Snuff (Ran Haitani FF)

By cecinestpasunotaku

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«Roppongi. Era lì che, per molto tempo, lui aveva "regnato" indiscusso, padrone insieme a suo fratello Rindou... More

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9. Espiazione
IX. Febbraio
10. Argini
X. Strappo
11. Calvario
XI. Vergogna
12. Ricongiungimento
Introduzione all'atto finale
Atto finale - Scena prima
Atto finale - Scena seconda
Atto finale - Scena terza
Atto finale - Scena quinta
Atto finale - Scena sesta
Atto finale - Scena settima
Epilogo
Ringraziamenti

Atto finale - Scena quarta

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By cecinestpasunotaku

Note e avvertenze preliminari: buonasera miei cari lettori. Normalmente colloco uno "Spazio autrice" a fine capitolo, ma per questa volta devo rubarvi giusto 5 minuti prima che iniziate la lettura. Non sono solita mettere le mani avanti, ma per la parte iniziale di questo capitolo lo farò.
Per la prima parte che leggerete, ho provato a guardare film e documentarmi su fatti di cronaca realmente accaduti in modo da restituire una rappresentazione il più verosimile possibile della scena e, a tal proposito, chiedo fin da subito scusa qualora quello che ho scritto dovesse sembrare una minimizzazione di cose che, purtroppo, succedono anche oggi. Soprattutto chiedo scusa se una determinata, velata allusione alla fine di questa sezione dovesse essere sgradita o io possa sembrare irrispettosa rispetto a un tema piuttosto delicato.
Detto questo, buona lettura e spero che il capitolo possa piacervi!♡

*

Un silenzio tombale era calato nella sala quando il filmato iniziò.

In prima battuta non si sentiva alcun rumore, né si riusciva a distinguere bene l'ambiente della ripresa, dal momento che non vi era alcuna illuminazione naturale o artificiale che lasciasse intravedere anche solo un muro o un pezzo d'arredo. Passarono comunque pochi secondi prima che una luce fioca si accendesse colpendo un pavimento di cemento umido, a tratti sudicio, ricoperto da pezzi di ferro ossidati dal tempo o cocci di vetro di qualche finestra infranta, e delle pareti luride parzialmente coperte dall'ombra.

Notai solo pochi altri elementi in seguito, come il profilo di alcuni pilastri dalla superficie scrostata che reggevano la struttura, anche se solo uno di questi attirò più di tutti gli altri la mia intenzione.

Spalancai gli occhi inorridito quando lì, legata da una catena arrugginita all'altezza della vita e per buona parte dell'addome, scorsi Reiko. Dal piano medio usato dal "regista" riuscii ad intuire che anche i polsi fossero stati annodati dietro al pilone in modo da limitare ogni suo movimento il più possibile, ma non fu di certo quello il dettaglio più sconcertante dell'insieme.

Vidi solo che indossava una canotta grigia consunta e sporcata da delle chiazze più scure qua e là. Non ci volle molto perché capissi di cosa si trattasse, né da dove provenisse quel sangue secco: in quella porzione di pelle scoperta del busto vidi cicatrici di tagli vecchi accompagnati da altri più recenti e, scendendo verso le braccia là dove passavano gli anelli della catena, molte escoriazioni fresche, forse provocate da un tentativo di fuga o di opposizione fallimentare.

I capelli erano appiccicati alla fronte madida di sudore e al contorno del viso. Fu proprio la visione di questo che, più di tutto quanto, mi fece ribollire il sangue e angustiare allo stesso tempo: gli occhi erano gonfi e lucidi, come se avesse finito di piangere da poco o stesse per farlo, e alla bocca aveva stretto un bavaglio.

Mai avrei pensato di vederla ridotta in una simile condizione e se ci penso faccio fatica a trattenere le lacrime: Reiko, la persona più dolce del mondo, vittima di così tanta cattiveria; il suo bellissimo corpo rovinato e ricoperto da cicatrici indelebili, tanto quanto sarebbe stato il ricordo di come le sono state procurate; il suo spirito forse fatto a pezzi più di tutto il resto.

-Reiko-chan...-

Feci appena in tempo a sussurrare il nome della ragazza che subito il soggetto dell'inquadratura cambiò e, quando lo riconobbi, fui pervaso dalla rabbia.

-Buongiorno Ran. E buongiorno a tutti i membri della Bonten che staranno sicuramente guardando questo filmato con te. Spero che tu e Rindou stiate bene: dopo dieci anni senza vedersi, ho avuto quasi paura che alla mia coppia di fratelli preferita fosse successo qualcosa.-

-Bastardo.- sentii sibilare mio fratello accanto a me, ma subito la mia attenzione ritornò sullo schermo.

