I Hunger For Your Beautiful E...

By tenerifelouis

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••completa•• Legatus Harry è il governatore di Capua e il Dominus della sua tenuta. Governa con regole dure e... More

Filius Veneris
Le Regole della Casa
I Segreti del Commercio
L'Incantesimo di Cupido
Famiglia e Perdono Prima Parte
Famiglia e Perdono Seconda Parte
Gladatorium
Una Rivolta in Arrivo
Le Spoglie della Guerra
Sangue e Corpi
Il Cavallo e la Colomba
Riuniti
Ricucire i legami
Il Festival della Lupa
Epilogo

Gli Dei e i loro Giochi

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By tenerifelouis

Le settimane successive erano passate con mattine differenti da quelle che avevano di solito. Ma d'altra parte, anche loro due lo erano. Erano piene di sorrisi e baci da parte di Harry. Era così dolce con quel ragazzo e non gli importava neanche. Comunque, se qualcuno l'avesse visto in quello stato l'avrebbe ucciso nel giro di pochi secondi, niente poteva rovinare la sua reputazione.

Poteva essere più facile nascondere gli appena ritrovati sentimenti di Harry se passava meno tempo con Louis, ma non poteva. Non voleva pensare a quello che poteva succede a Louis se fosse stato attaccato di nuovo quando Harry non era in giro. Perciò Harry fece il contrario dell'allontanarsi da Louis, e così loro erano spesso insieme.

"Niall, posso migliorare la tua posizione attuale, se vuoi," disse Harry. Era seduto al tavolo da pranzo che prendeva il suo vino mattutino e un po' di frutta, con Niall e Louis fermi vicino a lui nella loro posizione abituale.

"Sì, Dominus?" Disse Niall, dando uno sguardo a Louis che alzò solamente le spalle.

"Avrai più autorità in questa casa, e più tempo libero," Harry continuò, prendendo un grosso sorso di vino. "Ti farò diventare capo dell'ambiente domestico."

Gli occhi di Niall minacciarono di uscire dalle orbite. "M-ma e Siri, Dominus? Non può voler venderla."

"Non essere sciocco Niall," Harry scattò. "Siri è stata in questa casa da prima che io nascessi. Mi ha cresciuto, ma ora è vecchia, non può più controllare tutti come faceva prima. Tu sei stato con me, come aiuto personale, per molto tempo. Non mi sarei fidato di nessun altro."

Niall aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse. Ripeté il gesto per un po' di volte prima di "Sì, Dominus, lo farò."

"Perfetto." Harry si alzò e gli schiavi raccolsero i piatti sporchi. "Informa Siri dei miei nuovi ordini e dille che è stata spostata a capo sarta."

"Sì Dominus." Niall diede i piatti a Louis e praticamente corse fuori dalla sala da pranzo.

Harry sorrise compiaciuto, scuotendo la testa e si girò verso Louis. "Filius Veneris, sembra che io abbia un posto libero come aiuto personale. Posizione semplice, devi seguirmi ovunque vado e fare qualunque cosa dico.

Louis si guardò intorno per essere sicuro che fossero da soli. "Davvero? Tutto? Però questo sembra molto lavoro."

Harry rise e fece un passo in avanti. "Stai diventando un chiacchierone, Piccolo."

È vero. Louis aveva iniziato a esprimersi liberamente da quando erano da soli. Sembrava che non fosse preoccupato dalla figura di Harry. "Qualcosa mi dice che ti piace."

A quel punto, Harry era proprio davanti Louis, si chinò leggermente così da essere al livello dei suoi occhi. Sembrava che lo stesse per baciare, così Louis chiuse gli occhi ma Harry gli diede un colpetto sulla guancia. "Devo andare a un incontro. Finisci con i piatti e poi vai nella stanza delle strategie. Aspettami fuori dalla porta. Puoi ringraziarmi per la promozione dopo."

Louis rabbrividì al respiro leggero sul suo orecchio poi annuì. "Sì Dominus."

Harry gemette quando guardò Louis andare via, ondeggiando inconsciamente i fianchi. Louis potrebbe accidentalmente uccidere Harry per quanto è bello. Ma Harry fece uscire quel pensiero, aveva bisogno di concentrarsi sull'incontro. Aveva ricevuto una lettera da un Senatore, in realtà il padre di Perrie, quella mattina su qualcosa di molto importante nella città. Come governatore, Harry doveva avere l'ultima parola su tutte le azioni.

