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By -mollettaa-

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Elenco di personaggi che invento per roleplay. More

OC per CURSED GIFT
OC per CURSED GIFT 2
OC per WHY ARE YOU HERE
OC per SONS OF OLYMPUS
OC per FEARFUL WHISPERS
OC per ONE INTO TWO
OC per MARAUDERS'ERA/BEAUXBATONS
MINISCHEDE per MARAUDERS ERA/BEAUXBATONS
ALBERO GENEALOGICO
OC per BAD BLOOD; roleplay fate the Winx saga
OC per DIRTY LITTLE ANIMALS

OC per DO YOU REMEMBER THE GOOD OLD TIMES

361 11 243
By -mollettaa-

role by -_-moon_light-_-
hogwarts, autumn '77

𝑴𝒂𝒓𝒈𝒂𝒓𝒆𝒕 𝑫𝒐𝒓𝒐𝒕𝒉𝒆𝒂 𝑹𝒐𝒐𝒌𝒘𝒐𝒐𝒅

NOME:
Margaret Dorothea.

La ragazza vanta due nomi particolari, dai toni antichi ed eleganti.

Il primo nome è il nome di sua nonna materna: le è stato dato perché, secondo la tradizione dei Rookwood, ai figli vengono dati i nomi dei nonni (quelli del lato paterno per il/la primogenito/a e quelli del lato materno per il/la secondogenito/a; in caso ci fossero altri fratelli o sorelle, vengono assegnati i nomi scartati alla nascita dei primi due).
La stessa cosa è avvenuta per il fratello della giovane, che si chiama John Augustus, dopo il nonno paterno.

Il secondo nome è quello scelto dai genitori per la propria bambina, ed è quello che la giovane usa quotidianamente, sempre secondo la tradizione; il primo nome indica un'appartenenza familiare, mentre il secondo indica l'identità personale.

Margaret viene dal greco, e significa "perla"; ha origine dal persiano "margaritas". Con la diffusione della parola, il nome è diventato dapprima Margarita in latino e poi Marguerite in francese. Diffuso soprattutto negli ambienti aristocratici del nord Europa, presenta numerose varianti e altrettanti soprannomi, sebbene la ragazza non ne faccia uso. Tuttavia, in casa viene chiamata, dai familiari più stretti, Maisie.

Dorothea viene anch'esso dal greco e significa "Dono di Dio".
Caduto in disuso pochi decenni prima della sua nascita, i genitori hanno deciso di usarlo per il suono dolce e per l'atmosfera antica, di un passato lontano - d'altronde, cosa aspettarsi da una coppia che ha già chiamato un figlio Augustus?

Il nome non ha numerose varianti o soprannomi; quelli della giovane sono: Thea, Tea (gioco di parole, significa "tè"), Dorrie e Door (gioco di parole, significa "porta").
A volte viene chiamata, scherzosamente, Dorothy.

COGNOME:
Rookwood.

Di origine anglosassone, è un cognome particolarmente antico e diffuso sul territorio inglese, in quanto toponimico: sebbene non vi sia un significato ben definito, si presume indicasse qualcuno che ha vissuto nei pressi di una zona rocciosa.

Dorothea ha preso il cognome da suo padre, la cui famiglia purosangue, sebbene non sia iscritta nell'albo delle 28 famiglie inglesi e dunque non esista da millenni o simili, ha origini lontane nel tempo.

Attualmente insediati nelle campagne intorno alla città di Bristol, probabilmente non sono originari della zona; il nonno paterno infatti si è trasferito in Francia, prima di tornare in Inghilterra con la moglie.
La coppia ha soggiornato nella regione della Bretagna, prima di trasferirsi a Cardiff per permettere ai figli di frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Non conosce bene la storia della sua famiglia, ma a grandi linee sa di appartenere ad una famiglia importante, per quanto non centrale nello sviluppo della società magica.
Di origini nobiliari, il nonno paterno è un conte, e la moglie era un'aristocratica; dunque, sebbene questi titoli non abbiano più importanza al giorno d'oggi, nelle sue vene scorre un sangue dalle tonalità azzurre, che hanno avuto un peso non indifferente sulla sua infanzia e sulla sua educazione.

