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BแปŸi manamidesu

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๐Ÿฅ• ๐—๐–บ๐–พ๐—„๐—ˆ๐—ˆ๐—„ ุŒ ๅฐๅ…Ž Se qualcuno chiedesse a Taehyung le sue prime impressioni sul proprio compagno di... Xem Thรชm

๐๐Ž ๐“๐‘๐”๐’๐“ ๐–๐ˆ๐“๐‡๐Ž๐”๐“ ๐”๐’
01 เจเจ“ il festival
03 เจเจ“ coincidenze
04 เจเจ“ poli opposti
05 เจเจ“ regole infrante
06 เจเจ“ primi passi
07 เจเจ“ farfalle nello stomaco
08 เจเจ“ doppia vita
09 เจเจ“ conosco il tuo segreto
10 เจเจ“ netflix & chill
11 เจเจ“ mi piaci
12 เจเจ“ una storia da raccontare
13 เจเจ“ la nuova coppia

02 เจเจ“ l'intruso

635 81 7
BแปŸi manamidesu


tae's old ipod is now playing:

ᴋɪᴅɴᴀᴘ ᴍᴇ – ᴄʀᴜɪsʀ
⇆ㅤ ||◁ㅤ❚❚ㅤ▷||ㅤ ↻






♫ got that I'm in outer space kind
pressure, pressure
thinkin' my body might explode








𝐍 𝐎 ਏਓ 𝐓 𝐑 𝐔 𝐒 𝐓
𝐖 𝐈 𝐓 𝐇 𝐎 𝐔 𝐓 𝐔 𝐒








ਏ  𝐏 𝐑 𝐈 𝐌 𝐄  ਓ
𝐈 𝐌 𝐏 𝐑 𝐄 𝐒 𝐒 𝐈 𝐎 𝐍 𝐈


ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴅᴜᴇ
«l'intruso»





Taehyung si precipita nella sua stanza, al dormitorio. Chiude gli occhi, il suo petto si alza e si abbassa rapidamente, ingoia a fatica. È durato solo un'ora. Soltanto un'ora, ma gli sembra di impazzire. Tutta la tensione a cui si è dovuto sottoporre si manifesta in un bisogno così impellente da non permettergli di esitare neppure per un istante. Si abbassa i pantaloni davanti alla porta e si appoggia contro il legno, mentre le sue mutande cadono a terra.

Afferra l'erezione con una mano, sibilando al contatto con la propria pelle, che sfrega sulla sua lunghezza. Bastano quattro rapidi movimenti, solo quattro secondi prima di esplodere, con la lingua stretta tra i denti.

È la seconda volta che viene pensando a Jeongguk nella stessa sera.

Era stato come se la terra avesse iniziato a tremare sotto i suoi piedi, come se le pareti di tela del tendone gli fossero crollate addosso, quando Jeongguk aveva fatto irruzione nella sua vita poche ore prima. Gli ci erano voluti alcuni secondi per riconoscerne la voce, ma quando aveva coperto i suoi occhi con una mano, concentrandosi solo su quei grandi denti anteriori – l'unica parte del viso che non nasconde alla telecamera durante le dirette streaming –, Taehyung non aveva più avuto dubbi.

Si guarda il palmo ricoperto di sperma, mentre una sensazione orribile gli attanaglia lo stomaco. Non si sente così in colpa dopo essersi masturbato dal giorno in cui ha scoperto il porno gay. Aveva tredici anni, ed era sicuro di aver appena commesso un peccato imperdonabile, malgrado non fosse religioso.

La sensazione che sta provando ora, però, potrebbe essere persino peggiore di quella. Una vergogna ben più grande si insedia nelle sue viscere. Guarda gli spettacoli di Jeongguk da tre mesi ormai. Si è masturbato sulla sua immagine innumerevoli volte. Si è già pulito quello sporco dalle mani a causa sua in precedenza. Eppure, oggi, mentre osserva quella sostanza vorticare nel lavandino, si sente peggio del solito. Sbagliato. Vedere Jeongguk nella vita reale, vedere la sua intera persona – soprattutto quegli occhioni innocenti –, lo fa sentire sporco.

