Haikyuu!characters x Reader

By KatakuBakugou

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Raccolta di One-shots sui personaggi di Haikyuu!! su richiesta e non. Inutile dire di che si tratta perché so... More

INDICAZIONI
[Kageyama x Reader] 'An Unexpected Meeting'
[Bokuto x Reader] 'Do You Really Like Me?'
[Oikawa x Reader] 'My Teddybear'
[Yaku x Reader] 'Boku no Baka'
[Asahi x Reader] 'Between Fabrics and Colours'
[Kuroo x Reader] 'You, Stupid Cat!'
[Lev x Reader] 'Look at the Camera, Please'
[Nishinoya x Reader] 'I'm Not Joking, I Love You'
[Tanaka x Reader] 'I'm a Good Boy, Senpai~'
[Tsukishima x Reader] 'I Hate You...but Just a Bit'
[Semi x Reader] 'The Melody of My Heart'
[Sugawara x Reader] 'My Husband is a Missed Mother'
🔴[Atsumu x Reader] 'Baby Girl'
[Osamu x Reader] 'Yes, She is My Girlfriend'
[Yamaguchi x Reader] 'That Smile...'
[Suna x Reader] 'We Complete Each Other'
[Kita x Reader] 'Happy White Day'
[Akaashi x Reader] 'Would You Like to Date Me?'
[Terushima x Reader] 'Who Are You, My Pretty Girl?'
[Matsukawa x Reader] 'Ne, Be Younger!'
[Kyotani x Reader] 'My Queen'
[Sakusa x Reader] 'Wear It!'
[Kenma x Reader] 'Gamer Boy'
[Daichi x Reader] 'You Won't Catch Me, Darling~'
[Ushijima x Reader] 'Do You Know that Boy Who...'
[Kunimi x Reader] 'I Think I'm Stupid'
[Tendou x Reader] 'My Little Praline'
[Washio x Reader] 'You're Prettier when You Smile'
[Coach Ukai x Reader] 'Good Morning, Can I Have a Date?'
🔴[Bokuto x Reader] 'Come Here, Baby~'
🔴[Kuroo x Reader] 'A Dangerous Kitty'
🔴[Kageyama x Reader] 'Little Wolf'
🔴[Oikawa x Reader] 'I Love You for Infinity'
[Atsumu x Reader] 'My Dear Lady'
🔴[Osamu x Reader] 'My Favour'
🔴[Suna x Reader] 'So Sexy...'
🔴[Asahi x Reader] 'I...Want a Family with You'
[Nishinoya x Kuroo's Sister!Reader] 'Hi, Cutie'
🔴[Tsukishima x Reader] 'Damn Kitty...'
🔴[Kuroo x Reader] 'You, Stupid Cat' pt.2
[Hinata x Reader] 'I Think I Wanna Marry You'
[Nishinoya x Reader] 'I'm Not Joking, I Love You' pt.2
🔴[Tendou x Reader] 'Love Me like You Do'
[Shirabu x Reader] 'Cute and Shy'
[Goshiki x Reader] 'Don't Give Up, Okay?'
[Kuroo x Claustrophobic!Reader] 'Happy to Have You Here'

[Sugawara x Reader] 'Our First Date'

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By KatakuBakugou

Richiesta di GiorgiaAssi, spero ti piaccia :)

È domenica. Domenica è sinonimo di riposo. Se c'è riposo, vuol dire che non c'è scuola.

Ecco perché il mio risveglio è così armonioso. Mi alzo quando me la sento e posso fare le cose con calma, senza essere oppressa dal pensiero che ci sia qualcuno che mi corre dietro come durante la settimana scolastica.

Scosto le coperte e infilo le mie ciabatte morbide e calde ai piedi. Mi stiracchio un po' e poi mi alzo. Mi dirigo verso la finestra per far circolare un po' di aria fresca, ma nell'istante stesso in cui il vento sbatte contro il mio corpo ancora caldo dalle coperte, impreco a gran voce.

