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By manamidesu

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01 เจเจ“ il festival
02 เจเจ“ l'intruso
03 เจเจ“ coincidenze
04 เจเจ“ poli opposti
05 เจเจ“ regole infrante
06 เจเจ“ primi passi
07 เจเจ“ farfalle nello stomaco
08 เจเจ“ doppia vita
10 เจเจ“ netflix & chill
11 เจเจ“ mi piaci
12 เจเจ“ una storia da raccontare
13 เจเจ“ la nuova coppia

09 เจเจ“ conosco il tuo segreto

781 87 30
By manamidesu


tae's old ipod is now playing:

ᴍʏ ʜᴇᴀʀᴛ ɪs ʙᴜʀɪᴇᴅ ɪɴ ᴠᴇɴɪᴄᴇ – ʀ. ᴍᴏɴᴛɢᴏᴍᴇʀʏ
⇆ㅤ ||◁ㅤ❚❚ㅤ▷||ㅤ ↻





♫ say, say what you mean
tell me the truth or tell me you're through
don't leave me to breathe
don't leave me to bleed






𝐍 𝐎   ਏਓ   𝐓 𝐑 𝐔 𝐒 𝐓
𝐖 𝐈 𝐓 𝐇 𝐎 𝐔 𝐓   𝐔 𝐒







ਏ 𝐂 𝐎 𝐍 𝐅 𝐋 𝐈 𝐓 𝐓 𝐈 ਓ
𝐄   𝐂 𝐎 𝐍 𝐅 𝐄 𝐒 𝐒 𝐈 𝐎 𝐍 𝐈

ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ɴᴏᴠᴇ
«conosco il tuo segreto»





«Conosco il tuo segreto!»

Al centro della sua camera, Jeongguk sobbalza a circa un metro da terra. Il suo telefono cade, producendo un forte rumore metallico. Le sue pupille sono dilatate, si muovono rapidamente per tutta la stanza, come se si aspettasse un altro spavento da un momento all'altro.

Ottimo inizio, Tae.

«Scusa, scusa.» Scuote la testa, sospira. Andando verso di lui, raccoglie il telefono di Jeongguk dal pavimento, spazzolando via la polvere dallo schermo. Lo infila nella mano del più piccolo, prima di poggiare entrambi i palmi sulle sue spalle. Poi, gli dice sottovoce: «Scusa, piccolo, non volevo spaventarti. Mi dispiace.»

La bocca di Jeongguk si spalanca, ma le sue pupille iniziano a rimpicciolirsi, segno che non è più in preda al panico. Il suo respiro si attenua, mentre Taehyung disegna cerchi concentrici sul suo collo con i pollici.

«Io– di cosa stai parlando?» dice, e un attimo dopo sussulta. Solo allora sembra rendersi conto della loro posizione, perché tende le mani verso quelle di Taehyung. Senza troppa gentilezza, le strappa via da sé. Fa un passo indietro, mettendo dello spazio fra loro due. Troppo spazio per i gusti di Taehyung, ma resta fermo lo stesso. «Sai del...?»

«So tutto della tua doppia vita, Jeongguk. So che è per questo che continui a respingermi. Ma sono qui per dirti che mi piaci così. Non mi interessa chi sei, cosa sei, cosa fai. Mi piaci davvero tanto. Non solo... come amico o come coinquilino. Mi piaci, piaci.» Con le labbra socchiuse, Jeongguk sembra essersi congelato, mentre osserva Taehyung blaterare senza sosta. «Mi sei piaciuto dal primo momento in cui ti ho visto, perché sei la persona più carina che abbia mai incontrato in tutta la mia vita, e quando ho scoperto che eravamo coinquilini ero così felice. Speravo che l'idea ti piacesse, che magari avresti voluto essere mio amico, magari qualcosa di più. Ora che ti conosco meglio, so che non avevo torto a sentirmi in quel modo. Sei davvero speciale, Jeongguk, sei speciale per me, e se ti aprissi un po' con me, giuro che sarei un grande amico, forse anche un grande– mmf–»

Una mano salda si chiude sulle sue labbra.

«Smettila di parlare.» Jeongguk lo guarda torvo, con gli occhi che brillano. È arrabbiato, per qualche motivo. Taehyung sbatte le palpebre un paio di volte. «Che diavolo sta succedendo, Taehyung? Sai della... mia...»

