Sweet pills of happiness | ba...

By onlytaehyg

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Questa sarà una raccolta di piccole storie, singole pubblicazioni dove i protagonisti saranno i sette membri... More

my nest for my alpha - mintae
come and get me - yoonmin
tell me your fate - kookv
rendezvous in the gym - kookv
let me love you - 2seok
Las Vegas (parte uno) - taekook
Las Vegas - yoonmin
Las Vegas (parte due) - taekook
in the soop - vmin
my sweet and fluffy omega - taekook
you became my light - jihope
videocall me - taekook
couch, junk food and videogames - taekook
J'adore Dior - hopemin
i miss you, my baby - jikook
happy birthday sunshine - namseokmin
you're here - vmin
We keep this love in a photograph - taekook
love wins all - taekook
he's a pro ridah - minimoni

now kiss me, you fool - vmin

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By onlytaehyg

┌───── •✧✧• ─────┐

- real life

- jimin!idol

- taehyung!idol

- yet to come in Busan

- smut: ✅🔞

└───── •✧✧• ─────┘

════════


Taehyung era stato messo in coppia con Jimin per un photoshoot. Di nuovo. Non che non gli piacesse l'idea o che gli desse fastidio, tutt'altro, la verità era che ogni singola volta doveva far appello a tutto il suo autocontrollo per trattenersi e in più di qualche occasione si era ritrovato a fingere di scappare in bagno per prendere una boccata d'aria. Era complicato avere a che fare con Jimin. Era tremendamente complicato avere a che fare con Jimin perché era molto bravo a flirtare, sapeva come attirare l'attenzione e poi lasciarlo a bocca asciutta e Taehyung lo odiava. Odiava amarlo perché faceva male, era frustrante.

Lo staff spiegò ai due ragazzi che avrebbero dovuto scattare delle foto per un magazine che sarebbe stato rilasciato in Giappone, gli avevano fornito degli sticker da appiccicarsi sul viso a vicenda ovunque volessero e gli era stato chiesto di sembrare il più naturali possibili, fingendo che non ci fosse neanche il suono della macchina fotografica che scattava e la luce del flash. Niente che non avevano già fatto milioni e milioni di volte.

Si sedettero uno di fronte all'altro con la ciotola con gli sticker tra di loro e Taehyung immediatamente provò a cercare le lettere -J- e -M- e il numero -13- per usarli su Jimin. L'altro ragazzo però attirò la sua attenzione.

«Stai bene?» Chiese sottovoce, aspettando che Taehyung alzasse lo sguardo.

«Sì. Perché me lo chiedi?»

«Mi eviti da un paio di giorni. Mi eviti sempre prima di un photoshoot. Non ti piace farli con me?»

«Che dici, non è così.»

«Quindi?» Jimin lo prese per mano, distraendolo da quella sua disperata ricerca dello sticker perfetto.

«Sto dormendo poco.» Mentì.

«Quindi è tutto a posto tra noi?» Strinse la presa, accarezzandogli il dorso della mano.

«Certo.»

«Tae-» Finalmente i loro occhi si incontrarono. «Sei la persona più importante della mia vita dopo la mia famiglia, lo sai, vero?»

«Lo sei anche tu.» Esitò. Poi continuò. «La persona più importante della mia vita.» Jimin sorrise.

«Okay, ragazzi. Pronti? Cominciamo?» La voce del fotografo li distrasse ed entrambi seguirono con lo sguardo quel richiamo, annuendo allo staff e dicendo loro che potevano cominciare a scattare in qualsiasi momento.

