, con l'intento di studiare Filosofia. Alla fine del percorso di studi, frequentò un ulteriore corso per poter lavorare come insegnante alle classi materne.

Venne assegnata ad un asilo locale, e conciliava la sua vita lavorativa con la sua vita personale, frequentando classi di yoga, corsi di meditazione, interessandosi sempre di più alla spiritualità che vedeva l'universo al centro del mondo, e tutti in contatto con esso. Quest'interesse la spinse ad aggregarsi con persone che la società non definirebbe del tutto attendibili. 

Sua madre, che lavorava ancora come barista, la dovette riprendere più volte, nel corso del suo servizio scolastico, spingendola ad abbandonare le amicizie e provando a tenersela il più vicina possibile. Ma Rhiannon non voleva avere niente a che fare con la donna, e si trasferì presto a casa del padre biologico, con il quale aveva ripreso, quasi obbligatoriamente, i contatti per l'iscrizione al college.

Dopo alcuni anni di libertà e indipendenza, la ragazza rimase incinta, e sebbene lei ed il suo compagno stessero già convivendo, non accettò di dare al figlio il suo cognome, finché non l'avrebbe avuto anche lei. La coppia non si sposò mai, e anche se a diciott'anni il bambino acquisì il doppio cognome del padre, chiedendone il riconoscimento legale, fu conosciuto per tutta la sua vita come Archie Rookwood.

Il bambino fu cresciuto in un ambiente familiare molto più stabile rispetto a quello in cui crebbe Rhiannon. Crebbe anche lontano da Florence, che allora era andata in pensione, e passava il tempo a frequentare centri di ricamo, di attività pomeridiane per anziani, ed altro.

Il tempo passava, ed erano passati altri vent'anni dall'ultima Guerra Magica. Non molto, ma nemmeno poco. I volti dei Mangiamorte erano ancora conosciuti in tutto l'universo magico; venti di ribellione e di nuovi Signori Oscuri veleggiavano per l'aria, senza mai consolidarsi in nulla di concreto.

Archie cresceva, e diventava ogni giorno più forte. La magia ribolliva nelle sue vene, incoraggiata dallo stile di vita mistico che praticava, guidato dalla madre. Il giorno del suo undicesimo compleanno, un raggiante equinozio di Primavera, la famiglia ricevette una lettera, che fu però intercettata da Florence.

La donna prese da parte la figlia, mostrandole la lettera d'accettazione del figlio, e la sua, che aveva nascosto fino ad allora. Di quella conversazione, a cui ad Archie fu concesso partecipare, il bambino ricordò più tardi solo le lacrime della mamma e la tristezza della nonna. Gli era chiaro che non andassero particolarmente d'accordo, ma non le aveva mai viste litigare così pesantemente.

Alcuni giorni dopo, la madre lo prese da parte, e gli spiegò che era un mago, come quello delle favole: la Magia scorreva nelle sue ossa, nel suo nome, e che una scuola lo aveva chiamato per frequentare delle lezioni, così da poter imparare a gestire il suo potere. "Solo, non possiamo dirlo al papà. Devi promettermi che con lui non uscirà una parola." Archie era stranito: anche al padre piacevano le cose magiche, perché avrebbe dovuto sconvolgersene? 

La risposta gli fu chiara non appena varcò la soglia del posto che, più tardi, avrebbe imparato a chiamare casa: quella non era "magia", quella era proprio Magia, con la M maiuscola.

La situazione era un bilico costante: passare la maggior parte dell'anno rendeva più facile mentire all'uomo, ma quei mesi estivi erano un tormento. Perfino fare i compiti era diventato difficile. Fortunatamente, il ragazzo si era trovato molto bene a scuola, ed aveva stretto molte amicizie: quando non era a casa, era in vacanza con amici, famiglie di amici.

