Antologia: opposti innamorati

By AnthophoraMannara

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Gli opposti questa volta si innamorano, in questo contest, nel giro di quattro settimane. 9 storie d'amore ch... More

PRESENTAZIONE
YASMIN E MARCO, OPPOSTI INNAMORATI
1- é glave?
2- "E pijate 'na coda alla vaccinara"
3- "Non sarò mai una principessa"
OPPOSTI INNAMORATI
1 Solo tre parole
2 Effetto loft
3 Ho fatto una grande cazzata!
RINASCITA
1- I DUE PROTAGONISTI
1- FORZARE IL DESTINO
3- ANGST ... O SEGHE MENTALI?
CUPIDO IMBRANATO
1- Vicini senza saperlo
2- Quando si dice... Il "destino"
3- "Brivido"
JEN E POE - OPPOSTI INNAMORATI
1- Capelli Color del Grano e Chicchi di Caffè
2- Il Linguaggio dell'Amore
3- Comandi, generale Dameron
DAMMI UNA RAGIONE PER RESTARE
1Mirko e Cloe
2- San Valentino
3- Tormenti
IL GUANTO DI SFIDA
1- Siamo chi siamo
2- Incontri & Scontri
3- Ieri, oggi, domani
LO SPECCHIO E IL MARE
Galeotta fu la barca
One night in Paris
Fobie, follie e leggerezze
LE COSE CHE NON ABBIAMO IN COMUNE
1- L'albero di corniolo e la gazzella
3- I canarini della Duchessa
ex presentazione contest
Le coppie
Tracce e consegne
Antologia e nuovi progetti
CONSEGNE e partecipanti.
EXTRA: Le coppie bis

2- San Valentino di sangue

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By AnthophoraMannara

Quattordici febbraio, giornata da dimenticare, pensò Zola. A lavoro aveva avuto una cliente impossibile da soddisfare.
Durante la pausa pranzo, Giordano si era presentato con un mazzo di rose, che aveva cestinato, dopo essersi a stento trattenuta dal lanciarglielo dietro. Perché non se ne tornava dall'ex fidanzata, quella con cui l'aveva condiviso, all'insaputa di entrambe?
Ciliegina sulla torta, quando era andata a lezione di Krav Maga, aveva scoperto che l'istruttore aveva dato forfait per volare a Parigi con la moglie.

Tornata a casa, con un diavolo per capello ( ed i suoi capelli di diavoli ne avevano più d'uno, tanto che li aveva lasciati liberi di ondeggiare come rovi impazziti! ), era stata accolta da un Matisse visibilmente contrariato, impegnato a grattare sui vetri della portafinestra, in corrispondenza della gattaiola, che evidentemente si era bloccata. Dopo un paio di tentativi fallimentari, decise di provare a sbloccarla dal di fuori.

Uscita sul terrazzo, venne investita da un rumore di vetri rotti e grida provenienti dalla strada. Si sporse dal cornicione della balaustra. Era buio, ma la luce del lampione di fronte le diede la possibilità di scorgere due figure, che discutevano, chine su di una terza sdraiata per terra.

Il primo impulso fu di chiamare il 118, ma poi riconobbe una delle persone in piedi. Era Diego, il figlio della coppia a cui era stata affidata, dopo che i suoi genitori erano morti. Senza perdere altro tempo si precipitò fuori di casa. 

" Diego, cosa diavolo sta succedendo qui? "
I due ragazzi si girarono verso di lei.
" E chi è questa? ", disse il ragazzo sconosciuto, guardandola in cagnesco.

" Lascia stare, la conosco! ", rispose Diego all'amico; poi rivolgendosi a Zola, le raccontò che avevano trovato un tizio girovagare per il quartiere. Si volevano solo un po' divertite con quel damerino, ma la discussione era degenerata e alla fine Santo, il suo amico, gli aveva spaccato una bottiglia in testa. Avevano temuto di averlo fatto secco, ma si erano accorti che respirava ancora ed ora non sapevano che fare perché non rinveniva.

