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By EiryCrows

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Versione fanfiction del sequel di Miele Selvatico che non avrei mai pensato di fare ma che avete chiesto in t... More

Incinta
Scarpette Rosse
Pop Corn e Cetriolini
Miao
Due. Uno...
... Sette. Tre.
Tea Party
Specchi e Banconote
Illusione
Scacchi
Marshall
Incidente
Dieci
Aura
Intermezzo
Vetri rotti
Testa o croce?
Iris

Shopping, pioggia e consigli.

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By EiryCrows

08

- Gira a destra. -

Fionna ascoltò l'indicazione con un piccolo sbuffo ed eseguì l'ordine, girando il volante verso la direzione suggerita dall'Omega.
- Dovrebbe essere da queste parti. - Disse lui, guardando con attenzione i negozi lungo la strada.

- Pensavo sapessi dove andare. - Si intromise Jake, spuntando tra i due sedili anteriori. Appoggiò i gomiti sulle spalliere e sbirciò la strada dal vetro del parabrezza. - Sei in divieto. - La avvisò poi.

La Alpha emise un leggerissimo grugnito e si infilò in un'altra stradina. - Sei sicuro che sia nei paraggi? - Domandò, rivolta all'Omega.  - Questo è un buon posto per parcheggiare. -
Gumball si mordicchiò le labbra poi annuì. - Lasciamo la macchina qui e andiamo a piedi. - Decretò.  - Non so di preciso dove sia il negozio ma credo di riuscire ad orientarmi se trovo qualcosa di familiare. -
Soddisfatta della risposta, Fionna mise la freccia e fece manovra, incastrandosi perfettamente tra le due macchine già allineate.

- Ancora non capisco come tu abbia trovato quel posto se non ci sei mai andato consapevolmente. - Riprese Jake scuotendo di poco la testa. - Gli Omega sono tutti così? Anche Iris ha un senso dell'orientamento spaventoso. -
Seduta accanto a lui, Iris si lasciò sfuggire un leggero sorriso. - Non sono io che so orientarmi. Sei tu che ti perdi sempre. - Rispose lieve.

- Comunque sia. - Si intromise Fionna, spegnendo il motore. - Non pensavo ci fossero così tanti negozi per bambini in questa zona. -
Gumball guardò attraverso il finestrino per qualche istante, poi,  si slacciò la cintura. - Neanche io. - Affermò. - Forse non ci abbiamo mai fatto caso. -

Jake ne approfittò della discussione per scivolare sul sedile e uscire fuori dell'abitacolo e prima che Iris potesse scendere, fece il giro per aprirle lo sportello; il tutto sotto lo sguardo incuriosito di Fionna che aveva assistito alla manovra con le sopracciglia inarcate.
Piena di domande quest'ultima spostò poi lo sguardo su Gumball che le sorrise semplicemente in risposta e scese dalla macchina, senza dire nulla.

L'Omega ignorò appositamente i due e si guardò intorno per qualche minuto.
- Di là. - Disse sicuro di sè, indicando la strada alla sua sinistra.
Fionna chiuse la macchina con il telecomando e si affiancò immediatamente al ragazzo. - Non ti allontanare troppo da me. - Lo pregò.  - Se ti succede qualcosa Marshall mi ammazza. -

Gumball ridacchiò leggermente e rallentò di poco il passo. - Non mi succederà niente. - Affermò con un leggero sorriso che gli sfiorava le labbra.

- Meglio essere cauti comunque. - Disse a quel punto Jake affiancando Iris e gli altri due. - Avete sentito la notizia di quella Beta? -
- Quella ritrovata morta su una spiaggia con una valigetta strapiena di soldi? - Si informò Fionna.
- Quella. - Rispose subito Jake. - Si chiedono ancora cosa le sia successo, i soldi nella valigia erano tanti e probabilmente non mancava neanche una banconota. -

- Forse ha infilato il naso dove non doveva. - Ribatté a quel punto Iris, avvicinandosi all'altro Omega.
Lo prese per mano con fare materno e strinse leggermente la presa.  - Dove dobbiamo andare? -

Gumball strinse la sua mano in risposta e guardò per qualche istante le vetrine dei negozi. - Di là.  - Rispose, incredibilmente sollevato di averla accanto.

Iris ridacchiò.  - Sbrighiamoci allora. - Disse iniziando quasi a correre lungo la strada, trascinando dietro il roseo, lasciando gli Alpha un po' più indietro.
- Non è magnifica la città di sera? - Chiese poi, fermandosi. - Ha dei colori bellissimi. - Socchiuse gli occhi, godendosi la brezza serale che le sfiorava in modo gentile il viso.

Gumball inclinò leggermente la testa e la guardò attentamente. - Sei libera, Iris. Puoi fare e vedere ciò che vuoi, lo sai. -

La Omega in risposta si lasciò sfuggire una piccola risata. - Lo sono sempre stata, non dimenticarlo. - Rispose. - Ma lo ammetto, mi è mancato tutto questo. - Affermò. - Il vento tra i capelli, le luci,  l'acqua calda del mare che ti sfiora la pelle. Sono piccole cose e spesso tendiamo a dimenticarle... ma... sono questi piccoli doni che mi fanno ricordare che è bellissimo essere vivi. -

Gumball la ammirò per qualche istante poi abbassò gli occhi sul pavimento.  - Sì,  lo è.  - Sussurrò. - Si vive una volta sola, giusto? Lo dicono sempre. -
Iris scosse lievemente la testa. - Non è esattamente così. Si vive ogni giorno, si muore una volta sola. - Poi, notando un cambiamento nell'umore dell'altro Omega, aggiunse - Da cosa stavi scappando? -

Gumball riportò gli occhi, velati da una leggera malinconia, su di lei.

