𝐍𝐎 𝐓𝐑𝐔𝐒𝐓 π–πˆπ“π‡πŽπ”οΏ½...

By manamidesu

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𝐍𝐎 𝐓𝐑𝐔𝐒𝐓 π–πˆπ“π‡πŽπ”π“ 𝐔𝐒
01 ਏਓ il festival
02 ਏਓ l'intruso
03 ਏਓ coincidenze
04 ਏਓ poli opposti
05 ਏਓ regole infrante
06 ਏਓ primi passi
07 ਏਓ farfalle nello stomaco
09 ਏਓ conosco il tuo segreto
10 ਏਓ netflix & chill
11 ਏਓ mi piaci
12 ਏਓ una storia da raccontare
13 ਏਓ la nuova coppia

08 ਏਓ doppia vita

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By manamidesu


tae's old ipod is now playing:

ɴᴏᴛ ᴀʟᴏɴᴇ – ᴘᴇᴀᴄʜ ᴛɪɴᴛᴇᴅ
⇆ㅤ ||◁ㅤ❚❚ㅤ▷||ㅤ ↻





♫ you are not alone
promises are for real

i'll keep your precious
secrets in my heart






𝐍 𝐎   ਏਓ   𝐓 𝐑 𝐔 𝐒 𝐓
𝐖 𝐈 𝐓 𝐇 𝐎 𝐔 𝐓   𝐔 𝐒







ਏ 𝐂 𝐎 𝐍 𝐅 𝐋 𝐈 𝐓 𝐓 𝐈 ਓ
𝐄   𝐂 𝐎 𝐍 𝐅 𝐄 𝐒 𝐒 𝐈 𝐎 𝐍 𝐈

ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴏᴛᴛᴏ
«doppia vita»





Giorni di merda. Si manifestano come segue: la giornata si apre con una situazione di merda, seguita subito da un'altra, e poi un'altra ancora. Tante situazioni di merda che si impilano l'una sull'altra, strati su strati che ultimamente formano un unico, enorme mucchio di merda. Tanto per dirlo in maniera poetica.

Sfortunatamente, oggi è uno di quei giorni, e le cose non si mettono bene per Taehyung.

È iniziato tutto a colazione, quando ha rotto accidentalmente lo squallido mini-microonde che avevano in casa.

«Non dovrebbero vendere le vaschette di alluminio se non si possono mettere oggetti metallici nel microonde.»

Jeongguk lo aveva guardato come se avesse dovuto saperlo. Più tardi, Namjoon lo aveva guardato come se non fosse per niente sorpreso che Taehyung non lo sapesse.

Altri eventi degni di nota includono: scivolare davanti a tutti in un'aula gremita di persone, rovesciare il caffè addosso al professore quando ha aperto la porta troppo in fretta, e il dover affrontare Yoongi, perché gli ha prestato il cellulare dimenticandosi che nella galleria c'erano le foto in alta definizione di un certo nuovo membro del gruppo, con il petto ricoperto di sperma.

Non sta passando una bella giornata e anche se non è il tipo da perdere le staffe facilmente, non può fare a meno di sbattere la porta dietro di sé quando entra a casa di Jimin e Seokjin.

«Whoa! Piano.» Seokjin sorseggia il suo caffè istantaneo, i suoi occhi si spostano da Taehyung, fermo sulla soglia, al quadro che recita: "Namaste in bed". La cornice sul muro trema, oscillando avanti e indietro come se stesse per cadere. Quando non lo fa, Seokjin torna a concentrarsi su Taehyung. «Qual è il tuo problema, huh?»

«Dov'è Jimin?»

«Dove sta sempre.»

«Giusto.»

Cammina a passi risoluti fino alla stanza di Jimin. La porta si spalanca prima che possa bussare.

«Lo sai che odia i rumori forti, Tae», Jimin punta il telefono nella sua direzione, lo schermo diventa nero mentre lo fa. «E lo sai che non è a suo agio con le persone che non conosce. Lo sai! Sono passati mesi! E tu cosa hai fatto? Gli hai urlato in faccia e l'hai lasciato da solo nel bel mezzo di un luogo pubblico? Sul serio? Sono dovuto stare mezz'ora a telefono con lui prima di capire cosa stava cercando di dirmi. E poi un'altra mezz'ora a dargli indicazioni per ritornare al vostro dannatissimo dormitorio.»

