Haikyuu!characters x Reader

By KatakuBakugou

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Raccolta di One-shots sui personaggi di Haikyuu!! su richiesta e non. Inutile dire di che si tratta perché so... More

INDICAZIONI
[Kageyama x Reader] 'An Unexpected Meeting'
[Bokuto x Reader] 'Do You Really Like Me?'
[Oikawa x Reader] 'My Teddybear'
[Yaku x Reader] 'Boku no Baka'
[Asahi x Reader] 'Between Fabrics and Colours'
[Kuroo x Reader] 'You, Stupid Cat!'
[Lev x Reader] 'Look at the Camera, Please'
[Nishinoya x Reader] 'I'm Not Joking, I Love You'
[Tanaka x Reader] 'I'm a Good Boy, Senpai~'
[Tsukishima x Reader] 'I Hate You...but Just a Bit'
[Semi x Reader] 'The Melody of My Heart'
[Sugawara x Reader] 'My Husband is a Missed Mother'
🔴[Atsumu x Reader] 'Baby Girl'
[Osamu x Reader] 'Yes, She is My Girlfriend'
[Yamaguchi x Reader] 'That Smile...'
[Suna x Reader] 'We Complete Each Other'
[Kita x Reader] 'Happy White Day'
[Akaashi x Reader] 'Would You Like to Date Me?'
[Terushima x Reader] 'Who Are You, My Pretty Girl?'
[Matsukawa x Reader] 'Ne, Be Younger!'
[Kyotani x Reader] 'My Queen'
[Sakusa x Reader] 'Wear It!'
[Kenma x Reader] 'Gamer Boy'
[Daichi x Reader] 'You Won't Catch Me, Darling~'
[Ushijima x Reader] 'Do You Know that Boy Who...'
[Kunimi x Reader] 'I Think I'm Stupid'
[Tendou x Reader] 'My Little Praline'
[Washio x Reader] 'You're Prettier when You Smile'
[Coach Ukai x Reader] 'Good Morning, Can I Have a Date?'
🔴[Bokuto x Reader] 'Come Here, Baby~'
🔴[Kageyama x Reader] 'Little Wolf'
🔴[Oikawa x Reader] 'I Love You for Infinity'
[Atsumu x Reader] 'My Dear Lady'
🔴[Osamu x Reader] 'My Favour'
🔴[Suna x Reader] 'So Sexy...'
🔴[Asahi x Reader] 'I...Want a Family with You'
[Nishinoya x Kuroo's Sister!Reader] 'Hi, Cutie'
🔴[Tsukishima x Reader] 'Damn Kitty...'
🔴[Kuroo x Reader] 'You, Stupid Cat' pt.2
[Hinata x Reader] 'I Think I Wanna Marry You'
[Nishinoya x Reader] 'I'm Not Joking, I Love You' pt.2
🔴[Tendou x Reader] 'Love Me like You Do'
[Shirabu x Reader] 'Cute and Shy'
[Goshiki x Reader] 'Don't Give Up, Okay?'
[Sugawara x Reader] 'Our First Date'
[Kuroo x Claustrophobic!Reader] 'Happy to Have You Here'

🔴[Kuroo x Reader] 'A Dangerous Kitty'

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By KatakuBakugou

(C/n) = cognome madre

Vi chiedo già scusa se non c'è corrispondenza tra l'articolo e il vostro cognome o problemi di cacofonia, ma per scrivere ho adattato ai cognomi miei. Nella lettura adattateli pure ai vostri.

Sei mesi prima

Mi tiro il cappuccio giù, in modo tale da coprire il mio volto, ed esco di casa. La chiudo e ripongo nella tasca interno della mia giacca oversized le chiavi del mio piccolo appartamento, il quale altro non è che un buco con un bagno, una camera e una cucina.

Controllo di aver con me ciò che devo consegnare e, accertatami di sì, mi dirigo verso il luogo di incontro.

Io vivo in un quartiere decisamente trasandato e abbandonato a sé della città. Quel tipico quartiere da film dove spacciatori, drogati, alcolizzati e psicopatici vivono. E l'unico modo che si ha per sopravvivere qui è o diventando pusher o diventando una puttana.

Altra caratteristica del quartiere è che qui vengono abbandonati tutti i bambini che nessuno vuole o illegittimi. Alcuni hanno la fortuna di essere accuditi, ma altri sono più sfortunati.

Io non ho mai incontrato un bambino piccolo in zona e credo he questa sia una fortuna. Se dovessi vederlo non so se sarei in grado di ignorarlo, ma non lo prenderei nemmeno sotto custodia se non fossi sicuro di poterlo accudire.

Sono cresciuta senza dei genitori e di loro ricordo solo delle grandi pozze rosse e degli uomini armati. Quindi vorrei poter dare a quei bambini l'opportunità di crescere con qualcuno al loro fianco, azione di cui non sono stata graziata.

