(Ri)trovarsi 2, quando da sol...

By Alis_Wonder

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!!SEQUEL DI: (Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.!! Alyssa e Blake sembrano destinati a non riuscirsi m... More

Primo capitolo.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33.
Capitolo 34.
Capitolo 35.
Capitolo 36
Capitolo 37.
Capitolo 38.
Capitolo 40.
Epilogo.

Capitolo 39.

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By Alis_Wonder

Alyssa POV

Due settimane dopo...

Il semaforo dall'altro lato della strada mi da il via per passare mentre il rombo delle macchine intorno non fa che aumentare il senso di agitazione che oggi mi sovrasta.

Arrivo al marciapiede, svolto a destra e continuo a camminare rivolgendo il mio sguardo al parcheggio in lontananza che mi appare più distante che mai. Il sole splende alto, i raggi limpidi mi obbligano a socchiudere gli occhi per riuscire ad individuare il punto da raggiungere per incontrare gli altri che ancora non sono arrivati. Sono in anticipo almeno di mezz'ora ma non riuscivo più a rimanere nel mio appartamento come se niente fosse e così ho deciso di anticipare i miei piani per ingannare un po' questa lenta attesa sofferente come un supplizio.

Mi tremano le ginocchia, il battito del cuore aumenta ad ogni passo e i palmi delle mani hanno appena iniziato a sudare. Sono felice e terrorizzata allo stesso tempo, ho pregato per far sì che questo giorno arrivasse il prima possibile ma adesso che a dividermi da lui sono solo una manciata di minuti ho improvvisamente paura di scoprire se qualcosa è cambiato. Perché è stato solo fino ad oggi e la solitudine cambia spesso il modo di pensare... se avesse capito di stare meglio così?

Scuoto la testa ricacciando questo pensiero, non è il momento di concentrarmi su di me, qualsiasi decisione abbia maturato in questi giorni io non lo ostacolerò.

Desidero solo la sua felicità, ancor prima della mia.

L'enorme edificio nero si erige di fronte ai miei occhi ora che sono a pochi passi dall'entrata principale appoggiata ad un muretto in attesa di sentire il rumore delle porte sbloccarsi. Una piccola cabina a sinistra del cancello è occupata dal funzionario di turno mentre ai lati dell'ingresso ci sono due guardie intente a prendersi il caffè del primo pomeriggio per fare una pausa per niente preoccupati di rientrare.

Tamburello un piede a terra cercando di scrutare oltre le file di finestre oscurate sul lato principale, il silenzio che circonda le mura di questo posto mi fa rabbrividire ecco perché infilo un paio di auricolari e avvio una riproduzione casuale su Spotify.

Sono passati quattordici giorni.

Sono trascorsi quattordici strazianti giorni dall'ultima volta che l'ho visto disteso sul pavimento umido di una casa mal ridotta mentre si teneva la testa tra le mani e continuava ad urlare come se non riuscisse più ad osservare altro che il dolore.

Non ho mai visto nessuno soffrire così tanto in vita mia, in modo talmente atroce da far male solo osservandolo. Suo padre lo fissava dall'alto incapace di dire una parola, io mi sono immobilizzata con le lacrime agli occhi mentre Nathan chiamava i soccorsi e Travis cercava di ridestarlo dal posto oscuro in cui era caduto.

Tutti eravamo intorno a lui, per lui, eppure Blake non ci vedeva.

Non sentiva nient'altro che sé stesso e noi non abbiamo potuto far niente per aiutarlo. È rimasto solo per tutto il tempo in cui forse è riuscito a ricordare, le lacrime macchiavano il suo viso arrossato e lo sguardo terrorizzato è rimasto inciso sul suo volto fino a quando non è stato sedato di fronte i nostri corpi.

Solo a quel punto ha smesso di dimenarsi, solo allora le sue urla sono cessate.

Non sappiamo cosa sia successo nella sua mente in quegli istanti, non abbiamo idea cosa l'abbia ridotto in quelle condizioni ma quello di cui siamo certi è che deve essere stato un dolore lancinante quello che ha vissuto, per inginocchiare al suolo una persona forte come lui. Blake in quei momenti non reagiva neanche più, come fosse arreso alle consapevolezze nuove che da tutta una vita lo tormentavano.

Non abbiamo saputo altro dai medici, solo che al suo risveglio aveva espressamente chiesto di non ricevere visite né da me né dai suoi amici. È voluto restare solo per affrontare poco alla volta sé stesso, le rivelazioni di suo padre e chissà... forse anche per lasciarlo andare via per sempre. In un posto lontano dalle sue paure.

