• Fanfiction Omegaverse • [It...

By EiryCrows

13.2K 878 650

Versione fanfiction del sequel di Miele Selvatico che non avrei mai pensato di fare ma che avete chiesto in t... More

Incinta
Scarpette Rosse
Pop Corn e Cetriolini
Due. Uno...
... Sette. Tre.
Tea Party
Shopping, pioggia e consigli.
Specchi e Banconote
Illusione
Scacchi
Marshall
Incidente
Dieci
Aura
Intermezzo
Vetri rotti
Testa o croce?
Iris

Miao

1K 61 38
By EiryCrows

04

Marshall strofinò lievemente il naso contro il collo del fidanzato, cercando di attirare la sua attenzione e di farlo concentrare esclusivamente su di sé.
Aspettò qualche secondo ma, fallito ogni tentativo di distrarlo, baciò piano la sua pelle prima di mordicchiarla giocosamente.

L'Omega sobbalzò e si lasciò sfuggire un piccolo mugolio, trascurando per un momento il cucchiaio pieno di cereali per alzare gli occhi su di lui e dedicargli la massima attenzione. - Perché hai ancora quel broncio? - Domandò, facendo sparire velocemente il cibo.
Storse la bocca in una smorfia ma lo ingollò senza fare storie.

Aveva troppa fame.

- Perché quell'idiota ha chiamato ieri sera? - Si lamentò l'Alpha, brontolando appena. - E perché tu hai chiamato lui? -

Gumball sorseggiò il poco latte freddo che rimaneva nella tazza, prendendosi tutto il tempo necessario per finire il suo spuntino mattutino prima di rispondere; posò il contenitore, ormai vuoto, sul tavolino di fronte al divano, sopra il sottobicchiere quadrato e rivolse un'altra significativa occhiata al suo compagno di vita. - Prima di tutto, per quanto ancora hai intenzione di tenermi in ostaggio? - Domandò, dondolando i piedi nudi.

Si era svegliato insolitamente presto quella mattina. Era scivolato giù dal letto, cercando di non svegliare nessuno, era andato in bagno a fare il suo solito litro di pipì ed era sgattaiolato in cucina a prendersi un sacchetto di pop corn, con l'intenzione di mangiarli sul divano e magari di guardare un film.

Ma, i suoi buon propositi erano andati tutti in frantumi, non appena il suo assonnatissimo Alpha lo aveva raggiunto in cucina.
Aveva occhieggiato malamente il cibo che si era procurato e l'aveva subito sostituito con un pasto salutare; poi, lo aveva preso in braccio e si era rifugiato sul divano, trascinandolo con sé, intrappolandolo tra le sue braccia.

- Perché hai chiamato Jake? - Domandò Marshall per l'ennesima volta, ringhiando appena quel nome.

L'Omega sospirò leggermente e a lungo.

Quello era il motivo principale per cui il suo fidanzato aveva messo su, un vistosissimo ed enorme broncio, dalla sera prima, quando Jake lo aveva richiamato chiedendogli come stesse e per spiegargli come fossero andate le cose.
In pratica, Iris si era preoccupata per quella telefonata improvvisa alle quattro del mattino e aveva insistito affinché l'Alpha lo richiamasse subito; ma Jake non aveva voluto farlo e i due avevano litigato pesantemente, finendo con il non parlarsi più.
I due in seguito avevano dovuto fare pace perché avrebbero dovuto partecipare insieme, a tutta una serie di udienze una dietro l'altra, che però avevano portato via più tempo del previsto.

L'Alpha si era scusato tantissime volte per averlo richiamato solo quella sera, poi gli aveva passato Iris, che non vedeva l'ora di parlare con lui.

Al telefono, Gumball era arrossito al ricordo dell'accaduto e anche lui si era prontamente scusato con entrambi, senza però rivelare a nessuno dei due il perché di quella chiamata.
Poi aveva chiuso con un sorriso, ma non aveva messo in conto, purtroppo, la gelosia immotivata del suo Alpha, che aveva assistito con sguardo attento, a tutta la telefonata e che aveva frainteso il sorrisetto.

- Te l'ho già detto. - Disse poi, appoggiando meglio la schiena sul petto del compagno. - Avevamo litigato e io ero confuso e avevo bisogno di un consiglio! -
- Da Jake?!?- Esclamò Marshall, stringendo istintivamente la presa sui fianchi dell'Omega.
- Da Iris, Marshall! Da Iris! - Rispose quest'ultimo per l'ennesima volta, con lo stesso identico tono che aveva usato l' Alpha.