- Non guardarmi in quel modo; ho un ottimo spirito di osservazione e insieme abbiamo vissuto cose che hanno rafforzato il nostro legame. - Disse lei, stringendo la sua mano. - Abbiamo convissuto abbastanza a lungo per sapere che mi stai nascondendo qualcosa. -

Il roseo esitò per qualche secondo e non riuscendo a sostenere il suo sguardo, spostò gli occhi rosati sulle vetrine illuminate che si susseguivano lungo la via.
- Quando... quando ho scoperto di aspettare un bambino... - Mormorò.  - Ero... sconvolto. Pensavo di non volerlo. Pensavo di non essere pronto. Lo penso ancora in realtà, non sono pronto a diventare una... "madre". -

Iris lo tirò leggermente a sè, in modo da ottenere di nuovo il suo sguardo. - Hai deciso di tenerlo; questa è la cosa più importante. Cos'altro ti assilla così tanto? -
Lui si morse le labbra e non rispose subito. - Ho avuto... - iniziò salvo poi interrompersi subito. - uno... non è sopravvissuto.  - Ammise poi.

La Omega rimase in silenzio per molto tempo poi riprese a parlare. - So che fa male. - Disse. - Lo farà sempre. E tu non devi dimenticare mai come ti senti adesso. - Affermò.  - Ma con il tempo il dolore diminuirà e imparerai a conviverci. Non devi rimanere ancorato al passato però. Onora la sua memoria, ma non rimanere intrappolato in quel limbo e non cercare di mettere il dolore da parte perché non ha senso; rimarrà comunque una parte di te e tu non potrai farci niente. - Si fermò per qualche secondo poi riprese. - Quello che puoi fare, però è assorbirlo, interiorizzarlo e trasformarlo in qualcos'altro che ti fortifichi. -

Gumball si sentì le guance umide e ben presto si rese conto che il suo tentativo di fermare le lacrime era fallito.
- Non piangere adesso... - Mormorò Iris abbracciandolo. - Se no Marshall se la prenderà con me... -

Il roseo serrò la presa dell' abbraccio e tirò leggermente su con il naso. - Scusa ma sono incinta e sono instabile. - Scherzò con voce rauca.
- Basta piangere. - Rispose l'altra Omega, perentoria.  - E dedica un po' di tempo a te stesso, dedica un po' di tempo a guarire. -

Gumball annuì lievemente e fece per lasciarla andare quando un altro paio di braccia circondarono entrambi.
- Abbraccio di gruppo! - Esclamò Fionna, aggiungendosi.

L'Omega ridacchiò piano sentendosi già incredibilmente meglio. Alzò lo sguardo sull'Alpha che era rimasto in disparte e sorrise. - Abbraccio di gruppo. - Ripeté a bassa voce. - Manchi solo tu. -

Jake esitò per qualche istante poi si avvicinò al trio.

- Dai che aspetti? - Domandò Fionna.
L'Alpha abbassò lo sguardo sulla piccola Omega e quando lei abbassò la testa, si unì all'abbraccio.

- Ehì ci vuole una foto! - Disse dopo qualche minuto la bionda, liberandosi. - Così possiamo mandarla a Marshall. - Aggiunse sogghignando.
Gumball impallidì leggermente. - No ti prego! Lo sai com'è fatto, piomberebbe qui! -

Fionna scrollò le spalle. - Non si lascia il proprio Omega incinta da solo. - Ribadì.
- Ha ragione. - Si intromise Jake. - E poi è solo una foto, non ci vedo niente di male. -

Gumball guardò i presenti, uno dopo l'altro poi i suoi occhi si soffermarono su quelli pieni di aspettativa dell'Alpha bionda.
- Sapete che c'è - esordì - avete ragione. È solo una foto. Facciamolo. -

Fionna sogghignò e prese il cellulare, aprì la fotocamera e si strinse al gruppetto. - Dite cheese! -

I due Omega si strinsero l'uno accanto all'altro e Jake si premurò di non avvicinarsi troppo all'Omega già legato; Fionna invece, non fece complimenti e passò un braccio intorno alle spalle del suo amico.  - Tre, due, uno... - Fece un enorme sorriso e scattò due tre foto, abbassando poi lo schermo per farle vedere a tutti.

- Oh, guarda che naso. - Scherzò Jake - Sembra una papaya! -

Iris ridacchiò leggermente poi si girò a guardarlo e toccò con l'indice la punta dell'oggetto incriminato. - A me sembra sia a posto. - Disse semplicemente.
L'Alpha portò gli occhi nocciola su di lei, guardandola a lungo senza dire una parola.
E per un attimo lei ricambiò lo sguardo.

Gumball ne approfittò e con un pretesto si allontanò dai due, trascinando Fionna con sè.
- Che sta succedendo? - Mormorò lei a bassa voce, allontanandosi.
- Jake ha una cotta per Iris. - Rispose velocemente lui, prendendo il cellulare dalla tasca. - E forse lei per lui. -
- Oh. - Rispose semplicemente Fionna, mandandogli le foto.
- Non impicciamoci però. - La ammonì l'Omega. - A Iris serve un po' di  tempo. -

Con il volto arrossato, Jake raggiunse i due insieme a Iris. - Da che parte andiamo adesso? - Domandò.

- Umh... - Gumball guardò rapidamente i negozi di quella strada e ne indicò uno.
- Vorrei entrare lì dentro. -
Jake osservò la vetrina e aggrottò la fronte. - Ma non è un negozio per bambini. - Obiettò.

Con un pretesto, l'Omega trascinò l'Alpha lontano dagli altri e gli sorrise ambiguamente. - Vedi la sciarpa in vetrina? -
Jake alzò lo sguardo e individuò subito la sciarpa in questione.
L'aveva già notata prima, quando aveva gettato un'occhiata all'interno del negozio attraverso il vetro.

Sembrava fosse fatta di una stoffa piuttosto leggera, ma la sua bellezza risiedeva principalmente nel colore; possedeva tutti i colori dell'arcobaleno.

Annuì leggermente.