Per quanto ami il proprio padre e i propri nonni, la giovane si sente più vicina alla famiglia della madre, più umile, semplice, rispetto alla rigidità e alle aspettative del lato paterno.
Nonostante ciò, è orgogliosa di portarne il cognome, e vuole dimostrare di esserne all'altezza - e, al contempo, di portare dei cambiamenti.

La famiglia Rookwood è composta dai seguenti membri.
• Dorothea Rookwood;
• suo fratello, Augustus;
• i nonni paterni, Adelaide e John Rookwood;
• i nonni materni, Margaret e Matthew Fawley;
• il padre, Vincent, e lo zio, Eugene Rookwood;
• la madre, Emma, e lo zio, Robert Fawley;
• e infine la zia, Victoria e la cugina, Adelaide Este Rookwood.

STATO DI SANGUE E OPINIONI/SCHIERAMENTO:
Purosangue.

Entrambi i genitori sono Purosangue, ma mentre la discendenza del padre è pura dall'inizio dei secoli, la discendenza magica di sua madre è più recente, e qualche lontano parente era effettivamente un Babbano.

Il lato paterno della famiglia non si è mai immischiato in queste faccende, a dir loro complicazioni di un sistema che è già perfetto così come si è sviluppato: se le due razze coesistono sullo stesso pianeta pacificamente da millenni, perché dover rovinare tutto con quei discorsi di matrimoni e figli misti? Perché doverli portare a conoscenza della magia? Tanto non saprebbero usarla, nemmeno se la vedessero quotidianamente.
E poi ci sono tutte le probabilità di una plausibile guerra o di un movimento anti-Maghi da calcolare, con tanto di persecuzioni e roghi, come successe secoli fa. No, meglio lasciar perdere.

Il lato materno è neutrale; se lo chiedeste a nonna Adelaide, vi risponderebbe che lo è pure lei, ma credo abbiate capito che la loro neutralità è aggressiva passiva.

Invece, la famiglia di mamma Emma è molto più moderna da questo punto di vista: hanno vissuto a contatto con molti Babbani, e per quanto anche loro siano dei Maghi, non hanno mai rifiutato piaceri come ristoranti, bar, passeggiate ed altro. Purtroppo, così come sono neutrali, sono indifferenti a riguardo: si vuole rivelare la presenza della magia? Ok. Potrebbe scoppiare una guerra? Ci penserà la diplomazia. Potrebbero perseguitarli? Perché dovrebbero, visto che fino al giorno prima si scambiavano il sale e chiacchieravano mentre stendevano il bucato? Non gli hanno mai fatto nulla di male, perché dovrebbero cominciare?

La ragazza è cresciuta con degli ideali tutto sommato corretti, ma spiegati nel modo sbagliato. Se n'è accorta in tempo.

La Rookwood crede fermamente che non ci siano differenze di sangue, e che i discorsi della purezza possono essere limitati alle scommesse per le corse dei cavalli.
Crede che i Maghi e i Babbani siano uguali, e che ognuno di loro ha le sue specialità e le sue caratteristiche; i babbani potrebbero non saper usare la magia, ma i maghi, soprattutto delle classi più elevate, non sanno fare le cose più elementari, come alzarsi dalla sedia e prendersi un libro senza usare un bastoncino di legno.
Ognuna delle due "razze", se proprio così devono essere chiamate, pecca in qualcosa, ma rimedia in altro.

Sa che il Ministro Babbano è a conoscenza del loro mondo, e sa che se ancora non è stato rivelato niente alla popolazione non magica non è per egoismo o cattiveria, ma per proteggere entrambi i mondi.
Sa bene infatti che i Maghi - almeno, gran parte di essi - non si tirerebbe indietro dinnanzi alla possibilità di dimostrare la propria "superiorità", e che un uomo spaventato, magico o non, è sempre pronto a difendere, a tutti i costi e con tutti i mezzi possibili, sé stesso e i propri interessi.

Un giorno, forse, quest'incontro sarà possibile, e magari lei stessa sarà parte di quel cambiamento, oppure lo osserverà da lontano; al momento, tutto quello che può fare è conoscere il loro mondo, le loro abitudini e la loro storia. E ovviamente, prendere parte in maniera attiva, sostenere le sue idee, quando sarà il momento di farlo.