E quindi entrambi sorrisero di fronte alla macchina fotografica, cercando alcuni sticker dalla ciotola, scegliendo lettere, numeri, simboli. Jimin gliene appiccicò alcuni sulla fronte, ridendo quando i capelli di Taehyung ricaddero, facendoli staccare. Pensò fosse una buona idea avvicinarsi, chinarsi in avanti e passargli le mani tra le ciocche castane, portandoglieli all'indietro e Taehyung trattenne il fiato a causa di quella vicinanza. E poi si allontanò nuovamente, scegliendo altre lettere ed altri numeri da attaccargli sulle guance e sul naso. Nel frattempo Taehyung pensò che avrebbe sempre voluto vedere Jimin con le lentiggini e quindi sfruttò quella occasione per allineare gli sticker sotto ai suoi occhi, sul ponte del naso e sugli zigomi. Quando si fermò ed ammirò la sua opera d'arte, l'amico gli sorrise, leccandosi poi il labbro e quel movimento non passò inosservato. Bastò uno sguardo soltanto ed entrambi entrarono nel loro mondo, quello spazio mentale dove tutto intorno a loro si annullava, spariva il mondo circostante e tutto ciò che importava, era che fossero insieme, che fossero vicini. Taehyung osservò a lungo gli occhi di Jimin, aveva indossato delle lenti nocciola per l'occasione, adorava quando lo faceva, lo rendeva ancora più angelico. Poi si ricordò di avere ancora uno sticker in mano, un 7 per la precisione e non poté pensare ad altro se non all'idea di volerglielo appiccicare sul labbro inferiore. Sollevò un braccio, raggiungendo il viso dell'amico e toccandolo delicatamente, facendogli alzare di poco il mento. Con l'altra mano gli sfiorò le labbra, ne disegnò i contorni, dal lato, all'arco di Cupido e poi scese a quello inferiore. Jimin schiuse la bocca e socchiuse gli occhi, avvicinandosi impercettibilmente. Taehyung era in trance, non riusciva a pensare, non poteva staccargli gli occhi di dosso, voleva solo raggiungere quelle labbra e baciarle.

«Tae...non qui.» Gli sussurrò Jimin, inclinando però la testa.

«Perché no?» Stavano parlando talmente sottovoce che nessun altro li avrebbe sentiti.

«Non siamo soli.» Rinsavì in un secondo, sbattendo più volte le palpebre e venendo investito dalla luce di un flash. Scattò con il viso in direzione di quel fascio e notò immediatamente gli occhi di più membri dello staff puntati su di loro. Non erano soli...

«Ne avete abbastanza?» Chiese, provando a smorzare il disagio che stava provando.

«Io ne scatterei ancora un paio per sicurezza.» Li avvertì il fotografo e Taehyung annuì, voltandosi nuovamente in direzione di Jimin e decidendosi finalmente ad appiccicargli quel 7 sul labbro in fretta e furia, prima di rischiare di perdere nuovamente il controllo.

━━━━━━━━━━━━

Il problema si ripresentò appena un paio di giorni dopo, durante il loro concerto a Busan per la promozione dell'EXPO. Quella sarebbe stata la prima volta che si esibivano con una delle canzoni più attese del loro ultimo album, nuova coreografia, nuovi passi di danza, la capacità di mantenere il fiato e anche se l'avevano provata per mesi e mesi, Taehyung era abbastanza agitato anche se consapevole delle sue capacità da ballerino. Era rimasto in sala prove insieme a Hoseok fino a notte fonda perché sapeva che non sarebbe stato in grado di addormentarsi senza prima aver imparato tutta la coreografia e il giorno dopo, invece si erano uniti a loro anche Namjoon e Jimin. Avevano discusso molto su alcuni passaggi, avevano cercato di rendere alcuni movimenti più fluidi in modo da poterli condividere anche con gli altri e alla fine, quasi all'alba, in quella sala prove erano rimasti solo lui e Jimin e l'amico gli aveva detto che sarebbe andato tutto bene, che l'avrebbero performata alla perfezione e lui gli aveva creduto, si era fidato come aveva sempre fatto.

Il giorno del concerto era arrivato, avevano cominciato con Mic Drop, una di quelle canzoni che avevano portato in tour per quasi tre anni ma che non si stufava mai di performare sul palco. E poi la base era cambiata, le luci si erano riaccese e avevano cominciato a ballare sulle note di quella canzone che nessuno aveva mai sentito live, anche per loro era la prima volta che la cantavano di fronte ad un pubblico. E, come preannunciato da Jimin, era andato tutto bene, tutto alla perfezione, voci, movimenti, intrecci, gli altri ballerini sul palco. Si erano portati a casa quella esibizione da cento dieci e lode. E alla fine, proprio mentre le luci avrebbero dovuto spegnersi, loro dovevano posizionare le mani facendo il segno del gruppo, la pistola puntata verso il basso però i suoi occhi incontrarono quelli di Jimin che gli stava sorridendo, come a dirgli visto che ce l'hai fatta? Hai visto quanto siamo stati bravi?