Al padre faceva piacere sapere che si trovasse bene, ma era dispiaciuto che preferisse passare il suo tempo libero con loro, piuttosto che con la sua famiglia. "Potremmo morire da un giorno all'altro, e lui sarebbe in Irlanda a bere birra e perdere il volo per il funerale" commentò un'estate. Parole funeste, se si considera che dopo pochi mesi, Florence venne a mancare.

Archie stava ripartendo per Godric's Hollow, ma tornò indietro non appena ricevette la chiamata dall'ospedale. A lui, la nonna confidò le sue ultime parole.

"Mi dispiace per tua madre. Sarebbe stata una strega brillante, se solo non avesse avuto un padre. Ma mi accorgo di quanto sia difficile, già con te. Promettimi che non farai il mio stesso errore. È molto pericoloso, quando non sappiamo controllarci."

"Te lo giuro, nonna. Sul nostro nome".

Non poca responsabilità, lasciata sulle spalle di un ragazzo appena maggiorenne. Il giovane arrivò a quarant'anni praticamente già pelato. Ma mantenne la promessa: non avrebbe fatto gli stessi errori della nonna, e avrebbe provato a fare meglio di sua madre.

Divenne Medimago – anche se al padre babbano disse che studiava infermeria, e che andava a lavorare negli ospizi – e sposò una sua compagna di classe e di Casa.

Con Elsie Smith, Archie aveva passato i sette anni più belli della sua vita, e ancora più bello fu costruirci una vita assieme. Anche lei magica, mezzosangue, aveva avuto delle difficoltà nell'affrontare i periodi scolastici, nel tentativo di tenere nascosta al padre la sua vera identità. I due si presero il loro tempo. Studiarono, viaggiarono assieme, iniziarono a lavorare, comprarono casa, si sposarono, e solo allora, ebbero due figli.

Vollero essere il più indipendenti possibile, per potersela cavare senza il necessario aiuto dei genitori, che avrebbero potuto scoprire dei segreti indesiderati ed indicibili.

I due bambini, gemelli, crebbero, e ben presto, uno di loro rivelò la discendenza magica; l'altro, si scoprì essere un Magonò. Archie ed Elsie decisero, spiacevolmente, di separarli. Gli dissero che l'avrebbero fatto per il loro bene, per i loro interessi e le loro capacità, e forse, in parte, fu veramente così. Frequentarono le scuole elementari insieme, ma poi, mentre Frederick fu mandato in un college effettivamente privato, Matthew fu mandato ad Hogwarts.

Archie fece in modo che la risposta alla domanda di accettazione per Frederick arrivasse lo stesso giorno di quella di Matthew, e riscrisse la lettera di Hogwarts per Matthew, per nascondere ogni parola che avrebbe potuto svelare il piano che stava architettando.

I bambini sapevano che sarebbero stati separati, quindi non ci furono lacrime, ed entrambi furono contenti dei risultati che avevano ricevuto. Matthew, tuttavia, pianse, quando scoprì che avrebbe dovuto tenere nascosta la sua vita al proprio gemello. Archie ed Elsie lo consolarono come poterono, chiamando a dare manforte le nonne, che avevano già affrontato tutto questo.

Il primo giorno di scuola, Matt fu accompagnato dal padre, con il quale aveva legato moltissimo nei mesi precedenti la partenza. "Anche io ho dovuto mentire. Mentiremo insieme. Dobbiamo farlo per il bene della Magia".

Matthew venne smistato in Serpeverde, con grande sorpresa dei genitori, che erano stati smistati in Corvonero. Archie sapeva che l'ultimo Rookwood ad essere finito in quella Casa era stato il prozio Augustus, il fratello della nonna, e che quell'uomo aveva fatto cose spiacevoli. Tuttavia, decise di non mostrarsi turbato dinnanzi alla lettera del figlio. Gli rispose calorosamente, dicendosi fiero di lui, avvertendolo di non cambiare mai per inserirsi nella Casa che era finito.

"Pa', qui tutti dicono che la mia è stata la Casa dei cattivi, ma io non so esserlo, non penso di poterlo mai diventare".