Ha scelto però di farsi aiutare, accettando il fatto di non essere poi abbastanza forte come credeva per affrontare tutto unicamente sulle spalle di sé stesso. Ha voluto seguire un percorso con degli psicologi esperti e per non cedere alla tentazione di mandare tutto al diavolo alla prima complicazione, ha deciso di firmare per avere una propria stanza all'interno di questo centro. Non ci ha incontrati prima di iniziare il suo viaggio ma immagino sarebbe stato più difficile per tutti, e lo capisco.

Allo stesso tempo sono certa che se ha preso questa decisione è perché si fida di noi oltre ogni misura, se ha scelto di allontanarsi è perché era certo che quando sarebbe ritornato noi saremmo stati pronti ad aspettarlo. Mi sono guadagnata la sua fiducia dopotutto quello che abbiamo affrontato, finalmente mi ha lasciata entrare.

Una lacrima prende a scorrere sulla mia guancia e io non posso fare a meno di sorridere quando la sento asciugarsi sulla mia pelle consapevole che da adesso non ci sarà più niente in grado di ostacolarci. Possiamo iniziare a vivere, insieme.

<<Se non conoscessi il vero motivo di questo sorriso oserei dire che ti sei drogata sai?>> Scoppio a ridere quando Travis alle mie spalle mi scompiglia i capelli parandosi, subito dopo, davanti ai miei occhi con un'aria spensierata in volto.

<<Beh, questo è un giorno importante... no?>> Il rombo di una moto squarcia il silenzioso parcheggio facendo voltare entrambi in direzione del rumore.

L'assetto rigido della postura mi fa intuire la persona che si cela sotto il casco oscurato, rallenta in prossimità dei nostri corpi fino a spegnere completamente il motore quando ormai è vicino. Nathan alza la visiera per farmi un occhiolino, prima di slacciarsi il giubbetto di pelle e lasciare tutto sopra la sella della moto familiare.

<<Ehi mi avevi detto che la sua moto era off-limits!>> Travis si avvicina con un'espressione confusa dipinta in viso, accarezzando il ferro di metallo come se stesse toccando davvero una bambina delicata. Uomini e le loro ossessioni...

<<Direi che è abbastanza off-limits per chi non è in grado neanche di guidare un auto senza inchiodare ad ogni maledetta curva>> lo deride Nathan, colpendolo col casco in pieno petto. Lui, per tutta risposta, gli mostra il dito medio.

<<Alyssa vuoi fare un giro? Non ho dubbi sul fatto che le tue capacità di guida siano di gran lunga migliori rispetto a quelle di Travis...>> Continua lanciandomi il mazzo di chiavi che riesco a prendere al volo, stiracchiandosi le braccia verso l'alto. Si avvicina per salutarmi con un bacio sulla guancia mentre io gli restituisco le chiavi senza farmi vedere dagli occhi attenti di Travis.

<<Siete voi ad essere troppo delicati per sopportare la guida di un vero pilota!>> Mostra i muscoli delle braccia come se questo potesse in qualche modo influire sulle facoltà di guida di una persona. Porto gli occhi al cielo per non scoppiare a ridere.

Ah, uomini... <<Scommetto che se facessimo una gara riuscirei a vincere senza nessuna difficoltà amico.>> Nathan però alza i palmi in segno di resa.

<<No grazie, ci tengo ancora alla mia pelle. Rimandiamo magari a quando saremo vecchi e non avremo più niente da perdere okay?>> So a cosa si riferisce e non posso evitare di sorridere nella sua direzione. Nathan adesso ha qualcuno da cui tornare e per nessuna ragione al mondo rischierebbe mai di lasciarla andare.

È innamorato, o è quello che dai suoi occhi s'intravede ogni volta che ne parla.

E anche Travis deve aver percepito la direzione dei suoi pensieri, perché si affretta a spintonarlo scherzosamente dalle spalle per farlo incespicare nei suoi stessi passi.

<<Dio mio! Se un giorno una donna dovesse fottermi il cervello vi prego, sparatemi un colpo dritto in petto>> mima una pistola in direzione del suo cuore.

<<Blake diceva una cosa del genere fino a qualche mese fa, sai?>> Ghigna Nathan circondandogli il collo con un braccio, per avvicinarlo a sé. <<Anzi, per essere precisi le sue parole sono state...>>

<<Che scenda l'inferno e bruciassi tra le fiamme in eterno, se mai una donna riuscisse ad entrarmi in testa senza il mio permesso. Preferirei morire, piuttosto.>> Ci immobilizziamo tutti e tre quando il suono di una voce in lontananza ci raggiunge.

Nathan e Travis sgranano gli occhi, con i piedi ancorati al suolo sembrano aver perso la facoltà di parlare mentre io, girata di spalle, non riesco ancora a vederlo.