Jimin l'aveva attirato a sé tenendolo per la nuca, facendolo appoggiare nell'incavo del suo collo e Taehyung aveva ansimato, chiudendo gli occhi e cingendogli la vita, toccandogli la schiena, percependo i suoi muscoli attraverso il cotone sottilissimo di quella maglia nera. Si era strusciato contro il collo dell'amico, non era riuscito a trattenersi. E poi Jimin aveva sussurrato qualcosa, un «dopo» quasi strozzato, prima di allontanarsi, accarezzargli i capelli e alzarsi in punta dei piedi per lasciargli un rapido ed innocente bacio sulla fronte. L'intero universo di Taehyung si era ribaltato ed aveva avuto appena un paio di secondi di ripresa prima di sentir partire la base della canzone successiva. Fortunatamente era riuscito a raggiungere una bottiglietta d'acqua, schiarendosi le idee e poi allontanando certi pensieri, concentrando per il resto del concerto.

━━━━━━━━━━━━

Quello era stato il suo limite, il suo punto di non ritorno e aveva deciso di prendere alla lettera quel -dopo- che gli aveva promesso Jimin. Lo aveva atteso nel suo camerino e non appena l'altro era entrato, Taehyung aveva sbattuto la porta, chiudendola a chiave e bloccandolo contro il muro.

«Tae?»

«Cos'era quello?» Chiese, lo stava stringendo forte per i fianchi, Jimin aveva la vita stretta e quei jeans lo rendevano ancora più soffice.

«Quello cosa?»

«Quell'abbraccio.»

«Ti abbraccio sempre.»

«Ah sì?» Jimin annuì confuso. «Abbracci così anche gli altri?» Taehyung sapeva la risposta a quella domanda ma aveva un altro fine in mente.

«Sì...»

«Mh.» Avvolse entrambe le braccia intorno al suo busto, i loro bacini si scontrarono e Jimin mugugnò, quasi strozzandosi con la saliva. «E anche gli altri ti ansimano sul collo facendoti rabbrividire?» Perché l'aveva percepita la reazione del corpo dell'amico quando aveva ricambiato quell'abbraccio.

«No.» Rispose senza esitazione.

«Grazie per la tua onestà.» E come appena un paio di giorni prima, il suo sguardo cadde sulle sue labbra e Jimin se le leccò, perfettamente consapevole di quale fosse l'effetto sull'altro ragazzo. «Ora siamo soli.» Gli ricordò.

«Perspicace.» Finalmente sollevò le mani, chiudendogliele intorno al collo e attirandolo a sé.

«Quindi posso fare ciò che morivo dalla voglia di fare l'altro giorno?»

«Davvero dopo dieci anni che ti sbavo dietro, tu mi stai chiedendo il permesso?» Taehyung soffiò dal naso e Jimin si sollevò sulla punta dei piedi, inarcando la schiena. Non aspettarono mezzo secondo in più.

Nell'esatto istante in cui le loro labbra si unirono, entrambi ansimarono e immediatamente diventarono disperati. Jimin spalancò la bocca, Taehyung spinse la propria lingua tra i suoi denti, cercando la gemella e il maggiore quasi perse l'equilibrio, si avvinghiò al suo collo, lasciandogli il controllo del bacio e bofonchiò quando l'altro lo Sbattè con decisione contro quella parete, togliendogli il respiro. Taehyung aveva desiderato quel bacio troppo a lungo per non goderselo, per non focalizzarsi su ogni minimo particolare, come le gambe di Jimin tremavano contro le sue, come stava cercando di tendere la schiena per arrivare alla sua altezza, la maglia che si stava sollevando, permettendogli di toccargli la pelle incandescente dei fianchi, il modo in cui le mani dell'amico avevano raggiunto i suoi capelli, massaggiandogli la cute, come stesse seguendo velocemente i movimenti circolari della sua lingua dentro la sua bocca, la sua respirazione accelerata, i gemiti soffocati. Taehyung baciò Jimin con fervore, con fame, gustandosi quelle labbra gonfie e carnose che avevano sapore di fragola, lo morse, gli succhiò il labbro inferiore fino a farglielo diventare viola e poi riprese a baciarlo, a premere la propria bocca contro la sua, perdendoci il respiro e anche il senno.

Quando si staccarono, più per riprendere fiato che perché stufi, Jimin aveva le gote tinte di porpora.

«Andiamo a casa da me. Chiamo un uber.»

«E che cosa accadrà a casa da te, Taehyung?»

«Tutto ciò che vuoi, tutto ciò che ti senti di fare.»

«Chiama il fottuto uber.» Gli disse, riprendendo a baciarlo con vigore mentre Taehyung sorrideva ed estraeva il telefono dalla tasca dei pantaloni.