Quante altre volte avrebbe dovuto dirglielo? Per quanto tempo aveva intenzione di portare avanti quella discussione?

- Lo sai che non ha un numero suo perché ha paura che venga diffuso e che qualche suo vecchio aguzzino la trovi e la perseguiti. - Continuò leggermente esasperato.

Marshall borbottò qualcosa e appoggiò il mento sulla sua spalla. - Voi Omega e vostri cellulari. - Mormorò a denti serrati.

Gumball appoggiò la testa contro la sua e  si strofinò piano per rabbonirlo. - Dovresti tranquilllizzarti comunque. - Disse con semplicità. - Penso che Jake abbia una cotta per Iris. -
- Sarebbe meraviglioso. - Rispose l'Alpha con un sospiro. - In questo modo non rischierei di averlo tra le scatole e anche lui sarebbe sistemato. -

- Anche lui? - Chiese l'Omega, aggrottando le sopracciglia, ruotando di poco la testa per poterlo guardare. - Perché "anche" lui? Chi altri consideri tuo rivale? - Ridacchiò.

L'Alpha sorrise ferino. - Fionna non te l'ha ancora detto?-
- Detto cosa? - Volle sapere Gumball, curioso come non mai.

A quanto pare, non era l'unico ad avere  omesso qualche informazione.

Marshall sogghignò e strofinò la punta del naso contro quella dell'Omega. - Sai che è venuta con me al Saint Mary. - Affermò. - Lì, ha incontrato qualcuno che ha suscitato il suo interesse. -

- Chi?!? - Domandò immediatamente l'Omega, elettrizzato dalla notizia.
- Dovrei dirtelo? - Ribattè l'Alpha con un sorriso divertito e gli occhi che quasi gli brillavano.
-Dai Marshall! - Esclamò allora l'Omega. - Non puoi lanciare il sasso, rompere la finestra e nascondere mano e misfattto!

Marshall si lasciò sfuggire una lieve risata. - Solo se mi dai un bacio. - Rispose, mordendogli le labbra.
Gumball roteò gli occhi ma accontentò quel bambinone del suo Alpha e si sporse verso di lui per baciarlo a stampo; Marshall, però, non era soddisfatto di quel breve contatto e approfondì il bacio, togliendogli il fiato.

- A...allora? - Chiese l'Omega non appena tornò a respirare e il suo battito cardiaco si fu calmato un po' .
Marshall arricciò le labbra nel suo solito sorrisetto da volpe. - Perché non chiedi a Flint cosa pensa di Fionna? -

Gumball sgranò gli occhi e dalla sorpresa si tirò leggermente indietro. - Noooooo!!! - Esclamò, portandosi le mani sulla bocca. - Lui e... - Si ammutolì, pensando alle varie implicazioni e i suoi occhi si rabbuiarono per un attimo. - Mi piace l'idea. - Asserì, annuendo con vigore. - Penso siano carini insieme. - Decretò.
L'Alpha inclinò lievemente la testa e lo guardò per qualche minuto. - Cosa c'è che non va, amore? -

L'Omega serrò le labbra in una linea sottile e abbassò lo sguardo sul suo ventre. - Flint... - Cominciò, esitando su quel nome più del dovuto. - Flint... non può avere figli... - Rivelò poi a voce bassa. - Per questo motivo è tornato al Saint Mary... ed è per questo che non si è ancora legato.  -

Marshall aggrottò le sopracciglia e poggiò le mani sulla pancia del fidanzato. - Lascia che sia Fionna a decidere se questo rappresenta un problema o no. - Gli baciò dolcemente la guancia. - Non mettiamoci in mezzo, okay? -
Gumball annuì distrattamente e portò le mani su quelle del suo Soul Mate, intrecciando insieme le dita.

Ci fu un breve momento di silenzio, rotto quasi subito dalla voce rilassata dell'Omega.