-Si può sapere che hai da urlare alle 10 del mattino?!- spalanca la mia porta mio fratello maggiore

-Fa freddissimo fuori!-

-Siamo a novembre! Cosa ti aspettavi di preciso?!-

-Ieri c'erano 14 gradi!-

-Allora se hai così freddo chiudi quella stra cazzo di finestra! È inutile che ti lamenti del freddo e poi la spalanchi-

-Ma mamma poi mi dice parole se non apro!-

-Allora esci dalla stanza! Non ci vuole un genio!-

-E come faccio a-

-Il prossimo che urla- sale le scale nostra madre con passo lento e silenzioso, parlando alle nostre spalle e spaventandoci non poco -si becca una ciabatta in testa. È una promessa, non una minaccia-

-Scusaci, mamma- diciamo all'unisono e abbassando il capo

Chiudo la porta della camera e scendo verso la cucina, non risparmiando qualche linguaccia a mio fratello, a cui ricambia.

-Hai ventitré anni e ti fai ancora rimproverare dalla mamma- gli bisbiglio, ridacchiando

-Tu sei all'ultimo anno di liceo. Non credere di essere meglio di me- ribatte, sempre mantenendo un tono di voce basso, tirandomi le guance

-Smettila di fare così! Lo sai che mi dà fastidio!- mi lamento io

-E allora?-

-Ragazzi, ve l'ho promessa- ci ammonisce nuovamente il genitore, afferrando una delle due ciabatte che calza ai piedi

Noi subito ci mutiamo e la seguiamo in silenzio. Il massimo che, a questo punto, possiamo concederci è qualche occhiata furtiva.

-(T/n) ha ragione ha dire che deve aprire la finestra-

-Ah!- esclamo io, vittoriosa

-Però anche Akira ha ragione. Se fa freddo, non è che devi restare nella stanza a prendere freddo. Esci e chiudi la porta. Ci torni dopo-

-Ah!- ricambia lui

-Ragazzi...mi sembrate ancora due bambini piccoli quando fate così- sospira esasperato papà -E invece frequentate o l'università o il liceo. Comportatevi come persone di tal età e maturità-

-Ma ha iniziato lei!- mi accusa, mentre io dico la stessa identica frase, nel suo stesso istante, con l'unica differenza che accuso lui

È un istante che nostra madre si toglie la ciabatta e ci schiaffeggia entrambi sul didietro, nell'esatto modo in cui lo faceva quando combinavamo una marachella da bambini.

-Mamma!-

-Ora zitti e a tavola. La colazione è pronta. Vedete di non perdervi ulteriormente. Vi ricordo che avete entrambi un impegno oggi. Tu- guarda Akio -devi andare a seguire quella conferenza per il corso di medicina. E tu- fissa i suoi malefici occhi su di me -hai un appuntamento. Non dovete fare tardi e allora vi conviene risparmiare il tempo che sprecate nelle chiacchiere e nei bisticci per combinare qualcosa di buono nella vostra vita-

-Sei sempre così diretta, cara. A volte fai paura pure a me- ridacchia papà, in gran parte serio

-Lo so, tesoro. Ora voi due vedete di mangiare. Poi vi sistemate e tu porti tua sorella a casa di Koushi-

-Non dovresti chiamarlo per nome, mamma...Non lo chiamo così nemmeno io e sono la sua ragazza...-

-Lui mi ha dato il permesso di farlo e allora io lo faccio. Se poi te lo chiami ancora per cognome, beh, non è una cosa che mi concerne-

-Quanta crudeltà in una sola persona...-

-E perché dovrei portarla io da suo moroso? Sa arrivarci anche da sola. Anzi, io non so la strada e lei sì, fa prima ad andare via per conto suo- si lamenta Akira, portando tra le labbra un boccone di riso

-Perché così fai un favore alla tua adorata mamma, che non deve tirare fuori la macchina dal garage-

-Approfittatrice- bofonchia mio fratello, ma il suo volto è l'immagine propria della rassegnazione

Terminiamo il primo pasto della giornata ascoltando i nostri genitori discutere di piani per la giornata e di lavoro e, non appena finiamo, ci ritiriamo nelle nostre camere per sistemarci.

