30 prime volte con te

By jadeNeptune

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Sam e Cory non potrebbero essere più diversi, ma conoscendosi dall'infanzia hanno imparato ad amalgamare le l... More

2 anni - prima parola
4 anni - prima volta in piscina
5 anni - Primo mostro sconfitto
6 anni - prima volta senza rotelle
8 anni - prima paghetta
10 anni - prima volta in tenda
11 anni - saltare scuola per la prima volta
12 anni - prima lettera d'amore
13 anni - prima rissa
14 anni - Primo bacio
15 anni - primo crossdressing
16 anni - prima volta ubriaco
17 anni - prima dichiarazione
17 anni - first date
18 anni - prima emergenza
18 anni - prima volta
19 anni - il primo anello
19 anni - primo giorno al college
20 anni - primo tatoo
21 anni - il primo egoismo
22 anni - Primo animale domestico
22 anni - prima casa
23 anni - prima cerimonia
24 anni - prima cena con i colleghi
25 anni - primo incontro
27 anni - primo figlio
27 anni - prima influenza
28 anni - prima festa del papà
Epilogo

17 anni - il primo litigio

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By jadeNeptune

"Credo che abbiamo bisogno di star distanti per un po' di tempo".

Le orecchie di Sam fischiano non volendo registrare quelle parole. "...distanti?" La sua voce come un'eco lontana. "Cosa intendi con distanti?".

"Ho bisogno di spazio, Sam".

"Posso darti tutto lo spazio che vuoi. Me ne starò in silenzio e-"

"No" lo interrompe. Lo sguardo che incrocia è disperato, ma questa volta non può permettersi di cedere. Non possono continuare così. Lui non può continuare così. Tutto sta diventando... troppo e se non fa qualcosa per fermarlo ora, sarà troppo tardi.
Si passa una mano sul viso. "Non sto dicendo che non siamo più amici, solo che è ora che ci stacchiamo un po' l'uno dall'altro".

"Perchè?" Il tono solitamente squillante è adesso poco più alto di un sussurro.

"Ti stai frequentando con Jenna. Dovresti trascorrere il tuo tempo libero con lei, non con me".

Sam stringe le mani in pugni. "Mi stai dicendo che quando uno ha la ragazza deve dimenticarsi del suo migliore amico?".

"Ti sto dicendo che lei preferirebbe restare da sola con te, ma la maggior parte delle volte che uscite tu insisti che venga anche io".

"Perchè mi piace condividere le cose che facciamo con te!" Si esaspera "condividiamo le nostre esperienze da quando siamo nati, Cory! È normale che voglio renderti partecipe anche adesso".

"Ma non è giusto!" E Sam si irrigidisce davanti al suo improvviso scoppio di voce. "Non è giusto per Jenna, non è giusto per te e non è giusto per me!".

Il corvino sfoggia sempre una miriade di emozioni durante la giornata, ma se di fronte agli altri cerca sempre di controllare quelle negative, davanti a lui non ci prova nemmeno e così Cory può distintamente leggere l'ansia, il disorientamento e la tristezza che gli stanno contorcendo i lineamenti e che gli provocano una fitta allo stomaco.

"Ho fatto qualcosa che ti ha fatto sentire inferiore a lei?" Domanda agitato, "se è così mi dispiace, non volevo. Starò più attento d'ora in avanti."

Cory sospira. "Non ci sarà un d'ora in avanti" dichiara, "non uscirò più con voi" e deve distogliere lo sguardo da quelle perle grigie improvvisamente lucide.

"Mi dispiace" si affretta a ribattere il più piccolo, "qualsiasi cosa abbia fatto ti chiedo scusa, davvero. Sono un combinaguai ed un irresponsabile, ma lo sai che non ti ferirei mai consapevolmente. Te lo giuro".

"Lo so" sorride triste. Gli si stringe il cuore a sentirlo così supplicante, mentre cerca di destreggiarsi in un problema che ha creato Cory stesso e che è chiaro sia solo lui che deve risolvere, ma una minuscola ed egoista parte di sè vuole che Sam comprenda il dolore che prova ogni volta che lo vede insieme a Jenna.

"E allora cosa c'è che non va?" Domanda sull'orlo di una crisi di nervi. "Sto cercando di capire, ma non ci riesco".

"È proprio questo il punto" mormora più a se stesso che all'amico.

