School of Heroes - da revisio...

נכתב על ידי GiulSma

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⚠️ Storia da revisionare ⚠️ Immaginate di vivere in un mondo dove esistono i superpoteri e di essere trascina... עוד

1.William Clark
2.Test d'ingresso
3.Primo giorno
4.Nome da supereroe
5.Sogno
6.Un ritorno pieno di misteri
7.Tre amici entrano in un bar...
8.Un filo, due uscite
9.Festival
10.Interrogatorio
11.Pigiama party (parte 1)
12.Pigiama party (parte 2)
13.Pigiama party (parte 3)
14.Incendio
15.Incontro pericoloso
16.Portachiavi
17.Zia Phoebe
18.Vita nel Connecticut
19.Dolorosa battaglia
20.Un nuovo eroe
21.Villains
22.Ritorno a casa
23.Coma
24.La verità
25.Piccoli amori
26.Rancore
27.Fuggitivo a scuola
28.Potere
29.I finti dèi
30.Successione
31.Il risveglio del tredicesimo titano
33.Flame
34.Vecchi amici
35.La battaglia di Springville (pt. 1)
36.La battaglia di Springville (pt.2)
37.Mostro
38.Amori proibiti
39.Oil and Water
40.Ghiaccio
41.Amy
42.Il sogno più bello
43.Black Night Bar
44.La famiglia Castillo
45.Angel
46.Padre, Figlio e Potere Primario
47.Ballo d'autunno
48.L'origine di Nightmare
49.Cinquecentomila
50.Bacio dietro le sbarre
51.Due anime
52.Sacrificio eroico
53.Caos
54.Cenere alla cenere
55.Attraverso i ricordi
56.Compleanno
57.Il bacio perfetto
🎖Super Traguardi 🎖
🎬 Backstage 🎬

32.Primo giorno da stagista

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נכתב על ידי GiulSma

Finalmente era finita la scuola e tutti gli studenti avevano fatto le valige e si erano trasferiti momentaneamente dagli eroi a cui erano stati assegnati.
Will aveva fatto molta fatica a cercare il dojo di Red Slayer perché sembrava fosse stato tolto da Google Maps e l'eroe non gli aveva nemmeno detto dove fosse. Infatti si era dovuto far aiutare da Ethan, che prima di partire si era messo a smanettare col suo portatile per cercare la posizione del samurai.

Una volta trovata lo aveva ringraziato almeno un milione di volte e poi si era precipitato a prendere il primo autobus disponibile che potesse portarlo lì.

Il dojo era nella calma cittadina di Springville, sempre nello Stato di New York, e Will arrivò lì dopo tre ore e mezza di viaggio passate a sentire bambini scalciare il sedile dietro di lui, persone che si urlavano a vicenda e uomini leggermente ubriachi che volevano lottare tra di loro ma che venivano subito fermati dagli altri passeggeri.

Appena arrivato rimase stupito nel vedere dove si allenava Red Slayer perché gli sembrava un luogo così pacifico, con tutta quella natura che lo circondava e le pochissime macchine che gli passavano vicino.

Quel posto era totalmente differente da Brooklyn, ma sentiva che si sarebbe presto abituato. Amava la quiete dei piccoli paesini, lo aveva scoperto andando nel Connecticut da sua zia, e forse quella sarebbe stata un'ottima opportunità di dare una bella vacanza rilassante.

A Springville sembrava che non ci fossero tanti malfattori quindi era un posto abbastanza sicuro per lui che non aveva un potere utile nel combattimento.
Insomma, aveva quelli del tredicesimo titano, ma non riusciva ancora a controllarli quindi erano praticamente inutili per il momento.

C'erano due strutture che componevano la sua dimora: una era più lunga e aveva le porte scorrevoli da cui si poteva intravedere un'enorme sala vuota con tante spade appese ai muri, mentre l'altra era più sobria e non aveva alcun tipo di porte scorrevoli se non quelle poste a lato, vicino al dojo.

