Wanted Most - Larry AU [Itali...

By killapikkoletta

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Louis Tomlinson è un ladro, ed è dannatamente bravo in ciò che fa. Tutti lo conoscono. La maggior parte non c... More

Premessa
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23 [Parte 1]
Capitolo 23 [Parte 2]
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26 [Parte 1]
Capitolo 26 [Parte 2]
Capitolo 27 [Parte 1]
Capitolo 27 [parte 2]
Capitolo 28 [Parte 1]
Capitolo 28 [Parte 2]
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Epilogo

Capitolo 18

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By killapikkoletta

Capitolo 18

Harry arrivò più tardi del solito a lavoro, essendosi dilungato per prendere altre lenzuola e coprire Louis dal momento che non ci sarebbe stato lui a tenerlo al caldo e il piumone era a lavare. Si stropicciò gli occhi ancora seduto in macchina, lanciando un'occhiata allo specchietto retrovisore per assicurarsi che non si notasse che aveva pianto. Niall e Zayn non avrebbero mai smesso di prenderlo in giro. Una volta asciugate le guance e controllato che le ciglia non fossero più umide, uscì dal veicolo e entrò nell'edificio, prendendo l'ascensore fino al suo piano.

Erano già quasi tutti presenti e, nel momento in cui le porte dell'ascensore si aprirono con un ding, Harry vide una testa bionda sbucare da uno dei cubicoli, un ampio sorriso dipinto sul volto, «Ehilà Harry!»

Anche Zayn si affacciò dalla sua postazione, inarcando un sopracciglio, e i due lo raggiunsero mentre quello guardava Harry curioso, «Di solito sei il primo ad arrivare.»

Harry si passò una mano sul viso, «Avevo delle cose di cui occuparmi.»

«Gran bel succhiotto,» ridacchiò Niall.

«È per questo che hai fatto tardi?» chiese Zayn con una smorfia.

Il riccio scosse la testa, «No, no...mi sono solo assicurato che tutto fosse in ordine prima di andarmene. Lui sta ancora dormendo.»

Zayn si alzò all'improvviso, fissandolo con attenzione negli occhi, «Sei fatto? Hai gli occhi arrossati.»

«Cosa?» il caposquadra si massaggiò le tempie, sospirando esasperato. «No che non sono fatto. È stanchezza e mi state facendo venire il mal di testa.»

«Post sbornia allora,» disse Niall, annuendo.

«No!» scosse la testa il riccio. «Sto bene, non ho niente che non va. Siete- andate a lavorare. Abbiamo una montagna di rapporti da compilare e devo parlare con Payne per farmi ridare il caso di Grimshaw.»

«Non te lo ridarà,» lo avvertì Zayn. «È completamente diverso da quello di Tomlinson. Louis non ti ha mai minacciato come ha fatto Grimshaw. Sei il suo bersaglio. Non puoi avere tra le mani un caso del genere. L'hanno dato all'Agente Murs, è tornato anche lui.»

«Inoltre non abbiamo tutti questi rapporti da compilare...» aggiunse Niall, contento.

«Fantastico, mi serviva una giornata tranquilla,» si lamentò Harry.

Zayn lanciò un'occhiata al computer, «Quindi...domani. Devo farlo io o lo farai tu?»

Il riccio si accigliò, non capendo dove l'amico volesse arrivare, «Di che parli? Cosa devo fare?»

«Domani è Mercoledì...» gli ricordò Zayn e Harry sentì il cuore spezzarsi. Spostò lo sguardo altrove e si girò per uscire dal cubicolo, «Lo farò io, non voglio più parlarne.»

E con quello se ne andò, raggiungendo la sua postazione. Si lasciò cadere sulla sedia davanti la scrivania, aprendo il cassetto dove teneva tutte le videocamere e i telefoni con le registrazioni di Louis. Se il ladro fosse scappato, lui non avrebbe dovuto portarlo in un posto pericoloso. Sarebbe stato più al sicuro, ma allo stesso tempo non avrebbero potuto vedersi e Louis non sarebbe più riuscito a vedere la sua famiglia. Avrebbe dovuto nascondersi per il resto della sua vita, perché qualcosa gli diceva che non avrebbe più rubato nulla.

Niall entrò silenzioso nel suo cubicolo, la voce dolce, «Non era sua intenzione...farti arrabbiare. Si fida di te.»

«Non mi piace parlarne, questo è quanto.»

«Stava provando a chiederti se sarebbe stato più semplice per te lasciare che se ne occupasse lui,» spiegò il biondo.

Harry abbassò la testa, sussurrando mentre gli spiegava la situazione, «Louis vuole che sia io a farlo. Ha detto che lo farebbe sentire meglio, il che non ha senso, ma...»

«Mi spiace...» sospirò Niall, allungando esitante una mano per toccargli la spalla. Sapeva che il contatto fisico avrebbe potuto farlo sorridere o arrabbiare ancora di più. Ma Harry non reagì in nessun modo, si limitò a sospirare.

«Non merita di andare in prigione.»