- Sei ridicolmente felice adesso. - Mormorò infatti quest'ultimo, sentendo l'intensità delle emozioni del suo compagno. - Forse sei tu quello incinta. - Ridacchiò
- O forse - ribattè subito l'Alpha - i tuoi sbalzi d'umore affliggono anche me. -
Gumball gli scoccò un'occhiataccia obliqua. - Non sarei in queste condizioni se tu ti fossi contenuto. -

Marshall inarcò le sopracciglia e non rispose, decidendo di ignorare quel commento caustico. Strofinò le labbra contro il collo del compagno e lo mordicchiò facendolo sussultare ancora.
- Come potrei non essere felice quando il mio cucciolo cresce a vista d'occhio? -

- Non è vero! - Esclamò l'Omega, spostando nuovamente lo sguardo incerto sul suo grembo, su cui erano ancora appoggiate le loro mani unite.
- Invece lo è. - Rispose semplicemente l'Alpha. - Ma è una bellissima cosa, mio Bubbs. Significa che sta crescendo. -

- Dici... che è già più grande? - Esitò Gumball.

Marshall appoggiò di nuovo il mento sulla spalla del fidanzato, come un cucciolo bisognoso di affetto.
- L'appuntamento è oggi. - Gli ricordò. - La dottoressa Davis ci saprà senz'altro dire di più e saprà rispondere a tutte le nostre domande. Tu... come ti senti? -

L'Omega sospirò a lungo e divincolò una mano per affondarla tra i capelli color inchiostro del fidanzato e accarezzarli. - Basta domandarmi come mi sento per la visita. Tua madre mi ha chiesto la stessa identica cosa. Sono in ansia, ma la devo fare. -

L' Alpha prese gentilmente il polso del compagno e lo avvicinò alle sue labbra, baciandolo piano. - Siamo solo preoccupati per te... - Rispose a voce bassa, mordicchiandogli la pelle.

Gumball rabbrividì e si morse il labbro inferiore per trattenere qualsiasi tipo di verso. - Marshall... smettila... - Lo implorò, sentendosi cedere di fronte a quelle particolari attenzioni.
Per tutta risposta, Marshall sollevò le pozze piene di desiderio cremisi su di lui e lo guardò intensamente, con sguardo scuro e bramoso. - Sai da quanto tempo non mi dedico pienamente a te? - Accarezzò il grembo del compagno, facendo scivolare le dita in basso sull'elastico dei boxer. - Già prima facevo fatica a resisterti... adesso... sei... - Si bagnò le labbra e le poggiò per qualche istante nuovamente sul palmo della sua mano baciandolo con devozione. - Sei meravigliosamente incredibile. - Affermò, giocherellando con i boxer rosa. - Non riesco a smettere di guardarti. -

L'Omega si imporporò e si strinse il labbro inferiore tra i denti.
Doveva fermarlo, anche se non voleva affatto che si fermasse.

- Marshall... non possiamo... non sappiamo... se... - Trasalì e il suo corpo si tese come un fuso sotto al suo tocco.
L'alpha non aveva perso altro tempo e aveva già introdotto le dita, accarezzando la piccola erezione dell'Omega.

- A...aspetta... - Tentò ancora lui, leccandosi le labbra bagnate dalla saliva, serrando la mano sul polso del compagno per impedirgli di continuare.
- Ma... Marshall... se cominci... nessuno dei due si fermerà... lo sai! -

Marshall mordicchiò la spalla del fidanzato, risalendo poi sul collo, proseguendo fino a raggiungere l'orecchio. - Come potrei fermarmi quando ansimi così il mio nome? - Soffiò con voce roca, afferrando il lobo tra i denti per morsicarlo. - Mi manda fuori di testa. -

Gumball deglutì lievemente e lasciò la presa sul polso del fidanzato. Inclinò di lato la testa, socchiudendo gli occhi, arrendendosi del tutto.

Anche lui desiderava in quel modo il suo Alpha. Non poteva negarlo.

- Ci sono tanti modi... non devo per forza entrare. - Sottolineò Marshall, accarezzando il collo del compagno con la punta del naso. - Anche se so che lo ami. -

L'Omega si lasciò sfuggire un corto respiro mentre i brividi lo percorrevano da capo a piedi.
- A... aspetta... - Ansimò,  fermandolo di nuovo.
Con enorme forza di volontà e con gambe tremanti, si alzò dal suo rifugio e si girò, arrampicandosi nuovamente sul corvino, in modo da ritrovarsi faccia a faccia.
Gli avvolse il bacino con le gambe e poggiò le mani sul suo petto nudo, accarezzandolo brevemente. - Molto meglio... - Sussurrò, poggiando leggermente le labbra sulla bocca del compagno.