CASA:
Corvonero.

Non è stato difficile per la bambina di undici anni capire perché fosse finita in quella Casa, ma lo è stato molto per la ragazzina che cresceva sentendo tutto cambiare tranne lei.

Smistata quasi senza incertezze in quella che fu anche la Casa del padre, c'era da aspettarselo: era una ragazzina studiosa, obbediente, curiosa e bramante di conoscenza.
La cosa che odiò di più il primo anno era l'eccesso del colore blu ovunque e la quantità di scalini per raggiungere, dal suo dormitorio, qualsiasi luogo e qualsiasi aula del castello.

Eppure, una mente sensibile come la sua iniziò a sentirsi intrappolata in quel finito cielo notturno che la perseguitava in ogni posto che avrebbe dovuto diventare accogliente e familiare.
Tutta quella intelligenza, quella prontezza, quella volontà di confrontarsi, di discutere, di trattare qualsiasi argomento, di socializzare, al contempo l'attirava e la spaventava. Era troppo... troppo, per lei e per quel momento della sua vita.

Spesso si chiedeva se il Cappello non si fosse sbagliato, e se non fosse dovuta finire in Grifondoro, la Casa della madre, oppure in Tassorosso, la tradizione della sua famiglia, che tuttavia non l'ha mai ripudiata per aver interrotto l'usanza, e l'ha supportata silenziosamente ogni giorno, alla ricerca della sua identità.

Per fortuna, quest'inquietudine durò solo i primi due anni: con l'inizio del triennio, tutto si risolse, i suoi nodi si sciolsero e le sue preoccupazioni furono superate dalla realizzazione di essere lì per un motivo, ancora da chiarire, da scoprire e rivelare, comprendere e renderlo suo.
Per quanto, ancora oggi, dopo quasi cinque anni, non si sente del tutto adeguata agli standard preposti dalla fondatrice originale, Dorothea sente di star trovando il suo equilibrio, di star riuscendo a leggere fra le righe il messaggio lasciato alla sua Cerimonia, e ormai il blu fa parte e sarà parte di lei per sempre.

ETÀ:
15 anni.

Nata il 6 febbraio 1962, la ragazza inizierà il quinto anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

A metà fra i membri più anziani e quelli più giovani del suo anno, essere in mezzo non è per lei un problema, anzi, al contrario, lo vede come un pregio.

Non le piace il suo compleanno: odia il numero sei, e detesta il mese di febbraio, non le piaccia che sia nata di martedì (non le sa di nulla quel giorno della settimana). Troppo freddo e troppa pressione scolastica per poter celebrare come vorrebbe. Il sole tramonta troppo presto e il meteo è imprevedibile.

Le piace, invece, per quanto possa sembrare strano, il periodo storico in cui è nata e cresciuta e nel quale si sta formando la sua maturità intellettuale e il suo pensiero; è affascinata dal clima, ormai passato, del movimento hippie, ed è entusiasta del clima che si sta sviluppando per gli anni a venire.

Quindic'anni, quindic'anni, quindic'anni
Poesia di un'età che non ritorna

Nata sotto il segno dell'Acquario, la sua carta natale sembra essere un'indicazione della sua personalità rivoluzionaria e tenace: il suo ascendente in Scorpione esalta il suo marte in Aquario con la posizione più rilevante della carta.
Il segno dell'Aquario governa anche il suo sole, il suo mercurio e la sua venere, mentre la luna è in Pesci.

ASPETTO FISICO:
Maude Apatow.

La giovane ha ereditato prevalentemente i tratti paterni, sebbene ricordi sua madre bambina in maniera quasi impressionante.

Il viso ovale, un po' tondeggiante, gli zigomi alti sebbene non pronunciati, il naso sottile dalla punta pronunciata come quella del padre, il labbro superiore più sottile rispetto a quello inferiore, gli occhi grandi dell'uomo, sebbene il taglio sia quello della madre.
La carnagione è chiara, sebbene non pallida, e i capelli, così come gli occhi sono castani. Presenta delle pagliuzze più scure all'interno dell'iride, ma si notano solo in presenza di una luce forte, diretta. Da bambina aveva uno spruzzo di lentiggini, che col tempo e con l'assenza del sole, sono sparite.