Gumball guardò la vetrina di sfuggita poi si soffermò sull'Alpha che aveva accanto.
- Iris aveva una sciarpa come quella in prigione. La adorava ma l'ha dovuta lasciare lì per scappare. - Osservò. - Teneva molto a quella sciarpa. -

Negli occhi nocciola dell'Alpha si accese un piccola scintilla. Spostò gli occhi su di lui e sorrise.
- Davvero furbo. - Gli fece l'occhiolino poi raddrizzò la postura. - Posso andare da solo, però. È già abbastanza tardi, una deviazione potrebbe non essere la miglior cosa. -

L'Omega annuì leggermente. - Allora noi andremo avanti e proseguiremo per questa strada. Penso di aver capito ormai dove siamo. - Ridacchiò. - Se ti perdi puoi sempre chiamarmi. - Continuò, allontanandosi con passo deciso.
Raggiunse subito le altre e prese Iris a braccetto. - Andiamo avanti? - Domandò, percorrendo in fretta quel tratto di marciapiede.

- Non viene? - Chiese Fionna con la fronte aggrottata, rivolgendo un'occhiata all' altro Alpha.
L'Omega scosse leggermente la testa.  - Ha una cosa urgente di cui sbrigarsi. -

Iris inarcò le sopracciglia stupita ma non fece commenti.
- Non hai mandato sul serio la foto al tuo Alpha, vero? - Domandò invece con un tono leggermente preoccupato.
- Non ancora. - Sorrise lui. - Andiamo su! Siamo vicini! - Esclamò poi, accelerando il passo.

Fionna lo seguì immediatamente mentre Iris si girò a guardare prima Jake.
Lui le sorrise e la salutò con un breve cenno della mano.
La Omega sospirò e raggiunse gli altri che si erano fermati ad aspettarla, qualche metro più avanti.

- Allora - iniziò Gumball a cui non era sfuggito lo scambio di occhiate - tu e Jake? - Buttò lì casualmente.

Iris arrossì lievemente e si schiarì la voce per rispondere alla domanda.
- Nonostante quello che ho passato, non ho paura degli Alpha. - Chiarì.
- Non ho mai detto questo. - Ribatté Gumball con decisione.  - Non saresti qui in caso contrario. -

Fionna lasciò che i due parlassero da soli e si tenne a qualche passo di distanza da loro, rimanendo appositamente indietro.
Non erano veramente affari suoi.
Prima di tutto, Iris era amica di Gumball non la sua.
Inoltre, quando si toccavano questi argomenti, provava sempre una leggera stretta al petto e non sapeva bene il perché.
La stessa che aveva provato in quei giorni passati all'orfanotrofio dove era cresciuto Gumball; giorni che erano stati terribili per certi versi ma anche altrettanto interessanti per altri.

In generale, non aveva mai pensato all'amore; neanche quando Marshall aveva infranto il cuore al suo migliore amico, neanche quando Gumball sembrava aver toccato il cielo con il dito.

L'unica cosa a cui aveva pensato era che l'amore era solo un grandissimo casino.

Aveva amato, era stata anni da sola e qualche volta aveva avuto delle relazioni che però non si erano concluse un granché.

Sapeva quanto faceva male amare, sapeva quanto fosse bello e sapeva anche quanto fosse difficile.

Trovare un compagno o una compagna ideale, un partner con cui passare la vita, era complicato e non era affatto una cosa semplice come veniva descritta spesso nei film.

Non ci aveva mai pensato così tanto finché non si era ritrovata catapultata nella sofferenza di Gumball e poi in quella di Marshall.

In quel momento, aveva realizzato quanto dovesse essere bello avere qualcuno che fosse in grado di amarla così, in quel modo.
Qualcuno disposto a dare la vita per lei.

Stupidamente, quando aveva capito quanto profondamente quei due si amassero, aveva sentito qualcosa dentro che solo dopo aveva identificato come gelosia. All'inizio, se ne era stupita ma poi si era vergognata di se stessa.

Era invidiosa.

Non di loro, Gumball era solo un amico e mai avrebbe potuto essere qualcos'altro.

Era gelosa del loro legame.
Era invidiosa di quello che avevano.

Sarebbe mai esistito al mondo qualcuno in grado di farle provare la stessa cosa? Qualcuno che la spingesse a fare ciò che Marshall aveva fatto per Gumball?

Come si riconosceva l'amore?

Era più facile quando potevi osservare tutto dall'esterno e poter elaborare le tue teorie. Esserci dentro invece, era solo un enorme casino.

Iris si gettò un'occhiata alle spalle e si accorse che la Alpha aveva avuto il buon senso di lasciarli da soli pur tenendoli d'occhio. Sospirò.
- È vero. - Disse semplicemente. - Non mi piace che mi girino intorno, soprattutto se non li conosco e non gradisco sempre la loro ingombrante aura. Con Jake... - Scosse lieve la testa. - Ci piace  flirtare, tutto qui. -

- Sicuro che non ci sia altro? - Domandò l'Omega spostando gli occhi sugli abissi neri di lei.
Iris scrollò leggermente le spalle. - È troppo... presto per definire qualcosa. - Ribadì. - Ci conosciamo appena e siamo colleghi per ora. Non c'è nient'altro.  - Si mordicchiò le labbra. - Non so se effettivamente possa mai esistere qualcos'altro. -

Gumball rimase in silenzio per qualche istante. - Penso che lui sia molto interessato a te. - Rivelò poi. - Se la cosa è reciproca, dagli un'occasione. Ma se non lo è, non dargli false speranze. -
La Omega sbuffò lievemente. - Non gli sto dando false speranze. - Ribatté convinta. - Sono... finalmente libera. Non voglio incatenarmi di nuovo. -

L'Omega si mordicchiò la guancia poi scosse la testa di nuovo. - L'amore non ti incatena. Se ti senti così, allora non è amore. -
Iris annuì rapidamente. - Ne sono consapevole. Ma... Voglio solo un po' di tranquillità. E le relazioni sono...  complicate. -
Fu il turno di Gumball di sospirare. - Su questo non hai torto. Una relazione richiede impegno.  Ma se funziona ti da anche tantissime soddisfazioni. - Sorrise. - Comunque se mai ti dovesse servire una mano, conta pure su di me. -
Lei rispose con un sorriso leggerissimo. - Su questo non ho alcun dubbio. Se mi servirà, lo farò.  -

Gumball fece un segno di assenso con la testa poi i suoi occhi furono rapiti da una moltitudine di colori e profumi diversi.
Qualcosa in loro lo spinse a fermarsi.