Entrò nella stanza per trovare il Senatore Edwards e due consiglieri in mezzo a una conversazione, e sembrava seria. "Senatori, Signori." Harry li salutò con una mossa del capo.

"Governatore." Il Senatore scosse la mano di Harry e gli diede una pergamena sciupata. "Si dice che ci sia una sorta di epidemia nella tua città."

Harry aprì velocemente la pergamena e lesse. La malattia aveva già preso tredici vite e ne stava avvelenando altre cento. All'inizio faceva delirare, si avevano delle allucinazioni, successivamente non si riusciva più a tenere nello stomaco il cibo e alla fine, dopo che la mente e il corpo non avevano più forze, si moriva. Era orribile e accadeva tutto questo nella parte ovest della città. Harry si ritirò impaurito mentre leggeva la comunicazione e dovette fermarsi.

"Quindi è solo nella parte occidentale? Non si parla di diffusioni future?" Chiese Harry.

"No signore, solo lì. Pensiamo che abbiano avvelenato il pesce." Uno dei consiglieri disse, "Avrebbe senso poiché molti pescatori si sono ammalati."

L'altro consigliere guardava Harry severo con un sopracciglio sollevato. "Forse hai fatto qualcosa che ha fatto arrabbiare Nettuno e questa è la tua punizione."

Harry perse il controllo, tirò la pergamena sul pavimento e spinse il consigliere contro il muro, con il braccio gli premeva la gola. "Osi fare una tale accusa contro di me? Gli abitanti della mia città giacciono morenti e muoiono nelle strade e mi dici che sia colpa mia. Vivo per gli Dei. Prego per loro come tutti e tutto quello che faccio è per soddisfarli. Non c'è motivo per cui io sia alla mercé di Nettuno!"

"Legatus!" Urlò Edwards, spingendo via Harry con forza. "Non lasciare che le parole maligne di uno con meno potere di te inneschino la tua rabbia. Manda i tuoi migliori guaritori a occidente. Stasera potresti sacrificare un toro a Nettuno in caso tu debba essere perdonato."

Ascoltando quelle parole, gli occhi scuri di Harry si calmarono un po'. Annuì leggermente e spostò la mano del Senatore. "C'era qualcos'altro? Ti hanno detto qualcosa sulla rivolta a nord?"

"No signore," disse il primo consigliere. "Sembra abbastanza contenuta al momento. Non le chiamerei nemmeno rivolte, sono più piccoli battibecchi tra stranieri."

"Chiamale come vuoi, ma se ciascuno di quegli eserciti si riunisse, avrebbero la possibilità di fare dei danni seri", disse Harry. Sospirò e si massaggiò le tempie. "Invia un ordine ai migliori guaritori di andare a ovest e fare quello che possono. Prega chi vuoi che quei malati siano guariti."

"Sì Governatore," dissero i consiglieri, lasciando velocemente la stanza. Ora Harry ed Edwards erano soli.

"Sei diverso Harry," disse il Senatore, la preoccupazione era evidente nel suo tono. "Sei sempre stato duro e severo ma... sembri molto nervoso, teso. Sei distratto, o mi dici cosa non vada o te lo farò uscire dalla bocca."

"Gli Dei mi stanno giocando degli scherzi terribili," sussurrò Harry, non guardando negli occhi Edwards.

"Per favore spiega," disse Edwards, incrociando le braccia.

"Sapevi che Nettuno e Venere erano amanti? Anche il mio protettore Marte aveva una relazione con Venere," disse Harry, giocando con un pezzetto di mappa.

"Certo, tutti conoscono i vecchi racconti degli Dei."

"Sapevi che il protettore di Ottavio è Nettuno?" Chiese Harry con il tono più duro, rabbrividendo al pensiero.

"Forse l'ho sentito una volta, ma sei l'unico Legatus di cui me ne freghi."

Harry ignorò il commento e continuò, "C'è uno schiavo nella mia casa, è nuovo e con un solo sguardo sai che gli scorre il sangue di Venere nelle vene. È assolutamente meraviglioso. Ottavio, quell'avido bastardo, ha provato a comprarlo, a portarlo via e l'ho umiliato. L'ho mandato via."

Edwards rise. "Sì, Perrie me l'ha scritto. Peccato che non fossi lì per vederlo."