Supera appena il metro e sessanta di altezza, e sebbene non lo dimostri, lo ritiene un problema - principalmente per orgoglio: alcuni ragazzi degli anni sotto sono già più alti di lei.

Ha numerosi nei distribuiti su tutto il corpo, sebbene in posti difficilmente visibili: alcuni sui piedi, due sulla gamba sinistra, principalmente distribuiti sulla schiena e un po' sul busto.

Sebbene sia spesso confinata all'uniforme scolastica, è interessata alla sua immagine e soprattutto all'espressione di sé tramite l'abbigliamento; appena può, mette via giacca e cravatta e tira fuori i suoi capi di abbigliamento preferiti: pantaloni larghi, minigonne, magliette e maglioni, camicie e giacchette, trucco e in qualche modo anche una piastra.
Recentemente si è avvicinata a quest'ultimo universo, dunque le sue abilità sono ancora alla prova, ma Dorothea si diverte e si sente bene ogni volta che prova un'acconciatura o una matita nuova.

CARATTERE:

one for the money, two for the show

Cresciuta in un ambiente nobiliare, sebbene decaduto, Dorothea ha da sempre ricevuto un'educazione familiare rigida.
Abituata all'importanza dell'apparenza sulla realtà, la sua indole introversa e riservata è stata mascherata dall'esigenza di dover dimostrare ciò che gli altri si aspettavano da lei. Non poteva tirarsi indietro, e la ragazza deve ammettere che, pur con mille dubbi e ripensamenti, non l'avrebbe mai fatto.

Decisamente permalosa, e di animo irascibile, non è difficile spingerla a fare ciò che si vuole; per la legge della contraddizione, lei non accetterà mai la sconfitta. Basta dirle che secondo qualcuno non può farcela, e lei tirerà fuori tutta la sua determinazione.

Incredibilmente ambiziosa, ha una forza di volontà ed un controllo della stessa davvero alto; impulsiva sì, ma riflessiva pure. Nessuna delle sue mosse è improvvisa, sebbene spesso agisca rapidamente: tutto è calcolato nei minimi dettagli. Il suo cervello, la sua mente non riposa mai, sempre impegnata nella partita di scacchi che è la sua vita, preoccupata di anticipare le mosse dei suoi avversari. E per quanto possa sembrare difficile, le viene invece facile: la sua intelligenza non è solo teorica o scolastica, ma intuitiva, pratica.

Osservatrice attenta, magari può sembrare che sia distratta, e invece sta appuntandosi mentalmente tutto quello che sta succedendo, nei minimi dettagli; fermarsi ad osservare le sfumature di un tramonto, i modi di fare di una persona, un quadro, ascoltare una conversazione rapita e fermarsi a trascrivere velocemente tutte le parole e le frasi che l'hanno impressa di più.
Curiosa come un gatto, è capitato più volte che si spingesse troppo oltre, ed è proprio questo il motivo per cui viene ripresa maggiormente dagli adulti e dalle autorità circostanti. Fare troppe domande, passare per rude, rimanere a fissare qualcosa o qualcuno troppo a lungo, sgattaiolare in biblioteca e in posti proibiti.

Lei vuole sapere, sapere tutto. Non vuole mai essere colta impreparata, non può essere colta impreparata. Lei deve essere all'altezza di tutto. Se sia il suo segno distintivo, o un trauma familiare, non è ancora definito.

it sounds like settling down on giving up, but it doesn't sound much like you, girl

Ha passato la maggior parte della sua vita in uno stato di stoicismo opprimente.
Non ha mai avuto il controllo di sé, né di quello che la riguardava, purché le venisse sempre chiesto se fosse d'accordo o no. Tutto scorreva intorno a lei, come acqua che straborda dalla vasca, e non poteva fare niente per fermarla o per contenerla, e proprio per questo, al giorno di oggi la sua paura più grande è perdere il controllo.

