Apparently, I hate you

By ilariastoriess

224K 8.3K 4.4K

Nina è una semplice diciottenne che, come tutte le adolescenti, ama spettegolare con le amiche, andare alle f... More

Introduzione
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46

Capitolo 41

3.7K 104 78
By ilariastoriess


«Che buon profumino, cosa stai preparando?»

«Cass, mi hai spaventata!» esclamo, non appena la mia migliore amica entra in cucina

Mi guarda stranita «A cosa stavi pensando?»

«A niente, sto cucinando»

«Ti ho già detto che non ce n'è bisogno. Mia madre ha prenotato la cena, incluso il dolce.»

«Questi muffin sono ripieni di caramello e cioccolato e li preparavo sempre con la madre di Melanie per la vigilia di Natale. »

Alza le sopracciglia sorridendo «Ti manca molto, non è vero?»

Annuisco al ricordo dell'unica persona che più si avvicinava ad una nonna per me, pur non essendo legate dallo stesso sangue.

«È il primo Natale senza di lei, e sono certa che non sarà lo stesso. Ogni volta che ci vedevamo mi ripeteva quanto fosse fiera di avermi come nipotina e io ogni volta scoppiavo a piangere dalla gioia. Non avendo mai conosciuto i genitori della donna che mi ha partorito, lei è stata l'unica ad avermi accettata e amata dal primo giorno, proprio come solo una nonna sa fare.»

«Sono convita che quei muffin saranno buonissimi. Se ti va, possiamo chiedere a Evan un passaggio per andare a farle visita.»

«Mi piacerebbe molto. Finisco di decorare e andiamo.»

Continuo a tracciare linee indefinite sui dolcetti soffici e freddi al punto giusto, immaginando la nonna soddisfatta del mio lavoro. Il mio cellulare squilla e Cassie non resiste a dare un'occhiata. Risponde per me.

«Fratellino, perché chiami la mia migliore amica?»

Continuo a spremere la sac a poche, cercando di ascoltare ciò che dice Evan dall'altro lato del telefono.

«Accidenti, ti sei messo proprio sotto quest'anno. Mi sorprendi, l'anno scorso non hai superato i test finali e adesso non solo fai parte della squadra di nuoto della scuola, ma ti alleni anche durante le vacanze natalizie? Devi averti fatto male la compagnia dei più piccoli» ridacchia, prendendo in giro il biondo.

«Senti, io e Nina dobbiamo fare delle cose e, guarda caso, per andare a scuola passi proprio per la stessa strada che dovremmo fare noi a piedi. Non è che ci daresti uno strappo?» la voce ruffiana che fuoriesce dalle sue labbra è quasi irriconoscibile.

«Okay, ci vediamo tra dieci minuti allora.»

Mette giù il telefono e mi guarda.

«Mi piacerebbe chiederti subito perché mio fratello ti chiami, però sta per arrivare. Che ne dici di toglierti quel maglione tutto infarinato e passare a trovare la nonna, prima di andare al centro commerciale per i regali.»

Mi mostro sorpresa. Com'è possibile che, il pomeriggio del 24 dicembre, Cassie non abbia ancora comprato i regali? Io li ho presi quasi un mese fa!

«Sul serio ancora non hai incartato nulla?»
Scuote la testa mentre io mi avvio su per le scale inseguita da lei.

«Stasera l'albero dovrebbe essere circondato da pacchi colorati e fiocchetti. Si può sapere perché ti riduci all'ultimo momento?»

L'espressione sul suo volto diventa colpevole. Niente di buono, sta per dirmi qualcosa di sconvolgente, me lo sento.

«Potrei... si... diciamo che potrei avere omesso una cosa in questi giorni»

Mi volto all'istante verso di lei, che ha preso posto sul mio letto mentre io scelgo la maglia da indossare.