" Se chiamiamo l'ambulanza sicuramente finiremo nei guai, però ci dispiace lasciarlo così... "

Che imbecilli! Purtroppo non aveva tempo per fargli la ramanzina. " Sparite. Me ne occupo io... Con te, Diego, faremo i conti in un altro momento. "

I due visibilmente sollevati si defilarono, inghiottiti dalle ombre della sera.

Zola si chinò sull'uomo. Aveva una ferita superficiale sulla tempia. Si assicurò che respirasse, poi lo guardò meglio e lo riconobbe. Era l'idiota pomposo della galleria, quello che aveva disprezzato il suo quadro. Gli sfiorò il viso, disgustata da quella pelle avvelenata dalla superbia. Pensò anche che non avrebbe dovuto essere così sottile e candida, dato che doveva espiare secoli di soprusi. Non doveva sembrarle tanto preziosa, come un dono troppo atteso, ma doveva essere solo un involucro, perché lei quel viso voleva scartavetrarlo, presa da una rabbia antica. Ma si ritrovò a carezzarlo. In punta di dita gli sfiorò la mascella, e poi risalì il viso fino ad accoglierlo nella mano, agghindandosi di quei capelli che sembravano d'oro. " Sveglia, bell'addormentato... ", mormorò.

L'istinto indusse Leopoldo ad agitarsi prima ancora di metterla a fuoco. Spalancò gli occhi, per immobilizzarsi sotto i fuochi ardenti del suo sguardo. Rimase pietrificato. E non era colpa della botta in testa che aveva rimediato. Dovevano sentirsi proprio così i temerari, che si avventuravano nelle Terre della Notte ad affrontare Medusa, un attimo prima di diventare di pietra. Quel groviglio di serpi, che erano i suoi capelli, sembravano addirittura sibilare al suo indirizzo. Cercò di guardare altrove, ma si incantò sulle labbra. La bocca di una Sirena. Di male in peggio!

Lei stava cercando di dirgli qualcosa. Si concentrò guardando un punto oltre la sua figura.

" Stai bene? Hai un telefono così chiamiamo un'ambulanza? "

Lui scosse la testa.

" Ok. Stai fermo lì! Vado un attimo in casa e prendo il mio. "

La mano scattò sul polso di lei, prima che potesse alzarsi dalla posizione accovacciata in cui si trovava.

" No. " Non voleva andare in nessun ospedale e poi sicuramente era impresentabile dopo essere caduto, come un sacco di patate, su quella lurida strada.

Lei lo guardò esasperata. " Sei stato colpito alla testa, bisogna che ti faccia visitare. "

Ancora una volta lui scosse la testa. " Allora ti chiamo un taxi oppure ricordi qualche numero che possa chiamare per farti venire a prendere? "

L'irritazione cominciò a montare dentro di lui. Non voleva tornare a casa dopo quello che aveva scoperto. " No, lasciami qui. Ti ringrazio dell'interessamento. "

Zola si sentiva sull'orlo di una crisi di nervi. Per quanto borioso e detestabile, non poteva lasciarlo lì. Cercò di calmarsi e allo stesso tempo di non maledirsi troppo per quello che stava per fare. " Intanto che decidi cosa fare, sali su da me. Abito lassù... ", disse indicandogli il modesto palazzo di fronte a loro, " non posso lasciarti qui. "

Aveva ragione lei, non poteva rimanere lì, impalato, in quella sudicia via, con il pericolo che i due loschi figuri che lo avevano aggredito tornassero indietro a sistemarlo definitivamente. " Va bene. "

Si alzò a fatica, aiutato dalla ragazza. La sensazione del corpo di lei premuto sul suo era confortante e per un istante gli fece dimenticare l'incresciosa situazione in cui si era venuto a trovare.
Entrarono in quel misero palazzo, che fortunatamente aveva l'ascensore. Fu lui a trascinarla dentro. Era oltremodo infastidito dall'olezzo di cucina proveniente dal primo piano. Un odore speziato, troppo forte per il suo olfatto raffinato. Lui detestava la cucina etnica, mangiava esclusivamente piatti italiani o francesi.