Avverto solo il silenzio farsi strada tra di noi, il cuore salirmi in gola e lo stomaco serrarsi in una morsa. Una scarica elettrica mi attraversa la spina dorsale, brividi iniziare a solleticarmi le braccia e il respiro d'un tratto si fa assente quando il rumore dei suoi passi si fa sempre più vicino. Lo sento, riesco a percepirlo, il mio corpo lo riconosce ancor prima che i miei pensieri riescano a raggiungerlo. È lui, ogni fibra in me si tende per incontrarlo mentre io non riesco più a rispondere di me stessa.

Il profumo inizia a disperdersi nell'aria, i suoi occhi mi inchiodano anche se non posso vederli perché la sua presenza è sufficiente a sapere che mi sta guardando.

Sono metri quelli che ci dividono, centimetri forse, e io non sono ancora pronta a sapere se qualcosa in lui è cambiato. Il suo sguardo mi osserva allo stesso modo?

Mi sento una stupida a dubitarne ma non ne posso fare a meno, perché la certezza ormai di non voler più lasciarlo andare si è annidata nel posto più profondo del mio cuore, quello riservato a lui. E se qualcosa, la minima cosa in lui è cambiata, io non riuscirei mai ad accettarlo dopo tutto ciò che abbiamo passato.

<<Cazzo, hai mantenuto proprio la parola allora!>> Lo canzona Travis ridestando me e Nathan dallo stato di trance in cui siamo caduti. Solo quando le sue gambe si muovono per andargli incontro e stringerlo in un abbraccio decido di voltarmi.

Anche Nathan lo raggiunge, tirandogli un piccolo pugno sulla spalla che gli causa solo una risata fragorosa. Quel suono, il rumore della felicità, riecheggia tra le auto parcheggiate facendolo vibrare contro la mia cassa toracica che sento scoppiare.

I suoi occhi sono diversi, brillano per la prima volta, e non so se è il sole che in questo momento lo sta illuminando o se è la fiamma che adesso li alimenta di una fame nuova, ma mi appare più bello che mai nelle vesti che ora lo circonda.

A suo agio nel mondo oggi sembra esserne il padrone e non più una parte solitaria, la pelle ambrata si tende sotto i muscoli allenati, la rigidità delle spalle ha lasciato il posto alla possibilità di non sentirsi perennemente in allerta dei suoi mostri. Perfino il respiro, sempre cauto e controllato, celato dal suo petto oggi è irregolare.

Sembra un Ares che ha deposto le armi, pronto ad accettare finalmente la quiete. La bellezza di un Adone senza paura, macchiato dal sangue delle sue ferite cammina al fianco della consapevolezza di essere più forte, di tutti i suoi incubi. Perché è vincitore delle sue più grandi battaglie e non ha più motivi per fermarsi adesso.

<<Diciamo che non avevo previsto di incontrare una ragazzina coraggiosa...>> Le sue iridi si incastrano nelle mie fino ad avvertirle scavarmi nelle ossa. Il cuore batte così forte da far male, mi sembra non aver mai avvertito altro prima di lui.

Dio, quanto vorrei stringerlo e non lasciarlo mai più andare.

Un fremito mi attraversa il corpo al passaggio dei suoi occhi che mi osservano tutta, ancora stretto tra le braccia dei suoi amici. Una gonna mi lascia scoperta gran parte delle gambe mentre un top nero mi fascia stretto il busto e si possono intravedere i piccoli seni dove il suo sguardo indugia a fondo. Volevo sentirmi carina è questa la verità e adesso che un luccichio insolente accompagna il sorriso malizioso rivolto unicamente a me, non mi pento di essermi fatta bella per lui.

Deglutisco quando lo vedo scostarsi dai suoi amici per puntare nella mia direzione, il respiro pesante mi obbliga a socchiudere le labbra mentre il suo corpo si muove con l'arroganza di chi ha esattamente in mente tutto ciò che sta per succedere. Mi lascio avvicinare, gli permetto di sovrastarmi con la sua altezza, non smette di lambirmi ogni centimetro di pelle esposta e io non posso evitare di sorridere soddisfatta. Mi ha sempre fatta sentire la più bella, la cosa più spettacolare su cui i suoi occhi si siano mai posati senza che io mi sentissi affatto così, accompagnata dalla giusta audacia però voglio iniziare a fargli perdere la testa come lui fa con me.

Mi scosto i capelli dietro le spalle, lasciando libere le clavicole dalla maglietta in cui si intravedono e come ammaliato Blake segue ogni mia mossa con attenzione.