«Dop–mmf vit–mf.»

«Io...» Le sue spalle si abbassano. Le mani gli ricadono inerti lungo i fianchi. «Lo sai? Da quanto?» chiede a testa bassa e con voce piatta.

Taehyung si lecca le labbra. Ignora il modo in cui la sua voce viene fuori roca, quando mormora: «Dal momento in cui ti ho visto, Jeongguk. Dal primo giorno. Lo sapevo.»

«Davvero?» Jeongguk alza lo sguardo, gli occhi increduli e spalancati. Inclina la testa da un lato. La sua frangia è immobile sulla fronte, tenuta ferma dal cappello, e gli ricade dolcemente sugli occhi. «Lo sapevi...? E volevi comunque essere...»

«Tuo amico. Sì.» Esita. L'imbarazzo inizia a farsi sentire, ma non può lasciarlo vincere, perché è lì per dimostrare qualcosa. Eppure, sposta lo sguardo altrove prima di dire: «Forse qualcosa di più.»

Jeongguk prende un profondo respiro. Mentre lascia andare il fiato, un sorriso si apre lentamente sul suo volto. «Io– Pensavo che se lo avessi scoperto avresti– ma tu–»

«Non m'importa, Jeongguk. Te lo giuro. Giuro che non ti giudicherei mai per quello che scegli di fare col tuo corpo, per come scegli di guadagnare i tuoi soldi. Sono affari tuoi, non miei.»

Il sorriso muore sulle labbra di Jeongguk.

«Cosa?»

«Lo so che è un po' imbarazzante...» Taehyung fa una risatina forzata. Le sue mani sono ingombranti lungo i fianchi, perciò ne solleva una per grattarsi la nuca. «Ma ti giuro, ho iniziato a guardarti molto tempo prima di conoscerti. Quindi è stato un po' difficile smettere, perché ero già piuttosto... coinvolto a quel punto. Ho provato a smettere, credimi, ma l'hai reso così difficile.»

«Tae...» Gli occhi di Jeongguk saettano per tutta la stanza. Come se stesse cercando qualcosa. Una via di fuga, probabilmente. «Di cosa stai parlando?»

«Non fai la videochiamata con i tuoi genitori ogni martedì e venerdì sera, Guk.» Ride fra sé e sé. «Sono vantaesdom.»

Riesce a sentire il respiro di Jeongguk mozzarsi in gola, così bruscamente da farlo tossire e sputacchiare. Barcolla all'indietro, scontrandosi con la pediera del letto. Ci si aggrappa con le mani, tanto forte da farsi sbiancare le nocche.

«Tu– tu sei cosa? Io– tu– tu guardi le mie dirette?» La sua pelle diventa rosso fuoco davanti agli occhi di Taehyung, mentre continua ad allontanarsi, scivolando di fianco al letto. «Sei tu vantae?»

«Sì. Scusa.» Non molto convinto, pone quelle scuse come se fossero una domanda. Riesce a sentire le proprie guance scaldarsi, animate da un principio di rossore. «Beh, insomma... sì.»

«Io– questo è–» Jeongguk si gira dall'altra parte, le mani sulla fronte e la voce che trema come se stesse per piangere.

«Hey, hey, va tutto bene! Come ho detto prima, non mi interessa, Guk. Giuro. Non mi dà fastidio. Lo– lo so che è strano... sai», Taehyung scalcia con i piedi sul tappeto, fissando le striature che si lascia dietro, «che ti guardo. Io– uh, ho cercato di fermarmi dopo che ci siamo incontrati. Te lo giuro. È che semplicemente... non potevo. Ma se vuoi, lo farò! Lo farò sicuramente!»

«Esci. Esci– Vai via.» In un istante, Jeongguk fa dietrofront. Si precipita in avanti e inizia a spingere Taehyung verso la porta, prima ancora che lui possa processare ciò che sta accadendo. «Esci dalla mia stanza, vattene.»

«Whoa, aspetta– Guk, aspetta!» Taehyung cerca di opporre resistenza, ma Jeongguk è molto più forte di lui in momenti come questo. Perde l'equilibrio e cade a terra, il coccige batte sul pavimento e un dolore si propaga lungo la sua spina dorsale. Jeongguk per poco non cade insieme a lui. Ma non lo fa, inciampa e si ritrova in piedi davanti a Taehyung, che lo fissa dal basso. Il maggiore si appoggia sui gomiti, si acciglia quando sente formarsi dei nuovi lividi. «Hey! Rilassati, va bene? Giuro che non sono un pervertito o altro. Non sono venuto qui per provarci con te.»