L' appartamento era all'ultimo piano. Zola aprì la porta e Leopoldo si trovò davanti la più terrificante delle creature esistenti sul pianeta, un gatto grigio. Cominciò a sudare freddo e ad irrigidirsi. Lei se ne accorse. " Vieni, sdraiati sul divano. Dovevo chiamare l'ambulanza! "

Lui non si mosse; riuscì a balbettare. " Soffro di... aiu... bia. "

Zola capì. Maledizione, pure ailurofobico! Si posizionò di fronte a lui e gli mise le mani sul viso. " Guardami. Respira. Ora me ne occupo io. " Sperando che non collassasse sul pavimento nel frattempo, afferrò Matisse e lo rinchiuse nel terrazzo. Lui era ancora dove lo aveva lasciato. Lo prese per mano e lo accompagnò sul divano. La seguì come un automa.

" Va meglio? Ho chiuso Matisse fuori. "

Lui la guardò in modo strano. Ma perché si sentiva così attratto da lei? Pietrificato, se solo la guardava in quegli occhi caldissimi. Non era mai stato un uomo dalle facili passioni e non perdeva la testa e la compostezza per nessuna donna! Non era come il trisavolo Ubaldo, che correva indistintamente dietro ogni gonnella. Per non parlare del prozio, Il Cardinale, che aveva avuto come amante la figlia del fornaio. No, lui non era quel tipo d'uomo! Era vanitoso, certo, ma fedele. Anche se le occasioni non gli erano mai mancate, non era mai stato infedele ad Adela negli anni di fidanzamento. Ora però non si considerava più fidanzato, dopo la conversazione che aveva origliato. Non che lui fosse solito origliare! Era quello il motivo perché invece di trascorrere il San Valentino con Adela si era ritrovato a girovagare per le strade di quel quartiere ed era incappato in lei.

Lei. Questa strana ragazza, che doveva avere almeno dieci anni meno di lui, con il corpo pitturato e la dignità di una principessa barbara dipinta sul volto. Ne era terribilmente attratto.

Per distrarsi, guardò in giro e si accorse che la casa era tutta in una stanza, grande come il suo bagno personale. Lei si accorse dello sguardo critico che stava riservando all'appartamento. " Non dovresti essere da qualche parte con tua moglie, o quello che è? "

La guardò in modo ostile. " No e non voglio parlarne. "

" Avete litigato il giorno di San Valentino! "

Piccola saputella! " No, ma non è più la mia fidanzata. E vorrei ricordarti che è maleducato insistere su un argomento di cui il tuo interlocutore non vuole assolutamente parlare. ", concluse. Un pensiero molesto si fece strada dentro di lui. Combattuto tra la voglia di chiedere e sapere e quella di farsi educatamente i fatti suoi, porse la domanda. " E tu, non lo festeggi con nessuno San Valentino?"

" No."

Una strana sensazione di sollievo lo invase.

Zola dal canto suo era incuriosita e infastidita da quell'uomo. Bello era bello, ma trasudava superbia da ogni poro. In quel momento il citofono suonò; si ricordò che aveva ordinato la cena. Guardò l'uomo seduto sul divano e prese la decisione di cui si sarebbe sicuramente pentita poi. " La mia cena! Pensò di avere esagerato con le porzioni... La dividi con me? "

Cosa stava succedendo? Quella ragazza era inappropriata sotto più punti di vista. I suoi antenati, eccetto forse il trisavolo Ubaldo e Il Cardinale, si sarebbero rivoltati nelle tombe. Il suo lignaggio, il suo sangue... ma andasse a farsi fottere pure il sangue, non gli importava in quel momento. Il suo unico desiderio era trascorrere del tempo con questa Medusa d'ebano, che aveva il potere di pietrificarlo con uno sguardo. Fece di sì con la testa.

" Spero ti piaccia la cucina indiana, io vado pazza per il chole bhature. "

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