Niall sussultò, abbassando la voce per parlare mentre alcuni agenti passavano là accanto, «Ma Harry, ha rubato così tanti gioielli. Probabilmente più di quanto verrebbe a costare quest'edificio-»

«Non ha preso così tante cose,» disse il riccio alzando gli occhi al cielo. «E quello che rubava e vendeva...i soldi non li ha mai tenuti, mi ha fatto vedere dove li portava. In un cazzo di orfanotrofio con nove bambini. Lì lo chiamano tutti Robin e gli vogliono bene. Come Robin Hood. È Robin Hood, Niall.»

Il biondo lo stava fissando con gli occhi spalancati, ma si riprese in fretta scuotendo la testa, «Merda...questo rende le cose difficili. Rimane sempre un ladro, ma allo stesso tempo...il posto dove portava i soldi ne aveva bisogno?»

«Tina, la donna che dirige l'orfanotrofio, ha detto che stavano per toglierle la casa e che i bambini sarebbero stati divisi e costantemente trasferiti da una casa all'altra. Non avrebbero avuto un posto stabili dove stare aspettando di essere adottati. Ma Louis li ha aiutati. Ha dato loro ciò di cui avevano bisogno e anche di più.»

«Non so se quest'informazione renderà il giudice più clemente per quanto riguarda la pena,» disse Niall scuotendo la testa lentamente. «Ma puoi giurare che ci proveremo. Sarete tu e Zayn a interrogarlo prima che vengano a prenderlo?»

«Sì.»

«Andrà bene,» cercò di tranquillizzarlo il biondo, notando l'espressione preoccupata sul volto di Harry. Era una novità per lui riuscire a leggere i sentimenti del caposquadra, era abituato al suo carattere freddo e chiuso. All'Harry che di solito era seri e concentrato, a meno che non si stessero divertendo. «In cella intendo. Non saranno troppo duri con lui, credo. È solo un ladro, non è un assassino o uno stupratore, niente di così terribile. Non lo metteranno assieme a persone del genere.»

«Hai ragione,» annuì Harry, sentendosi leggermente sollevato. «Ma alcuni ladri sono violenti. E in prigione, dove ci sono solo uomini e nessuna donna, alcuni potrebbero essere...disperati. E se scoprissero che Louis è gay, si comporterebbero di conseguenza pensando che lui voglia prenderlo da chiunque, quando probabilmente non perderebbe neanche tempo a guardare nella loro direzione perché lui è solo mi-»

«Agente Styles?»

Harry si sporse oltre Niall per vedere un altro dei suoi agenti in piedi di fronte all'entrata del suo cubicolo, «Sì, Agente Hale?»

«Per qualche ragione pensavo non sarebbe tornato prima di domani,» ridacchiò l'uomo. «Scusi. Torno a lavoro.»

«Sì, non preoccuparti,» gli disse Harry, che quando si girò di nuovo verso Niall lo trovò con un'espressione soddisfatta dipinta sul volto.

«È tuo?»

«Oh, sta zitto,» sbottò il riccio. «Mi stai davvero facendo saltare i nervi oggi, Horan, porta rispetto ad un tuo superiore.»

«Scusatemi, mi ero dimenticato che Louis è l'unico autorizzato a litigare e prendersi gioco di te,» disse Niall, scappando per evitare di venire colpito con la spillatrice che Harry aveva afferrato.

Il riccio sospirò, poggiando la schiena contro la sedia e chiudendo gli occhi, desiderando solo di poter tornare a casa da Louis al più presto. Il loro ultimo giorno insieme e lui era bloccato a lavoro. Ma doveva smettere di pensarci perché, a differenza di quando era in macchina, lì era circondato da persone e i caposquadra non piangevano.

Louis si svegliò sentendo più freddo di quanto avrebbe voluto, aveva dato per scontato il suo termosifone personale. Avrebbe di gran lunga preferito sudare appiccicato a Harry, che svegliarsi tutto solo. Ma si alzò comunque, guardando incuriosito la montagna di lenzuola che lo coprivano e che quando si era addormentato non erano lì.

Doveva iniziare a pulire prima che potesse concentrarsi sul fatto che Harry non fosse lì, oppure su quello che sarebbe successo il giorno dopo. Infilandosi dei vestiti del riccio, trovò il piumone già nell'asciugatrice. C'era un foglietto sopra di essa.

Robin Hood,

So che volevi qualcosa da fare mentre sono a lavoro, ma ho ugualmente messo il piumone nell'asciugatrice.

Volevo che avessi qualcosa che ti tenesse al caldo mentre non ci sono e so quanto ti piace portarti questa coperta in giro per casa come fosse una specie di mantello. Non riempirlo di polvere, non voglio lavarlo dopo che te ne sarai andato...in più, se lo indosserai tutto il giorno spero ci rimarrà il tuo profumo impregnato. Non pensare al perché.

Ti amo e ci credo davvero.