Aspettò che qualcuno lo invitasse ad entrare o almeno gli facesse segno che la porta fosse già aperta, ma non sentì e non vide nessuno.
Allora provò a bussare, a chiamare e infine, dato che la porta era aperta, decise di entrare da solo trascinando la sua valigia per gli scalini di legno.

La sala d'ingresso era un enorme soggiorno: c'erano dei divanetti disposti a ferro di cavallo rivolti verso un televisore da settanta pollici a cui erano attaccate delle casse, un enorme tappeto all'ingresso con una scritta in giapponese, un'ampia cucina all'angolo destro della sala e un tavolino basso con dei cuscini intorno.

Non fece in tempo a richiudere la bocca dallo stupore che arrivò un uomo sulla cinquantina poco più alto di lui che lo fissò dritto negli occhi e con tono scontroso gli disse: «Togliti le scarpe»

Nessun "ciao", nessun "benvenuto", solo quello. Possibile che una persona potesse essere così scontrosa con l'apprendista che aveva scelto?

«Salve, signore» lo salutò togliendosi le scarpe. «Io sono William Clark, il suo apprendista»
«Apprendista? Oh giusto, ti fermerai qui per tutta l'estate. Iniziamo col mettere in chiaro alcune cose: cucinerai tu, pulirai il dojo ogni fine settimana mentre ogni giorno pulirai varie stanze della casa che ti indicherò, la sveglia è alle sette del mattino precise e non è facoltativa, mi aiuterai a sventare qualche piccolo crimine anche se qui accadono di radi e dovrai fare tutte le commissioni che ti chiederò. Questo è quanto, domande?»

«Sì, ehm... non è che durante il tempo libero potrebbe... insegnarmi qualcosa?»
«Ragazzo, vai ad una scuola per supereroi, io non posso insegnarti nulla»
«Intendo le arti marziali»

L'uomo lo squadrò da capo a piedi, incrociò le braccia e se ne andò verso la parte della cucina a versarsi del tè. «Imparare un'arte marziale richiede tempo e capacità. Per ora sei in prova, ma se mi dimostrerai di avere tutte le qualità richieste io ti darò la possibilità di imparare qualcosina. Ovviamente non aspettarti di diventare cintura nera o cose simili, è già tanto che tu ne possa avere una bianca»

Il sensei appoggiò la tazza sul tavolino e tirò un profondo sospiro. Non si sentiva ancora pronto ad addestrare un altro ragazzino dopo la fine che aveva fatto il suo ultimo, ma era stato obbligato ad accettare quel ragazzo e doveva farsene una ragione. Ce l'avrebbe avuto nella sua abitazione per mesi e non poteva assolutamente cacciarlo. Era con le mani legate e in quel momento non sopportava la vista dell'aspirante eroe che nel frattempo stava ammirando la sua casa.

«Ragazzino, in fondo al corridoio ci sono due o tre stanze libere. Sceglitene una e sistema le tue robe, poi vieni qui che ti devo dare una lista dei prodotti da usare per la pulizia del mio dojo e della casa»

Non poteva liberarsene, ma poteva benissimo sfruttarlo per fare le faccende più faticose che lui stesso non aveva voglia di fare.
Insomma, aveva guadagnato un ottimo domestico e non aveva dovuto sborsare nemmeno un dollaro.

Finito di sistemarsi i vestiti nell'armadio, Will uscì dalla sua stanza e andò dal suo sensei a sentire cosa usare e cosa non usare per la pulizia di ogni parte della casa.

«Ho capito. Ma dopo aver pulito, cosa farò? Insomma, non credo che passerò tutte le giornate a pulire...»
L'uomo gli rivolse uno sguardo scocciato. «Mangerai, dormirai e userai il telefonino come fate tutti voi ragazzini»
«Ma io preferirei non usarlo e allenarmi»
«Non sei pronto»

Will accettò quel che gli aveva detto senza fiatare. Lamentarsi appena arrivato non era la cosa migliore da fare. Avrebbe fatto scorrere qualche settimana e poi avrebbe avuto il diritto di ribattere.