«Lo sapevo! Spiegati meglio»

Il minuto di silenzio che segue mi fa davvero preoccupare «Ehm... hai presente Dan, il tuo amico cameriere che lavora al Waves, quello che ho conosciuto quando ci siamo incontrate per la prima volta?»

«Cass, siamo amici da quando abbiamo due anni, so a chi ti riferisci. Allora?» incalzo

«Beh, sono andata in caffetteria, qualche giorno fa, e ci siamo messi a parlare. Mi ha chiesto il numero e stiamo chattando da un po'. Non so se è qualcosa di serio, però mi trovo bene con lui. Sembra un ragazzo così tranquillo all'apparenza, ma in realtà ha un carattere da scoprire.»

Sorrido, felice di ascoltare le sue parole. Dan è un bravo ragazzo con la testa sulle spalle e un cuore grande. Quando i suoi genitori gli hanno confessato di avere problemi economici, visto che suo padre aveva perso il lavoro, non ha esitato un attimo a mettersi alla ricerca di un posto per guadagnare qualche soldo nel weekend e, allo stesso tempo, proseguire gli studi.

«Fino all'anno scorso veniva nella nostra scuola, poi si è trasferito alla Fions High school per via dei ritmi. Sai, è più vicina a casa sua e riesce a gestire meglio gli impegni.» le spiego

«Si, me l'ha detto.»

«Sono molto contenta che ti stia frequentando con lui. Avete la mia benedizione.»

Ridacchia, mentre mi infilo le scarpe e prendo la borsa pronta per uscire.
Il clacson della macchina di Evan si fa sentire proprio appena apriamo la porta di casa.

Scendiamo le scale e ci dirigiamo verso l'auto. Istintivamente, sia io che Cassie apriamo la portiera del posto accanto al guidatore.

«Va pure tu, io passo dietro.» faccio per spostarmi, ma la rossa protesta.

«Siediti» mi fa l'occhiolino

«Ciao ragazze. Evan Clark, vostro uber personale, è al volante. Quale eclatante avventura vi vedrà coinvolte questo pomeriggio?»

«Salve, non è che potrebbe accompagnarci al cimitero?» è sua sorella a parlare

«Okay, uso da poco la macchina e ho iniziato io, però basta scherzare. Se proprio temete per la vostra incolumità, vi concedo di indossare un casco di protezione, ma sappiate che la mia guida è migliore di molte altre!» esclama, pieno di sé.
Entrambe ci guardiamo quasi scoppiando a ridere.

«Glielo dici tu o lo faccio io?»

Prendo la parola «Evan, non mettiamo in dubbio le tue capacità al volante però, se non ti dispiace, potresti accompagnarci al cimitero? Vorrei fare visita a mia nonna e lasciarle dei fiori per Natale.»

Sbianca di colpo, agitando le mani.

«Oddio, Nina, scusami tanto. Io credevo che... insomma... credevo che-»
«Cielo, fratello, non esagerare! Hai fatto una gaffe di fronte alla ragazza che ti piace, ma hai idea di quante ne abbia fatte io con Dan? Stavo per versargli addosso il frullato appena ha cominciato a parlarmi»

Cosa? Ho frainteso io, oppure Cassie ha appena detto che piaccio al biondo seduto accanto a me?

Inizia a mancarmi l'aria e, sperando di passare inosservata, schiaccio il pulsante per aprire il finestrino.

O mio Dio, come ho fatto a non accorgermene?

È sempre stato così carino e diverso in mia presenza. Da quando la scuola si è chiusa - due settimane- non trascorro una giornata senza sentirlo al telefono oppure incontrarlo per una cioccolata. Negli ultimi tempi si è dimostrato anche parecchio affettuoso, dandomi abbracci e baci sulle guance che ho sempre ricambiato.

E io, che credevo la nostra fosse solo amicizia.

Presa com'ero dai miei sentimenti per Cole bastardo Smith, non mi sono resa conto di aver attirato l'attenzione di qualcun altro.