Beeeene. Sono le dieci e mezza e Sugawara-kun mi ha detto di andare da lui verso mezzogiorno così andiamo assieme fino al parco per il picnic.

Dopo essermi fatta un paio di conti di quanto tempo possa prendermi la mia preparazione, entro in camera e subito il vento freddo mi investe. Chiudo la porta e mi poso contro di essa, stringendomi nel mio bel pigiama.

Dai, ce la puoi fare. Devi solo andare a chiudere la finestra.

Prendo un grande respiro e torno dentro alla stanza. Lotto contro il clima invernale e, finalmente, riesco a raggiungere la finestra e a chiuderla. I brividi mi attraversano il corpo per un istante e, subito dopo, vado a caccia dei vestiti che avevo pensato di indossare per questa nostra uscita. Prelevo dall'armadio un maglione (c/p) grosso e lungo fino a metà coscia. Tiro, poi, fuori delle calze nere e recupero degli stivaletti carini, assieme a una cintura.

Busso alla porta del bagno che condivido con Akira e, non sentendo risposta, deduco che sia libero e vi entro. Mi lavo denti, viso e poi passo a vestirmi. Indossare le calze senza distruggerle o rovinarle è sempre stata una missione quasi impossibile per me perché riesco a non danneggiarle solamente se non sono di fretta. Peccato che praticamente in tutte le occasioni dove le porto non abbia un secondo da perdere e debba sbrigarmi. Oggi, però, pare che sia il giorno dell'eccezione, perché le calzo con calma e non le rovino minimamente. Prendo il maglione e metto addosso anche quello e, per ultimo, scarpe e accessorio. A questo punto è solo il trucco a mancarmi e, per risaltare un po' gli occhi, opto per il semplice: molto mascara. Evito la matita o l'eyeliner perché: uno, non ho l'eyeliner; due perché ho paura di renderli troppo scuri e non sortire l'effetto sperato.

Sistemo un po' la chioma (c/c) ed esco dal bagno, pronta ad andare nonostante manchino ancora venti minuti.

La porta del bagno si chiude nuovamente e, questa volta, so che c'è mio fratello dentro. A lui ci vogliono poco più di dieci minuti per prepararsi e, una volta fuori, mi richiama e mi invita a seguirlo fuori. Prendo la borsetta, al cui interno ripongo le chiavi di casa, il telefono e quelle due o tre cose che Sugawara mi ha chiesto di portare e lo seguo.

Salgo sul sedile del passeggero e mi allaccio la cintura. Lui fa lo stesso e poi mete in moto.

-Allora? Dove devo andare?-

Lo guido per le strade della nostra cittadina e, quando arriviamo davanti al suo palazzo, lo noto già giù, intento a guardare qualcosa nel telefono.

Mi slaccio la cintura, ma prima di poter scendere, Akira mi richiama, afferrandomi il polso.

-Buon divertimento al tuo picnic- accenna un lieve sorriso

-Anche a te per la tua conferenza-

-Mi prendi in giro?-

-Hmm...forse- rido -Comunque grazie- e scendo dalla macchina

Nell'esatto momento in cui sente la portiera chiudersi, alza lo sguardo e, non appena mi vede, mi regala uno dei suoi bellissimi sorrisi. Gli vado in contro e, una volta davanti a lui, gli cingo le braccia al collo e lui mi avvolge la vita con solo un braccio, dovendo reggere il cestino con il pranzo nell'altra. Gli sorrido e lui si sporge verso di me, lasciandomi un lieve bacio sulle labbra.