Si stende sul letto, fissa il soffitto e si strofina gli occhi con le mani ancora arrossate, dopo averle lavate energicamente. Si chiede come affronterà l'ennesimo colpo di scena della sua vita.

Frequenteranno lo stesso club. Può ancora guardare i suoi spettacoli, ora che sa che quelle labbra perfette, che spesso ha visto schiudersi in un gemito lascivo, gli sorrideranno (si spera) al mattino, durante gli allenamenti? Può ancora mandargli soldi durante le sue dirette streaming bisettimanali e vederlo bere un caffè la mattina dopo, sapendo che tecnicamente glielo ha pagato lui stesso?

L'unico lato positivo, pensa Taehyung, mentre la sua coscienza cade a poco a poco tra le grinfie di Morfeo, è che può evitarlo. A parte il club di danza, non dovrà trascorrere molto tempo con Jeongguk in nessun altro luogo del campus, o almeno spera che sia così. Sarebbe un incubo se fosse costretto a passare del tempo con lui. Costretto a guardarlo, a parlargli. Sapendo quante volte, durante i suoi cam show, lo ha visto riversarsi sulle lenzuola attraverso l'immagine sfocata dello schermo del pc.

Lo stress, la paranoia, il senso di colpa. Gli appesantiscono le palpebre e lo trascinano in un profondo stato di stanchezza. Crolla sul letto con pochi e fugaci pensieri in mente, "Farò la doccia domani mattina", prima che l'oblio lo richiami a sé. Il sollievo che prova nell'abbandonarsi all'incoscienza è così grande che non sente il rumore di una chiave che apre la porta d'ingresso, né i passi di qualcuno che cammina in punta di piedi sul pavimento del dormitorio, e neppure il tonfo di un borsone che cade sul tappeto di quella che ormai era la sua camera libera. No, Taehyung non sente niente di tutto ciò.













Un frastuono, un rumore metallico. Il suo stomaco sobbalza e i suoi occhi si spalancano. Con il cuore in gola, si alza a sedere sul letto e tende l'orecchio. Silenzio di tomba. È solo paranoico, pensa. Niente di nuovo. In passato ha trascorso parecchie notti a pensare che ogni minimo scricchiolio fosse un ladro che aveva fatto irruzione nel dormitorio, o che ogni minimo rumore fossero i passi di uno psicopatico che si avvicinava a lui con un coltello in mano. Ormai è acqua passata, ha vissuto da solo per tanto tempo. Sta per rimettersi a dormire, quando all'improvviso – bang! – no, qualcuno è decisamente entrato nel dormitorio.

Perlustra la sua stanza, puntando lo sguardo sulla mazza da baseball nell'angolo. Mentre stringe le dita intorno al manico, si chiede perché diavolo abbia una mazza del genere in camera sua. Non gioca a baseball, non ha mai praticato uno sport in vita sua. Poi si ricorda del suo piccolo problemino con lo shopping compulsivo ed è felice di constatare che sperperare soldi sembra aver finalmente dato i suoi frutti.

Solleva l'arma sopra la testa, mentre i suoi calzini scivolano sul linoleum senza far rumore. Non ha neppure un piano. Si convince di non averne bisogno. Ha visto fare questo genere di cose in un sacco di film. Si avvicinerà di soppiatto all'intruso e lo colpirà in testa, e non gli causerà danni cerebrali letali, perché le persone nei film non subiscono mai danni cerebrali letali. Semplice.

In punta di piedi, in punta di piedi, eccolo lì. Quella è sicuramente la sagoma di una persona. Si muove nella sua cucina. Nella sua cucina, nel suo dormitorio. Taehyung si congela sul posto, quando vede la sagoma aprire il frigorifero. La luce all'interno tremola da circa due mesi ormai, ma non ha voluto chiamare il servizio di manutenzione, perché dopo la decima visita gli hanno detto che da quel momento in poi avrebbe dovuto pagare di tasca sua gli eventuali altri danni. Non può permettersi di pagare per un frigorifero. Non può e basta. Per cui adesso si ritrova a osservare i fiochi sprazzi di luce che brillano sul viso dell'intruso, illuminandolo per una sola, minuscola frazione di secondo.