- Non sapevo ci fosse un fioraio da queste parti. - Disse Fionna, recuperando terreno, dopo essersi accorta che la discussione era ormai conclusa. - Non vado mai da queste parti. - Riprese poi a mo' di scusa.

- Neanche io ci avevo mai fatto caso. - Rispose Gumball, ancora intento a guardare i vasi con le piante colorate. - Sono... magnifici... - Sussurrò, osservando i vari fiori blu, rossi e gialli. - Entro un attimo. - Asserì poi, sparendo dentro il negozietto.

Le due amiche rimaste da sole si scambiarono un'occhiata apprensiva.

- Pensi che possa cacciarsi nei guai? - Domandò Fionna, indecisa se entrare o meno.
- Indubbiamente. - Ridacchiò Iris. - Ma hai visto il suo sguardo? Lasciamolo un po' da solo. Non credo che ci metterà molto. -

Come aveva previsto la giovane Omega, dopo un paio di minuti, Gumball uscì dal piccolo fioraio con un vaso avvolto in una carta colorata.
- Possiamo andare! - Esclamò soddisfatto dall'acquisto.

- Wow! - Fionna sollevò appena le sopracciglia nel vedere quei piccolissimi fiorellini raggruppati a palla. - Come mai? -
Gumball ammirò per qualche secondo la pianta sotto la luce dei lampioni. - Sono per la proprietaria del negozio.  - Spiegò.  - Volevo ringraziarla per avermi aiutato. Il fioraio mi ha detto che nel linguaggio dei fiori le ortensie significano grazie. -

- Sono sicura che le piaceranno. - Disse Iris piegando la testa per guardare i piccoli fiori azzurri. - Sono molto belli. -
- Confermo! - Esclamò a quel punto Fionna, ridacchiando.

Gumball tenne saldamente il vaso tra le braccia. - Se abbiamo tempo, voglio tornare. Devo prendere un'altra cosa ma non voglio portarmela in giro. -
Fionna annuì, affiancandolo quando riprese a camminare. - Cosa devi comprare? - Domandò curiosa.

L'Omega arrossì e abbassò lo sguardo sui fiori.
- Va bene se non vuoi dirlo. - Ribadì Iris, ben interpretando il suo silenzio. 

Gumball quasi nascose il viso in mezzo ai fiori. - No... va bene... - Disse soltanto.  - Voglio compare una pianta di papaveri rossi.  -
Fionna inarcò le sopracciglia. - Ha qualche significato particolare? - Domandò ancora.
Lui annuì velocemente ma non disse nient'altro.

Iris intuì al volo che Gumball non volesse parlarne ancora e si affrettò a cambiare discorso. - È quello? - Si informò, indicando con una lieve inclinazione della testa il negozio situato qualche metro davanti.

Gumball sollevò di scatto gli occhi sulla vetrina.
Avrebbe riconosciuto quella disposizione anche da un chilometro di distanza.
E per di più, sopra la sua mensolina, dove una volta erano state messe le scarpette rosse, faceva bella mostra di sé, un altro paio di scarpette identiche in tutto e per tutto a quelle che aveva comprato,  tranne che per il colore.

Se quelle erano rosse come gli occhi del suo Alpha, queste erano nere inchiostro, come i suoi capelli.

L'Omega le guardò intensamente, sentendo lo stesso brivido sulla schiena che aveva provato quando aveva visto il primo paio.
Doveva esserci qualcosa di magico in quel negozio; non avrebbe potuto spiegarsi altrimenti il motivo per cui si sentiva così ogni volta che guardava la vetrina.

- È questo... - Sussurrò emozionato.

- Pensavo fosse più grande. - Osservò Fionna dandogli una rapida occhiata.  - Sicuro possa avere ciò che serve? -
Iris inclinò lievemente il capo e sbirciò anche lei il negozietto.
- Sì, penso di sì. - Rispose Gumball  spostandosi verso la porta di ingresso.

La Alpha alzò leggermente le spalle. - Andiamo a dare fondo alla carta di credito di Marshall! -
L'Omega si fermò sulla soglia e si girò lievemente verso la bionda.  - Eh? - Si lasciò sfuggire con il viso un po' arrossato.
- Certo! - Ribatté subito Fionna. - Non ne vuoi approfittare? - Ridacchiò.

Gumball la guardò incerta finché Iris non gli poggiò le mani sulle spalle.  - Sta solo scherzando.  - Spiegò, spingendolo leggermente verso l'ingresso.

L'Omega aggrottò le sopracciglia titubante ma varcò la soglia spingendo appena la porta.
Quest'ultima si aprì al suo lieve tocco, facendo risuonare all'interno un dolce tintinnio.

I tre entrarono immediatamente e Fionna e Iris iniziarono ad osservare tutto con occhi curiosi mentre Gumball, invece, si avvicinò al bancone, poggiandovi sopra il  vaso con i fiori.

In meno di un secondo, una ragazza, Beta a giudicare dall'odore delicato, fu subito da loro.
- Buona sera! - Esclamò con un sorriso.  - In cosa posso esservi utile? -

L'Omega la guardò per qualche secondo, analizzandola brevemente.

I capelli color caramello della ragazza erano stretti in un chignon piuttosto disordinato da cui fuoriuscivano fili sottili da ogni dove. Il viso leggermente allungato, non era segnato da trucco; fatta eccezione per una sottile linea di eyeliner che le si allungava sulle palpebre. Gli occhi marroni erano intenti a fissarlo con un velo di curiosità; mentre le sue labbra erano distese in un piccolo sorriso cordiale che attendeva soltanto una sua risposta.