-Tuo fratello ci sta guardando male- ride quando si stacca da me e osserva alle mie spalle

-Lascialo stare- gli dico, baciandolo di nuovo

Lo prendo per mano e, dopo un alto segno di saluto verso il membro della mia famiglia, ci dirigiamo verso la fermata dell'autobus e aspettiamo una decina abbondante di minuti prima che arrivi.

Saliamo e ci accomodiamo su due posti. Lui posa il cesto per terra e io utilizzo la sua spalla come cuscino mentre faccio intrecciare le nostre dita.

-È praticamente il nostro primo appuntamento questo- commenta

-Hai ragione. Non mi hai mai portato fuori in questi mesi-

-Ei! Non è mica solo colpa mia-

-Sì invece- gli do un buffetto sulla guancia -E come primo appuntamento mi porti a un parco nel cuore di febbraio-

-Il picnic è una forma di appuntamento molto romantica- si giustifica -Comunque sei bellissima così-

-Cerchi di distrarmi dal tuo misero appuntamento?- scherzo

-No. Lo penso proprio. Spero tu mi creda, altrimenti c'è un grosso problema di fondo-

-Certo che ti credo- lo accarezzo sotto l'occhio, all'altezza di quel suo singolare neo che, a mio avviso, gli dona assai

Tra il suo volto sempre luminoso e sorridente e il suo carattere materno e dolce, sembra quasi un angelo custode, sempre al tuo fianco e ben disposto. Non a caso sono rimasta molto stupita quando abbiamo iniziato a sentirci e mi ha detto che non ha mai avuto tante esperienze amorose. Con un carattere del genere, lui è letteralmente la descrizione del ragazzo perfetto che piace alla famiglia dopo appena uno sguardo.

E ora è mio. Se qualcuna voleva prenderlo per sé, poteva pensarci prima. Non ho affatto intenzione di lasciarlo andare.

-Ti sei addormentata? Sei così silenziosa- si china per vedere se i miei occhi sono aperti o meno

-No no, sono solo rilassata-

-Lo sei sempre con me. Anzi, quasi sempre-

-Stai forse insinuando qualcosa?- alzo un sopracciglio, voltandomi a guardarlo

-Tu vuoi che insinui qualcosa?- mi risponde con un'altra domanda, il cui messaggio è velato, ma contiene una chiara allusione a quello che ho stabilito deve essere definito come il 'periodo della fame'

-No. È un tasto dolente-

-E allora rimuoverò il pensiero dalla mia mente- mi risponde, baciandomi il capo

Passano altri dieci minuti e, finalmente raggiungiamo la fermata a cui scendiamo. Davanti a noi si staglia una grande area verde, una delle poche presenti nella nostra prefettura.

Imbocchiamo il piccolo sentiero circondati da alberi sui due lati mentre la fredda brezza autunnale si infila sotto ai nostri vestiti. Un brivido mi attraversa tutto il corpo e mi stringo contro il corpo del mio ragazzo, il quale mi cinge le spalle con un braccio e fa scorrere la mano su e giù per il mio di braccio, nel tentativo di scaldarmi.

-Forse avresti dovuto indossare altro-

-No. Mi piace questo abbigliamento. È il nostro primo appuntamento ed è giusto che mi vesta bene-

-Ma poi stai male te perché hai freddo- cerca di farmi ragionare

-Pazienza. Posso resistere. O al massimo ci sei te- gli sorrido, al che lui alza gli occhi al cielo con un lieve sorriso sulle labbra

-Ma cosa mi tocca fare per te...Una stufetta umana...-

-È l'amore che ti spinge a farlo-

-L'amore, proprio lui-

Raggiunto un luogo tranquillo e più isolato, decidiamo di stabilirci proprio in quel punto e allora Sugawara stende il telo contenuto all'interno del cesto e lascia che mi accomodi.

Avvicino a me ciò che ha portato e dispongo sul telo una serie di deliziose pietanze da lui preparate. Tra esse ci sono: onigiri, nighiri, un po' di sushi misto, del katsudonn, della soba fredda e del riso agrodolce.