Testa d'uovo

Le labbra di Louis si incurvarono a formare un sorriso, infilandosi il biglietto in tasca e aprendo l'asciugatrice per prendere il piumone. Lo piegò a metà per non rischiare di strusciarlo a terra e se lo avvolse attorno alle spalle, per poi iniziare a lavorare. Rifece il letto di Harry, a parte rimetterci il piumone, spazzò e passò l'aspirapolvere, pulì tutta la cucina e il bagno. Ma quando finì, si accorse che era a malapena mezzogiorno.

Quindi decise di prepararsi il pranzo, sporcando il più possibile così da dover ripulire tutto di nuovo, riuscendo a passare un'altra ora e mezza. Quando ebbe pulito tutto ciò che era possibile, occupandosi persino delle finestre e spolverando, gli rimanevano ancora tre ore. Si mise seduto sul divano e accese la televisione, cercando qualcosa che lo facesse distrarre. Però, finì sdraiato con la schiena rivolta verso la tv, sotterrato nel piumone, sperando che Harry tornasse il prima possibile.

Harry stava camminando avanti e indietro, mentre Niall e Zayn lo guardavano. Sapevano che l'agente non sarebbe voluto rimanere lì quando non avevano nulla da fare. Alla fine il riccio si decise ed entrò nel cubicolo di Zayn, poggiando le mani sulla scrivania, «Di sicuro posso andare a casa...non c'è niente da fare qui. Devo andare a casa. È l'ultimo giorno che abbiamo prima di...»

«Vattene,» sbuffò il moro.

Harry alzò la testa, spostando lo sguardo da Niall a Zayn, «Ma conoscendo la mia fortuna, ci chiameranno e...»

«E se dovesse succedere, ce la caveremo,» insistette Niall.

«Vai dal tuo Robin Hood,» ridacchiò Zayn.

«Lo sai?» chiese Harry, scuotendo la testa confuso mentre il biondo alzava la mano.

«Gliel'ho detto io, così avrebbe smesso di parlare di domani. E anche perché sapesse che Louis in realtà è un bravo ragazzo,» spiegò Niall stringendosi nelle spalle.

Il caposquadra si diresse verso l'uscita, «Allora se Payne vi chiedesse-»

«Sei andato a casa perché le ferite ancora ti danno fastidio e la situazione era sottocontrollo. Non abbiamo più il caso Grimshaw e, ovviamente, Tomlinson non creerà altri guai,» lo interruppe Zayn, sorridendo. «Vattene. Corri dal tuo Robin.»

«Beh non sono proprio sicuro che sia mio-»

«Harry, chiudi quella cazzo di bocca, prima hai detto che era tuo!» lo accusò Niall. «Te ne saresti comunque andato tra due ore, sono già le tre. Vai!»

Il riccio annuì, affrettandosi verso il suo cubicolo e strillando, «Voi due siete i migliori amici che si possano desiderare!»

I due agenti inarcarono le sopracciglia, scambiandosi uno sguardo sorpreso. Zayn era ammutolito, ma Niall si sciolse in una risata, «Avremmo dovuto trovargli un Louis Tomlinson molto tempo fa.»

«Magari è più gentile perché tutte le sere...» mormorò Zayn.

Niall ridacchiò, scuotendo la testa, «No, non credo sia quello il motivo. Louis lo ha cambiato.»

«Sì, succhiandoglielo,» borbottò il moro.

«Sempre pessimista,» sbuffò Niall. «Ascolta, quei due erano fin troppo affiatati l'altra sera perché la loro relazioni si basi solo sul sesso. C'è qualcos'altro...anche se si parla di più di un anno di tensione sessuale...ma non è questo il punto!»

«Harry zoppicava,» gli fece notare Zayn. «La loro relazione per il momento implica molto sesso.»

Niall sospirò, scuotendo la testa e tornandosene alla sua postazione.

Harry, invece, corse tanto velocemente fuori dall'edificio da aver sicuramente battuto qualche record. Normalmente ci sarebbe stato bisogno di più tempo per convincerlo ad andarsene, ma c'era un bellissimo ragazzo a casa che non vedeva l'ora di baciare. In qualche strano modo Louis era riuscito a guadagnarsi anche la fiducia di Zayn e Niall. Ma non ci si sarebbe aspettati di meno da Louis. Avrebbe potuto convincere chiunque.

Mentre avviava il motore dell'auto, improvvisamente gli venne in mente qualcosa. Se i suoi amici, le uniche persone che sapevano che Louis era a casa sua, avrebbero accettato di non dirlo a nessuno, non avrebbe dovuto portare il ladro in prigione. Louis avrebbe benissimo esser potuto sparire dalla faccia della terra per quanto ne sapeva Londra. Non avrebbe dovuto lasciarlo. Mentre ragionava, sfrecciò fuori dal parcheggio dell'ufficio. Avrebbe detto a Louis del suo piano non appena arrivato a casa, poi avrebbe invitato Zayn e Niall per cena e li avrebbe pregati di non obbligarlo ad arrestare il ragazzo. Si sentiva in colpa per essere costretto a fare qualcosa del genere ai suoi amici, si sentiva in colpa in quanto agente, ma non riusciva a sopportare il pensiero di doversi separare da Louis.