Al diavolo il piano, Taehyung grida. Forse non è la migliore strategia, ma lui non è di certo il ragazzo più coraggioso del campus e non ha mai detto di esserlo.

La sagoma salta in aria come un petardo. Così in alto che Taehyung ha paura che possa battere la testa contro il soffitto. Sente un piccolo guaito seguito da un tonfo, non appena i piedi dell'intruso ripiombano al suolo. Il ragazzo si gira, fa una mezza giravolta perfetta. Una mossa davvero impressionante. Con una grazia inaudita ricade all'indietro contro il frigorifero, che trema e si inclina sotto il suo peso. Poi, si allontana. La porta ancora aperta del vecchio elettrodomestico cigola. La guarnizione minaccia di cedere già da un pezzo. Un altro lampo di luce illumina il viso del ragazzo, e...

«Jeongguk?» Il più piccolo sussulta. Gli occhi più grandi che Taehyung abbia mai visto saettano da parte all'altra della stanza. Respira affannosamente, indietreggiando con la testa china in avanti e le gambe che tremano. Sembra un corridore sui blocchi di partenza, in attesa dello sparo, in attesa di un'opportunità per sfrecciare via.

Taehyung tiene ancora la mazza alta sopra la testa. La abbassa e la appoggia al muro più vicino. «Jeon Jeongguk? Del club di danza, giusto? Che– che ci fai nel mio dormitorio?» Taehyung fa un passo avanti, e il modo in cui l'altro ragazzo si ritrae di riflesso non sfugge al suo occhio attento. Accende la luce della cucina. «Sono io, Kim Taehyung. Ricordi? Il migliore amico di Jimin.»

Il nome di Jimin sembra fare effetto. Il più piccolo raddrizza un po' la schiena, almeno così non somiglia più a un cavallo spaventato. Trema da capo a piedi mentre risponde, con voce fioca e incerta. «In che s–senso il tuo dormitorio? Questo è il m–mio dormitorio.»

«Whoa.» Taehyung alza le mani, con i palmi rivolti verso l'esterno. «Va bene. Calmati. Non voglio farti del male. Solo», avanza di un altro passo e Jeongguk reagisce, facendo ciò che a Taehyung sembra fisicamente impossibile, ovvero facendosi piccolo piccolo contro il muro, «calmati. Va tutto bene. Inspira ed espira insieme a me, okay?» Le spalle di Jeongguk si rilassano appena e le nocche riprendono un po' di colore, quando molla la presa sul bancone della cucina. «Ecco, così. Va tutto bene, Jeongguk. Sono solo io.»

«Cosa– perché sei nella– nella– nella mia stanza?» Interrotto dal suo stesso balbettio, Jeongguk arriccia il naso.

Taehyung si ritrova a pensare, in quell'attimo fugace prima di rispondere, che forse si è sbagliato. Forse Jeongguk non è il cam boy. Già, può darsi che fra loro due ci sia una sorprendente somiglianza, può darsi che per puro caso abbiano esattamente la stessa voce. Ma Taehyung non ama sentirsi in colpa. In quattro e quattr'otto decide che no, non può essere lui. Non è possibile che questo ragazzo timido e innocente sia lo stesso ragazzo che ha visto infilarsi un dildo da venti centimetri nel sedere la scorsa notte.

«Jeongguk, penso che tu abbia commesso un piccolo errore. Questo è il mio dormitorio.»

Le sopracciglia di Jeongguk si aggrottano. Allunga una mano tremante dietro la schiena.

«Questa è la 208, giusto?» Dalla tasca posteriore estrae un foglietto di carta tutto spiegazzato. Lo poggia sul bancone, lisciandolo con le sue grandi, agili mani. Punta un dito sottile sul testo, sollevando il mento. «Guarda, p–proprio qui. Jeon Jeongguk, dormitorio C, stanza 208.»

Taehyung si avvicina a lui. Jeongguk sembra irrigidirsi un po' di più a ogni passo. Cerca di evitare movimenti troppo bruschi per non spaventarlo, dando un'occhiata al foglio di carta.

Decisamente non è lo stesso ragazzo, realizza con enorme sollievo. Non può essere.

