30 prime volte con te

Autorstwa jadeNeptune

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Sam e Cory non potrebbero essere più diversi, ma conoscendosi dall'infanzia hanno imparato ad amalgamare le l... Więcej

2 anni - prima parola
4 anni - prima volta in piscina
5 anni - Primo mostro sconfitto
6 anni - prima volta senza rotelle
8 anni - prima paghetta
10 anni - prima volta in tenda
11 anni - saltare scuola per la prima volta
12 anni - prima lettera d'amore
13 anni - prima rissa
15 anni - primo crossdressing
16 anni - prima volta ubriaco
17 anni - il primo litigio
17 anni - prima dichiarazione
17 anni - first date
18 anni - prima emergenza
18 anni - prima volta
19 anni - il primo anello
19 anni - primo giorno al college
20 anni - primo tatoo
21 anni - il primo egoismo
22 anni - Primo animale domestico
22 anni - prima casa
23 anni - prima cerimonia
24 anni - prima cena con i colleghi
25 anni - primo incontro
27 anni - primo figlio
27 anni - prima influenza
28 anni - prima festa del papà
Epilogo

14 anni - Primo bacio

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Autorstwa jadeNeptune

"Ti prego, facciamo qualcosa o potrei morire di noia" si lamenta Sam facendo penzolare una gamba dal letto.

"Hai bocciato tutte le mie idee" gli ricorda Cory inginocchiato al tavolino a leggere un libro.

"Sì, perchè erano più noiose della noia stessa".

Il moro aggrotta la fronte. "Ti sono sempre piaciuti i documentari".

"Ma non quelli riguardanti i bradipi. Come faccio a stare attento quando i miei pensieri si muovono dieci volte più in fretta di lui?! E poi perchè sul tuo portatile hai scaricato solo documentari al posto di veri film? Mi sarei accontentato perfino di un polpettone rosa pur di guardare qualcosa! Non posso nemmeno messaggiare con i ragazzi".

"Non è colpa mia se qui i cellulari non prendono" borbotta non alzando lo sguardo dalle pagine.

L'idea di un weekend in alta montagna era stata abbracciata con gioia fin quando non erano arrivati allo chalet prenotato e dieci minuti dopo era scoppiato un forte temporale costringendoli in casa e non permettendo loro di gustarsi la bellezza della natura che li circonda. 

Per questo sono in camera, mentre di sotto i loro genitori stanno giocando ad un gioco da tavolo.

Anche lui e Sam avevano fatto qualche turno, ma se uno contro l'altro non davano spazio agli altri, insieme erano ancora più formidabili e alla loro quarta vittoria consecutiva erano stati cacciati dal salotto.

"Lo so e non m'importava visto che pensavo che non ne avremmo avuto bisogno, ma ora che siamo qui senza nulla da fare ed il mio migliore amico non si cura del mio tormento interiore, mi manca non poter guardare video stupidi per far passare il tempo".

"Forse è meglio così. Quei video ti bruciano il cervello".

"La noia mi brucerà il cervello se non faccio qualcosa per fermarla".

Cory scuote la testa. "Ridicolo".

"Non è ridicolo!" E come sempre quando si spinge troppo in là con i suoi lamenti inutili, il moro lo ignora e torna a concentrarsi sul libro.

Sam riesce a stare in silenzio per dieci interi minuti, un miracolo visto il soggetto, poi si alza dal letto con uno sbuffo drammatico e si trascina in corridoio con l'aria di chi sta andando al patibolo.

"Una cocacola, perfavore" parla Cory intuendo dove sta andando.
Quando Sam è annoiato, mangia.

Ed infatti venti minuti dopo il più piccolo torna con due lattine e le braccia piene di snack.

"Ero indeciso" scrolla le spalle sedendosi al tavolino.

"Quindi perchè ci hai impiegato così tanto se alla fine hai portato tutto?" Chiede chiudendo il libro e sistemandolo nel suo piccolo trolley.

"Papà aveva bisogno di una mano a conquistare l'indocina".

"E te l'hanno permesso?" Alza un sopracciglio. La loro competitività d'altronde è un gene di famiglia.