Mi afferra i capelli in un pugno, avvolgendoseli intorno alla mano per tirarli verso il basso e alzarmi così il mento verso la sua direzione, pronta ad accoglierlo.

Mi sfugge un mugolio che ignora, perché si tuffa sulla mia bocca senza aspettare un attimo in più. Unisce le nostre labbra, mordicchiandomi quello inferiore e rigirandosi con la lingua il labbro superiore, come incapace di fermarsi. Affondo nella sua bocca cercando di mantenere il suo ritmo, baciandolo come se fosse la prima volta.

Una scarica elettrica mi attraversa la pelle, il tocco bagnato mi fa venire voglia di bruciare nelle sue mani, facendomi dimenticare totalmente del posto in cui ci troviamo. Lo stomaco mi si riempie di un desiderio perverso, quello che solo con lui ho conosciuto e che so non poter dominare mentre aggancio le mani al suo collo.

<<Cazzo...>> Lo sento ringhiare tra i denti, incapace di mettere fine ad una corsa ormai iniziata. Il rigonfiamento dei pantaloni mi preme contro il ventre facendomi venire voglia di ignorare i suoi amici, il posto e qualsiasi altra cosa d'intralcio in questo istante. Se me lo chiedesse sarei disposta a trascurare qualsiasi cosa intorno.

Invece lo sento rallentare, costringendo le mani ad appoggiarsi contro le mie spalle per allontanarmi quanto basta a riprendere fiato anche se i suoi occhi urlano tutt'altro. Mi vuole, adesso, e io così tanto che sono sul punto di implorare di non fermarsi. Lo voglio, da morire, senza perdere altro tempo.

<<Portami nel tuo mondo Blake, fammi volare insieme a te>> sussurro ad un soffio dalle sue labbra con un desiderio così intenso da avvertire quasi dolore.

<<Oh piccola, ho intenzione di far più di questo...>> Risponde rauco, con ogni cattiva intenzione a dipingergli un piccolo sorrisetto sfrontato. Mi afferra il polso, prima di voltarsi verso gli altri e alzare una mano nella loro direzione.

<<Andiamocene da questo posto>> li avverte non appena Nathan gli lancia il mazzo di chiavi della sua moto. E così, senza perdere altro tempo, mi passa il chiodo di pelle allacciandolo fino al collo in modo che anche parte delle gambe siano coperte.

<<Non ho intenzione di dividerti con nessuno, solo io posso guardare la tua pelle al di sotto di questa gonna. È solo una precauzione per non dover prendere a pugni ogni passante depravato.>> Mi domando chi altri mi guarderebbe attaccata al suo corpo ma tutti i miei dissensi svaniscono quando torna a baciarmi in modo delicato stavolta, facendomi dimenticare perfino del perché ancora non siamo partiti.

<<Non vedo l'ora di averti Alyssa Hudges a gambe aperte per me. Solo per me.>> Mi sussurra vicino all'orecchio in modo così lento da farmi rabbrividire, eccitata e così dannatamente curiosa di sapere cosa ha in serbo per me.

Scivoliamo tra le strade della città con un'urgenza inaspettata, superando ogni limite di velocità come se il tempo improvvisamente fosse solo un ostacolo da abbattere.

Mi aggrappo al suo petto, nascondendomi dietro le sue spalle mentre il vento mi sferza tra i capelli che si disperdono in aria. Il suo calore mi avvolge, il fisico robusto mi fa sentire al sicuro da ogni altra cosa intorno e io non posso far altro che lasciarmi cullare dall'insieme di sensazioni che in questo istante mi fanno sentire... felice.

Allunga una mano verso di me, fermi ad un semaforo, giocherellando col mio ginocchio scoperto quando lo avvolgo con più forza tra le gambe. A questo gesto lo sento trattenere il respiro, drizzare la schiena e voltarsi di profilo per guardarmi di sottecchi probabilmente per chiedersi a quale gioco sto giocando. Ma non gli lascio il tempo di pensare perché abbasso lentamente le mani dal suo petto verso il basso, sfiorando gli addominali scolpiti fino ad arrivare alla cucitura dei suoi pantaloni.

Mi osservo intorno, notando solo un vecchietto accodarsi a noi e il resto della strada essere attraversata velocemente da veicoli provenienti dal senso opposto mentre faccio scorrere i palmi sotto la sua maglietta. Il suo ventre si contrae, lo vedo stringere la mascella e i suoi occhi guizzano in tutte le direzioni come per accertarsi che nessuno ci stia vedendo. Le sue dita insistono sulla mia pelle con piccoli cerchi immaginari, sembriamo incapaci di mantenerci alla larga l'uno dall'altro, affamati di piacere e guidati solo dall'istinto. Ma il semaforo diventa verde troppo velocemente, e Blake è costretto a rimettersi alla guida con un sorriso divertito in volto. Mi chiedo se anche lui riesce a sentire il fuoco scorrergli sulla pelle, incendiargli i polmoni e distruggere ogni capacità di ragionare razionalmente. Perché io è così che mi sento, travolta completamente dall'attesa di incrociare nuovamente i nostri corpi per provare ancora una volta la sensazione di sentirlo sottopelle arrivare ovunque.

