TEMPTRESS

By Linda_Swann

13K 764 2.6K

AVVERTENZA: Temptress è uno spin-off della storia Swan, si consiglia prima la lettura di quest'ultima. ~ Anch... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17 (Speciale)
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Epilogo & Ringraziamenti

Capitolo 8

464 33 145
By Linda_Swann

Mi alzai di scatto e mi allontanai di qualche passo. «Che cosa ci fai tu qui?»

La mia domanda fu brusca. Non avevo più risentimento per lui o il Maligno, ma questo non voleva dire che abbassassi la guardia in loro presenza.

«In questa vita sei decisamente più seccante! Sono venuto qua perché so cos'hai detto ad Astaroth, rifiutando la mela» commentò con tono tagliente.

Ripensai un attimo al mio discorso con il visir demoniaco e sicuramente ad Azazel non poteva certamente andare giù il fatto che io pensavo che lui provasse qualcosa per Abigail.

«E quindi?» Cominciai a camminare con Pegasus al seguito e sapendo che ci fossero troppi testimoni affinché Azazel potesse farmi realmente qualcosa. O almeno lo speravo.

Quella sera mi sentivo particolarmente spavalda, ma lo sarebbe stata chiunque dopo secoli di abitudine e soprattutto davanti a colui che aveva aiutato il Maligno a rovinare l'esistenza umana; tuttavia, non capivo il motivo della sua presenza.

«Non importa a cosa tu creda o voglia, non ti lascerò divulgare qualcosa di simile in Paradiso. Non quando questo può compromettere Abigail e la sua possibilità di salvezza.» Le sue parole aggressive nascondevano una pericolosa minaccia.

«Oh andiamo, Azazel, credi davvero che io potrei interferire con la felicità di un'altra persona? Quello è il compito di voi demoni, se non erro» inarcai un sopracciglio, appoggiando le mani sui fianchi e guardandolo dal basso. Non era per nulla giusto che gli angeli e gli angeli caduti maschio fossero così alti «inoltre, sono piuttosto sollevata dal fatto che finalmente tu ti sia dimostrato interessato a un'altra persona. Era finalmente ora di lasciarti afferrare anche tu dall'amore. In fondo c'è riuscito anche Astaroth contro ogni aspettativa per giunta, insomma lo hai visto? Se ne va in giro con le mele in tasca da chissà quanto tempo.»

Un improvviso sorriso gli comparve in volto, mentre la sua espressione minacciosa parve sciogliersi di poco. «Sei sempre stata strana, Eva.»

«Evie.» Prima che potessi spiegare anche a lui la storia del cambiamento del nome, un campanellino risuonò nell'aria, attirando completamente la mia attenzione.

Un carretto di zucchero filato si era fermato nel bel mezzo del Luna Park e stava attirando molti clienti nei dintorni. Il mio stomaco brontolò e ricordai come al breve ricevimento non avessi avuto l'occasione di mangiare più di tanto, specialmente dopo i giudizi del visir.

«Azazel, guarda! Zucchero filato!» esclamai entusiasta e con la bocca aperta dallo stupore, per poi posare il mio sguardo sul demone.

«Sì e allora?» Azazel si dimostrò ancora una volta piuttosto annoiato.

«Dobbiamo assolutamente prenderlo. Mi pare assurdo che tu me lo abbia anche solo domandato» dissi quasi scioccata, mentre mi recai verso il delizioso veicolo.

«Ma io non lo voglio» borbottò contrariato il demone.

«Su non farmi ricredere. Non voglio pensare che Astaroth possa essere ritenuto quello divertente fra i due» dissi, voltandomi di poco e inclinando il viso di lato in un chiaro segno di provocazione «poi non ho i soldi con me, quindi ti toccherà fare il cavaliere.»

Lui mi raggiunse e sbuffò. «Non credo che tu abbia capito il motivo della mia visita, non è collegato con il farti godere la tua permanenza qui.»

«Non lo è, ma ormai che abbiamo chiarito la questione e la tua aria da super macho ha fatto il suo dovere, ho un calo di zuccheri e mi servono per potermi ricordare il tutto.» Corrucciai le labbra e tamburellai l'indice sotto al mento.

«Estorsione? Non è molto angelico da parte tua» alzò gli angoli della bocca e andò verso il bancone del venditore «per uno.»