E, per concludere, una cosa non può mancare in queste zone: la Yakuza.

La mafia controlla la città con pugno di ferro e la loro influenza è molto forte soprattutto nei luoghi più trasandati, dove chiunque è disposto a fare qualcosa per sopravvivere.

A capo basso, entro nel piccolo locale dove ho appuntamento con un cocainomane. Tra l'essere una prostituta e una spacciatrice, ho scelto la seconda.

Il pensiero di appagare con il mio corpo dei maiali che vivevano con la carta per pulirsi il culo fatta d'oro non mi andava. Soprattutto perché io dovevo farmi in quattro per avere la carta per pulirmi il culo.

Attenzione però: la vendo ma non ne faccio uso. Odio queste sostanze, soprattutto visto come ti fottono il cervello, ma sono obbligata a farlo se non voglio morire di fame. A meno che un riccone si innamori di me e mi compri cose di marca, ma al lieto fine non ci credo più da tanto tempo.

Mi siedo in un angolo e, cinque minuti dopo, un uomo che cammina un po' a zig zag mi viene incontro. Sposta la sedia e si accomoda davanti alla mia figura.

-Ce l'hai?- mi chiede con tono quasi bisognoso

Io non gli rispondo, ma mi limito a lanciare sul tavolo la busta.

Lui prende i soldi e me li consegna. Li conto un attimo e, vedendo che è tutto, mi alzo e me ne vado, ma la mano del drogato afferra il mio polso.

-Perché non resti un po' qui e ci divertiamo assieme?- mi domanda con sguardo languido

La sua lingua passa sopra alle labbra screpolate e viola, lasciandomi intravvedere la dentatura ingiallita.

Mi dimeno e mi allontano da lui, ma non demorde e ci riprova. Peccato solo che io abbia una mia istruzione di difesa e lo stenda con un pugno ben assestato.

Chi l'ha detto che una ragazza di 18 anni non possa stendere un 40enne arrapato e drogato? In questo posto ti sfido a trovare una ragazza che non sappia tirare un calcio nel punto a loro più sensibile.

È la volta buona che varco l'uscita di quel sudicio posto e, attraverso vicoletti che ben conosco, torno nella zona del quartiere dove vivo.

Ho bisogno di prendere del cibo. L'ho quasi finito.

Faccio una piccola deviazione verso il market aperto e, con i soldi ottenuti, riempio un paio di cestini.

In linea di massima prendo ciò che mi serve per un pasto al giorno, se non ho molti soldi con me. Ma oggi decido di spendere un minimo in più e di concedermi due pasti per le prossime settimane.

A mano a mano che cammino tra le corsie, inizio a sentirmi quasi osservata. Mi guardo attorno, ma non noto nessuno.

Bah, sarà il mio sesto senso sempre in allerta. Sta iniziando ad andare a puttane anche lui a quanto pare.

Mi avvio verso la cassa, dove la solita ragazza disinteressata fa scorrere i miei articoli e mi fa pagare la spesa. Non mi spreco nemmeno di salutarla e di augurarle una buona giornata perché, in questo posto, non c'è niente di buono.

Prima di uscire, però, noto una figura incappucciata fuori dal negozio. Non riesco a vederla di volto, ma so per certo che mi sta osservando con la coda dell'occhio. Fuori è nuvoloso e non posso nemmeno affidarmi a un minimo di riflesso o altro.

Resosi conto che l'ho beccato, si gira e se ne va mentre io prendo la direzione opposta alla sua verso il mio appartamento.

Sarà l'ennesimo drogato che è venuto a sapere che vendo? Oppure è un maniaco? Bah, finché non devo averci a che fare non mi preoccupo.

Mancano ancora un paio di ore all'orario di cena e, quindi, decido di sistemare e pulire un po' il buco dove mi ritrovo. Ripongo la spesa tra il frigo e le mensole e, per ultimo, vado a farmi un doccia in bagno.

L'acqua calda scarseggia come sempre ma non ho soldi da buttare per l'acqua calda. A fin fine ci si abitua a quella fredda, come a tutto.

Finito, esco e mi vesto con quella larga maglia che uso come pigiama da...troppi anni. Apparteneva a mio papà ed è l'unica cosa che ancora possiedo di lui. Di mia mamma ho qualche vestito più decente e un medaglione di famiglia molto importante che tengo nascosto dentro a una piccola tasca che ho cucito all'interno del materasso.

Accendo la piccola TV per sentire se ci sono novità e inizio a preparare una rapida cena a base di ramen.

Economia, borsa di Tokyo in aumento, incidenti a Kyoto e bla, bla, bla.

La TV dovrebbe interessarsi di più a questioni più vicine alla realtà di ogni giorno. Mi chiedo davvero come sia possibile che la Yakuza non sia mai stata bloccata in tutti i decenni che esiste.

Bah...