Marshall lasciò che il suo Omega lo baciasse poi approfondì l'unione, introducendo la lingua per annodarla alla sua, coinvolgendolo in bacio spezza fiato. - Molto meglio. - Concordò subito dopo a bassa voce, sfilando via la maglietta a maniche corte che Gumball stava usando come pigiama.
Rimase a guardarlo per qualche istante, mentre i suoi occhi già pieni di brama e lussuria si scurivano ancora di più alla vista del suo Omega.

- Non è solo il tuo grembo ad essere cresciuto... - Soffiò sulla sua pelle, incastrando il capezzolo del compagno tra le labbra.
Gumball si morse il labbro inferiore e portò le mani al collo del fidanzato, rabbrividendo. - Non... è vero...-
L'Alpha sorrise leggermente e alzò gli occhi su di lui. - Invece sì. - Rispose prima di leccare quel tenero bottoncino rosa e succhiarlo con forza, lasciando un vistoso e violaceo segno del suo passaggio.

L'Omega si lasciò sfuggire un grido e si strinse al suo compagno, mugolando piano non appena lui, cominciò a stuzzicare con le dita anche l'altro.
Alzò lo sguardo verso il soffitto in preda al godimento, mentre piccoli rivoli di saliva scivolavano già dalle sue labbra.

Com'era possibile che il suo Alpha riuscisse a farlo arrivare al limite con così poco?

Gemette molto più forte, quasi gridò, quando fu attraversato da una scossa di piacere più intensa del solito e afferrò di scatto i capelli corvini del compagno, tirandoli indietro leggermente.
Abbassò lo sguardo su di lui, con le guance rosse, il fiato spezzato e il cuore imbufalito nel petto.

Marshall si leccò voluttuosamente le labbra e portò le dita ad accarezzare la bocca dell'Omega, senza mai staccare gli occhi dai suoi.
Gumball le baciò e iniziò a leccarle piano, lasciando che il compagno le facesse scivolare all'interno; strofinò la lingua su di esse e le bagnò completamente di saliva, continuando a guardarlo con sguardo pieno di brama.

L'Alpha sorrise di nuovo ed estrasse le dita per sostituirle con le sue labbra. Lo baciò piano senza fretta mentre poggiava le mani sul sedere sodo del fidanzato.
- So cosa vuoi. - Sussurrò appena, serrando la presa sulla natica tonda.
L'Omega sussultò in risposta e si aggrappò a lui con forza. - Mar... Marshall... - Lo chiamò con tono urgente.

Il corvino non se lo fece ripetere due volte e introdusse immediatamente le dita bagnate nella stretta fascia muscolare del compagno, affondandole fino al limite.

Gumball si inarcò per quella intrusione desiderata e si lasciò sfuggire un altro urlo, mentre il suo corpo veniva sconvolto da meravigliose scariche elettriche.
Si aggrappò a lui, graffiandogli la schiena, lasciando dei solchi piuttosto profondi e si ritrovò a puntare le ginocchia sui cuscinoni del divano, spingendo il bacino contro le sue dita.
- Mmh... Aaah... r -

L'Alpha ringhiò lieve e continuò ad affondare le dita nella sua zona privata, facendolo urlare.
Con la mano libera, strattonò più in basso i boxer dell'Omega, liberando totalmente il suo sesso.
- Non è meglio? - Soffiò all'orecchio, ricominciando poi a morderlo e a lasciare i suoi marchi su qualsiasi lembo di pelle gli capitasse sotto i denti.

- N... no... - Gemette a quel punto Gumball quasi senza voce. Gli afferrò di scatto il viso e lo baciò con irruenza senza lasciargli scampo. - Ba... bastardo... -

Marshall sogghignò lievemente e serrò la presa sul bellissimo corpo del compagno, facendolo aderire contro il suo.
L'Omega sobbalzò e ricominciò a tremare non appena la sua erezione si scontrò con l'addome del suo Alpha.
Respirando a fatica, appoggiò la fronte sulla sua spalla, mugolando, strofinandosi contro di lui senza pudore.

Non stavano facendo niente di particolare; ma era abbastanza per fargli perdere totalmente il controllo.
E la dignità.

- Marshall... Marshall! - Lo chiamò sempre più eccitato, infrangendo i suoi ansiti e gemiti sulla sua pelle.