«Lo so, lo so.» Taehyung lo supera e va a sedersi sul letto. «Sono la persona peggiore che possa esistere sulla faccia della terra e Jeongguk è il ragazzino innocente che ho ferito, di nuovo. Lo so già, non devi dirmelo tu.»

Un silenzio esitante. Taehyung chiude gli occhi, i palmi delle mani premono su di essi. Puntini luminosi esplodono come fulmini dietro le palpebre.

Il materasso sprofonda. Sente qualcosa di caldo sulla fronte che gli rinvia i capelli all'indietro. La voce dolce di Jimin gli dice: «Hey. Tae, va tutto bene. Calmati.» Quella sensazione di calore scende fino alla sua guancia, gli asciuga una lacrima, un rivolo che ruscella lungo la pelle di Taehyung. «Cosa c'è che non va? Mi dispiace di averti urlato contro. Dimmi cos'è successo, Tae.»

E allora lo fa. Gli racconta del microonde e del fatto che è inciampato. Gli racconta del suo appuntamento con la consulente professionale, di come gli abbia detto di mettere la testa a posto e decidere cosa farne della propria vita. Gli racconta del professore che gli ha mandato una e-mail dopo la lezione e lo ha informato del fatto che i suoi voti si siano abbassati vertiginosamente.

La sua voce si alza di un tono quando gli racconta cosa è successo con Jeongguk.

Sollievo non è una parola abbastanza forte per descrivere il modo in cui si era sentito dopo le lezioni. Stava assaporando la libertà, ecco. Si era sentito totalmente libero, mentre entrava nella caffetteria, la stessa in cui lui e Jeongguk si erano incontrati qualche mese prima.







Non può far altro che sorridere a trentadue denti quando vede una fetta di torta alle carote, o ciò che ne rimane. Il sorriso colpevole di Jeongguk. La panna montata agli angoli della bocca. Si siede, la tensione muscolare e lo stress si sciolgono come la crema al formaggio che Jeongguk ha lasciato nel piatto. Conversano con una facilità inaudita. In qualche modo, malgrado la bizzarra situazione che si è creata tra loro (che uno dei due ignora totalmente), Taehyung si sente più vicino a lui, e crede che Jeongguk si stia aprendo sempre di più. Sorride molto di più, ride molto di più. Dice a Taehyung che è una testa di cazzo e ridacchia quando Taehyung lo chiama bulletto.

Sfortunatamente, più tempo trascorrono insieme, più dirette streaming guarda Taehyung, più trova difficile scindere le due immagini che ha di Jeongguk.

Una è quella del timido, dolce e spumeggiante ragazzo che lo distrugge senza pietà ai videogiochi e fa scommesse con lui ogni volta che può. Il ragazzo che ascolta le sue storie con gli occhi spalancati, che asseconda le sue stranezze senza pensarci due volte. Il ragazzo per il quale forse Taehyung sta iniziando a provare dei sentimenti... e cazzo, non era pronto per questo.

E poi c'è l'altro suo lato. Il lato che si infila un vibratore dentro e lascia che il miglior offerente decida la velocità a cui deve impostarlo. (Lo stesso che pare sollevato ogni volta che il vincitore si rivela essere proprio Taehyung.) Il lato di lui che si presenta davanti alla telecamera indossando lingerie di seta, con un aspetto diabolicamente innocente, le dita tremanti e il collo arrossato. Il lato che si morde il labbro quando viene e geme così forte che Taehyung riesce a sentirlo meglio attraverso le pareti della sua stanza che dagli altoparlanti del suo portatile di merda.

All'inizio gli erano sembrate due entità distinte e separate, due persone completamente diverse. Ora, mentre osserva Jeongguk leccare via le briciole di torta agli angoli della sua bocca, mentre lo ascolta parlare dei meme che torneranno in voga questo mese, Taehyung si rende conto che a un certo punto, negli ultimi due mesi, i due lati di Jeongguk si sono fusi l'uno con l'altro. Due immagini distinte che si fondono insieme fino a diventare indistinguibili.

Taehyung ha sentito Jeongguk ridacchiare durante le sue dirette streaming tutte le volte che ha scritto una battuta stupida nella sua chat. È la stessa risatina che ha sentito quando Jeongguk lo ha visto inciampare quella mattina. Taehyung lo ha sorpreso a mordersi il labbro, mentre il più piccolo lo guardava esibirsi in un bodyroll per la routine di gruppo del club. Gli ha ricordato il modo in cui si è morso il labbro la scorsa notte, mentre tremava spasmodicamente, al culmine del piacere.