«Ehi, mi ascolti? Ci fermiamo qui a prendere i fiori?» la mia migliore amica mi richiama

«S-si, scusami» esco dall'auto che accosta proprio davanti il fioraio.

«Fate pure con calma, gli allenamenti iniziano tra mezz'ora»

Il biondo resta ad ascoltare musica, mentre il suono di una campana ci annuncia nel negozio. Un mix di profumi aleggia nell'aria e i colori sono un vero e proprio spettacolo per la vista.

«Salve, come posso esservi d'aiuto?» domanda l'uomo sulla sessantina dietro il bancone

«Buonasera, vorrei preparare un mazzo di fiori per una persona speciale che purtroppo non c'è più»

«Oh, capisco...» accenna un sorriso comprensivo «... c'è un fiore che gradisce particolarmente?»

«Si, mi piacerebbero le violette del pensiero.»

È visibilmente stupito della mia scelta.

«Sono davvero dei bellissimi fiori. Siete fortunate, me n'è rimasta ancora qualcuna»

Lo guardiamo muoversi a proprio agio tra piantine, forbici, nastrini e glitter. Prepara un mazzo di fiori raggiante, curato e splendido. Il filo azzurro sigilla con un fiocco il bouquet, che mi porge insieme a due rose rosse.

«Queste consideratele un regalo di buon Natale.» afferma, dopo aver ricevuto il pagamento.

«Grazie mille, signore. È stato gentilissimo. Passi un buon natale anche lei.»

Faccio eco alle parole di Cassie prima di lasciare il negozio e tornare in macchina.

«Sono bellissimi. Perché avete preso anche due rose?» Evan, incuriosito, non esita un momento per accendere il motore e sfrecciare via.

«In realtà ce le hanno regalate»

«E abbiamo decisamente apprezzato. Quell'uomo ci avrà viste tutte sole e avrà pensato che nessuno ce le regalasse per Natale, così ci ha pensato lui. Che poi, non ha tutti i torti.» riflette la mia migliore amica ad alta voce.

Continuiamo il viaggio indisturbati, ridendo di tanto in tanto e facendo pronostici sulla cena di stasera.

«Volete che vi accompagni? Si sta facendo buio e non mi piacerebbe se vi ritrovaste a vivere una scena da film dell'orrore»

«No, grazie. Va pure agli allenamenti, noi faremo una visita e andremo al centro commerciale. Grazie per il passaggio. Buon nuoto, non arrivare distrutto alla cena, mi raccomando.» lo saluto e, inaspettatamente, si sporge verso di me per darmi un bacio sulla guancia.

«A dopo»

Arriviamo al centro commerciale distrutte. Dopo aver lasciato i fiori alla nonna e aver pregato per lei, abbiamo fatto chilometri a piedi per raggiungere questo posto che è gremito di persone.

Come fa la gente a ridursi sempre all'ultimo? Io non vivrei tranquilla se sapessi di essere in balia della fortuna, che sicuramente non sarà mai dalla mia parte, per trovare il regalo perfetto. A volte, mi capita di prenderlo anche a novembre o in estate.

Se trovo qualcosa che mi fa pensare ad una persona e sta perfettamente in un pacco regalo, perché non prenderla e far passare del tempo?

«Entriamo qui, la mamma aveva detto di aver bisogno di un nuovo portafogli.»

Seguo la mia migliore amica e dobbiamo spintonare un po' di persone per farci spazio nel negozio di borse e accessori.

Beh, come biasimare questi fantastici mariti che fanno ore e ore di fila per esaudire i desideri delle mogli? Se il mio non sarà così, allora non lo voglio.

Tra i tanti volti, a richiamare la mia attenzione ce n'è uno in particolare.