Dischiuse le labbra, bagnate di saliva e le serrò con forza sulla sua spalla mentre uno spasmo più intenso lo faceva contorcere dal piacere.

Mancava poco.
Dannatamente poco.

L'Alpha si lasciò sfuggire un verso basso e roco, simile ad un ringhio e inconsciamente rispose al volere del suo compagno, aumentando la velocità dei suoi movimenti.

Sapeva che era sull'orlo del baratro; lo sentiva.
Un'ultima spinta e sarebbe caduto giù.

Con un movimento fluido, lasciò fuoriuscire le dita quel poco che bastava per avere un po' di spazio in più e fece scivolare dentro le altre due dell'altra mano.

- Bubbs... vieni per me. -

Gumball urlò e si inarcò per quella nuova intrusione, conficcando le unghie nella carne del suo compagno. Si umettò le labbra e di nuovo, lo baciò, smettendo di trattenersi; il mondo esplose per un secondo, poi, si ricompose mentre si riversava sull'addome e sul petto dell'Alpha, sporcandolo del suo piacere bagnato.

Ansimò sulle sue labbra e crollò su di lui, fuseggiando come un gatto felice e soddisfatto.

Marshall ritirò le dita e gli diede un piccolo bacio sulla fronte. - Un compromesso. - Disse soltanto con voce rauca.
L'Omega sollevò lo sguardo su di lui e sorrise lieve - Sei comunque un bastardo. - Mugolò piano.
L'Alpha ridacchiò lievemente. - Non dovresti dire queste parole di fronte al bambino. -
- Dovrebbe saperlo. - Replicò Gumball. - Dovrebbe sapere che suo padre è un-

Marshall soffocò il resto della frase tra le sue labbra e continuò a baciarlo finché l'Omega non si tirò indietro per respirare.

- Tu... ti odio. - Disse alla fine, accarezzando con la punta delle dita la pelle martoriata del suo compagno. Arrossì lievemente nel vedere i graffi profondi che gli aveva provocato e lo stato in cui lo aveva ridotto.
Strofinò la mano sul suo petto, raccogliendo imbarazzato i residui del suo seme.
- Ti ho reso un disastro... -

L'Alpha afferrò il polso dell'amato e lo portò alle labbra, sorridendo felinamente. - Un delizioso disastro. - Lo corresse, passando la lingua sul palmo e sulle dita, leccando via le piccole gocce perlacee.
Gumball sentì le guance prendere nuovamente fuoco e tentò di tirarsi indietro, divincolandosi dalla presa del corvino; lui però, non glielo permise.

- Sei ancora più dolce del solito. - Affermò soltanto, dopo aver finito.
- Tu... - Sospirò l'Omega e scosse la testa, trovando rifugio di nuovo su di lui. - Non so cosa fare con te. -
Marshall gli scoccò un dolcissimo bacio sulla testa. - Una doccia? - Propose, ridendo.

Gumball alzò gli occhi su di lui e con le dita giocherellò con l'elastico della tuta del fidanzato. - Come fai a rimanere così calmo quando quella bestia non è soddisfatta? - Chiese in tono innocente, accarezzandola da sopra la stoffa con due dita. - Sei così... teso... come fai a sopportarlo? -

L'Alpha si lasciò sfuggire un piccolo mugolio. - Non posso permettermi di perdere il controllo e rischiare di farti male. - Rispose soltanto. - Tu e nostro figlio valete molto di più. -
L'Omega si strinse il labbro inferiore tra i denti e abbassò lo sguardo, rimanendo ancora una volta colpito dal grandissimo amore che sentiva provenire da lui.

Non doveva essere facile per un Alpha trattenersi in quel modo per pura forza di volontà.

- Non è giusto. - Mormorò, portando di nuovo lo sguardo su di lui. - Non voglio lasciarti in questo stato. -
- È solo un'erezione. - Ribadì Marshall, avvicinandosi all'orecchio dell'Omega, prima di mordicchiarlo. - Sai che la bestiola ti appartiene. Fanne ciò che vuoi. È tua serva. È ai tuoi ordini. - Soffiò.

Gumball rabbrividì leggermente e portò entrambe le mani sul bacino del fidanzato, afferrando la tuta per tirarla giù.

La verità era che gli mancava.
Gli mancava la sensazione di essere completo, di sentirsi travolgere da emozioni sempre nuove, di arrivare insieme a quel punto inesorabile dove tutto perdeva senso tranne loro due.