Quando escono dalla caffetteria, con gli zaini in spalla, Taehyung pensa. Pensa al fatto che gli sembra di conoscere Jeongguk da una vita e pensa al fatto che sa poco o nulla sul suo conto. Eppure, lui gli ha raccontato così tante cose di sé. Ha pazientemente atteso il giorno in cui anche Jeongguk avrebbe condiviso con lui le sue storie. Inutilmente. È ancora chiuso in se stesso come una perla in una conchiglia, protetto da occhi indiscreti. E Taehyung lo capisce, davvero. Lo comprende, comprende che Jeongguk abbia dei segreti, come li hanno tutti, dopotutto. Ma... Ora sono piuttosto vicini, no? Non vuole che Jeongguk gli racconti i suoi segreti più inconfessabili, ma gradirebbe una piccola dimostrazione di fiducia dopo due mesi di amicizia.

Forse sono questi i pensieri che gli affollano la mente, mentre lasciano la caffetteria. Forse sta pensando al fatto che, malgrado tutto, ha imparato molte cose su Jeongguk in soli due mesi di amicizia, ma ha come la sensazione di non sapere proprio niente.

Forse sta pensando a come desidererebbe sapere tutto su di lui, quando dice: «Hey, Guk.»

«No, non voglio correre nudo per tutto il campus*, hyung.»

Taehyung incassa la testa nelle spalle. «Ero ubriaco quando te l'ho chiesto. Non l'avrei fatto davvero» borbotta.

«Ho dovuto tenerti fermo per impedirti di toglierti le mutande.»

«Non avevo idea che fossi così forte, piccolo Guk-ah.» Allunga una mano, gli stringe il bicipite strizzando l'occhio. Jeongguk arriccia il naso. «È stato molto sexy.»

Jeongguk scaccia via la sua mano. «Sì, okay. Che cosa vuoi?» Taehyung si prende tutto il tempo di ridacchiare prima di tornare serio.

«In realtà, volevo chiederti una cosa.» Pausa a effetto. «Perché indossi quel berretto?» Alza lo sguardo verso il cappellino di lana marrone, un accessorio apparentemente permanente sulla testa di Jeongguk. Avrebbe pensato che se lo fosse attaccato con la colla, se solo non lo avesse visto cadere durante una prova particolarmente rigorosa della loro routine di gruppo. Era stato un momento a dir poco strano. Era successo lo stesso giorno in cui Taehyung aveva scoperto quanto talento avesse Jeongguk – quando non era terribilmente timido. L'aveva osservato a bocca aperta eseguire su due piedi una capriola perfetta. Nel vero senso della parola. Tuttavia, prima ancora che qualcuno potesse processare l'accaduto, Jimin si era lanciato in avanti, abbandonando la sua posizione. In un batter d'occhio era al fianco di Jeongguk, con le mani aperte sulla sua testa.

«Wow, i tuoi capelli sono morbidissimi, Jeongguk!» aveva detto con voce rotta, infilando le dita fra i capelli di Jeongguk in modo un po' frenetico. Nel mentre, il più piccolo si era affrettato a raccogliere il suo berretto da terra. Erano davvero strani. Jimin non aveva mollato la presa sulla sua testa, mentre Jeongguk si chinava per prendere il cappello, spingendoselo in fretta sui capelli. 

Il silenzio che seguì, aveva fatto contorcere Taehyung sul posto. Era stato davvero imbarazzante, con quello strano scambio di sguardi fra loro due e quelle occhiate preoccupate. Poi Hoseok si era schiarito la gola, battendo le mani. Dovevano ricominciare la coreografia dall'inizio.

Jeongguk non aveva più tentato di fare la capriola quel giorno.

«Che vuoi dire?» Una mano si solleva per tastare il berretto, come per accertarsi che sia ancora lì. Le sopracciglia di Jeongguk si incurvano verso il basso, facendo capolino da sotto il tessuto.

«Non penso di averti mai visto senza cappello. Come mai? Hai perennemente i capelli in disordine o qualcosa del genere? Stai perdendo i capelli?»

«Non ne voglio parlare.»

«Non c'è niente di cui vergognarsi, sai. La calvizie è un problema serio per un sacco di ragazzi.» Taehyung lo osserva accelerare il passo, continuando a camminare a testa bassa. «Hey, rilassati, Guk. Non fa niente, era solo una domanda.»

Si ferma di colpo. Taehyung deve scansarlo per evitare di finirgli addosso. Si gira.