Finita la mia cena, lavo i piatti e mi stendo un po' in divano a leggere. Ogni tanto capita di trovare in giro per strada dei vecchi volumi o, tal volta, vengono riposti accanto ai cassonetti della carta.

Io è così che ho imparato a leggere e scrivere, in maniera del tutto autonoma e indipendente.

Ogni tanto le sere esco, ma questa non è quella sera e decido di dedicarmi alla lettura fino a che i miei occhi non si chiudono.

L'ultima cosa a cui penso è quella figura misteriosa con il cappuccio.

Non sono sicura appartenga al posto, altrimenti saprei chi è. Però non sono nemmeno sicura vi sia del tutto estraneo.

Per essere qui deve avere un buon motivo o deve avere un qualche legame con qualcuno. Nemmeno gli sprovveduti si addentrano in questo quartiere.

Perché ho la sensazione che lo rivedrò presto?

E così mi addormento, decisamente poco curiosa di scoprire cos'ha in serbo per me la vita di Tokyo.

La mattina seguente mi alzo abbastanza tardi e, per prima cosa, controllo se l'uomo che mi rifornisce di droga da vendere mi ha contattato.

Nel display del cellulare, gentilmente regalatomi da costui per facilitare i contatti, non trovo alcuna notifica e, con un sospiro di sollievo, mi getto sopra le coperte.

-Magari posso rilassarmi- dico con tono pensieroso a nessuno di preciso

E così resto tutta la mattina nella mia piccola camera ad ascoltare musica fino a che non mi sale un certo languorino e mi alzo per preparare il mio pranzo.

Cucini giusto qualcosa di semplice e, poi torno a poltrire, ma sta volta in divanlo.

Magari più tardi esco un po'.

Lascio passare un'ora e mi metto una felpa grigia e larga e dei pantaloni neri. Sembrerò un maschiaccio, ma amen, non me ne importa.

Prendo il telefono e le cuffiette incluse per ascoltare della musica, le chiavi di casa e, naturalmente, i soldi. Non vorrei che qualcuno irrompesse a casa mia e mi rubasse tutto come già accaduto.

Chiudo e, con il cappuccio, sollevato sul capo, inizio a fare un giro per quel sudicio luogo in cui abito.

Tante facce conosciute mi sfilano accanto. Drogati, uomini in debito, prostitute, alcolizzati, ubriachi, fumatori accaniti, membri di qualche clan mafioso: dinne una e qui la trovi.

Infilo gli auricolari e faccio partire la prima canzone, la quale rapisce interamente la mia attenzione.

Evito ogni contatto con le persone e, quando qualcuno mi chiama, io lo ignoro. Avendo il volume basso posso percepire ogni minimo rumore esterno e so essere in allerta.

Ed è proprio questo a fregarmi.

Mentre passo davanti a un vicolo, sento un pianto e, perplessa, mi tolgo una cuffietta ed entro nella stretta calle.

A mano a mano che mi addentro, il lamento si fa sempre più forte e io sempre più preoccupata.

E lì, poco più avanti, un corpo minuto, sporco, che naviga dentro a una grande felpa ed è raggomitolato con le gambe al petto, siede e piange.

Mi avvicino con cautela e, quando mi ritrovo davanti a lui, mi accuccio.

-Ei, cosa succede?- gli chiedo, passandogli una mano sopra il capo biondo e castano

Lui non dice niente, ma solleva il volto verso di me, mostrandomi le sue guance rigate di lacrime.

-Vivi qui?- gli domando di nuovo

Lui mi risponde scuotendo la testa in segno affermativo.

-E come mai sei qui solo? È successo qualcosa?-

-La...la mia mammina- dice con voce spezzata dal pianto -Mio papà l'ha uccisa...-

-Mi dispiace tanto, piccolo. Capisco come tu possa sentirti. Se vuoi puoi venire da me. E ti pulisci anche un po'- gli sorrido

-Sei così gentile per questo posto- dice, tirando su con il naso

-Anche troppo-

Una voce alle mie solle mi da allarmare, ma prima di potermi voltare, qualcosa mi colpisce in testa con grande forza.

Cado a terra e le uniche cose che riesco a comprendere prima di perdere i sensi sono il bambino che si alza e un'altra voce che parla.

Poi buio.

Non so dopo quanto mi ritornano i sensi, fatto sta che mi ritrovo nel mezzo di un grande salone luminoso, le cui pareti sono tutte di marmo rosso.

Che posto è questo? Dove mi trovo?

Mi sento bloccata e, provando a muovere mani e piedi, mi rendo conto che sono legata a una sedia.

Che diamine è successo? Ricordo di quel bambino e poi un vuoto.

Provo a chiedere aiuto, ma nessun suono esce dalle mia labbra.

Cosa?!

Comprendendo che dimenarmi non potrà portarmi a niente di buono, mi calmo e attendo accada qualcosa.

Fortuna vuole che non debba aspettare molto.

Una serratura scatta e quattro figure fanno il loro ingresso in stanza.