"Cosa?".

Cory scuote la testa e gli dà le spalle per incamminarsi verso casa. Sente Sam inspirare di scatto e fare un paio di passi in avanti, ma sa che se gli permettesse di avvicinarsi sarebbe la fine della maschera di forza che sta indossando, perciò annuncia: "ci sentiamo" e si allontana; il gusto amaro di quelle parole estranee sulla lingua e nessuna eco di passi dietro di sè.

Da quel giorno sono trascorse quasi tre settimane e Sam si sente un fantasma in un guscio vuoto.

Neanche il sole e la libertà delle vacanze estive lo sbloccano dallo stallo emotivo in cui è entrato vedendo il suo migliore amico allontanarsi da lui con l'espressione più miserabile mai mostrata prima d'ora.

E ciò che lo butta a terra ancora di più è non sapere cos'ha fatto per ferirlo così brutalmente.

Jenna gli ha detto di smetterla di comportarsi come se stesse finendo il mondo visto che è normale litigare tra amici, ma come potrebbe essere altrimenti dato che la realtà che lo circonda l'ha scoperta passo per passo con Cory al fianco?

Probabilmente lei è infastidita dal fatto che per colpa di questa sua improvvisa depressione sono saltate tutte le uscite che avevano pianificato prima della fine delle lezioni, ma se deve essere sincero questo è l'ultimo dei suoi problemi.
Anzi, forse non è proprio un problema.

Jenna è simpatica, estroversa ed hanno molte cose in comune: sono due sportivi, amano socializzare, adorano il cibo piccante ed odiano sentirti ristretti e forse è proprio per questo che quando lei gli aveva chiesto di uscire aveva accettato.

Non può negare che insieme non si divertano, quella ragazza ha sempre delle idee pazzesche riguardo le loro uscite, ma quella che per Jenna è una frequentazione per Sam non è altro che una serie di incontri con un'amica.

Forse Cory si riferiva a questo quando ha detto che non è giusto. Forse intendeva che visto che Sam e Jenna non provano la stessa cosa l'uno per l'altra, continuare questa 'frequentazione' è una farsa e coinvolgerlo è come renderlo partecipe e lui è troppo buono per una cosa del genere.

Sospira rumorosamente e lancia uno sguardo al cellulare abbandonato sul tavolino del soggiorno.

Ti prego, squilla.

Come se avesse udito la sua preghiera, lo schermo si illumina per un istante ed il trillo che lo accompagna segna l'arrivo di un messaggio.

Più veloce di flash, il ragazzo scatta seduto e lo accende, sbloccandolo.

- Smettila di fare il cane bastonato ed esci a prendere un po' d'aria

Sbuffa pestando i piedi a terra. "Mamma!" Protesta.

Brianna ride dalla cucina.

"Non è divertente".

"Neanche sentirti sospirare ogni minuto lo è".

"Scusa se esisto!".

Un'altra risata, poi sua mamma lo raggiunge con due fette di anguria e prende posto al tavolino.
Il suo stomaco gorgoglia e scivola sul pavimento accanto a lei.

"Non ti ha ancora scritto".

Scuote la testa.

"Perchè non lo fai tu?".

"Non so cosa scrivergli".

"E da quanto ti fai questi problemi? Tre quarti delle vostre conversazioni non ha mai senso".

"Questo perchè sei vecchia e non comprendi il linguaggio di noi giovani" e schiva una gomitata diretta al suo fianco.

Per qualche minuto restano in silenzio e Brianna ne approfitta per osservare il figlio con la coda dell'occhio.

Quel giorno lei e Trent erano rimasti scioccati nel vedere rincasare Sam con gli occhi rossi e gonfi di pianto. Il loro bambino è solito nascondere la tristezza ed il dolore con un sorriso ed era stato subito chiaro ad entrambi che se quella maschera era caduta  poteva essere stata colpa di una sola persona.

Ovviamente Sam non ha aperto bocca sul litigio e tutt'ora non sanno cos'è successo tra i due, ma odia vederlo così giù di morale e sa che anche Cory non è lo stesso.
Non che il ragazzo sia solare quanto Sam, ma sia lei che Amelia sono preoccupate.

Questa è la prima volta che i loro figli non si parlano per più di mezza giornata e dato che non è mai successo, non sanno quale sia il modo migliore per approcciarli ed aiutarli ad appianare le divergenze.