«Perché devi sempre ficcare il naso in questioni che non ti riguardano?» Il suo naso si arriccia furiosamente. Batte un piede per terra. Assomiglia al Jeongguk del giorno in cui si sono conosciuti. Nervoso, ansioso, impaurito. Uno sconosciuto.

«N-non l'ho fatto–»

«Cazzo, sei sempre così ficcanaso, Tae. Perché non rispetti la privacy delle persone? E già che ci sei, dovresti imparare cosa significa spazio personale

Lo sente. Qualcosa di brutto, oscuro, cancerogeno. Si espande nel suo petto. Qualcosa che, secondo lui, lo avvelena ormai da molto tempo. Stringe le mani attorno alle bretelle dello zaino, allentate sulle sue spalle.

«Senti, Jeongguk, sono due mesi che cerco di essere paziente con te. Ma cercare di essere tuo amico è come cercare di fare amicizia con un muro di cemento. Sai che l'amicizia è una cosa reciproca, vero?» Ha uno sguardo torvo, mentre osserva il piede di Jeongguk battere irrequieto contro l'asfalto. Taehyung si irrigidisce, sente la propria voce alzarsi di un tono. Sta facendo un errore. Se ne pentirà e lo sa bene. Ma ormai è troppo tardi. Il danno è già stato fatto e lui non riesce più a tenersi tutto dentro. Sono settimane che minaccia di esplodere. «Ho aspettato e aspettato che mi raccontassi qualcosa su di te. Ti ho detto tutti i miei segreti. Ti ho persino detto che non riesco a dormire senza Tata, che ho pianto e ho quasi avuto un attacco di panico la notte in cui l'ho perso nella lavanderia. Non l'avevo mai detto a nessuno, neppure a Jimin. Ma tu non ti sei aperto neanche un po' con me. Neanche un briciolo. Che cazzo ti ho fatto? Perché mi odi così tanto?»

«Io- io- n-non–» Jeongguk si ritrae a poco a poco. A Taehyung non interessa. Il bisogno egoistico di sfogarsi ha la meglio.

«Non comportarti come se te ne fregasse qualcosa di me, se non riesci neanche a dirmi perché indossi un fottuto cappellino.» Urlando. Sta urlando, ignorando il modo in cui la voce di Jeongguk si incrina quando gli chiede di fermarsi e i suoi occhi ormai sgranati. Sta lasciando andare due mesi di tensione repressa in una volta sola. Due mesi di risentimenti che aveva tenuto nascosti per il bene di tutti tranne che il suo, e per che cosa? Alla fine, la verità viene sempre a galla. «Voglio essere tuo amico, Jeongguk, lo voglio davvero, ma non posso farlo se tu non me lo permetti. Dammi un segnale, qualcosa che mi dimostri che te ne importa qualcosa di me.»

Un lamento, gambe che tremano visibilmente. La rabbia di Taehyung turbina via e gli non resta nient'altro che terrore, paura, mentre realizza ciò che ha appena fatto. Non ha neanche il tempo di scusarsi, perché Jeongguk si volta e corre via. Non può fare a meno di notare le lacrime che grondano dagli occhi del suo coinquilino, mentre scompare tra la folla di apatici studenti universitari.








«Non capisco cosa sto sbagliando. Ce l'ho messa tutta, Jimin. Sono stato estremamente silenzioso. Ho cercato di dargli i suoi spazi tutte le volte che sembrava averne bisogno. Quando mi lascia entrare in camera sua, me ne sto lì fermo e non tocco niente, perché sembra che lui pensi che io possa dare fuoco a tutto non appena mi siedo. Non tocco la sua parte di frigorifero, anche se le sue cose iniziano a occupare anche la mia metà. L'altro giorno l'ho trovato praticamente nudo, mentre piangeva e mangiava il suo porridge, e non ho detto nulla. Il porridge gli colava letteralmente dal mento, singhiozzava mentre mangiava, e io non ho detto una parola, Jimin. L'ho lasciato stare e ho pensato che sarebbe venuto lui da me, se avesse avuto bisogno del mio aiuto, giusto? Beh, non l'ha fatto, non l'ho visto per i successivi tre giorni. Si è chiuso a chiave nella sua stanza e non è mai uscito. Non ho fatto domande e non ne ho parlato, neanche una volta, anche se ero preoccupato da morire per lui. So che ha bisogno dei suoi spazi e che gli piace avere la sua privacy. Lo so, ma continuo a ricevere sempre e solo insulti da parte sua.»