-Oh! Vedo che la nostra ospite si è svegliata- mi introduce un ragazzo con una camicia bianca, una cravatta nera e i capelli di questi due colori

-Era priva di sensi da due ore. Sarebbe stato un problema se non si fosse svegliata- dice un ragazzo moro con un cappotto nero e dei guanti bianchi sporchi

-Dovevi colpirla più piano, te lo avevo detto- parla una figura a me nota

Ma quello è il bambino di prima!

Inizio a dimenarmi e a imprecare contro di lui, ma possono solo immaginare visto che il nastro mi tappa la bocca.

C'è anche una quarta figura che mi osserva divertita. I suoi occhi, in apparenza color nocciola, sembrano quasi felini e brillano di divertimento mentre io continuo a dimenarmi.

Il biondino mi si avvicina e, con uno strappo secco, mi toglie ciò che mi impedisce di parlare.

-Sei un bastardo!- gli urlo contro non appena posso

-Lo so- mi risponde, allontanandosi da me

-Chi siete e cosa volete da me?!-

-Che curiosa che sei- parla ancora il ragazzo con la capigliatura bianca e nera

-Ho diritto a saperlo. Prima ero tra la feccia di Tokyo e ora mi ritrovo...in una villa?-

-D'accordo- si fa avanti il più alto -Ti risponderò io-

Mi si pone davanti e si accuccia davanti a me, guardandomi con quella che mi sembra a tutti gli effetti un'espressione derisoria.

-Dove mi trovo?- chiedo subito

-A Tokyo- sorride in maniera sfacciata

-In che luogo?-

-Una villa, mi sembra chiaro-

-Non avevi detto che avresti risposto alle mie domande?- gli rispondo dietro, alquanto irritata dal suo modo di fare

-Per rispondere, io sto rispondendo. E ti sto pure dicendo la verità-

Sbuffo, ma non smetto.

-Voi chi siete?-

-Quattro persone-

-Eh?! Mi stai prendendo per il culo?!-

Inizio a muovermi più forte, cercando di privarmi di quei nastri o qualunque cosa siano che mi bloccano polsi e caviglie, ma ottengo solo tanto dolore e la pelle che brucia.

-Quanta rabbia repressa- sento dire da uno dei tre ragazzi dietro

-Ripeto. Chi siete?-

-Io mi chiamo Kuroo Tetsurou, piacere di conoscerti. Il ragazzo con i capelli bianchi e neri è Bokuto Koutaro, il moro accanto a lui è Akaashi Keiji e il più piccolo è Kenma Kozume-

-E io che me ne faccio dei vostri nomi?-

-Non credevo fossi così curiosa, (T/c) (T/n)- ghigna

E lui come fa a sapere il mio nome per intero? Non uso più il mio cognome da quando mio papà è morto. Lui come fa a saperlo?!

-Che succede? Mi sembri sorpresa-

-Tu...come fai a saperlo?-

-Cosa? Spiegati o non ti capirò, (T/c)-chan-

-Quello. Come lo sai?-

-Quello cosa?- finge di non capire

-Il mio cognome- cedo, rivelandogli il motivo del mio dubbio

-Oh beh, i (T/c) sono particolarmente noti alla Yakuza. Ma anche i (C/m) hanno una loro fama-

-(C/m)...? Yakuza...? Cosa state dicendo...?-

-Una cosa per volta. (C/m) è il cognome di tua mamma, dovresti saperlo-

-Io...non mi ha mai detto il suo cognome...-

-Ma come. Così ti avrebbe protetto di più-

-Protetto? Da cosa?-

-I (C/m) sono stati un potente alleato della famiglia a capo della Yakuza per molti decenni. Tuo nonno materno era uno dei più fedeli uomini del precedente capo. I (T/c) invece hanno una reputazione un po' più brutta-

-Tu come fai a sapere che mia mamma era legata alla Yakuza?-

-Lo so e basta. Tuo padre, invece, è stato un traditore. Te lo ricordi, vero, cosa gli è successo ormai dodici anni fa? Tuo padre è scappato via con tutti i soldi di tua madre, con tutto il suo patrimonio. Il suo obbiettivo era sempre stato quello. Non l'ha mai amata-

-Cosa puoi saperne te?! Stai zitto!- gli intimo

-Una volta scoperto che aveva rubato tutto quel denaro, la famiglia di tua madre ha attaccato il clan di tuo padre e hanno scoperto che si era infiltrato e che doveva illuderla di provare qualcosa per lei. Povera. Ci ha davvero sperato. Si sarà sentita così felice dopo aver scoperto di essere in dolce attesa, ma tuo padre no-

-Io...-

Perché quest'uomo sa più cose di me sulla mia famiglia?! Ma almeno...sono vere?