Gumball si mordicchiò a disagio le labbra.

Non aveva pensato che potesse esserci qualcun'altro a gestire il negozio insieme a Shui e adesso che si era ritrovato quella sconosciuta davanti, non era così sicuro di affidarle la pianta.

La Beta socchiuse gli occhi e iniziò a fissarlo in modo del tutto diverso.
- Sei un suo amico? - Si informò sospettosa, inclinando leggermente la testa verso di lui.
L'Omega annuì piano.  - In un certo senso.  -

La commessa si ritrasse e continuò a guardarlo in modo quasi ostile. - Okay. - Replicò soltanto. Alzò lo sguardo sulle altre due clienti per qualche secondo poi lo riabbassò sul ragazzo che aveva davanti. - Te la vado a chiamare. -
Si allontanò di poco e sempre tenendo d'occhio ciò che succedeva li dentro, indietreggiò fino alla porta. Si fermò per qualche momento poi la oltrepassò e sparì.

Gumball inarcò le sopracciglia, poi scrollò le spalle e non diede granché peso a ciò che era successo.
Forse di natura quella ragazza era più diffidente rispetto a Shui; non si sentiva di biasimarla troppo, in fondo era un estraneo per lei.

Mentre rifletteva su questo però, la sua attenzione fu attirata da un gridolino entusiasta. Si girò  a guardare le due amiche, trovando l'Alpha intenta ad ammirare la sua meravigliosa scoperta.
- Guarda PG! - Esclamò sventolando una tutina bianca. - Ha le orecchie da coniglio e la coda! - Girò il capo d'abbigliamento per far vedere il piccolo ponpon  e nel farlo i suoi occhi incrociarono altro. - Oh... questa copertina è minuscola! - Continuò.  - E guarda questi ciucciotti! -

Iris, d'altro canto, seguiva Fionna a distanza, guardando tutto con lieve distacco. Osservava ogni oggetto che l'Alpha prendeva con una espressione piatta, come se niente fosse in grado di riscuotere il suo interesse.
Sembrava quasi che nulla potesse attirare la sua attenzione.

Gumball sapeva che in realtà non era così e si sentiva tremendamente in colpa per averla portata lì.
Forse aveva sbagliato a farsi convincere, aveva sbagliato a coinvolgerla in quella specie di spedizione. Iris era pur sempre una madre che aveva perso i propri bambini, non aveva mai potuto fare queste cose. Non aveva mai avuto un compagno che scattasse ad ogni sua voglia, non aveva mai avuto qualcuno che organizzasse una festa per i suoi bambini.
I suoi cuccioli le erano stati strappati via appena nati.
Doveva essere estremamente difficile per lei stare là dentro.

Era stato stupido e indelicato da parte sua, portarla lì.

Si allontanò di qualche passo dal bancone per raggiungerla ma una voce squillante lo fermò sul posto.

- Gumball, sei tornato! -
Shui uscì dalla porta in compagnia della Beta e si avvicinò all'Omega con un enorme sorriso, coinvolgendolo in un breve abbraccio. - Come stai? - Domandò poi spostò lo sguardo sulla pancia. - Come sta? -

Lui rispose con un gesto vago della mano. - Io sto bene... e anche qualsiasi cosa ci sia qua dentro. - Ridacchiò. - Diventerò una piccola mongolfiera di questo passo. -

Shui ridacchiò poi osservò brevemente le due ragazze che si erano avvicinate all'Omega.
- Vedo che hai portato delle amiche, questa volta! -

- E non solo quello. - Gumball prese il vaso con l'ortensia e lo porse alla Omega. - Per te - disse soltanto - per il negozio o per casa... come ringraziamento per avermi aiutato. -

Shui prese con delicatezza il vaso e guardò i fiori per qualche istante.  - Grazie sono bellissimi! Ma non c'era bisogno di scomodarti, alla fine aiutarti è servito anche a me, non credi? -

Gumball ridacchiò brevemente poi si voltò verso le due amiche e iniziò a fare le presentazioni.
- Lei è Fionna.- Disse girandosi verso la Alpha.
- Piacere di conoscerti! - Fionna allungò la mano verso la ragazza che in risposta, la strinse senza esitazioni. 
- Shui. - Rispose la Omega.
- Un nome insolito ma molto bello!  - Ribatté la Alpha, ritirando la mano.

- È orientale. - Intervenne a quel punto Iris, facendo un lieve inchino in direzione della Omega che inarcò le sopracciglio e rispose allo stesso identico modo.
- Se non sbaglio della parte sud- est? - Sorrise. - Davvero interessante, il mio nome è Iris. - Si presentò.
Shui iniziò a ridere coprendosi lieve la bocca con la mano. - Hai ragione, è davvero interessante. - Rispose.

Poi si rivolse agli altri che avevano un'espressione abbastanza confusa sul volto, in particolare all'Omega dai capelli rosa che sembrava il più confuso tra tutti.

- Iris è anche il nome della dea dell'arcobaleno - Spiegò brevemente. - Mentre Shui invece, significa "acqua", in modo più specifico, pioggia. -

Gumball allargò gli occhi e aprì lievemente la bocca che richiuse di scatto subito dopo. Guardò prima l'una poi l'altra. - Suppongo... - Iniziò per poi sospirare. - Suppongo che sia davvero interessante  -

Fionna che nel frattempo si era riscossa, diede una leggera pacca sulle spalle dell'amico. - Il mio nome è normalissimo, nessun significato nascosto.  -

La Beta annuì a quelle parole. - Anche il mio. - Disse, attirando su di sé l'attenzione dei presenti. - Mi chiamo Holly, piacere. Mi dispiace se prima vi sono sembrata scorbutica; gli amici di Shui sono anche amici miei. -

Shui si alzò sulle punte e le diede un piccolissimo bacio sulle labbra. - Non sminuirti così. - La rimproverò.