«Beh, vivo nella 208 da più di un anno ormai. Se ti hanno dato la chiave di questa stanza, allora significa che siamo coinquilini, credo.» Taehyung fa spallucce. «Sinceramente non mi sorprende. Mi aspettavo un compagno di stanza quest'anno. Avrei voluto che mi avvisassero, però. Va be', è andata così, che ci vuoi fare?» aggiunge sbadigliando.

Gli occhi di Jeongguk si spostano dal pezzo di carta a Taehyung. Le labbra si schiudono, il respiro diventa più affannoso e irregolare.

Chissà che brutta impressione deve avergli fatto ieri sera, se l'idea di condividere la stanza insieme a lui è così ripugnante.

«No. No, no, no.» Questa volta non resta fermo, si sposta lungo il bancone della cucina, indietreggiando lentamente verso la porta. Si mette a debita distanza da lui. «No, n–non può essere vero. Ho chiesto una stanza singola.»

«Beh, è abbastanza raro che a una matricola venga assegnata una stanza singola. A meno che tu non sia ricco.» Taehyung solleva un sopracciglio, con aria inquisitoria. Una maglietta dall'aspetto semplice. Jeans scoloriti con degli strappi che probabilmente non sono più alla moda. Un berretto marrone altrettanto scolorito sulla testa che gli appiattisce la frangetta scura, coprendogli gli occhi e donandogli un'aria timida. Taehyung presume che non sia ricco. E l'espressione sconsolata di Jeongguk glielo conferma.

«Non– non posso stare in stanza con– con– no, questo è...»

Taehyung giura a se stesso che non ha un debole per i ragazzi che piangono, che vedere Jeongguk sull'orlo delle lacrime non ha alcun effetto su di lui. Sono quegli occhi da Bambi, le labbra imbronciate e i suoi capelli soffici a fargli scoppiare il cuore.

«Hey, va tutto bene. Ora andiamo a parlare con il responsabile del dormitorio studentesco e vediamo se riusciamo a risolvere la questione. Va tutto bene, Jeongguk-ssi, calmati.»

Jeongguk osserva il sorriso sul suo volto, la gola gli trema mentre ingoia a fatica. Annuisce una sola volta e poi si gira di scatto, camminando a passi svelti verso la porta d'ingresso. Stringe una mano attorno al pomello e si volta indietro a guardare Taehyung, ancora fermo al centro della cucina.

«A–allora, vieni o no? Andiamo» dice, battendo un piede per terra. Un radicale cambio di atteggiamento.

«Fammi mettere dei vestiti addosso e arrivo.» Jeongguk abbassa lo sguardo, i suoi occhi si spalancano quando nota la maglietta larga e i boxer di Taehyung. Le guance avvampano. Distoglie immediatamente lo sguardo.

«G–giusto. Bene. Ti aspetto q–qui, allora.»

Taehyung ridacchia tra sé e sé. Con la mazza da baseball di nuovo in mano, fila via nella sua stanza. Non gli dispiacerebbe affatto condividere la casa con qualcuno, è sempre così silenziosa. Soprattutto adesso che è sicuro al mille per mille che Jeongguk non sia Justin, il cam boy per il quale ha speso migliaia di won. Jeongguk sembra il tipo di ragazzo che guarda ancora Nickelodeon di nascosto – le repliche, non la merda che propinano oggigiorno –, non il tipo che parla come un prostituto e impreca una parola sì e una no.

Il senso di colpa è ufficialmente sparito. Taehyung ha preso una decisione. Diventerà amico di Jeongguk. Lui riesce a fare amicizia con chiunque, dopotutto.


















ਏਓ
notes

taehyung di notte quando sente un rumore:

amo questa storia e amo il fatto che i suoi personaggi siano awkward af. cioè ma lo vedete taehyung? PARANOICO, CAGASOTTO, HORNY COME UN QUINDICENNE 🤩 ma chi li vuole i bad boys io voglio lui lmao auguriamogli buona fortuna con jeongguk, ne avrà bisogno, poveraccio

opinioni/messaggini/whatever qui ☞ 💌

bacini,
Maddie

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