Mentre continuava a guidare, il telefono prese a squillare. Sussultò, pensando seriamente di non rispondere trattandosi sicuramente di Zayn o Niall che lo richiamavano per raggiungerli su una scena del crimine. Staccò una mano dal volante, prendendo il cellulare dalla cintura e rispondendo senza guardare lo schermo.

«Styles.»

«Grimshaw,» esordì una voce vagamente famigliare, facendolo irrigidire.

«Provalo,» sibilò Harry, controllando lo specchietto retrovisore per vedere se lo stessero seguendo. «È uno scherzo?»

«Lo scoprirai una volta arrivato a casa,» ridacchiò Nick. «A quegli idioti dei tuoi colleghi dell'altra squadra piace guidare fino a casa tua per controllare di tanto in tanto, visto che non gli hai permesso di rimanere di guardia. Non sono per niente attenti a non farsi scoprire, sono sorpreso che non te ne sia accorto.»

«Sei a-» balbettò Harry. «Ho una pistola con me e chiamerò rinforzi.»

Harry mise la freccia, iniziando a fermarsi al lato della strada, ma Nick riprese a parlare, «E io ho Louis Tomlinson.»

Harry inchiodò, facendo quasi cadere il telefono e venendo dolorosamente trattenuto dalla cintura di sicurezza che spinse sul petto ancora malandato, «Cosa?»

«L'ho trovato addormentato sul tuo divano...credo volesse avvisarti? È furbo e gli avevo parlato del mio piano. Non so come facesse a sapere che avrei agito oggi, ma-»

Harry non lo stava ascoltando, aveva il cuore in gola, «Se provi anche solo a toccarlo, giuro su dio-»

«Toccarlo?» ridacchiò Nick. «È dalla mia parte. Non capisco perché dovrebbe importarti se lo ferisco, per anni ci hai provato senza successo e invece io l'ho preso.»

Harry scosse la testa, accorgendosi solo dopo un po' che Nick non poteva vederlo, «Sei un dannato bugiardo. Ha provato a spararti.»

«Perché mentirei?»

«Fammi parlare con lui,» ordinò l'agente.

«È leggermente legato in questo momento...» disse Grimshaw con estrema lentezza.

«Sto chiamando i rinforzi,» lo avvertì Harry, facendolo scoppiare a ridere.

«Prego, non ti saranno d'aiuto.»

A quel punto la chiamata si interruppe e Harry fissò il telefono nel panico. Nick aveva Louis e sapeva che il ladro non avrebbe mai accettato di aiutarlo. Gli avrebbe fatto del male. In qualsiasi altra situazione sarebbe riuscito a mantenere la calma, ma quella non era un normale caso. Stavolta era Louis quello ad essere in possibile pericolo. Riuscì in qualche modo a comporre il numero di Zayn.

«Mal-» iniziò a dire l'amico.

«Cazzo-» sbottò Harry, faticando a formulare una frase. «Nick Grimshaw. Penso sia a casa mia. Ha detto- ha detto che ha Louis, io-»

«Respira, Harry, che stai dicendo?» gli chiese Zayn.

«Raduna la squadra dell'Agente Murs e anche la nostra, ho bisogno di rinforzi a casa mia!» gracchiò il riccio.

«Okay, fermati e aspetta fino a che-»

«No.»

«No?» boccheggiò Zayn. «Harry, non sai se Grimshaw è armato o-»

«So che potrebbe avere Louis e questo è più che sufficiente per sapere cosa devo fare,» disse il caposquadra, attaccando subito dopo e rimettendo il cellulare nella custodia. Avrebbe voluto essere in una delle macchine del dipartimento, così avrebbe potuto accendere i lampeggianti, ma fortunatamente non c'erano macchine davanti a lui.

Quando finalmente svoltò sulla stradina che portava a casa sua, era sicuro che il cuore gli stesse per schizzare fuori dal petto. Riusciva a sentire il battito accelerato e sapeva che le dita se non fossero strette attorno al volante, starebbero tremando per l'adrenalina che aveva in corpo. Inchiodò sul vialetto e non aspettò neanche che la macchina si fermasse, prima di staccare le chiavi dal quadro d'accensione e scendere. Non vedeva nessun veicolo sospetto nei dintorni, ma tirò comunque fuori la pistola affrettandosi verso i gradini e precipitandosi in casa.

Un gridolino riecheggiò per la stanza e Harry si immobilizzò con la pistola puntata contro un confuso Louis. Il ladro sbatté le palpebre, «Um...»

Abbassò la pistola, «Stai bene?»

«E tu?» chiese nervosamente Louis, avvicinandosi all'agente.