-Dopo la morte di tuo padre, il suo gruppo ha attacco te e tua madre. A distanza di quattro mesi, alla tenera età di sei anni, sei rimasta orfana di entrambi i genitori. Traumatico, no? Scommetto che il ricordo è ancora vivido in te. Tua madre che veniva trascinata per i capelli. Poi messa all'angolo. E una semplice coltellata al cuore. Tutto finito. La piccola (T/c) (T/n) era senza più una famiglia, ma con un'ottima conoscenza delle arti marziali. E una grande intelligenza. È grazie a quella che sei sopravvissuta fino a oggi. Ma non devi più preoccuparti d'ora in poi, devi fidarti di me- conclude il suo discorso

Dà segno a uno dei tre di slegarmi e, quando sono libera, non muovo un muscolo. Lui mi tende una mano e io lo guardo incerto.

-Non avrai più di che preoccuparti. La Yakuza ti proteggerà. Sei comunque una (C/m) e la tua famiglia è stata sempre di straordinaria importanza-

-Come faccio a sapere di avere l'appoggio della Yakuza?- chiedo alquanto dubbiosa

-Perché te lo sto garantendo io. Il nuovo capo- ghigna -Unisciti a noi, vedrai che sarai al sicuro e non dovrai più spacciare per vivere-

-Ma guarda te. Io mi sono sudato la sua fiducia e il ruolo di vice e lei, così, subito dentro- parla l'uomo con i capelli neri e bianchi

-Ma tu erediterai metà del mio piccolo impero nel momento in cui io morirò, lei no- gli risponde

-Sì, ma-

-Vieni, Bokuto-san, andiamo via-

Il moro prende sottobraccio il polemico e il finto bambino lo segue, lasciando soli nel grande salone me e quel ragazzo con la capigliatura nera.

Accecata dalla rabbia, non mi sono nemmeno concentrato su di lui prima, ma, guardandolo ora, devo ammettere a malincuore che è davvero giovane e bello per essere il nuovo boss della mafia giapponese. Alto e muscoloso. Scommetto con un solido addestramento alle arti marziali. E sono sicura del fatto che sappia maneggiare ogni arma o strumento di tortura.

Non ci pensare, (T/n), non è il caso...

-Perché mi vuoi con te? Io non sono niente di più di qualsiasi altra persona che vive in quel quartiere-

-No, tu hai qualcosa di più. Ce l'hai nel sangue. Ti ho tenuto d'occhio per un po' di tempo. Ti seguivo e ti facevo seguire dai miei uomini-

-Non ci sto più capendo...-

-Non c'è niente da capire. Unisciti alla Yakuza. Potrai essere la regina di tutto ciò assieme a me. In tal modo potremmo ricreare quel legame che tuo padre ha distrutto. Dimmi, non vorresti una vita migliore?-

-Sì...-

-Allora accetta la mia proposta-

Mi indica con il capo la mano che ancora tiene tesa e io la afferro. Non so se questa possa essere una scelta giusta o meno, ma sento che la mia vita sarà migliore qui rispetto che tra quella feccia.

-Ottima scelta, chibi-chan- ghigna, aiutando ad alzarmi -Ottima scelta-

Nel presente

Faccio avanti e indietro in maniera nervosa, mordicchiandomi le unghie nel mentre che aspetto che i quattro ritornino a casa.

-Lo sapevo io che sarebbe successo qualcosa! Non sarebbe bastato un sopralluogo come sempre ma si sarebbe arrivati alle armi! Lo sapevo! Sarebbero già tornati da un po' se fosse filato tutto liscio!-

Sicuro che finirò per creare un solco a forza di camminare, mi siedo in divano e aspetto. Non appena la serratura scatta, mi precipito verso la porta e la apro.

I quattro ragazzi fanno il loro ingresso. Sono abbastanza malconci e con loro anche la scorta al loro servizio.

Estremamente preoccupata, spalanco la porta per aiutarli e vado a chiamare di corsa il medico e l'infermiera a cui Kuroo dà vitto e alloggio in cambio delle cure.

Vedendomi così allarmata, mi seguono senza chiedere cosa sia successo, portandosi appresso il necessario.

Ognuno dei quattro è nella sua camera.

-(T/c), posso domandarle di aiutarmi? Potrebbe controllare Kuroo-sama? Nel caso di complicanze, sa come fare. Gliel'ho insegnato e l'importante è che non vada in panico-

-Certamente-

Mi reco davanti alla porta della camera padronale, dove riposa il mio compagno e dove, da un paio di mesi, mi sono trasferita anche io.

Entro e subito una chiazza rossa su un asciugamano bianco mi salta all'occhio.
Kuroo è steso a letto e dalla sua espressione si capisce chiaramente che stia soffrendo.

-Kuroo? Cosa ti è successo?- mi avvicino per esaminare la ferita da cui sta sgorgando il liquido cremisi

-(T/n)? Sei te la mia infermiera? Che bello. Però ti avrei preferito in uniforme-

-Limitati a rispondermi-

-E tu smettila di chiamarmi per cogn- ahi!-

Gli accarezzo il volto per rompere quella tesa espressione che si è dipinta sulla sua faccia e passo a controllare i danni.