-Forse ti chiederai perché io sia tornato in scena dopo così tanti anni. Ebbene, mi sono divertito così tanto con voi tre che mi è parsa un'idea eccezionale tornare ai bei tempi andati. Certo, all'inizio è stato difficile rintracciare la tua amica qui presente.- disse facendo un cenno col capo verso Reiko -Ma sai una cosa? I soldi possono fare molte cose, soprattutto quando sei il miglior offerente: è bastato pagare qualche migliaio di yen in più perché l'informatore che avevi mandato in Europa mi riferisse tutto quello che riusciva a scoprire di nuovo. La prossima volta ti consiglio di scegliere meglio i tuoi sottoposti, non sono tutti fedeli di questi ultimi tempi.-

Rimasi in silenzio, leggermente scosso da quanto detto. Hanma aveva saputo tutto fino a questo momento: dove fosse Reiko, cosa facesse, come vivesse, dove si spostasse. Perché aveva deciso di tormentarci di nuovo? O meglio, perché ha deciso che noi dovessimo essere il suo unico e solo giocattolino?

-Sicuramente sarai sconvolto, mio giovane Ran, ma non angustiarti troppo. Il meglio deve ancora venire.-

Lo vidi rivolgere un sorriso beffardo alla videocamera, per poi estrarre una sigaretta dal taschino della giacca e accenderla come se niente fosse.

-Ora vorrai sapere quale sia stato il mio ruolo fino a questo momento. Sei molto sveglio, quindi ti basterà fare 2+2 per capire che sono stato io a scattare quelle fotografie a te e alla tua donna al mercato di Aoyama. Forse dovresti ringraziarmi, perché se non avessi messo così paura a Reiko con quegli scatti non avrebbe deciso di cercarti. Ovviamente, non è stata molto furba a tenerti all'oscuro di ciò fino ad adesso.- concluse ridacchiano, per poi riprendere il discorso -Come tuo fratello non è stato molto scaltro a decidere di incontrarsi con lei all'ESPRIT TOKYO: con tutti i locali che avevi a disposizione, il destino ha voluto che voi due vi trovaste proprio nel mio, eh Rindou? In ogni caso, mi chiedo se avrai ancora salva la pelle quando Mickey avrà scoperto che non hai obbedito agli ordini e hai aiutato uno degli obiettivi della Bonten a sopravvivere.-

Realizzai solo in quell'istante che, tra i famosi "disturbatori" cui aveva accennato Sanzu mesi fa in occasione di una delle nostre riunioni, ci fosse Reiko e che fino al momento del nostro ricongiungimento Rindou avesse fatto di tutto, anche rischiare la sua stessa vita, pur di lasciare la ragazza incolume e permetterci di ritrovarci. A prescindere da quanto il resto filmato avrebbe mostrato, io e mio fratello avremmo avuto un ulteriore, grosso problema da risolvere: avevamo ingannato il boss e questo ci sarebbe costato quasi sicuramente la vita.

Non ebbi tempo di rimuginarci sopra, tuttavia, che all'improvviso vidi Hanma avvicinarsi a Reiko. In quel momento, strinsi forti i pugni fino a far sbiancare le nocche: se avesse anche solo osato sfiorarla con un dito, non avrei guardato in faccia nessuno e avrei girato tutta la nazione se necessario, pur di trovare quel bastardo e ucciderlo.

-Reiko-chan, guarda verso l'obiettivo: Ran ci sta osservando.-

Sentendo quelle parole, la ragazza alzò lentamente il volto e fissò gli occhi davanti a sé, lasciandomi vedere il suo viso attraversato da lacrime copiose e gli occhi spalancati pieni di terrore. Ansimava, come se cercasse disperatamente di dirmi qualcosa attraverso lo sguardo perché incapace di parlare a voce, ma non ebbi tempo né modo di interpretare il suo "messaggio". Notai che in una frazione di secondo l'aguzzino aveva allungato le mani verso suo collo, provocando in lei una reazione di paura e di panico, e che dopo pochi secondi teneva tra le dita la collana che avevo regalato a Reiko tempo fa.

-Questa non le servirà per ora.- disse l'uomo fissando la videocamera e mettendo il gioiello in tasca -Ma non preoccuparti: te la spedirò insieme a questa videocassetta. Anzi, probabilmente ora la starai stringendo forte per la rabbia e l'impotenza.-

Nuovamente, mentre muovevo nervosamente la catenina tra le mani, il silenzio era calato nella stanza e fu interrotto ancora una volta dallo stesso protagonista del video.