Jeongguk scuote la testa, ridendo con tono amaro, duro.

«Non posso credere che per un attimo ho pensato che tu sapessi la verità. Ma ovviamente non è così. Se lo sapessi, non– non potresti mai...»

L'attimo prima Jeongguk è in piedi davanti a lui, livido, e l'attimo dopo si è già voltato dall'altra parte, è caduto in ginocchio e trema mentre singhiozza.

«Jeongguk!» Taehyung si alza rapidamente sulle ginocchia, zoppicando verso di lui. Tenta di avvolgere un braccio intorno al suo corpo tremante, ma Jeongguk agita le braccia, scrollandoselo di dosso. «Hey, smettila, okay? Oh, mio dio– hey!», Taehyung si china quando per poco un braccio non lo colpisce in faccia, «calmati!»

Taehyung riacquista familiarità con il tappeto, quando Jeongguk lo spinge via. Stavolta non rimane. Si precipita verso la porta, se ne va in un lampo e Taehyung rimane seduto sul pavimento della sua camera da letto, chiedendosi dove diavolo abbia sbagliato.











Quel giorno Jeongguk non torna al dormitorio.

E neanche quello dopo.

Giunta la seconda sera, Taehyung è più che semplicemente preoccupato. È terrorizzato. Diversi messaggi inviati sia a Jeongguk che a Jimin non hanno ricevuto risposta. Dopo aver fissato il soffitto per un tempo sufficiente, passato a chiedersi se avrebbe dovuto semplicemente raggomitolarsi in un bozzolo di coperte ammuffite e non uscire mai più, si dirige verso casa di Jimin e bussa alla sua porta. Per fortuna, risponde. Gli conferma tristemente che Jeongguk starà da lui per il momento e che si rifiuta di parlare con Taehyung. Jimin lo congeda con delle scuse e uno sguardo comprensivo, dicendo a Taehyung che non vuole avere niente a che fare con tutto ciò e che è un problema che devono risolvere tra loro.

Dopo altri due giorni, Jeongguk non si è ancora fatto vedere al dormitorio, non ha partecipato alle prove di ballo e non ha tenuto dirette – il che non è una sorpresa. Taehyung si chiede se terrà mai più uno spettacolo, ora che sa che il suo coinquilino li guarda da mesi.

Una parte di Taehyung vorrebbe lasciar perdere, sfruttare questa opportunità per lasciarsi alle spalle i suoi strani sentimenti per Jeongguk. Arrendersi e crogiolarsi in un'altra relazione senza futuro, con l'ennesima persona che lo avrebbe trovato troppo fastidioso e troppo invadente. L'altra parte di lui, la parte più rumorosa, è testarda e non può tirarsi indietro di fronte a una sfida. Non si arrenderà, non ancora. Dopotutto, sono andati d'accordo per un po'. Durante quel periodo, si è divertito insieme a Jeongguk. Ha sentito la sua risata, lo ha visto sorridere. Vale la pena provare, pensa Taehyung. Se Jeongguk non vuole incontrarlo faccia a faccia, allora Taehyung comunicherà con lui nell'unico modo alternativo che conosce.


Justin Seagull
@ JustinSeagull
______________________________

Jeongguk
sono io
cioè
lo so che lo sai
ha
comunque
senti è davvero imbarazzante lo so
ma cazzo lasciami spiegare
ti giuro che non sono un pervertito e non penso a te in quel modo
cioè
sì penso a te in quel modo
ma non in maniera inquietante
te lo giuro okay? quindi per favore puoi parlarmi
mi manchi qui al dormitorio, mi sento solo senza di te
anche se non ti vedevo quasi mai all'inizio
PER FAVORE RISPONDIMI
TI PREGO
3:03pm✓

