30 prime volte con te

By jadeNeptune

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Sam e Cory non potrebbero essere più diversi, ma conoscendosi dall'infanzia hanno imparato ad amalgamare le l... More

4 anni - prima volta in piscina
5 anni - Primo mostro sconfitto
6 anni - prima volta senza rotelle
8 anni - prima paghetta
10 anni - prima volta in tenda
11 anni - saltare scuola per la prima volta
12 anni - prima lettera d'amore
13 anni - prima rissa
14 anni - Primo bacio
15 anni - primo crossdressing
16 anni - prima volta ubriaco
17 anni - il primo litigio
17 anni - prima dichiarazione
17 anni - first date
18 anni - prima emergenza
18 anni - prima volta
19 anni - il primo anello
19 anni - primo giorno al college
20 anni - primo tatoo
21 anni - il primo egoismo
22 anni - Primo animale domestico
22 anni - prima casa
23 anni - prima cerimonia
24 anni - prima cena con i colleghi
25 anni - primo incontro
27 anni - primo figlio
27 anni - prima influenza
28 anni - prima festa del papà
Epilogo

2 anni - prima parola

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By jadeNeptune

"Sono preoccupata, Brianna" rivela la donna mentre prepara il tè, "e se stessi sbagliando io?".

La sua migliore amica sbuffa divertita continuando a sfogliare la rivista di moda. "Tesoro, sei la mamma più attenta di questo mondo. Se tu stai sbagliando a crescere Cory, allora io dovrei essere spogliata di quel titolo seduta stante".

"Ma il tuo Sam parla già! Sa già dire 'mamma' ed il suo nome ed un sacco di altre parole".

Percependo la nota di stress nella sua voce, Brianna chiude la rivista e le dedica tutta la sua attenzione. "Cosa ti ha detto il pediatra?".

Amelia sospira, dando le spalle al gas per appoggiarsi al piano della cucina. "Ha detto che alcuni bambini sviluppano il linguaggio parlato più tardi rispetto agli altri e che finchè non raggiunge i tre-quattro anni non ho bisogno di preoccuparmi..."

"E allora dove sta il problema? Da quel che vedo Cory riesce a farsi capire bene lo stesso".

"È questo il punto, è come se non sentisse nemmeno lo stimolo di provarci. Quando cerco di spronarlo a parlare, non prova nemmeno a ripetere".

"Forse perchè è abituato a stare intorno a mio figlio che invece non sta zitto un attimo" ridacchia Brianna ed entrambe si voltano a guardare il tappeto del soggiorno dove i loro figli stanno giocando con le macchinine.

Cory, tutina blu e capelli castani in ordine, sposta un camioncino avanti ed indietro di fronte ad i suoi piedi, abbozzando un sorriso quando Sam, tutina rossa e un nido corvino sopra la testa, lo fa scontrare con la sua macchinina blaterando parole per lo più incomprensibili con la vocina squillante che lo caratterizza.

I due bambini si conoscono dalla nascita data la grande amicizia che lega le due donne dai tempi del college e la naturale spontaneità con cui i loro caratteri estremamente diversi si amalgano tra loro le porta spesso a scherzare sul fatto che i loro figli siano destinati l'uno all'altro.

Sam è l'incarnazione di un tornado: chiassono, distruttivo e praticamente impossibile da imbrigliare. Brianna, quando aveva iniziato a gattonare, aveva dovuto ridecorare la casa a prova di bambino nella speranza che non si spaccasse la testa contro l'angolo di un tavolo o che non rompesse qualcosa, visto che quella piccola peste ha l'abilità di combinare guai anche sotto stretta sorveglianza.

Non è possibile tenerlo seduto in un posto per più di qualche minuto senza che inizi a lamentarsi e le uniche eccezioni sono durante i pasti e quando è con Cory, che ha l'inspiegabile quanto strabiliante potere di placare il suo spirito selvaggio con la sua timida e silenziosa presenza.

Il più grande, in effetti, sembra far fatica a dimostrare le sue emozioni, ma quando c'è di mezzo Sam allora diventa più espressivo e facile da interpretare, quasi fossero in simbiosi.

"Sembra sia più calmo in questi giorni, o sbaglio?" Sorride Amelia.