È vestito in maniera non troppo diversa rispetto l'ultima volta in cui l'ho visto. Indossa una camicia azzurra sotto il cappotto invernale semiaperto e sul viso ha un'espressione concentrata, lo sguardo di chi si prepara ad affrontare un tragico Natale in famiglia. Parlotta con la commessa e lo guardo esaminare attentamente le borse che ha davanti. Le prende entrambe, probabilmente per fare felice sia l'amante che la moglie. Il ricordo doloroso dello chalet riaffiora nella mia mente e non poso fare a meno di domandarmi se una di quelle è destinata a quella bionda che ha contribuito a spezzarmi il cuore.

«Andiamo a prendere qualcosa da bere? Tutto quel camminare mi ha messo sete ed ora che ho finito gli acquisti possiamo stare tranquille»

Cassie si rivolge a me e mi tocca una spalla, venendomi persa in chissà quale mondo.

«S-si, va bene»

Il bar in cui entriamo qualche minuto dopo è simile a quello di un benzinaio, non ha niente a che fare con Waves. In esposizione ci sono tanti tramezzini e bibite fresche, oltre a ciambelle di ogni tipo e macedonie con frutti esotici. La donna dietro la cassa indossa un simpatico capello con sopra una C rossa.

Ah, grazie tante!

Più mi sforzo a non pensarci, più il destino si impegna a mettermi i bastoni tra le ruote, prima facendomi incontrare suo padre, poi la sua iniziale scritta in caratteri cubitali.

«Ti va un tramezzino?»

Scuoto la testa «Prendo una soda» dico alla rossa, mentre mi avvicino al frigo delle bibite.

«Prendine una anche per me»

Il giro di perlustrazione dei tavoli non va a buon fine. Tra residui di vomito, briciole e superfici ancora sporche, optiamo per consumare quello che abbiamo preso in giro per il centro.

«Mio dio, la gente è incredibile!» esclama Cassie, mangiando un pezzo del suo tramezzino

«Già. Posso sapere come hai fatto a fare così in fretta in quel negozio? C'erano almeno dieci persone in fila e si, mi sono distratta per un attimo, ma non certo per un'ora.»

«Ho i miei segreti» fa la misteriosa

La guardo in attesa di sapere la risposta «E va bene. Conosco la ragazza in cassa, è stata la ragazza di Evan per un po'. Si è trasferita da Los Angeles anche lei, però qualche mese prima.»

La curiosità mi spinge a chiederle di continuare, anche se non ho fatto caso più di tanto a questa commessa.
«Frequentava la nostra stessa scuola ed era la tipica cheerleader che piaceva a tutti. Evan, invece, il ragazzo che contava sullo sport per superare l'anno. Sono stati la coppia più discussa della scuola, poi lei lo ha tradito e ti lascio immaginare il finale.»

A sentire la storia di Cassie, il mio cervello si convince sempre di più che il biondo dagli occhi di ghiaccio ha più cose in comune con me di quanto pensassi. In un certo senso, anche io mi sono sentita tradita e illusa da un ragazzo che stava con me solo per finta. Almeno, però, Evan ha avuto la fortuna di non doverla più vedere. Io, invece, ho dovuto assistere alle porcherie che ha fatto con Julie, al suo sguardo in classe e a quel maledetto biglietto che sono convinta sia frutto del senso di colpa. Avrà provato pietà nei miei confronti, dopo tutto quello che gli ho raccontato e abbiamo vissuto. Insomma, sicuramente nella sua mente avrà temuto di essere oggetto delle prossime sedute con la mia psicologa.

Come dargli torto.

All'uscita da scuola quel giorno sono scappata allo studio, dove con prontezza la dottoressa Langford mi ha ascoltata e supportata come fa di solito. Abbiamo parlato molto e ho deciso di darci un taglio con tutta questa storia.

Cole bastardo Smith non è il ragazzo che fa per me e, nonostante tutto, devo farmene una ragione. Lui mi odia, io ci sto lavorando per far tornare le cose com'erano prima.