Ok
va bene
sto mangiando la tua roba comunque
e sono in camera tua
In qst momento sono sul tuo letto e sto mangiando il tuo sedano
ho altro sedano qui con me nel caso finisca
E del porridge davvero invitante. Ho sempre voluto provarlo
:)
Grazie per essere così generoso e averlo finalmente condiviso con me!!
6:43pm✓

comunque sto dando un'occhiata alla tua stanza
sai pensavo tu fossi più ordinato
sì, visto che mi rimproveravi costantemente per il mio disordine
tAeHyUnG pErChÉ nOn RiFaI iL lEtTo?!?!
TaEhYuNg! NoN vEdO pIù Il PaViMeNtO xKé C'è La TuA rObA sPoRcA dApPeRtUtTo!!
fai proprio così comunque
ma sei un ipocrita
non sei migliore di me amico mio
organizzazione, ne hai mai sentito parlare?
7:12pm✓

OH HEY
senti stavo dando uno sguardo al tuo armadio DISORDINATISSIMO
e ho appena scoperto dove tieni i dildo!
:o !!!
cazzo amico hai una collezione fantastica
sei un collezionista? accidenti, ho appena trovato la seconda scatola???
alcuni di questi non li riconosco nemmeno
onestamente sono scioccato che non ce ne sia qualcuno a forma di carota o qualcosa del genere
hey, ti dispiace se uso questo?
...
Silenzio = no
che dolce! torno subito!
7:19pm✓

sarò lì tra 5 minuti
esci subito dalla mia stanza
se ti trovo sul mio letto ti stacco il cazzo
7:21

:)
7:22pm✓











«Che cosa vuoi, Taehyung?»

Taehyung è seduto accanto alla porta, quando Jeongguk entra nella stanza. Sembra morto da almeno dieci giorni, tanto per dirla in modo carino. Occhi cerchiati di rosso, sclere iniettate di sangue, vene che tessono ragnatele intorno alle sue iridi scure. Volto pallido e a chiazze, macchie rosa sulle braccia, come se si stesse scatenando in lui una specie di eruzione cutanea. Le sue guance sono chiazzate di rosso, le occhiaie infossate e imbrattate di grigio. Le labbra sono screpolate e la sua espressione è così esausta che fa venire sonno anche a Taehyung.

«Hey... merda.» Taehyung si alza in piedi, mettendosi di fronte a Jeongguk. «Amico... sembri...»

Jeongguk lo fissa con aria assente. Apre la bocca e mugugna: «Ripeto, che cosa vuoi? Vuoi ridere di me, è questo che vuoi?»

«Cosa? No... perché dovrei–» Taehyung scuote la testa, sferzate di rimorso lo colpiscono allo stomaco quando ripensa a tutto il tempo che ha passato ad autocommiserarsi, e si domanda per un attimo se abbia diritto o meno di arrabbiarsi quando Jeongguk è stato chiaramente peggio di lui. «Volevo chiederti scusa. Per tutto, credo.»

Le braccia muscolose di Jeongguk si incrociano sul petto, la sua espressione resta neutra. Taehyung fa un respiro profondo.

«Non so davvero come dirlo quindi, ecco– mi dispiace per tutto quello che ho detto l'altro giorno. Non avrei dovuto piombare da te all'improvviso e partire col dirti che so dei tuoi spettacoli. Non avrei nemmeno dovuto guardare le tue dirette, a dirla tutta!» Si passa una mano tra i capelli, tirandoli per la frustrazione. «Mi dispiace. So che è strano e inquietante! Volevo smettere non appena ti ho conosciuto, e ci ho davvero provato, ma... non lo so, proprio non ci riuscivo. Te lo giuro, non stavo cercando... tipo di stare con te o altro. Voglio essere tuo amico, Jeongguk. Tuo amico, prima di tutto. Dico sul serio. Ti prometto che non ha niente a che fare coi tuoi spettacoli, voglio solo–»

«Non sono arrabbiato per nulla di tutto ciò.»

Taehyung incespica sulle proprie parole, vacilla, e poi inclina la testa confuso.

«Non... non lo sei?»

«Non proprio.»