Ci sono dei semplici graffi qua e là, ma a preoccuparmi è il buco sulla spalla che ha. Una ferita che, se non sistemata in tempo, può provocare molti problemi.

-Dannazione! È troppo pure per me. Vado a chiamare il dottore-

Esco dalla camera e, il più velocemente possibile, ricerco il signore anziano che risiede con noi.
Lo trovi a curare Bokuto, il quale non pare messo molto meglio.

-Dottore, Kuroo ha bisogno di lei-

L'uomo mi osserva. Con il bicolore ha finito, ma mi ordina di chiamare l'infermiera. Lei sta medicando Akaashi e Kenma, i due meno feriti, e io mi preoccupo di darle il cambio. In tal modo lei va ad occuparsi di Bokuto e il dottore del boss.

Rimasta sola con i due, continuo a pulire e fasciare le ferite, lasciando il silenzio che i due ragazzi adorano mantenere.

Le mie risposte le voglio direttamente dal mio ragazzo. Lui posso picchiarlo, ma gli altri ragazzi no.

Imbevuto di alcool l'ennesimo batuffolo di cotone, lo passo sulle ultime ferite del moro e poi fascio il tutto.

Butto le medicazioni sporche nel cestino della camera e torno a guardare i due.

-Dovete riposarvi. Vieni, Kenma, ti aiuto ad andare in camera-

Gli tendo il braccio e lui lo afferra. I gemiti di dolore che proferisce ad ogni passo mi fanno capire che si è fatto più male di quel che sembra e, adagio, lo porto fino a letto, dove lo faccio stendere e gli intimo di riposare.

Fatto ciò, torno verso la stanza di Kuroo e non mi preoccupo nemmeno di bussare prima di entrare.

Il medico lo sta ancora curando, ma il grosso è andato. Distinguo chiaramente un proiettile coperto di sangue e lì capisco chiaramente che qualcuno ha osato uccidere il boss della Yakuza.

Non appena varco l'ingresso, gli occhi del moro si dirigono verso di me e scruta ogni emozione che attraversa il mio volto. Lo ispeziono a mia volta e mi ritrovo a contare più ferite di quante speravo sul suo busto, ora scoperto della maglietta.

-(T/c), la prego di far si che Kuroo-sama prenda le medicine in maniera regolare. Ha perso più sangue del previsto durante l'estrazione del corpo estraneo, ma sta bene. Ha bisogno di riposo, si garantisca di ciò-

-La ringrazio infinitamente- rispondo, inchinandomi

Nel momento in cui la porta si chiude, mi siedo sul bordo del letto e prendo la mano del braccio sano del ragazzo.

-Sei davvero uno stupido. E un incosciente- lo rimprovero, passandomela sulla guancia e baciandola

-Avevi ragione. Era rischioso-

-Stupido gatto! Tu lo sapevi da subito che sarebbe stato pericoloso! Mi hai sempre portato con te e oggi non hai voluto. Perché? Perché sei andato a rischiare?-

-Perché amo il pericolo-

-Mi dispiace, ma io non ti avrei perdonato se fossi morto. Ti avrei strangolato in tomba-

-Lo so- ride

-Non scherzarci! Come fai ad essere così stupido, mamma mia- sospiro, baciando le sue nocche

-Non lo so. Vieni qui, ho voglia di sentirti vicina-

Tirandomi per il polso, mi fa stendere con calma sul suo petto e mi circonda la vita con il braccio non ferito.

-Però non potevo lasciarti qui da sola-

-No, non potevi-

Fin da quando sono arrivata, c'è stato un continuo flirt tra noi due, il quale è scoppiato non troppo tempo dopo in una relazione.

Non è chiaro definire ciò che siamo. In maniera ufficiale, noi non stiamo assieme visto che non ho ricevuto alcuna proposta, ma è qualcosa di più di un semplice flirt, soprattutto sentimentalmente parlando.

-Hai idea di quanto mi sia preoccupata?- gli chiedo, singhiozzando

-Non piacere, chibi-chan, ti prego...-

Alzo il volto per guardarlo e mi ripeto che stare assieme al capo della mafia comporta a certi rischi.

Mi sorride e avvicina il suo volto al mio, sporgendosi e mettendosi con la schiena contro lo schienale.

Posa le sue labbra morbide sulle mie e applica una leggera pressione. Con le mani, io gli avvolgo il volto e gli inizio a dare tanti piccoli e teneri baci sulla bocca.

-Ti chiedo davvero scusa- mi dice ancora

-Non dire niente, ti prego-

-D'accordo-

Mi bacia di nuovo dolcemente e io faccio scorrere le mie mani sulla sua pelle scoperta ma ugualmente calda, andando a postarle sulla sua vita, dove un'altra ferita è presente.