Blake serra i pugni sulla manopola dell'acceleratore fino a che le nocche gli diventano bianche, le vene sul dorso della sua mano si gonfiano e contrae i muscoli all'altezza del braccio perché una macchina rossa parcheggiata al lato della strada con a bordo due ragazzini appena maggiorenni iniziano a fischiare nella mia direzione. Li ignoro, semplicemente continuando ad accarezzare la sua pelle e mi beo della sensazione di sentirlo rilassarsi a poco a poco contro il mio tocco.

Solo adesso mi rendo conto dell'influenza che entrambi esercitiamo l'un l'altro.

<<Non torno indietro solo perché non riesco più ad aspettare per averti.>> Precisa assottigliando lo sguardo nella direzione di casa mia, ormai vicina.

<<Mi sembra una scelta sensata>> gli sussurro avvicinandomi al suo orecchio.

Per tutta risposta lo sento scuotere la testa divertito, accelerare bruscamente senza curarsi di parcheggiare lungo il vialetto ma direttamente nel giardino di casa.

Appoggio i piedi a terra e seguito dai suoi passi mi affretto ad aprire la porta principale, lascio cadere la borsa mentre dalle mie spalle l'ingresso viene chiuso con un tonfo. Cerco di celare i brividi che mi percorrono la pelle sapendo di essere a casa, totalmente circondati dal silenzio, solo noi due.

<<Hai fame?>> Gli chiedo restando girata e avverto il suo corpo sfiorarmi le spalle.

<<Non quella che intendi tu...>> Mi soffia al lato del collo, obbligandomi a chiudere gli occhi per il piacere che sento montare direttamente nel mio ventre.

Dio, quanto mi è mancato tutto questo.

<<Vuoi parlarne?>> Sputo fuori senza riflettere perché sono giorni che la mia mente cerca di pensare al dolore che ha dovuto reggere senza altri intorno al di fuori di sé.

Lui però non sembra turbato dalla cosa, al contrario, porta i miei capelli al lato di una spalla baciando il lembo di pelle rimasto scoperto al di sotto.

<<Magari più tardi>> si limita a dire, facendo scorrere la zip del mio top verso il basso in un movimento lento e deciso. Dalla mia lingua spariscono improvvisamente tutte le cose che avrei voluto dirgli, rimandandole ad un altro momento.

Il tessuto cade ai miei piedi, l'aria sbatte contro i capezzoli esposti che si gonfiano verso l'alto e i miei occhi scendono proprio sui piccoli rigonfiamenti rosei senza sentirmi a disagio di come lui mi possa vedere. Alzo un dito nello spacco tra i due seni, attraversando la pelle chiara fino ad arrivare alle piccole aureole mentre avverto il suo sguardo incendiarmi tutta. Accarezzo le piccole protuberanze che si tendono ancor di più sotto al mio stesso tocco, gettando la testa all'indietro per appoggiarmi sulla spalla di Blake e lasciare ad un gemito riempire il silenzio intorno.

I suoi pantaloni sono tesi sul punto di scoppiare, premuti contro la mia schiena, e la sua mano s'insinua sotto la mia gonna sollevandola da un lato.

<<Continua...>> Mormora con voce roca, stringendo una natica tra le sue dita.

Faccio ciò che dice, continuando a toccarmi completamente inebriata di lui.

So che è quello che mi ha sempre chiesto, non avere filtri in sua presenza, e per la prima volta sento che stiamo viaggiando alla stessa velocità di intenzioni. Non posso reprimere ciò che mi fa provare, riesce a farmi sentire audace come non sono mai stata prima. Blake è in grado di tirar fuori questo lato del mio carattere che mi fa sentire totalmente libera da catene di pudore, sollevandomi al di sopra di ogni giudizio morale e concedendomi il lusso di privarmi dalle regole imposte da altri.

Lui ti porta a desiderare ogni regola eticamente sbagliata, mostrandoti quello che nel decoro non sarai mai in grado nemmeno di sfiorare. Ne diventi dipendente.

Le sua mano scorre dal mio fianco fino al pizzo delle mie mutandine che scosta senza nessuna difficoltà e fa affondare due dita dentro di me, facendomi ansimare.