"Non devi esserlo, e non devi diventarlo mai. Se sei stato scelto per quella Casa, vuol dire che sei abbastanza così come sei. Non cambiare per sentirti incluso: sei già incluso. I tuoi talenti frutteranno con gli anni".

E Matthew non cambiò mai. O almeno, ci provò. Si diplomò con voti eccezionali (letteralmente), e decise di intraprendere una carriera politica all'interno del Ministero della Magia. Per farlo, dovette tagliare i ponti con la famiglia. 

Al bambino di undici anni sarebbe sembrata una proposta inaccettabile, ma al giovane diciottenne, un compromesso accettabile. Era già stato lontano a lungo dal gemello: avevano creato ciascuno la propria vita, i propri amici, i propri interessi. Vide il dispiacere negli occhi dei genitori, quando annunciò che se ne sarebbe andato in America a studiare, ma anche l'orgoglio della sua ambizione. 

Londra sarebbe stata sufficientemente lontana per studiare segretamente, ma New York era ancora più lontana, e avrebbe reso paradossalmente tutto più facile. Entrò nel Ministero statunitense come assistente al termine del suo percorso di studi, e rimase dall'altra parte dell'oceano. Alla fine del suo apprendistato, tornò in Inghilterra, con un incarico al Ministero della Magia locale, che gli consentiva di mantenere la sua copertura babbana.

Matthew e Frederick persero lentamente i rapporti. Loro padre provò a riconciliarli, ma ormai avevano due vite separate.

"Non capisco di cosa ti lamenti. Non è quello che volevamo? Tenerlo segreto?"
"Non perdervi!"
"È più facile così, no?"

Matthew si trasferì a Londra, visitando saltuariamente la famiglia. Suo fratello si trasferì a Liverpool, e i rapporti fra i due si annullarono quasi definitivamente.

Ormai una figura di rilievo all'interno della politica britannica, il giovane, ormai adulto, si sposò con una strega francese, conosciuta durante lo studio all'estero, Zélie Moreau. Di origini arabe, aveva studiato politiche internazionali, ed era diventata un diplomatico affermato a livello europeo.

Dopo il matrimonio, i due comprarono una casa nella periferia della città, in una zona più tranquilla e meno caotica della città. I due ebbero un solo figlio: Zèlie non voleva essere confinata in casa a fare la madre, e Matthew, dopo quello che era successo col fratello, voleva evitare ulteriori rischi e delusioni.

Malik Rookwood si dimostrò sin da piccolissimo intraprendente ed autonomo. Crebbe fra accordi diplomatici e sedute di gabinetto, aeroporti e camere d'hotel. Viaggiò il mondo sin da bambino, e a sei anni parlava già tre lingue: inglese, francese, ed arabo.

Frequentò scuole private, e già a dieci anni aveva dormito in collegi, quando i genitori erano via per lavoro. Zèlie e Matthew erano orgogliosi di lui, soprattutto delle sue abilità magiche.

Quando partì per Hogwarts, non versò nemmeno una lacrima, anzi, quasi non salutò i genitori: era normale, per lui, essere "abbandonato", lasciato in autonomia. Vide la scuola non tanto come un'esperienza emozionante, ma come una possibilità che, per i Rookwood – Moreau, cadeva a fagiolo.

Era un bambino sveglio? Sì. Era un bambino privo di capacità emotiva? Assolutamente. Non sapeva cosa volesse, o cosa necessitava, non sapeva esprimersi. Sapeva solo obbedire.

Il distacco con la vita da collegio non lo disturbò, come invece successe ad alcuni compagni di Casa, durante il primo anno. Fu smistato in Corvonero, con sorpresa del padre. Il nonno, Archie, gli mandò una lettera di congratulazioni, e un lungo messaggio, che per la prima volta, lo fece piangere. Lo fece piangere, nel senso che lo fece arrabbiare, perché per la prima volta, vide tutta la sua vita da un altro punto di vista.