Per anni aveva sopportato l'astinenza senza problemi ma adesso...
Aveva un Alpha che lo viziava in tutto. 
Il suo.

E per una volta, voleva essere lui a viziare il suo Alpha.

Scivolò giù dal divano, sistemandosi tra le sue gambe e liberò il sesso del corvino, guardandolo per qualche secondo, sentendosi pervadere da una strana eccitazione.

- Bubbs... - Lo chiamò Marshall con voce scurissima.

L'Omega lo ignorò, concentrandosi esclusivamente su ciò che aveva davanti.
L'ultima volta che lo aveva fatto si era sentito in imbarazzo e a disagio mentre adesso le emozioni che lo pervadevano erano totalmente diverse.

Con un brivido, prese l'erezione del compagno tra le mani e la tenne ben salda; avvicinò le labbra e ne baciò la punta, prima di spostarsi lungo l'asta e indagarla con la lingua.
Tra le sue dita, il sesso del suo Alpha sembrava una creatura viva.

Il respiro di Marshall si fece più erratico, spingendolo a continuare con più entusiasmo.

Si dedicò a tracciare ogni vena, grande o piccola che fosse e ritornò sulla punta, sollevando appena lo sguardo su quello del suo compagno.

Era una visione celestiale di cui mai avrebbe voluto privarsi.

Le sue labbra erano dischiuse appena, permettendo ai piccoli gemiti di fuoriuscire senza remora. Il suo petto si alzava e abbassava con ritmo irregolare e disarmonico. E i suoi occhi...

I suoi occhi erano scuri e profondi come due abissi bordeaux, pericolosi come poche volte li aveva visti.
Sembrava che volessero divorarlo da un momento all'altro, senza lasciare nessuna traccia.

Tenendo lo sguardo incatenato al suo, infilò l'erezione in bocca, cercando di raccoglierla totalmente.
Facendo attenzione a non ferire la pelle con i denti, la accolse più in profondità, lasciando che gli scivolasse in gola.

Era fastidioso, ma non importava.

- Gumball... - Marshall sussultò e lo chiamò di nuovo, ringhiando, con tono rauco e profondo, più simile al ruggito di una belva che alla voce di un uomo.

L'Omega rabbrividì intensamente e iniziò a suggere prima con delicatezza, poi con maggiore foga, accompagnando i gesti con il movimento della testa.

Era la prima volta che Marshall non usava nomignoli ed era la prima volta che sentiva di averlo in pugno.
Era eccitante sapere di possedere tutto quel potere sul compagno.

L'Alpha si leccò le labbra e portò una mano tra i capelli rosati, accarezzandoli piano, cercando di evitare di fargli male.

Non era facile, ma doveva mantenere il controllo.
Doveva a tutti i costi.

Gumball accolse le carezze del corvino e rispose accelerando il ritmo con foga.
Fino a che punto si sarebbe potuto spingere prima di farlo crollare?

La risposta non tardò molto ad arrivare e la presa sulle ciocche rosa si serrò immediatamente.

- Gum... ball. - Ringhiò di nuovo l'Alpha, con tono quasi minaccioso.

Ma l'Omega sapeva bene quello che voleva dirgli.
Mancava pochissimo; ne era consapevole.

- Sono... vicino. - Lo avvertì infatti Marshall, stringendo i denti.
Gumball lasciò che il sesso del fidanzato fuoriuscisse dalla sua bocca per potergli rispondere. - Va bene... - Disse soltanto a voce molto bassa.  - ... È il tuo... -

Marshall si servì di quell'attimo di pausa per prendere una generosa dose d'aria. Si portò una mano sul viso e chiuse gli occhi per qualche istante, estremamente eccitato da quella vista.
- Non... devi per forza. - Lo avvisò.

L'Omega però non gli diede neanche il tempo di finire e riappoggiò le labbra sulla punta della bestiola, riaccogliendola nuovamente dentro di sé. Ricominciò a dare piacere al compagno, con maggior vigore, desideroso di raggiungere lo scopo che si era prefissato.

Il corpo del suo Alpha si tese e il suo respiro si fece ancora più corto e frammentario; poi, all'improvviso si contrasse e si rilassò di getto, con un gemito basso e roco.

