Snapchat ➳ Larry

By oceanodidifetti

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Louis Tomlinson ha 24 anni, capelli lisci castani, occhi azzurri e un sorriso che illumina il suo viso. Fare... More

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Ringraziamenti
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By oceanodidifetti

25.


Non credevo si potesse resistere così tanto tempo rinchiusi in casa, senza vedere la luce del sole da giorni.

Ero così ferito, così arrabbiato, così deluso, che non pensavo mai a quanto male mi stessi provocando da solo evitando ogni contatto con il mondo esterno.

Avevo chiuso la porta della camera a chiave e mi ero lasciato andare sotto le coperte del letto, con la fronte appoggiata sul cuscino e un dolore incredibile al cuore.

La testa pulsava e faceva terribilmente male, mi faceva male lo stomaco a causa dell'irregolarità nel mangiare, saltando pasti per giorni interi. Ma non era per quello che stavo male, non era per quello che le mie lacrime non smettevano di fermarsi.

Mi piaceva. Mi piaceva Harry come non mi era mai piaciuto nessuno. In quel momento avrei voluto solo tornate indietro e non averci mai litigato.

Tentai di asciugarmi le guance quando sentii qualcuno che provava ad aprire la porta della camera e trattenni il respiro, per sopprimere i singhiozzi, quando sentii la voce di mia sorella.

«Ehi Lou, apri.» urlò lei dal corridoio.

Singhiozzai ancora e tirai su con il naso. Con una mano cercai di dare una forma più decente ai miei capelli arruffati mentre mi nascondevo ancora di più sotto il piumone.

«Dimmi che stai bene, mi fai preoccupare.»

Disse Lottie cercando, invano, di aprire la porta anche se era ancora chiusa a chiave e non avevo la forza di alzarmi e affrontare qualunque persona.

Starò bene.


-


☎️Ti prego, rispondi

☎️Harry.

☎️LOUIS

☎️LOU

☎️SEI VIVO!

☎️Smetti di scrivermi, grazie.

☎️Non ho nulla da dirti, ciao.

☎️Se non vuoi parlare qui, sono costretto a venire sotto casa tua.


-


La televisione non trasmetteva più niente di interessante. Ormai il divano aveva preso la mia forma, visto le lunghe ore che ci avevo trascorso dopo essermi alzato dal letto per rispondere agli innumerevoli messaggi di Harry.

Smetti di scrivermi, grazie.

Harry creava dipendenza, ti faceva entrare nel suo vortice pieno di emozioni e dopo ti distruggeva.

Una coltellata al cuore, una spina nel fianco, un pugno nello stomaco.

Harry era tutto questo con una piccola dose di dolcezza che riusciva sempre ad ammaliarti.

Aveva la capacità di farti sentire speciale e di distruggerti il secondo dopo.

L'idea di non rivederlo era sempre stampata nella prima testa, era troppo presto e faceva ancora troppo male.

Il campanello del portone di casa suono, ma la voglia di alzarmi per andare a

vedere chi rompeva i coglioni era inesistente.

«Lottie vai tu!»

Urlai cercando di farmi sentire da mia sorella, che però invano non risponde.

«Mamma hanno suonato!»

Neanche mia madre rispose.

«C'è qualcuno in questa casa?»

Sbuffai, alzandomi e soffermandomi un secondo davanti allo specchio del soggiorno per osservare il mio viso.

Era orribile. Le occhiaie sempre più marcate sotto gli occhi, i capelli sparati in tutte le direzioni e lo sguardo spento.

Avevo preso, decisamente, troppo male la faccenda di Harry.

Il campanello risuonò nel silenzio della casa facendomi sussultare.

«Louis, so che sei in casa. Apri.»

La sua voce mi trafisse il petto e tremai più forte, cercando di non scoppiare di nuovo a piangere.

«Cazzo apri questa fottuta porta!»

Sembrava incredibilmente arrabbiato, la sua voce era forte e roca.

Guardai la porta per dei secondi che sembravano non passare mai, tirai su con il naso e feci qualche passo verso il portone.

Sentivo il cuore bruciare e non. avevo un aspetto dei migliori.

Allungai il braccio verso la serratura e la feci scattare. La porta scricchiolò e mi ritrovai davanti la figura di Harry.

Alzai lo sguardo, torturandomi le labbra. Era così bello, Harry Styles era fottutamente troppo bello.

I miei occhi azzurri si incastravano perfettamente con i suoi verdi. Erano sempre lì, sempre pronti a scrutarmi.

«Harry»

Il suo volto si rilasso appena sentì la mia voce, e si portò una mano fra i capelli.

«Voglio solo parlare»

«Harry vattene»

E per quanto mi era mancato, era ancora troppo presto.

«Louis, ti prego»

Vidi Harry muovere qualche passo dentro casa. Indietreggiai fino a trovarmi contro il muso e sbatterci la schiena. Ma dov'era Lottie quando serviva?

«Credimi è meglio se vai.»

«Lasciami spiegare, Lou»

Cercai di bloccare l'avanzata di Harry contro di me portando le mie mani sulle sue spalle e cercando di bloccarlo.

Harry mi respinse facilmente, essendo molto più alto di me.

Si tuffò letteralmente sulle mie labbra socchiuse schiacciandomi con il suo petto ancora di più contro il muro.

Chiuse la porta con un calcio mentre mi mordeva con tutta la forza che aveva il labbro inferiore.

Mi circondò la schiena con le sue braccia muscolose impedendomi di staccarmi.

Mugolò nella mia bocca, in quel bacio che di casto aveva ben poco.

Era fatto di lingue, morsi e uno schiocco osceno che fece quando le sue labbra lasciarono andare le mie.

Forse mi erano mancate le sue labbra.

«No cazzo no»

Gli urlai contro, nascondendo con le mani la mie faccia e cercando di scoppiare a piangere di fronte a lui.

Mi liberai dalla sua presa, e corsi su per le scale entrando in camera mia e sbattendo la porta.

«No Lou, cazzo aspetta!»

La porta si spalancò ed un Harry con il fiato corto e le guance arrossate mi si parò davanti.

«Cazzo, vattene!»

Sentivo le mie vene sulla fronte pulsare. Non ne volevo sapere di lui.

«No, Lou ascoltami.»

«Non chiamarmi Lou! Vai via!»

Stavo dando di matto. Mi guardai in torno e presi in mano la prima cosa che trovai tra le mani, una scatola.

«Lou, ti prego»

Mi disse prima che gli lanciassi l'oggetto.

Non volevo più sentirlo, non volevo più vederlo, lo volevo fuori dalla mia vita.

Pochi secondi dopo, c'era Harry che cercava di proteggersi e io che, preso dalla rabbia,che prendevo ogni cosa presente nella mia stanza per lanciargliela addosso.

Con la rabbia che scorreva nel mio corpo, non mi accorsi che Harry stava ridendo.

La sua risata, cazzo.

«Pensavo che i preservativi si infilassero, non che si lanciassero.»

Disse alzando la mano per mostrarmi la bustina di un preservativo.

Arrossii ma cercai di ricompormi subito.

«Harry non fare il simpatico, e vattene ti prego»

Tornò serio e «Ora che hai finito di lanciarmi tutte e di più addosso, possiamo parlare?»

«No ti prego. Io...Solo vattene, per favore»

Mi accucciai per terra, appoggiando la fronte sulle ginocchia.

Sentii una lacrime bagnare il mio viso, ma evitai che un singhiozzo mi sfuggisse dalla bocca.

«Ti prego, va via Harry»




Continua...




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