Dorothea ha bisogno di avere tutto sotto controllo, e qualsiasi imprevisto, sebbene non lo dia a vedere, la scombussola. Perché è successo? Cosa aveva dimenticato? Cosa avrebbe dovuto fare? E ora, che fare? La paura si mischia alla curiosità, l'incertezza del momento all'adrenalina dell'inaspettato.

Proprio per la paura di vedere altri prendere il possesso della sua vita, ha un forte spirito anarchico.
Sebbene educata e rispettosa, non è raro che fronteggi un'autorità, che potrebbe essere un professore come sua nonna, affinché possa assicurarsi di controllare e decidere per sé stessa.

Indipendente, per quanto giovane e per quanto possa sembrare, non teme di restare sola, economicamente parlando; è invece terrorizzata all'idea di essere sola fisicamente. Per quanto lo voglia negare, è una giovane incredibilmente timorosa, sempre sotto una pressione che forse è vera e forse è immaginaria, e per quanto le dia fastidio pensarlo, ha bisogno di qualcuno che le dica che sta andando bene, che ce la sta mettendo tutta e che se qualcosa va male, è umano errare. Il fatto è che Dorothea sa tutto ciò, ma non riesce ad accettarlo.

I'd live and die for the moments we stole

Sebbene possa passare per una ragazza nobile ed arrogante, è in realtà una giovane ragazza comune, dolcissima e amichevole. Come tutti i suoi coetanei, è nell'età di transito fra l'infanzia e l'età adulta, e il suo obiettivo è vivere l'adolescenza al pieno delle sue capacità. È pur sempre in un collegio, certo, ma è lontana da casa, ed è abbastanza brava da cavarsela anche nelle situazioni più favorevoli ed impreviste.

Studentessa elogiata dai professori, i suoi buoni voti e il suo comportamento modello celano un atteggiamento molto più selvaggio di quello che si vuole credere. Se è vero che le brave ragazze sono le cattive ragazze che non sono state scoperte, allora Dorothea è decisamente una cattiva ragazza.

Il suo spirito di socializzazione e il suo spontaneo animo di leadership, nonostante la timidezza, la porta a conoscere e a relazionarsi con numerose persone, e la sua empatia la portano ad essere accettata e coinvolta in più situazioni. Partecipa al maggior numero di eventi, legali e non, organizzati dagli studenti, che vanno da una partita a scacchi ai festini post-partita di Quidditch all'organizzare gli schemi e i bigliettini per i compiti.

Il suo muoversi e relazionarsi è camaleontico, e se da un lato ciò la porta ad avere tante conoscenze e tante amicizie, dall'altro la porta ad allontanarsi e perdersi nella folla.
Grazie alla sua curiosità e al suo spirito di osservazione, riesce a leggere fra le righe e intuire dettagli, che la portano a trovare le parole e gli atteggiamenti giusti per relazionarsi e comportarsi con determinate persone.
Eppure, questa capacità di comprensione è limitata al mondo esterno; forse non ci ha mai provato abbastanza, ma Dorothea non riesce a proiettare tutto quell'amore e quell'attenzione nei suoi confronti.

what a shame she's fucked in the head

Empatica a livelli forse eccessivi, ha come un talento nel capire gli altri, nel conoscerli ed entrarci in confidenza, al punto di arrivare a percepire e prevedere le loro emozioni, i loro sentimenti, le loro reazioni, e talvolta al punto di assimilarle, involontariamente, e farle proprie.

Il suo animo è materno, gentile e benevolo, e per quanto provi a creare dei limiti, è più forte di lei aprirsi con gli altri. Si dice che si deve amare sé stessi prima di riuscire ad amare il prossimo, e che solo quando si riesce nella prima fase si può cominciare la seconda; per la ragazza è invece il contrario: ha bisogno di amare, per riuscire ad amarsi. E ciò vuol dire che per quanto possa essere paziente, disponibile e comprensiva con gli altri, è altrettanto crudele, intransigente e dura con sé stessa.

Introversa, per quanto socievole, spesso si sente sopraffatta da quello che la circonda, soffocata, e non è raro che si veda girovagare da sola, proprio per ricaricare le proprie energie, per prendersi un momento di solitudine, per scoprirsi e provare ad amarsi, a prendersi cura di sé come farebbe con gli altri.