"Corvonero non è la Casa di tuo padre, ma è stata la mia. Sono felice che il Cappello ti abbia messo lì. Non so cosa ti abbiano detto a riguardo, ma spero tu abbia la capacità di capire, senza lasciarti influenzare dai giudizi altrui. Sei nel posto giusto, e spero anche al momento giusto. Sei un bambino forte, e te la saprai cavare. Ma se mai avrai bisogno di essere ascoltato, sappi che io e nonna Elsie, siamo qui per te. Lo siamo sempre stati."

Malik era sempre stato solo. Aveva visitato i nonni, qualche volta, ma la maggior parte delle ferie lo passava in Francia, nella casa di quelli materni. Sapeva di avere dei cugini, ma sapeva che non erano maghi, e che il padre aveva tagliato i ponti per motivi di sicurezza, quindi non aveva senso provare a ricongiungersi con loro. Non gli aveva mai pesato, perché non lo aveva mai riconosciuto come un problema.

Se ne accorse quando non riuscì a creare amicizie. Tutti erano già legati, divisi in gruppetti, e lui era lì, solo, di nuovo. Certo, parlava e sedeva coi compagni di Casa, ma non sapeva fare amicizia. Non ne aveva mai avuto necessità: tutto, prima di allora, era stato temporaneo. Sette anni sono pochi, in relazione ad una vita, ma allora erano tanti. Quell'estate chiese di poter andare a visitare i nonni in Inghilterra.

Matthew fu disorientato da quella domanda. Zèlie si accigliò, ma riconobbe che gli avrebbe fatto bene: spendeva molto tempo con la famiglia materna, ed era giusto che passasse del tempo con i familiari del marito.

"Archie ed Elsie sono maghi come noi. Anche se trovasse i cugini, che problema ci sarebbe? Sono la sua famiglia, è giusto che la conosca e la frequenti".

"Zèlie, è rischioso, potrebbe esserci anche mio fratello".

"Tuo padre ha già affrontato questi rischi. Dovresti andare anche te".

Così, Malik conobbe i nonni paterni, forse per la prima volta. Passò appena una settimana con loro, prima di volare in Francia, ma fu uno degli eventi più significativi della sua vita. Conobbe i cugini, Agatha e George, come aveva predetto la mamma, e addirittura giocò con loro. Gli insegnarono ad andare in bicicletta, lo portavano a fare le scampagnate, a tuffarsi nei fiumi, a rotolarsi nei prati. A casa, il nonno gli insegnava a suonare il piano, a giocare a scacchi, a giocare a carte.

Quando Agatha e George erano impegnati a fare i compiti, nonno Archie gli parlava di Hogwarts, dei suoi tempi. Li dava consigli, gli insegnava i giochi di carte magici, persino la versione di scacchi magica, le corse truccate con le biglie. Nonna Elsie preparava colazioni squisite in giardino, e, a volte, Malik si dimenticava di trovarsi lontano da quella che aveva sempre chiamato casa.

Quando Zèlie venne a prenderlo, si affrettò a salutare i cugini.

"Ma torni presto?"
"Non lo so. Spero"
"Buon rientro a scuola, allora!"

La mamma però, continuava a parlare con i suoceri, i toni concitati. 

George lo convinse a fare un'ultima corsa in campagna. La corsa divenne un gioco, e quando tornarono, era passata quasi un'ora. Malik pensò di essere nei guai, e Aggie era pronta a prendersi la colpa, ma non fu necessario. Zèlie lo vide distrattamente, e non disse niente.

Salutarono e ringraziarono per aver ospitato il nipote, ed Archie rispose che lo avrebbero rifatto volentieri, per necessità o per piacere. Più tardi, parecchi anni dopo, Malik scoprì cosa si dissero, ed intuì il motivo per cui tornò solo poche volte nella casa paterna. 

Al funerale di Archie, scoprì di aver ereditato il set di scacchi, e temette che il padre glielo facesse buttare. Invece, Matthew, la sera stessa, lo fece sedere in salotto, e giocarono fino all'alba. Non aveva mai veramente conosciuto suo padre prima di allora. Non lo conobbe nemmeno quella sera, ma gli fu tutto più chiaro. 