"Mamma e zia Amelia sembravano più interessate a cosa cucinare per cena che alla partita e tuo padre era impegnato a spostare le truppe verso ovest senza essere visto per badare a me".

"Non staranno ancora giocando la loro prima partita?" Domanda con una punta di orrore.

"Probabilmente" commenta a bocca piena, "sai quanto possono essere resilienti".

Per qualche minuto rimembrano vecchie partite e serate tutti seduti attorno allo stesso tavolo a giocare, mentre mangiano patatine e sorseggiano cocacola.

"Ho trovato!" Esclama d'un tratto Sam agguantando il sacchetto dei mashmallows. "Perchè non facciamo una challenge?".

"Challenge?".

"Una sfida".

"So cosa significa il termine".

"Allora perchè quella domanda?".

Cory alza gli occhi al cielo. "Intendevo dire che tipo di sfida vuoi fare con i mashmallows".

"Aaaaaaah, ok. Ok. Ho visto un video un paio di giorni fa dove due ragazzi competevano a chi riusciva ad infilarsi il maggior numero di mashmallows in bocca".

"E quale sarebbe la parte divertente?".

"La parte divertente" usa il suo stesso tono mentre lo pungola nel fianco con il gomito "e che chi vince può dare una penitenza all'altro. Senza contare le facce buffe che si fanno mentre cerchi di metterne in bocca sempre di più".

Cory aggrotta la fronte. "Non mi piacciono i dolci".

"Non li devi mangiare. Alla fine li puoi anche sputare".

"È uno spreco di cibo".

Sam si passa una mano sul viso. "Almeno per una volta puoi non essere il Cory rigido e frigido ed essere il mio migliore amico con cui adoro fare cose stupide?".

"Sono sempre il tuo migliore amico" afferma serio.

"Ovvio, ma non sempre ho la pazienza di supplicarti".

"Lo stai facendo anche adesso, ma implicitamente".

Il più piccolo butta le mani per aria teatralmente. "D'accordo, non lo facciamo. È un'idea stupida. Non dirò più niente" ed il broncio adorabile di cui si serve fa cadere la resistenza del più grande.

"Ok".

Sam lo scruta ambiguo. "Ok cosa?".

"Facciamo questa challenge dei mashmallows".

"Yey!".

"Ma voglio sapere quale sarebbe l'eventuale penitenza".

"Eh no, così non vale" esclama Sam spostandosi all'altro lato del tavolino per essere uno di fronte all'altro.

"Mettiamo almeno delle limitazioni" s'impunta Cory.

"Tipo?"

"Niente cose ridicole".

"La mia intera esistenza per te è ridicola" commenta divertito il corvino beccandosi un'occhiataccia.
"Va bene, va bene. Niente di ridicolo".

"E niente di pericoloso".

"E niente di pericolo" ripete.

Cory annuisce soddisfatto e si mette più comodo.

"Allora, la challenge consiste nel mettere in bocca il mashmallow e dire la frase 'chubby bunny' poi continuare ad aggiungerne uno finchè non si riesce più a parlare. Ovviamente vince chi raggiunge il numero più alto. Durante la challenge non puoi nè masticare nè ingoiare i mashmallows, ma puoi usare le dita per sistemarli. Detto questo, chi inizia?".

"Vai tu per primo".

"Okay".
Sam si prepara scaldando i muscoli della mandibola e aprendo e chiudendo la bocca varie volte per prepararla all'imminente occupazione. Poi raccoglie i capelli in un codino e parte con il primo mashmallow.

"Chubby bunny".

Con i primi sette va abbastanza veloce, ma dall'ottavo in poi deve prestare più attenzione a come posizionarli per poter riuscire ancora a parlare senza sputarne qualcuno.

Al tredicesimo ingoia il conato di tosse e rischia di sputarne un paio, ma alla fine se la cava solo con un rivolo di saliva che gli riga il mento e che lui è troppo impegnato per asciugarsi.

"Chub-by bun-nies".

La frase si capisce abbastanza e Cory gli da l'ok per proseguire.