«Tae...» Jimin prende un bel respiro, trema mentre lo lascia andare. La sua mano non sta ferma nel punto in cui si confonde fra le ciocche scarlatte di Taehyung. «Jeongguk è... speciale, okay? È difficile da spiegare. Devi solo fidarti di me. Non è come me e te. Lui ha... delle esigenze. Non prendere sul personale nessuna delle sue stranezze.»

«Come faccio a non prenderla sul personale? Quando mi ha praticamente detto che sono un fottuto ficcanaso nel bel mezzo del campus. Gli ho chiesto solo perché porta il berretto, Jimin.» Solleva le mani, spinge via quelle di Jimin così può afferrarsi i capelli. «Questo significa essere ficcanaso? Sul serio? Non lo chiederebbe chiunque? Non dovrei essere suo amico, in teoria? Sai, l'altra notte ci siamo ubriacati insieme. Ha blaterato e blaterato su quanto sia grato del fatto che trascorro del tempo insieme a lui, e ha detto che lo faccio sentire a suo agio in questo campus. Allora perché oggi si gira e mi butta tutta quella merda a-addosso?» Un singhiozzo lo interrompe. Arriccia le labbra, soffoca in gola una risata amara.

Jimin lo osserva, ha un'espressione sinceramente preoccupata sul volto. «Senti, Tae, non posso dirti nulla, perché non spetta a me dirlo. Ma Jeongguk ha un segreto, okay? Va bene? Non dovrei dirti neanche questo, maledizione.» Jimin si guarda intorno, come se ci fosse qualche possibilità che qualcuno li senta, mentre parlano nella sua stanza. Si strofina la faccia, sospira. «Ma meriti una spiegazione, così capisci che niente di tutto questo è colpa tua. Jeongguk ha tipo... una doppia vita. Sì.»

Doppia vita? Sa tutto della doppia vita di Jeongguk. Resta sveglio la notte a pensarci, cercando disperatamente di non guardare Jeongguk in modo troppo palese, di non fargli scoprire che conosce fin troppo bene la doppia vita che conduce.

Lo sta facendo impazzire. Forse è questo il punto. Forse è per questo che si sente così emotivo in questo momento. È pieno fino all'orlo di frustrazione sessuale, e pronto a scoppiare perché non ha modo di sfogarla. Ma Jimin è sempre stato una grande valvola di sfogo, un ottimo ascoltatore. 

«Lo so.» Si alza a sedere, a testa bassa. Parla piano. «So della sua doppia vita.»

Jimin si irrigidisce così in fretta che il letto oscilla sotto di lui.

«Lo... lo sai?»

«Sì. So tutto. Da un po' di tempo ormai.»

«Come– come hai... cosa?»

«Non sono così stupido come crede la gente, Jimin. Pensi che non abbia notato le sue strane abitudini? La sua strana routine? Non sono così cieco.»

Per un lungo attimo, Jimin lo fissa. Totalmente incredulo. Taehyung ricambia il suo sguardo. E Jimin si scioglie. Si scioglie proprio lì davanti a lui, i suoi muscoli si rilassano. Taehyung lo sente fare un sospiro un po' tremante. «Wow», mormora. «Non ne avevo idea. Perché non me l'hai detto subito?»

«Non pensavo che lo sapessi anche tu!» Taehyung si gira verso Jimin, con gli occhi sgranati. «Mi sarebbe piaciuto saperlo. Sono quasi impazzito a cercare di tenerlo segreto. Non posso dire a Jeongguk che lo so, ovviamente. Andrebbe fuori di testa.»

Jimin annuisce fra sé e sé, un lampo curioso attraversa i suoi occhi. «Ma capisci perché deve tenerlo segreto, no? Capisci perché è così chiuso in se stesso?»

«Sì, credo di sì. È solo che... non capisco perché sia così riservato anche su altre cose. So che lui non sa che lo so, non sa che guardo i suoi spettacoli. Ma anche se vuole tenere privata quella parte di lui, perché è così riservato su tutto il resto? Perché è andato fuori di testa quando gli ho chiesto del berretto? Perché si chiude a chiave nella sua stanza ogni paio di settimane e si rifiuta di uscire?»

«Davvero non capisci la questione del berretto?» Jimin ride e gli dà una spintarella. «Dovrebbe essere ovvio, no?»