"È tutta apparenza" alza gli occhi al cielo Brianna, "sono quasi certa che non voglia farsi vedere rimproverare davanti a voi. Ieri sera ha pianto per ben due ore perchè ha voluto provare a vestirsi da solo e non c'è riuscito".

"Vuole essere indipendente, vuol dire che sta crescendo".

"Sì ma può aspettare ancora un po'. Andrà a finire che un giorno aprirò gli occhi e lui starà preparando le valiige per il college" esala drammatica appoggiando la testa sul tavolo e facendo ridere l'amica.

"Aaah i terribili due anni" sospira Amelia servendo il tè.

"E tu ci sei entrata un mese prima di me".

"Non credo cambi molto visto quanto è pimpante il tuo Sam".

"Pensi che esista un interruttore per bambini?" Supplica, "non fraintendermi, lo amo con tutta la mia anima e sono estasiata che sia così sveglio, ma a volte ho paura persino a sbattere le palpebre vista la velocità con cui combina qualcosa".

Amelia gli picchietta una mano. "No tesoro, sono abbastanza certa che non esista, anche perchè altrimenti vorrebbe dire che quello del mio Cory è saltato" e le due si guardano per un attimo prima di scoppiare a ridere; gesto che coinvolge anche Sam, nonostante non ne sappia il motivo.

La donna lo osserva intenerita. "Ha la tua stessa risata".

"E gli occhi grigi di suo padre" concorda Brianna, "anche se è chiaro che non ha preso solo quella da me" e le fa l'occhiolino.

Così, mentre le due donne si godono la bevanda calda con chiacchiere più frivole, i due bambini passano dalle macchinine alle costruzioni.

"Facciamo una tolle (torre)" esclama eccitato Sam spostando vicino a sè tutti i blocchi colorati.

Cory annuisce e lo aiuta in silenzio.

"Plima il blu" e mette come base i quattro pezzi blu.

"Poi il losso" e Cory ci mette sopra quelli.

"Non fallo cadere".

L'altro annuisce.

"Ola cosa mettiamo?" Gli chiede.

Il più grande si guarda attorno, valutando gli altri colori, prendendo poi tra le mani un blocco giallo.

"Ok, giallo" e sistemano il terzo piano.

Dopo aver messo anche il quarto, che ha richiesto ad entrambi di alzarsi in piedi, il quinto piano diventa problematico.

"Dammi quello" gli indica uno dei blocchi più piccoli e quando glielo passa prova a mettersi in punta di piedi, ma appoggiarsi alla torre si rivela una mossa sbagliata e presto cadono entrambi.

Sam rotola sulla schiena calciando un blocco per il nervoso ed i suoi occhi si riempiono di lacrime, facendo preoccupare Cory che si accuccia vicino a lui picchiettandogli una manina sulla guancia.

A quel contatto il corvino rilassa i pugni e rilascia un sospiro tremante prima di sfregarsi gli occhi e sorridere.
"Niente bua" lo rassicura.

Cory annuisce felice.

"Posso rubarti il figlio?" esclama Brianna sbalordita con in mano il cellulare. "Mi verrebbe comodo quando non riesco a farlo smettere di piangere".

"No, ma ti dò il permesso di mostrare quel video a tutti i tuoi clienti" ridacchia Amelia, "ovviamente mentre racconti quanto il mio Cory sia fantastico".

"Andata!"

Sam, nel frattempo, si è già scordato perchè voleva piangere ed ha già perso interesse nelle costruzioni, coinvolgendo nella sua improvvisa voglia di disegnare anche il suo amico.

Attrezzati di fogli e matite colorate, si sdraiano uno accanto all'altro e Cory ascolta attentamente i vaneggiamenti del corvino mentre disegna delle linee segmentate blu.

"Tu non palli (parli)?" Chiede d'un tratto il più piccolo.

L'altro scuote la testa.

"Pelchè no?".

Non risponde.

"Pallare è bello. Dici tante cose come i glandi".

Cory alza le spalle e Sam mette il broncio.

Tornano in silenzio, ma il corvino si stufa quasi subito e riprende. "Plova a dile il tuo nome", ma il bimbo scuote di nuovo la testa.

"Daaaaai, una volta".

Silenzio.

"Daaaaaaaai".