E così fece. Passarono le settimane e il dojo era così lucido che ci si sarebbe potuti specchiare nel legno.
La casa non era mai stata così pulita e il sensei cinquantenne non aveva mai mangiato così bene da quando era andato in un ristorante tre stelle col suo vecchio partner.

Lui continuava ad allenarsi nel suo dojo con le sue armi, mentre Will spolverava, andava a fare la spesa e cucinava. Si sentiva leggermente in colpa, tuttavia conservava troppo orgoglio per scusarsi col ragazzo.

Ma venne il giorno in cui Will cedette al suo tipico "non sei ancora pronto" e gli urlò contro tutto quello che aveva passato. La sua vita non era stata semplice, aveva perso due persone molto care e ne avrebbe perse ancora se non fosse stato abbastanza forte da non permetterlo.

Il samurai non si addolcì affatto alle parole del ragazzo, anzi, lo obbligò a dormire fuori di casa per tre notti.

Odiava l'insubordinazione dei giovani, specialmente di Will che gli aveva sbattuto in faccia tutte le sue sofferenze e gli aveva fatto capire che almeno lui, che aveva vissuto cose peggiori, era riuscito ad andare avanti nonostante tutto, mentre per il vecchio supereroe non era stato affatto così.

Si era sentito così stupido e ferito nell'orgoglio che l'unica cosa che aveva fatto era stata urlare contro quel povero ragazzino che aveva tutti i diritti di voler essere allenato e di punirlo facendolo dormire fuori.

Una sera, vedendolo dormire così senza nemmeno aver mangiato, si sentì tremendamente in colpa, ma l'unica cosa che fece fu mettergli una coperta per riscaldarlo e lasciarlo lì sotto il portico di legno della casa perpendicolare al dojo.

Era un uomo testardo, ma prima o poi avrebbe dovuto superare il suo lutto, proprio come aveva fatto quel ragazzino, e avrebbe dovuto aiutarlo.

La mattina Will si svegliò con un tremendo mal di schiena. Dormire su una superficie rigida avrebbe dovuto fargli bene e invece si muoveva peggio di un anziano.

Nonostante fosse dolorante e arrabbiato, andò in cucina e si mise a preparare la colazione per lui e per il samurai profumando la casa di uova e bacon di prima mattina. Il supereroe ne venne attratto e, come un piccolo scoiattolo che aveva appena visto delle ghiande, uscì dalla sua stanza e consumò il pasto insieme al ragazzo senza dire una parola.

Ma quando Will raccolse i piatti per metterli a lavare gli disse: «Spero tu abbia un costume... Oggi è il giorno libero di tutti i poliziotti quindi andremo noi a pattugliare la città»

E detto ciò se ne andò lasciando il ragazzo meravigliato e confuso.
Non perse tempo e si fiondò nella sua stanza a mettersi il suo costume da eroe. Non era il massimo perché era una tutina grigia e rossa fatta con un tessuto spesso che ricordava un po' quella del vecchio superman, eccetto per le mutande rosse fuori dal costume che Will fortunatamente non aveva.

Si mise la sua visiera rossa compresa di ricetrasmettitrice e andò da Red Slayer che appena lo vide sbarrò gli occhi e gli disse: «Tu non verrai mica conciato così, spero... Questo costume non è affatto adatto ad un ragazzino come te. Non aiuta i movimenti e per giunta è troppo caldo per l'estate! Attillato com'è sarebbe impossibile toglierlo dopo»
«Ma è l'unico che ho!»
«Così pare... Ho qualche mio vecchio costume, potresti usarlo. Sei un mio apprendista, mi sembra logico che tu ti vesta simile a me quando andiamo in pattuglia»

Will accettò senza fiatare il costume che gli veniva dato dall'eroe. Sapeva che se avesse osato anche solo aprire bocca si sarebbe ritrovato contro un sensei armato di katana.

