Amore o velocità? || Lando No...

Por 22fireflies

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Piloti di Formula 1, compagni di scuderia, competitivi, folli, ma soprattutto grandi amici. La storia di Eva... Más

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Por 22fireflies

Una volta preparate le valigie, e aver controllato di aver preso tutto, scendiamo al piano di sotto. 

Appena svolto l'angolo intravedo i miei genitori che ci stanno già aspettando, accanto alla porta d'ingresso. Mio papà sta accarezzando i capelli di mia mamma, che capisco sta trattenendo le lacrime a forza. 

Mi si stringe il cuore a vedere questo, e per un istante mi balena in mente l'idea di mollare le valigie dove sono e di restare qui con loro. Ma sappiamo perfettamente, sia io, che loro, che non posso farlo. 

<<Noi andiamo>> dico, cercando di sembrare il più convinta possibile. 

Vedo che Lando si fa avanti e saluta entrambi i miei genitori, che ricambiano con un sorriso affettuoso e lo ringraziano per essermi stato vicino. 

<<Grazie a voi invece, per l'ospitalità e per avermi accolto come se fossi vostro figlio. Sono certo che ci rivedremo>> conclude Lando, prima di abbracciare mia mamma un'ultima volta, e stringere la mano di mio papà. 

<<Ti aspetto fuori, intanto carico queste, va bene?>>, mi sussurra avvicinandosi, mentre indica le valigie che sono ai piedi delle scale. Riesco soltanto ad annuire, essendogli grata per avermi lasciato da sola con i miei genitori. 

Appena mi volto verso mia mamma, crollo perchè le lacrime le scendono lungo il viso, per poi cadere a terra. Le vado incontro e mi tuffo tra le sue braccia, sperando di non dovermi mai più staccare, perchè significa che non sentirò il suo calore per molto tempo. 

Alzo la testa e lei mi prende il viso tra le mani, asciugandomi le lacrime con i pollici. 

<<Buona fortuna, bambina mia. Ti vogliamo un mondo di bene, e ti pensiamo sempre>> dice, con la voce ridotta ad un bisbiglio. Ancora non riesco a dire nulla, ma le rivolgo un sorriso carico di amore. Vado anche da mio papà, che in poche occasioni ho visto emozionato come oggi. 

Anche lui mi abbraccia forte, e mi lascia un bacio umido sulla fronte che mi godo fino all'ultimo istante. 

<<Sarai sempre la mia bambina, e non potremmo essere più orgogliosi di te>> afferma, mentre inizio ad avviarmi verso la porta. Li guardo un'ultima volta, e ho ancora le labbra incollate tra di loro. Non dico nulla, e forse è meglio così, perchè loro sanno già cosa penso, e di quanto io sia riconoscente nei loro confronti. 

Li saluto con la mano, e loro ricambiano, chiudendomi la porta alle spalle. Faccio un respiro profondo, tentando di far entrare aria nei miei polmoni, e mi dirigo alla macchina, dove c'è Lando che mi aspetta. 

Apro la portiera e mi siedo, lasciando che le ultime lacrime scendano. 

<<Li rivedrai presto Ev, ne sono certo>> dice speranzoso, e non posso fare altro che credere che sarà così. Poggia la sua mano sulla mia, e senza dire altro, andiamo all'aeroporto. 

Una mezz'oretta dopo siamo arrivati. Lasciamo la macchina in parcheggio, e ci dirigiamo ai controlli e al check-in. Nel frattempo Lando ha tirato fuori il discorso della mia nuova e momentanea sistemazione, mostrandomi tutto il suo entusiasmo. 

<<Secondo me ti troverai benissimo a casa nostra. La camera, modestamente parlando, è una figata, ci dormirei persino io. Poi i miei amici sono simpaticissimi, e so già per certo che andrete subito d'accordo. Poi potresti anche fare qualche live su Twitch con me la sera, e potrem...>>, inizia a dire, tutto d'un fiato, senza mai fermarsi. 

<<Lan, come devo dirtelo che mi fermerò pochi giorni? Non voglio disturbare te, e nemmeno i tuoi amici, non mi sembra il caso. Vedi che troverò un posto nei paraggi in ogni caso. So che non puoi fare a meno di me, ma mi vedrai comunque al lavoro tutti i giorni>>, lo interrompo, rivolgendogli un occhiolino malizioso. 

<<Mh-mh>>, è ciò che ricevo come risposta, e giudicare dal suo sguardo, capisco di non averlo convinto. E forse, ci spero anche io in fondo, di non lasciarmi convincere dalle mie stesse parole. 

Mentre aspettiamo che comunichino il gate, decido di chiamare Zak, per informarlo sulla situazione. 

<<Ciao Eva!>>, mi risponde con voce squillante, <<ti stavo proprio pensando questa mattina? Come stai?>>. 