Malik finì Hogwarts con voti discreti, e decise di diventare un Magizoologo. Ancora non era bravo con le persone, ma aveva scoperto di sapersela cavare con gli animali. Anzi, forse grazie al suo interesse e alla sua passione nel prendersi cura degli animali, trovò la cura per ciò che aveva passato. Così, poteva conciliare una vita avventurosa, dettata da viaggi e missioni, con lo studio, che gli piaceva, e la possibilità di spingersi sempre oltre quelli che pensava essere i suoi limiti.

Viaggiando, conobbe un sacco di persone e di culture, che lo portarono ad amare la vita più di quanto abbia mai fatto. Allontanarsi dai traumi generazionali della propria famiglia, guarire dai propri, e ritrovare la passione che aveva scoperto, anni prima, durante l'estate al cottage dei nonni, fu per lui un toccasana. Zélie stessa, quando tornava a casa per le vacanze, lo vedeva diverso. Più raggiante.

Ma dedusse che fosse a causa di Laila. Laila, il cui nome intero era Adelaide, era la ragazza di Malik all'epoca. 

Malik e Laila formavano una coppia meravigliosa. Vivevano un amore profondo e sincero. Erano amici, prima di essere partner. Laila aveva frequentato Hogwarts, ma era nell'anno sopra a Malik, visto che lui era nato a novembre e lei a marzo. Era una Tassorosso, e infatti durante gli anni di scuola non si conobbero mai. Fu durante gli anni di tirocinio che si avvicinarono l'uno all'altra.

I due si sposarono, spinti dai genitori di entrambi ad ufficializzare il loro amore. Malik non era particolarmente sicuro di voler fare questo passo, poiché aveva una visione della vita matrimoniale negativa, influenzata da quella dei propri genitori, sempre impegnati e distaccati. Ma Laila gli fece capire che non sarebbe successo niente, che non sarebbe cambiato nulla: avrebbero solo celebrato il loro amore nella fede.

Sebbene fosse inglese, la ragazza era infatti cristiana cattolica, e negli anni di fidanzamento, aveva fatto avvicinare Malik alla fede. Il ragazzo non era particolarmente credente, ma l'amava, e accettò di celebrare il sacramento. I due convolarono a nozze giovanissimi, il 22 ottobre 2103.

L'anno successivo nacque la loro primogenita, Marianne Samira Rookwood – Lourdes. Cinque anni dopo, alla famiglia si erano aggiunti la secondogenita, Evangeline Farah, e Aaron Ismael, unico maschio.

Malik e Laila continuarono a viaggiare per lavoro, portandosi i bambini appresso, e con grande sollievo del padre, non furono come quelli che aveva affrontato lui: non era un'infanzia tetra e solitaria, ma gioiosa e movimentata. Marie, Eva e Ron erano migliori amici. Si supportavano a vicenda, si aiutavano, giocavano insieme, quando i genitori erano fuori casa.

I loro genitori li iscrissero direttamente ad una scuola online, così da non fargli affrontare le difficoltà dei traslochi e dei cambiamenti. Viaggiavano con uno zaino sulle spalle e i sandali ai piedi, usando mezzi di trasporto magici e babbani. Conobbero un sacco di culture e di lingue, anche se adesso, ne ricordano poco.

Tutti di loro risultarono essere magici, ma non sarebbero mai stati separati, in caso contrario: troppo a lungo la segregazione aveva attaccato e ferito la famiglia Rookwood, e con Malik, ciò sarebbe finito. Se uno dei suoi bambini fosse stato un Magonò, avrebbe semplicemente vissuto un'altra vita, ma non sarebbe mai stato allontanato dagli altri.

Marianne era sempre stata una ragazza d'oro, o almeno così tutti la definivano. Era dolce, rispettosa, gentile, educata. Amava i fratelli più piccoli, aiutava a prendersene cura, diventandone la loro Guardiana e protettrice.