Andò nella sua camera e si mise quello strano vestito da samurai composto da dei larghi pantaloni stretti alle caviglie da delle calze lunghe sotto a delle scarpe da ginnastica nere e rosse, una maglietta con sopra un giacchino di seta del medesimo colore con la scritta "equilibrio" in giapponese sul lato e una maschera da demone giapponese con due corna di dieci centimetri che le spuntavano da sopra. E tutto ciò era rigorosamente nero, eccetto la maschera che aveva delle rifiniture di rosso e oro

Il ragazzo avrebbe avuto caldo lo stesso per via di tutto quel nero, ma almeno la divisa non gli si sarebbe appiccicata al corpo e non si sarebbe reso ridicolo di fronte a tutte le persone di Springville.

«Ma così non mi scambieranno per lei?» chiese al supereroe guardandosi allo specchio.
«Non lo faranno. Non ho mai messo quella maschera e nemmeno quel giacchino senza l'armatura rossa che porto adesso» Gli mise in mano una katana e gli disse: «Tieni, non hai dei poteri offensivi, almeno avrai qualcosa con cui attaccare»

Uscirono in silenzio dalla casa stile giapponese e camminarono per le strade della piccola cittadina immersa nel verde delle campagne.
In meno di trenta minuti avevano già compiuto il primo giro, attirando l'attenzione dei passanti che si voltavano a osservarli meravigliati.

Era raro vedere Red Slayer fuori dal suo dojo ed era ancora più raro vederlo insieme ad un apprendista.

Passarono vicino a un minimarket e Will scorse con la coda dell'occhio un uomo coperto da un passamontagna che stava puntando una pistola contro una povera cassiera.

«Red Slayer, c'è una rapina in quel minimarket, andiamo?»
«Ho voglia di una tazza di tè prima di colpire il ladro con la mia katana»
«Non c'è tempo per il tè! Dobbiamo aiutare quella signora!»

Il samurai lo squadrò e dopo qualche secondo passato a farlo sentire un piccolo inetto si diresse con lui verso la rapina.

"Che forza! La mia prima missione ufficiale!" pensò Will sorridendo sotto la maschera.
Avrebbe voluto mostrare all'eroe tutto quello che aveva imparato a scuola, ma tutto aveva il suo tempo e il ladro era armato di una pistola probabilmente rubata da un poliziotto.

«Metti tutto dentro la borsa! Muoviti!» gridò il criminale alla povera commessa. «Veloce! Non ho tutto il giorno! Il mio capo vuole soldi»

Le porte scorrevoli si aprirono e da lì entrò Will, con le mani in tasca, come se non fosse spaventato dall'arma del nemico.

E invece ne era completamente terrorizzato. Ogni suo movimento era rigido e se lo si guardava attentamente lo si avrebbe visto tremare di fronte a quel semplice ladro.

«Hey, tu! Che hai da guardare?» lo rimproverò il criminale puntandogli contro la sua postola. «Ti piace andare in giro vestito da demone, vuoi conoscere i tuoi amichetti all'inferno?»
«No, non ho voglia» rispose Will facendo il finto disinteressato.

Red Slayer lo stava osservando dal bar di fronte al minimarket mentre sorseggiava una tazza di tè nero.
Voleva testare le abilità del ragazzo e se la faccenda si fosse fatta complicata sarebbe intervenuto, ma un ladro così, senza poteri, era facile da gestire per chiunque.

Ma non aveva fatto i conti con l'inesperienza del povero Will che si stava ritrovando di fronte ad un nemico che, anche se era più debole di lui, lo terrorizzava.

«E-Ehm, sono venuto qui per prendere delle patatine» mentì il ragazzo mettendo mano alla katana che gli aveva prestato l'eroe. «Quindi andrò... a prenderle»

E detto ciò sgusciò dietro ad uno scaffale lasciando il ladro confuso e poi ricominciò a sentire le urla dell'individuo che incitavano la commessa a mettere dentro anche qualche pacchetto di sigarette.

"Non posso lasciare che questo posto venga derubato! Devo dimostrare a Red Slayer quando valgo altrimenti potrò dire addio a tutte le mie possibilità di migliorare come eroe" disse Will tra sé e sé, sbirciando fuori dal suo nascondiglio. Raccolse le mani in due pugni e si preparò all'attacco. "Ora o mai più"

Sbucò fuori dallo scaffale e provò a colpire il ladro con un pugno, ma questo gli puntò contro la sua pistola e sparò due colpi dritti al cuore del ragazzo.
Quindi non era un ladro principiante come avevano creduto Will e Red Slayer, era un abile scagnozzo che lavorava per conto di un supercattivo o peggio, per un Villain.