Spesso, in quei momenti, Dorothea si ritrova a sognare ad occhi aperti. Il sogno e tutto ciò che è connesso all'inconscio e al mondo dell'irrazionale sono argomenti che l'affascinano e la spaventano.
Credere che tutto abbia un motivo, una spiegazione, eppure lasciarsi andare, senza pensieri; per lei è come se fossero una droga, qualcosa che dura poco, ma che riesce a farla sentire libera.

Sognatrice quindi, e pure un poco ingenua, si può dire che talvolta ha un atteggiamento ancora infantile, quello di scappare dalla realtà, consci di non saperla affrontare, e rifugiarsi nella sua immaginazione, nella fantasia, in un mondo fatto di castelli di sabbia, di falsità e di scenari fittizi.
Tutto ciò è e la porta ad un atteggiamento auto-distruttivo, sebbene nascosto ed invisibile agli altri, ma sempre più deteriorante. Dorothea sa che deve sconfiggerlo, e ci prova, ma a volte non può fare a meno di chiudere gli occhi e galleggiare fra le nuvole.

well, whatever, never mind

BACKGROUND:
// in costruzione, l'unica cosa fondamentale da sapere è che è la sorella minore di (John) Augustus Rookwood.

CURIOSITÀ:
• quidditch

gioca a Quidditch nella squadra della sua Casa.
Coinvolta sin da piccola nello sport, vista la passione del padre, aveva chiesto il suo parere prima di iscriversi ai provini. Gioca come cacciatrice da due anni, e sebbene non vanti il titolo di miglior giocatrice della scuola, è comunque molto brava. Un punto a suo favore è che ha sempre desiderato volare, e quindi stare sulla scopa per lei è come sentirsi a casa; ovviamente non è sprovveduta, e ogni sua mossa è calcolata, ma le piace librarsi sul vuoto, sentire il vento addosso, sentirsi libera.
Tifa per la squadra "locale", i Caerphilly Catapults, e per le Holyhead Harpies. Indossa il numero 8.

• animale da compagnia

nel suo percorso scolastico ha deciso di portare il compagno dell'infanzia: un gattino dal pelo chiaro, sui toni dell'arancione e del bianco, un randagio che arrivò a casa sua quando aveva sette anni. Lo chiamò Cloudi, perché all'epoca le piacevano le nuvole, ma scritto - più o meno - alla francese, sotto consiglio del padre ("così sarà un nome vero!").
Sa che è un maschietto per motivi alquanto ovvi, ma non sa di preciso quanti anni abbia: quando iniziò a giocare con lui in giardino potrebbe aver avuto un anno come due.

Cloudi e Dorrie crescono insieme da otto anni, o meglio: Cloudi osserva la sua padroncina diventare una giovane piena di vita dal suo cuscino sul letto, che è sempre lo stesso.

• molliccio

// ci sto pensando

• patronus

Essere una studentessa brillante non vuol dire essere bravi anche nelle esercitazioni pratiche.
Dorothea, pur avendo ottimi voti, ha una mentalità ancora troppo ingabbiata per permettersi di succedere in ambiti più pratici della magia; che sia una costrizione mentale forzata o inconscia, non è dato saperlo.
È invece comprensibile la sua frustrazione silenziosa nel non riuscire sempre a dare il meglio di sé.

L'incantesimo di evocazione del proprio patronus è argomento, anche se accennato, del quarto anno, e sebbene sia in grado di chiamarlo a sé, non è ancora riuscita a dargli una consistenza solida, materiale.
Al momento, il suo è un pipistrello. Non particolarmente odiato, ma nemmeno adorato dagli esseri umani, che spesso ne sono spaventati, è in realtà un patrono da non sottovalutare. Simboleggia la rinascita, e coloro che riescono ad evocare un patronus simile sono persone sensibili, empatiche, e soprattutto auto-critiche: capiscono che solo affrontandosi e concentrandosi riescono a crescere.