Parlava l'inglese, il francese, conosceva l'arabo, sebbene il padre non lo parlasse spesso, e aveva imparato anche lo spagnolo e il portoghese, vivendo molti anni in America Latina, e qualche dialetto africano. Era affascinata dalle culture e dal mondo, e aveva uno spirito buono, innato, empatico e cordiale. 

È sempre stata molto materna. Marianne amava l'amore, e amava tutti, incondizionatamente, nel bene e nel male. Era emotivamente ed intelligentemente matura ad una giovane età. Era vitale, un vero e proprio raggio di sole, dopo anni di sofferenza, nella famiglia Rookwood, la prima femmina dopo generazioni.

Marianne era triste il giorno in cui partì per Hogwarts. Era abituata a viaggiare, e stare tutti quei mesi nello stesso posto – fra l'altro, in una località piovosa e triste come la Scozia! – le faceva venire la claustrofobia. Laila la distrasse, dicendole che avrebbe conosciuto un sacco di persone nuove, e sarebbe stata un'esperienza nuova.

Marianne fu smistata in Tassorosso, cosa di cui nessuno fu sorpreso. Dopo alcuni anni, anche Evangeline fu ammessa ad Hogwarts, e finì in Grifondoro. Aaron, invece, fu smistato in Tassorosso pochi mesi dopo il diploma di Marianne.

La ragazza era una studentessa modello. Si impegnava nello studio, faceva da tutor ai ragazzi degli anni più piccoli e ai suoi stessi compagni di classe. Il quinto anno, ricevette la nomina a Prefetto. Era entrata nella squadra di Quidditch e giocò per tre anni come Cercatrice. Insomma, un enorme successo accademico, del quale Malik e Laila si vantavano.

Marianne invece, era molto più modesta. Era contenta dei risultati che aveva raggiunto, ma non aveva alcun interesse a continuare gli studi. Avrebbe voluto fare un lavoro pratico, che le avesse consentito di viaggiare, come aveva sempre fatto, di stare a contatto con gli altri, magari aiutarli. Voleva diventare una sorta di attivista, ma le sembrava che diventarlo richiedesse uno sforzo e un impegno politico che lei non sarebbe stata in grado di sostenere.

Si volse dunque all'erbologia. Erbologia e Cura delle Creature Magiche erano le sue materie preferite; era sempre stata in contatto con gli animali, e aveva scoperto che prendersi cura delle piante era giusto un filo diverso. Si interessò alle loro proprietà curative, si incuriosì dinnanzi a quelle velenose. E decise che avrebbe fatto quello nella vita.

Una volta diplomata, iniziò a studiare per diventare strega erborista, esperta botanica. Viaggiò a molto per ottenere il titolo di studio in Erbologia, e in quel periodo di tempo, conobbe Hugo. Hugo Volant, che studiava per diventare Alchemico, era un giovane francese, da poco diplomato al collegio magico di Beauxbatons. I due entrarono subito in sintonia, e si misero presto insieme. Dopo ormai quattro anni di relazione, Marianne rimase accidentalmente incinta.

La coppia fu sorpresa nello scoprirlo, e altrettanto lo furono le due famiglie. Erano troppo giovani per sposarsi, sebbene stessero insieme da tanto. Avevano concluso i loro studi, ma entrambi avevano cominciato il loro apprendistato, lei in Inghilterra e lui in Germania.

Questo bambino non doveva succedere!

Ma Marianne non volle abortire. Aveva sempre voluto essere una madre, e anche se la tempistica non era la migliore, decise di tenere il figlio che sarebbe nato. Hugo avrebbe voluto essere con lei, ma la famiglia lo spinse a lasciare perdere la ragazza ed il bambino, a non farsi coinvolgere da questa pazzia. Marianne era a conoscenza dei problemi familiari del ragazzo, e, sebbene a malincuore, decise di rompere la relazione. Soffrì tutti i mesi della gravidanza, ma riconobbe di aver fatto la scelta giusta: meglio crescere quel bambino da sola, piuttosto che andare incontro a disastri familiari futuri.

