E il tempo scivola via

By Maschera_di_fumo

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"๐˜š๐˜ช ๐˜ญ๐˜ข๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ข ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ท๐˜ช๐˜ข ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ท๐˜ช๐˜ต๐˜ข ๐˜ต๐˜ณ๐˜ข ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ช, ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ข๐˜ฃ๐˜ฃ๐˜ช๐˜ข ๐˜ต๐˜ณ๐˜ข... More

Premessa
Playlist
Dedica
Prologo
[...]
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32 (Prima parte)
Capitolo 32 (Seconda parte)
Capitolo 33 (Prima parte)
Capitolo 33 (Seconda parte)
Capitolo 34 (Prima parte)
Capitolo 34 (Seconda parte)
Capitolo 35
Capitolo 36 (Prima parte)
Capitolo 36 (Seconda parte)
[...]
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
[...]
Epilogo

Capitolo 15

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By Maschera_di_fumo

Il riccio si trovava dinanzi alla Boston High School, quello stesso pomeriggio avrebbe avuto le fatidiche ripetizioni di biologia con Ellen. Non c’era bisogno di dire che non aveva chiuso occhio, aveva passato la notte a girarsi nel letto come se, al posto del materasso, vi foste stato un tappeto di chiodi dei fachiri. Ogni volta che ripensava a quel viso delicato e sempre sorridente, a quegli occhi verde smeraldo, l'agitazione prendeva il sopravvento. Eppure, la vista di Wendy e Dean insieme gli provocava ancora del fastidio.

«Cosa ti è successo? Sembra che un camion ti sia passato sopra senza pietà più volte anche in la retromarcia», Joshua sussultò tornando alla realtà. Alzò la testa trovandosi lo sguardo preoccupato di Dean. «Non mi hai visto arrivare», constatò il moro.

«Ho dormito poco, ma sto bene».

«Solitamente dormi come un poppante che si succhia il pollice, come mai?» lo canzonò come di consueto, facendogli alzare, in risposta, gli occhi al cielo.

«Sei sempre il solito. Comunque oggi pomeriggio ho le ripetizioni di biologia», iniziò strofinadosi la nuca, attirando l’attenzione del ragazzo. «Con Ellen», aggiunse.

«Ah, l’amour!», disse teatralmente, «Sei preoccupato per come reagirà Chris quando lo verrà a sapere?»

«A proposito di questo, preferisco non dirgli niente», si spettinò i suoi ricci. «Non ho intenzione di provarci con lei».

«Perché?» chiese Dean incrociando le sue iridi cerulee con quelle color cioccolato di Lloyd.

E adesso? Non poteva di certo dirgli che provava sentimenti contrastanti guardandolo con la ragazza per cui aveva una cotta. Lo avrebbe fatto sentire in colpa ed avrebbe complicato la loro relazione come aveva fatto, involontariamente, per tutto questo tempo. Boccheggiò, non riusciendo a pensare ad una scusa credibile. Distolse lo sguardo, «Guarda, parli del diavolo!». La dea bendata della fortuna era corsa in suo aiuto, Christopher si stava dirigendo verso di loro. I capelli biondi erano in disordine, delle occhiaie vistose contornavano gli occhi ambrati. La carnagione era più pallida del solito.

Poco convinto, Mcdaniel, distolse lo sguardo da Josh per posarlo sul suo maritino che non aveva una bella cera. Sapeva che gli stava nascondendo qualcosa ed era intenzionato a scoprirlo.

«Buon giorno», borbottò stanco White, guardandoli.

«Cosa ti è successo? Sembri uno zombie!» esclamò il castano, scrutandolo da capo a piedi.

«Non è che sei stato morso da uno zombie in cerca di cervello? Peccato che non si sia saziato del tutto», lo schernì Dean.

«Non ha avuto scelta, se fosse arrivato da te avrebbe digiunato», lo canzonò.

«Touchè!» s’intromise Lloyd facendoli scoppiare a ridere.

«Susie, devo dirti una cosa importante», il suo viso si rabbuiò facendogli aggrottare la fronte. «Ho scoperto che Price ha il cancro, mi sembrava giusto che-»

«Chi te lo ha detto?»

«Aspetta, tu lo sapevi?»

«Si, sono stato in ospedale da lui», ammise, «Da chi lo hai saputo?» Entrambi i suoi amici lo guardavano con occhi sgranati, increduli.

«Daniel», asserì secco.

«Perché io sono sempre l’ultimo che viene a sapere le cose?» s’intromise il riccio.

«Perché non hai un fratello maggiore che…» lasciò la frase in sospeso.

«Quindi ti ha detto anche quello», constatò il biondino che in risposta ricevette un segno di assenso dall’amico.

«Io sarei ancora qui», ricordò il povero Joshua che, appena vide Ellen entrare nell’edificio, affiancata da Diana, la seguì con lo sguardo. Quel pomeriggio sarebbe stata dura.

§

«Cosa vuoi, Virgi?» chiese scocciata Jones, «Faremo tardi a lezione».

«Sei ancora arrabbiata?» chiese incredula la bionda che l’aveva portata sul retro della scuola. «Dobbiamo parlare», sospirò.

«Io non ho nulla da dirti.» asserì dopo uno schiocco di lingua.

«Quella arrabbiata dovrei essere io, ti sei fidanzata con il ragazzo che mi piace da sempre!»