Ma Harry corse verso di lui, stringendoselo al petto e guardandosi attorno, «Nick Grimshaw ha detto che-»

Louis sobbalzò, liberandosi dalla presa del riccio, «L'hai sentito? Oddio, cosa-»

«Ha detto che era qui, sapeva che eri a casa mia!» gli disse Harry, scuotendo la testa confuso. «Ha detto che ti eri schierato dalla sua parte ma non mi ha lasciato parlare con te e-»

«Non c'è nessuno qui,» cercò di tranquillizzarlo Louis. «Solo io per tutto il giorno...ma come fa Nick a sapere che sono-»

«Merda, stanno venendo gli agenti,» disse Harry spalancando gli occhi. «È come l'altro giorno, devi nasconderti.»

«Harry!» gridò il ladro, prendendogli il volto tra le mani. «Come fa Nick a sapere che sono qui? Deve essere venuto per scoprirlo...»

Harry posò una mano su quella del ladro, «Non lo so, ma non abbiamo molto tempo...prendi la mia pistola.»

«Cosa?!» boccheggiò Louis.

«Non ne avrò bisogno quando arriveranno gli altri, invece tu andrai nel bosco!» insistette il riccio. «Devi nasconderti dove non ti troveranno. Io...proveremo a farti rimanere qui con me, non ti porterò in prigione. Vorresti rimanere con me?» Louis spalancò la bocca a quelle parole, ma Harry lo baciò velocemente, mettendogli la pistola tra le mani, «Pensaci. Ora vai a nasconderti, fai la tua magia, Robin. Robin Hood non viene mai catturato.»

«Di solito...» gli ricordò Louis, dandogli un altro bacio prima di affrettarsi in camera dell'agente e uscire dalla finestra, lo stomaco sottosopra. Harry non voleva più portarlo in prigione. Non aveva idea di come ci sarebbero riusciti, ma se il riccio voleva averlo accanto e fosse riuscito a convincere Niall e Zayn a non arrestarlo...Avrebbe accettato. Non voleva lasciarlo.

Harry uscì di nuovo, pronto a spiegare che si era trattato di un malinteso e Nick stava solo bluffando. Avrebbe dovuto mostrare la chiamata dal numero sconosciuto come prova, quindi si infilò una mano in tasca per prendere il cellulare, ma era vuota. Doveva averlo fatto cadere in macchina quando stava andando nel panico. Corse verso l'auto, aprendo lo sportello e controllando per terra, prima di vederlo sotto al suo sedile. Era appena riuscito ad afferrarlo, quando sentì il rumore di una pistola venir caricata.

Si immobilizzò, girandosi lentamente e sperando si trattasse solo di Louis che stava scherzando, ma di fronte si ritrovò un uomo con i capelli neri acconciati in un ciuffo e un sorriso beffardo con una pistola tra le mani, «Salve, Agente Styles.»

«Bugiardo,» sibilò Harry. «Non avevi Tomlinson.»

«Hai ragione, ma quell'informazione ti ha fatto correre qui, giusto? Sei sempre il solito idiota, vuoi tutta la gloria solo per te. Scommetto che hai pensato di poter prendere entrambi.»

«Mi hai scoperto,» mentì l'agente, spostando lo sguardo verso il limitare del bosco sperando che Louis si fosse messo in salvo. Spostò la mano verso la fondina per prendere la pistola, ma le sue dita afferrarono soltanto aria. Non pensava che Nick Grimshaw fosse davvero lì e Louis aveva la sua pistola.

«Cos'è che dicevi? "Ho una pistola con me"» ridacchiò Nick.

Dall'inizio della strada si sentirono le prima sirene e il cuore di Harry prese a battere più velocemente. Sforzandosi di mantenere la calma, disse, «Non ho una pistola, ma stanno arrivando i rinforzi.»

«Troppo tardi,» disse Nick, alzando gli occhi al cielo. «Ma voglio degli spettatori quando ti pianterò una pallottola nel cranio, spiaccicando il tuo cervello sui sedili dell'auto. Sarà un gran bello spettacolo, grazie per aver lasciato lo sportello aperto.»

Le macchine arrivarono e Zayn si precipitò fuori, «Harry!»

«Agente Malik, sei tu?» ridacchiò Nick.

Zayn arrivò correndo, bloccandosi non appena vide la pistola puntata contro l'amico, «Abbassa l'arma o-»

«No.»

Harry guardò Zayn. Un'altra quindicina di agenti si aggiunsero al moro e all'Agente Murs, formando una specie di semicerchio attorno a loro. Niall si fece largo tra la folla, trattenendo il fiato non appena vide ciò che stava succedendo, «Dio...»

«L'Agente Styles si trova in una situazione alquanto scomoda, hmm?» disse Nick. «Se solo non fosse stato tanto sciocco da pensare di riuscire a prendermi da solo. Avrebbe potuto aspettarvi, ma non l'ha fatto.»

«L'hai minacciato, Grimshaw,» sbottò Zayn e Harry si sentì quasi sollevato che nessuno degli agenti credesse alla bugia di Nick. «Non aveva altra scelta se non venire qui il più velocemente possibile.»

«Non ho fatto niente del genere!» disse Nick, mettendosi una mano sul cuore con teatralità. «Non che importi comunque. Lo ucciderò in ogni caso.»