"È stato uno spettacolo, ma se lo meritava," disse Harry con un sorrisetto velcoe. "Ma, la cosa è, ho cercato di mantenere puro lo schiavo. L-Lo voglio così tanto, ma sembra come se Venere mi trattenesse. T-Tuttavia ho fatto qualcosa, una notte con lui, è ancora vergine ma... adesso con tutta questa merda di peste penso che Nettuno mi stia mandando un messaggio."

"Cosa vuoi dire Harry?"

"Voglio dire che mi sono avvicinato a lui e adesso i miei abitanti stanno morendo per una peste proveniente dal mare. Nettuno vuole che Ottavio lo abbia," disse Harry, quasi ringhiando. Scrocchiò le nocche e si girò per guardare il Senatore. "Il Dio del Mare è incazzato. Ottavio deve avergli venduto l'anima per punirci in questo modo."

Edwards si avvicinò al Governatore arrabbiato e mise le mani sopra alle sue spalle. "Ascolta, nessuno può davvero capire il gioco che stanno facendo gli Dei. Ma so che Venere scelse Marte alla fine. Combatti Ottavio se devi, ma dovresti salvare la città e gli abitanti." Spinse gentilmente Harry verso la porta. "Vai ad allearti e fai come hai detto, hai bisogno ti concentrarti."

Harry gli diede ragione e uscì dalla stanza. Louis era fermo fuori, la testa bassa e le mani dietro la schiena. Harry non lo guardò per molto tempo. "Ci vedremo al torneo di Zayn tra due mesi?"

"Certo, è sempre un evento divertente che propone mio genero." Diede uno sguardo accusatorio a Louis poi scosse la testa. "Chiarisciti le idee e poi potrò vederti."

Harry rimase fermo nello stesso punto, non dicendo nulla a Louis, finché la figura del Senatore non scomparve. "Vieni Louis. Andiamo al campo di allenamento."

Louis aggrottò un sopracciglio al tono vuoto di Harry, ma lo seguì senza dire una parola. Voleva chiedergli cosa non andasse, perché Harry non gli stesse parlando, non lo stesse guardando. Non aveva neanche provato a toccare Louis con piccoli gesti come faceva di solito. Forse era perché potevano essere ancora visti da altre persone. Harry non voleva che nessun servitore sapesse del trattamento speciale di Louis; non voleva che si sfogassero su Louis. Che, di certo, Louis capiva, ma che non lo guardasse neanche non andava bene.

Quando arrivarono al campo di allenamento, Harry si tolse la toga, rimanendo solo con un paio di pantaloni corti. "Prendimi due caraffe grandi d'acqua, staremo qui per un po'."

"Sì Dominus," disse Louis, abbassando la testa.

Harry non guardò Louis quando diede l'ordine. Cosa potrebbe essere successo dall'ultima volta che si erano visti ad adesso per far comportare Harry in quel modo? Come se Louis fosse stato come un altro schiavo di cui non gli importava nulla. Fece quasi piangere Louis, ma si rifiutò di farlo, non si sarebbe disperato per qualcosa di così infantile come un trattamento del silenzio.

Quando Louis ritornò, Harry era vicino a delle sacche di sabbia. Le sue mani erano avvolte da bende e stava tirando forti pugni a una delle sacche. I muscoli della schiena fremevano e Louis si ricordò di quando la lingua di Harry era dentro di lui e ogni volta che Louis guardava in basso, la schiena di Harry era tesa. La pelle di Harry era lucida per il sudore, delle goccioline cadevano. Lasciava uscire dei grugniti bassi ogni volta che colpiva il sacco, Louis lo trovava così erotico e quasi animalesco.

I pugni iniziarono a essere più veloci e più forti, così tanto da far oscillare il sacco pesante. Alla fine Harry urlò frustrato e colpì il sacco di sabbia sulla corda, era così pauroso da far fare a Louis un passo indietro. Era fermo di fronte ad esso, le spalle pesanti con respiri profondi, ripulì con una mano il sudore sopra il sopracciglio.

Louis non sapeva cosa fare. Stava ancora tenendo le caraffe e guardava la ferocia di Harry. Chissà cosa sarebbe successo se avesse provato a parlare con Harry in quel momento. Poi Harry camminò verso di lui, prese una delle caraffe dalle mani di Louis e iniziò a inghiottire l'acqua. La ridiede a Louis quando era vuota e camminò verso uno dei pesi.