Gumball fu colto di sorpresa da quella prevedibile reazione, ma stavolta era preparato e sapeva cosa fare; ingoiò il seme del compagno e ripulì ogni residuo con la lingua, staccandosi solo quando ebbe finito.

Aveva ancora un sapore diverso da tutto ciò che aveva mai provato, ma non era poi cambiato di molto dall'ultima volta.

Alzò gli occhi, trovando quelli dell'Alpha fissi nei suoi e una scarica di elettricità lo sconvolse completamente, lasciandolo stordito.
Avevano appena finito entrambi eppure si sentiva pronto a ricominciare in qualsiasi momento; sentiva il suo lubrificante naturale scivolare giù dalla sua apertura, sul pavimento.

Marshall continuò a guardarlo senza parlare, prendendosi del tempo per regolarizzare il respiro.

Aveva moltissime domande da fargli e non era così sicuro di voler conoscere la risposta.
Tuttavia di una cosa era certo.
Voleva molto di più e sapeva che non poteva averlo; non senza prima sapere che il suo cucciolo sarebbe stato al sicuro.

Doveva distrarsi o non sarebbe riuscito a resistere alla tentazione di prenderlo e farlo suo, per ore e ore, su quel divano.

- Sembri... un gatto. - Disse, cercando di raffreddare l'atmosfera prima di perdere definitivamente ogni freno.

L'Omega sorrise lieve poi appoggiò la guancia sulla gamba del corvino e si strofinò pianissimo. - Miao. -

Marshall sgranò gli occhi e lo fissò con una strana espressione incredula ma eccitata. Si bagnò le labbra e si portò le mani ai capelli per tirarli indietro, sospirando. - Bubbs... hai davvero... ? -

Gumball ridacchiò e si arrampicò nuovamente su di lui, baciandogli la mascella e miagolò una seconda volta come un gatto di pochi mesi.

Voleva fargli uno scherzo, ma non si aspettava che il suo Alpha reagisse in quel modo.

Gli afferrò il viso a coppa e lo baciò a fior di labbra. - Sei di nuovo... di marmo... - Sussurrò, rabbrividendo ancora.
Marshall gli circondò i fianchi e lo abbracciò stretto. - Anche tu. - Rispose soltanto, ricominciando a mordicchiarlo.
L'Omega mugolò piano e rabbrividì. - ... cosa facciamo? -

L'Alpha sospirò e portò indietro la testa, poggiandola sulla spalliera del divano, riflettendo per qualche istante. - Una doccia congelata. - Ribadì sconsolato. - Prima tu, poi io, cercando di non sfiorarci neanche per sbaglio. Anche se è una tortura. -

Gumball rise e gli scoccò un bacio sulla guancia. - Anche tu mi manchi. -
Marshall si lasciò sfuggire un lunghissimo sospiro e lasciò la presa su di lui. - Adesso vai, prima che cambi idea. -

L'Omega mise su un piccolo broncio ma non fece storie e si alzò, anche se, di controvoglia. - Ci vediamo dopo... - Mormorò, prendendo la tazza vuota e i vestiti sparsi qua e là.
L'Alpha annuì distrattamente, impegnato a seguire ogni suo movimento, guardandolo con sguardo nuovamente affamato. - A dopo... - Rispose, pensando già a quale deliziosa punizione gli avrebbe inflitto per vendicarsi, non appena avrebbe potuto farlo.

Miao.
Miao.

Scosse la testa, divertito.

Lo avrebbe fatto miagolare fino a fargli perdere la voce.

- - - - - - - - - -

Il cellulare dell'Alpha alla scrivania vibrò una volta, poi si fermò e riprese a vibrare, mentre sullo schermo adesso illuminato, appariva in nero, un numero sconosciuto in grassetto.

L'Alpha in questione lo guardò per qualche istante, sospirando brevemente, poi portò la mano sul dispositivo elettronico e lo girò al contrario, poggiando lo schermo sul ripiano della scrivania.

- Non... vuole rispondere? - Esitò la Beta, alzando lo sguardo sul suo capo con espressione corrucciata.
L'Alpha fece un gesto veloce con la mano, come a voler scacciare qualcosa di estremamente fastidioso. - Non importa. So chi è. È una seccatura. -
- E se fosse importante, invece? - Continuò la Beta con voce preoccupata, occhieggiando adesso la cover bianco panna del telefono.