Forse tra le due è Brianna che ha qualche speranza di estrapolare informazioni, visto che, da quanto riportato da Amelia, la natura solitamente taciturna e riservata di Cory è peggiorata chiudendolo in un mutismo quasi assoluto, ma suo figlio deve almeno dargli un imput.

"Non posso perdere Cory" mormora Sam riportandola alla realtà. "Non voglio".

"Chi ha detto che lo perderai?".

"Non vuole vedermi nè parlarmi ed io non so che fare." I suoi occhi pungono e sente un groppo alla gola, ma continua a parlare. "Mi sembra di non riuscire neppure a respirare come prima senza di lui".

"Sempre così drammatico".

"No, te lo giuro. Ogni cosa che faccio mi sembra diversa da come la facevo prima. Lo so che è un fattore psicologico, ma ora perfino camminare mi mette ansia. E se cadessi e lui non fosse lì a darmi una mano a rialzarmi?"

"Cory c'è sempre stato per te, Sam".

"Esatto! C'è sempre stato, in qualsiasi momento. Prima volta all'acquario? Cory c'era. Prima volta dal dentista? Cory che mi teneva la mano. I miei primi giorni di scuola? Cory ed io che varcavamo il cancello assieme. Perfino il mio primo bacio è stato con Cory!" E Sam è così concentrato ad elencare tutte le prime volte avute con il suo migliore amico da non accorgersi dell'espressione della madre. "La maggior parte dei ricordi che ho è con Cory e non voglio crearmene degli altri senza di lui".

Il cipiglio di Brianna si addolcisce e gli circonda le spalle attirandolo a sè e cominciando ad accarezzargli i capelli, sentendolo rilassarsi sotto il suo tocco.
"E secondo te cosa ne pensa Cory?".

"Credevo che per lui fosse lo stesso, per quello quando uscivo con Jenna lo invitavo ad unirsi a noi, ma mi ha detto che non vuole più farlo, che non era giusto per nessuna delle parti coinvolte".

La sua mano si ferma per un secondo poi riprende. "E tu cosa pensi di fare?".

Sam sospira allungando le gambe davanti a sè. "Pensavo di diminuire il tempo che passo con Jenna ed usarlo per fare più cose insieme a Cory" e a quelle parole sua madre soffoca una risata.

Lui alza la testa per lanciargli un'occhiata confusa e leggermente irritata.

"La mia scimmietta è così ingenua" esclama divertita dandogli un buffetto del naso.

"A chi stai dando dell'ingenuo?" Mette il broncio.

"A te, tesoro. Sei tremendamente e adorabilmente ingenuo".

"Mi illuminerai sul motivo o pensi di continuare ad aggiungere avverbi?"

"Ti rendi conto che il tuo primo pensiero in risposta al problema è stato quello di allontanare Jenna?" Esclama con una punta di esasperazione nella voce mentre gli picchietta un dito sulla fronte. "Neanche per un attimo hai pensato ad una soluzione per avere entrambi. No, nel momento in cui la presenza di Cory è minacciata, il tuo istinto ha optato per liberarsi di questa eventuale quanto molto ipotetica minaccia".

"Okeeeey..."

Lei alza un sopracciglio. Perchè suo figlio è così ottuso.

Visto che non sembra voler continuare, Sam decide di spiegare la sua decisione. "Mi sembra ovvio, no? Per me Cory è molto più importante di Jenna.. o di chiunque altro. È normale che lui sia la mia prima scelta. Lo sarà sempre".

"E lui lo sa?".

Certo che lo sa, perchè non dovrebbe?
Sam l'ha reso chiaro tutti questi anni, è impossibile che non l'abbia capito.

Ma poi pensa all'ultimo sguardo che si sono scambiati quel giorno, alla paura nascosta in quelle iridi castane quando aveva alzato la voce e alla rassegnazione che gli aveva adombrato le iridi quando gli aveva dato le spalle.

No, forse non lo sa.

E Sam è così stupido da blaterale continuamente senza mai dire quello che conta davvero.

Deve vederlo.

Scatta in piedi e scrive velocemente un messaggio.

"Io esco" dice serio mettendolo nella tasca dei pantaloncini.
Poi si abbassa e bacia la guancia della madre. "Grazie".

Lei sorride. "Buona fortuna".

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