«Allora cosa? Che ho fatto, Jeongguk? Per favore, dimmelo, così posso rimediare.» I denti di Jeongguk spuntano fuori per rosicchiare il suo labbro inferiore, la pelle è già arrossata e minaccia di spaccarsi. Distoglie lo sguardo. «È per quello che è successo l'altro giorno? La cosa del berretto? Mi dispiace! Non te lo chiederò mai più, te lo prometto. E mi dispiace di averti urlato contro. Farò del mio meglio per stare zitto d'ora in poi.» Jeongguk si gira, il mento abbassato sul petto. Le sue spalle iniziano a tremare. Il cuore di Taehyung si stringe, il petto si contrae. «Io– non lo so, non so cos'altro fare, ma ti chiedo scusa. Non toccherò mai più il tuo cibo. Sostituirò tutte le verdure che ho mangiato. Cazzo, te ne compro una scorta a vita. Solo– ti prego, Jeongguk. Mi stavo divertendo un mondo a conoscerti e mi piaci davvero, davvero tanto. Te lo prometto. Io...»

«Perché– perché sei così carino con me?»

Sente a malapena quel sussurro attraverso i suoi singhiozzi.

«Io... cosa?»

«Perché? Perché non p–puoi essere uno stronzo? Renderebbe tutto molto più semplice.»

«Jeongguk.» Taehyung desidera ardentemente avvicinarsi a lui, abbracciarlo, ma è terrorizzato che il più piccolo scappi via. Perciò opta per restare al suo posto e stringere i pugni. «Di cosa stai parlando? Rendere più facile cosa?»

«Non voglio che tu mi piaccia. Questo è esattamente il motivo per cui dovrei vivere da solo. Non posso disturbare nessuno quando sono da solo.»

Dietro di lui, Taehyung aggrotta la fronte, in un'espressione ferita che passa inosservata. Gli sarebbe piaciuto pensare che Jeongguk lo vedesse come qualcuno degno della sua fiducia ormai, non come qualcuno che si infastidisce per una qualunque delle sue stranezze. Non vuole essere egoista, non in questo momento, quindi ingoia il groppone e respinge quel sentimento. Lo blocca in un punto speciale della sua testa, fra le poche altre emozioni che sta tentando di seppellire. «Jeongguk, non capisco. Non posso capire, a meno che non sia tu a dirmi che cosa sta succedendo.»

Jeongguk si gira di nuovo verso di lui. Tira su col naso, lo strofina con una mano e si asciuga velocemente le lacrime.

«So che mi odierai, ma voglio che tu sappia che è stato davvero bello essere tuo amico.»

La bocca di Taehyung è aperta, le proteste gli muoiono sulla punta della lingua, perché Jeongguk allunga una mano verso il suo berretto, lo sfila e lo getta a terra.

Taehyung riesce facilmente a sentire quel morbido suono nel silenzio, di soffice lana che cade su un vecchio tappeto.

«Io– non capisco.» Incuriosito, Taehyung fa un passo avanti, senza pensarci. «Perché le indossi?»

Una risata amara. Jeongguk si passa una mano fra i capelli.

Sopra le due orecchie pelose che spuntano dalle sue ciocche scure.

«Non sto indossando niente» borbotta con gli occhi puntati sul berretto ai suoi piedi. «Sono un ibrido, Taehyung.»

Taehyung alza un sopracciglio. Fa un altro passo avanti.

«Gli ibridi non esistono...» mormora. Ovviamente ne ha sentito parlare in passato, ma pensava che fossero solo un mito. Come gli unicorni.

Oh, dio, pensa tra sé e sé. Allora gli unicorni esistono davvero?

La testa di Jeongguk si alza di scatto, gli occhi grandi e rotondi. Non appena viene stabilito il contatto visivo, lo rompe di nuovo, tornando a guardare le scarpe consumate di Taehyung. Le vede farsi più vicine.

«Sei stupido? Certo che esistono. È solo che non ce ne sono molti.»

Taehyung, ancora smarrito, ancora in fase di recupero, chiede: «È uno scherzo?»

«No. Vorrei che lo fosse.» Jeongguk sospira. «Non sono umano, Taehyung, sono uno scherzo della natura. Non sono normale.»

«Posso toccarle?»

Jeongguk fa un passo indietro, spalancando la bocca. Alza lo sguardo per vedere Taehyung che fissa le orecchie grigio scuro sulla sua testa, i suoi occhi penetranti le seguono in ogni loro movimento, in ogni spasmo.

«Whoa. Come fai a farlo?»

Jeongguk tira su col naso, forte, e poi inclina la testa in avanti.

«Sii gentile, per favore.»

«Va bene, sarò gentile con le tue finte orecchie da coniglio.» Ma le mani di Taehyung tremano quando si allungano verso la sua testa. Fa scorrere delicatamente le nocche su una delle due sporgenze.