Voglio concentrarmi su me stessa e i miei amici. Voglio vivere tranquillamente senza di peso del domani o quell'ansia addosso che mi schiaccia, come un enorme masso, il petto.

«Il regalo per tuo fratello?» domando

«Oh, noi non ci facciamo regali» afferma, come se fosse la cosa più ovvia del mondo

«Ah. Quindi il nostro shopping natalizio finisce qui?»

Si ferma «Nient'affatto. Ho bisogno di un vestito rosso in tema con il periodo e quello mi sembra perfetto» indica un manichino esposto in vetrina.
«Diamo un'occhiata!»

Tre ore dopo ci troviamo a casa Clark, dove ci accoglie Marise, la madre di Cassie e Evan, e i miei amici.
I decori sono favolosi e le lucine creano un gioco di colori che rende l'atmosfera speciale. L'albero di Natale si alza imponente proprio al centro del salotto, vicino le scale. Una leggera musica fa da sottofondo alle nostre chiacchiere.

«È un piacere trascorrere la serata con voi, grazie dell'invito» Melanie le porge una bottiglia di vino.
«Sono contenta che siate qui. Oh, Nina, sono bellissimi» afferma, non appena le mostro il vassoio con i dolcetti che ho preparato nel primo pomeriggio.
«Ma prego, accomodatevi pure. Io vado in cucina, i fornelli mi chiamano»

La osserviamo scomparire lungo il corridoio, mentre il suo abito scuro svolazza qua e la.

«Preston, Melanie, che bello rivedervi!»

«Cassie, siamo noi ad esserne felici.»

«Evan, come stai?» chiede mio padre al biondo che si schiarisce la voce prima di parlare

«Sto bene, grazie. Lei come sta?»

«Oh, per favore, dammi del tu. Ci siamo incontrati un paio di volte e non ho mai avuto l'occasione di dirtelo ma ho solo quarant'anni anni, non farmi sentire vecchio» ridono entrambi, mentre si allontanano discutendo di nuoto.

«Vogliamo sederci? Mia madre arriverà tra poco con il tacchino»
Melanie acconsente e prendiamo posto intorno alla tavola imbandita di diverse pietanze. Non appena la signora della casa ci raggiunge, diamo inizio alla cena.

I piatti sono deliziosi e trascorriamo il tempo che ci separa dalla mezzanotte a discutere di scuola, sport, viaggi e argomenti leggeri.
La rossa seduta accanto a me presta un po' troppa attenzione al telefono.
«Cassie, ci sono degli ospiti e stiamo mangiando. Segui le buone maniere e partecipa alla nostra conversazione» la richiama sua madre, che è la sua fotocopia con qualche anno in più

«Scusa mamma, ho appena ricevuto in messaggio. Ci sarà una festa, dopo la mezzanotte, in un locale. È stata organizzata dagli studenti della Fions high School. È un problema se ci andiamo?» chiede, posando lo sguardo su me e suo fratello.
«Non credo sia il caso, abbiamo organizzato questa cena e...»
«Non c'è assolutamente alcun problema, Marise. Vorrà dire che proseguiremo noi tre. Sono ragazzi ed è giusto che stiano insieme ad altri adolescenti a festeggiare, chissà come ci considerano noiosi» afferma mia padre.

Marise alza un sopracciglio indecisa sul da farsi.
«Va bene allora. Vi dispiace aspettare almeno qualche altro minuto con noi?»

Guardo l'orologio e con orrore noto che manca sempre meno prima che quelle lancette si allineino dove un nuovo giorno ha inizio.

«Cassie, io non posso venire... non ho il vestito adatto»

E non mi sono preparata psicologicamente, aggiungerei.

Al momento però quella dell'abito mi sembra una buona scusa, anche se gli occhi con cui mi scrutano i miei genitori mi fanno capire che hanno compreso il vero motivo.