━━━━━━━━━━━━

Si erano saltati addosso non appena erano saliti in macchina, facendo sapere al conducente che gli avrebbero pagato la corsa quattro volte tanto se avesse fatto finta di non averli riconosciuti e se non si fosse voltato per prestargli attenzione. L'uomo aveva annuito ed era partito, fissando il proprio sguardo sulla strada e non cercandoli nello specchietto retrovisore neanche per mezzo secondo, fingendo di essere da solo alla guida della propria auto.

Taehyung e Jimin si erano aperti i pantaloni a vicenda, infilando le mani dentro alle rispettive mutande e toccandosi in contemporanea. Ansimavano uno contro le labbra dell'altro, baciandosi con voracità e stimolandosi con movimenti veloci, pompandosi le erezioni, non erano riusciti ad aspettare di arrivare a destinazione, si erano trattenuti per talmente tanto tempo, che dopo quel primo bacio, sarebbe stato impossibile scollarsi. E così Taehyung aveva avvolto le dita intorno alla lunghezza dell'altro ragazzo, stringendo la presa per farlo strusciare meglio ma senza fargli male, aumentando e diminuendo il ritmo in base a quanto intensi diventavano i vocalizzi di Jimin e il maggiore, dal suo lato, seguiva invece una cadenza più lenta però più profonda, andando dalla punta alla base e poi ruotando la mano sull'asta, strofinando il pollice sulla punta quando risaliva. Taehyung era fin troppo consapevole di che cosa stavano facendo, era fin troppo conscio che, una volta arrivati a casa, non si sarebbero fermati ai preliminari, non dopo il modo in cui Jimin si era avventato su di lui non appena aveva chiuso la porta dell'Uber. Non avevano neanche avvisato gli altri membri, solo una ragazza dello staff incontrata per caso all'uscita però non l'avevano guardata in faccia, le avevano solo urlato di non disturbarli e che sarebbero tornati a casa in autonomia. La poverina non aveva avuto il tempo di rispondere.

«T-Tae-»

«Dimmi.» Gli baciò la mandibola e poi cominciò a scendere in direzione del collo, abbassandogli anche leggermente la cerniera della felpa. Era nudo sotto, non indossava altro se non quella felpa e i jeans.

«N-non puoi farmi venire.»

«Perché no?» Ne stavano parlando come se non ci fosse il conducente dell'auto pochi metri davanti, seduto e alla guida sul sedile anteriore.

«Sporcheremmo tutto.»

«Non se mi vieni in bocca.» Aumentò il ritmo delle stoccate, Jimin si era fermato dal toccarlo, troppo perso nel suo personale piacere.

«D-davvero?»

«Quanto sei vicino?» Gli chiese, baciandogli ancora una volta le labbra.

«Non ce la faccio più.» Taehyung sorrise.

«Stenditi sul sedile, allarga le gambe.» E Jimin lo fece con effetto immediato.

La sua schiena toccò il sedile, una gamba finì a penzoloni dal momento che non ci sarebbero stati entrambi in quella posizione e poi la bocca di Taehyung fu avvolta intorno alla sua erezione. Jimin durò pochissimo, un po' perché era già al limite della sopportazione, un po' perché il calore e l'umidità della lingua di Taehyung lo stavano facendo andare fuori di testa. Il ragazzo stava avvolgendo il proprio muscolo tutto intorno alla sua lunghezza, succhiando più della metà e continuando a segargli piano la base, stimolandogli delicatamente con le dita anche i testicoli e quello per Jimin fu il punto di non ritorno. Si coprì la bocca con entrambe le mani quando cominciò a venire per non ansimare troppo rumorosamente, riversandosi nella bocca di Taehyung che contento e felice ingoiò tutto, leccandosi poi anche le labbra e guardandolo dall'alto.

«Oh mio Dio...» Gemette, cercando di respirare a fondo. La macchina che li stava trasportando svoltò sulla sinistra, sballottandoli appena.

«Lo sai che adesso devi ricambiare, vero?»

«Speravo me lo dicessi.» Gli rispose, mettendosi a sedere e poi scendendo dal sedile.