Sono calde, questa è la prima cosa che registra, mentre le osserva sottrarsi al suo tocco con uno spasmo.

«Ma che cazzo...?» dice in un soffio. Jeongguk sussulta, gli occhi serrati. Le sue braccia tremano lungo i fianchi e ha le mani strette a pugno.

«Mi– mi dispiace, so che– che sono strane e brutte.»

«Whoa...» Taehyung, ignorando completamente Jeongguk, ne accarezza lentamente la parte posteriore. Sono alte circa dieci centimetri ciascuna, dalla base alla punta affusolata, e spuntano tra i capelli scuri di Jeongguk. In questo momento sono rigide e tese, ritte verso il soffitto. Il pelo, al contrario, è morbido e liscio. Taehyung fa scorrere la mano verso il basso finché non tocca i veri capelli di Jeongguk (altrettanto morbidi, ma non si sofferma su quello al momento). Ne tasta la base, cerca il punto in cui le orecchie sono attaccate alla sua testa, e si acciglia quando non riesce a trovarlo. «Com'è– non è possibile, non può essere.» D'impulso, gli tira un orecchio. Jeongguk guaisce e si allontana di scatto.

«Ow! Ma che cazzo, Tae? Non farlo.»

«Scusa!» esclama con gli occhi sgranati, la mano ancora sospesa nell'aria. Taehyung osserva Jeongguk tremare violentemente, tenendosi l'orecchio. «Scusa, scusa, io...  non sono vere però. Giusto?»

Jeongguk fa un respiro un po' forzato attraverso il naso, e Taehyung osserva il suo tremore attenuarsi, fino a fermarsi del tutto. Sospira. Le orecchie ondeggiano da una parte all'altra.

«Ci sono nato, quindi sì, sono vere.» Come per darne ulteriore dimostrazione, solleva i folti capelli ai lati della sua testa, e Taehyung indietreggia. Non c'è altro che pelle liscia dove si sarebbe aspettato di trovare delle orecchie umane. Gli fa aggrovigliare e contorcere lo stomaco, gli manda il cervello in cortocircuito, e finalmente realizza come stanno davvero le cose. «Ecco perché indosso il berretto.» Jeongguk lascia ricadere la mano e getta un'altra occhiata a Taehyung, vede la sua fronte corrugata, sente i suoi respiri pesanti. «Cos'altro posso fare per convincerti? Non ti faccio vedere la coda, amico.»

Numerose rughe gli solcano la fronte, quando solleva le sopracciglia a un'altezza considerevole. «Coda?»

«Lascia perdere, non la vedrai mai.» Jeongguk gira la testa dall'altra parte, con le guance arrossate. Una delle sue orecchie si agita.

Clic. Si accende una lampadina. Come l'immagine chiazzata di un proiettore cinematografico vecchio stile, Taehyung vede alcuni ricordi illuminarsi nella sua mente. Piccole stranezze, piccole cose che ha appreso, ma mai collegato tra loro. «Le verdure...»

«Onestamente, sono scioccato dal fatto che tu non l'abbia intuito.»

«Pensavo che mangiassi in modo sano.» Taehyung non riesce a distogliere lo sguardo dalle sue orecchie, sussulta ogni volta che apparentemente si muovono per conto proprio. «È per questo che...» Deglutisce rumorosamente, la bocca secca. «I rumori forti. Incontrare nuova gente?»

Jeongguk annuisce, guardandolo di sottecchi. Come se stesse aspettando che qualcosa scattasse in lui, che Taehyung iniziasse a provare disgusto, che se ne andasse, che lo cacciasse via, che facesse qualcosa. «Faccio fatica a fidarmi degli umani. Alcuni di loro sono come te, non hanno idea che gli ibridi esistano anche al giorno d'oggi. Pensano che siamo estinti o una sorta di mito, o qualcosa del genere. Alcuni di loro lo sanno e non gli importa. Non siamo abbastanza numerosi da rappresentare una minaccia. Altri lo sanno e ci odiano. Ho passato tutta la vita a subire abusi a causa di ciò che sono. Non posso fidarmi di voi, di nessuno di voi.» Taehyung prova dolore nel sentire quelle parole, sente delle fitte al petto. Sta per parlare, ma Jeongguk alza una mano. «Capisco se non vuoi più vivere con me, Tae. Giuro. Non mi arrabbierò. Lo capisco. Le persone non possono vivere con gli ibridi, vogliono che ce ne andiamo. Ma per favore– solo– per favore, non– non odiarmi.» La sua voce inizia a tremare, incrinandosi. La balbuzie ritorna. «So che ho appena detto– ma– speravo davvero che non mi avresti odiato perché tu– sei– sei così gentile e io proprio non–»