I proiettili si infransero a contatto con la pelle del ragazzo, che sembrava fatta d'acciaio in quel momento, e caddero a terra appiattiti dall'impatto lasciando stupiti tutti i presenti più il diretto interessato.

«Be'... questo non me l'aspettavo» esordì Will prima di tirare un pugno dritto nel naso allo scagnozzo.

Gli sembrava di averlo dato piuttosto leggero, considerato che aveva persino perso l'equilibrio nel farlo, ma l'uomo incominciò a sanguinare e a tenersi la parte ferita con la mano libera.
Nel farlo il sacco pieno di banconote cadde e il ragazzo fu così sveglio da prenderlo, lanciarlo alla commessa e immobilizzare il ladro per terra.

«Per chi lavori?» gli chiese Will schiacciandogli la testa contro il pavimento.
«Non crederai mica che lo venga a dire ad un ragazzino inesperto come te»
«Dimmelo!»
«Dovrai passare sul mio cadavere per saperlo»

Red Slayer entrò nel minimarket sistemandosi il suo elmo da samurai.
Era stato attirato dalle grida e dagli spari, ma sembrava che il ragazzo se la fosse cavata bene con il ladro.

«Non te lo ripeterò un'altra volta. Dimmelo o verrai sbattuto nel carcere peggiore di tutta New York»
«Va bene, lo farò, ma solo perché sei troppo patetico per essere lasciato col fiato in sospeso»

Will allentò la presa sulla testa del criminale in modo tale che potesse parlare meglio.

«Lavoro per un supercattivo col potere di pietrificare qualsiasi cosa. Mi ha minacciato di farmi diventare della polvere se non gli avessi portato tutti i soldi che voleva e mi sono ridotto a rubare in posti come questo»
«Che storia toccante... hai altre informazioni?»
«Al vertice del potere non c'è lui... c'è una ragazzina che si fa chiamare Nightmare. E al momento solo i supercattivi al suo seguito sanno dove si trova. Voi siete supereroi e vi interessano tanto i Villain, perché non ve la prendete con quelli dotati di superpoteri invece che con quelli che come me non ce li hanno?»

Intervenne Red Slayer. «Perché noi siamo la giustizia e sappiamo tutti che con o senza poteri i criminali verranno presi e imprigionati finché le prigioni non strariperanno di piccole formiche malvagie. Quindi grazie per averci rivelato le identità dei tuoi capi, ma ora chiudi quella dannata bocca e aspetta la polizia»

«Credevo che voi eroi foste molto più... eroici. Insomma, non vi fiondate subito sui nemici?»
«Quella Villain che hai nominato è diventata di classe SS, ovvero il vecchio livello del Boss dei Villain, non penso proprio che sia qualcuno che un grado C come me possa affrontare. E nemmeno il mio apprendista»

Buffo che l'abbia detto. Will l'aveva affrontata eccome quella ragazza, ma era finito in ospedale a causa sua con un proiettile nel petto e un cuore spezzato.

Ma il ragazzo non poteva sapere chi si celava veramente dietro a quel nome. Non sapeva ancora che Lucrecia possedeva due poteri e che era diventata uno dei bracci destri del nuovo Villain, ma quando lo scoprirà potrebbe venire spiazzato dalla notizia.
Non aveva superato completamente il lutto, per lui era praticamente impossibile, ma ci stava provando e se l'avesse vista anche solo per una volta tutti i progressi che aveva fatto fino a quel momento sarebbero crollati.

E, proprio perché ne era all'oscuro, Will si mise d'accordo con Red Slayer per cercare delle tracce su quel supercattivo che potessero dare loro delle ulteriori informazioni su Nightmare da dare al governo statunitense, ma non sapeva che facendo così sarebbe andato contro al suo destino e al suo peggior incubo.

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