«Ti presto qualcosa io se non ti piaci così. Vieni!» mi esorta, portandomi di sopra.

La sua stanza, rispetto a come me la ricordavo, è più in ordine. Non ci sono scatoloni o sedie con magliette alla rinfusa, ma solo un gigantesco armadio con decine di vestiti per ogni occasione.
Trascorriamo un po' di tempo a cambiarci e, alla fine, scelgo un vestito blu notte in velluto, con una scollatura a cuore. Per risaltare i miei occhi azzurri, metto un altro po' di mascara e un rossetto rosso, mentre per quanto riguarda le scarpe, tengo gli anfibi che sono comodi ma allo stesso tempo adatti per l'occasione.

«Mi ha scritto Dan della festa.» sentenzia all'improvviso.
«Si, lo avevo immaginato»
«Sono così nervosa, come sto?» si volta verso di me.

Il completo che ha indosso è perfetto su di lei. La gonna nera fascia perfettamente le sue gambe e il top a maniche lunghe bianco accede i suoi capelli di un rosso marcato. Il trucco scuro sugli occhi non è abbondante e la matita per il contorno labbra le conferisce un'aria più delicata, insieme alla collana dorata e gli anelli.

«Sei spettacolare. Dan dovrà mordersi la lingua per tenere le mani a posto»

Ride di gusto «Spero che anche tu ti diverta. È la festa di un'altra scuola, l'occasione perfetta per allontanarsi da quelle vipere affamate di gossip e sciogliersi un po'. Evan ti starà appiccicato tutto il tempo, lo so.» mi prende in giro

«Ragazze, attente, mi stanno fischiando le orecchie»

Il biondo entra nella stanza, vestito nello stesso modo.

«Non mi guardate così, una camicia bianca e dei pantaloni neri vanno più che bene»

«Certo, se non fosse che su quella camicia c'è ancora il ripieno del tacchino»

Evan cammina verso lo specchio e apre la bocca non appena si accorge della macchia sul tessuto bianco.

«No...» urla «... adesso devo trovare un'altra camicia»

«Ti aspettiamo di sotto, fratello. Vedi di fare in fretta»

«Non vorrei mai che il tuo simpatico fidanzatino aspettasse» risponde sarcastico.



SPAZIO AUTRICE✍🏻🦋

Ed eccoci alla conclusione un altro capitolo. Le vacanze natalizie sono iniziate con tanto di party a sorpresa! Nina è riuscita a superare le ultime settimane di scuola e uscirne viva (compito non troppo facile). So che questa parte è stata di passaggio, ma il bello verrà con il capitolo 42 ed è servita inserirla per farvi capire delle cose che avverranno in seguito. Siamo sempre più vicini al Momento ma non faccio spoiler. Mi raccomando, non perdetevi il continuo!
Se volete avere qualche dettaglio in più, seguitemi su ig (ilariasbooks_) o tiktok (Ilariastoriess). Lasciate una stellina se vi sta piacendo. Se mi menzionate in qualche video/storia, mandatemela su IG oppure taggatemi così vi reposto.
Alla prossima♥️

Continue Reading

You'll Also Like

30.5K 1.5K 39
Victoria è una ragazza di 21 anni che si sta trasferendo a metà degli studi universitari di giurisprudenza da Bologna a Empoli per alcuni motivi pers...
13.7K 314 29
T/n, una ragazza solare ma testarda, Jaden, uno stronzo menefreghista che ogni giorno ha una ragazza diversa. Sono l'opposto, e per questo motivo si...
30.3K 1.1K 31
Noemi è laureata in ingegneria meccanica a Bologna, la sua città natale; si è appena trasferita a Monaco, dove i suoi genitori si incontrarono per la...
592K 23.9K 41
"Uno novembre. Ore zero quattro e sette di mattina. Il soggetto è esausto, sembra delirante. Si muove con lentezza nell'ombra, non reagisce agli stim...