«Premi quel grilletto e lo farò anch'io,» sibilò l'Agente Murs. «Getta la pistola o sparo.»

«Non posso, Murs,» sospirò Nick. «Tutti conosceranno il mio nome. L'uomo che ha ucciso Harry Styles.»

Nick si sistemò, puntando meglio la pistola e Harry abbassò lo sguardo.

Louis era nascosto in un cespuglio dietro casa. Non si era arrampicato su un sempreverde, aveva avuto troppa paura di farlo con una pistola tra le mani, quindi non riusciva a vedere cosa stesse succedendo, ma sentiva un gran trambusto che stava durando da troppo tempo per i suoi gusti. Qualcosa non andava, così decise di spostarsi lungo il limitare del bosco, cercando di rimanere nell'ombra, nascosto dalle folte foglie dei cespugli. E quando finalmente scorse lo spiazzo davanti casa, rimase senza fiato per il terrore.

Nick Grimshaw stava puntando una pistola contro un ragazzo. Un ragazzo riccio che era completamente indifeso perché Louis era stato così egoista da accettare la sua pistola. Deglutì rumorosamente, sforzandosi di escogitare un piano. Gli altri agenti avevano le loro armi spianate contro Nick, ma finché Grimshaw li avrebbe tenuti sott'occhio non avrebbero potuto fare niente. Gli ci vollero solo due secondi per capire come agire e iniziò a muoversi il più silenziosamente possibile verso il nemico.

Una mossa sbagliata e Nick avrebbe premuto il grilletto, uccidendo Harry. Non era certo di riuscire a portare a termine il suo piano, ma se era riuscito a prendere alle spalle Harry, il miglior agente che conosceva, non sarebbe stato un problema fare lo stesso con quell'idiota di Nick Grimshaw. Tutti gli agenti avevano gli occhi puntati su Nick e Harry, e Louis rimase sorpreso che nessuno si fosse accorto della sua presenza. Era visibile a loro, anche se era silenzioso e Nick sarebbe dovuto essere l'unico ad essere colto di sorpresa.

Naturalmente Harry, quello che avrebbe dovuto più di tutti essere concentrato sulla pistola puntata alla sua testa, lo vide quasi immediatamente. Il terrore attraversò per un secondo lo sguardo del riccio, che provò a scuotere impercettibilmente la testa, venendo però ignorato. Non voleva sparare a Nick con la pistola che aveva tra le mani, per paura di colpire Harry, ma poteva distogliere la sua attenzione dall'agente. O almeno sperava.

Harry poté solo guardare mentre Louis, che avrebbe dovuto trovarsi al sicuro, si avvicinava alle spalle di Nick. E trattene il respiro non appena uno degli agenti vide il ladro, portando l'attenzione di tutti gli altri su di lui. La copertura era saltata, l'avevano scoperto.

«Cosa?» sbottò Nick, irrigidendo la presa sull'arma. «Smettetela di cercare di distrarmi, non c'è niente dietro di me! Non funzionerà!»

«Sicuro di ciò che dici, Gremlin?» Harry sentì la risata di Louis e subito dopo vide Nick voltarsi. Louis si gettò su di lui allo stesso momento in cui risuonarono due colpi di pistola ed entrambi i fuorilegge finirono a terra.

«No!» gridò Harry, lanciandosi verso i due uomini con il resto degli agenti poco dietro di lui. Louis era sopra Nick, ma l'uomo lo spinse via in malo modo, toccandosi con orrore.

«Oddio!» strillò Nick. «Mi hanno colpito! Non riesco a sentire niente ma sto sanguinando.»

Louis era immobile, faccia a terra sull'erba, e Harry sentì il cuore salirgli in gola mentre tirava un pugno a Grimshaw e si buttava in ginocchio accanto al ragazzo, girandolo.

Quasi vomitò. Una grande macchia scura si stava allargando sulla maglia che indossava Louis. C'era un buco sul fianco destro, proprio accanto alle costole. Emise un suono incontrollato, «No! un'ambulanza, cazzo! Chiamate un'ambulanza! Qualcuno-»

«Harry!» Zayn gli fu subito accanto, sussurrandogli vicino all'orecchio, «Non lo conosci così bene Harry, non puoi fare una scenata, andiamo, alzati-»

«Levami le mani di dosso-» sbottò Harry, mentre venivano raggiunti anche dall'Agente Murs e alcuni agenti trascinavano via Nick in manette.

«Senti il polso?» chiese Murs, per niente sorpreso dallo stato in cui era Harry. Nel profondo il riccio sapeva che non avrebbe dovuto andare nel panico, aveva a che fare con cose del genere quasi ogni giorno, era il suo lavoro. Ma qui si parlava di Louis. E i suoi occhi azzurri erano chiusi, le ciglia scure in contrasto con la pelle che si faceva sempre più pallida.

«Io non- non ho-»

«Sei in stato di shock, Styles?» chiese Murs, guardandolo finalmente con altri occhi e spostando l'attenzione da Louis. «Sei stato colpito?»