Laila e Malik furono sempre al suo fianco, sebbene contrariati dalla decisione di tenere il bambino. Sapevano che Marie se la sarebbe cavata, ma era comunque una responsabilità impegnativa, sulle spalle di una ragazza di appena ventitré anni.

Il piccolo delitto nacque la mattina del 13 dicembre 2131, un venerdì, al San Mungo. Fu un parto relativamente facile, tranquillo: tutto andò liscio, come sarebbe dovuto andare. Marianne si affezionò subito alla figlia, che decise di chiamare Margaret Adelaide, in onore alla madre che l'aveva supportata durante l'intera gravidanza.

Dopo due anni, Marianne lasciò la protezione familiare per trasferirsi a Londra, dove lavorò un paio di anni come collaboratrice di ricerca per il San Mungo, proseguendo gli studi di specializzazione. Durante un convegno di studio, conobbe Luca Hofmann, un'erborista belga appena più giovane di lei, che si presentò all'assemblea con una bambina, poco più piccola della sua. Luca le fece tenerezza, e durante quella settimana si avvicinarono, stringendo amicizia.

Marianne le parlò di Margaret e di come stava gestendo lo studio con la cura della figlia, e Luca le parlò del suo piano di studi, che faceva riferimento invece ad una farmacia privata locale, vista l'assenza di un ospedale magico. Le due rimasero in contatto dopo il convegno, spedendosi lettere e regalini per le rispettive bambine. Alla fine della specializzazione in farmacia magica, Marianne decise di trasferirsi in Belgio, condividendo una casa con Luca, ormai la sua fidanzata.

Le due aprirono una drogheria privata nella regione di Vallonia, in una zona di campagna, poco distante dalle zone più popolate, ma abbastanza sicura per poter praticare la magia.

E per quanto riguarda Margaret... lo sapete già.
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Materie seguite: Aritmanzia, Rune Antiche, Divinazione.

Tutte materie "magiche" sono quelle prescelte della ragazza.

La prima, Aritmanzia, è una materia che si occupa di matematica e magia: tramite i numeri, si può risalire a previsioni, fati e quant'altro include l'argomento della numerologia.

Simile, la terza materia, Divinazione, che si occupa in maniera alquanto pratica e strampalata di prevedere il futuro tramite vari mezzi e strumenti, quali tazzine da tè, carte di tarocchi, simbologie e presagi.

Infine, la seconda materia, Rune Antiche, si occupa dello studio e della comprensione dell'antico linguaggio scritto dei Maghi, osservandone la storia, il significato e l'utilizzo in vari campi della magia come la Trasfigurazione, la Divinazione, e addirittura l'Erbologia.

Se non si è capito, Margaret è un'appassionata di Magia, e di tutto quello che essa significa, di come si dimostra e di come si presenta. I suoi corsi facoltativi le interessano moltissimo, e se non fosse che è incerta sulla loro praticità, vorrebbe continuare a studiarli, una volta diplomata.

A differenza di tutti i suoi familiari più stretti, ha voltato le spalle allo studio delle Creature Magiche. I suoi nonni, i suoi zii, sono tutti Magizoologhi, e sono stati un po' dispiaciuti della sua decisione, ma a Maisie non è pesato più di tanto deluderli: per lei, la zoologia è una passione e un interesse che si deve avere nel sangue, e lei purtroppo, non ce l'ha. Inutile forzarsi a riguardo.
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Prestavolto: Maude Apatow

Margaret con la sorellastra Matilda e gatto Ortensio.
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Amicizie:
// A vostra disposizione
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Curiosità:

– Margaret è poliglotta.

La sua madrelingua è l'inglese, ma avendo vissuto in Belgio, ha imparato il francese (lingua con cui seguiva le lezioni telematiche) e il tedesco, sebbene quest'ultimo lo capisca e lo sappia parlare sufficientemente.