Questo continuò per un po' di ore, Harry si spingeva oltre e poi faceva correre Louis dentro e fuori la casa per l'acqua. Non si dicevano una parola, se non per dare e ricevere comandi. Delle volte alcuni schiavi venivano e lasciavano dei messaggi a Harry o Niall sgattaiolava dentro e dava del cibo a Louis quando Harry non prestava attenzione. Ma Harry difficilmente si rendeva conto di Louis, anche quando beveva l'acqua.

Quando il sole iniziò a scomparire dal cielo, le gambe di Louis facevano male per essere stato troppo tempo in piedi e i suoi occhi si stavano chiudendo. Harry stava sferrando dei colpi contro un manichino di legno con una spada, lasciando dei segni profondi a ogni colpo. Non era una sorpresa che così tante persone avessero paura di affrontare una battaglia contro di lui. Solo quando Louis pensò di collassare sul posto, Harry buttò la spada sul pavimento e corse verso di lui. Bevette da una delle caraffe e quando fu vuota, prese la seconda per buttarsi l'acqua sulla testa e si pulì dal sudore che gli copriva la schiena.

"Vieni con me nelle stalle, devo fare una cosa."

Senza nessun'altra parola, Harry sorpassò Louis, colpendogli la spalla. Il modo in cui era sbattuto qua e là fece pizzicare il petto di Louis. Louis afferrò le caraffe vuote e seguì Harry nelle stalle. C'erano stati un paio di schiavi che avevano portato dei messaggi a Harry durante l'allenamento e Louis fissava confuso la loro faccia impaurita.

Harry era rimasto silenzioso quando li congedò e un attimo dopo Louis capì, un bellissimo toro bianco era stato fatto uscire dalla struttura. Stava combattendo contro le sue corde e ringhiava, sporcando il suo corpo forte. Louis boccheggiò quando uno degli schiavi lo frustò fino a farlo cadere sul pavimento, quasi come se si stesse inchinando.

Il secondo successivo un altro schiavo corse verso Harry con un pugnale intrecciato in modo molto complesso. L'impugnatura sembrava essere stata fatta con avorio e sopra c'era la raffigurazione del mare in tempesta con lampi e saette. Gli schiavi tenevano il toro legato e sembrava così sconfitto, così triste, spezzò il cuore di Louis guardare quella bellissima creatura soffrire.

Ma Harry peggiorò tutto. Perché Harry l'afferrò da una delle sue corna e spinse in alto la sua testa, senza battere ciglio quando il toro gridò e scosse il suo intero corpo. Harry borbottò una piccola preghiera che Louis non poteva sentire, chiuse gli occhi e velocemente accoltellò con il pugnale il collo del toro. Le grida del toro si fermarono quando Harry spinse il pugnale contro la sua carne e il sangue schizzò sul pavimento e sul corpo di Harry.

Louis fece cadere le caraffe con un urlo e si coprì gli occhi e la bocca. Si sentiva male per quello che aveva appena visto.

Il toro fu lasciato sul pavimento incautamente e gli schiavi si divisero per pulire il disastro. Harry diede il pugnale a qualcuno, guardò il cielo per dire un'altra preghiera veloce e si girò verso Louis.

Quando il resto degli schiavi se ne andò, Harry si tolse il sangue dal viso. "Vado a farmi un bagno, dì a Niall di far preparare la cena. Tu aspetterai nella mia stanza finché non ho finito, dobbiamo discutere su alcune cose," disse apatico.

"Harry io-"

"Dominus."

Louis sbatté le palpebre quando Harry lo corresse. "C-cosa?"

"Mi chiamerai Dominus," disse Harry severo.

Louis ingoiò qualcosa che gli bloccava la gola e spostò gli occhi a terra, il sangue addosso a Harry rese tutto peggiore. "Dominus," disse a malapena in un sussurro. "Ho fatto qualcosa di sbagliato?"

Harry lo guardò con una serie di emozioni differenti e confuse sul suo viso. Sembrava quasi dispiaciuto ma Louis sapeva che probabilmente si stava sbagliando. "Fa' come ti dico, Louis."