Gumball sgranò gli occhi e distolse in fretta lo sguardo, arrossendo leggermente. 
Shui aveva l'odore di un Alpha addosso, unito al suo; aveva l'odore di un'Omega legata.
Pensava avesse un Alpha come compagno!

Anche Iris inarcò le sopracciglia a quel minuscolo scambio di effusioni ma non disse nulla, preferendo concentrare la sua attenzione su altro.

Fionna, invece, non fu altrettanto discreta.
- State insieme? - Domandò con una voce leggermente confusa.

Holly la fissò truce per qualche istante. -  Perché? Hai qualche problema? -
La Alpha scosse rapidamente la testa. - Ho chiesto perché pensavo di aver percepito la traccia di un Alpha nel suo odore. -

Shui alzò la mano e la poggiò sulla spalla di Holly per calmarla. - È tutto a posto, Ly,   penso non siano quel tipo di persone. -
La Beta guardò la Omega intensamente, poi lasciò andare un piccolo sospiro.
- Scommetto che stiate morendo dalla curiosità adesso. - Disse con voce leggermente acida.

Iris fece subito un cenno di diniego, facendo oscillare per qualche secondo la treccia bionda. - Non sono affari nostri. - Ribadì.

Gumball invece si ritrovò esitante.
Era vero che non erano affari loro, ma doveva ammettere che era dannatamente curioso di scoprire cosa ci fosse sotto.
Era raro che un Omega scegliesse un Beta; ancora più raro che l'Omega in questione avesse l'essenza di un Alpha nella propria scia.

Fionna invece annuì senza pudore. - Ovvio che sono curiosa. - Rispose. - Ti ha marchiato contro la tua volontà? Se è così va denunciato.  -

Shui inclinò lievemente la testa e sorrise dolcemente.  - Niente di tutto questo. - Rispose con voce soave.  -  So che può sembrare strano ma io amo il mio Alpha, così come amo Holly e Holly ama me e il nostro Alpha. Anche lui ci ama, in modo tutto suo. -

Lo sguardo di Fionna, a quella notizia, si fece ancora più confuso.

- Immagino... immagino si possano amare più persone contemporaneamente. - Ammise Gumball estremamente colpito.

Iris si mordicchiò le labbra poi sospirò. - In realtà, non penso tu possa capire a pieno, Gumball. Tu hai un Soulmate.  -

- TU E IL TUO ALPHA SIETE SOULMATES?- Domandò Holly all'improvviso quasi urlando.
Shui le lanciò un'occhiataccia di disapprovazione che la Beta ovviamente ignorò. - Pensavo fosse solo una leggenda! - Esclamò a mo' di scusa la ragazza.

Gumball ridacchiò. - Eppure sono qui davanti a te. Siamo rari, ma esistiamo. -
- Qualche volta mi piacerebbe incontrare il tuo compagno. - Commentò a quel punto Shui.
- Penso che capiterà prima o poi. - Rispose l'Omega. - Deve vedere assolutamente questo posto. -

Fionna concordò con un cenno vigoroso del capo. - Non possiamo comprare tutto in una volta sola. -
Anche Iris annuì ma a differenza degli altri, non aggiunse nient'altro e rimase in completo silenzio.

- Cosa ne dite se io e Holly vi diamo una mano a stilare una lista con tutto quello che serve? - Propose Shui. - Dovremmo avere degli elenchi sul computer. -
- Ottima idea tesoro. - Ribadì Holly. - Potremmo anche fare una lista regalo; in questo modo, se qualcuno volesse farvi un regalo, potresti mandarlo qui. Si eviterebbe di avere regali doppi e inoltre, qualora mancasse qualcosa potremmo automaticamente inserirla nella lista regalo non appena arriva. - Inclinò la testa. - Cosa ne pensate? -

- Sarà divertente! - Esclamò subito Fionna. - Così so cosa comprarti, a parte la tutina da coniglietto. - Continuò con gli occhi che le brillavano dall'entusiasmo.

Gumball soppesò l'idea per qualche secondo e sospirò leggermente. - In tutta sincerità non saprei neanche da dove iniziare. - Comunicò. - Ma so che Hana ha intenzione di organizzare una festa per svelare il genere primario; avere una lista qui mi farebbe molto comodo.  -

Fionna ridacchiò divertita. - Sono sicura che la Lady comprerebbe tutto, se lo sapesse. -

Holly si lasciò sfuggire un mezzo grido strozzato. - La... Lady? - Sgranò gli occhi.  - Quella Lady? Hana? Hana Abadeer? -
Anche Shui a quel nome allargò gli occhi scuri e li portò sull'Omega. - Quindi il tuo Alpha... -

Gumball alzò le mani per difendersi mentre Fionna si lasciava andare ad una genuina risata scrosciante.
- Nessuno lo sa ancora e dovete giurarmi che non lo direte mai a nessuno. - Pregò l'Omega. - Se la notizia si dovesse diffondere...  -
- Tutti farebbero a gara per avere la prima pagina. - Concluse Shui con voce scura. - Io e Holly non diremo niente, mai. Hai la nostra parola. -

Gumball fece un sospiro di sollievo e sorrise lieve. - Grazie. - Disse soltanto.  - Significa molto per me. -

- Non preoccuparti. - Ribatté Holly. - Però poi, quando sarà ufficiale potresti dire che ti servi qui e non in uno di quei spocchiosi negozi nella parte in? -
- Holly! - La rimproverò Shui.

L'Omega ridacchiò. - Non credo sia un problema - Rispose.

- Bene! - Si intromise a quel punto Fionna. - Adesso che abbiamo dato tutti la nostra parola, possiamo procedere? Si sta facendo tardi e se Gumball non torna a casa prima di Marshall, sono sicura che lui mi ucciderà.  -

Holly inarcò le sopracciglia e diede una rapida occhiata all'orologio. - Hai ragione, l'orario non è dei migliori per discutere. - Indicò con il pollice il computer sopra il bancone. - Venite da questa parte e iniziamo con la lista! - Si allontanò da loro e fece il giro per rientrare.