Taehyung appoggiò la testa e la schiena e gli allargò le gambe, direzionando la propria erezione verso la bocca di Jimin che si era inginocchiato di fronte a lui, toccando con le ginocchia il tappetino dell'auto. Con la mano libera, intrufolò le dita tra i suoi capelli e lo attirò a sé, spingendoglielo direttamente in gola con un unico movimento. Era duro, era grosso e faceva male, ancora di più dopo aver sentito Jimin ansimare, tremare e averlo osservato venire con uno spasmo. Taehyung voleva provare la stessa sensazione, voleva capire che cosa avrebbe percepito alla sola idea che era Jimin colui che glielo stava prendendo così bene, che glielo leccava come se fosse un gelato per poi sprofondare, inglobandolo dalla punta alla base, sfiorandogli i peli pubici col naso. Non sapeva come fosse in grado di farlo, non sapeva con certezza quali e quante esperienze pregresse avesse però adorava la tecnica, stringeva con le labbra, la saliva gli colava dal mento mentre ci giocava tutto intorno con la lingua dentro la propria bocca. E poi Jimin alzò lo sguardo, incontrò gli occhi eccitati di Taehyung e quest'ultimo non fu in grado di resistere oltre. Sollevò il bacino, diede un paio di stoccate appena, raggiungendo il fondo della gola dell'altro ragazzo e con un gemito strozzato, raggiunse il piacere più alto, svuotandosi copiosamente, continuando a muovere i fianchi per scoparsi la bocca di Jimin fino all'ultima goccia di sperma. Fu erotico osservare il suo pomo d'Adamo alzarsi e abbassarsi mano mano che ingoiava, sorridendo pur avendocelo ancora in bocca e fu Taehyung il primo a spostarsi perché, fosse stato per Jimin, sarebbe rimasto in quella posizione finchè non avessero raggiunto casa.

«Quanto ne avevi, Tae?» Il maggiore si pulì l'angolo della bocca con la manica della felpa e Taehyung pensò che gli sarebbe venuto un infarto.

«Tu non sai da quanto tempo attendevo questa cosa.» Rispose mentre Jimin si rialzava e si sistemava i pantaloni, chiudendo la cerniera. Taehyung notò immediatamente il rigonfiamento, si era eccitato di nuovo solo ad avergli fatto un pompino e lanciò uno sguardo allo schermo illuminato dell'auto. Mancavano quattro minuti all'arrivo.

«Invece lo so. Credimi.» Avvolse un braccio intorno al suo busto e posò la testa sulla sua spalla. Taehyung chiuse gli occhi, adagiandosi a sua volta. «Sono innamorato di te da dieci anni.» Ammise, il cuore gli schizzò fino in gola.

«Anche io, Jimin. Anche io, non ce la facevo più a tenermelo dentro.» Il maggiore alzò lo sguardo.

«Non farlo, non facciamolo.»

«Okay. Sì, okay.» Si chinò per baciarlo perché adesso sapeva di poterlo fare, aveva finalmente la certezza che i suoi sentimenti erano ricambiati.

«Siamo giunti a destinazione.» Li avvisò il conducente.

Come promesso, pagarono la corsa e poi scesero dall'auto tenendosi per mano, precipitandosi dentro in casa e Taehyung non aveva mai inserito il codice di sblocco della porta d'ingresso così velocemente. Avevano tempo per parlare di ciò che provavano, di come avrebbero affrontato quella situazione, come avrebbero dovuto dirlo agli altri, informare i manager ma in quel momento, mentre Taehyung spogliava Jimin e lo spingeva sul letto, salendo poi su di lui, non avevano voglia di pensare ad altro se non al loro piccolo e confortevole nido.

Fecero l'amore quella notte, fecero l'amore per molte ore fino a non sentire più i muscoli delle gambe, fino a crollare stremati sul materasso senza fiato e senza forze. Fecero l'amore per la prima volta, aprendo la strada per un salto di qualità della loro relazione che, in fondo in fondo, una semplice amicizia non era mai stata.









Angolo autrice:

Ve lo dico sinceramente, avrei potuto scrivere due capitoli separati, uno per la storia del photoshoot giapponese e uno dopo il concerto di Busan e avrei voluto descrivere una di quelle smut che vi avrebbe lasciato senza fiato però mi sono trattenuta. Ho scritto queste tremila parole in tre quarti d'ora e va bene così, sono più che soddisfatta così 🥺 Non mi stuferò mai di scrivere dei vmin 💥

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dove taehyung, jungkook, yoongi e jimin sono liceali dell'ultimo anno che si ritrovano a vivere fastidiosamemte insieme. ©0424kg