In futuro, il suo patronus si rivelerà essere invece uno Stallone Dun, una particolare razza di cavallo. Animali più seri, posati rispetto alla controparte femminile, simboleggiano la stabilità, l'ordine. Nonostante il loro spirito selvaggio e libero, sono animali pratici ed equilibrati.
Il loro approccio e la loro difesa non è passionale come quello delle loro compagne, bensì calcolato e riflessivo.

Serve un ricordo felice per evocare un patronus, e chissà, magari è solo quello che le manca. Non che non ne abbia, anzi, ne ha così tanti che probabilmente la metà se li è dimenticata, o forse non riesce a reputarli così felici.

• bacchetta

la sua bacchetta, in legno di quercia inglese, ha un cuore di drago; ragionevolmente flessibile, misura 12 pollici e mezzo (circa 32 centimetri).

La ragazza è solita portarla nella tasca interna del mantello, oppure infilarla nella cinta della gonna; fuori scuola continua la tradizione della cinta nascosta dal maglione. Talvolta se gli indumenti sono lunghi e le scarpe abbastanza larghe, la mette dentro uno dei calzini ("perché dovrebbe rompersi? è ragionevolmente flessibile!").

• carriera scolastica

all'inizio del suo terzo anno la ragazza decise di iscriversi ad Aritmanzia, Divinazione, Rune Antiche e, con sommo disappunto da parte della sé stessa del futuro, Cura delle Creature Magiche. Purtroppo, manca di coraggio tanto quanto di pollice verde; mentre alcune delle creature presentate dall'insegnante erano affascinanti, interessanti, altre erano disgustose, paurose.
Dorothea è pure un tipo impressionabile, per quanto sensibile, e occuparsi di ferite e soggetti più particolari non era esattamente nelle sue aspettative.
Dopo il primo anno, si fece coraggio: magari doveva solo prenderci l'abitudine. All'alba del suo quinto anno, prega che finisca il prima possibile. L'unica cosa che l'ha spinta ad impegnarsi e non arrendersi completamente è stato il rendimento scolastico: ha mantenuto una media pietosa ma buona per gli scorsi due anni, non può precipitare proprio ora.

Rune Antiche, più o meno stessa cosa: molto affascinante all'inizio, molto noioso alla fine. Molto interessanti le prime lezioni, incredibilmente nervosi gli esami e troppo pesanti i libri e i dizionari. Accetta la proposta, ma rifiuta l'offerta di continuarla il prossimo anno. Altissime probabilità di auto-distruzione della media solo per poter bruciare tutto e bere fino a dimenticarsi anche l'insegnante.

Il contrario invece per Aritmanzia e Divinazione, sebbene possa sembrare strano che una mente così pratica e logica eccella in materie così approssimative e infondate. Sarà che sono state come una boccata d'aria nel suo cervello, una brezza fresca che le ha scombussolato tutto il suo modo di pensare e di osservare, addirittura il modo di percepire e di reagire.
I suoi genitori non hanno approvato granché la scelta di studiare Divinazione, ma la figlia è determinata a portare avanti questa nuova passione e a studiarla negli anni a venire.
Allo stesso modo, continuerà a studiare Astronomia, materia che riteneva più facile, ma nonostante la complessità, l'interesse persiste.

Un'altra materia in cui eccelle è Storia della Magia: non può negare che sia effettivamente noioso il metodo di studio, ma le è sempre piaciuta come materia, anche se pensa di smetterla dopo i GUFO. Altre materie alle quali non è particolarmente interessata, sono Incantesimi, Trasfigurazione e Difesa contro le Arti Oscure. Infine, Pozioni: non è portata come altri, ma l'affascina l'alchimia e simili quindi più qualcosa può risultarle difficile, più impegno ci metterà.

Considerando l'indecisione sul suo futuro, ma anche le materie per cui è maggiormente portata, Dorothea punta a passare e continuare gli studi delle materie di Incantesimi, Trasfigurazione, Difesa, Astronomia, Aritmanzia e Divinazione; se avesse scelto Babbanologia al terzo anno, probabilmente porterebbe avanti anche quella.