-Se vuoi venire a salvare la tua amata, salvo che la Bonten ti faccia fuori prima, ci troverai nella vecchia zona industriale della periferia nord della città. Sta a te trovare il capannone giusto.- disse ridendo.

Prima che la proiezione si interrompesse, lo vidi farsi più vicino alla mia donna e, se possibile, il sangue mi ribollì nelle vene ancora più di prima. La telecamera si allontanò, inquadrando la ragazza dalle ginocchia in su e rivelando come nella parte inferiore del corpo non indossasse niente a parte la biancheria intima.

In quel momento vidi Hanma allungare la mano verso l'elastico degli slip, per poi abbassarli lentamente sotto il bacino e, contemporaneamente, Reiko iniziare a contorcersi per evitare quel contatto e quanto di peggio sarebbe potuto derivarne. Si agitava ed ansimava, provava ad allontanarsi da lui benché la catena all'addome glielo impedisse, piangeva convulsamente e, nonostante il bavaglio ovattasse il suono della sua voce, si poteva sentire come stesse urlando per la disperazione.

-Spero non ti dispiaccia se mi diverto un po' mentre ti aspettiamo.-

Con queste ultime parole Hanma chiuse il video, accompagnato dalle grida strazianti di Reiko che risuonavano ancora nella stanza, anche dopo che la televisione era stata spenta e lo schermo si era fatto tutto nero.

Non ressi oltre: mi alzai di scatto, senza badare troppo alla sedia lanciata violentemente contro la parete dietro di me, e mi avviai inferocito verso la porta d'uscita della stanza. Non avrei aspettato nemmeno un secondo di più sapendo cosa stesse succedendo alla mia donna, cosa quel viscido stesse per farle, come la stesse umiliando e violando senza permesso. Giurai su me stesso che mai lo avrei perdonato per aver spezzato l'animo di Reiko, per averla distrutta sia all'esterno che all'interno e per averla privata della pace e serenità che si merita. Per averci privato della possibilità di iniziare la nostra vita insieme.

Ero talmente assorto nei miei pensieri, tuttavia, che non mi accorsi di non essere stato l'unico ad allontanarsi dal lungo tavolo e che nel frattempo Mochi si era avvicinato alla porta chiudendola a chiave.

-Dove credi di andare, Haitani?- mi chiese con fare autoritario.

L'ultima cosa di cui avevo bisogno in quel momento era uno stronzo che mi ostacolasse. Estrassi la pistola dalla tasca e la caricai nervoso, per poi rivolgermi al mio seccatore.

-Levati di torno, Mochi, o ti faccio saltare in aria la testa.-

-Tu ammazzalo e io faccio fuori il tuo caro fratellino.-

A quelle parole mi bloccai sul posto e un brivido mi attraversò la schiena riconoscendo da chi provenissero. Mi voltai e là dove ero seduto poco prima vidi Sanzu stringere un braccio intorno al collo di Rindou e puntargli una pistola alla tempia con la mano libera.

-Lascialo immediatamente!- esclamai innervosito.

-Oh, vacci piano Haitani grande. Io non prendo alcun ordine da te.- rispose in modo beffardo -Avete mentito a Mickey e adesso morirete, tutti e due.-

-Ran non c'entra niente con tutto questo: sono io che avrei dovuto prendere Reiko e ucciderla, quindi lascialo in pace.- disse mio fratello, cercando forse di migliorare la mia situazione.

-Rindou!-

-Non mi interessa un bel niente chi sia responsabile di cosa. Voi due non siete altro che dei traditori della Bonten e voi sapete bene cosa succede a chi tradisce il capo!- esclamò facendo un ghigno.

Feci per avvicinarmi a Sanzu e sollevai la pistola nella sua direzione, ma prima che potessi farmi troppo vicino fui fermato da Kakucho, che mi sbarrò la strada puntandomi la rivoltella alla testa.

-Fai un altro passo e sarai il primo a lasciarci.-

-Non ti azzardare...-

-Silenzio!-

Io e tutti i presenti ci voltammo nella direzione da cui proveniva la voce che aveva appena parlato: Mickey, che era rimasto seduto per tutto questo tempo, si era alzato e si era messo in mezzo tra me e Kakucho e Rindou e Sanzu.

Quando non si sentì più nemmeno una mosca volare, il capo ordinò al numero due e al numero tre della Bonten di abbassare le armi e, dopo essersi voltato verso di me, proseguì.