<<Mi sei mancata, ogni fottutissimo giorno chiuso in quel posto.>> Si tira indietro, per poi introdursi ancora più a fondo di un attimo fa. <<Ho pensato al momento in cui sarei stato dentro di te almeno una dozzina di volte in queste due settimane...>> Tremo, ansimando e adorando ogni cosa mi sta facendo.

Dio, come potrei non farlo?

<<Al momento in cui le tue gambe si sarebbero aperte solo per me...>> Fa pressione col ginocchio su di me e senza la minima esitazione, divarico le gambe al suo volere.

Si ritrae solo per accarezzarne con le dita bagnate lentamente il mio clitoride.

<<All'esatto istante in cui tu, avresti urlato il mio nome.>> Mi afferra un seno con l'altra mano sostituendola un attimo dopo col calore della sua bocca, facendomi impazzire. Sento il mio capezzolo premere contro la sua lingua, che mi assaggia mandando una scarica elettrica lungo tutto il mio corpo. Apro gli occhi per guardarlo mentre si abbassa in ginocchio, mordicchiandomi la base della schiena, una natica e poi l'altra. Voglio tirarlo a me, ancora più vicino, voglio avere ogni cosa.

<<Blake...>> Sussurro quando fa scorrere il suo dito dal clitoride verso il basso, introducendosi di nuovo dentro me. D'istinto inarco la schiena verso il suo viso ed è come se l'avesse già previsto, perché non aspetta un istante in più per far scorrere la lingua dove prima c'era la sua mano mandandomi completamente in confusione.

Mi aggrappo al muro di fronte quando le mie gambe diventano d'un tratto instabili ma Blake deve averlo capito perché mi circonda con il braccio libero un fianco e apre il palmo all'altezza della mia pancia scoperta per darmi maggiore sicurezza mentre continua ad alternare la lingua da piccoli cerchi a movimenti verticali.

Non posso osservare gli occhi ma riesco a percepire il suo sguardo, chino in avanti col respiro corto e i muscoli tesi sul punto di scoppiare intento a mettere il mio piacere al centro di tutte le sue attenzioni. E quest'immagine è abbastanza per farmi seccare la gola e tremare di desiderio, percepisco il mio corpo pulsare ovunque.

Vorrei che questo momento durasse in eterno, vorrei non smettesse mai.

Con avidità lo sento risucchiare il clitoride, mordicchiandomi i lati e di tanto in tanto scendere verso il basso come se non ne avesse mai abbastanza di me. I suoi capelli mi solleticano la base della schiena provocandomi dei brividi mentre un suo dito si fa di nuovo strada dentro il mio corpo facendomi contrarre i muscoli di piacere.

Intreccio una mano ai suoi capelli quando sento accrescere le pulsazioni che mi portano verso il suo volto, sentendomi tremendamente eccitata e bagnata di lui. Inizio così a muovermi come se non ne potessi più fare a meno, assecondando i suoi movimenti per raggiungere un orgasmo ormai arrivato al limite.

<<Voglio sentirti venire sulla mia bocca Alyssa, vieni per me...>> Riesco a sentire tra gli ansimi la sua voce, e di nuovo la sua testa riaffonda leggera e calda su di me.

Quasi fosse un ordine improvvisamente la stanza si fa più stretta intorno ai nostri corpi, delle goccioline di sudore iniziano a scendere lungo la schiena e le gambe si tendono intorno ai suoi movimenti che accompagnano il mio piacere.

Tutto diventa bollente, avverto il rumore di un pezzo di stoffa strapparsi dalle mie mutandine e Blake chiude a pugno la mano sulla mia pancia, solo per spingermi ancora di più verso il suo volto. Mi lascio trasportare e dopo un ultimo affondo inizia a succhiarmi così forte che lascio cadere la testa all'indietro facendomi attraversare da un gemito rauco, tirandogli i capelli solo per rimanere ancorata su di lui.

<<Blake!>> Delle scosse di piacere mi attraversano tutta facendomi urlare, sentendomi finalmente libera di poter fare tutto ciò che posso mentre percepisco il suo sguardo incendiarmi la pelle per tutto il tempo in cui l'orgasmo mi sconquassa il respiro mozzato. Lo sento vicino, il suo profumo mi avvolge e i suoi gesti mi sono riservati, così appagata che potrei scoppiare a piangere solo per l'intensità di ciò che sto provando in questo momento. Ma lui ha altri piani, perché lentamente si rialza e risalendo continua a lambirmi pezzi di pelle scoperta al suo passaggio.

<<Proprio così>> dice infine, da dietro il mio lobo.