Il negoziante annuì, fece girare il sottile stecco di legno attorno allo zucchero a velo e creò un enorme palla rosa, che diede ad Azazel in cambio di quattro dollari.

«Io che cosa? Oh andiamo non travisare il mio bisogno di zuccheri con la corruzione. Starò zitta e qualche dollaro per te non è di certo un problema» borbottai con gli occhi assottigliati in due fessure.

Il demone mi porse quell'invitante dolciume. «Adesso vediamo chi è la noiosa.»

Presi il bastoncino con lo zucchero filato e ne addentai subito un boccone. «Be' io sono divertente, però hai accumulato punti anche tu a differenza del tuo gemello troppo interessato al mio peso corporeo.»

«Adesso ti tocca fare qualcosa di divertente per me.» Alzò un sopracciglio con aria di sfida.

Deglutii. «Che cosa?»

Si diresse verso un'altra bancarella con il tiro a segno, in cui si doveva usare una pistola giocattolo per buttare giù le lattine. D'altronde in quanto generale era più che logico che scegliesse di impugnare le armi.

Un uomo basso, dalla testa rasata e con una maglietta nera con la scritta "I love L.A." diede la pistola ad Azazel.

Addentai lo zucchero filato, assaporandone il sapore dolcissimo alla fragola e mi parve di star mangiando una nuvola; nel mentre guardai il demone raggiungere il punteggio massimo in pochi secondi.

Azazel si voltò verso di me e disse: «Fammi vedere come usi quest'arma oppure dammi prova che sei solo un angioletto come gli altri, fatti con lo stampino?»

Subito dopo ghignò. «Parlando inoltre di estorsione, qualora ti rifiutassi, sceglierò uno dei tuoi figli umani come bersaglio e non sarò così delicato

Roteai gli occhi, era proprio deciso ad affermare la sua posizione di super demone malvagio. Però il suo tono di sfida e la sua minaccia non furono poi così necessari a convincermi, avevo sempre amato i giochi.

Impugnai la pistola, la puntai verso la parete del bancone e premetti il grilletto, colpendo con precisione e a ripetizione la latta delle bibite vuote.

«Ecco. Umana, depressa e con le unghie appena fatte. Direi che è senz'altro una mia vittoria.» Inarcai un sopracciglio in direzione di Azazel, masticando un altro buonissimo strato del mio dolce.

«Non sei poi così angelica come credevo. Sicura di voler stare in un posto laddove per un semplice gesto del genere ti giudicherebbero permanentemente?» gli occhi gialli del demone brillarono «ad ogni modo non vedo il motivo per la tua tristezza, Adam o Adamo era un idiota prima e lo è rimasto tuttora. Dovresti essere contenta di essertene liberata.»

«Non sarei compresa in Paradiso per i miei desideri e nell'Inferno per la mia pietà, puoi anche seppellire la "mela di guerra ".» Incrociai le braccia al petto, facendo attenzione a non appiccicare lo zucchero filato alle ciocche bionde.

«Signorina, mi scusi, ma lei e il suo amico avete totalizzato il punteggio più alto mai visto negli ultimi mesi. Ha diritto a scegliere il peluche da lei o dal suo amico più gradito» disse con cortesia il negoziante.

Sorrisi istintivamente. Non tutti gli uomini erano rimasti meschini, dunque, vi era anche della gentilezza fra loro.

«Noi non siamo amici» interferì Azazel, guardando l'umano con sufficiente disgusto.

«Sei talmente maleducato che non si può esitare a credere che tu non abbia amici» feci la linguaccia al demone e poi guardai il venditore «la ringrazio, scelgo quello!»

Indicai un peluche formato grande di un elefante rosa, giacente insieme a tutti gli altri animali ai lati delle pareti.

Dopo aver fatto un cenno al negoziante, andai verso le altre giostre con il premio vinto fra le braccia. «Spetta a me la prossima decisione! Voglio andare sulla ruota panoramica.»

«So che sei rimasta parecchio indietro con gli anni, ma io non vado sulle giostre. Sono un generale rinomato e potrei ucciderti prima che tu possa anche solo capire cosa stia succedendo.»

Roteai gli occhi nuovamente. «Non vuoi definire in modo "ufficiale" il nostro accordo con tutti i dettagli? Quale posto migliore se non in una cabina seduti e in alto nel cielo?»