- Richiamerà. - Ribadì l'Alpha con voce perentoria. - Dovresti preoccuparti più per il tuo lavoro, piuttosto che per queste banalità. -

La Beta si incassò nelle spalle, cercando di farsi più piccola possibile e rimase in silenzio, riportando l'attenzione sul conto che stava esaminando.

Odiava quel lavoro. Odiava il suo capo e odiava il modo in cui la trattava.

Odiava tutto di quel posto.

Però, aveva bisogno di soldi per sparire e aveva capito che lì poteva ottenerli;  bastava farsi gli affari propri e non fare domande. Il capo del suo capo sembrava una persona poco raccomandabile e non aveva alcuna intenzione di attirarsi le sue antipatie.

Il cellulare sulla scrivania ricominciò a sussultare ma questa volta, al posto della vibrazione, si diffuse una musichetta simile a quella di un carillon.

La Beta alzò di poco gli occhi dalle carte, sicura che anche questa volta il capo avrebbe rifiutato la chiamata ma con sua grande sorpresa, l'Alpha prese il cellulare e con un sorrisetto lo portò all'orecchio prima di rispondere con voce secca.

- Che c'è? -

Rimase in silenzio per qualche minuto e per un attimo la Beta pensò che fossero arrivate delle cattive notizie, quindi sospirò, preparandosi al peggio.

Ma, contrariamente a tutte le sue aspettative, il sorriso sul volto del suo capo si allargò in un ghigno spaventoso.

- Benissimo. - Rispose l'Alpha, assottigliando lo sguardo. - Sai già quello che devi fare. Non deludermi di nuovo o non ti spezzerò solo le dita la prossima volta. - Chiuse la chiamata e mise giù il telefono, tamburellando poi le dita sulla scrivania, sovrappensiero. - Esco. - Disse alla fine, alzandosi dalla sedia per infilarsi la giacca.

- Adesso? - Rispose stranita la Beta, guardando l'orologio.
- Adesso. - Ringhiò l'Alpha, minacciosamente, chiudendo la questione.

- Ma adesso... - Tentò nuovamente la piccola Beta.

L'Alpha si diresse verso la postazione della Beta e sbatté le mani sulla piccola scrivania. - Adesso. - Ribadì con un ringhio, avvicinando il viso al suo. - Non ti avevo forse consigliato di farti gli affari tuoi? Rinnovo il mio consiglio. - Sogghignò e si allontanò, raggiungendo l'uscita. - Pensa al tuo lavoro. - Urlò, uscendo dall'ufficio, chiudendosi la porta dietro con un tonfo.

La Beta lasciò andare il fiato che aveva inconsciamente trattenuto e rabbrividì.

Odiava quella donna dai capelli bianchi come pochi altri al mondo, ma non poteva farci niente.
C'era troppo denaro in ballo.

Doveva pensare ai soldi.
Solo ai soldi.



Angolo dell'autrice.

Miei adorati, adoratissimi, come state?

Ecco un altro capitolo di transizione, dove non succede nulla ma succede tutto ~
Il capitolo è un po' più corto del solito ma ho voluto pubblicarlo lo stesso perché vi voglio bene (e so che lo stavate aspettando) *^*
Nelle mie intenzioni questo capitolo doveva essere legato a quello che, arrivato a questo punto, sarà il successivo, ma, ma, ma, nel prossimo capitolo ci saranno tantissime emozioni diverse e temo che sarebbe stato troppo pesante.

Quindi, intanto vi beccate questo Gumball un po' troppo sfacciato e poi... poi si vedrà se sarà il caso di tenere a portata di mano dei fazzolettini e un barattolo vuoto da riempire di lacrime oppure no...

BACI!
EiryCrows

Continue Reading

You'll Also Like

15.2K 1K 34
Fanfiction holdarah
80.9K 2.9K 13
COMPLETA L'amore adolescenziale di due giovani nell'antica Grecia. La storia d'amore nascosto di due degli eroi Achei più famosi di sempre. Come avra...
1.6M 50.3K 72
"Moriremo tutti prima o poi, indipendentemente dalla malattia" La mia poteva sembrare una semplice scusa. Ma la verità era che non ero pronta per d...
120K 5.4K 54
Where... Camilla Leclerc e Lando Norris scoprono cosa c'è oltre la linea sottile che divide il punzecchiarsi e l'amore. Non possono o meglio non vogl...