Per quanto sappia quanto lui sia abile ai fornelli, ogni qual volta che prepara qualcosa da mangiare è una sorpresa. Ogni volta mi sorprendo del gusto e delle sue capacità.

Prendo anche l'acqua e, senza aspettare un secondo in più, mi armi di bacchette e inizio a servirmi con di tutto e di più.

Scuote la testa e io, con il primo boccone in bocca, alzo le spalle in maniera innocente e continuo a sfamarmi. Tanto lo so che gli piaccio lo stesso anche se mi comporto in questo modo.

-Beata la donna che ti sposerai. Hai delle mani d'oro! Risparmiereste senza ombra di dubbio i soldi del ristorante-

-Addirittura- ride, mentre un lieve rossore appare sulle sue guance -Sono nella media, anzi. Certe persone cucinano molto meglio di me. Di gran lunga-

-Non sminuirti. È sempre un piacere per le mie papille gustative assaggiare ciò che prepari. Senti che buono questo katsudon! Pretendo la ricetta!-

-Non è nulla di diverso da quello di tua mamma-

-Invece è tutt'altra cosa. Mamma mia, che buono! Davvero fortunata la donna che ti starà accanto in futuro. Per non parlare della tua passione per i bambini-

-Mi piace insegnare loro cose nuove e vederli felici perché sono riusciti a fare qualcosa è davvero una bella emozione. Dovresti vedere che sorrisi fanno- sorride a sua volta

-Ci sarà un motivo se vuoi diventare a tua volta un maestro delle elementari- constato

-Eh già. Insegnare loro i kanji e vedere le espressioni buffe che fanno quando cercano di concentrarsi-

-Di tanto in tanto credo che ti piacciano di più i bambini di me-

-No, tu sei la mia bambina preferita- dice, afferrandomi il fianco e tirandomi più vicino a lui, scoccandomi poi un bacio dolce sulle labbra

Sorrido come una stupida, soprattutto per il modo in cui mi ha chiamata. Esternamente ha tutto l'aspetto di un ragazzo timido, ma è il primo che fa allusioni molto forti. E quando mi chiama con questi dolci nomignoli, mi sciolgo.

-Recapito. Chissà che bravo marito e genitore sarai. Ti ci vedo proprio a sollevare un piccolo fagottino e farlo volare sopra la tua testa. Magari un bimbo con un neo così carino proprio come te-

-Quante fantasie, poi finisce che mi illudo troppo-

Lo contraddico e pongo fine al discorso. Non voglio sentire contraddizioni da parte sua. Continuiamo a mangiare tra risate e discorsi circa il suo club di volley o il mio di letteratura. Parliamo dei compagni, dei sensei e tocchiamo pure il temibile tema degli esami di fine anno. Siamo agli sgoccioli della nostra carriera scolastica ormai. In meno di un anno conseguiremo il diploma di fine scuole superiori e poi il mondo del lavoro di aprirà davanti a noi. O, come nel suo caso, il mondo universitario.

Sorprendente, da quel magico cestino delle delizie emergono anche dei mochi e dei doraiaki che non avevo nemmeno visto per sbaglio in precedenza.

Ah, i dolci. Mia grande passione. E lui lo sa bene.

Afferro un paio di spiedini e mi stendo contro il grigetto, posando il capo contro il suo petto e appostandomi tra le sue gambe.

-Sei peggio di una bambina. Sarà a te che dovrò insegnare le cose-

-D'accordo, sensei-

-Davvero una bambina- sospira -Comunque, come mai hai detto che sarà fortunata la donna che mi sposerà?-

-Perché sarai un marito eccezionale, mi pare ovvio-

-E...perché non potresti essere te quella donna...?-

Alle sue parole alzo il capo di scatto. Non mi sarei aspettata una frase del genere. E, onestamente, non so nemmeno come rispondere. Lo fisso e, la prima cosa che noto, è che non guarda nella mia direzione, ma ad attirare la sua attenzione è una coppia di genitori che stanno facendo giocare la loro figlia, la quale ride divertita. Ancora, noto che le guance di Sugawara sono molto più rosse di quanto lo erano prima.