Nonostante si avvicini il momento in cui dovrà compiere la scelta che guiderà il suo futuro, e non sa veramente cosa fare. Sa che la sua famiglia appoggerà ogni sua scelta, ma sa anche che si aspettano qualcosa di normale, e lei non è affatto interessata a un lavoro normale.
Crescendo e venendo sempre di più a conoscenza del mondo babbano, si è interessata sempre di più al cinema e alla fotografia; sin da piccola è affascinata al mondo del teatro. Le piacerebbe prendere parte a questo mondo artistico, principalmente al livello organizzativo e tecnico.

Le piace anche l'astronomia, nella parte più fisica e nella parte più "spirituale"; le piacciono Divinazione ed Aritmanzia, ma non crede di farne mai un lavoro.
Ultimamente è interessata anche a dei lavori più particolari all'interno del Ministero della Magia; al momento, il dipartimento a cui è maggiormente interessata è l'Ufficio Applicazione delle Leggi Magiche.

Durante l'estate ha ricevuto la nomina di prefetto per la sua Casa. Non era del tutto inaspettata come proposta da parte dei professori: ha sempre avuto dei bei voti e un carattere agevole a compiere quel ruolo.
Teme di non riuscire a dare il massimo, e a rovinare le aspettative dei professori, ma si è messa l'anima in pace: ha solo quindici anni, farà quel che può. Sarà troppo severa? Sarà troppo poco severa? Vedrà (e soprattutto spera di poter confidare nel futuro collega).

• abbigliamento


• cresciuta nelle campagne di Bristol, parla con l'accento della regione inglese sud-ovest, detto anche dialetto sud-gallese. Oltre all'inglese, sa parlare il francese, il tedesco e, vista l'impronta germanica, conosce anche qualche parola in danese e olandese. Vorrebbe approfondire l'apprendimento di queste due variazioni linguistiche, e pensa di interessarsi in futuro anche alle lingue più nordiche, come svedese o norvegese.

• i suoi gusti musicali sono nati e accresciuti fra le pareti scolastiche; visto lo stampo nobiliare della famiglia, era difficile ascoltare, soprattutto a casa dei nonni, musica che non fosse classica.

Cresciuta con i dischi dei genitori e dei nonni, apprezza le melodie e le canzoni, che le ricordano l'infanzia e sanno di casa, ma al contempo è una fan dei Led Zeppelin e dei Pink Floyd, dei Beatles e dei Fleetwood Mac, dei Rolling Stones e dei Queen, degli Eagles e degli Abba, di David Bowie ed Elton John.
Il suo sogno, o almeno, uno dei tanti, è quello di aver vissuto Woodstock nel '69, negli Stati Uniti.

• la sua bacchetta, in legno di quercia inglese, ha un cuore di drago; ragionevolmente flessibile, misura 12 pollici e mezzo (circa 32 centimetri).

La ragazza è solita portarla nella tasca interna del mantello, oppure infilarla nella cinta della gonna; fuori scuola continua la tradizione della cinta nascosta dal maglione. Talvolta se gli indumenti sono lunghi e le scarpe abbastanza larghe, la mette dentro uno dei calzini ("perché dovrebbe rompersi? è ragionevolmente flessibile!").

• playlist


RELAZIONI:

// in corso

ORIENTAMENTO SESSUALE:
it's not like I'm falling in love I just want you to do me no good

Non ha ancora "trovato" un orientamento sessuale di cui si sente parte, e per il momento non si è data alcuna etichetta; qualsiasi domanda le venisse posta sull'argomento, alzerebbe le spalle. Non ha un tipo particolare, né una tipa particolare.
A dirla tutta, non sente nessuna attrazione sessuale nei confronti di nessuna persona in particolare, ma non riuscirebbe a spiegarlo meglio.
Per quanto riguarda l'attrazione romantica, crede di potersi definire bisessuale (il termine corretto sarebbe biromantica, ma non so se all'epoca esistesse già, quindi nella mia ignoranza e soprattutto in conformità con l'ignoranza e l'incertezza Dorothea, userò quest'altro termine); è sempre stata attratta dal genere maschile in generale, ma ultimamente si sta scoprendo attratta anche da quello femminile - sebbene il suo percorso di auto-accettazione stia iniziando appena.

(in breve: asessuale biromantica non dichiarata, che deve ancora scoprirsi e accettarsi completamente come tale)

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