«Dio, Jeongguk.» Le mani di Taehyung si poggiano sulle sue spalle. Per una volta, ignora il modo in cui Jeongguk sobbalza al contatto e lo tira contro il suo petto, avvolgendo le braccia intorno a lui. Il più piccolo emette un verso soffocato. Vuole chiaramente allontanarsi, ma pare non trovarne la forza. Invece rimane paralizzato contro Taehyung, mentre ascolta la voce profonda del maggiore che rimbomba contro il suo petto. «Come potrei mai odiarti? Sei letteralmente la persona più adorabile che abbia mai incontrato.»

«Io– io– però non sono una persona, Tae.» Jeongguk sussurra le parole contro la sua maglietta, poi tira su col naso e si scosta un po', cercando di non sporcare il tessuto di moccio e lacrime.

«Sì, lo sei.» Taehyung si allontana, non troppo, quanto basta per poterlo guardare negli occhi. «Lo sei. Forse non sei del tutto umano, certo. Ma, Jeongguk, sei una persona tanto quanto lo sono io. Guarda: occhi», indica i propri occhi castani e poi quelli di Jeongguk, «occhi. Naso, naso.» Tocca il naso di Jeongguk, sorridendo quando lo vede arricciarsi. «Labbra, labbra. Orecchie, orecchie.» Allunga una mano e traccia delicatamente la forma di un orecchio, notando il modo in cui Jeongguk chiude lentamente gli occhi. «Solo perché le tue sono un po' più pelose delle mie e sono in un posto diverso, non significa che non siano orecchie. Siamo uguali, solo diversi.»

Jeongguk singhiozza. Poggia i palmi sul petto di Taehyung, spingendolo via. Taehyung lo osserva cadere in ginocchio, con la faccia tra le mani e le lacrime che grondano dai suoi occhi.

«Scusa, scusa, mi di–di–dispiace così tanto, Taehyung», urla, le parole soffocate tra le dita. Scuote la testa avanti e indietro, dice qualcos'altro che non riesce a capire. Taehyung si inginocchia accanto a lui e lo stringe di nuovo tra le braccia. Tirandolo contro il proprio petto, cerca di emettere dei flebili versi di conforto, ma il pianto del più piccolo è al limite dell'isterico. «Pensavo che mi avresti odiato– mi dispiace tanto! Speravo davvero che– che non fosse così e Ji–Jimin mi aveva detto che non lo avresti mai fatto, ma io– io– sono stato ferito così ta–tante volte, hyung. Così tante.»

«Ssh, Gukkie, va tutto bene. Rilassati. Non vado da nessuna parte, resta qui con me. Non piangere più adesso.»











ਏਓ
notes

THE WAY I'M SCREAMINGGGG
unx di voi nello scorso capitolo ha indovinato il segreto di Jeongguk!! avevi ragione su TUTTO 🤩 scusa se non ti ho risposto, ma non volevo "rovinare" la sorpresa agli altri. lo farò adesso per ovvi motivi 😂💜

ALLORA!!!
primo: quanto vi sono mancati? a me un casino, sono super piccoli e mi fanno piangere
secondo: quanto siete rimasti a bocca aperta per questo nuovo colpo di scena?
terzo: chi ha urlato per bunny hybrid jungkook? io ovviamente! anche se ho letto questa storia mesi fa lmao

ci tengo a dire che non l'ho inserito nei tag perché l'autrice stessa ha deciso di non farlo. perciò se le hybrid!au non sono la vostra cup of tea, I'm so so so sorry 😣... comunque la storia va ben oltre questo particolare (anche se è un elemento importante in ogni caso), quindi a mio parere è godibile a prescindere!

+ non dimenticate di lasciare una stellina e un commento e, se vi va, venitemi a trovare anche su ig @/manami.desu

++ su spotify c'è la playlist di questa storia (link in bio)

see you soon!
Maddie

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