«Ti ricordo che piace anche a me, ma mi sono sempre fatta da parte per te. Ora finalmente sono felice con lui e-»

«Non ti ho chiesto di venire qui per litigare!» la interruppe alzando la voce.

«Per cosa allora?!» urlò di rimando, furiosa.

«Perché non voglio buttare al cesso la nostra amicizia», sbuffò arricciandosi una ciocca di capelli biondo platino tra le dita. Era a disagio, era la prima volta che si esponeva così, Wendy non poteva credere ai suoi occhi ed orecchie. Non credeva che lei ci tenesse.

«D-Davvero?» balbettò incredula, «Ci tieni davvero?»

«Certo che si, stupida.» posò lo sguardo sulle sue scarpe, decisamente troppo rosa, sembravano aver preso tutto il suo interesse. Sussultò quando si sentì stringere, la mora la stava abbracciando.

«Mi sei mancata anche tu, stupida.» titubante Perez ricambiò l'abbraccio. Un sorriso solcò quelle labbra piene di lucidalabbra.

§

Il cuore batteva veloce nel petto, poteva udirlo direttamente ai timpani. Era arrivata l’ora e stava fissando da diversi minuti la porta della biblioteca. Fece un profondo respiro, doveva farcela. Entrò e la individuò all’istante, era lì, su una delle scrivanie in legno usurato, che scriveva sul quaderno. Una ciocca di capelli l’aveva portata delicatamente dietro l’orecchio, con quelle dita slanciate, delicate.

«Mrs. Marple mi aveva informato che mi avresti aspettato qui», fece Joshua avvicinandosi a quella minuta figura.

«Aspetta, sei tu il ragazzo che ha bisogno delle ripetizioni di biologia?» chiese incredula Ellen. Quei pozzi verdi lo scrutavano con stupore, quelle pupille nere come la pece si dilatarono.

«Non lo avresti mai detto che non ero bravo, vero?» fece finta di nulla. Si sedette al suo fianco ed iniziò a frugare nello zaino per prendere l'occorrente. Si sentiva il suo sguardo addosso, si sentiva le sue gote riscaldarsi leggermente. Era sempre stato un ragazzo insicuro, mai era stato guardato così. Non era mai stato guardato così dalla ragazza per cui aveva una cotta, non era mai stato guardato così da Jones. Non era sicuro che Ellen fosse interessata a lui, in fondo, cosa poteva offrirle? Aveva accettato da tempo il fatto che Wendy e Dean stessero insieme, che si piacessero, che fossero innamorati. Aveva accettato il fatto che, per colpa sua, il moro avrebbe rinunciando a vivere il suo amore. Non poteva negare di sentirsi in colpa ma la vista di loro, come coppia, continuava ad infastidirlo. Che fosse ancora cotto di Wendy?

«Sono felice che sia tu», disse dopo svariati minuti di silenzio. Le labbra carnose s’incrinarono in un sincero sorriso, i suoi occhi brillavano.

«Mrs. Marple un po' meno», ironizzò scoppiando a ridere insieme alla bionda. «Iniziamo?»

«Iniziamo!» esclamò aprendo i libri, piena di energia.

Per Lloyd fu davvero dura, non faceva altro che fissarle le labbra, non riuscendo ad essere concentrato su ciò che diceva. Quando si accorgeva di ciò, si dava mentalmente dell’idiota e distoglieva repentinamente lo sguardo. Peccato che la medesima situazione si ripeté continuamente per la successiva ora. In poche parole, non aveva ascoltato alcuna nozione di biologia. A sua discolpa, la ragazza, si era morsa il labbro inferiore un paio di volte, seguito da un sorrisetto, facendo partire il suo unico neurone rimasto volenteroso a superare quella materia infernale.

«Tutto chiaro?» scoppiò quella bolla, catapultandolo alla crudele realtà.

«Cristallino», mentì con una velata ironia.

«Cos’ho detto?» chiese facendolo boccheggiare, «Non hai ascoltato neanche una parola».

«Mi dispiace», sospirò scompigliandosi i ricci castani, si poggiò sullo schienale. «Quando sento parlare di biologia il mio cervello si spegn-», provò a giustificarsi ma non vi riuscì. Quelle labbra che tanto aveva ammirato si erano poggiate delicatamente sulle sue. Erano morbide come immaginava, forse di più.

Lentamente, Ellen si allontanò da Josh, continuando a guardare i suoi occhi color cioccolato. «Joshua, io…» sussurrò.

«Si è fatto tardi», distolse lo sguardo alzandosi. Si apprestò a prendere le sue cose, fece per andarsene ma White lo fermò per il braccio.

«Non puoi scappare, io ti piaccio e tu mi piaci! Di cosa hai paura? Di mio fratello? Giuro che se è così, che se ti ha minacciato o altro, lo prendo a calci!»

«Ellen», sibilò sostenendo lo sguardo, «Quando vedo Dean e Wendy, mi da ancora fastidio. Tu meriti di meglio, meriti qualcuno che guardi solo te. Meriti qualcuno che ti regali la luna solo perché gli sorridi dolcemente, ed io non ne sono capace».

«Ma io non voglio la luna, io voglio te».

«Devo andare», distolse lo sguardo per poi andare via. Lui non era abbastanza per lei, l’avrebbe solo fatta soffrire. Stava facendo la cosa giusta.

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