«No. Mi ha salvato la vita,» singhiozzò Harry. «Di nuovo. È un cazzo di idiota e-»

Zayn gli piazzò una mano davanti alla bocca, «Um...credo che il proiettile l'abbia trapassato da parte a parte. Giralo...se c'è un buco dall'altra parte vuol dire che è uscito.»

«Non c'era un buco sulla schiena, sono stato io a girarlo!» sbottò Harry. «Chiamate una cazzo di-»

«L'ambulanza sta arrivando,» gli assicurò Murs. «E sento il polso...»

«Sta perdendo troppo sangue,» disse il riccio, provando a calmarsi, ma le mani gli tremavano e la vista gli si era riempita di puntini neri.

«È un proiettile dei nostri,» disse Zayn. «Non era per Tomlinson. Avevano sparato a Grimshaw. Anche Nick ha sparato un colpo, ma deve aver mancato il bersaglio. Uno degli agenti ha aperto il fuoco, l'ho sentito. Ma deve aver colpito Louis quando è saltato addosso a Grimshaw.»

«Harry, perché la tua pistola è qui per terra?» chiese Murs.

Harry stava per pronunciare il nome di Louis, ma Zayn fu rapido a rispondere al suo posto, «Sembra che Grimshaw avesse anche quella.»

L'Agente Murs tirò su la maglietta di Louis, facendo una smorfia non appena scoprì la ferita. Harry sentì lo stomaco contrarsi alla vista del sangue. Aveva già visto quantità spropositate di sangue in vita sua, ma questo era di Louis. Era prezioso. Non avrebbe mai dovuto perderne così tanto.

«Il proiettile è ancora dentro, quindi credo sia sicuro apporre della pressione senza rischiare che danneggi degli organi. Inoltre sta ancora respirando...ma non è solo un graffio, quindi-»

L'Agente Murs iniziò a premere sulla ferita e Louis emise un grido di dolore, facendo sussultare Harry. Il respiro gli si bloccò in gola e iniziò ad ansimare, spaventando anche Zayn che si affrettò a dire, «Oh merda...mi chiedo se il proiettile abbia rotto qualche costola.»

«Cazzo!» imprecò Murs. «È andata così, riesco a sentirlo. Sono un idiota, come ho fatto a non accorgermene? Cazzo, gli ho perforato il polmone.»

«Perforato il-» Harry portò le mani sulla ferita di Louis. Doveva trasformare tutta la paura in adrenalina, doveva aiutarlo o sarebbe morto. Non sarebbe riuscito a sopportarlo. «Un bendaggio di vasellina. Per occludere la ferita così-»

«Da prevenire la fuoriuscita di aria, sì,» annuì l'Agente Murs. «Ma credo stia andando in Ipovolemia.»

«E spesso non è il colpo che uccide,» mormorò Zayn, ricordandosi le lezioni a cui aveva assistito. «È lo shock.»

Harry si irrigidì, le mani raggiunsero il collo di Louis. Voleva toccarlo, voleva che aprisse gli occhi e gli sorridesse. Ma riusciva solo a sentire il battito fin troppo rapido del suo cuore sotto le dita. Era grato ce ne fosse ancora.

«Vado a prendere il kit di primo soccorso,» mormorò l'Agente Murs, lanciando un'occhiata a Zayn. «Controlla Styles. È completamente andato e non riesco a capirne il motivo.»

Nel momento in cui Murs si allontanò, Harry iniziò a baciare la fronte di Louis, scuotendo la testa, «No, no, solo i tuoi piedi possono essere freddi. Non tutto il resto. Torna da me ora. Ti ho già detto che non puoi sfuggire alla mia faccia da rana e la mia testa d'uovo. Non mi hai fatto innamorare di te, per poi lasciarmi. Svegliati, andiamo. Cosa diavolo stavi pensando? Chi attaccherebbe un uomo armato? Sei così, così stupido!»

«Harry...» mormorò Zayn sorpreso.

Ma il riccio si piegò ancora di più su Louis, respirando affannosamente mentre continuava a premere con dolcezza le mano sulla ferita. Stava continuando ad uscire un'enorme quantità di sangue e ad ogni respiro di Louis, Harry cadeva ancora più nel panico, «Non volevo dire quello. Non sei stupido. Mi dispiace, Louis, mi dispiace che sia successo. È tutta colpa mia. Ti prego non lasciarmi.»

L'Agente Murs tornò in quel momento e Harry fu costretto a ricomporsi, non abbastanza in fretta da evitare che l'altro caposquadra lo vedesse, «Vuoi che me ne occupi io?»

«Sto bene,» mentì Harry. Non c'era modo che riuscissero ad allontanarlo.

«Spero proprio che il bendaggio riesca a salvarlo,» disse lentamente Murs. «È messo peggio di quando me ne sono andato...»

«No,» sbottò Harry. «Non dirlo.»

Si riusciva a sentire la sirena dell'ambulanza in lontananza, ed Harry sentì il sollievo spandersi in lui. L'ambulanza arrivò e diversi paramedici saltarono giù dal veicolo, tirando fuori dal retro una barella, che portarono attraverso il prato fino a raggiungere Louis, e Harry, Zayn e l'Agente Murs aiutarono tutti a sollevare il ladro su di essa senza che venisse spintonato.