Era da pazzi, ma dovevo convincere il demone a rimanere con me ancora per un po'. Nella fretta di andarmene non avevo portato armi per difendermi o soldi per pagare le attrazioni, la sua presenza poteva essermi d'aiuto.

Azazel assottigliò gli occhi in due fessure e dopo poco si passò una mano sul viso con aria sconfortata. «Ma io non ho tempo per queste stronzate... che sia solo un giro però, non uno di più; altrimenti il tuo delizioso parco giochi diventerà a tema dell'orrore e avrò modo di farti conoscere i miei di amici

Dopo che avemmo preso posto nella cabina, fatta a conformazione a ombrellino, ci sedemmo l'uno al lato opposto dell'altro. Era davvero una situazione esilarante, mai avrei creduto di potere salire sulla ruota panoramica con un generale infero.

La grande struttura tremò e iniziò a percorrere il suo lungo giro, facendoci pian piano risalire e ammirare il paesaggio della città notturna. Il mio zucchero filato era terminato e lo stecco di legno giaceva sul sedile imbottito in pelle sintetica rossa, in attesa di essere buttato.

«Azazel, non avrei detto comunque nulla. Non voglio che Abigail muoia e non oserei mai intromettermi, non quando Raffaele sembra tenere davvero a lei. Non ferirei mai nessuno dei due e neanche te. Non trovo conforto nella vendetta e sembra che tu abbia già diverse complicazioni da affrontare» dissi con voce sommessa e feci spallucce con non curanza, mantenendo lo sguardo sulle case avvolte nella notte più nera e illuminate da luci artificiali delle stanze o del traffico.

«Quindi siamo d'accordo? Cosa desideri per il tuo silenzio?»

Mi inumidii le labbra e riflettei per qualche secondo. «Non ho visto nulla. Inoltre ufficialmente non mi farò più dubbi sulle occhiate che scambiavi con lei alla festa e come la tua camicia sia magicamente sparita dopo lo scontro. Non devi darmi nulla, saranno felici insieme.»

Il generale parve per un brevissimo istante colpito dalle mie parole, come se non si aspettasse una reazione del genere. «Sai? Per quanto questo poco importi, avrei preferito che non si trattasse di te. Nonostante io non sia pentito di aver aiutato il re a corrompere la razza umana, sarebbe stato meglio che non fossi coinvolta. Eri una delle poche sane di mente lassù.»

Non si avvicinavano neppure a delle scuse, ma non avrei avuto di più da un demone come lui e ne ero rimasta colpita comunque.

«Anche a me dispiace che tu abbia agito in quel modo. Non tanto per me, quanto più per Raffaele. Eri suo fratello e secondo la Creazione quello più vicino a lui» sussurrai, non immaginando neppure cosa avesse dovuto passare l'arcangelo a seguito del tradimento.

«Credi davvero che fosse preoccupato per questo? Forse un tempo. Eravamo fratelli, ma adesso siamo nemici mortali e tutto è nato da te, Eva. Quando io l'ho tradito la sua realtà è sprofondata, poiché aveva perso me, ma soprattutto te. Accecato dal dolore, mi ha confinato nel Dudael» continuò il suo discorso con tono completamente indifferente «tuttavia, con te non si poteva nemmeno avvicinare. Perdere il suo primo amore lo ha profondamente segnato. E, benché io lo chiami con diversi nomignoli decisamente più azzeccati per un tacchinello come lui, è stata una sua idea diventare "Raphael". Non poteva più farsi chiamare "Raffaele" dopo che tu te ne eri andata.»

Il respiro venne a mancarmi e la mia vista si appannò, capendo solo in quel momento quanto fossi stata sciocca e ceca. Avevo sempre percepito l'interesse di Eva nei suoi confronti come quasi platonico, eppure non mi ero mai chiesta cosa invece lui provasse in passato per lei, per me.

Boccheggiai in cerca d'aria, in cerca di qualcosa che potesse attutire il peso di una verità così grande. Anche la me stessa del passato era stata una sciocca, non aveva mai voluto aprire gli occhi per davvero e ne aveva pagato le conseguenze.

Il mio cuore si era stretto in una presa di dolore inconcepibile. Nonostante tutti quei secoli, non avevo mai compreso Raffaele e cosa io fossi stata per lui. Anche se nel presente tutto questo sfumasse nell'irrilevanza, dal momento che lui aveva una nuova relazione e convolasse a nozze.