-Hai preso le medicine?-

-Le prendo dopo-

-L'importante è che tu le prenda-

Mi fa alzare la testa dal petto e inverte la situazione, posando lui il suo capo contro il mio seno e chiudendo gli occhi.

Gli accarezzo le ciocche morbide e scure che gli ricadono davanti agli occhi e mi godo questi momenti di tranquillità assai unici.

Lui mi bacia il collo e la pelle del petto che la mia maglia nera lascia scoperta. Mi bacia come se tenesse potessi rompermi da un momento all'altro, come se fossi estremamente delicata.

Percorre la strada dal mio collo alla mia bocca e, quando vi si avvicina, le fa combaciare. Ma non si tratta più di un semplice e dolce bacio come prima. Questa volta il bacio prende un ritmo maggiore.

La sua mano si sposta dalla mia vita, ancora fissa, al mio petto e strizza leggermente un mio seno, al che io emetto un verso di sorpresa e mi separo dal lui.

-Che succede?-

-N-non me lo a-aspettavo-

Lui sorride teneramente, mi sussurra di rilassarmi e torna a baciarmi.

La sua lingua si insinua tra le mie labbra e va subito alla ricerca della mia. Le faccio incontrare subito e lui le fa intrecciare assieme.

Nel mentre il suo corpo è tornato eretto contro lo schienale e la sua mano si è abbassata verso il bordo della mia maglietta.
Inizia a sollevarlo e io lo aiuto.

Non è la prima volta che lo faccio, ma farlo con lui mi mette un certo senso di disagio...

Sbarazzatami del capo d'abbigliamento, mi sistemo meglio sul suo corpo e gli faccio inclinare il capo, in modo da poter approfondire ulteriormente il bacio.

Le nostre lingue stanno danzando assieme e vanno in giro per le nostre bocche come se stessero facendo una passeggiata al chiaro di luna. E senza mai staccarsi.

Anche l'altra sua mano inizia a spostarsi e, sta volta, va ad afferrarmi una natica, stringendola forte come aveva fatto prima con il mio seno.

Un sospiro, sta volta di piacere, muore contro la sua bocca e lui sceglie quel momento per rompere il nostro contatto.

Abbassa le labbra sul mio collo e sul mio petto, di cui bacia e mordicchia la pelle.

Prosegue fino a che non incontra l'ostacolo del reggiseno e allora lo sgancia con un movimento abile e prosegue col da farsi.

In estremo imbarazzo, mi ritraggo e incrocio le braccia davanti al mio seno, ritraendomi dal suo sguardo curioso.

-Non devi nasconderti- mi dice seriamente

Con le mani, compiendo un grande sforzo per la sua spalla, me le allontana e, appena sono libere, avvicina le labbra.

Avvolge con la sua bocca calda uno dei miei capezzoli e lo inizia a succhiare e mordicchiare in maniera più avida di prima.

-K-kuroo- sospiro, prendendo il suo volto e riportandolo sulle mie labbra

Inizio un secondo bacio molto movimentato e abbasso le mani verso la sua cintura.

-Sei sicura di quello che stai facendo?-

-Sì...-

-No invece. Non l'hai mai fatto?-

-Sì, ma non so. Mi sento molto nervosa e-

-Non hai alcun motivo per esserlo. Sono io. Sono il tuo ragazzo-

-Sì ma-

-Shh. Goditi il momento e rilassati- ripete

Mi bacia il collo e poi allunga le braccia verso la mia vita, ma un gremito di dolore ci interrompe.

-Fanculo- dice, stringendosi la spalla dolorante -Non è che puoi aiutarmi, chibi-chan? Puoi toglierti per me i pantaloni?-

Lo guardo incerta, ma i suoi occhi color nocciola mi incoraggiano a farlo e, allora, mi sbottono i jeans che indosso e lascio che mi scivolino giù per le gambe.

Gli occhi del moro si sono fatti più profondi e squadra con attenzione il mio corpo seminudo posto davanti a lui.

-Sei stupenda...-

Il suo commento mi fa arrossire e, per non farglielo vedere, poso la testa nell'incavo del suo collo.

-Puoi aiutare anche me? Sai, qualcosa inizia a stringere-

Arrossisco e faccio come richiesto. Gli sbottono la cintura e poi gli tolgo con cautela i pantaloni, notando chiaramente la sua erezione premere contro il tessuto dei boxer.

-Vuoi che...?-

-Sì, ti prego. Liberami di tutto-

Lo faccio e, nell'esatto momento in cui il suo corpo è libero, sospira di piacere e benessere.

Sento il suo sesso turgido premere contro il mio basso ventre e la mia già presente fiamma viene alimentata ancor di più di quanto non fosse prima.

-Torna qui da me ora-

Mi prende il viso tra le sue mani grandi e mi bacia in maniera focosa. Lingua contro lingua. Un continuo intrecciarsi, allontanarsi e fare l'amore. Può essere assurdo pensare all'amore dopo così poco, ma io non so come altrimenti spiegarmi tutto ciò.