<<Ehi Zak! E' sempre bello sentirti. Ti ho chiamato proprio per questo: sto molto bene, i medici hanno detto che sono come nuova. Adesso sto per prendere il volo per Monaco con Lando e in serata sarò a casa. Domani tornerò in ufficio, perchè ho un po' di lavoro da recuperare>>, gli spiego.

<<Bene, sono felice che tu sia tutta intera. Abbiamo preso un grande spavento, e soprattutto Lando, che mi ha implorato di restare con te finché non ti saresti svegliata...Comunque non preoccuparti, torna quando te la senti, e ti ho già fissato un appuntamento con il fisioterapista per dopodomani per qualche accertamento>>. Istintivamente, a quelle parole, sposto lo sguardo sul ragazzo moro, che è seduto sulle sedie a pochi metri da me, e penso a quanto io non potrò mai ringraziarlo abbastanza per averlo al mio fianco. 

<<Certamente, ci andrò sicuramente! Grazie mille per tutto, e ci vediamo domani!>>, lo saluto, sorridendo, anche se so che non può vedermi. 

<<Grazie per avermi chiamato, e a domani! Salutami anche quel mascalzone di Lando, che altrimenti si arrabbia>>, esclama, prima di mettermi giù. 

Con un sorriso ebete stampato in faccia, torno da Lando, e mi siedo accanto a lui. Lo vedo concentrato a leggere qualcosa sul cellulare, e colgo l'occasione per avvicinarmi a lui e lasciargli un leggero bacio sulla guancia. Al contatto con le mie labbra è come una nuvola, morbidissima, e sento che vorrei rimanere così per interminabili istanti.

Non mi sento imbarazzata dal gesto, anche se mi aspettavo il contrario, perchè è stato naturale, e per nulla pensato. Lui si volta di scatto, lasciando perdere ciò che stava facendo, colto di sorpresa. Vedo che ben presto il suo stupore lascia spazio a due occhi colmi di serenità e di affetto. 

Prima che possa dire qualcosa, sussurro un grazie per ciò che ha fatto dopo il mio incidente. Lui prende il mio viso tra le sue mani e mi guarda con i suoi occhi verdi smeraldo, in cui vorrei perdermi, e mi bacia la fronte. 

<<Ti voglio bene, Ev>>, dice infine, e il mio cuore perde un battito, per poi ricominciare a battere più forte di prima. Per un istante vorrei ridurre a zero i centimetri che ci separano, e so, anzi, una parte di me spera che lo voglia anche lui. 

So che ciò che ci lega non è solo amicizia, o il volersi bene, ma c'è di più, c'è sempre stato di più. Più volte siamo capitati in situazioni che andavano oltre il semplice affetto, o confidenza. E non capisco cosa ancora mi blocchi i muscoli, e mi impedisca di muovermi. Sta di fatto che non sono ancora pronta a rompere questa barriera che c'è tra di noi, anche se il mio cuore più volte l'ha desiderato. 

Non posso dimenticare che sono ancora legata a Charles in qualche modo. Non abbiamo ancora parlato, chiarito, e non ci siamo più visti dalla settimana scorsa. Se cedo ora, non sarò onesta nei suoi confronti. Perchè è vero, magari tra me e Lando c'è più intesa di quanta diamo a vedere, ma io non l'ho baciato alla prima occasione che ho avuto, perchè non sarebbe stato giusto nei confronti di Charles. Ma a quanto pare, lui non si è fatto scrupoli. 

Finché tutti questi pensieri ruotano nella mia testa, come le montagne russe, impercettibilmente ci separa sempre meno aria, e Dio, quanto vorrei sentire il sapore di quelle labbra, avere il suo profumo mescolato al mio, ma per quanto mi sforzi di pensare razionalmente, il mio cervello non collabora. 

"Attenzione! A tutti i passeggeri del volo diretto a Monaco, vi preghiamo di dirigervi al gate 50 che aprirà tra pochi minuti. Attenzione! A tutti i pass...". E' la voce metallica della hostess che si propaga per tutto l'aeroporto e fa trasalire entrambi, riportandoci con i piedi per terra.

<<F-forse faremmo meglio ad andare>>, farfuglio, cercando di ricompormi. Senza aspettare risposta, mi volto per raccogliere la mia borsa da terra e mi alzo, per andare al gate. Con la coda dell'occhio vedo Lando grattarsi la testa imbarazzato, e opporre resistenza quando lo incito ad alzarsi, altrimenti faremo tardi. 

<<Ma stavo così bene seduto qui!>> si lamenta. Lo prendo per la mano e lo trascino come un bambino piccolo, e non lo lascio finché non ci sediamo ai nostri posti, con il cuore ancora che minaccia di uscire dal petto, e il respiro tremolante.


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