Sorrido d'istinto, girandomi per incontrarlo finalmente davanti ai miei occhi mentre i suoi stanno bruciando tra le fiamme dell'estasi. È eccitato oltre ogni misura, le guance arrossate e i capelli sfatti, le labbra gonfie e la fronte impregnata di sudore.

Dalle mani iniziano a scorrere le vene in rilievo che arrivano lungo tutto il braccio, i muscoli fanno tendere la maglietta così tanto da intravederne gli addominali al di sotto. È una vista superlativa il suo aspetto ora, ridotto così a causa mia.

<<Voglio sentirti così per sempre Blake, non vorrei che questo momento finisse mai...>> Ammetto incastrando la sua bocca sulla mia, tirandogli il labbro inferiore.

Cosa mi sta succedendo? Non sono ancora sazia di noi. Non lo sarò mai.

Non faccio in tempo a staccarmi che le sue braccia mi sollevano da terra per sbattermi contro la parete alle mie spalle, è come se il tempo non bastasse perché ci stiamo muovendo con l'urgenza di non mettere un freno alle nostre intenzioni.

Lo aiuto a slacciarsi i pantaloni mentre la sua bocca inizia a mordicchiarmi la base del collo, per poi passare al solco che divide i seni e infine dedicarsi ai capezzoli turgidi.

<<Cazzo, vorrei baciarti ogni angolo della pelle.>> Mi sussurra tirandone uno in segno possessivo, famelico come lo sono i suoi occhi più scuri del solito.

Finalmente i suoi pantaloni lo lasciano libero e avverto la punta della sua durezza sfiorare il punto più sensibile del corpo, che sento pulsare pronto ad accoglierlo. Con un movimento dei fianchi inizia a roteare su di me, strusciando contro l'ingresso caldo fino a trovare una velocità che soddisfi entrambi. I miei seni iniziano a dondolare per seguire i movimenti e la sensazione che fino a qualche istante fa aveva trovato il giusto appagamento inizia adesso ad accrescere di nuovo.

Lascio che dei gemiti mi sfuggono ogni qualvolta ne avverto uno fare capolinea, ormai senza più nessuna barriera a dividermi dalle mie stesse immaginazioni.

Blake allunga una mano verso il basso afferrandosi per tutta la lunghezza, mi fissa dritto negli occhi mentre lo punta in direzione dell'ingresso aperto per lui e senza perdere altro tempo affonda in un movimento deciso e liberatorio.

Avverto un po' di bruciore ma mi lascia tutto il tempo per adattarmi alla sua grandezza e, dopo qualche istante, riesco a rilassarmi intorno al suo corpo ingombrante dentro. Solo a questo punto Blake si fa indietro, mi bacia la punta del naso con dolcezza e riaffonda in me questa volta lasciandomi senza fiato.

Percepisco i muscoli contrarsi per accoglierlo intensamente, come se volessero risucchiarlo, e le spinte delicate lasciano velocemente il posto a dei colpi più serrati. Incastrata tra il suo petto e il muro non ho scampo, stringo le cosce sul suo bacino e assecondo ogni steccata ansimando. Le mani si fiondano intorno al mio volto, aprendo i palmi e facendo pressione sul muro per trovare un sostegno utile a sorreggerci, perché i suoi movimenti diventano sempre più veloci mentre io sento di star per cedere di nuovo. Graffio la schiena e lecco il suo collo per assaporare la sua pelle dolce, mentre lui pensa solo a perdersi tra le mie gambe ed abbandonarsi nell'incavo del mio collo quasi come se fosse l'unica cosa in grado di calmarlo.

Inizio a tremare, accelerando il respiro che sa solamente di noi.

<<No, non venire. Voglio di più, non venire.>> Cerca di risultare risoluto ma sento che anche lui sta seguendo le mie tracce, osservando il suo petto quasi non respirare neanche più. I suoi occhi scendono a guardare il punto di congiunzione dei nostri corpi, il suo cazzo entrare ed uscire come se fossimo stati plasmati per combaciare insieme, e poi torna di nuovo a cercarmi come per garantirsi che sia tutto reale ciò che sta succedendo e non si tratti invece di un sogno.

<<Io non posso... Blake...>> Affonda una mano nei miei capelli per indirizzarmi verso la sua bocca, qui dove inizia a inseguire la mia lingua affamato di ogni cosa. Con la mano libera mi solleva una gamba mentre l'altra rimane ancorata saldamente al suo bacino e, in questa posizione, posso sentire la sua durezza entrare in profondità.

<<Dio.>> Anche lui deve sentire tutto, bagnata e ansante per ciò che mi sta facendo.

Non riesco più a resistere da questa posizione, con un ultimo respiro mi aggrappo alle sue spalle e inizio a dondolarmi su di lui ignorando i quadri dietro di me che hanno appena iniziato a tremare. Urlo il suo nome fortissimo, quasi al culmine.