Cory lo ignora focalizzandosi sul suo disegno.

Sam sbuffa drammatico.

Qualche altro istante di silenzio, poi il moro vede con la coda dell'occhio il più piccolo sorridere e prima che possa intuire le sue azioni, il suo disegno viene rovinato da una riga rossa.

"Impali" esclama fiero Sam.

Cory guarda il foglio scioccato, poi prende il suo pennarello e fa la stessa cosa su quello dell'altro, che rilascia un urletto sorpreso.

Quello che è iniziato come un payback, si trasforma in una lotta vera e propria ed i loro capolavori diventano un cumolo di linee vendicative.

Il piccolo sorriso sul volto di Cory, tuttavia, scompare quando Sam si lancia verso il suo foglio per disegnare l'ennesimo scarabocchio e invece sporca la tutina dell'amico che si è accucciato per proteggerlo.

I due si bloccano di colpo e per un lunghissimo attimo l'intera stanza sembra trattenere il respiro, poi Cory vede la macchia rossa e scoppia a piangere.

Amelia gli è subito accanto e lui su lancia tra le sue braccia, aggrappandosi alla stoffa della maglietta.

Anche Brianna li raggiunge e si siede accanto a Sam che guarda la scena con occhi lucidi, aprendo e chiudendo le manine.
"Io non bua, non voglio lui bua" si difende triste.

"Lo so, scimmietta. Non gli hai fatto niente, va tutto bene" gli scompiglia i capelli.

"Pelchè piange?".

"Perchè questa tutina è la sua preferita" gli spiega dolcemente Amelia, poi dà un bacino sulla testa al figlio. "È tutto ok, Cory. Quando la laviamo tornerà come prima".

Ma lui continua a piangere.

Sam si scambia uno sguardo con la mamma che annuisce e gli si avvicina.

"Coly" lo chiama.

Lui scuote la testa.

"Coly" riprova.

Lui sbircia di lato quando si sente picchiettare la testa. "No bua?".

Il più grande ci pensa qualche secondo, poi scuote la testa, ma continua a singhiozzare.

"Probabilmente è stanco, proverò a metterlo a letto".

"È una buona idea" concorda Brianna.
"Sam, di ciao al tuo amico".

"Non voglio andale via" ribatte lui.

"Anche tu sei stanco e dobbiamo fare il bagnetto prima che arrivi papà".

"No".

"Fai il bravo, dai". Fa per prenderlo in braccio, ma il piccolo sguscia fuori dalla sua presa.

"No, io con Coly!" Protesta.

"Non puoi restare qui, Sam. Cory è stanco e vuole andare a dormire".

"Io con Coly!" Ripete testardo e finalmente riesce a prenderlo, ma ovviamente questo non lo ferma dal dimenarsi con un'anguilla.

Il suo pianto nervoso blocca quello del più grande che sbuca tra le braccia della madre per guardare il suo amico.

"Ed ecco che riprende" alza gli occhi al cielo Brianna recuperando la borsa, con la tranquillità di chi è abituata a scene del genere.

"Vuoi una mano?" Domanda Amelia.

"Tranquilla, tempo cinque minuti e sarà così esausto da addormentarsi" rivela cercando di sovrastare gli strilli del figlio.

"Ti apro la porta".

"Grazie".

Una volta sull'uscio di casa, le donne si salutano e Brianna si abbassa per baciare la testa di Cory, ora in silenzio tra le braccia della mamma.

"Sam, perchè non saluti Cory?" Prova a catturare la sua attenzione invano.
Sospira. "Niente, meglio che andiamo. Ci sentiamo più tardi".

"State attenti".

"... Sam".

Le due donne si immobilizzano ed anche il corvino smette di piangere.

Amelia guarda con stupore il figlio. "Che hai detto, tesoro?".

Lui la fissa per qualche secondo. "Sam".

Brianna si porta una mano alla bocca e le lacrime sulle guance del corvino luccicano mentre lui si apre in uno splendido sorriso.
"Ciao ciao Coly" saluta sventolando la manina.

"Ciao ciao Sam".


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Eccoci qui con il primo capitolo, che ne pensate?
Aspetto i vostri commenti (*-*)

Un grazie a chi lascerà una stellina ☆

Jade 🌼

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