-Sappi- sussurra contro la mia bocca -che di solito non lascio nessuna stare sopra di me, però con questa spalla non posso fare niente. Non credere che sia così permissivo, okay, piccola?-

Mi limito ad annuire e rimuovo anche il mio intimo.

Su sua direzione, mi sporgo verso uno dei cassetti vicini al letto e lo apro, trovando dei preservativi le cui dimensioni scritte mi lasciano decisamente sorpresa.

Ne prendo uno e, col desiderio di poter sprofondare sotto terra visto il mio imbarazzo, glielo infilo.

-A questo punto manca solo una cosa- e mi guarda

Mi posiziono proprio sopra la sua asta e, accompagnata da una sua mano sul mio fianco, mi lascio scivolare su di lui.

Un gemito strozzato lascia subito la mia bocca e Kuroo stringe il mio fianco con una certa forza.

-Merda. Perché dobbiamo ancora iniziare e già lo trovo così bello?-

Io però non gli rispondo. Non sono in grado di farlo.

-Anche te, vero? Dimmelo, (T/n). Anche a te sta piacendo così tanto?- mi chiede, baciandomi il collo

Non potendo parlare, alzo il bacino e gli rispondo scendendo su di lui di nuovo e lasciandomi scappare l'ennesimo gemito, seguito da un suo roco ringhio.

Pian piano acquisisco un certo ritmo nei movimenti e lui getta all'indietro la testa a causa del troppo piacere.

Peccato solo che il mio controllo finisce presto. Lui, infatti, afferra saldamente il mio fianco e inizia a guidare i miei gesti, assecondandoli con delle spinte ritmate.

-Ku-kuroo- gemo in preda a un intenso piacere

Lui continua con il suo compito e, per sopprimere un suo forte verso, mi morde la pelle sulla clavicola, lasciando un grande segno e facendomi anche un po' male.

Ormai sono in balia dei suoi gesti esperti. Sa bene come muoversi e io mi chiedo, con un pizzico di amarezza, quante altre ragazze o donne abbiano potuto godere della sua bravura.

Scaccio subito il pensiero e mi concentro sul suo volto in estasi. Ora ci siamo solo noi e lui sta così grazie a me.

Gli accarezzo il profilo del naso e il contorno delle labbra e, persa nei suoi occhi, lo bacio di nuovo mentre lui mi muove su di lui come più preferisce.

-(T/n)...sono al limite-

Anche io sto raggiungendo il mio culmine e mi rendo conto di ciò che dice ancor prima che lo faccia.

Le sue spinte si sono, infatti, fatte più veloci e irregolari, andando a raggiungere un punto molto profondo in me. Punto, il quale mi scatena una scossa di piacere che attraversa tutto il mio corpo.

Non devo aspettare molto che vengo, gridando il suo nome mentre lui, con delle ultime mosse, mi raggiunge, riversandosi dentro al profilattico.

I suoi muscoli iniziano a rilassarsi e abbandona la testa sul cuscino, trascinandomi sopra di lui e baciandomi i capelli.

Prende un lenzuolo e lo usa per coprire il mio corpo, mentre le sue mani scorrono con calma sulla mia pelle sudata e accaldata.

-(T/n)- mi richiama -Grazie- dice solo, dopo che inizio a fissarlo negli occhi -Per legge di famiglia dovrei aspettare almeno un anno dal nostro fidanzamento prima per rendere il tutto più officiale, ma sono già sicuro che non durerò-

-Kuroo...cosa stai cercando di dirmi?-

-Che ti metterò un anello al dito prima di morire- mi spiega direttamente, beandomi di uno stupendo sorriso

Gli occhi iniziano a farsi umidi e, prima che me ne renda conto, sto piangendo dalla gioia per le sue belle parole.

-Permettimi di stare accanto a te-

-Dovrei essere io a chiedertelo. Sei te quello importante qui- gli rispondo, singhiozzando

-La mia regina. Sii la mia regina-

-Tutto quello che vuoi, Kuroo. Ti chiedo solo di non morire prima che arrivi l'ora fissata per te dalla vecchiaia-

-Ti prometto che non morirò-

-Giuralo-

-Te lo giuro-

-Grazie- gli accarezzo il volto -Ora però devi prendere le medicine-

-D'accordo- sorride

Mi separo da lui, fisicamente parlando, e recupero le pillole lasciate sopra il comò dal dottore, insieme a un bicchiere d'acqua. Glieli porgo e, una volta preso tutto, torno a stendermi, ma sta volta al suo fianco.

Gli poso una mano sul cuore e, cullata dal suo dolce respiro e dal suo regolare battito del cuore, mi addormento, ringraziando l'ultima persona che mi sarei aspettata di ringraziare per avermi salvato e migliorato la vita.

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