Fionna e Gumball la seguirono subito e lo stesso stava per fare anche Shui quando invece fu trattenuta.

- Aspetta, per favore. - La prego Iris a voce bassa. - Mi dispiace chiedertelo e mi dispiace disturbarti ma sento che devo farlo. - Specchiò i suoi occhi neri in quelli marroni dell' altra Omega. - Se non vuoi rispondere lo capisco, non siamo amici ed è la tua vita privata. -

Shui inclinò la testa. - Vuoi sapere del mio Alpha? - Domandò.  - È semplicemente un aromantico; per questo ho detto che ci ama a modo suo. -
Iris scosse rapidamente la testa. - No... non è questo... - sospirò - ... come... fai con il calore? -

La Omega riccioluta si mordicchiò giocosamente le labbra. - Il mio Alpha. - Rispose come se fosse la cosa più semplice del mondo.  - Quando ho bisogno lui è lì per me. E nel mio caso, ho bisogno anche di Holly. È lei che si occupa di noi e mi sta accanto anche durante... - fece un vago gesto della mano. - Ho bisogno di entrambi, per superare il calore; non potrei rinunciare a nessuno dei due. In quel momento, l'unico che può soddisfare a pieno un Omega, è un Alpha. Solo che per me, anche Holly è indispensabile. È come se... si completassero. -

Iris abbassò lo sguardo. - Mi dispiace di avertelo chiesto. -
- Non ho problemi a parlarne. - Rispose immediatamente Shui, sorridendo. - Sei preoccupata perché non sei legata? -
La Omega bionda scosse la testa. - Ho affrontato diversi calori da sola. È brutto ma non impossibile.  - Replicò; poi, dopo qualche secondo di silenzio aggiunse. - È solo che questa volta vorrei avere una determinata persona, un Alpha, accanto a me. Ma non sono pronta a ricevere il legame e non voglio qualcosa di più. -

- Non tutti gli Alpha sono bestie selvagge.  - Affermò Shui con voce calma e misurata. - Dovresti parlare con questa persona. -
Iris sospirò a lungo. - Dovrei. È la stessa conclusione a cui sono arrivata io. -
- Lo sapevi già perché era la soluzione più logica. - Shui si mise sulle punte e diede un leggero buffetto sulla testa di Iris. - Raggiungiamo gli altri. - Disse poi. - Non voglio essere riempita di domande e quella Alpha bionda sembra averne sempre di nuove. - Le fece l'occhiolino.

L'altra annuì ridendo. - Potrebbe già essere successo.  -
- Oh no! - Rispose allora Shui con tono melodrammatico. - Devo salvare Holly! -

- - - - - - - - - -

Marshall aprì la porta di ingresso senza fare il minimo rumore e rientrò in casa quatto quatto, richiudendosela alle spalle senza farle emettere neanche un misero cigolio.
Si infilò lesto nel corridoio e altrettanto velocemente sgattaiolò in lavanderia; lì, si preparò per la notte, si tolse i vestiti e li gettò dentro il cesto dei colorati.

Tornò indietro e, nel più completo silenzio e nel buio più totale, aprì la porta della camera da letto e vi si introdusse, come un ladro, senza emettere un fiato, con passi leggeri e felpati.
Socchiuse un'anta della finestra che si era aperta troppo per il vento e scivolò morbidamente tra le lenzuola del letto.

Si avvicinò al suo bellissimo compagno il più possibile, cercando di non farlo svegliare e non potendo farne a meno, poggiò pianissimo la mano sulla sua pancia.

- Mmh... Marshall... - Mormorò l'Omega senza neanche girarsi, ancora immerso nel sonno. - Non... ti avevo chiesto... di tornare presto? - Sbadigliò.

L'Alpha si strinse maggiormente a lui e iniziò a strofinare il muso contro il collo del suo compagno. - Mi dispiace, è stato inevitabile... -
Gumball bofonchiò qualcosa e si lasciò coccolare senza obiezioni.
Marshall sorrise dolcemente e gli lasciò un lieve bacio sulla spalla nuda. - Ti sei divertito anche senza di me? - Sussurrò poi con tristezza.
- Sì. - Mormorò l'Omega assonnato senza mostrargli alcuna pietà.

L'Alpha uggiolò pianissimo. - Sei andato a fare shopping con quell'idiota? - Domandò geloso.
L' Omega sbadigliò e spostò la mano su quella del fidanzato, intrecciando le dita insieme. - Sì. - Soffiò.

- Sei crudele. - Disse a quel punto Marshall, iniziando a baciargli lieve la pelle.
- Mmh... - Rispose Gumball mentre un leggero sogghigno solcava le sue labbra. - Lo so. -

Marshall emise un altro piccolo lamento. - Non è colpa mia... -
L'Omega non rispose subito e lasciò che il suo Alpha si sentisse in colpa per un altro po'; poi, si girò verso di lui e si rintanò tra le sue braccia.

- Lo so. - Soffiò soltanto.

- - - - - - - - - -

Jake si fermò ad un semaforo e approfittò della luce rosse per girarsi verso la passeggera al suo fianco. - Sei sicura che vuoi tornare a casa? - Domandò. - Avresti potuto rimanere a casa di Gumball, te l'ha anche chiesto.  -

Iris tenne lo sguardo fisso sulle luci della città al di là del vetro. - Non voglio essere un peso. - Rispose pacatamente. - E poi tu non saresti mai rimasto.  - Si girò a guardarlo e per un attimo i suoi occhi si rifletterono in quelli nocciola dell'Alpha.

- È pur sempre il territorio di un altro Alpha - spiegò Jake - passarci la notte senza il suo consenso non mi sembrava giusto. -

Il semaforo diventò verde e l'Alpha portò l'attenzione sulla strada, ricominciando a guidare; per molto tempo l'unico rumore che si frappose tra di loro fu quello della pioggia che cadeva sull'auto.