Il giro panoramico terminò e scesi con il generale infero dalla cabina, ricordandomi di prendere l'elefante e lo stecco. Quest'ultimo lo buttai nel cestino che vi era a ridosso della piattaforma di rialzo della giostra.

«Perché mi stai dicendo questo, Azazel?» Riuscii a sussurrare solo quando cominciai nuovamente a respirare. Posai una mano sul mio petto e sentii come una lama di gelo essersi conficcata nel mio cuore già sanguinante.

Dopo aver raggiunto l'uscita del parco, lui mi guardò con intensità. Non ero tanto sciocca da voler rimanere tanto sola con Azazel; seppur si stesse comportando in modo esemplare, era pur sempre un demone di cui diffidare. In fondo però la spiaggia si trovava a solo qualche minuto di distanza e io dovevo sapere la verità su Raffaele.

«Sei stata il suo primo amore e neanche i tuoi sguardi del passato e della vita attuale sono passati inosservati da molti. Volevo solo ricordarti che hai sempre la possibilità di prendere la mela, vivere la tua vita come uno dei rappresentanti più illustri degli inferi.» La sincerità di Azazel in quel momento era quasi spaventosa. Credeva davvero nella causa del suo reame.

«Be' non è detto che io rimanga in Paradiso quando tutto questo sarà finito, potrei stare nel mondo degli umani» borbottai, non sapendo neppure il perché glielo stessi dicendo. In fondo stare fra i miei simili però poteva davvero essere la decisione migliore: lontana dalla malvagità dell'Inferno e dalle tentazioni incomprese del Paradiso.

«Una scelta saggia benché siano veramente sgradevoli. La nostra offerta rimane ancora l'opzione migliore per te.» Il demone si passò una mano fra i capelli color ossidiana, continuando a guardarmi. Non desisteva proprio e sapeva bene come essere convincente.

Una folata di vento sopraggiunse con tempismo eccellente da dietro le mie spalle, scatenando brividi di freddo ed estremamente familiari. Non ebbi bisogno neanche di girarmi per sapere chi fosse.

«Vuole rifiutare la tua proposta, Azazel. Vattene.» Raffaele mi afferrò con le sue braccia forti e mi spinse dietro al suo corpo, facendomi da scudo contro il demone.

Anche a una così breve distanza era quasi impossibile non notare le due fessure sulla maglietta e sulla schiena muscolosa, fatte appositamente per far fuoriuscire le ali a comando.

«Vedremo, Papahel. C'è ancora del tempo e può sempre cambiare idea. Al prossimo giro di Luna Park sai chi chiamare, Eva» proferì il principe, voltandoci le spalle e iniziando ad incamminarsi.

Un secondo prima di sparire nell'oscurità, mi lanciò uno sguardo di fuoco. Gli accordi con il demone erano stati presi, ma non quelli con il mio cuore. Avevo provato a respingere in tutti modi i miei sentimenti, però ormai la situazione era diventata innegabile: la mia amicizia con Raffaele era sempre stata un'apparenza, nella mia prima vita e nella seconda c'era stato sempre molto di più. 

Continue Reading

You'll Also Like

290K 8.4K 36
Samantha Cooper è una ragazza semplice, a volte chiusa in se stessa e testarda. Dopo avere finito il liceo vuole diventare insegnante e aiutare i ba...
319K 13.7K 57
"Ho bisogno di te." #12 - divertente (febbraio 2020) #9 - ridere (marzo 2020) #4 - Dallas (novembre 2021) [COMPLETATA]
438K 21.6K 78
«𝐒𝐚𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚? 𝐌𝐢 𝐟𝐚𝐢 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐟𝐨. 𝐍𝐨𝐧 𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐨𝐧𝐞𝐫𝐨̀ 𝐦𝐚𝐢, 𝐃𝐲𝐥𝐚𝐧. 𝐏𝐞𝐫 𝐦𝐞 𝐬𝐞𝐢 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐞 𝐩𝐮𝐨𝐢 𝐦𝐚...
1.6M 77K 46
Primo libro della trilogia Infiltrata. Secondo libro: Infiltrata nel cuore. Terzo libro: Infiltrata nei ricordi. Alcune informazioni sono state ri...