-Hai tempo cinque minuti per dirmi tutto, Ran, o farò ammazzare te e tuo fratello seduta stante. Chi è quella donna e cosa ha a che fare con te?-

Non avrei mai voluto né pensato di ritrovarmi in una situazione del genere, ma non ebbi altra scelta se non dire la verità su me e Reiko a tutti i presenti, sperando che questo potesse per lo meno calmare le acque. Mickey mantenne lo sguardo impassibile per tutta la durata del mio racconto, nel quale mi limitai a riportare solo poche informazioni essenziali su come io e la ragazza ci fossimo conosciuti da giovani, fossimo stati forzatamente separati e come poi fossimo riusciti a ricongiungerci in tempi recenti.

-Quindi lei sarebbe la tua compagna?-

-Sì, boss.-

-Per quale motivo stava indagando su di noi?-

-Solo per trovarmi. Reiko non è una spia, non direbbe mai niente che possa comprometterci.-

-E dimmi un po', ora che hai visto quel filmato cosa avresti intenzione di fare?-

-Mi sembra ovvio: ammazzare quel bastardo di Hanma e riportarla qui.- risposi seccato.

-Ma davvero?- si intromise Sanzu iniziando a ridacchiare tra sé e sé -L'unico modo per averla sana e salva dopo che si è impicciata dei nostri affari, è condurla qui come puttana della Bonten. Per quello che ho potuto constatare, sarebbe davvero un peccato ucciderla senza averne approfittato prima.-

In quell'istante non ci vidi più dalla rabbia e poco mi importava che Mickey fosse lì davanti a me: in una frazione di secondo mi scagliai verso quel pezzo di merda, lo presi per il colletto della giacca e lo feci sbattere al muro con le spalle.

-Tu prova a sfiorare Reiko anche solo con un dito e giuro che ti farò passare le pene dell'inferno.-

-Uh, che paura! Il grande Ran Haitani che difende la fidanzatina!- rispose Sanzu ridendomi in faccia sguaiatamente.

Recuperai la pistola dalla tasca e gli cacciai con prepotenza la canna in bocca: -Vediamo se ti divertirai ancora dopo che ti avrò fatto esplodere la bocca!-

Feci appena in tempo a pronunciare quelle parole che avvertii la volata di un'altra arma da fuoco puntata alla mia nuca e sentii Mickey parlare.

-Sarò io a decidere cosa ne sarà di quella ragazza, non tu. Fino al mio verdetto, tu e tuo fratello vivrete sotto la stretta sorveglianza di Kakucho e non vi allontanerete mai dal quartier generale nemmeno per tornare alle vostre case. Rispondi solo a questa mia ultima domanda prima che vi congedi tutti: cosa sei disposto a sacrificare per salvare la tua donna?-

Lasciai andare l'uomo davanti a me, che prese ad allontanarsi sistemandosi il completo sgualcito, mentre mi voltato per guardare in faccia il mio interlocutore.

-La vita, boss.- risposi con sicurezza.

-Bene, per oggi abbiamo finito. Andatevene.-

Dopo quest'ultimo ordine uscimmo tutti quanti dalla stanza, chi commentando l'accaduto, chi ridendo soddisfatto come Sanzu e chi, come me, rimanendo silenzioso e pensieroso per tutte le ore a venire. In quel momento non temevo affatto per la mia incolumità, ma erano soprattutto due le mie preoccupazioni: che Rindou, dopo aver agito andando contro gli ordini del capo solo ed esclusivamente per me, potesse rimetterci la pelle e che Reiko stesse passando le pene dell'inferno.

Per tutto il resto della giornata sarei rimasto in pensiero e la notte non sarei riuscito a chiudere occhio pensando ancora allo sguardo pieno di paura della ragazza, alle terribili condizioni fisiche in cui versava e a quello che Hanma le aveva sicuramente fatto subito dopo la fine del filmato. In quel momento il mio destino era nelle mani di Mickey, che sembrava lontano dal voler risparmiare me e mio fratello dopo il torto subito, ma non mi importava. Giurai a me stesso che anche a costo della vita avrei ritrovato Reiko, l'avrei portata in salvo e non l'avrei più lasciata sola un minuto finché non si fosse ripresa del tutto.

Non avrei permesso a nessun bastardo di rovinare la nostra vita un'altra volta e non importava quante persone avrei dovuto uccidere, quali mezzi illegali o vie traverse avrei dovuto usare: la mia donna sarebbe tornata da me e non avrei mai più permesso a nessuno di separarci senza che ne pagasse le conseguenze.

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