Taehyung mette il broncio. «No, non capisco. È calvo o qualcosa del genere? Sembrava davvero sconvolto quando l'ho tirato in ballo.»

«Tae...» Il tono rilassato di Jimin è scomparso. Il suo sguardo si fa cauto. La sua faccia impallidisce un po'. «Quali spettacoli?»

«Cosa?»

«Che intendevi dire quando hai detto che guardi i suoi spettacoli?»

Sentendosi come un bambino perso in un labirinto, Taehyung si mette a sedere, raddrizzando la schiena. Jimin lo guarda come se fosse un idiota. Forse lo è. «Le dirette streaming? Non è di questo che stiamo parlando? Tutta la faccenda della "doppia vita"?» Dinanzi all'apparente confusione di Jimin, Taehyung alza gli occhi al cielo. «Sai, studente universitario carino e innocente di giorno. Sexy camboy di notte?»

Gli occhi di Jimin si sgranano, la bocca si spalanca. «Cos– camboy?»

«Perché ti comporti in modo strano adesso? Non è– aspetta, di cosa stavi parlando tu?»

«Mi stai dicendo che... Jeongguk è un camboy?» Ha un'espressione tesa, e Taehyung è preoccupato, mentre annuisce lentamente, guardando Jimin balzare in piedi con le mani in fronte.

«Dio mio. Oh, mio dio, e io che pensavo che tu– stavo per– oh, mio dio. Non ci credo.»

«Jimin, che diavolo sta succedendo?»

«Dannazione, Tae. Non avevo bisogno di sapere che lui... oh, mio dio, e tu lo guardi

La pelle di Taehyung va a fuoco. Distoglie lo sguardo. Picchietta gli indici l'uno contro l'altro. «Guardo i suoi show da molto prima che lo incontrassi. Non potevo sapere che il ragazzo con la collezione arcobaleno di plug anali vibranti sarebbe finito per diventare il mio coinquilino!»

«Oh, mio dio! Smettila di parlare, ti prego! Io– io sto per– Oh, mio dio, vado a lavarmi il cervello con la candeggina per sbarazzarmi di queste immagini. Porca puttana.»

«Aspetta, Jimin!» Taehyung balza in piedi, barcollando un po' mentre si lancia verso la mano del suo amico, impedendogli di scappare a gambe levate. «Se non stavi parlando di questo, allora di cosa stavi parlando? Jeongguk ha qualche altro segreto?»

Osserva il suo amico, sembra che stia per svenire. Quando riapre la bocca, la sua voce suona stanca, pare invecchiato di dieci anni. Tutto quel casino, tutto il tempo trascorso a prendersi cura dei suoi sciocchi amici devono averlo sfinito. «Non è il mio segreto, Tae. Chiediglielo tu stesso. Digli che ho detto che può fidarsi di te.»

Taehyung fa una risata amara, vorrebbe strapparsi tutti i capelli. «Sì, come se questo possa fargli cambiare idea.»

«Okay, allora fagli capire che può fidarsi di te. Dimostragli prima di tutto che sei suo amico, che non ti importa dei suoi segreti, che tieni a lui come persona. Forse allora si aprirà con te.»

Detto questo, Jimin strattona via la mano dalla presa di Taehyung e se ne va, scuotendo la testa.

Taehyung lascia il dormitorio di Jimin più confuso di quando è entrato, ma...

Ha un piano. Più che altro è un'idea impulsiva, in realtà. Ma Jimin pensa che lui debba dimostrare a Jeongguk quanto ci tiene a lui. Può farlo. Può dimostrargli che sa tutto, che conosce il suo segreto. O almeno uno dei suoi segreti. Gli dirà che l'ha sempre saputo e che nonostante ciò è ancora lì, è ancora suo amico, vuole ancora conoscerlo. Così Jeongguk capirà che Taehyung merita la sua fiducia. Così non ci saranno più muri fra loro due. Qualunque cosa stia nascondendo Jeongguk, Taehyung può affrontarla. Ne è sicuro.











* In inglese: streaking across the campus. Il termine streaking indica una pratica esibizionista consistente nell'irrompere, completamente nudi, in un luogo pubblico, in particolare nell'ambito di manifestazioni di vario tipo.








ਏਓ
notes

taehyung ha un piano. allacciamoci le cinture e mettiamoci un casco in testa perché come avrete capito è un vero combina guai 😅 quanto sono carini però ❤️‍🩹 i love them a lot.

secondo voi qual è il segreto di jeongguk?
avete qualche idea?

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