- Dannazione, quand'è che ha iniziato a piovere? - Si lamentò Jake azionando i tergicristalli.
- Da poco. - Rispose Iris, sollevando gli occhi verso la massa oscura che incombeva su di loro. - E non credo che smetterà presto; anzi, penso che aumenterà.  -

- Speriamo di no. - Ribadì Jake totalmente concertato sulla strada. - Spero ci faccia arrivare a casa prima. -
L'Omega inarcò le sopracciglia ma non disse nulla.
Non voleva rovinare miseramente le sue speranze.

Dopo qualche minuto di viaggio, infatti, la previsione di Iris si avverò e la pioggia prima scarsa e fine, si riversò su di loro come un torrente in piena.

- Merda. - Jake mise al massimo la velocità dei tergicristalli e aumentò la luminosità dei fari ma anche con quei piccoli stratagemmi, la visibilità della strada risultava piuttosto scarsa e praticamente quasi nulla.

Per giunta, c'erano pochissimi lampioni funzionanti e alcuni di loro emettevano una luce così fioca da essere praticamente inutile.

L'Alpha imprecò a bassa voce.

- Forse, dovresti accostare - Suggerì Iris, indicando una piccola piazzola. - Forse, dopotutto rallenterà. -

Jake si lasciò sfuggire un grugnito ma mise la freccia e accostò dove gli era stato suggerito.  - Controllo dove siamo. - Sospirò poi, afferrando il cellulare. - Poca linea,stupendo. - Si lamentò.
La Omega però non lo stava ascoltando, intenta a guardare la pioggia. - Perché te ne sei andato?

L'Alpha smise di guardare il cellulare e alzò gli occhi su di lei. - Quando? - Chiese, aggrottando la fronte.
- Poco fa. - Rispose subito lei. - Sei sparito. -
Jake si lasciò sfuggire un altro lungo sospiro. - Dovevo prendere una cosa ma avevano il Pos rotto. Ci ho messo tanto perché ho dovuto prelevare. -

Iris si voltò a guardarlo. - Era importante? -
Jake trattenne quasi il fiato.
C'era qualcosa di magico nel modo in cui la poca luce che c'era si rifletteva in quegli occhi onice.
- Era importante. - La rassicurò.

La Omega abbassò di poco la testa, accettando in quel modo la risposta e riportò lo sguardo oltre il finestrino, poggiando il mento sopra il dorso della mano.

Era sempre stata una ragazza piuttosto sicura di sé. Era brava a giudicare le persone e sapeva quasi sempre ciò che voleva.
Non riusciva a capire però perché Jake la confondeva.

Guardò la pioggia sbattere violentemente contro il vetro trasparente.
Era da tanto che non vedeva un acquazzone così.

Di scatto, si slacciò la cintura, aprì lo sportello e uscì sotto il diluvio.
Jake le urlò qualcosa ma lei non riuscì a sentirlo, a causa del rumore.
Aprì le braccia e le innalzò al cielo, accogliendola su di sé, sentendola su ogni piccolo lembo di pelle scoperta.
Girò su se stessa, prima lentamente poi accelerò l'andatura, sollevando il viso al cielo, ridendo come una bambina.

- Iris! - La chiamò Jake, raggiungendola sotto la pioggia. - Sei matta... - Le disse con un mezzo sorriso.

Iris abbassò lo sguardo su di lui e sul suo volto si aprì un ampio e lungo sorriso.
I vestiti le si erano incollati addosso ma non aveva alcuna importanza.
- E tu sei più matto di me. - Rispose. - Mi hai seguito. -

Jake non disse niente e la guardò soltanto.

- Erano anni che non sentivo la pioggia così! - Esclamò lei. - È stato più forte di me. È stato impulsivo e irrazionale. - I suoi occhi sembrarono brillare ancora di piu. - Non mi sono mai sentita così... bene. -

L'Alpha continuò a guardarla a lungo.

Era bagnata e sembrava ancora più piccola di ciò che era, anche se era piuttosto alta per essere un'Omega.

I vestiti sottili aderivano al suo corpo, senza lasciare nulla all'immaginazione; avrebbe potuto benissimo intuire le sue forme se avesse voluto.
Tuttavia, non era su quello che si era posata la sua attenzione.

Iris sembrava felice.
Non l'aveva mai vista così.
Non aveva mai visto i suoi occhi ridere in quel modo. Non li aveva mai visti così pieni di vita.
Non sapeva che potesse esistere uno spettacolo simile finché non se lo era ritrovato davanti.
Lei, che era sempre calma e razionale, gli stava mostrando una nuova parte di sé; selvaggia e indomita.

I suoi occhi si spostarono sulla sua bocca distesa nel sorriso più bello che avesse mai visto e prima di accorgersene, Jake si sporse leggermente verso di lei, mentre tutto intorno a loro non aveva più senso; persino la pioggia incessante che scrosciava su di loro.

Iris ricambiò lo sguardo e non si mosse.
Non si spostò e non indietreggiò.
Sembrava quasi che lo stesse aspettando.
Sembrava aspettare che lui la raggiungesse.

L'Alpha si fece coraggio e si avvicinò ancora, così tanto che potè sentire il calore della sua pelle, così tanto che per
qualche secondo il loro respiro si mescolò.
Erano così vicini che riusciva a sentire i fremiti che percorrevano il corpo di lei e sapeva che anche lei era in grado di percepire i suoi.

Un solo centimetro e le sue labbra avrebbero incontrato le proprie.

Un solo centimetro.





Angolo Autrice.

Eheheheheheh... MUAHMUAHMUAHMUAHMUAH.

La sento la vostra voglia di prendermi a sediate, eh.

Eh bhè, non ho altro da aggiungere ~
Soffrite un altro po' con me ~

Addios. [ Cit]

EiryCrows.

P.S. Vi voglio bene non dimenticatevelo!

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