Conosce poi lo spagnolo (lo parla, ma non lo legge, né scrive) e l'arabo, la madrelingua di suo nonno (stessa cosa: lo parla, ma ad eccezione dei nomi dei suoi familiari non sa né scriverlo né leggerlo).

– sa suonare la chitarra ed il pianoforte.

Le ha insegnato mama Luca, e quando frequentava ancora le scuole primarie, due volte a settimana, andava in città a frequentare dei corsi. Da quando ha iniziato Hogwarts ha smesso di andarci, ma ogni estate, a casa, lei e Luca si intrattengono a vicenda suonando pezzi classici e odierni.

Il suo attuale obiettivo? Imparare l'assolo di Jimmy Paige del pezzo "Stairway to Heaven", sebbene sulla sua chitarra verrà diversamente.

– Margaret può essere definita una "classica" persona acculturata: le piace leggere, di tutto, dai fumetti ai romanzi, ai classici, ai gialli, ai fantasy, le piace ascoltare la musica, le piace il cinema, sebbene non si possa definire una critica o una cinofila d'eccellenza.

Le piace anche scrivere, e scrive di tutto in un quadernino che tiene in fondo al baule.

Sfoghi, piccoli versi, riflessioni profondi, appunti di cose da fare, appunti di pensieri casuali, frasi e citazioni di film, libri, canzoni.

Talvolta scrive in francese o in tedesco, per rendere meno comprensibile ad invasivi occhi altrui i suoi segreti.

– stile:
Piccola premessa; Margaret non aveva idea di cosa volesse dire avere stile.

Da bambina giocava, certo, ma non aveva mai sperimentato sul serio quella che si potrebbe chiamare la sua "femminilità", anzi: spesso e volentieri ne rifuggiva.

La manovra di inversione fu compiere tredici anni ad Hogwarts: le ragazzine di quello che avrebbe dovuto essere "il suo anno" già sperimentavano qualcosina, e le bambine con cui condivideva l'anno di studio stavano cominciando.

La volontà di non sentirsi tagliare fuori la invogliò a dare il meglio di sé per imparare, e proprio per questo non ebbe solo un modello, ma più di uno.

Il suo stile è un mix di ispirazioni e di adattamenti con ciò che ha e ciò che la fa sentire a suo agio.

Solitamente non si trucca poiché è sempre in ritardo, e tende a stropicciarsi la faccia, ma aspetta solo l'occasione giusta per sfoggiare le sue doti artistiche.

– dall'inizio del quarto anno gioca come battitrice nella squadra di Quidditch per la Casa di Corvonero. Non è cresciuta come fan, anzi, non sapeva nemmeno della sua esistenza, finché non è arrivata ad Hogwarts. Decise che sembrava una cosa figa, e che sarebbe stato figo quantomeno saperci giocare a livello non agonistico, ma poi, durante il terzo anno, maturò l'idea di partecipare come membro della squadra.

L'anno successivo si presentò alle qualifiche e ottenne il posto da battitrice. Non aveva un ruolo preferito, ma cercava solo di adattarsi alla necessità della squadra. Se dovesse o potesse fare cambio, pensa che vorrebbe provare ad essere cercatrice.

– non ha nessun animale domestico con sé ad Hogwarts.

Però, ha un gatto a casa, che in famiglia avevano chiamato Ortensio.
Le sue mamme lo adottarono poco dopo il trasferimento a Nivelles, come regalo e ricompensa per le due bambine che non si erano mai lamentate della fatica o della difficoltà nell'adattarsi.

Avrebbe voluto portarselo via, il primo anno, ma Marianne la convinse a lasciarlo a casa, perché non era giusto che lo togliesse a Matilda.
A sua volta, Luca negò a Matilda la possibilità di portarlo a Beauxbatons.

Così, Ortensio è rimasto fra le ortensie di casa Rookwood - Hofmann.
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