Sam alza il pollice e poi infila in bocca il quattordicesimo. Questa volta le parole sono appena comprensibili ed il corvino intuisce che probabilmente il prossimo sarà l'ultimo ed infatti il quindicesimo sorpassa appena le labbra prima che il moro gli passi il sacchetto vuoto dove sputarli.

"Aaaaaaah" affanna Sam pulendosi la bocca con la manica della felpa e bevendo un lungo sorso di cocacola.
"14 mashmallows. Non male".

"Mn" dice Cory che non sa quanto sia un numero accettabile in questa sfida.

"Fino a 15 viene considerato un buon risultato" spiega Sam, "meno di 10 è un po' poco e più di 20 è eccellente. Tu quanti credi di poterne mettere?".

"Tre più di te" proclama serio prendendo il primo.

"Oho! Dichiarazione coraggiosa".

"Vedrai... chubby bunny" e così inizia la sua scalata.

Cory arriva agli 11 mashmallows senza difficoltà, avendo iniziato fin da subito a disporli in una certa maniera e Sam si stupisce nel sentirlo pronunciare la frase di rito senza intoppo al tredicesimo.

"Aaah Cory" sospira, "avrei dovuto immaginare che saresti stato bravo anche in questo. Sembra che non ci sia nulla in cui tu non eccelga".

Il moro alza gli occhi al cielo, ma l'amico nota che le punte delle sue orecchie sono diventate rosse.

Infila il quattordicesimo ed il quidicesimo.

"Chubby bun-nies".

Sam batte le mani. "Mi hai appena superato! Congratulazioni", ma Cory prosegue con il sedicesimo.

"Chub-by bun-nies".

"Guarda che puoi fermarti".

Il più grande scuote la testa ed il corvino sbarra gli occhi. "Stavi dicendo sul serio prima?! Vuoi davvero metterne tre più di me?!"

Lui annuisce ed afferra l'ultimo. Teoricamente sa di non avere più spazio e dubita fortemente di riuscire a farcelo stare, ma una vocina dentro di sè lo spinge a continuare; Sam non è l'unico testardo tra i due.

Il più piccolo lo guarda con divertita ammirazione cercare un angolino in cui spingere il mashmallow il tempo necessario di dire quelle due parole e decide di dargli una spinta.

"Che ne dici di cambiare la posta in palio?" Propone, "se riesci a mettere anche quello farò tutto quello che vorrai".

Cory incatena di scatto i loro sguardi e Sam si lecca le labbra. "Qualsiasi cosa"  dice con quel tono di voce malizioso di cui si serve per ricevere una risposta più forte da parte sua.

Lo sguardo del moro si scurisce e appoggia appena il mashmallow tra le labbra prima di sporgersi sul tavolino, afferrarlo per il colletto della maglia e farle scontrare contro quelle dell'amico.

Il corvino sbarra gli occhi scioccato dall'azione e quando registra che Cory si è staccato ed è riuscito a dire la frase, tutti i mashmallows sono già stati sputati nel sacchetto.

"Ho vinto" soffia, mostrando le emozioni che lo stanno assalendo solo con le orecchie completamente rosse; rossore che invece è espanso dalle guance al collo di Sam reso visibile dal colletto ora storto della felpa.

Il più piccolo rilascia un urletto capace di spaccare il vetro della finestra e si copre il volto con le mani.
"Cooooooryyyy! Che ti salta in mente?!" Trilla.

"...scusa".

Sam lo scruta tra le dita e quando nota che tiene lo sguardo basso e gioca nervoso con le dita, nasconde l'imbarazzo dietro una risatina e gli striscia vicino. "Perchè ti stai scusando?".

"Quello era il tuo primo bacio..."

"Quindi?".

"Non era previsto che lo dessi a me".

"Vero" e il moro alza la testa di scatto con gli occhi di un cucciolo smarrito, "ma non mi dispiace" lo tranquillizza. "Ho condiviso molte prime volte con te, in un certo senso era destino che il mio primo bacio fosse tuo".

Si vede che è ancora imbarazzato, ma il sorriso genuino che gli mostra lo fa rilassare.

"Hai le labbra morbide" sussurra Cory.

"Immagina se te le fossi lavorate di più" lo provoca muovendo un sopracciglio e dopo un secondo di stallo si mettono a ridere.

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