<<Sei vita, Blake. Tu, mi rendi dannatamente viva.>> Riesco a dirgli, prima di rompermi in mille pezzi e scoppiare in un orgasmo travolgente. Come se un fulmine avesse appena colpito il mio corpo, sento i muscoli essere attraversati da una scarica elettrica che mi fa tremare tutta. Chiudo gli occhi incapace di vedere, non in grado di sorreggermi lascio che siano le sue mani a farlo mentre il cuore mi scoppia di gioia.

Il respiro mi rimbomba nelle orecchie, la testa mi gira e la fronte è impregnata di sudore. Percepisco il battito imponente contro la mia cassa toracica, lungo i polsi, come unico suono a rimbombare nella mia testa, questa è la sensazione di gran lunga più intensa in tutta la mia vita che abbia mai provato finora.

Al riparo tra le sue braccia e certa che sarà per tutta la vita, il mio posto sicuro.

Sorrido quando riapro gli occhi e lo trovo a scrutarmi con le labbra socchiuse, il suo sguardo saetta lungo tutto il mio viso come se fosse perdutamente perso nei suoi pensieri. Ma poi sbatte le palpebre, tira su le labbra mostrando quelle adorabili fossette e riprende a muoversi dentro di me come se non avesse mai smesso.

È uno spettacolo divino, i muscoli gli si contraggono ad ogni spinta mentre uno strato di sudore illumina la sua pelle, lo sguardo perso a cercare continuamente il mio e le labbra gonfie a causa dei nostri baci. Sembra incapace di fermarsi.

<<Piano Blake, ti prego>> piagnucolo sfinita mentre cerco di dimenarmi ancora per dargli piacere tanto quanto lui lo ha dato a me. Cerco di stare dietro ai suoi colpi, il ritmo irregolare e la stretta sempre più ferrea del suo braccio intorno alla mia gamba sollevata. Ho il fiato corto, lo stomaco si alza e abbassa incessantemente, le gambe iniziano a non rispondere più dei miei comandi e una stanchezza improvvisa piomba addosso alle mie spalle e sulle mie palpebre.

<<Stammi dietro Alyssa perché non succederà, rimani con me fino alla fine.>> Dice rauco, prima di afferrarmi il labbro e tirarlo verso di sé per avvicinarmi.

E così accade, per i minuti successivi in cui Blake aumenta la velocità senza smettere mai di creare un contatto umano che va al di fuori del semplice sesso.

Mi stringe tra le braccia sprofondando con il naso tra i miei capelli, si porta le mie mani intorno al suo collo come se non se ne volesse più andare, accarezzandomi col respiro caldo che sento penetrarmi ovunque. Si aggrappa alla mia vita quando è sul punto di lasciarsi andare, mi osserva un'ultima volta e fa congiungere le nostre fronti fino a quando i suoi muscoli s'irrigidiscono e si lascia attraversare dall'orgasmo.

<<Sei vita, più di quanto immagini Alyssa.>> Mi sussurra in mezzo agli spasmi che gli sconquassano il petto, senza staccare gli occhi dai miei.

Mi tengo a lui mentre scivola ancora e ancora dentro di me, spingendosi le ultime volte in mezzo alle mie gambe entrambi completamente storditi dal piacere e dalla beatitudine che ci culla per il resto dei minuti successivi alla consapevolezza dell'essere finalmente insieme.

Essere vita l'uno per l'altro, è questa la nostra promessa.
E supera di gran lunga qualsiasi altro patto d'amore.
Dal primo istante, ad oggi, e fino al momento in cui non ne avremo abbastanza.
Ma questo, sono convinta, non potrebbe mai accadere.
Come si può, d'altronde, smettere di vivere quando abbiamo appena iniziato a farlo?

———————-
Ciao ragazze, come state?
Ecco, finalmente, il nuovo aggiornamento.
Lo so, non succedono molte cose, ma ho ritenuto giusto farvi leggere un po' di pace dopo tutti i tormenti che hanno dovuto affrontare.
Non potete dire che non sono stata buona stavolta. 😇

Alcune di voi che mi hanno scritto in privato già lo sanno, al resto voglio dire che mancano solamente due capitoli alla fine.
Sì, è quasi finito questo viaggio e so che un po' ve lo aspettavate.
Io cerco di non pensarci troppo, la sto vivendo così. 🥲

Spero di riuscire a darvi il prossimo capitolo già la prossima settimana ma sarò via per qualche giorno e quindi non ve lo posso promettere.
Cercherò comunque di fare il possibile.
A presto.

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