Voglio attirare la sua attenzione e, per farlo, allungo una mano e gli accarezzo il morbido volto. Con calma, faccio in modo di riportare il suo sguardo su di me e, riuscita in tale impresa, allungo il collo e lo bacio.

Quando ci separiamo, subito mi avvicino di nuovo a lui e lui, dal suo canto, mi avvolge il suo corpo con le braccia, tenendomi maggiormente stretta alla sua calda figura.

-Sono una bella famiglia, vero?- gli sussurro

-Sì. La cosa che mi piace di più è il sorriso della loro figlia. È così felice-

-Ma...Suga...te, in un futuro lontano, vorresti creare una...una famiglia con me?- gli domando, ricordando ciò che ha detto prima

-Sì...diciamo di sì. Se dovessimo stare ancora assieme tra qualche anno, mi piacerebbe...Sei la persona con cui mi trovo meglio e, se fosse, vorrei poter anche creare qualcosa con te-

-Se dovessimo stare ancora assieme, mi assicurerò di metterti un anello al dito- arrossisce

Balbetto alla ricerca di qualcosa da dire a mia volta, ma il mio cervello pare abbia staccato la spina e più nessun segnale vi arriva.

-Solo se così fosse. Non sentirti tipo...obbligata a stare con me per questo- dice poco dopo, forse fraintendendo il motivo del mio silenzio -È un futuro molto lontano e posso capire se sei dubbiosa e-

-Spero solo che un nostro eventuale figlio abbia i tuoi tratti. Sarebbe un tenerone...-

Queste sono le uniche parole che riesco a dire grazie alla poca lucidità che ancora possiedo.

A tali è il suo turno di ammutolirsi. Arriccia le labbra e i suoi occhi si fanno leggermente lucidi. Mi allarmo, ma lui mi blocca e si porta un braccio davanti a essi, asciugandosi le prime lacrime formatesi.

-Suga...tutto okay?-

-Sì- tira su con il naso -Mi hai solo reso felice in questo modo- sorride a trentadue denti

Lo guardo teneramente, ma una folata di vento freddo ci investe in pieno. Sposta i miei capelli davanti ai miei occhi e mi fa rabbrividire per quanto la temperatura sia bassa.

-Freddo? Vuoi venire da me?-

-Volentieri. Sto velando!-

-Avresti dovuto indossare qualcosa di più grosso e coprente-

-Ma questo outfit mi piace molto...-

-Sei bellissima anche con i pantaloni della tuta e una felpa larga. Ora, però, raccogliamo le cose-

Ci alziamo dal telo e mettiamo via i vari piatti usati e quel poco cibo avanzato. Fatto tutto, pieghiamo il telo e ci dirigiamo verso la fermata dell'autobus. A malincuore ci tocca aspettare un po' e, per non farmi congelare, inizia a scaldarmi muovendo il braccio su e giù sul mio come aveva già fatto prima.

Quando lo vediamo arrivare in lontananza, il sollievo è immenso. Saliamo e trascorriamo il ritorno in silenzio, cullati (per così dire) dal rumore che l'autobus fa.

Alla fermata giusta, scendiamo e, per mano, ci dirigiamo verso casa sua. Il calduccio dell'accogliente luogo si abbatte su di me non appena il mio ragazzo apre il portone d'ingresso e mi crogiolo in tale bella sensazione.

I genitori di lui vengono ad accoglierci e rimangono sorpresi alla mia vista, ma tale sorpresa viene subito messa in secondo piano nel momento in cui sua madre, letizia, mi domanda se mi fermo per cena da loro.

Impossibile negare qualcosa a questa donna.

-Vieni in camera con me?- mi chiede Sugawara, indicando con il capo la sua stanza da letto

-Ci guardiamo qualcosa?-

-Come preferisci- sorride

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