Harry stava camminando accanto alla barella, quando Murs lo bloccò per un braccio, «Agente Styles.»

Il riccio fu costretto a fermarsi, «Cosa-»

«Non è necessaria la tua presenza. Payne mi ha passato il caso nelle mie mani. Uno dei miei agenti lo ha avvertito che Tomlinson era stato preso, dicendogli tutto ciò che era successo e...mi ha dato il caso. Hai fatto comunque un buon lavoro. Tu-»

«Ho bisogno di andare con lui.»

«Andrò io con lui e altri agenti si assicureranno che non lasci l'ospedale...se soppravivrà.»

«No!» protestò Harry. Louis ce l'avrebbe fatta. Doveva farcela. «Agente Murs, davvero, sarò io a-»

«Andiamo, Harry,» disse Zayn, afferrandolo per le spalle e trascinandolo via. L'Agente Murs osservò la scena, mentre Harry cercava invano di liberarsi, ma si affrettò a salire sul retro dell'ambulanza, da dove Harry non riusciva più neanche a sentire il suo Louis respirare. Tutti gli agenti, al di fuori di Niall e Zayn, se ne erano andati o se ne stavano andando, e Niall si affrettò ad andare ad afferrare Harry che stava imprecando provando a liberarsi.

L'ambulanza fece inversione, avviandosi poi lungo la strada portando Louis lontano.

«No!» gridò Harry. «No, devo assicurarmi che stia bene! Non posso- lasciatemi andare, che cazzo state-»

«Ti stiamo salvando la carriera e tenendo il tuo culo fuori di prigione!» sbottò Zayn, irrigidendo la presa sull'amico. «Non sanno di voi due, Harry, non possono! Ti sei quasi fatto scoprire!»

«L'hanno preso,» ansimò il riccio. «È ferito e l'hanno preso.»

«Aveva un aspetto orribile,» sussurrò Niall.

«Vaffanculo!» sbottò Harry, facendo sobbalzare il biondo. «Sta bene. Sta bene.»

«Mi dispiace, Harry,» lo consolò Niall sfiorandogli la spalla, ma l'agente si buttò a terra, le braccia strette attorno al corpo, mentre lasciava finalmente che le lacrime uscissero copiose. Le mani erano ancora coperte del suo sangue e iniziò a strusciarle con foga sull'erba, cercando di pulirle. «Mi dispiace davvero.»

«Sta bene,» gracchiò, trattenendo a stento i singhiozzi. «Sta bene, giusto? Solo ieri mi chiamava testa d'uovo e stava bene e questa mattina russava quando me ne sono andato e stava-»

Zayn e Niall si guardarono shoccati, perché Harry Styles, l'agente più forte e più bravo di tutta Londra, poteva crollare. Zayn si abbassò, afferrandolo per un braccio e, con sua grande sorpresa, Harry non oppose resistenza. Niall si mosse in suo aiuto e abbassò le maniche del riccio, non volendo ricordargli che le sue mani erano ricoperte con il sangue di Louis. «Torniamo in ufficio e parliamo con Payne, ci faremo ridare il caso e poi andremo all'ospedale. In veste di agenti non sarebbe accettabile, ma il nostro turno finisce alle cinque. Non possono costringerci a fare nulla per tutto il resto della giornata, e se vogliamo andare a trovare Louis, andremo a trovare Louis.»

«Sta bene?» chiese Harry con un filo di voce e Zayn si preoccupò che l'amico stesse impazzendo. Ma in quel momento l'agente scosse la testa. «Non stava bene. Non sta bene. Ma deve. Deve riprendersi.»

Il caposquadra si lasciò trascinare in casa. Sapeva che i suoi amici stavano solo cercando di aiutarlo, ma era arrabbiato con loro per averlo allontanato da Louis. Era tutta colpa sua se era ferito e se lo avesse perso, si sarebbe assicurato che a Nick Grimshaw venisse data la pena peggiore che c'era, prima di lasciare il lavoro e senza dubbio perdere lentamente la voglia di fare qualsiasi cosa. Lo conosceva soltanto da una settimana, ma già non riusciva ad immaginare un futuro senza che il suo sfacciato ragazzo dagli occhi blu, la sua Shakira, gli incastrasse i piedi congelati tra le caviglie ogni volta che chiudeva occhio per dormire. Se Louis fosse morto, una parte di Harry, se non tutto, l'avrebbe seguito.

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Questo capitolo è stato straziante da tradurre, non mi riprenderò mai...comunque, come promesso vi ho già tradotto il diciannovesimo.

Ipovolemia: È la perdita di una grande quantità di sangue. Lo shock ipovolemico se non viene preso in tempo, porta alla morte in qualche giorno per insufficienza multi organo (respiratoria, renale e acidosi).

Dedico il capitolo a Anemone_Blu perché i suoi commenti sono dolcissimi <3

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