E con questo Harry lo sorpassò. La mascella di Louis s'irrigidì e rimase lì ancora per un po' di tempo. Non si sarebbe spezzato, questa cosa non l'avrebbe preso. Che importa se lui e Harry avevano passato una settimana vicini e intimi? Che importa se Louis credeva che a Harry importasse di lui e si sarebbe preso cura di lui? Qualunque cosa fosse nella testa di Harry non era un problema di Louis e avrebbe fatto qualunque cosa per sopravvivere.

+

Per due ore Louis si tenne la risposta e non si chiedeva cosa ci fosse di sbagliato in Harry. Perché aveva ucciso quel toro innocente. Aspettò finché i bagni non furono vuoti e si lavò tutto solo, facendo del suo meglio a non guardare le macchie di sangue sul pavimento. Quando finì, si sedette sul letto di Harry, le braccia incrociate come un bambino petulante. Stava bene, Harry poteva comportarsi come voleva, era lui il padrone. Questa era la sua Villa e la sua città e ogni cosa e ogni persona erano di proprietà di Harry. Louis poteva affrontarlo.

O almeno era quello che pensava Louis finché Harry non entrò nella camera, spalle curve e occhi coperti da occhiaie. Questo fece addolcire un po' Louis. Non aveva più le braccia incrociate e strisciò verso la fine del letto, mettendosi sulle sue ginocchia di fronte a Harry.

"Dominus per favore, cos'ho fatto? Perché ha ucciso quel toro?" Louis iniziava ad odiare il fatto di non avere coraggio quando Harry era nei paraggi. Lasciava che Harry giocasse con le sue emozioni, senza un apparente motivo.

Harry sospirò. "Penso che Venere stia causando un'altra battaglia tra gli Dei."

"Mi scusi?"

"C'è una peste, Louis, una malattia sta girando e proviene dal pesce," disse Harry. Si passò una mano tra i capelli e iniziò a camminare avanti e indietro. "Nettuno, il Dio protettore di Ottavio, mi sta maledicendo, punendo."

"P-Perché lo starebbe facendo Harry?" Chiese Louis, cercando di toccare il petto di Harry. Si era messo un'altra toga, così le dita di Louis giocarono un po' con il tessuto.

"Perché non ho lasciato che Ottavio ti avesse. E poi ti ho sporcato, Nettuno sa che ti ho fatto mio, ma vuole che il suo uomo ti abbia," disse Harry, osservando le dita di Louis che lo stavano toccando.

"Non dovevi essere così crudele con me," Louis fece uscire. Ritrasse le mani e le mise sulla bocca. "V-Voglio dire, potevi dirmelo prima invece di... e p-poi hai ucciso quel toro."

Ci fu una pausa, dove nessuno dei due parlò. Louis si stava tirando indietro e le mani di Harry formarono dei pugni sui fianchi. Era così frustrato con se stesso e gli Dei e tutto quello che stava accadendo. Ed era così frustrato con Louis per essere innegabilmente migliore di lui. Gli abitanti stavano morendo e soffrendo e Louis aveva di nuovo paura di lui. Questo succede quando provi dei sentimenti, più persone finiscono per soffrire. Harry gemette ad alta voce frustrato, scioccando Louis e facendolo cadere all'indietro.

"Non importa! La vita di un toro non importa! Non posso preoccuparmi di te quando l'intero occidente di Capua si sta ammalando!" Urlò Harry.

"L'ovest?"

"Cazzo! Sì! Non posso occuparmi di te e di loro! Non posso avere entrambi, perché gli Dei non me lo lasceranno!" Harry continuò a urlare, ma Louis stava per piangere.

"Gli abitanti dell'ovest stanno morendo?" Chiese Louis tra le urla di Harry.

"Per l'amore degli Dei Louis! . Un mucchio di persone nell'ovest sta morendo. L'intero occidente potrebbe ammalarsi!" Harry ora stava gridando.

"No, Harry-"

"Sta' zitto Louis!" Il braccio di Harry si alzò e all'improvviso colpì il suo capo, facendo scontrare Louis col pavimento. L'urlo di dolore improvviso di Louis fermò il delirio di Harry e fissò incredulo la sua mano. Quando tornò a guardare Louis, il ragazzo si stava tenendo una guancia, solo una lacrima stava cadendo sul suo viso. "Filius Veneris io-"

"No. Harry per favore non colpirmi di nuovo." Louis lo pregò mentre si alzava dal pavimento sulle gambe tremanti. "P-Penso di dover andare a dormire da un'altra parte stanotte."

Gli occhi di Harry si spalancarono e corse verso Louis, cercando di avvolgere le braccia attorno a lui, ma Louis lo spinse via. "No, no Piccolo non volevo. Non lo farò mai più! Per favore Louis, ti voglio qui."

I palmi di Louis andarono sui suoi occhi e velocemente sorpassò Harry, dirigendosi verso la porta. "Se non c'è nient'altro che devo fare stasera, Dominus, vado a ritirarmi con il resto degli schiavi."

Al posto di chiedere, o domandargli, di rimanere, la mascella di Harry si irrigidì. Corrugò il sopracciglio e brontolò. "Bene. Sii sveglio prima dell'alba di domani. Avrai un mucchio di lavoro da fare."

Louis annuì e uscì dalla porta. Quando chiuse la porta dietro di sé, Louis ci si appoggiò solo per un minuto per riprendere fiato. Vide nello specchio del corridoio che la sua guancia stava diventando rossa. E mentre se ne andò via, Louis sentì delle urla e delle grida nella camera di Harry e anche il rumore di oggetti lanciati.

Allora era arrabbiato.

+

Niall entrò in camera sua aspettandosi di potersi stendere sul letto e dormire subito dopo un giorno estenuante. Non si aspettava di vedere Louis seduto lì sopra con un cuscino stretto al petto e le lacrime negli occhi. Si fissarono per un momento poi Niall camminò verso di lui e lo abbracciò.

"Cos'è successo? Le cose ti stavano andando così bene." Chiese, accarezzandogli i capelli.

Louis tirò su col naso e buttò il cuscino per abbracciare Niall. "Mi ha colpito. Stava sbraitando su Nettuno e una malattia e diceva che era colpa sua e ha ucciso un toro, e quando ho provato a parlare, lui mi ha solo... colpito."

"Mi dispiace così tanto Louis," disse Niall. Si lasciarono e Niall si sedette vicino a Louis. "Vuoi parlarne?"

"No." Louis scattò. "Ho-o solo bisogno di un posto per dormire. Tuttavia non so per quanto tempo, Harry stava lanciando degli oggetti quando me ne sono andato via."

"Déi, Lou puoi rimanere con me per quanto vuoi." Niall raccolse il cuscino caduto e strisciò verso il letto. "Potresti spegnere le candele e le torce?"

"Certo, ma hai una lettera sul tavolo vorrai leggerla. Non l'ho aperta, ma è stato Liam a sigillarla," disse Louis. Aveva smesso di piangere nel momento in cui Niall lo aveva abbracciato. "Grazie Niall, sei la persona migliore che conosco."

"Grazie Lou, vai a dormire. E mi parlerai di tutto domani mattina," disse Niall con tono serio prendendo la lettera. Guardò Louis addormentarsi, poi si alzò e spense le candele, lasciandone una accesa per poter leggere.

Era strano ricevere una lettera da Liam, di solito parlava a Niall di persona ogni volta che era nella Villa. Forse erano cattive notizie. Forse Liam si era stancato di andare dietro a qualcuno che non avrebbe mai potuto avere. Forse aveva trovato qualcun altro. Forse era malato. Niall aprì la lettera, ma cercò di concentrarsi a leggerla.

Carissimo Niall,

Sai che non sono molto bravo con le parole e con il romanticismo, allora arriverò subito al punto. Ho risparmiato i miei guadagni degli ultimi mesi. Ho un po' di monete d'oro, ma abbastanza presto sarò capace di prenderti. Ti comprerò da Harry, anche se so che non ti venderà senza una battaglia. Ma non potrà dirmi di no per sempre, e quando ti venderà a me, ti libererò. Te lo prometto, amore mio. Assicurati che Harry ti porti al torneo di Zayn e discuteremo di questo là.

Per sempre tuo,

Niall boccheggiò e guardò Louis per essere sicuro che stesse dormento. Lesse la lettera ancora e ancora per essere sicuro di averla capita veramente, non poteva crederci. Liam l'avrebbe comprato. Liam avrebbe combattuto. Contro il suo Legatus. Solo per comprare Niall.

E poi, per la prima volta nella sua vita, Niall sarebbe stato libero.

01/11/2015 Corretto da @LuBaroni99

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